DELIBERAZIONE N. DEL. Direzione Regionale: FORMAZ., RICE. E INNOV., SCUOLA UNIV., DIR. STUDIO Area: PROGR., ORGAN. E ATT.OFF.ISTR., DIR.ST.SCOL. UNIV.

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1 REGIONE LAZIO DELIBERAZIONE N. DEL DEC30 04/08/2016 GIUNTA REGIONALE PROPOSTA N DEL 29/07/2016 STRUTTURA PROPONENTE Direzione Regionale: FORMAZ., RICE. E INNOV., SCUOLA UNIV., DIR. STUDIO Area: PROGR., ORGAN. E ATT.OFF.ISTR., DIR.ST.SCOL. UNIV. Prot. n. del OGGETTO: Schema di deliberazione concernente: Approvazione del Piano territoriale triennale per l'istruzione e la formazione tecnica superiore - Programmazione Regionale Istruzione Tecnica Superiore e Attivazione percorsi Istituti Tecnici Superiori Programmazione (PEGORARO CARMEN) (PEGORARO CARMEN) (A. D'ALESSIO) (E. LONGO) L' ESTENSORE IL RESP. PROCEDIMENTO IL DIRIGENTE RESPONSABILE IL DIRETTORE REGIONALE ASSESSORATO PROPONENTE FORMAZIONE, RICERCA, SCUOLA, UNIVERSITA' E TURISMO (Smeriglio Massimiliano) IL VICE-PRESIDENTE DI CONCERTO ALL'ESAME PREVENTIVO COMM.NE CONS.RE X COMMISSIONE CONSILIARE: Data dell' esame: VISTO PER COPERTURA FINANZIARIA: IL DIRETTORE DELLA DIREZIONE REGIONALE PROGRAMMAZIONE ECONOMICA, BILANCIO, DEMANIO E PATRIMONIO con osservazioni senza osservazioni SEGRETERIA DELLA GIUNTA Data di ricezione 29/07/ prot. 501 ISTRUTTORIA: IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO IL DIRIGENTE COMPETENTE IL SEGRETARIO DELLA GIUNTA IL PRESIDENTE Pagina 1 / 13 Richiesta di pubblicazione sul BUR: SI

2 Oggetto: Approvazione del Piano territoriale triennale per l istruzione e la formazione tecnica superiore - Programmazione Regionale Istruzione Tecnica Superiore e Attivazione percorsi Istituti Tecnici Superiori Programmazione LA GIUNTA REGIONALE SU PROPOSTA dell Assessore alla Formazione, Ricerca, Scuola, Università e Turismo; VISTI gli articoli 3, 33, 34, 117 e 118 della Costituzione; VISTA la Legge Costituzionale 18 ottobre 2001, n.3; VISTO lo Statuto della Regione Lazio Legge Statutaria 11 Novembre 2004, N. 1 e in particolare gli articoli 7, 33 comma 1, lettera c), 48 comma 2, lettera c) e 50; VISTA la Legge Regionale del 18/02/2002, n. 6 e s.m.i. recante Disciplina del sistema organizzativo della Giunta e del Consiglio e disposizioni relative alla dirigenza ed al personale regionale ed in particolare l art. 11 che disciplina le strutture della Giunta; VISTO il Regolamento Regionale 6 settembre 2002, n.1 Regolamento di organizzazione degli uffici e dei servizi della Giunta Regionale e successive modificazioni e integrazioni, in particolare il Capo I del Titolo III, relativo alle strutture organizzative per la gestione; VISTO il Decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275 Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell'art. 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59 ; VISTA la Legge 17 maggio 1999, n.144, art. 69, che ha istituito il Sistema di Istruzione e di Formazione Tecnica Superiore; VISTA la Legge regionale 6 agosto 1999, n. 14, concernente Organizzazione delle funzioni a livello regionale e locale per la realizzazione del decentramento amministrativo e, in particolare, il Titolo V, capo IV, recante disposizioni relative alle funzioni e compiti in materia di istruzione e capo V recante disposizioni relative alle funzioni e compiti in materia di formazione professionale; VISTO il Decreto Interministeriale 31 ottobre 2000, n. 436, con il quale è stato emanato il regolamento recante norme di attuazione del sopracitato art. 69 della legge 17 maggio 1999, n. 144; VISTA la Legge 27 dicembre 2006, n. 296, articolo 1, comma 875 concernente il fondo risorse messe a disposizione dal Ministero dell'istruzione, dell università e della ricerca; VISTO il Decreto Legge 31 gennaio 2007, n.7, convertito, con modificazioni, nella Legge 2 aprile 2007, n. 40, contenente, all art.13, disposizioni urgenti in materia di istruzione tecnicoprofessionale e di valorizzazione dell autonomia scolastica; VISTO il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 25 gennaio 2008, recante Linee guida per la riorganizzazione del Sistema di istruzione e formazione tecnica superiore e la costituzione degli istituti tecnici superiori ; Pagina 2 / 13 1

3 VISTA la Legge 26 febbraio 2010, n. 25, conversione in legge del D.L. 30 dicembre 2009, n. 194, recante Proroga di termini previsti da disposizioni legislative (c.d. decreto mille proroghe ); VISTI: il Decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n.87 Regolamento recante norme concernenti il riordino degli istituti professionali ai sensi dell'art. 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133 e, in particolare, l'art. 2, comma 4; il Decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n.88 Regolamento recante norme concernenti il riordino degli istituti tecnici ai sensi dell'art. 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e in particolare, l'art. 2, comma 4; il Decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n.89 Regolamento recante Revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei ai sensi dell'art. 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133 ; la Legge 30 dicembre 2010, n. 240, recante norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario e, in particolare l'art. 3, comma 2 e l'art. 14, comma 3; VISTO il Decreto 7 settembre 2011 del Ministro dell'istruzione, dell' università e della ricerca di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, adottato ai sensi della legge 17 maggio 1999, n. 144, art. 69, comma 1, recante norme generali concernenti i diplomi degli Istituti tecnici superiori (I.T.S.) e relative figure nazionali di riferimento, la verifica e la certificazione delle competenze di cui agli articoli 4, comma 3, e 8, comma 2, del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 25 gennaio 2008; VISTA la Legge 4 aprile 2012, n. 35 recante disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo; VISTA la Legge 28 giugno 2012, n. 92 recante disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita; VISTI: il Decreto 5 febbraio 2013 del Ministro dell istruzione, dell università e della ricerca, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, concernente la revisione degli ambiti di articolazione dell area Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali Turismo degli Istituti Tecnici Superiori, delle relative figure nazionali di riferimento e dei connessi standard delle competenze tecnico-professionali; il Decreto 7 febbraio 2013 del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro dell economia e delle finanze concernente Linee guida di cui all'art. 52, commi 1 e 2, della legge n. 35 del 4 aprile 2012, contenente misure di semplificazione e di promozione dell'istruzione tecnico professionale e degli Istituti Tecnici Superiori (GU n.92 del ); VISTA la Legge 8 novembre 2013, n. 128, di conversione in legge, con modificazioni, del Decreto Legge 12 settembre 2013, n. 104; Pagina 3 / 13 2

4 RICHIAMATI gli atti di con cui la Regione Lazio ha avviato il processo di costituzione e di programmazione dell offerta di istruzione tecnica superiore, in particolare: DGR n. 119 del 06/03/2009; DGR n. 902 del 27/11/2009; DGR n. 344 del 24/07/2010; DGR n. 439 del 9/10/2010; DGR n. 326/ ; DE n.g07003/ ; DGR n. 329/ ; DGR n. 619/ ; DE n. G05785/ ; DGR n. 493/ ; DATO ATTO che a conclusione del percorso di costituzione e a seguito del riconoscimento della personalità giuridica da parte della competente Autorità Prefettizia, nel territorio della Regione Lazio attualmente operano le sette Fondazioni I.T.S. di seguito elencate: 1. Istituto Tecnico Superiore per le tecnologie della informazione e della comunicazione Fondazione ITS Roberto Rossellini - Roma - Area Tecnologie dell'informazione e della Comunicazione 2. Istituto Tecnico Superiore per le tecnologie innovative per i beni e le attività culturali Turismo Roma - Area Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali/turismo 3. Fondazione Giovanni Caboto - Gaeta (Latina) Area Mobilità sostenibile 4. Fondazione Istituto Tecnico Superiore per Nuove Tecnologie per il Made in Italy nel comparto Agroalimentare Viterbo - Area Nuove tecnologie per il Made in Italy 5. Fondazione Istituto Tecnico Superiore per le Nuove Tecnologie della Vita - Pomezia (RM) - Area Nuove tecnologie della vita; 6. Istituto Tecnico Superiore Nuove Tecnologie per il Made in Italy nel settore dei Servizi alle Imprese - Viterbo - Area Nuove tecnologie per il Made in Italy 7. Fondazione Bio Campus - Borgo Piave Latina - Area Nuove tecnologie per il Made in Italy; VISTA la Legge 13 Luglio 2015, n. 107 di Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti; VISTO il Decreto Interministeriale 12 ottobre 2015 recante la definizione degli standard formativi dell apprendistato e criteri generali per la realizzazione dei percorsi di apprendistato, in attuazione dell art.46, comma 1, del D.lgs 15 giugno 2015, n.81; VISTI inoltre: l Accordo in Conferenza Unificata 5 agosto 2014, per la realizzazione del sistema di monitoraggio e valutazione dei percorsi degli Istituti Tecnici Superiori, ai sensi dell art.14 del D.P.C.M. 25 gennaio 2008 e del Decreto MIUR di concerto con MLPS, MISE e MEF 7 febbraio 2013; l Accordo in Conferenza Unificata 17 dicembre 2015, per il riparto del finanziamento nazionale destinato ai percorsi I.T.S. nonché per le modifiche ed integrazioni al sistema di monitoraggio e valutazione dei medesimi percorsi I.T.S.; l Accordo Conferenza Stato Regioni 20 gennaio 2016, per la definizione della struttura e del contenuto del percorso di istruzione e formazione tecnica superiore di cui al capo III del DPCM 25 gennaio 2008, di durata annuale per l accesso ai percorsi degli Istituti Tecnici Superiori; Pagina 4 / 13 3

5 l Intesa sancita in Conferenza Unificata del 3 marzo 2016 sullo schema di decreto recante Linee Guida in materia di semplificazione e promozione degli Istituti Tecnici Superiori a sostegno delle politiche di istruzione e formazione sul territorio e dello sviluppo dell occupazione dei giovani, a norma dell articolo 1, comma 47, della legge 13 luglio 2015, n.107 ; l Intesa raggiunta in Conferenza Unificata del 12 maggio 2016 sullo schema di decreto circa le Linee guida percorsi ITS afferenti all area Mobilità sostenibile, a normadell art.1, comma 48, legge 13 Luglio 2015 n. 107; Pagina 5 / 13 VISTA la nota del MIUR Ministero Istruzione, Università e Ricerca Prot. n. 3716/5 aprile 2016 concernente gli esiti dell attività di monitoraggio e valutazione dei percorsi conclusi da almeno un anno alla data del 31 dicembre 2015 (per la Regione Lazio 7 percorsi ad esclusione Agro Viterbo e Agro Bio Campus Latina che non rientravano nel termine di riferimento 31 dicembre 2014) ed in particolare la Graduatoria Allegato 1- contenente il punteggio di sintesi Valutazione finale validata dal Tavolo Tecnico Nazionale paritetico; VISTA la nota del MIUR Prot. n del concernente la Formazione terziaria non universitaria ITS e le risorse EF 2016 a valere sul fondo di cui alla legge 296/2006, risorse ripartite in base ai criteri definiti in CU e tenuto conto della Legge 107/2015, che per la Regione Lazio risultano essere: ,00 (Allegato 1 Tabella Assegnazione 70%) ,00 (Allegato 2 Tabella Assegnazione Premialità 30%); DATO ATTO che l assegnazione del 70% del contributo nazionale sarà disposta dal MIUR a favore degli ITS previa comunicazione Regionale circa l indicazione dei percorsi previsti dalla programmazione 2016, l entità del cofinanziamento regionale, la misura del contributo nazionale da assegnare a ciascun ITS con riferimento ai singoli percorsi da attivarsi entro il 30 ottobre 2016; DATO ATTO che l assegnazione del 30% a titolo di premialità nazionale verrà effettuata direttamente dal MIUR a favore dei sottoelencati ITS del Lazio aventi diritto a seguito dei risultati di monitoraggio e valutazione di cui all Accordo Conferenza Unificata 17 dicembre 2015 (Graduatoria percorsi valutati Allegato 3 e Tabella premialità Allegato 2 nota 4169 citata): ITS Caboto di Gaeta con premialità ,00; ITS NTV di Pomezia con premialità ,00; EVIDENZIATO quindi che l assegnazione delle risorse nazionali sarà disposta dal MIUR a favore degli ITS e pertanto le risorse MIUR non transiteranno nel Bilancio Regionale; VISTA la nota prot /27 giugno 2016 con cui la Direzione Regionale Formazione, Ricerca e Innovazione, Scuola e Università, Diritto allo Studio, nelle more dell adozione del Piano Territoriale Triennale , in continuità con la precedente programmazione e a seguito della riunione del 23 giugno 2016 con gli ITS, ha invitato le medesime Fondazioni ITS del Lazio a formulare le proposte di attivazione dei percorsi da avviarsi entro il 30 ottobre 2016, con l analisi dei fabbisogni; EVIDENZIATO che le Fondazioni ITS assegnatarie della premialità dovranno presentare alla Regione Lazio, ai fini della verifica della coerenza rispetto alla programmazione regionale, apposita Scheda interventi progettuali che intendono porre in essere con tale quota descrivendo le azioni volte a realizzare l attivazione dei nuovi percorsi ITS, nell ambito della programmazione regionale, garantendone maggiore qualità anche valorizzando il profilo internazionale, la dotazione strumentale e lo sviluppo di attività di ricerca; 4

6 Pagina 6 / 13 CONSIDERATO che alla realizzazione dei Piani Territoriali Triennali predisposti dalle Regioni concorrono stabilmente le risorse del MIUR e il cofinanziamento regionale per almeno il 30% dello stanziamento statale complessivo ad esse destinato (art. 12 del DPCM 25 gennaio 2008); CONSIDERATO che i percorsi ITS possono essere sostenuti dall insieme delle risorse nazionali e regionali, anche messe a disposizione da altri soggetti pubblici e privati e dall Unione Europea, le Fondazioni ITS dovranno prevedere integrazioni finanziarie, al fine di garantire l integrale copertura dei costi previsti per la realizzazione dei percorsi formativi 2016 nel rispetto dei parametri di riferimento; VISTI: la Legge 20 Novembre 2001, n. 25 Norme in materia di programmazione, bilancio e contabilità della Regione e s.m.i.; la Legge Regionale 31 Dicembre 2015, n. 17 Legge di stabilità regionale 2016; la Legge Regionale 31 Dicembre 2015 n. 18 del - Bilancio di previsione finanziario della Regione Lazio ; la Deliberazione di Giunta Regionale n. 775 del 31 dicembre 2015 Bilancio di previsione finanziario della Regione Lazio Approvazione del "Documento tecnico di accompagnamento", ripartito in titoli, tipologie e categorie per le entrate ed in missioni, programmi e macroaggregati per le spese; la Deliberazione di Giunta Regionale n. 776 del 31 dicembre 2015 Bilancio di previsione finanziario della Regione Lazio Approvazione del "Bilancio finanziario gestionale", ripartito in capitoli di entrata e di spesa; la Deliberazione della Giunta regionale 2 febbraio 2016 n. 29, recante: Applicazione delle disposizioni di cui all'articolo 10, comma 2 e articolo 39, comma 4, del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e successive modifiche, e ulteriori disposizioni per la gestione del bilancio di previsione finanziario della Regione Lazio ; la Deliberazione della Giunta regionale del 23 febbraio 2016, n. 55, recante: Bilancio di previsione finanziario della Regione Lazio Assegnazione dei capitoli di spesa alle strutture regionali competenti, ai sensi dell'articolo 1, comma 6, lettera c), della legge regionale 31 dicembre 2015, n. 18 ; la Nota prot. n del 3 marzo 2016 del Segretario generale della Giunta regionale con la quale sono state fornite indicazioni in riferimento alla gestione del bilancio regionale , conformemente a quanto disposto dalla Deliberazione della Giunta regionale 2 febbraio 2016, n. 29; la Deliberazione della Giunta regionale dell 8 marzo 2016, n. 88, recante: Variazioni del bilancio regionale , in applicazione delle disposizioni di cui all articolo 42, commi da 9 a 11, del decreto legislativo 23 giugno 2011 n. 118 e successive modifiche ; il Decreto Legislativo 23 giugno 2011, n. 118, recante: Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n. 42 e relativi principi applicativi, e successive modiche; VISTO in particolare l art. 10 comma 3 lett a) del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 che prevede la possibilità di assumere impegni a valere su esercizi successivi a quello in corso al fine di garantire la continuità dei servizi connessi con le funzioni fondamentali; EVIDENZIATO che le programmazioni annuali per il 2017 e per il 2018, nell ambito della presente programmazione triennale, saranno oggetto di successivo atto di Giunta compatibilmente alle risorse statali e regionali che verranno appositamente stanziate; 5

7 CONSIDERATO quindi che la Regione Lazio tenendo conto delle risorse pubbliche disponibili e del risultato dell attività di valutazione di cui alla citata graduatoria validata e degli indicatori di cui all Allegato A, punto 4, lett. e) del Decreto 7 febbraio 2013, intende: sostenere lo sviluppo delle medesime Fondazioni confermando l avvio di n. 7 percorsi biennali ITS (un percorso in ciascuna delle attuali sette Fondazioni ITS) da avviarsi entro il 30 ottobre 2016; ripartire le risorse nazionali ammontanti ad ,00, ad esclusione della premialità assegnata direttamente dal MIUR, tra i sette percorsi biennali ITS da avviare nel 2016; l assegnazione delle risorse nazionali sarà disposta dal MIUR a favore degli ITS e pertanto le risorse MIUR non transiteranno nel Bilancio Regionale; ripartire il cofinanziamento regionale ammontante ad ,00 EF 2016 e ,00 pluriennale 2017, tra i sette percorsi biennali ITS da avviare nel 2016; stabilire che le Fondazioni ITS dovranno prevedere integrazioni finanziarie, al fine di garantire l integrale copertura dei costi previsti per la realizzazione dei percorsi formativi 2016 nel rispetto dei parametri di riferimento; stabilire che le Fondazioni ITS assegnatarie della premialità dovranno presentare alla Regione Lazio, ai fini della verifica della coerenza rispetto alla programmazione regionale, apposita Scheda interventi progettuali che intendono porre in essere con tale quota descrivendo le azioni volte a realizzare l attivazione dei nuovi percorsi ITS, nell ambito della programmazione regionale, garantendone maggiore qualità anche valorizzando il profilo internazionale, la dotazione strumentale e lo sviluppo di attività di ricerca. TENUTO CONTO delle proposte progettuali corredate di analisi dei fabbisogni, pervenute dalle Fondazioni I.T.S. entro i termini indicati nella citata nota Prot /2016 e a seguito dell avvenuta riunione del 23 giugno 2016 con le medesime Fondazioni ITS; CONSIDERATO che entro il 30 settembre 2016 dovranno altresì essere trasmessi al MIUR e all INDIRE i Piani regionali dell Offerta formativa di istruzione e formazione tecnica superiore ; DATO ATTO che la Regione Lazio intende rispondere alle dinamiche in atto del contesto socio economico e, pertanto, ai bisogni e alle attese delle persone e delle imprese, nonché rendere stabile e organica l integrazione tra sistemi di istruzione, soggetti formativi, enti locali ed imprese, promuovendo la creazione di un sistema aperto nel quale: le transizioni siano costanti e costruttive, per favorire concretamente il successo scolastico e formativo dei giovani, in stretta collaborazione con il mondo della scuola e con reti di scuole, non solo quelle enti di riferimento dell ITS; nell ottica di ampliare l offerta formativa, le Fondazioni ITS adottino misure necessarie a favorire l ingresso di nuove aziende e sia sviluppata un offerta formativa strutturata con il concorso delle imprese; i percorsi ITS possano essere svolti anche in Apprendistato e sia valorizzata la dimensione di accompagnamento al lavoro; sia potenziata autonomia e flessibilità organizzativa/didattica delle Fondazioni ITS, anche con riguardo a risorse economiche; sia reso più organico e verticalizzato il sistema formativo regionale. 6 Pagina 7 / 13

8 CONSIDERATO che nell ambito della Programmazione Regionale è risultato centrale consolidare il segmento di istruzione e formazione terziaria non universitaria, qualificando e rafforzando le Fondazioni I.T.S. coerentemente con il Piano Triennale precedente; RITENUTO pertanto necessario procedere all adozione del Piano territoriale triennale per l istruzione e la formazione tecnica superiore 2016/ ALLEGATO 1 - che forma parte integrante e sostanziale del presente atto con le finalità e gli obiettivi espressi; RITENUTO quindi, per l adozione del presente Piano, di fare riferimento alla precedente concertazione; RITENUTO pertanto: di adottare l allegato documento, che costituisce parte integrante e sostanziale del presente atto, concernente Piano territoriale triennale per l istruzione e la formazione tecnica superiore - Programmazione Regionale Istruzione Tecnica Superiore e Attivazione percorsi Istituti Tecnici Superiori Programmazione 2016 ALLEGATO 1; di rinviare a successivi atti di Giunta la Programmazione annuale 2017 e la Programmazione annuale 2018, compatibilmente alle risorse statali e regionali che verranno appositamente stanziate, così come previsto e indicato nell ALLEGATO 1; di ripartire le risorse nazionali ammontanti ad ,00, ad esclusione della premialità assegnata direttamente dal MIUR, tra i sette percorsi biennali ITS da avviare nel 2016; di destinare per il cofinanziamento regionale la complessiva somma di ,00 di cui ,00 a valere sul capitolo di bilancio F17909 EF 2016 e ,00 a valere sul capitolo F17909 pluriennale 2017; di ripartire le risorse suddette tra i sette percorsi biennali ITS da avviare nel 2016, come da tabella che segue: Fondazione ITS Istituto Tecnico Superiore per le tecnologie della informazione e della comunicazione Fondazione ITS Roberto Rossellini - Roma Risorse nazionali Cofinanziamento regionale EF 2016 cap.f , , ,00 Cofinanziamento regionale pluriennale cap.f17909 Istituto Tecnico Superiore per le tecnologie innovative per i beni e le attività culturali Turismo - Roma , , ,00 Fondazione Giovanni Caboto - Gaeta (Latina) ,28 + premialità , , ,00 Fondazione Istituto Tecnico Superiore per le Nuove Tecnologie per il Made in Italy nel comparto Agroalimentare Viterbo , , ,00 Fondazione Istituto Tecnico Superiore per le Nuove Tecnologie della Vita - Pomezia (RM) ,28 +premialità , , ,00 Istituto Tecnico Superiore Nuove Tecnologie per il Made in Italy nel settore Servizi alle Imprese - Viterbo , , ,00 Fondazione Bio Campus - Borgo Piave Latina , , ,00 7 Pagina 8 / 13

9 TOTALI RISORSE ,96 + premialità , , ,00 di stabilire che le Fondazioni ITS dovranno prevedere integrazioni finanziarie, al fine di garantire l integrale copertura dei costi previsti per la realizzazione dei percorsi formativi 2016 nel rispetto dei parametri di riferimento; di stabilire che le Fondazioni ITS assegnatarie della premialità dovranno presentare alla Regione Lazio, ai fini della verifica della coerenza rispetto alla programmazione regionale, apposita Scheda interventi progettuali che intendono porre in essere con tale quota descrivendo le azioni volte a realizzare l attivazione dei nuovi percorsi ITS, nell ambito della programmazione regionale, garantendone maggiore qualità anche valorizzando il profilo internazionale, la dotazione strumentale e lo sviluppo di attività di ricerca. di approvare quindi l attuazione dei sottoelencati 7 percorsi biennali: Programmazione Corsi biennali Fondazione ITS Area Tecnologica Ambito Figure nazionali di riferimento Istituto Tecnico Superiore per le tecnologie della informazione e della comunicazione Fondazione ITS Roberto Rossellini - Roma Tecnologie dell'informazione e della Comunicazione Organizzazione e fruizione dell'informazione e della conoscenza Tecnico Superiore per l organizzazione e la fruizione dell informazione e della conoscenza (profilo videomaker per cinema, TV e Web) 1 biennale Istituto Tecnico Superiore per le tecnologie innovative per i beni e le attività culturali Turismo - Roma Fondazione Giovanni Caboto - Gaeta (Latina) Fondazione Istituto Tecnico Superiore per le Nuove Tecnologie per il Made in Italy nel comparto Agroalimentare Viterbo Fondazione Istituto Tecnico Superiore per le Nuove Tecnologie della Vita - Pomezia (RM) Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali/ Turismo Mobilità sostenibile Nuove tecnologie per il Made in Italy Nuove tecnologie della vita Turismo e attività culturali Mobilità delle persone e merci Sistema agroalimentare Biotecnologie industriali ed ambientali Tecnico Superiore per la promozione e il marketing delle filiere turistiche e delle attività culturali 1 biennale Tecnico Superiore per la mobilità delle persone e delle merci (profilo conduzione del mezzo e gestione apparati) 1 biennale Tecnico superiore per il controllo, la valorizzazione ed il marketing delle produzioni agrarie, agroalimentari ed agroindustriali 1 biennale Tecnico superiore per la ricerca e lo sviluppo di prodotti e processi a base biotecnologica 1 biennale Istituto Tecnico Superiore Nuove Tecnologie per il Made in Italy nel settore Servizi alle Imprese - Viterbo Nuove tecnologie per il Made in Italy Servizi alle Imprese Tecnico superiore per il marketing e l'internazionalizzazione delle imprese 1 biennale 8 Pagina 9 / 13

10 Fondazione Bio Campus - Borgo Piave Latina Nuove tecnologie per il Made in Italy Sistema agroalimentare Tecnico superiore responsabile delle produzioni e delle trasformazioni agrarie, agro-alimentari e agroindustriali (due specializzazioni: imprese agro zootecniche e biologiche; preparazioni agro alimentari e biologiche) 1 biennale di prevedere la realizzazione di un sistema di riparto delle risorse di cofinanziamento regionale, a partire dalla programmazione anno 2017, correlato alla valutazione intermedia dei risultati raggiunti nel percorso ITS avviato l anno precedente - le cui modalità verranno concertate - così come previsto e indicato nell ALLEGATO 1; di stabilire che il sistema di valutazione intermedia e le modalità attuative, compresa la correlazione alle risorse di cofinanziamento regionale, saranno oggetto di successivo apposito atto di Giunta; di stabilire, ferme restando le istruzioni operative in materia di rendicontazione previste dalle Determinazioni G07003 del 13 maggio 2014 e G05785 del 13 maggio 2015, che le Fondazioni ITS sono tenute a rendicontare le risorse regionali erogate direttamente alle medesime, agli Uffici della Regione Lazio competenti in materia di rendicontazione e controllo. DATO ATTO che, nell ambito delle risorse disponibili, con successivo provvedimento della Direzione Regionale competente in materia di Formazione e Istruzione saranno: - assunti gli impegni in favore di ciascuna Fondazione ITS e disposti i relativi trasferimenti finanziari; - saranno adottate le disposizioni in materia di rendicontazione e controllo; CONSIDERATO che nella Programmazione ITS 2015 di cui alla DGR 493/2015 è stata approvata tra l altro alla Fondazione ITS Caboto, l attivazione di un solo percorso; VISTA la nota prot. 875 del con la quale la suddetta Fondazione ITS ha richiesto l attivazione di un secondo percorso di Tecnico Superiore per la Mobilità delle persone e delle merci- conduzione del mezzo e gestione apparati- anno formativo 2015/16; RITENUTO di procedere alla ratifica dell attivazione del secondo percorso di Tecnico Superiore per la Mobilità delle persone e delle merci- conduzione del mezzo e gestione apparati- anno formativo 2015/16, richiesto dalla Fondazione ITS Caboto nota prot. 875 del senza ulteriori oneri per la Regione Lazio; ACQUISITO il parere della Commissione Consiliare competente espresso in data DELIBERA Le premesse costituiscono parte integrante e sostanziale del presente atto: di adottare l allegato documento, che costituisce parte integrante e sostanziale del presente atto, concernente Piano territoriale triennale per l istruzione e la formazione tecnica superiore - Programmazione Regionale Istruzione Tecnica Superiore e Attivazione percorsi Istituti Tecnici Superiori Programmazione 2016 ALLEGATO 1; 9 Pagina 10 / 13

11 di rinviare a successivi atti di Giunta la Programmazione annuale 2017 e la Programmazione annuale 2018, compatibilmente alle risorse statali e regionali che verranno appositamente stanziate, così come previsto e indicato nell ALLEGATO 1; di ripartire le risorse nazionali ammontanti ad ,00, ad esclusione della premialità assegnata direttamente dal MIUR, tra i sette percorsi biennali ITS da avviare nel 2016; di destinare per il cofinanziamento regionale la complessiva somma di ,00 di cui ,00 a valere sul capitolo di bilancio F17909 EF 2016 e ,00 a valere sul capitolo F17909 pluriennale 2017; di ripartire le risorse suddette tra i sette percorsi biennali ITS da avviare nel 2016, come da tabella che segue: Fondazione ITS Istituto Tecnico Superiore per le tecnologie della informazione e della comunicazione Fondazione ITS Roberto Rossellini - Roma Risorse nazionali Cofinanziamento regionale EF 2016 cap.f , , ,00 Cofinanziamento regionale pluriennale cap.f17909 Istituto Tecnico Superiore per le tecnologie innovative per i beni e le attività culturali Turismo - Roma , , ,00 Fondazione Giovanni Caboto - Gaeta (Latina) ,28 + premialità , , ,00 Fondazione Istituto Tecnico Superiore per le Nuove Tecnologie per il Made in Italy nel comparto Agroalimentare Viterbo , , ,00 Fondazione Istituto Tecnico Superiore per le Nuove Tecnologie della Vita - Pomezia (RM) ,28 +premialità , , ,00 Istituto Tecnico Superiore Nuove Tecnologie per il Made in Italy nel settore Servizi alle Imprese - Viterbo Fondazione Bio Campus - Borgo Piave Latina , , , , , ,00 TOTALI RISORSE ,96 + premialità , , ,00 di stabilire che le Fondazioni ITS dovranno prevedere integrazioni finanziarie, al fine di garantire l integrale copertura dei costi previsti per la realizzazione dei percorsi formativi 2016 nel rispetto dei parametri di riferimento; di stabilire che le Fondazioni ITS assegnatarie della premialità dovranno presentare alla Regione Lazio, ai fini della verifica della coerenza rispetto alla programmazione regionale, apposita Scheda interventi progettuali che intendono porre in essere con tale quota descrivendo le azioni volte a realizzare l attivazione dei nuovi percorsi ITS, nell ambito della programmazione regionale, garantendone maggiore qualità anche valorizzando il profilo internazionale, la dotazione strumentale e lo sviluppo di attività di ricerca. di approvare quindi l attuazione dei sottoelencati 7 percorsi biennali: 10 Pagina 11 / 13

12 Programmazione Corsi biennali Fondazione ITS Area Tecnologica Ambito Figure nazionali di riferimento Istituto Tecnico Superiore per le tecnologie della informazione e della comunicazione Fondazione ITS Roberto Rossellini - Roma Tecnologie dell'informazione e della Comunicazione Organizzazione e fruizione dell'informazione e della conoscenza Tecnico Superiore per l organizzazione e la fruizione dell informazione e della conoscenza (profilo videomaker per cinema, TV e Web) 1 biennale Istituto Tecnico Superiore per le tecnologie innovative per i beni e le attività culturali Turismo - Roma Fondazione Giovanni Caboto - Gaeta (Latina) Fondazione Istituto Tecnico Superiore per le Nuove Tecnologie per il Made in Italy nel comparto Agroalimentare Viterbo Fondazione Istituto Tecnico Superiore per le Nuove Tecnologie della Vita - Pomezia (RM) Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali/ Turismo Mobilità sostenibile Nuove tecnologie per il Made in Italy Nuove tecnologie della vita Turismo e attività culturali Mobilità delle persone e merci Sistema agroalimentare Biotecnologie industriali ed ambientali Tecnico Superiore per la promozione e il marketing delle filiere turistiche e delle attività culturali 1 biennale Tecnico Superiore per la mobilità delle persone e delle merci (profilo conduzione del mezzo e gestione apparati) 1 biennale Tecnico superiore per il controllo, la valorizzazione ed il marketing delle produzioni agrarie, agroalimentari ed agroindustriali 1 biennale Tecnico superiore per la ricerca e lo sviluppo di prodotti e processi a base biotecnologica 1 biennale Istituto Tecnico Superiore Nuove Tecnologie per il Made in Italy nel settore Servizi alle Imprese - Viterbo Fondazione Bio Campus - Borgo Piave Latina Nuove tecnologie per il Made in Italy Nuove tecnologie per il Made in Italy Servizi alle Imprese Sistema agroalimentare Tecnico superiore per il marketing e l'internazionalizzazione delle imprese 1 biennale Tecnico superiore responsabile delle produzioni e delle trasformazioni agrarie, agro-alimentari e agroindustriali (due specializzazioni: imprese agro zootecniche e biologiche; preparazioni agro alimentari e biologiche) 1 biennale di prevedere la realizzazione di un sistema di riparto delle risorse di cofinanziamento regionale, a partire dalla programmazione anno 2017, correlato alla valutazione intermedia dei risultati raggiunti nel percorso ITS avviato l anno precedente - le cui modalità verranno concertate - così come previsto e indicato nell ALLEGATO 1; di stabilire che il sistema di valutazione intermedia e le modalità attuative, compresa la correlazione alle risorse di cofinanziamento regionale, saranno oggetto di successivo apposito atto di Giunta; di stabilire, ferme restando le istruzioni operative in materia di rendicontazione previste dalle Determinazioni G07003 del 13 maggio 2014 e G05785 del 13 maggio 2015, che le Fondazioni ITS sono tenute a rendicontare le risorse regionali erogate direttamente alle 11 Pagina 12 / 13

13 medesime, agli Uffici della Regione Lazio competenti in materia di rendicontazione e controllo; di procedere alla ratifica dell attivazione del secondo percorso di Tecnico Superiore per la Mobilità delle persone e delle merci- conduzione del mezzo e gestione apparati- anno formativo 2015/16, richiesto dalla Fondazione ITS Caboto nota prot. 875 del senza ulteriori oneri per la Regione Lazio. Con successivi provvedimenti della Direzione Regionale competente in materia di Istruzione e Formazione: - saranno assunti gli impegni in favore di ciascuna Fondazione I.T.S e disposti i relativi trasferimenti finanziari; - saranno adottate le disposizioni in materia di rendicontazione e controllo. La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio e ne sarà data diffusione sul sito e su Amministrazione Trasparente ; Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso giurisdizionale innanzi al T.A.R Lazio nel termine di giorni sessanta dalla pubblicazione, ovvero ricorso straordinario al Capo dello Stato entro il termine di centoventi giorni. Pagina 13 / 13 12

14 REGIONE LAZIO Assessorato Formazione, Ricerca, Scuola, Università e Turismo Direzione Regionale Formazione, Ricerca e Innovazione, Scuola e Università, Diritto Allo Studio Allegato 1 Piano Territoriale Triennale per l Istruzione e la Formazione Tecnica Superiore Programmazione Regionale Istruzione Tecnica Superiore I.T.S. Regione Lazio 1

15 INDICE Premessa... pag.3 Sistema ITS e quadro normativo di riferimento... pag.3 Quadro strategico regionale... pag.4 Gli ITS della Regione Lazio per territorio, area e ambito... pag.4 Sistema monitoraggio e valutazione... pag.5 Esiti monitoraggio e valutazione nei percorsi ITS della Regione Lazio... pag.6 Confronto Nazionale- Alcuni dati... pag.6 Programmazione Regionale - Obiettivi specifici... pag.7 Risorse nazionali... pag.9 Risorse regionali... pag.9 Quadro riassuntivo delle risorse pubbliche... pag.9 Elementi di innovazione... pag.10 Elementi caratterizzanti i percorsi... pag.11 Rendicontazione delle risorse regionali... pag.11 Quadro normativo di riferimento (Nazionale e Regionale)... pag.12 2

16 PIANO TERRITORIALE TRIENNALE PER L ISTRUZIONE E LA FORMAZIONE TECNICA SUPERIORE LA PROGRAMMAZIONE REGIONALE TRIENNALE Istruzione Tecnica Superiore I.T.S. PREMESSA La qualità dell istruzione e della formazione ed il modo con cui queste interagiscono con il mondo del lavoro, sono parte integrante delle politiche attive regionali per una crescita sostenibile e durevole. L azione regionale vedrà coinvolti gli attori del sistema integrato di istruzione, formazione con le filiere produttive/imprese. Nell ambito della Programmazione Regionale è risultato centrale consolidare il segmento di istruzione e formazione terziaria non universitaria, qualificando e rafforzando le Fondazioni I.T.S. coerentemente con il Piano Triennale precedente. Il Piano triennale regionale intende rispondere alle dinamiche in atto del contesto socio economico e, pertanto, ai bisogni e alle attese delle persone e delle imprese. La Legge 13 luglio 2015, n. 107 Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti valorizza i percorsi degli Istituti Tecnici Superiori attraverso la correlazione delle risorse messe a disposizione dal Ministero dell istruzione, dell università e della ricerca, ad un sistema premiale del 30% che tiene conto del numero dei diplomati e del tasso di occupabilità a dodici mesi (cfr. Accordo CU 17 dicembre 2015). Apre inoltre uno scenario nuovo alla platea dei potenziali studenti, giovani e adulti che possono accedere ai percorsi realizzati dagli ITS (art 46 Legge 107/2015) anche attraverso il diploma professionale conseguito al termine dei percorsi quadriennali di istruzione e formazione professionale di cui al D.lgs 226/2005 integrato da un percorso di istruzione e formazione tecnica superiore di durata annuale (IFTS). - L Accordo sancito in Conferenza Stato Regioni in data 20 gennaio 2016 intende consentire a giovani e adulti in possesso del diploma professionale conseguito in esito ai percorsi quadriennali di istruzione e formazione professionale, di poter accedere ai percorsi realizzati dagli ITS attraverso la partecipazione ad un percorso di istruzione e formazione tecnica superiore di durata annuale ridefinito (ridefinizione complessiva dei percorsi IFTS di cui al capo III DPCM e al Decreto MIUR , volta a realizzare il potenziamento nei limiti necessari, in termini di competenze comuni e tecnico-professionali). SISTEMA I.T.S. E QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO Il Sistema di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore, istituito con Legge 17 maggio 1999, n. 144 oggetto di una riforma che si è realizzata attraverso diversi interventi legislativi, in particolare la Legge n.296/2006, articolo 1, comma 631 e la Legge 2 aprile 2007 n. 40, articolo 13, in base alle quali è stato emanato il D.P.C.M. 25 gennaio 2008, ha disciplinato i Percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (Capo III IFTS) e gli Istituti Tecnici Superiori (Capo II ITS). - L articolo 11 del D.P.C.M. 25 gennaio 2008 ha stabilito che la Regione debba approvare il Piano territoriale triennale, nell ambito della programmazione dell offerta formativa di esclusiva competenza. Il Decreto 7 settembre 2011 del Ministro dell'istruzione, dell' università e della ricerca di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, ha dettato le norme generali concernenti i diplomi degli Istituti tecnici superiori (I.T.S.) e le relative figure nazionali di riferimento, con la verifica e la certificazione delle competenze. Il Decreto 5 febbraio 2013 ha riguardato la revisione degli ambiti di articolazione dell area Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali Turismo. Il Decreto 7 febbraio 2013 del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro dell economia e delle finanze ha disciplinato le Linee guida di cui all'art. 52, commi 1 e 2, della 3

17 legge n. 35 del 4 aprile 2012, contenente misure di semplificazione e di promozione dell'istruzione tecnico professionale e degli Istituti Tecnici Superiori definendo altresì gli ITS percorsi ordinamentali. La Legge 13 luglio 2015, n. 107 Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti valorizza gli ITS con misure di semplificazione e revisione del sistema, introducendo in particolare quote importanti di premialità ai percorsi degli ITS connesse a diplomati e occupati. QUADRO STRATEGICO REGIONALE La Regione Lazio con la Legge 5 del 20 aprile 2015 ha istituzionalizzato i percorsi di Istruzione e Formazione Professionale IeFP triennali garantendo risorse certe per l assolvimento del diritto / dovere. Contemporaneamente ha aderito all Accordo con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali -MLPS per la sperimentazione del sistema duale. Tale sistema prevede la valorizzazione dell istituto dell apprendistato al fine di un collegamento con il mondo del lavoro. La Regione agli esiti della sperimentazione del sistema duale, valuterà la possibilità di rendere istituzionali i percorsi quadriennali di IeFP, ampliando le opportunità formative dei giovani. La Regione al fine di rendere organica l integrazione tra i sistemi di istruzione e formazione del territorio, ritiene essenziale il collegamento e le reti delle istituzioni scolastiche tecniche e professionali, potenziali bacini di utenza degli ITS nella filiera correlata, al sistema regionale di istruzione e formazione professionale. La filiera istruzione formazione in ambito regionale presenta infatti correlazione tra l offerta tecnica e professionale delle istituzioni scolastiche, le qualifiche IeFP, le figure ITS, l Università nei vari livelli. GLI ITS DELLA REGIONE LAZIO PER TERRITORIO, AREA E AMBITO Città Metropolitana di Roma Capitale Area Tecnologica e Ambito Area Tecnologie dell'informazione e della Comunicazione Ambito Organizzazione e fruizione dell'informazione e della conoscenza Area Tecnologie innovative per i beni e attività culturali/turismo Ambito Turismo e attività culturali Area Nuove tecnologie della vita Ambito Biotecnologie industriali ed ambientali Area Vasta di Latina Area Tecnologica e Ambito Area Mobilità sostenibile Ambito Mobilità delle persone e merci Area Nuove tecnologie per il Made in Italy Fondazione ITS Istituto Tecnico Superiore per le tecnologie della informazione e della comunicazione Roberto Rossellini Fondazione - Roma Istituto Tecnico Superiore per le tecnologie innovative per i beni e le attività culturali Turismo Roma Istituto Tecnico Superiore per le Nuove Tecnologie della Vita - Pomezia (RM) Fondazione ITS Fondazione Giovanni Caboto - Gaeta (Latina) Fondazione Bio Campus - Borgo Piave Latina 4

18 Ambito Sistema agroalimentare Area Vasta di Viterbo Area Tecnologica e Ambito Area Nuove tecnologie per il Made in Italy Ambito Sistema agroalimentare Area Nuove tecnologie per il Made in Italy Ambito Servizi alle Imprese Fondazione ITS Istituto Tecnico Superiore per Nuove Tecnologie per il Made in Italy nel comparto Agroalimentare Viterbo Istituto Tecnico Superiore per Nuove Tecnologie per il Made in Italy nel settore dei Servizi alle Imprese - Viterbo SISTEMA MONITORAGGIO E VALUTAZIONE Le Linee guida in materia di semplificazione e promozione dell istruzione tecnico professionale e degli ITS adottate con Decreto Interministeriale 7 febbraio 2013, definiscono: a) indicatori per il monitoraggio e la valutazione dei percorsi e del sistema ITS a livello regionale e nazionale: composizione della domanda processo di erogazione qualità della formazione indicatori di rete indicatori di efficienza indicatori di risultato e di impatto b) indicatori di realizzazione e di risultato ai fini del mantenimento della autorizzazione al riconoscimento del titolo e per l accesso al finanziamento del Fondo nazionale: attrattività-successo formativo occupabilità professionalizzazione-permanenza in impresa partecipazione attiva reti interregionali Con l Accordo in sede Conferenza Unificata 5 agosto 2014 è stato definito il Sistema di Monitoraggio e valutazione dei percorsi ITS realizzati nell ambito dei piani territoriali adottati ogni triennio dalle Regioni. Il monitoraggio realizzato da INDIRE si avvale della Banca Dati Nazionale (DPCM del 25 gennaio 2008) alimentata dalle Fondazioni ITS. Il sistema prevede altresì la elaborazione di un punteggio di sintesi ottenuto in base ad indicatori e criteri che correlano alle risorse finanziarie ed in particolare al sistema della premialità (Accordo CU quota premialità 10%; Accordo CU a seguito Legge n.107/2015 quota premialità 30% ). L Accordo CU prevede all esito della valutazione e del monitoraggio: a) percorsi con risultato pari o superiore a 50 e inferiore a 60: le Regioni prevedono azioni specifiche anche integrando, qualora necessario, la programmazione regionale, in un ottica di miglioramento progressivo; b) percorsi con risultato inferiore a 50: il MIUR esclude dal calcolo del riparto del fondo nazionale, il numero dei diplomati all interno del medesimo percorso e pone in essere le azioni di cui al punto successivo; c) a partire dal 2016, la Fondazione ITS che per tre anni consecutivi realizza risultato negativo di cui al punto b) nel 50% dei percorsi conclusi e valutati nel medesimo triennio, perde l autorizzazione al rilascio del titolo. 5

19 ESITI MONITORAGGIO E VALUTAZIONE nei percorsi ITS della Regione Lazio Prima fase di attuazione (Accordo CU % premialità) La prima fase di monitoraggio e valutazione ha riguardato per il Lazio i percorsi ITS delle Fondazioni Biocampus di Latina, Agroalimentare di Viterbo, Turismo di Roma, Servizi Imprese di Viterbo. Conformemente alla Graduatoria dei corsi valutati, l assegnazione alla Regione Lazio della complessiva somma di ,71 è comprensiva di ,41 a titolo di premialità attribuita e assegnata dal MIUR direttamente alle tre Fondazioni ITS interessate come di seguito: Istituto Tecnico Superiore per Nuove Tecnologie per il Made in Italy nel comparto Agroalimentare Viterbo- punti 79,70 quota premialità ,14 Istituto Tecnico Superiore per Nuove Tecnologie per il Made in Italy nel settore Servizi alle Imprese - Viterbo- punti 78,77 quota premialità ,14 Istituto Tecnico Superiore per le Tecnologie Innovative per i Beni e le attività culturali Turismo Roma punti 70,15 quota premialità ,13. (Il riparto del cofinanziamento regionale per la programmazione 2015 ha previsto una quota a titolo di premialità regionale ai suddetti ITS). Nella citata Graduatoria dei corsi valutati risulta per la Regione Lazio un ITS con punteggio inferiore a 60 ma superiore a 40, di seguito indicato: Fondazione Bio Campus Istituto Tecnico Superiore per Nuove Tecnologie per il Made in Italy - Sistema Agroalimentare - Borgo Piave Latina punti 58,57. Seconda fase di attuazione (Accordo CU % premialità) Con nota MIUR 3716/5 aprile 2016 gli esiti dell attività di monitoraggio e valutazione dei percorsi conclusi da almeno un anno alla data del 31 dicembre 2015 ovvero conclusi alla data del 31 dicembre 2014, hanno interessato la Regione Lazio con le seguenti cinque Fondazioni ITS su un totale di sette percorsi (ad esclusione ITS Agro Viterbo e ITS Agro Bio Campus Latina che non rientravano nel termine di riferimento 31 dicembre 2014): Caboto - Gaeta (con tre percorsi rispettivamente con punteggio 82,21 68,75 66,37) Servizi alle Imprese - Viterbo (1 percorso con punteggio 73,23) Nuove Tecnologie della Vita- Pomezia Roma (1 percorso con punteggio 74,94) Rossellini Roma (1 percorso con punteggio 65,04) Turismo Roma (1 percorso con punteggio 64,23). L assegnazione del 30% a titolo di premialità nazionale ha interessato così la Regione Lazio: ITS Caboto di Gaeta con premialità ,00; ITS NTV di Pomezia con premialità ,00. In questa seconda fase gli ITS monitorati e valutati non presentano punteggi inferiori a 60. CONFRONTO NAZIONALE - FONTE INDIRE Alcuni dati nazionali a confronto nella seconda fase di monitoraggio che ha coinvolto 67 percorsi. Studenti: iscritti ai 67 percorsi di cui 385 ritirati (il 22,9%). Diplomati: che rappresentano il 99% degli ammessi all esame finale (1.247). Occupati a 12 mesi: (l 81,1% dei diplomati) di cui coerenti 904 (il 90,2% degli occupati). Dei occupati 469 (il 46,8%) risultano a tempo indeterminato, 533 (il 53,2%) a tempo determinato. Gli occupati in apprendistato sono 142 (il 14,2% del totale degli occupati e il 43,4% degli occupati a tempo indeterminato). Iscritti all'università: 60 (il 4,6% dei diplomati). Non occupati:148. Irreperibili:25. Il punteggio medio dei 67 percorsi validati è di Dei 32 percorsi che hanno ottenuto un punteggio di almeno 70, 28 accedono alla premialità. Regione ITS Percorsi Abruzzo 1 1 6

20 Campania 1 1 Emilia Romagna 1 3 Friuli Venezia Giulia 2 3 Lazio 2 2 Liguria 1 1 Lombardia 2 3 Piemonte 1 1 Puglia 1 2 Sardegna 1 1 Toscana 2 2 Umbria 1 1 Veneto 6 7 Per accedere alla premialità un percorso deve ottenere un punteggio di almeno 70 in: Valutazione complessiva del percorso;criterio composto. Inoltre deve ottenere un risultato che sia pari o superiore al valore soglia nelle seguenti articolazione:n. diplomati valore soglia 17; Occupati a 12 mesi valore soglia 15.Concorrono alla definizione della valutazione complessiva le 19 articolazioni descritte nell accordo CU Il criterio composto, invece, è dato dalla radice cubica del prodotto dei punteggi di tre articolazioni: n. diplomati, occupati e rilevazione a 12 mesi. PROGRAMMAZIONE REGIONALE OBIETTIVI SPECIFICI La Regione Lazio intende rendere stabile e organica l integrazione tra sistemi di istruzione, soggetti formativi, enti locali ed imprese, promuovendo la creazione di un sistema aperto nel quale: le transizioni siano costanti e costruttive, per favorire concretamente il successo scolastico e formativo dei giovani, in stretta collaborazione con il mondo della scuola e con reti di scuole, non solo quelle enti di riferimento dell ITS; nell ottica di ampliare l offerta formativa, le Fondazioni ITS adottino misure necessarie a favorire l ingresso di nuove aziende e sia sviluppata un offerta formativa strutturata con il concorso delle imprese; i percorsi ITS possano essere svolti anche in Apprendistato e sia valorizzata la dimensione di accompagnamento al lavoro; sia potenziata autonomia e flessibilità organizzativa/didattica delle Fondazioni ITS, anche con riguardo a risorse economiche; sia reso più organico e verticalizzato il sistema formativo regionale. La Programmazione Triennale rinvia a successivi atti di Giunta le Programmazioni annuali per il 2017 e per il 2018 compatibilmente alle risorse statali e regionali che verranno appositamente stanziate. In tale successiva sede, potranno essere individuate eventuali azioni e criteri di ridefinizione dell offerta formativa anche in territori privi della medesima e/o con aree tecnologiche e ambiti attualmente non attivi ma suggeriti da bisogni reali. Anche gli attuali ITS, in esito ai risultati di monitoraggio e valutazione, potranno riconsiderare le configurazioni di area/ambito/figura oppure in un ottica di implementazione del numero dei corsi e dell offerta formativa, stabilire nuove attivazioni di percorsi in ulteriori/diversi territori regionali. Relativamente ai percorsi ITS della Programmazione 2016: IL MIUR con nota prot del 15 aprile 2016 nel comunicare l entità delle risorse nazionali e delle premialità, ha trasmesso la graduatoria di valutazione dei percorsi. La Regione Lazio, con nota prot del 27 giugno 2016 Direzione Regionale Formazione, Ricerca e Innovazione, Scuola 7

21 e Università, Diritto allo Studio nelle more dell adozione del presente Piano Territoriale Triennale , in continuità con la precedente programmazione e a seguito della riunione del 23 giugno 2016 con le medesime Fondazioni ITS, ha invitato le Fondazioni ITS del Lazio a formulare le proposte di attivazione dei percorsi da avviarsi entro il 30 ottobre 2016, con l analisi dei fabbisogni. La Regione Lazio, alla luce delle proposte formulate dalle Fondazioni ITS, tenendo conto delle risorse pubbliche disponibili e del risultato dell attività di valutazione effettuata da INDIRE, intende: sostenere lo sviluppo delle medesime Fondazioni confermando l avvio di n. 7 percorsi biennali ITS (un percorso in ciascuna delle attuali sette Fondazioni ITS) da avviarsi entro il 30 ottobre 2016; ripartire le risorse nazionali ammontanti ad ,00, ad esclusione della premialità assegnata direttamente dal MIUR, tra i sette percorsi biennali ITS da avviare nel 2016; l assegnazione delle risorse nazionali sarà disposta dal MIUR a favore degli ITS e pertanto le risorse MIUR non transiteranno nel Bilancio Regionale; ripartire il cofinanziamento regionale ammontante ad ,00 EF 2016 e ,00 pluriennale 2017, tra i sette percorsi biennali ITS da avviare nel 2016; stabilire che le Fondazioni ITS dovranno prevedere integrazioni finanziarie, al fine di garantire l integrale copertura dei costi previsti per la realizzazione dei percorsi formativi 2016 nel rispetto dei parametri di riferimento; stabilire che le Fondazioni ITS assegnatarie della premialità dovranno presentare alla Regione Lazio, ai fini della verifica della coerenza rispetto alla programmazione regionale, apposita Scheda interventi progettuali che intendono porre in essere con tale quota descrivendo le azioni volte a realizzare l attivazione dei nuovi percorsi ITS, nell ambito della programmazione regionale, garantendone maggiore qualità anche valorizzando il profilo internazionale, la dotazione strumentale e lo sviluppo di attività di ricerca. Quindi nel biennio formativo a partire dal 2016, per area, ambito e figura nazionale di riferimento, sono così confermati sette nuovi percorsi ITS biennali, ciascuno dei quali presso ogni singola Fondazione ITS già costituita nella Regione Lazio, così come da tabella: Programmazione Corsi biennali Fondazione ITS Area Tecnologica Ambito Figure nazionali di riferimento Istituto Tecnico Superiore per le tecnologie della informazione e della comunicazione Fondazione ITS Roberto Rossellini - Roma Tecnologie dell'informazione e della Comunicazione Organizzazione e fruizione dell'informazione e della conoscenza Tecnico Superiore per l organizzazione e la fruizione dell informazione e della conoscenza (profilo videomaker per cinema, TV e Web) 1 biennale Istituto Tecnico Superiore per le tecnologie innovative per i beni e le attività culturali Turismo - Roma Fondazione Giovanni Caboto - Gaeta (Latina) Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali/ Turismo Mobilità sostenibile Turismo e attività culturali Mobilità delle persone e merci Tecnico Superiore per la promozione e il marketing delle filiere turistiche e delle attività culturali 1 biennale Tecnico Superiore per la mobilità delle persone e delle merci (profilo conduzione del mezzo e gestione apparati) 1 biennale 8

22 Fondazione Istituto Tecnico Superiore per le Nuove Tecnologie per il Made in Italy nel comparto Agroalimentare Viterbo Nuove tecnologie per il Made in Italy Sistema agroalimentare Tecnico superiore per il controllo, la valorizzazione ed il marketing delle produzioni agrarie, agroalimentari ed agroindustriali 1 biennale Fondazione Istituto Tecnico Superiore per le Nuove Tecnologie della Vita - Pomezia (RM) Nuove tecnologie della vita Biotecnologie industriali ed ambientali Tecnico superiore per la ricerca e lo sviluppo di prodotti e processi a base biotecnologica 1 biennale Istituto Tecnico Superiore Nuove Tecnologie per il Made in Italy nel settore Servizi alle Imprese - Viterbo Fondazione Bio Campus - Borgo Piave Latina Nuove tecnologie per il Made in Italy Nuove tecnologie per il Made in Italy Servizi alle Imprese Sistema agroalimentare Tecnico superiore per il marketing e l'internazionalizzazione delle imprese 1 biennale Tecnico superiore responsabile delle produzioni e delle trasformazioni agrarie, agro-alimentari e agroindustriali (due specializzazioni: imprese agro zootecniche e biologiche; preparazioni agro alimentari e biologiche) 1 biennale Risorse Nazionali Per la Regione Lazio le Risorse EF 2016 a valere sul fondo di cui alla legge 296/2006, ripartite in base ai criteri definiti in CU e tenuto conto della Legge 107/2015, risultano essere: ,00 (Assegnazione 70%) ,00 (Assegnazione Premialità 30%). L assegnazione del 70% del contributo nazionale sarà disposta a favore degli ITS con riferimento ai singoli percorsi da attivarsi entro il 30 ottobre 2016, quindi assegnando a ciascuna Fondazione ITS ,28 per l intero corso biennale. L assegnazione del 30% a titolo di premialità nazionale, sarà effettuata direttamente dal MIUR a favore dei sottoelencati ITS del Lazio aventi diritto (Graduatoria percorsi valutati Allegato 3 e Tabella premialità Allegato 2 nota 4169 citata): - ITS Caboto di Gaeta con premialità ,00; - Its Ntv Di Pomezia Con Premialità ,00; Risorse Regionali La disponibilità delle risorse per il cofinanziamento della Regione Lazio dei percorsi a valere sul Bilancio Regionale Capitolo F17909 Cofinanziamento regionale dei percorsi I.T.S. di cui al D.P.C.M 25 gennaio 2008 risultano essere pari a complessivi ,00 di cui: ,00 EF ,00 pluriennale Pertanto a ciascuna Fondazione ITS come sopra individuata, per l intero percorso biennale da attivarsi entro il 30 ottobre 2016, viene destinata la quota di cofinanziamento regionale a valere sul bilancio EF 2016 di ,00 e la quota a valere sul pluriennale 2017 di ,00. QUADRO RIASSUNTIVO DELLE RISORSE PUBBLICHE Fondazione ITS Risorse nazionali Cofinanziamento regionale EF 2016 cap.f17909 Cofinanziamento regionale pluriennale cap.f

23 Istituto Tecnico Superiore per le tecnologie della informazione e della comunicazione Fondazione ITS Roberto Rossellini - Roma , , ,00 Istituto Tecnico Superiore per le tecnologie innovative per i beni e le attività culturali Turismo - Roma , , ,00 Fondazione Giovanni Caboto - Gaeta (Latina) ,28 + premialità , , ,00 Fondazione Istituto Tecnico Superiore per le Nuove Tecnologie per il Made in Italy nel comparto Agroalimentare Viterbo , , ,00 Fondazione Istituto Tecnico Superiore per le Nuove Tecnologie della Vita - Pomezia (RM) ,28 +premialità , , ,00 Istituto Tecnico Superiore Nuove Tecnologie per il Made in Italy nel settore Servizi alle Imprese - Viterbo Fondazione Bio Campus - Borgo Piave Latina , , , , , ,00 TOTALI RISORSE ,96 + premialità , , ,00 ELEMENTI DI INNOVAZIONE La Programmazione introduce elementi di innovazione: E prevista la realizzazione di un sistema di riparto delle risorse di cofinanziamento regionale, a partire dalla programmazione anno 2017, correlato alla valutazione intermedia dei risultati raggiunti nel percorso ITS avviato l anno precedente. Nella fattispecie del cofinanziamento 2017, la valutazione riguarderà il primo anno di corso avviato a ottobre 2016, estrapolando i dati dalla Banca Dati INDIRE implementata dagli ITS. Tale attività intende integrare il sistema nazionale INDIRE per rendere disponibili ulteriori elementi di verifica e per un confronto concreto circa la realizzazione degli obiettivi di programmazione regionale in termini di reali fabbisogni nel territorio. Al termine dell attività di valutazione intermedia che necessariamente dovrà concludersi nei termini del riparto dei fondi pubblici disponibili, si determinerà la modulazione degli importi di cofinanziamento regionale, correlandoli a specifici indicatori. Le modalità verranno concertate. Potranno essere considerati tra i principali indicatori utili alla verifica intermedia: Numero soggetti che hanno fatto domanda di iscrizione Numero soggetti ammessi al percorso Numero soggetti frequentanti alla data di rilevazione Numero abbandoni Numero imprese sede di tirocinio Numero ore tirocinio effettuate al primo anno Numero docenti provenienti dal mondo lavoro 10

24 Numero allievi frequentanti che hanno partecipato ad attività formative all estero Numero scuole partecipanti in rete con l ITS oltre l istituto scolastico ente di riferimento. Stabilisce pertanto che il sistema suddetto di valutazione intermedia e le modalità attuative saranno oggetto di successivo apposito atto di Giunta. Stabilisce inoltre che le Fondazioni ITS sono tenute a rendicontare le risorse regionali erogate direttamente alle medesime, agli Uffici della Regione Lazio competenti in materia di rendicontazione e controllo. ELEMENTI CARATTERIZZANTI I PERCORSI Ferma restando la normativa in vigore in particolare DPCM 25 gennaio 2008, Decreto 7 settembre 2011, Decreto 5 febbraio 2013, Decreto 7 febbraio 2013, Accordo in Conferenza Unificata 5 agosto 2014, Accordo in Conferenza Unificata 17 dicembre 2015, Intesa sancita in Conferenza Unificata 3 marzo 2016, Intesa raggiunta in Conferenza Unificata del 12 maggio 2016: I percorsi dovranno avere la durata di quattro semestri, per un totale di 1800/2000 ore (durata superiore per i corsi di sei semestri) e ciascun semestre dovrà comprendere ore di attività teorica, pratica e di laboratorio. Stage aziendali e tirocini obbligatori almeno per il 30% della durata del monte ore complessivo, potranno essere svolti anche all estero. I percorsi saranno avviati dalle Fondazioni ITS entro il 30 ottobre di ciascun anno (per la programmazione 2016 entro il 30 ottobre 2016). I percorsi dovranno prevedere al minimo 20 destinatari. Al fine di ampliare le opportunità ad un numero maggiore di persone, il numero minimo di 20 studenti per percorso I.T.S., va incrementato progressivamente in una logica di personalizzazione ed organizzazione flessibile e modulare, nel rispetto del monte orario di frequenza per ciascuno studente. I percorsi ITS potranno essere svolti in apprendistato con le modalità di cui al Decreto MLPS di concerto con MIUR e MEF 12 ottobre 2015, in attuazione dell articolo 46, comma 1, Decreto Legislativo 15 giugno 2015, n. 81. I docenti dovranno provenire per non meno del 50% dal mondo del lavoro con una specifica esperienza professionale maturata nel settore per almeno cinque anni. In via prioritaria dovrà essere valorizzato il contributo delle imprese costituenti le Fondazioni anche in termini di risorse umane, strumentali e organizzative. Dovrà essere valorizzato lo stretto legame con il mondo del lavoro, anche attraverso il coinvolgimento delle imprese del territorio e non solo quelle del partenariato, evidenziando le azioni di merito con obiettivi occupazionali e di placement; Altresì necessario evidenziare lo stretto legame con l Istituto Scolastico Ente di riferimento in ordine alle azioni di orientamento. Altresì da valorizzare le reti di scuole, bacini di utenza potenziale. La progettazione dei percorsi formativi deve essere strutturata in unità formative, riconducibili nei contenuti alle competenze definite negli standard nazionali. Le unità formative devono essere valutabili e certificabili. RENDICONTAZIONE DELLE RISORSE REGIONALI Ferme restando le istruzioni operative in materia di rendicontazione previste dalle Determinazioni G07003 del 13 maggio 2014 e G05785 del 13 maggio 2015, si stabilisce che le Fondazioni ITS sono tenute a rendicontare le risorse regionali erogate direttamente alle medesime, agli Uffici della Regione Lazio competenti in materia di rendicontazione e controllo. 11

25 QUADRO NORMATIVO DI RIFERIMENTO Nazionale Regionale Articoli 3, 33, 34, 117 e 118 della Costituzione; Legge Costituzionale 18 ottobre 2001, n.3; Decreto Presidente Repubblica 8 marzo 1999, n. 275 Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell'art. 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59 ; Legge 17 maggio 1999, n.144, art.69, che ha istituito il Sistema di Istruzione e di Formazione Tecnica Superiore; Legge regionale 6 agosto 1999, n. 14, concernente Organizzazione delle funzioni a livello regionale e locale per la realizzazione del decentramento amministrativo e, in particolare, il Titolo V, capo IV, recante disposizioni relative alle funzioni e compiti in materia di istruzione e capo V recante disposizioni relative alle funzioni e compiti in materia di formazione professionale; Decreto Interministeriale 31 ottobre 2000, n. 436, con il quale è stato emanato il regolamento recante norme di attuazione del sopracitato art. 69 della legge 17 maggio 1999, n. 144; Legge 27 dicembre 2006, n. 296, articolo 1, comma 875 concernente il fondo risorse messe a disposizione dal Ministero dell'istruzione, dell università e della ricerca; Decreto Legge 31 gennaio 2007, n.7, convertito, con modificazioni, nella Legge 2 aprile 2007, n. 40, contenente, all art.13, disposizioni urgenti in materia di istruzione tecnico- professionale e di valorizzazione dell autonomia scolastica; Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 25 gennaio 2008, recante Linee guida per la riorganizzazione del Sistema di istruzione e formazione tecnica superiore e la costituzione degli istituti tecnici superiori ; Legge 26 febbraio 2010, n. 25, conversione in legge del D.L. 30 dicembre 2009, n. 194, recante Proroga di termini previsti da disposizioni legislative (c.d. decreto mille proroghe ); Decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n.87 Regolamento recante norme concernenti il riordino degli istituti professionali ai sensi dell'art. 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133 e, in particolare, l'art. 2, comma 4; Decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n.88 Regolamento recante norme concernenti il riordino degli istituti tecnici ai sensi dell'art. 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e in particolare, l'art. 2, comma 4; Decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n.89 Regolamento recante Revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei ai sensi dell'art. 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133 ; Legge 30 dicembre 2010, n. 240, recante norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario e, in particolare l'art. 3, comma 2 e l'art. 14, comma 3; Decreto 7 settembre 2011 del Ministro dell'istruzione, dell' università e della ricerca di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, adottato ai sensi della legge 17 maggio 1999, n. 144, art. 69, comma 1, recante norme generali concernenti i diplomi degli Istituti tecnici superiori (I.T.S.) e relative figure nazionali di riferimento, la verifica e la certificazione delle competenze di cui agli articoli 4, comma 3, e 8, comma 2, del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 25 gennaio 2008; Legge 4 aprile 2012, n. 35 recante disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo; Legge 28 giugno 2012, n. 92 recante disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita; Legge 7 agosto 2012, n.135 recante disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini; Decreto 5 febbraio 2013 del Ministro dell istruzione, dell università e della ricerca, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, concernente la revisione degli ambiti di articolazione dell area Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali Turismo degli Istituti Tecnici Superiori, delle relative figure nazionali di riferimento e dei connessi standard delle competenze tecnico-professionali; Decreto 7 febbraio 2013 del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro dell economia e delle finanze concernente Linee guida di cui all'art. 52, commi 1 e 2, della legge n. 35 del 4 aprile 2012, contenente misure di semplificazione e di promozione dell'istruzione tecnico professionale e degli Istituti Tecnici Superiori (GU n.92 del ); Legge 8 novembre 2013, n. 128, di conversione in legge, con modificazioni, del Decreto Legge 12 settembre 2013, n. 104; Legge 13 Luglio 2015, n. 107 di Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti; Decreto Interministeriale 12 ottobre 2015 recante la definizione degli standard formativi dell apprendistato e criteri generali per la realizzazione dei percorsi di apprendistato, in attuazione dell art.46, comma 1, del D.lgs 15 giugno 2015, n.81; Accordo in Conferenza Unificata del 5 agosto 2014, per la realizzazione del sistema di monitoraggio e valutazione dei percorsi degli Istituti Tecnici Superiori, ai sensi dell art.14 del D.P.C.M. 25 gennaio 2008 e del Decreto MIUR di concerto con MLPS, MISE e MEF 7 febbraio 2013; Accordo in Conferenza Unificata del 17 dicembre 2015, per il riparto del finanziamento nazionale destinato ai percorsi I.T.S. nonché per le modifiche ed integrazioni al sistema di monitoraggio e valutazione dei medesimi percorsi I.T.S.; Accordo Conferenza Stato Regioni del 20 gennaio 2016, per la definizione della struttura e del contenuto del percorso di istruzione e formazione tecnica superiore di cui al capo III del DPCM 25 gennaio 2008, di durata annuale per l accesso ai percorsi degli Istituti Tecnici Superiori; Intesa sancita in Conferenza Unificata del 3 marzo 2016 sullo schema di decreto recante Linee Guida in materia di semplificazione e promozione degli Istituti Tecnici Superiori a sostegno delle politiche di istruzione e formazione sul territorio e dello sviluppo dell occupazione dei giovani, a norma dell articolo 1, comma 47, della legge 13 luglio 2015, n.107 ; Intesa raggiunta in Conferenza Unificata del 12 maggio 2016 sullo schema di decreto circa le Linee guida percorsi ITS afferenti all area Mobilità sostenibile, a normadell art.1, comma 48, legge 13 Luglio 2015 n. 107; Statuto Regione Lazio Legge Statutaria 11 Novembre 2004, N. 1 e in particolare articoli 7, 33 comma 1, lett. c), 48 c. 2, lett. c) e 50; Legge Regionale del 18/02/2002, n. 6 e s.m.i. recante Disciplina del sistema organizzativo della Giunta e del Consiglio e disposizioni relative alla dirigenza ed al personale regionale ed in particolare l art. 11 che disciplina le strutture della Giunta; Regolamento Regionale 6 settembre 2002, n.1 Regolamento di organizzazione degli uffici e dei servizi della Giunta Regionale e successive modificazioni e integrazioni, in particolare il Capo I del Titolo III, relativo alle strutture organizzative per la gestione; 12

26 DGR n. 119 del 06/03/2009; DGR n. 902 del 27/11/2009; Decreto del Presidente della Giunta Regionale n. T0865 dell 11 dicembre 2009; Determinazione n. D4430 del 23 dicembre 2009 e successiva Determinazione di rettifica D0966 del 5 marzo 2010; Determinazione n. D4454 del 28 dicembre 2009; DGR n. 344 del 24/07/2010; DGR n. 439 del 9/10/2010; Determinazione n. D 4379 del 15 ottobre 2010; Determinazione n. B5039 del 22/10/2010; Determinazione n. B08497 del 5/11/2012; DGR n. 225/ circa Autorizzazione cofinanziamento regionale percorsi ITS 2013; Decreto T00232/ circa variazione bilancio E.F.2013 e istituzione capitolo F17907; DGR n. 326/ circa Approvazione Piano territoriale triennale istruzione e formazione tecnica superiore - Programmazione Regionale Istruzione Tecnica Superiore; Determinazione n. G03039/ circa impegni in attuazione della DGR 326/2013; Determinazione n.g07003/ avente ad oggetto: Istituti Tecnici Superiori - cofinanziamento regionale di cui alle Determinazioni D4454 del 28 dicembre 2009 e D0966 del 5 marzo 2010; B5039 del 22 ottobre Istruzioni operative concernenti la rendicontazione delle spese sostenute dagli I.T.S. ; DGR n. 329/ circa Integrazione numero e durata percorsi previsti dalla Programmazione 2013/2014 nell ambito del Piano territoriale triennale per l istruzione e la formazione tecnica superiore - Programmazione Regionale Istruzione Tecnica Superiore di cui alla DGR 326 del 17 ottobre 2013 ; DGR n. 619/ circa Attuazione del Piano Territoriale Triennale per l istruzione e la formazione tecnica superiore - Programmazione Regionale Istruzione Tecnica Superiore di cui alla D.G.R 326 del 17 ottobre 2013 e D.G.R. 329 del 10 giugno Attivazione percorsi Istituti Tecnici Superiori Programmazione 2014/2015 ; Determinazione n. G14799/ circa impegni in attuazione DGR 619/2014; Determinazione n. G05785/ circa Istituti Tecnici Superiori-cofinanziamento regionale di cui alle Determinazioni D4454 del 28 dicembre 2009 e D0966 del 5 marzo 2010; B5039 del 22 ottobre 2010 Istruzioni operative concernenti la rendicontazione delle spese in conto capitale sostenute dagli I.T.S.. Integrazione e modifica alla Determinazione G07003 del 13 maggio 2014 ; DGR n. 493/ circa Attuazione del Piano Territoriale Triennale per l istruzione e la formazione tecnica superiore - Programmazione Regionale Istruzione Tecnica Superiore di cui alla D.G.R 326 del 17 ottobre 2013 e D.G.R. 329 del 10 giugno Attivazione percorsi Istituti Tecnici Superiori Programmazione 2015/2016 che si richiama integralmente; Determinazione n. G16839/ circa impegni in attuazione DGR 493/2015; Nota prot /16 marzo 2016 Direzione Regionale Formazione - richiesta al Bilancio di istituzione nuovo capitolo in uscita derivato da F17907 con Missione 04 Istruzione e Diritto allo Studio Programma 05 Istruzione Tecnica Superiore IV Livello Trasferimenti correnti a Istituzioni Sociali Private, e contestuale variazione compensativa; Determinazione G03529/11 aprile 2016 con la quale si è proceduto al disimpegno Determina G16839/ ,00 esercizio 2016 Capitolo F17907 e contestuale determinazione di procedere con successivo atto, a seguito di istituzione di nuovo capitolo, all impegno risorse in favore degli ITS in attuazione della DGR 493/2015; DGR 173/14 aprile 2016 circa variazione Bilancio, in termini competenza e cassa, riguardante capitolo spesa F17907 in diminuzione e capitolo nuova istituzione F17909, derivato dal cap.f17907, piano conti finanziario fino al IV livello , in aumento; Determinazione G07097 del 22 giugno 2016 concernente impegno ,00 a valere su Capitolo F17909 di nuova istituzione EF 2016 per cofinanziamento regionale percorsi ITS programmazione

27 REGIONE LAZIO Direzione Regionale: FORMAZ., RICE. E INNOV., SCUOLA UNIV., DIR. STUDIO Area: DETERMINAZIONE N. G10059 del 08/09/2016 Proposta n del 08/09/2016 Oggetto: Approvazione delle graduatorie dei progetti ammessi a finanziamento, di cui all'avviso Pubblico pluriennale - "FUORICLASSE" - Progetti di rafforzamento della partecipazione attiva e dei processi di apprendimento da attuare nelle scuole della Regione Lazio Impegno di ,00 Assi I e III POR Lazio FSE Azione Cardine n.18 - "Progetti speciali per le scuole" (Determinazione Dirigenziale G15791/2015). Proponente: Estensore TESSE DANIELE Responsabile del procedimento TOMASSETTI EVA Responsabile dell' Area Direttore Regionale E. LONGO Protocollo Invio Firma di Concerto Pagina 1 / 10 Richiesta di pubblicazione sul BUR: SI

28 OGGETTO: Approvazione delle graduatorie dei progetti ammessi a finanziamento, di cui all Avviso Pubblico pluriennale - "FUORICLASSE" - Progetti di rafforzamento della partecipazione attiva e dei processi di apprendimento da attuare nelle scuole della Regione Lazio Impegno di ,00 Assi I e III POR Lazio FSE Azione Cardine n.18 - "Progetti speciali per le scuole (Determinazione Dirigenziale G15791/2015). LA DIRETTRICE DELLA DIREZIONE REGIONALE FORMAZIONE, RICERCA E INNOVAZIONE, SCUOLA E UNIVERSITÀ, DIRITTO ALLO STUDIO VISTO lo Statuto della Regione Lazio; VISTA la Legge regionale del 18/02/2002, n. 6 e s.m.i. recante Disciplina del sistema organizzativo della Giunta e del Consiglio e disposizioni relative alla dirigenza ed al personale regionale e successive modifiche ed integrazioni; VISTO il Regolamento 6 settembre 2002, n.1 e s.m.i.: Regolamento di organizzazione degli uffici e dei servizi della Giunta Regionale e sue modificazioni e integrazioni ed in particolare il Capo I del Titolo III, relativo alle strutture organizzative per la gestione ; VISTA la Deliberazione di Giunta Regionale n. 623 del 10/11/2015 con la quale è stato conferito all Avv. Elisabetta Longo l incarico di Direttore della Direzione Regionale Formazione, Ricerca e Innovazione, Scuola e Università, Diritto allo Studio ; VISTA la Legge n. 241/1990 "Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi" e s.m.i.; VISTO il Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 Codice in materia di protezione dei dati personali e s.m.i.; VISTA la L.R. 30 marzo 1992, n. 29 e s.m.i., Norme per l attuazione del diritto allo studio ; VISTA la Determinazione Dirigenziale n. G04298 del 28/04/2016 concernente: Riorganizzazione delle strutture organizzative di base della Direzione regionale Formazione, Ricerca e Innovazione, Scuola e Università, Diritto allo Studio di cui alla Determinazione Dirigenziale n. G02251 del 14 marzo Assegnazione del personale non dirigenziale; VISTA la Deliberazione della Giunta regionale del 29 novembre 2007, n. 968 "Revoca DGR 21/11/2002 n e DGR 20/12/2002 n Approvazione della nuova Direttiva Accreditamento dei soggetti che erogano attività di formazione e di orientamento nella Regione Lazio" e s.m.i.; VISTA la Determinazione Dirigenziale n. G15791 del 15/12/2015 recante Avviso Pubblico pluriennale - "FUORICLASSE" - Progetti di rafforzamento della partecipazione attiva e dei processi di apprendimento da attuare nelle scuole della Regione Lazio Impegno di ,00 Assi I e III POR Lazio FSE Azione Cardine n.18 - "Progetti speciali per le scuole ; VISTA la Determinazione Dirigenziale n. G00157 del 18/01/2016 concernente: Avviso Pubblico pluriennale "FUORICLASSE" - Progetti di rafforzamento della partecipazione attiva e dei processi di apprendimento da attuare nelle scuole della Regione Lazio" Impegno di ,00 Assi I e III POR Lazio FSE Azione Cardine n.18 "Progetti speciali per le scuole" approvato con Determinazione Dirigenziale n. G15791 del 15 dicembre Rettifica del termine della prima Pagina 2 / 10

29 scadenza per la presentazione dei progetti, di cui al paragrafo 6, e del numero di partecipanti all'azione C, di cui al paragrafo 16, capoverso sette; VISTA la Determinazione Dirigenziale n G03982 del 20 aprile 2016 concernente: Nomina della Commissione di valutazione dei progetti di cui all'avviso pubblico pluriennale FUORICLASSE - Progetti di rafforzamento della partecipazione attiva e dei processi di apprendimento da attuare nelle scuole della Regione Lazio", approvato con Determinazione Dirigenziale n. G15791 del 15 dicembre 2015 ; TENUTO CONTO che allo scadere del termine previsto dall Avviso Pubblico, sono pervenute, da parte dei soggetti proponenti n. 422 proposte progettuali; CONSIDERATO che le operazioni della valutazione sono state articolate, così come previsto al punto 12 dell Avviso Pubblico, nelle seguenti fasi: a) verifica di ammissibilità formale, volta ad accertare la sussistenza dei presupposti per l accesso alla fase di valutazione tecnica; b) valutazione tecnica, effettuata sulla base dei criteri di valutazione approvati dal Comitato di Sorveglianza del Programma Operativo FSE Regione Lazio ; PRESO ATTO degli esiti della verifica di ammissibilità formale effettuata a seguito di incarico con nota n del 2/03/2016 e dei verbali della Commissione di valutazione dei progetti, nominata con Determinazione Dirigenziale n. G03982 del 20 aprile 2016; RICHIAMATO il punto 10 dell Avviso Pubblico, nel quale l iniziativa è cofinanziata con le risorse del Fondo Sociale Europeo del POR Lazio 2014/2020 ed è attuata nell ambito dell Asse I Occupazione, priorità di investimento 8 ii), obiettivo specifico 8.1 per quanto concerne l Azione A e l Asse III - Istruzione e formazione, Priorità di investimento 10.i, obiettivo specifico 10.1 per quanto riguarda le Azioni B e C. L importo complessivamente stanziato è di ,00 (euro cinquemilionicentomila/00): le risorse sono ripartite tra le tre Azioni nel seguente modo: ,00 per l Azione A, ,00 per l azione B e ,00 per l Azione C. L importo totale previsto per ciascuna scadenza è di ,00: le risorse sono ripartite tra le tre azioni nel seguente modo: ,00 per l Azione A, ,00 per l azione B e ,00 per l Azione C. Riguardo ai progetti: - nell ambito dell Azione A vengono finanziati progetti per un valore massimo di ,00 euro; - nell ambito dell Azione B vengono finanziati progetti per un valore massimo di ,00 euro; - nell ambito dell Azione C vengono finanziati progetti per un valore massimo di 5.000,00 euro. CONSIDERATO che, le risorse residue dell Azione C, a causa di una carenza di progetti finanziabili, sono state destinate alle Azioni A e B dove risultano più proposte finanziabili, così come previsto nel punto 10 dell Avviso Pubblico; RITENUTO necessario assegnare il finanziamento delle proposte progettuali, presentate così come previsto al punto 3 dell Avviso Pubblico, sulla base delle risorse disponibili per la 1 scadenza annualità 2016 ripartite sulle tre azioni; RITENUTO pertanto di: Pagina 3 / 10

30 - approvare le graduatorie delle Azioni A, B e C relative alla 1 scadenza 2016 dei progetti ammessi a finanziamento, che hanno raggiunto il punteggio maggiore, nei limiti delle risorse complessivamente disponibili, come da allegato A, B e C, parti integranti della presente Determinazione Dirigenziale, con l indicazione dei punteggi assegnati; - procedere all impegno finanziario, relativamente a ciascun progetto approvato, subordinatamente all esito positivo delle verifiche previste dalle normative vigenti. DETERMINA Per le motivazioni espresse in premessa, che costituiscono parte integrante della presente determinazione: 1. approvare le graduatorie delle Azioni A, B e C relative alla 1 scadenza 2016 dei progetti ammessi a finanziamento, che hanno raggiunto il punteggio maggiore, nei limiti delle risorse complessivamente disponibili, come da allegato A, B e C, parti integranti della presente Determinazione Dirigenziale, con l indicazione dei punteggi assegnati; L avvio delle attività sarà subordinato alla notifica della Determinazione Dirigenziale di impegno di spesa che avverrà esclusivamente tramite PEC. Il presente provvedimento sarà pubblicato sul sito della Regione Lazio all indirizzo nella sezione Bandi e avvisi e sul portale oltre che sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio. Tale pubblicazione ha valore di notifica per gli interessati a tutti gli effetti di legge. Avverso la presente Determinazione Dirigenziale è ammesso ricorso con le modalità e nei tempi previsti dalla normativa vigente. La Direttrice Avv. Elisabetta Longo Pagina 4 / 10

31 DIREZIONE REGIONALE FORMAZIONE, RICERCA E INNOVAZIONE, SCUOLA UNIVERSITA, DIRITTO ALLO STUDIO - SERVIZIO PREDISPOSIZIONE DEGLI INTERVENTI Avviso Pubblico pluriennale "Fuoriclasse" Asse I Occupazione - Priorità di investimento 8 ii) - Obiettivo specifico 8.1 Asse III - Istruzione e formazione - Priorità di investimento 10.i - Obiettivo specifico 10.1 (Determinazione Dirigenziale n. G15791 del 15/12/2015) AZIONE A - 1 SCADENZA - ALLEGATO A - PROGETTI AMMESSI A FINANZIAMENTO N. Progetto Id Soggetto proponente Titolo progetto Tipologia Importo del Progetto Punteggio totale Istituto Superiore Giulio Cesare Percorsi di conoscenza delle strutture di servizi, promozione e accoglienza nel turismo A , IIS S PERTINI E.W.E. Education & Work Experiences A , Istituto Istruzione Superiore Luigi di Savoia Rieti Natura. Prevenzione e monitoraggio dei fenomeni di danneggiamento da fauna selvatica A , ITIS LUIGI TRAFELLI"" Il Lavoro va in scena A , Istituto Omnicomprensivo Giulio Cesare LTTF05000D Zoom sul lavoro A , ISTITUTO TECNICO TECNOLOGICO L. DA VINCI"" SCUOLA-AZIENDA BINOMIO VINCENTE A , I.S.I.S.S. TEODOSIO ROSSI"" Cine-lavoro A , IPSSEOA AMERIGO VESPUCCI FOOD JOURNALISM & GREEN ECONOMY A , Istituto Tecnico Agrario Giuseppe Garibaldi Roma Educatore Ambientale e Agro-Alimentare A , IIS BRUNELLESCHI DA VINCI GROW UP A , Liceo Scientifico Statale G. Keplero"" WEBTV4YOU A , Istituto di istruzione Superiore Bragaglia di Frosinone OLTRE IL SAPERE A , ISTITUTO MAGISTRALE STATALE S. ROSA"" PROGETTI DI VITA ED ALTRE STORIE - percorsi inclusivi di brevi esperienze lavorative A , IISS Carlo Alberto Dalla Chiesa Fuori dalla classe: l'apprendimento nel mondo e nel lavoro A , ISTUTUTO ISTRUZIONE STATALE SUPERIORE U. MIDOSSI APPrendimento A , ISTITUTO ANIENE Work Experience geospaziali attraverso la piattaforma informatica ArcGis A , ISTITUTO D'ISTRUZIONE SUPERIORE GAETANO DE SANCTIS GREEN JOBS TO A GREEN FUTURE A , IPSSEOA M. G. APICIO TIME TO START A , Istituto Comprensivo Itri Corto Circuito A ,00 68 Pagina 5 / 10 Pagina 1 di 2

32 N. Progetto Id Soggetto proponente Titolo progetto Tipologia Importo del Progetto Punteggio totale ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE C. BATTISTI UP and GO A , I.I.S.G.COLASANTI"" T.U.S.C.I.A.- Territorio Unito alla Scuola Crea Innovativa Alternanza A , ISTITUTO D ISTRUZIONE SUPERIORE PACINOTTI-ARCHIMEDE GOAL - OUT" Fase 1 - Sviluppo del "Capitale Giovanile" - Percorsi educativi orientati alle competenze e al mercato del lavoro " A , I.I.S. PAOLO BAFFI TRA SAPERE E SAPORI: LA CULTURA DELL'ALIMENTAZIONE SANA A , FONDAZIONE BONIFACIO VIII ISTITUTO PARITARIO Processi di internazionalizzazione, progettazione eco-sostenibile di prodotti/servizi e marketing digitale 3.0 A , Poliziano Srl Apprendimento in situazione lavorativa nei Centri di Assistenza Fiscale A , IISCECCANO VERDE DIGITALE A , I.I.S. R. Rossellini"" DIGITAL MENTOR - Formazione tecnica, creativa e lavoro nel cinema e nella produzione digitale A , ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE VIA DEI PAPARESCHI"" IL CINEMA AI TEMPI DEL 2.0 A , Liceo Classico Statale Francesco Vivona Giornalismo attivo. Una finestra sulle opportunità A , ISTITUTO PROFESSIONALE IPSIA O.OLIVIERI"" DIGITAL FABRICATION A , ISTITUTO ISTRUZIONE SUPERIORE EUROPA - VIRGINIA WOOLF"" Innovazione dall'artigianato all'industria"" A , IIS SAN BENEDETTO LI.O.CIC A , IISS L.Calamatta"" Prof. mi accompagni" a lavorare? " A , IIS San Benedetto"" DEMETRA A , I.P.S.E.O.A. A. FARNESE"" EMILE: creare uomini nuovi per una società nuova A , LICEO SCIENTIFICO E LIN GUISTICO STATALE DI CECCANO Alternanza Digitale A , Istituto d'istruzione Secondaria Superiore V. Cardarelli"" GRAVISCA: la scuola verso altri mondi A , Liceo Scientifico Pasteur ALTERNANZA SCUOLA LAVORO LICEO PASTEUR - SCUOLA DI VELA MAL DI MARE A , Congregazione suore angeliche di San Paolo Cresciamo insieme A , CASA GENERALIZIA PIA SOC. TOR S.GIUSEPPE CULTURE PROFESSIONAL+. IL PROFESSIONISTA 3.0 DEI BENI E DEI SERVIZI CULTURALI A , LICEO DANTE ALIGHIERI MINI MASTER A , ISTITUTO D'ISTRUZIONE SUPERIORE LUIGI ANGELONI"" ERMETE A , LTIS01700A Lavoro: edizione straordinaria A ,38 60 Pagina 6 / 10 Pagina 2 di 2

33 DIREZIONE REGIONALE FORMAZIONE, RICERCA E INNOVAZIONE, SCUOLA UNIVERSITA, DIRITTO ALLO STUDIO - SERVIZIO PREDISPOSIZIONE DEGLI INTERVENTI Avviso Pubblico pluriennale "Fuoriclasse" Asse I Occupazione - Priorità di investimento 8 ii) - Obiettivo specifico 8.1 Asse III - Istruzione e formazione - Priorità di investimento 10.i - Obiettivo specifico 10.1 (Determinazione Dirigenziale n. G15791 del 15/12/2015) AZIONE B - 1 SCADENZA - ALLEGATO B - PROGETTI AMMESSI A FINANZIAMENTO N. Progetto Id Soggetto proponente Titolo progetto Tipologia Importo del Progetto Punteggio totale CTS, Centro Turistico Studentesco e Giovanile L'ECONOMIA DELLA BIODIVERSITA' B 9.968, Liceo Statale James Joyce"" Yes we can B , Liceo Statale Mariano Buratti C.A.ST.LE. – Competenze dell'area STEM e didattica LaboratorialE B , A SUD ECOLOGIA E COOPERAZIONE ONLUS RiciclArte: laboratori creativi sull'ambiente per l'orientamento al lavoro B 9.984, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico Ri_creazione. Percorsi partecipativi di riappropriazione del territorio B , ASSOCIAZIONE G.A.P. GENERATION, ACITIVITIES, PROJECTS Il Patto dei Sindaci a scuola: I giovani per la sfida energetica e climatica europea"" B 9.984, Arcigay Roma OMOFOBIA LAB - DISCRIMINAZIONE VERSO LGBT NEL CONTESTO SCOLASTICO B , L.U.D.I.S. EnergyWater B , Consulta per lo Sviluppo delle Aziende e delle Professioni The Forest and the Trees B 9.912, Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo Una scuola tanti mondi. Percorsi di educazione alla mondialità e alla gestione dei conflitti B 9.800, Demethra Società Cooperativa Sociale Fuorigioco B 9.995, S. ONOFRIO COOPERATIVA SOCIALE ONLUS Tutta un'altra Musica B 9.948, ASSOCIAZIONE CANTIERICOMUNI Fuori scena B , Società Cooperativa Sociale Filobus 75 onlus Ragazzi in Rete: insieme contro bullismo e cyberbullismo. Un percorso di prevenzione della dispersione e del disagio scolastico B 9.926, PONTINIA CRICKET CLUB-ASSOCIAZIONE SPORTIVA DILETTANTISTICA INFIELD tutti in campo! (...a scuola)"" B 9.959, L allegra banderuola onlus Fuorivoce B 9.800, Viandanza Società Cooperativa Sociale ALLOS B , Assocviazione La Giostra dei Colori Una Scuola per Crescere B 9.986, ISTITUTO COMPRENSIVO VIA PADRE SEMERIA Melodia in Bianco e Nero B 9.975,00 75 Pagina 7 / 10 Pagina 1 di 3

34 N. Progetto Id Soggetto proponente Titolo progetto Tipologia Importo del Progetto Punteggio totale ASSOCIAZIONE CULTURALE FUORI CONTESTO ROMA BAMBINA B , MO.D.A.V.I Onlus IDE@S Interven contro la Dispersione e Scuola B , A.S.D. TORRE ANGELA il rilancio dei giochi di strada nelle scuole B , Selva Grande Società Cooperativa Sociale Integrata a r.l. LABoriosi B 9.940, Mentoring USA-Italia Onlus Il metodo mentoring a prevenzione e contrasto della dispersione e abbandono scolastico B , Associazione MAGICA Progetto di alfabetizzazione al linguaggio cinematografico: piccoli registi crescono B , Percorsi di Crescita Società Cooperativa Bullismo, Ultima Fermata! B , Fondazione ITS Roberto Rossellini Alfabetizzazione cinematografica: elementi di ripresa e montaggio B 9.849, ISTITUTO COMPRENSIVO MAMELI UNA SCUOLA PER CIASCUNO B , Circolo Garbatella di Legambiente En-ciclo-pedia: educare all'economia circolare senza scarti né dispersione. B 9.984, SUPERABILITA' A TUTTO CAMPO B 9.870, Consorzio Ro.ma. Laboratorio per FormAgire"" B 9.927, Studionet srl Contaminazione Ambientale B 9.828, VISES ONLUS VOLONTARI INIZIATIVE DI SVILUPPO ECONOMICO E SOCIALE medi@ambiente - Percorsi di contrasto alla dispersione scolastica B 9.833, Maestranatura S.r.l. ACQUA PER LA VITA - VITA NELL'ACQUA B , Associazione Istituto Ecoambientale Consapevolezza Ambientale e Conoscenza del Rischio Ecologico" " B 9.940, Istituto Comprensivo Statale Veroli 2 Orti in cortile B , PSY+ Onlus KAIROS: l'occasione giusta di innovare B , COOPERATIVA SOCIALE INSIEME E DI VOLONTARIATO E SPORTIVA DILETTANTISTICA TUTTI IN SCENA:II EDIZIONE B 8.800, LABNOVECENTO MAL DI SCUOLA. IL CINEMA CONTRO LA DISPERSIONE SCOLASTICA B 9.940, Associazione Family Time Onlus Chance: ridere per pensare". Il metodo Feuerstein in un Laboratorio Umoristico per la prevenzione della Dispersione Scolastica " B 9.940, Ruotalibera Cooperativa di Servizi Sociali ONLUS # GAME MAPS - Giovani Ambienti Multimediali Emozionali B , Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria ONLUS Mediazione come strumento per la LOtta alla DIspersione ScolasTica - M.E.L.O.D.I.S.T. B , COOPERATIVA SOCIALE LE MILLE E UNA NOTTE NON BULL'ARTI B , Green Factor s.r.l. NUOVE PROFESSIONI B 9.884,00 72 Pagina 8 / 10 Pagina 2 di 3

35 N. Progetto Id Soggetto proponente Titolo progetto Tipologia Importo del Progetto Punteggio totale ass. il consiglio dei Bamboccioni In side-out": Sportello "SPS" per il recupero delle emozioni prima di tutto " B , ASSOCIAZIONE LIBERAUTISMO Progetto Scuolautismo B , Istituto Comprensivo Via Giuliano da Sangallo AlternatiVie B , Fondazione L'Albero della Vita Onlus Di-Battiamoci! B 9.892, Il Refuso ass.prom.soc. AmbienTool B 9.975, Gruppo Arteam Jobel Teatro NOI TRA IERI E DOMANI B , TENDI LA ZAMPA ONLUS PET4PET B , CALCIOSOCIALE - SOCIETA' SPORTIVA DILETTANTISTICA A RESPONSABILITA' LIMITATA VINCE SOLO CHI CUSTODISCE B 9.786, Arci Solidarietà Onlus Materia Grigia - la scuola che vorrei B , INNOVACTION EUROPE COOPERATIVA SOCIALE DI.VI. in scena: Diverse Visioni sui banchi di scuola"" B 9.870, RMSL04000R Oltreconfini: Il teatro incontra la scuola"" B 9.996, MODAVI PROTEZIONE CIVILE LAZIO F.A.R.E. SCUOLA Formazione, Assistenza, Responsabilità, Educazione. B 8.050, Associazione Con_tatto Scoprirsi competente B 3.598, Centro Italiano di Solidarietà don Mario Picchi Non Meno di Uno B ,00 71 Pagina 9 / 10 Pagina 3 di 3

36 DIREZIONE REGIONALE FORMAZIONE, RICERCA E INNOVAZIONE, SCUOLA UNIVERSITA, DIRITTO ALLO STUDIO - SERVIZIO PREDISPOSIZIONE DEGLI INTERVENTI Avviso Pubblico pluriennale "Fuoriclasse" Asse I Occupazione - Priorità di investimento 8 ii) Obiettivo specifico 8.1 Asse III - Istruzione e formazione - Priorità di investimento 10.i - Obiettivo specifico 10.1 (Determinazione Dirigenziale n. G15791 del 15/12/2015) AZIONE C - 1 SCADENZA - ALLEGATO C - PROGETTI AMMESSI A FINANZIAMENTO N. Progetto Id Soggetto proponente Titolo progetto Tipologia Importo del Progetto Punteggio totale ISTITUTO COMPRENSIVO G.GALILEI CONOSCERE PER CAMBIARE C 5.000, ISTITUTO COMPRENSIVO ARDEA1 CAMMINARE E CRESCERE SULLA VIA FRANCIGENA C 5.000, ISTITUTO OMNICOMPRENSIVO ALVITO NaturalMente C 5.000, Istituto Comprensivo Donna Lelia Caetani"" A SCUOLA DI CIRCO C 5.000, ISTITUTO MAGISTRALE STATALE ELENA PRINCIPESSA DI NAPOLI"" Filosofia e Natura C 5.000, ISTITUTO COMPRENSIVO ETTORE SACCONI Tutti a scuola contro le mafie C 5.000, Istituto Omnicomprensivo Castelforte Scuola di legalità al cinema C 5.000, ISTITUTO PARITARIO SAN BENEDETTO TARQUINIA Educazione alla legalità e contrasto alle forme di devianza C 5.000, ISTITUTO COMPRENSIVO VIA VOLSINIO I colori del mondo C 5.000, ISTITUTO COMPRENSIVO ZAGAROLO EDUCARE ALLA CITTADINANZA GLOBALE E ALLO SVILUPPO SOSTENIBILE C 5.000, Liceo scientifico statale P. Ruffini"" Art Attack (ARTe ATTivA: Corso di scrittura Kreativa su pareti) C 5.000, L. S. S. Aristotele" " LABORATORIO ARTISTICO DI RICICLO CREATIVO C 5.000,00 60 Pagina 10 / 10 Pagina 1 di 1

37 REGIONE LAZIO Direzione Regionale: Area: SVILUPPO ECONOMICO E ATTIVITA PRODUTTIVE COMMERCIO E SERVIZI AL CONSUMATORE DETERMINAZIONE N. G10171 del 12/09/2016 Proposta n del 08/09/2016 Oggetto: Determinazione n. G04816 del 09/05/2016, concernente "Legge regionale 28 aprile 2006, n. 4, art.113 DGR n. 94 del Approvazione dell'avviso pubblico per il finanziamento dei programmi relativi alle "Reti di Imprese tra Attività Economiche su Strada". Proroga dei termini per la presentazione delle domande di finanziamento al 15 novembre Proponente: Estensore CIAPRINI ANGELO Responsabile del procedimento DI PIERRO MARIA DONATA Responsabile dell' Area R. DEL ROSCIO Direttore Regionale R. BELLOTTI Protocollo Invio Firma di Concerto Pagina 1 / 3 Richiesta di pubblicazione sul BUR: SI

38 OGGETTO: Determinazione n. G04816 del 09/05/2016, concernente Legge regionale 28 aprile 2006, n. 4, art.113 DGR n. 94 del Approvazione dell Avviso pubblico per il finanziamento dei programmi relativi alle Reti di Imprese tra Attività Economiche su Strada. Proroga dei termini per la presentazione delle domande di finanziamento al 15 novembre IL DIRETTORE DELLA DIREZIONE REGIONALE PER LO SVILUPPO ECONOMICO E LE ATTIVITÀ PRODUTTIVE SU PROPOSTA del Dirigente dell Area Commercio e Servizi al Consumatore; VISTO lo Statuto della Regione Lazio e, in particolare, l art. 8; VISTA la legge regionale 18 febbraio 2002, n. 6 concernente Disciplina del sistema organizzativo della Giunta e del Consiglio e disposizioni relative alla dirigenza ed al personale regionale e s.m.i.; VISTO il Regolamento regionale del 6 settembre 2002, n. 1 concernente Regolamento di organizzazione degli uffici e dei servizi della Giunta Regionale e s.m.i.; VISTE le leggi regionali 31 dicembre 2015, nn. 17 e 18, riguardanti rispettivamente la Legge di stabilità regionale 2016 e Bilancio di previsione finanziario della Regione Lazio ; VISTA la Circolare del Segretario Generale prot. n del 03 marzo 2016 relativa alla gestione del Bilancio ; VISTA la legge regionale 28 aprile 2006, n. 4, Legge finanziaria regionale per l esercizio 2006, che, all articolo 113 come sostituito dall articolo 2, comma 100, della legge regionale 14 luglio 2014, n. 7, prevede finanziamenti regionali per la realizzazione dei programmi presentati dai comuni e concordati con le Reti di Imprese tra le Attività Economiche su Strada ; VISTA la deliberazione di Giunta Regionale n. 94 del , adottata ai sensi del comma 6 dell art.113 della legge regionale 28 aprile 2006, n. 4, relativa alle Reti di Imprese tra Attività Economiche su Strada, con la quale sono state definite le disposizioni attuative dell'art. 113 medesimo; VISTA la propria determinazione n. G04816 del , con la quale è stato approvato l avviso pubblico per il finanziamento dei programmi relativi alle Reti di Imprese tra Attività Economiche su Strada ; CONSIDERATO che la predetta determinazione approva l Allegato A - Avviso pubblico che contiene, tra l altro, disposizioni relative ai destinatari, ai termini, ai requisiti, all ammontare delle spese ammissibili, alle modalità di erogazione e rendicontazione delle risorse, comprensivo del modulo di domanda per la partecipazione all avviso pubblico (Allegato B) e del modulo per la composizione del soggetto promotore (Allegato C); Pagina 2 / 3

39 CONSIDERATO in particolare, che l articolo 10 dell Allegato A, al punto 1 disciplina i tempi e le procedure per la presentazione delle domande di finanziamento, prevedendo quale termine ultimo per l invio, da parte dei soggetti beneficiari, delle domande di finanziamento la data del 30 settembre 2016; VISTE le note dell Assessorato Sviluppo Economico e Attività Produttive, prot. n. 181/sp del 6 settembre 2016, acquisita al prot. R.U. n di pari data, e prot. n.187/sp del 7 settembre 2016, acquisita al prot. R.U. n dell 8 settembre 2016 con le quali, in particolare con la seconda nota, a parziale rettifica della prima, si richiede una proroga del termine di presentazione delle domande dell Avviso pubblico in esame al 15 novembre 2016; PRESO ATTO delle motivazioni esposte nella citata nota prot.181/sp del 6 settembre 2016 che fanno riferimento, in primo luogo, agli ultimi eventi sismici che hanno interessato alcuni Comuni del Lazio, di seguito, alle richieste pervenute dalle associazioni di categoria Confcommercio, Confesercenti e Cna ed, inoltre, alle recenti elezioni amministrative, che hanno coinvolto varie Amministrazioni Comunali; CONSIDERATO che le questioni sopra evidenziate determinano la necessità di un ulteriore periodo di assestamento e, di conseguenza, di un maggior lasso temporale per l elaborazione di progetti più funzionali e strategici; RITENUTO pertanto, opportuno, a fronte delle motivazioni esposte, e al fine di consentire una più funzionale ed efficace attuazione dell intervento regionale in oggetto, di prorogare il termine, di cui al predetto articolo 10, punto 1, per la presentazione delle domande di finanziamento fino alla data del 15 novembre 2016, modificando di conseguenza lo stesso art. 10, punto 1, nella parte in cui prevede la data del 30 settembre 2016; DETERMINA Stante le premesse sopra riportate che sono parte integrante della presente determinazione; di prorogare il termine, di cui al predetto articolo 10, punto 1, per la presentazione delle domande di finanziamento fino alla data del 15 novembre 2016, modificando di conseguenza l art. 10, punto 1 dell Allegato A, di cui alla determinazione n. G04816/2016, nella parte in cui prevede la data del 30 settembre La presente determinazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio, sul sito della Regione Lazio ( Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso giurisdizionale al T.A.R Lazio nel termine di 60 giorni ovvero ricorso straordinario al Presidente della Repubblica nel termine di 120 giorni dalla data di pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio. IL DIRETTORE DELLA DIREZIONE (Rosanna Bellotti) Pagina 3 / 3

40 REGIONE LAZIO DELIBERAZIONE N. DEL DEC31 04/08/2016 GIUNTA REGIONALE PROPOSTA N DEL 28/07/2016 STRUTTURA PROPONENTE Direzione Regionale: FORMAZ., RICE. E INNOV., SCUOLA UNIV., DIR. STUDIO Area: PROGR., ORGAN. E ATT.OFF.ISTR., DIR.ST.SCOL. UNIV. Prot. n. del OGGETTO: Schema di deliberazione concernente: Linee guida della Regione Lazio sulla programmazione della rete scolastica. Anno scolastico 2017/2018. (CIATTAGLIA CLAUDIA) (RECCHIA ANGELA PAOLA) (A. D'ALESSIO) (E. LONGO) L' ESTENSORE IL RESP. PROCEDIMENTO IL DIRIGENTE RESPONSABILE IL DIRETTORE REGIONALE ASSESSORATO PROPONENTE FORMAZIONE, RICERCA, SCUOLA, UNIVERSITA' E TURISMO (Smeriglio Massimiliano) IL VICE-PRESIDENTE DI CONCERTO ALL'ESAME PREVENTIVO COMM.NE CONS.RE X COMMISSIONE CONSILIARE: Data dell' esame: VISTO PER COPERTURA FINANZIARIA: IL DIRETTORE DELLA DIREZIONE REGIONALE PROGRAMMAZIONE ECONOMICA, BILANCIO, DEMANIO E PATRIMONIO con osservazioni senza osservazioni SEGRETERIA DELLA GIUNTA Data di ricezione 29/07/ prot. 502 ISTRUTTORIA: IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO IL DIRIGENTE COMPETENTE IL SEGRETARIO DELLA GIUNTA IL PRESIDENTE Pagina 1 / 5 Richiesta di pubblicazione sul BUR: SI

41 Oggetto: Linee guida della Regione Lazio sulla programmazione della rete scolastica. Anno scolastico 2017/2018. LA GIUNTA REGIONALE SU PROPOSTA dell Assessore alla Formazione, Ricerca, Scuola, Università e Turismo; VISTI gli articoli 33, 34, 117 terzo comma e 118 della Costituzione; VISTA la sentenza della Corte Costituzionale 7 giugno 2012, n. 147; VISTO lo Statuto della Regione Lazio e in particolare gli articoli 7, 33 comma 1, lettera c), 48 comma 1 e comma 2, lettere b) e c), 50 comma 1 e comma 2, lettera b) e 51 comma 3; VISTA la Deliberazione del Consiglio Regionale del Lazio 9 marzo 2016, n. 2 - Piano di Indirizzo Generale della Regione Lazio sulla programmazione della rete scolastica. Anni 2015/2018; VISTA la Legge 15 marzo 1997, n Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della pubblica amministrazione e per la semplificazione amministrativa - e in particolare l articolo 21; VISTO il Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n e in particolare l articolo 138; VISTA la Legge 7 aprile 2014, n Disposizioni sulle città' metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni; VISTA la Legge 13 luglio 2015, n Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti; VISTA la Legge Regionale 18 febbraio 2002, n. 6 - Disciplina del sistema organizzativo della Giunta e del Consiglio e disposizioni relative alla dirigenza ed al personale regionale - e successive modificazioni; VISTA la Legge Regionale 6 agosto 1999, n Organizzazione delle funzioni a livello regionale e locale per la realizzazione del decentramento amministrativo - e in particolare gli articoli ; VISTO il Decreto del Presidente della Repubblica 18 giugno 1998, n Regolamento recante norme per il dimensionamento ottimale delle istituzioni scolastiche e per la determinazione degli organici funzionali dei singoli istituti, a norma dell'art. 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59; VISTO il Decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell'art. 21 della L.15 marzo 1997, n. 59; VISTO il Decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n Norme per la riorganizzazione della rete scolastica e il razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane della scuola, ai sensi dell articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133; Pagina 2 / 5

42 VISTO il Decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n Regolamento recante norme per il riordino degli istituti professionali, a norma dell'articolo 64, comma 4, del decretolegge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133; VISTO il Decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n Regolamento recante norme per il riordino degli istituti tecnici a norma dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133; VISTO il Decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n Regolamento recante revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei a norma dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133; VISTO il Decreto del Presidente della Repubblica 29 ottobre 2012, n Regolamento recante norme generali per la ridefinizione dell'assetto organizzativo didattico dei Centri d'istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali; VISTO il Decreto del Presidente della Repubblica 5 marzo 2013, n Regolamento di organizzazione dei percorsi della sezione ad indirizzo sportivo del sistema dei licei, a norma dell'articolo 3, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 89; VISTO il Regolamento Regionale 6 settembre 2002, n. 1 - Organizzazione degli uffici e dei servizi della Giunta Regionale - e successive modificazioni ed integrazioni; VISTO il Regolamento Regionale 26 giugno 2013, n.12- Regolamento dei lavori della Giunta regionale e in particolare l articolo 14, comma 5; VISTA la Deliberazione della Giunta Regionale 20 luglio 2012, n Atto di indirizzo della Regione Lazio sulla programmazione della rete scolastica. Anno scolastico 2013/ nella parte in cui prevede l istituzione della Conferenza regionale permanente per l istruzione; VISTA la Deliberazione della Giunta Regionale 30 dicembre 2014, n Piano Regionale di Dimensionamento delle Istituzioni Scolastiche. Anno scolastico 2015/16 - in particolare l allegato b relativo all istituzione dei dodici C.P.I.A. del Lazio; VISTO il Decreto del Direttore Generale dell Ufficio scolastico regionale per il Lazio 8 gennaio 2015, n. 1 - nella parte in cui prevede l istituzione dei dodici C.P.I.A. del Lazio; VISTA la Determinazione 12 febbraio 2015, n. G Istituzione del Gruppo di Lavoro Regionale per la valorizzazione dei Licei Classici; VISTA la Deliberazione della Giunta Regionale 29 dicembre 2015, n Piano Regionale di Dimensionamento delle Istituzioni Scolastiche e Indicazioni per la razionalizzazione dell offerta formativa dei Licei Classici. Anno scolastico 2016/2017 e in particolare l allegato B concernente il nuovo assetto dei C.P.I.A. per l anno scolastico 2016/17 e l allegato C concernente le indicazioni per la razionalizzazione dell offerta formativa dei licei classici; VISTA la Determinazione 11 giugno 2015, n. G Istituzione del Gruppo di Lavoro Regionale per la valorizzazione dell offerta formativa degli Istituti Tecnici e Professionali; VISTA la circolare del Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione 26 gennaio 2016, n Attuazione art. 1 co. 66 Pagina 3 / 5

43 della Legge 13 luglio 2015 n. 107, "Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti"; VISTO il Decreto del Direttore Generale dell Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio 3 marzo 2016, n. 37; TENUTO CONTO che il Decreto del Presidente della Repubblica n.81/09 agli articoli 10, 11 e 16 definisce i parametri numerici da seguire nella formazione delle classi; VALUTATA la necessità di definire criteri omogenei per l intero territorio regionale al fine di indirizzare la Città Metropolitana di Roma Capitale, le altre Amministrazioni Provinciali, i Comuni e le Istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado nella programmazione dell offerta di istruzione e nella riorganizzazione della rete scolastica; PRESO ATTO che l Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio con il Decreto del Direttore Generale n. 37/2016, in attuazione dell art. 1, comma 66 della L. 107/2015 e dei criteri previsti dalla circolare M.I.U.R. n. 726/2016 citata, ha individuato 28 ambiti territoriali: 16 a Roma, 4 a Frosinone e Latina e 2 a Rieti e Viterbo; VALUTATA l opportunità per l anno scolastico 2017/18 di perfezionare tale suddivisione territoriale apportandovi tutte le variazioni ritenute necessarie acquisite su proposta delle Organizzazioni Sindacali regionali più rappresentative del comparto scuola; ACQUISITO definitivamente in data 22/07/2015 ore 12:00 il parere della Conferenza regionale permanente per l istruzione mediante la procedura di consultazione scritta ai sensi dell articolo 4 del regolamento interno; ACQUISITO il parere della Commissione consiliare competente espresso in data / / ; RITENUTO, pertanto, di approvare le Linee guida della Regione Lazio sulla Programmazione della rete Scolastica. Anno scolastico 2017/2018 di cui all Allegato A che costituisce parte integrante e sostanziale della presente deliberazione nonché di rinviare ad apposito atto della Giunta regionale l approvazione del Piano regionale di dimensionamento della rete scolastica per l anno scolastico 2017/2018 secondo le modalità indicate al punto 3.2 del citato allegato A; DELIBERA di approvare le Linee guida della Regione Lazio sulla Programmazione della rete Scolastica. Anno scolastico 2017/2018 di cui all Allegato A che costituisce parte integrante e sostanziale della presente deliberazione nonché di rinviare ad apposito atto della Giunta regionale l approvazione del Piano regionale di dimensionamento della rete scolastica per l anno scolastico 2017/2018 secondo le modalità indicate al punto 3.2 del citato allegato A; Il Direttore della Direzione Regionale Formazione, Ricerca e Innovazione, Scuola e Università, Diritto allo studio provvederà ad esperire tutti gli atti necessari e conseguenti all attuazione della presente deliberazione. Il presente provvedimento non comporta oneri a carico del bilancio regionale. Pagina 4 / 5

44 La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio e ne sarà data diffusione sul sito Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso giurisdizionale innanzi al T.A.R Lazio nel termine di giorni sessanta dalla pubblicazione, ovvero ricorso straordinario al Capo dello Stato entro il termine di centoventi giorni. Pagina 5 / 5

45 (ALLEGATO A) PROGRAMMAZIONE DELLA RETE SCOLASTICA REGIONALE - LINEE GUIDA - INDICE 1. PREMESSA 2. INDIRIZZI E CRITERI PER LA PROGRAMMAZIONE 2.1 Istituzioni scolastiche autonome 2.2 Punti di erogazione del servizio 2.3 Pluriclassi 2.4 Criteri per il dimensionamento del I ciclo d istruzione 2.5 Criteri per il dimensionamento del II ciclo d istruzione 2.6 Attivazione di nuovi indirizzi/opzioni 2.7 Licei classici 2.8 Centri Provinciali per l Istruzione degli Adulti - C.P.I.A. 2.9 Ambiti territoriali 3. PROCEDURE DI DEFINIZIONE DEI PIANI PROVINCIALI E DEL PIANO REGIONALE 3.1 Piani Provinciali 3.2 Piano regionale 1

46 1. PREMESSA La Regione Lazio, in attuazione delle norme statali e regionali in materia e, in particolare, dell art. 21 comma 4 della legge 15 marzo 1997, n. 59 (Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della pubblica amministrazione e per la semplificazione amministrativa) e dell art. 3, comma 8 del decreto del Presidente della Repubblica 18 giugno 1998, n. 233 (Regolamento recante norme per il dimensionamento ottimale delle istituzioni scolastiche e per la determinazione degli organici funzionali dei singoli istituti, a norma dell'articolo 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59) provvede annualmente al dimensionamento sul territorio della propria rete scolastica. A questo scopo la Regione adotta il Piano di dimensionamento delle Istituzioni scolastiche con l obiettivo di organizzare l erogazione del servizio scolastico nei vari territori del Lazio in modo da: garantire un offerta formativa sempre più funzionale ad una efficace azione didattica, educativa e formativa sul territorio innalzare il complessivo livello di prestazione del servizio realizzare nelle pari opportunità l uguaglianza sociale e di genere realizzare il diritto all apprendimento e successo formativo evitare l eccessiva frammentazione dell offerta formativa ridurre il disagio degli studenti assicurare nel tempo continuità e stabilità dell organizzazione della rete scolastica. Gli interventi programmatori contenuti nelle presenti linee guida dovranno tendere ad armonizzare le esigenze didattiche, educative e di formazione specifica con le necessità di sviluppo economico territoriale, favorendo la stabilità delle istituzioni scolastiche nel tempo e la loro capacità di rapportarsi in modo sempre più diretto e partecipato con il territorio di riferimento, in raccordo con i relativi fabbisogni professionali. Il Piano di dimensionamento, infatti, fa parte di un disegno strategico volto a conciliare la risposta efficace ai bisogni educativi dell utenza e alle dinamiche di sviluppo territoriali con le finalità di contenimento della spesa e di raggiungimento degli obiettivi di stabilizzazione della finanza pubblica. Per l anno scolastico 2017/18, al fine di realizzare nel territorio regionale un'offerta di istruzione diffusa e articolata che consenta a tutta la popolazione di sviluppare una crescita culturale e formativa adeguata, indipendentemente dalle condizioni di partenza, assicurando a tutti gli stessi livelli qualitativi, verranno avviate e/o proseguite le seguenti iniziative. In primo luogo la Regione ritiene utile, in attuazione dell articolo 1, commi 66 e 74 della legge 13 luglio 2015, n. 107 (Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti) e in considerazione della suddivisione territoriale adottata con decreto del Direttore Generale dell Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio 3 marzo 2016, n. 37, avviare un tavolo di confronto per la definitiva individuazione degli Ambiti territoriali della Regione Lazio. La proposta è quella di introdurre ambiti di ampiezza sub provinciale, eventualmente riconducibili alle zone socio-sanitarie, cui riferire in maniera organica tutto il processo di programmazione territoriale intrapreso con le presenti linee guida. A ciascuna zona potrebbero ricondursi il raggiungimento della media regionale tendenziale di 900 alunni per istituzione scolastica, gli eventuali interventi di sdoppiamento di istituzioni scolastiche fortemente sovradimensionate, il monitoraggio dei plessi sottodimensionati, l individuazione delle strategie volte alla riduzione delle pluriclassi, l azione di riordino degli indirizzi di studio degli Istituti di Istruzione Superiore. 2

47 La nuova suddivisione territoriale consentirebbe, inoltre, di coordinare tutti gli strumenti della programmazione regionale in materia di istruzione: le misure di riorganizzazione della rete scolastica, gli interventi in materia di garanzia del diritto allo studio e quelli volti all integrazione degli alunni con disabilità. Tali strumenti verrebbero a basarsi su una migliore rilevazione delle reali necessità territoriali dando vita ad una più appropriata distribuzione delle risorse e ad una più accurata verifica della corrispondenza tra le une e le altre con l adozione di eventuali correttivi e adeguamenti. All interno dei nuovi ambiti territoriali i diversi livelli istituzionali coopererebbero tra di loro, in modo da far confluire su obiettivi comuni le politiche, le competenze, le risorse e gli interventi di ciascuno. Il processo di programmazione verrebbe a riguardare, pertanto, ciascuna zona a cui andrebbe riferita un attenta analisi dei fabbisogni in funzione della ripartizione delle risorse disponibili finanziarie, umane e strumentali. I suddetti ambiti zonali, inoltre, risulterebbero più funzionali anche rispetto alla prosecuzione di attività già avviate con le linee guida 2016/17 (deliberazione della Giunta Regionale 9 settembre 2015, n Linee guida della Regione Lazio sulla programmazione della rete scolastica. Anno scolastico 2016/2017) quali la costituzione di reti di licei classici al fine della loro valorizzazione e il potenziamento delle nuove prospettive dell Alternanza Scuola - Lavoro. Sono già stati istituiti, infatti, e sono operativi due diversi tavoli tecnici: il Gruppo di Lavoro Regionale per la valorizzazione dei Licei Classici istituito con la determinazione 12 febbraio 2015, n. G01230 e il Gruppo di Lavoro Regionale per la valorizzazione dell offerta formativa degli Istituti Tecnici e Professionali istituito con la determinazione 11 giugno 2015, n. G Il Gruppo di Lavoro Regionale per la valorizzazione dei Licei Classici ha elaborato specifiche linee guida per i licei classici che verranno attuate attraverso la creazione di apposite reti di scuole. Il Gruppo di Lavoro Regionale per la valorizzazione dell offerta formativa degli Istituti Tecnici e Professionali proseguirà i propri lavori allo scopo di individuare possibili strumenti che consentano la distribuzione ottimale degli indirizzi di studio in coerenza con le vocazioni imprenditoriali e occupazionali espresse dai territori e il potenziamento delle nuove prospettive dell Alternanza Scuola - Lavoro. A tal fine continuerà il confronto con i rappresentanti del mondo del lavoro e delle professioni e verranno avviati rapporti di collaborazione con gli Istituti Tecnici Superiori già operanti nel territorio. Grazie alla più ampia partecipazione di tutti i soggetti coinvolti (Enti locali, Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio, Istituzioni scolastiche, Organizzazioni sindacali del comparto scuola, Associazioni dei dirigenti scolastici, Comitati di studenti e famiglie) e al potenziamento degli opportuni canali di condivisione e di mediazione, di dibattito e di proposta, che vanno dalla Conferenza Regionale Permanente per l Istruzione ai vari tavoli tecnici e interistituzionali istituiti e operativi, a seguito dell ultimo dimensionamento (deliberazione della Giunta Regionale 29 dicembre 2015, n Piano Regionale di Dimensionamento delle Istituzioni Scolastiche e Indicazioni per la razionalizzazione dell offerta formativa dei Licei Classici. Anno scolastico 2016/2017) sono stati raggiunti importanti obiettivi di stabilizzazione delle istituzioni scolastiche con la riduzione a 19 del numero di quelle sottodimensionate in tutta la Regione. Grazie a tale partecipazione, inoltre, anche il contenzioso derivante dall attuazione delle misure di riorganizzazione della rete scolastica si è ridotto drasticamente. Sempre con l ultimo dimensionamento sono stati avviati, come si accennava, importanti processi di valorizzazione dell istruzione liceale classica, tecnica e professionale e di riordino degli indirizzi di studio degli Istituti di Istruzione Superiore che s intendono confermare e proseguire. 3

48 Sotto il profilo delle innovazioni normative si fa presente che: - l articolo 85 della legge 7 aprile 2014, n. 56 (Disposizioni sulle città' metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni) ha confermato il ruolo primario della Città Metropolitana di Roma Capitale e delle Province nel processo del dimensionamento, riconoscendo come fondamentale la funzione di programmazione della rete scolastica provinciale; - il Consiglio Regionale del Lazio ha approvato con la deliberazione 9 marzo 2016, n. 2 il Piano di Indirizzo Generale della Regione Lazio sulla programmazione della rete scolastica per gli anni 2015/2018 con cui esercita la propria potestà programmatoria in materia di dimensionamento scolastico e ne delega l attuazione alla Giunta Regionale che vi provvede con le presenti linee guida, tenuto conto delle direttive contenute nel piano di indirizzo generale. 2. INDIRIZZI E CRITERI PER LA PROGRAMMAZIONE La Corte Costituzionale con la sentenza n. 147 del 7 giugno 2012, confermando un orientamento già affermato con la sentenza n. 200/2009, ha ribadito come la materia del dimensionamento della rete scolastica sia ambito di spettanza regionale e segnatamente di competenza concorrente. La Regione Lazio, pertanto, da un lato tenendo conto delle norme generali emanate dallo Stato e dall altro delle esigenze delle varie realtà locali, assume come parametri di dimensionamento idonei a garantire l'equilibrio ottimale tra domanda di istruzione e organizzazione dell'offerta formativa quelli di seguito indicati: 2.1 Istituzioni scolastiche autonome 1. Le istituzioni scolastiche devono avere di norma un numero di alunni, consolidato e prevedibilmente stabile almeno per un quinquennio, compreso tra 600 e 1200, con media regionale tendenzialmente di 900 alunni. 2. Sono previste deroghe rispetto ai citati parametri ordinari nelle seguenti ipotesi: 2.1 istituzioni scolastiche site nelle piccole isole e nei comuni montani: devono avere di norma un numero di alunni pari a 400. Si precisa che per istituzioni scolastiche site nelle piccole isole s intendono quelle site nelle isole dell arcipelago Pontino; per istituzioni scolastiche site nei comuni montani, s intendono quelle che hanno la sede legale collocata sopra i 600 metri dal livello del mare (su attestazione del comune); 2.2 istituzioni scolastiche site in territori particolarmente isolati e/o disagiati: nei territori provinciali per almeno un terzo montani, in cui le condizioni di viabilità statale e provinciale siano disagevoli e in cui vi sia dispersione e rarefazione di insediamenti abitativi, sono concesse deroghe, da discutere in sede di conferenza provinciale, ai parametri numerici di dimensionamento ottimale di cui al punto 1. Le condizioni di particolare isolamento sono verificate dalla presenza di almeno due condizionalità sfavorevoli su quattro secondo la matrice di seguito riportata: 4

49 Matrice per verificare le condizioni di particolare isolamento Attributo Condizioni favorevoli Condizioni sfavorevoli Note Tempi percorrenza, mediamente previsti per raggiungere la scuola Sistema trasporti, razionalmente previsti per raggiungere la scuola Praticabilità sistema viario, per raggiungere la scuola entro 30 minuti (15 minuti per scuole dell infanzia e primarie) almeno un sistema di collegamento diretto Frequenza (entro un ora prima dell inizio delle lezioni) elevato grado di praticabilità periodo novembre/aprile oltre 30 minuti (15 minuti per scuole dell infanzia e primarie) doppi/tripli collegamenti Frequenza (superiore ad un ora prima dell inizio delle lezioni) difficile praticabilità nel periodo invernale: almeno la metà più uno dei giorni intercorrenti tra 15 novembre e 15 aprile Su attestazione del Comune Su attestazione del Comune Su attestazione del Comune 2.3 istituzioni scolastiche che, avendo subito eventi calamitosi in danno di edifici, laboratori ed altri beni strutturali, subiscano una repentina ed episodica diminuzione del numero di alunni riconducibile alla eccezionalità dell evento stesso. La diminuzione del numero degli alunni, pertanto, in questi casi non è espressione di un trend negativo costante relativo agli ultimi tre anni scolastici da ricondurre a cause diverse. 3. Il numero di alunni, di cui al punto 1, può essere superato con motivazione specifica in presenza di particolari situazioni logistiche, strutturali e, nelle aree ad alta densità demografica, con particolare riguardo agli istituti di istruzione secondaria che richiedano beni strutturali, laboratori ed officine di alto valore artistico o tecnologico, secondo quanto stabilito dal D.P.R. 233/ Le istituzioni scolastiche fortemente sovradimensionate dovrebbero limitare il numero delle iscrizioni in entrata tenendo conto della capienza massima dei locali e degli spazi disponibili in base alle vigenti norme in materia di sicurezza. 5. In ogni caso le istituzioni scolastiche sovradimensionate devono essere organizzate, ove possibile, in aggregazioni funzionali costituite da più plessi e/o succursali. 6. Le aggregazioni funzionali di cui al punto precedente devono essere organizzate secondo il criterio di appartenenza al medesimo Ambito Territoriale. 7. Tutti gli Istituti di I e II ciclo, quantunque stabilizzati secondo quanto previsto dai criteri di dimensionamento di cui ai successivi punti 2.4 e 2.5, debbono, ove possibile, tendenzialmente uniformarsi ai requisiti quantitativi previsti dal precedente comma 1, nel rispetto delle procedure di cui alle presenti Linee guida. 2.2 Punti di erogazione del servizio I parametri numerici da seguire nella formazione delle sezioni di scuola dell infanzia, delle classi di scuola primaria e relative sezioni staccate, delle classi di scuola secondaria di 1 grado e relative sezioni staccate e delle classi degli istituti e scuole di istruzione secondaria di II grado, sedi coordinate 5

50 e sezioni staccate o aggregate sono quelli previsti dal decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81 (Norme per la riorganizzazione della rete scolastica e il razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane della scuola, ai sensi dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133). Nell applicazione della norma è ovviamente necessario tenere nel debito conto anche quanto previsto dai C.C.N.L. stipulati tra il M.I.U.R. e le OO.SS. che definiscono sia gli oneri di prestazione del servizio del personale docente ed A.T.A., sia i criteri relativi alla assegnazione alle scuole, sia, infine, quelli relativi alla mobilità. Le norme e, quindi, i contratti costituiscono dei vincoli ai quali è necessario attenersi nella utilizzazione delle risorse. Sono di seguito schematizzati i parametri numerici di cui al D.P.R. n. 81/2009 che, tuttavia, vanno correlati alla dotazione organica assegnata annualmente dal M.I.U.R. all Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio: Ordini * Numero Minimo alunni Numero Massimo Alunni Numero alunni Elevabile a Infanzia Numero alunni Comuni Montani e piccole isole Numero alunni Minimo Pluriclassi Numero alunni Massimo Primaria Secondaria di I grado ** Secondaria di II grado *** Note: * Le classi iniziali di ogni ordine e grado con alunni con disabilità sono costituite di norma con non più di 20 alunni. ** Si procede alla formazione di un'unica prima classe quando il numero degli iscritti non supera le 30 unità. Le seconde e terze classi non vengono ricomposte solo se il numero medio di alunni per classe sia pari o superiore a 20. Nelle scuole e nelle sezioni staccate funzionanti nei comuni montani e nelle piccole isole possono essere costituite pluriclassi con un numero massimo di 18 alunni, qualora il numero degli alunni obbligati alla frequenza dei tre anni di corso non consenta la formazione di classi distinte. *** Le classi intermedie sono costituite in numero pari a quello delle classi funzionanti nell anno scolastico precedente purché siano formate con un numero medio di alunni non inferiore a 22. Le classi iniziali di sezioni staccate sono costituite con numero di alunni di norma non inferiore a 25. Le classi iniziali formate da gruppi di diversi indirizzi di studio sono costituite da almeno 27 alunni con non meno di 12 alunni per gruppo. Le classi terminali sono costituite da un numero pari a quello delle corrispondenti penultime classi purché comprendano almeno 10 alunni.] In base all articolo 1 comma 84 della legge n. 107/2015 il dirigente scolastico, nell'ambito dell'organico dell'autonomia assegnato e delle risorse, anche logistiche, disponibili, riduce il numero di alunni e di studenti per classe rispetto a quanto previsto dal regolamento sopra citato allo scopo di migliorare la qualità didattica anche in rapporto alle esigenze formative degli alunni con disabilità. 1. I plessi di scuola dell infanzia devono, per quanto possibile, essere mantenuti nei territori dove attualmente funzionano in considerazione delle esigenze delle famiglie e della difficoltà ad aprirne di nuovi. E comunque opportuno esaminare e documentare tutte quelle situazioni che, 6

51 presentando un numero talmente ridotto di alunni, non consentono il raggiungimento di un adeguato livello di efficacia ed efficienza nell erogazione del servizio. 2. In una prospettiva di corretta programmazione, le situazioni da esaminare e correggere riguardano: i punti di erogazione del servizio (plessi) che non hanno un corso completo (5 classi per la primaria, 3 per la secondaria di I grado e 5 per la secondaria di II grado), i plessi in cui sono presenti pluriclassi, i plessi con classi con numero di alunni che non rispetta i parametri del D.P.R.81/2009. Tali plessi risultano sottodimensionati se sono: plessi in cui sono presenti pluriclassi con meno di 8 alunni, plessi di Scuola di Infanzia con meno di 25 alunni, plessi di Scuola Primaria con meno di 50 alunni, plessi di Scuola Secondaria di I grado con meno di 45 alunni, plessi di Scuola Secondaria di II grado con meno di 100 alunni. 3. Nel valutare l opportunità di mantenere il funzionamento di un punto di erogazione del servizio con un numero molto ridotto di alunni, devono essere presi in considerazione i seguenti elementi: collocazione geografica del plesso in un territorio particolarmente isolato e carente di collegamenti adeguati con i territori limitrofi, funzionalità del plesso a livello strutturale (presenza di laboratori, palestra, adeguatezza dell edificio etc.), presenza di aule a norma utilizzabili in plessi forniti delle attrezzature di cui sopra e collocati ad una distanza tale che i tempi di percorrenza non siano superiori a 15 minuti per le scuole dell infanzia e primarie, 30 minuti per le scuole secondarie di I grado e non più di 45 minuti per le scuole secondarie di II grado, trend di frequenza del plesso negli ultimi tre anni in crescita o in decremento. 4. Nel caso di proposte di soppressione di plessi è necessario accertarsi che venga assicurata l esistenza o l erogazione di validi servizi di trasporto pubblico e di accompagnamento degli alunni. In proposito, la Regione provvederà ad incentivare la creazione di un tavolo tecnico per attivare un dialogo con le aziende di competenza al fine di individuare tempi compatibili tra servizi di trasporto ed orari di apertura/chiusura delle scuole di riferimento. 2.3 Pluriclassi 1. E necessario evitare il formarsi di pluriclassi e ridurre il numero di quelle già esistenti, facilitando il più possibile la frequenza degli alunni in gruppi classe omogenei per età, al fine di sostenere percorsi didattici efficaci per raggiungere apprendimenti significativi per tutti e contrastare lo strutturarsi di difficoltà cognitive e relazionali. A tal fine, la Città Metropolitana di Roma Capitale e le altre Amministrazioni provinciali dovranno programmare puntuali confronti con i Sindaci nella prospettiva di costruire insieme sinergie virtuose e strategiche, che coinvolgano anche più Comuni limitrofi (v. anche il paragrafo 3.1, secondo punto in elenco del punto 2) acquisendo proposte di estinzione delle pluriclassi, da attuare secondo un programma pluriennale. 2. In un ottica di valorizzazione e di evoluzione delle identità culturali dei territori, l individuazione delle strategie di cui al punto 1 dovrà essere finalizzata all attuazione di progetti volti al superamento delle pluriclassi a livello metropolitano e provinciale. Pertanto, considerando le 7

52 diverse realtà territoriali, la Città Metropolitana di Roma Capitale e le altre Amministrazioni provinciali dovranno esaminare, rilevare e verificare: quali Comuni presentino un trend di crescita della popolazione in età scolare, al fine di proporre l avvio di azioni ed interventi che consentano il superamento delle pluriclassi nel triennio 2016/2019; quali Comuni presentino un trend della popolazione in età scolare in decremento, al fine di consentire il superamento delle pluriclassi attraverso la realizzazione di poli didattici su due Comuni limitrofi: in uno il polo didattico di scuola primaria e nell altro quello di scuola secondaria di I grado; quali Comuni saranno inevitabilmente soggetti alla chiusura del punto di erogazione del servizio scolastico (par. 2.2, punto 2). Al fine di valorizzare l identità culturale del territorio e garantirne il mantenimento nel tempo, la Città Metropolitana di Roma Capitale e le altre Amministrazioni provinciali, di concerto con i Comuni coinvolti, individueranno le migliori opportunità di attuazione finalizzate all istituzione di nuove scuole territoriali in forma cooperativa tra Comuni medesimi. Tali proposte di estinzione delle pluriclassi e di attivazione di progetti virtuosi potranno prevedere l adozione di soluzioni flessibili tra classi e, laddove possibile, tra plessi vicini anche attraverso l utilizzo dei centri culturali e sportivi presenti nei singoli territori al fine di creare una sinergia tra luoghi di apprendimento, di esperienze formative e di attività per il potenziamento della didattica (scuola diffusa). 3. Nel caso i Comuni interessati non provvedano a comunicare le proposte di estinzione e/o di attivazione di progetti virtuosi di cui al precedente punto 2, gli stessi dovranno fornire dettagliata relazione sulle cause ostative all adozione di tali pianificazioni, in modo tale da permettere la mappatura ed il monitoraggio delle varie soluzioni in rapporto allo sviluppo delle infrastrutture e/o dei servizi, anche attraverso appositi interventi di supporto della Regione, indispensabili all evitare il formarsi delle pluriclassi e ridurre quelli esistenti. 4. Nel caso di proposte di estinzione delle pluriclassi e di attivazione di progetti virtuosi di cui al precedente punto 2, è necessario accertarsi che venga assicurata l esistenza o l erogazione di validi servizi di trasporto pubblico e di accompagnamento degli alunni, anche attraverso appositi interventi di supporto da parte della Regione. 2.4 Criteri per il dimensionamento del I ciclo d istruzione 1. L obiettivo di garantire un processo di continuità didattica nell ambito dello stesso ciclo di istruzione è perseguito con l aggregazione in Istituti comprensivi delle scuole dell'infanzia, delle scuole primarie e delle scuole secondarie di primo grado, con la conseguente soppressione delle Istituzioni scolastiche autonome costituite separatamente da Direzioni Didattiche e Scuole secondarie di I grado. 2. Per le istituzioni scolastiche autonome trovano applicazione i parametri di riferimento riportati nel precedente paragrafo Potrà essere presa in considerazione la deroga all'aggregazione nel caso in cui tale accorpamento e la costituzione in Istituti Comprensivi dovesse comportare la creazione di Istituzioni Scolastiche autonome con un numero di alunni superiore al limite previsto dal precedente punto

53 2.5 Criteri per il dimensionamento del II ciclo d istruzione 1. Obiettivo è perseguire l equilibrio territoriale delle opportunità di scelta dell offerta formativa da parte degli studenti. Tale obiettivo comporta, in particolare, la necessità di evitare duplicazioni e sovrapposizioni rispetto ad analoghi indirizzi/opzioni già funzionanti nel medesimo ambito territoriale. 2. A partire dall anno scolastico 2017/18, al fine di migliore la distribuzione territoriale degli indirizzi di studio e delle opzioni, gli Istituti di istruzione superiore che presentino un numero di indirizzi/opzioni di studio afferenti ad ambiti di sapere eterogenei (per es. indirizzi liceali insieme ad indirizzi tecnici e/o professionali) potranno avviare un percorso finalizzato alla scelta di un indirizzo di studi prevalente cui ricondurre la propria offerta formativa, tenendo conto delle realtà territoriali. In particolare, laddove le caratteristiche di alta densità demografica, di efficienza della rete dei trasporti e di sostenibilità dei tempi di percorrenza lo consentano, ciascun Istituto potrà, nel corso di un triennio trasformarsi in un polo di percorsi di studio omogenei (per esempio polo liceale, polo tecnico-economico, polo tecnico-tecnologico, polo professionale per i servizi, polo professionale per l industria e l artigianato) o preferibilmente in un polo con un percorso di studio unitario (per esempio polo liceale scientifico, polo liceale artistico, polo liceale linguistico, polo turistico, polo per i servizi socio sanitari, polo alberghiero ecc.). Tale processo che consentirà di razionalizzare gradualmente l offerta formativa territoriale, nonché di ottimizzarla qualitativamente, necessiterà della più ampia collaborazione tra le scuole, il personale docente e le famiglie. Gli istituti viciniori potranno coordinarsi al fine di orientare le iscrizioni al primo anno di corso al raggiungimento dello scopo sopra descritto. Pertanto, gli Istituti secondari di secondo grado che vorranno aderire dovranno predisporre un piano di riordino degli indirizzi di studio condividendolo con le Amministrazioni comunali e provinciali di riferimento e le altre istituzioni scolastiche coinvolte. Le proposte di riordino degli indirizzi di studio eventualmente formulate dagli Istituti secondari di secondo grado seconda le modalità descritte verranno inserite nei Piani Provinciali e nel Piano Regionale di dimensionamento delle istituzioni scolastiche. 2.6 Attivazione di nuovi indirizzi/opzioni 1. Le proposte di attivazione di nuovi indirizzi ed opzioni potranno essere formulate unicamente dagli Istituti secondari di secondo grado che non abbiano già attivato nuovi indirizzi ed opzioni nel corso del precedente anno scolastico 2016/ Gli Istituti secondari di secondo grado che abbiano presentato la proposta di riordino degli indirizzi di studio a norma del punto 2 del paragrafo precedente dovranno preferibilmente formulare proposte di attivazione di nuovi indirizzi ed opzioni in relazione all indirizzo di studi individuato come prevalente. 3. Le proposte di attivazione di indirizzi ed opzioni dovranno soddisfare le seguenti condizioni: assenza dell indirizzo/opzione nel medesimo distretto scolastico o ambito territoriale, inteso come articolazione delle reti di mobilità; finalizzazione al riequilibrio territoriale o alla riqualificazione dell offerta formativa; coerenza con l identità dell istituto delle cui risorse (aule, laboratori, attrezzature) il nuovo indirizzo dovrà fruire, a meno che non si evidenzi una documentata rispondenza del nuovo indirizzo a sbocchi occupazionali previsti nel territorio; 9

54 garanzia dell avvio di almeno una prima classe; compatibilità con le disponibilità di organico, le sedi, le dotazioni tecniche disponibili; riqualificazione dell offerta di formazione professionale per migliorare l integrazione sociale e la transizione scuola-lavoro tenendo conto delle attitudini educative, delle predisposizioni culturali, delle tendenze produttive e delle prospettive occupazionali del territorio. 4. Le richieste di nuovi indirizzi ed opzioni dovranno essere sempre formulate previa attenta valutazione degli spazi e delle strutture disponibili, soprattutto con riferimento a quegli indirizzi/opzioni che richiedano lo svolgimento di attività laboratoriali. 5. In particolare, le proposte di nuova istituzione di Istituti Professionali - settore servizi - indirizzo servizi per l enogastronomia e l ospitalità alberghiera in tutte le loro articolazioni e opzioni, dovranno garantire, su attestazione dell Istituto scolastico richiedente, la presenza delle seguenti strutture, nel rispetto delle norme HACCP e di sicurezza: laboratorio di Cucina professionale con relativi magazzini per la conservazione dei prodotti alimentari; spazio e attrezzatura per lavaggio, sbarazzo e smistamento; laboratorio bar completo delle apparecchiature necessarie alle attività pratiche; laboratorio di sala, laboratorio Front office dotato di PC; grande e piccola attrezzatura per le esercitazioni pratiche per cucina sala e bar. 6. Gli indirizzi/opzioni aggiuntivi e/o sostitutivi, una volta attivati, dovranno essere monitorati dalle Istituzioni scolastiche nell arco di tre anni. Prima di poter formulare un ulteriore richiesta di indirizzi/opzioni aggiuntivi e/o sostitutivi, che dovrà essere opportunamente motivata, i Dirigenti Scolastici, entro il mese di giugno del terzo anno di attivazione, dovranno comunicare alla Direzione Regionale, via mail o via fax, i risultati dei monitoraggi effettuati tramite una relazione che ne documenti l andamento nel corso del triennio. 7. Nei casi in cui il nuovo indirizzo/opzione istituito con deliberazione regionale non venga in concreto attivato nel corso dei due anni scolastici successivi, decade automaticamente. 8. Nel disporre l eventuale soppressione di indirizzi/opzioni di studio, occorre tenere presente il criterio dell agevole raggiungimento di Istituti presso i quali sia possibile fruire della stessa offerta formativa. Laddove ciò non risulti possibile o sia comunque di difficile attuazione a causa delle condizioni logistiche, si avrà cura di consentire agli studenti la conclusione del ciclo di studi già iniziato. 9. Le proposte di istituzione di nuovi Licei musicali e coreutici - tenuto conto delle indicazioni normative fornite a livello nazionale - dovranno soddisfare le condizioni di cui ai precedenti paragrafi ed essere corredate di tutte le garanzie necessarie (piena idoneità già sussistente sia della sede che degli spazi laboratoriali, presenza di adeguata strumentazione, convenzione con un Conservatorio di Musica ovvero con l Accademia Nazionale di Danza). Il Dirigente Scolastico dovrà documentare la presenza di tali condizioni e garanzie mediante apposita dichiarazione da acquisire agli atti dalla Città Metropolitana di Roma Capitale e dalle altre Amministrazioni provinciali (par. 3.1, punto 2). 10. Le istituzioni scolastiche di Liceo scientifico che richiederanno l'attivazione della sezione ad indirizzo sportivo dovranno soddisfare le condizioni di cui ai precedenti paragrafi e rispettare quelle previste dall articolo 3, commi 5 e 6 del decreto del Presidente della Repubblica 5 marzo 10

55 2013, n. 52 (Regolamento di organizzazione dei percorsi della sezione ad indirizzo sportivo del sistema dei licei, a norma dell'articolo 3, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 89), in particolare dovranno disporre di impianti e attrezzature ginnicosportive adeguati. Al fine di assicurare il pieno raggiungimento delle finalità istituzionali delle sezioni ad indirizzo sportivo possono essere stipulati gli accordi e le collaborazioni di cui all articolo 4, comma 1 del D.P.R. 52/2013. Il Dirigente Scolastico dovrà documentare la presenza di tali condizioni mediante apposita dichiarazione da acquisire agli atti dalla Città Metropolitana di Roma Capitale e dalle altre Amministrazioni provinciali (par. 3.1, punto 2). 2.7 Licei classici La Regione Lazio, prendendo atto del notevole rischio di marginalizzazione e residualità cui si trova esposto il Liceo classico che ha perso la propria capacità attrattiva nei confronti della maggior parte della popolazione studentesca, con la Determinazione 12 febbraio 2015, n. G01230 ha istituito il Gruppo di Lavoro Regionale per la valorizzazione dei Licei Classici con il compito di fornire indicazioni per realizzare nel territorio regionale, a partire dall anno scolastico 2016/17, azioni mirate alla salvaguardia della specificità di tale indirizzo di studi. Il Gruppo di lavoro, nell allegato C alla D.G.R. n. 765/2015, ha individuato una serie di possibili criteri, indirizzi e iniziative di innovazione metodologica che i Licei classici del Lazio potranno fare propri al fine di rilanciare e valorizzare la propria offerta formativa. In particolare, i Licei classici sottodimensionati e gli indirizzi di liceo classico (associati ad altri indirizzi all interno di Istituti di Istruzione Superiore) in gravissima sofferenza numerica, potranno adottare, sulla base di proposte dai medesimi formulate, una o più tra le iniziative indicate dal Gruppo di lavoro anche mediante la costituzione di apposite reti di scuole. Le proposte delle istituzioni scolastiche dovranno essere finalizzate alla riqualificazione dell offerta formativa e dovranno avere, come risposta, tutela di organico e disponibilità di sedi e dotazioni tecniche. Tali reti, ai sensi dell art. 7 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275 (Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell'art. 21 della L. 15 marzo 1997, n. 59) e dell articolo 1 commi 70 e 71 della Legge n. 107/2015, potranno essere costituite attraverso appositi accordi sottoscritti dalle Istituzioni Scolastiche interessate in cui verranno identificati, oltre all Istituzione Scolastica capofila, l oggetto, le finalità, la durata e le risorse professionali coinvolte nell intervento. I Licei classici che aderiranno alle iniziative descritte potranno fruire di apposite e temporanee deroghe ai parametri numerici ordinari di dimensionamento (numero di alunni, consolidato e prevedibilmente stabile almeno per un quinquennio, compreso tra 600 e 1200, con media regionale tendenzialmente di 900 alunni) allo scopo di intraprendere un programma triennale di recupero delle iscrizioni. 2.8 Centri Provinciali per l Istruzione degli Adulti - C.P.I.A. Attualmente nella Regione Lazio, a seguito dell ultimo dimensionamento, sono presenti 10 C.P.I.A. La Regione Lazio s impegna a sostenere e favorire la messa a regime dei nuovi assetti organizzativi e didattici in modo da innalzare i livelli di istruzione degli adulti e potenziare le competenze chiave per l'apprendimento permanente, promuovere l occupabilità e la coesione sociale, contribuire a contrastare il fenomeno dei giovani non occupati e non in istruzione e formazione, favorire la conoscenza della lingua italiana da parte degli stranieri adulti e sostenere i percorsi di istruzione negli 11

56 istituti di prevenzione e pena anche al fine del monitoraggio previsto dall art. 1 comma 23 della Legge 107/2015. Si porrà particolare attenzione nell adottare specifici atti di programmazione affinchè gli enti locali competenti garantiscano in ogni provincia sedi adeguate corredate di aule e laboratori necessari a garantire la piena operatività dei C.P.I.A. 2.9 Ambiti territoriali La legge n. 107/2015 art. 1, comma 66 istituisce, a decorrere dall'anno scolastico 2016/2017, ruoli regionali del personale docente articolati in ambiti territoriali. La medesima norma prevede i seguenti criteri di delimitazione: l'ampiezza degli ambiti territoriali, inferiore alla provincia o alla città metropolitana, deve essere circoscritta considerando la popolazione scolastica, la prossimità delle istituzioni scolastiche, le caratteristiche del territorio (specificità' delle aree interne, montane e delle piccole isole, presenza di scuole nelle carceri, nonché di ulteriori situazioni o esperienze territoriali già in atto). Tali ambiti, inoltre, in base alla circolare MIUR 26 gennaio 2016, n. 726: non potranno avere una dimensione territoriale comprendente istituzioni scolastiche appartenenti a province diverse; comprenderanno scuola sia di I che di II ciclo in modo da garantire ampia offerta formativa; non potranno prevedere una popolazione scolastica inferiore a 22mila alunni e superiore a 40mila alunni (salvo deroghe motivate dalla assoluta impossibilità di applicare i criteri indicati). Per le aree metropolitane si potrà arrivare fino a 70mila; avranno una dimensione sub provinciale. Per l anno scolastico 2016/17 l Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio con Decreto del Direttore Generale 3 marzo 2016, n. 37 ha individuato 28 ambiti territoriali: 16 a Roma, 4 a Frosinone e Latina e 2 a Rieti e Viterbo. Per l anno scolastico 2017/18, al fine di perfezionare la descritta suddivisione territoriale ed apportare tutte le variazioni ritenute opportune, è stato istituito un apposito tavolo tecnico cui partecipano rappresentanti della Direzione Regionale Formazione, Ricerca e innovazione, Scuola e Università, Diritto allo Studio, dell Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio e di tutte le Organizzazioni Sindacali regionali più rappresentative del comparto scuola. 3. PROCEDURE DI DEFINIZIONE DEI PIANI PROVINCIALI E DEL PIANO REGIONALE 3.1 Piani Provinciali 1. La Città Metropolitana di Roma Capitale e le altre Amministrazioni provinciali (di seguito Amministrazioni Provinciali) adottano i Piani provinciali di organizzazione della rete scolastica a seguito di interlocuzione tra i diversi livelli e ruoli istituzionali e di formulazione di proposte condivise. Le Amministrazioni Provinciali dovranno, quindi, esercitare compiutamente il loro ruolo di programmazione e di sede di confronto con i Sindaci, le istituzioni scolastiche di competenza territoriale e le parti sociali, in riferimento all intero sistema dell istruzione, dalla Scuola dell infanzia agli Istituti secondari di II grado. 2. Le Amministrazioni Provinciali avranno pertanto cura di acquisire: 12

57 le proposte dei Comuni che avranno raccolto i pareri dei Consigli di Istituto delle scuole primarie e secondarie di I grado; la mappatura delle pluriclassi e le proposte concordate secondo quanto previsto ai punti 1 e 2 del precedente paragrafo 2.3, volte al superamento delle pluriclassi medesime; i pareri del Consigli di Istituto delle scuole secondarie di II grado interessate alle proposte di modifica. 3. Relativamente al numero degli alunni, si farà riferimento ai dati ufficiali dell Organico di Fatto definito dall Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio. 4. Le Amministrazioni Provinciali dovranno tenere conto dei criteri di cui al precedente paragrafo 2, della situazione della rete scolastica di partenza (come risultante dall ultimo Piano regionale adottato), del vigente quadro normativo che definisce standard precisi sulla sostenibilità finanziaria e sull efficacia funzionale di plessi e Istituzioni scolastiche, mantenendo l obiettivo di realizzare sul territorio di propria competenza il miglior servizio scolastico possibile, anche in presenza di proposte non condivise dagli Enti locali, i quali, nel rispetto del principio di leale collaborazione inter-istituzionale, sono tenuti all osservanza della normativa di rango statale e regionale. 5. Pur considerando il valore consultivo della partecipazione alla procedura del dimensionamento qualora i rilievi e le proposte degli Enti locali non potessero trovare accoglimento nel piano di dimensionamento provinciale, in quest ultimo dovranno essere indicati espressamente e analiticamente i motivi per i quali tali rilievi e proposte debbano essere disattesi, in particolare, specificando le difformità rilevate e le criticità emerse. Inoltre, le Amministrazioni Provinciali avranno cura di fornire specifica motivazione anche in riferimento alle richieste di nuovi indirizzi/opzioni di cui al paragrafo 2.6, ivi comprese le proposte di attivazione di licei musicali e/o sportivi. 6. Al fine di rendere più efficienti gli adempimenti di competenza regionale, un rappresentante della Regione Lazio, incaricato dalla Direzione regionale competente in materia di Istruzione, potrà partecipare in qualità di osservatore ai lavori degli organismi provinciali per la riorganizzazione della rete scolastica. In ogni caso, per ciascuna seduta dovrà essere redatto apposito verbale da allegare alla proposta di Piano di cui al successivo comma 8. Ai lavori dei citati organismi partecipa di diritto l Assessore regionale competente in materia di istruzione. 7. Al momento dell avvio della procedura ciascuna Amministrazione Provinciale è tenuta a comunicare via o via fax, alla Direzione Regionale la calendarizzazione dei lavori degli organismi provinciali per la riorganizzazione della rete scolastica sulla base della quale verranno previsti, prima dell adozione definitiva dei piani provinciali, singoli incontri con i rappresentanti provinciali per prendere in esame le eventuali criticità territoriali e concordare adeguate soluzioni. Nel corso di questi incontri, in particolare, le Amministrazioni Provinciali avranno cura di fornire una specifica mappatura di tutti gli Istituti e Scuole di istruzione secondaria di II grado, sedi coordinate e sezioni staccate o aggregate presenti nei rispettivi territori, completa degli indirizzi e opzioni già attivi e di quelli che si propone di attivare. 8. Una volta approvate in via definitiva tramite specifiche deliberazioni le proposte relative ai rispettivi Piani provinciali, le Amministrazioni Provinciali provvederanno ad inviarle alla Direzione Regionale motivandole in ogni opzione e riportando le indicazioni delle sedi legali delle istituzioni scolastiche. Le deliberazioni saranno trasmesse, sia in formato cartaceo che attraverso posta elettronica certificata, entro il 10 novembre di ogni anno alla Direzione Regionale competente in materia di Istruzione e all Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio. 13

58 9. L Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio trasmette motivato parere sia alle Amministrazioni provinciali interessate, sia alla Direzione Regionale competente in materia di Istruzione, entro i successivi 15 giorni dalla ricezione dei Piani provinciali completi di tutti gli elementi. 3.2 Piano regionale 1. La Direzione Regionale competente in materia di Istruzione invierà la proposta di piano regionale di dimensionamento della rete scolastica per l anno scolastico di riferimento, entro il 30 novembre di ogni anno alla Conferenza regionale permanente per l istruzione istituita con decreto del Presidente della Regione 12 settembre 2012, n. T La Regione, ai fini della proposta di piano regionale di cui al punto precedente, in assenza di deliberazioni concernenti il Piano provinciale di organizzazione della rete scolastica adottate entro i termini di cui al precedente comma 8, si riserva la facoltà di esercitare il potere sostitutivo nei confronti della Provincia inadempiente, previa assegnazione di un congruo termine per provvedere. 3. La Giunta regionale al termine della sessione dei lavori della Conferenza regionale permanente per l istruzione e ad esito degli stessi, approverà il Piano regionale di dimensionamento della rete scolastica per l anno scolastico di riferimento entro il 15 dicembre di ogni anno. 14

59 REGIONE LAZIO DELIBERAZIONE N. DEL GIUNTA REGIONALE PROPOSTA N DEL 08/09/2016 STRUTTURA PROPONENTE Direzione Regionale: FORMAZ., RICE. E INNOV., SCUOLA UNIV., DIR. STUDIO Area: PROGR., ORGAN. E ATT.OFF.ISTR., DIR.ST.SCOL. UNIV. Prot. n. del OGGETTO: Schema di deliberazione concernente: Piano annuale degli interventi per il diritto allo studio scolastico - Anno scolastico 2016/2017. (CIATTAGLIA CLAUDIA) (D'ALESSIO AGNESE) (A. D'ALESSIO) (E. LONGO) L' ESTENSORE IL RESP. PROCEDIMENTO IL DIRIGENTE RESPONSABILE IL DIRETTORE REGIONALE ASSESSORATO PROPONENTE FORMAZIONE, RICERCA, SCUOLA, UNIVERSITA' E TURISMO (Smeriglio Massimiliano) IL VICE-PRESIDENTE DI CONCERTO ALL'ESAME PREVENTIVO COMM.NE CONS.RE COMMISSIONE CONSILIARE: Data dell' esame: VISTO PER COPERTURA FINANZIARIA: IL DIRETTORE DELLA DIREZIONE REGIONALE PROGRAMMAZIONE ECONOMICA, BILANCIO, DEMANIO E PATRIMONIO con osservazioni senza osservazioni SEGRETERIA DELLA GIUNTA Data di ricezione 09/09/ prot. 555 ISTRUTTORIA: IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO IL DIRIGENTE COMPETENTE IL SEGRETARIO DELLA GIUNTA IL PRESIDENTE Pagina 1 / 5 Richiesta di pubblicazione sul BUR: SI

60 Oggetto: Piano annuale degli interventi per il diritto allo studio scolastico - Anno scolastico 2016/2017. LA GIUNTA REGIONALE SU PROPOSTA dell Assessore alla Formazione, Ricerca, Scuola, Università e Turismo; VISTI gli articoli 33, 34, 117 terzo comma e 118 della Costituzione; VISTO lo Statuto della Regione Lazio; VISTA la Legge Regionale 18 febbraio 2002, n. 6 - Disciplina del sistema organizzativo della Giunta e del Consiglio e disposizioni relative alla dirigenza ed al personale regionale - e successive modificazioni; VISTO il Regolamento Regionale 6 settembre 2002, n. 1 - Organizzazione degli uffici e dei servizi della Giunta Regionale - e successive modificazioni e integrazioni; VISTA la Legge 28 dicembre 2015, n Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2016) e in particolare il comma 960; VISTA la Legge Regionale 20 novembre 2001, n Norme in materia di programmazione, bilancio e contabilità della Regione - e successive modificazioni; VISTO il Decreto Legislativo 23 giugno 2011, n Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni, degli enti locali e dei loro organismi, a norma degli articoli 1 e 2 della legge 5 maggio 2009, n.42 e successive modificazioni; VISTA la Legge Regionale 31 dicembre 2015, n Legge di stabilità regionale 2016; VISTA la Legge Regionale 31 dicembre 2015, n Bilancio di previsione finanziario della Regione Lazio ; VISTA la Deliberazione della Giunta Regionale 2 febbraio 2016, n Applicazione delle disposizioni di cui all articolo 10, comma 2 e articolo 39, comma 4, del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118 e successive modifiche, e ulteriori disposizioni per la gestione del bilancio di previsione finanziario della Regione Lazio ; VISTA la Deliberazione della Giunta Regionale 23 febbraio 2016, n Bilancio di previsione finanziario della Regione Lazio Assegnazione dei capitoli di spesa alle strutture regionali competenti, ai sensi dell articolo 1, comma 6, lettera c), della legge regionale 31 dicembre 2015, n. 18; VISTA la Deliberazione della Giunta regionale 8 marzo 2016, n. 88, - Variazioni del bilancio regionale , in applicazione delle disposizioni di cui all'articolo 42, commi da 9 a 11, del decreto legislativo 23 giugno 2011 n. 118 e successive modifiche; Pagina 2 / 5

61 VISTA la Circolare del Segretario Generale 3 marzo 2016, prot. n e successive integrazioni con la quale sono state fornite indicazioni in riferimento alla gestione del bilancio regionale , conformemente a quanto disposto dalla Deliberazione della Giunta Regionale 2 febbraio 2016, n. 29; VISTA la Legge 7 aprile 2014, n Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni; VISTA la Deliberazione di Giunta Regionale 23 febbraio 2016, n Legge Regionale 31 dicembre 2015, n.17 legge di stabilità regionale 2016 attuazione disposizioni di cui all art.7, comma 8; VISTA la Legge Regionale 30 marzo 1992, n. 29 Norme per l attuazione del diritto allo studio e successive modificazioni; CONSIDERATO che l art. 35 della richiamata legge regionale n. 29/92 prevede l approvazione da parte della Giunta Regionale del Piano annuale degli interventi per il diritto allo studio; CONSIDERATO che in attuazione della citata Legge 56/2014 le funzioni precedentemente delegate alle ex Province, oggi enti territoriali di Area Vasta, in materia di diritto allo studio sono tornate in capo alla Regione; TENUTO CONTO che la Regione intende gestire questa delicata fase transitoria confermando, per questa annualità, il precedente sistema di raccordo, coordinamento, confronto e consultazione costruito dagli enti territoriali con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati e rinviando alle successive annualità il processo di adeguamento di tale sistema al nuovo riparto di competenze introdotto dalle ultime novità normative; PRESO ATTO dei piani di riparto dei fondi per il diritto allo studio inviati alla Regione dagli Enti territoriali di area vasta, attraverso i quali sono stati assegnati i contributi ai Comuni nel rispetto dei criteri stabiliti dall art.13 della Legge Regionale n. 29/92; VALUTATO opportuno, in analogia con i precedenti finanziamenti, confermare tali criteri anche per l anno scolastico 2016/2017; PRESO ATTO dell avvio ormai prossimo delle attività didattiche relative all anno scolastico 2016/2017; ATTESA l urgenza di assegnare immediatamente ai Comuni le risorse necessarie a garantire la corretta fruizione di alcuni servizi essenziali quali i servizi di mensa, di trasporto scolastico degli alunni con disabilità frequentanti le scuole di ogni ordine e grado e di tutti gli altri alunni che ne hanno necessità; RITENUTO opportuno: - destinare immediatamente ai Comuni i fondi per l esercizio delle funzioni amministrative di cui all art.4 della L.R. 29/92, pari a ,00 a valere sul capitolo F11900 spese per il diritto allo studio (parte corrente) trasferimenti correnti ad amministrazioni locali macro-aggregato esercizio finanziario 2016, da utilizzare prioritariamente per i servizi di mensa, di trasporto scolastico degli alunni con disabilità frequentanti le scuole di ogni ordine e grado e di tutti gli altri alunni che ne hanno necessità, secondo Pagina 3 / 5

62 quanto stabilito nel Piano annuale degli interventi per il diritto allo studio scolastico - a.s ; - integrare, esclusivamente per i servizi di mensa, di trasporto scolastico degli alunni con disabilità frequentanti le scuole di ogni ordine e grado e di tutti gli altri alunni che ne hanno necessità, nei limiti delle risorse disponibili, su puntuale richiesta dei singoli Comuni e a seguito della presentazione di tutta la documentazione correlata, le somme assegnate qualora i fondi non risultassero sufficienti; RITENUTO, pertanto, di adottare il Piano annuale degli interventi per il diritto allo studio scolastico - Anno scolastico 2016/2017 di cui all Allegato A che costituisce parte integrante e sostanziale della presente deliberazione; PRESO ATTO della difficile situazione dei Comuni colpiti dal terremoto dello scorso 24 agosto 2016 che saranno destinatari di specifici finanziamenti regionali per far fronte allo stato di emergenza e dei quali non è ancora possibile determinare il numero; RITENUTO di rinviare a successivo provvedimento il finanziamento degli interventi diretti regionali per il diritto allo studio e degli ulteriori interventi previsti al Titolo III, Capo II della Legge regionale n. 29/92 e di nuove sezioni primavera in favore di bambini dai due ai tre anni, i cui importi verranno stabiliti in base alle restanti risorse disponibili; TENUTO CONTO che, a causa delle numerose difficoltà insorte in questa delicata fase di riordino delle competenze, non è stato possibile adottare il Piano entro il mese di luglio come previsto dalla Legge regionale n. 29/92; VALUTATO opportuno, quindi, attesa l urgenza e la ristrettezza dei tempi di assegnazione delle risorse, rinviare l acquisizione del parere della Commissione consiliare competente al successivo provvedimento di integrazione; DELIBERA -di adottare il Piano annuale degli interventi per il diritto allo studio scolastico - Anno scolastico 2016/2017 di cui all Allegato A che costituisce parte integrante e sostanziale della presente deliberazione; -di destinare immediatamente ai Comuni i fondi per l esercizio delle funzioni amministrative di cui all art.4 della L.R. 29/92, pari a ,00 a valere sul capitolo F11900 spese per il diritto allo studio (parte corrente) trasferimenti correnti ad amministrazioni locali macro-aggregato esercizio finanziario 2016, da utilizzare prioritariamente per i servizi di mensa, di trasporto scolastico degli alunni con disabilità frequentanti le scuole di ogni ordine e grado e di tutti gli altri alunni che ne hanno necessità, secondo quanto stabilito nel Piano annuale degli interventi per il diritto allo studio scolastico - a.s ; -di integrare, esclusivamente per i servizi di mensa, di trasporto scolastico degli alunni con disabilità frequentanti le scuole di ogni ordine e grado e di tutti gli altri alunni che ne hanno necessità, nei limiti delle risorse disponibili, su puntuale richiesta dei singoli Comuni e a seguito della presentazione di tutta la documentazione correlata, le somme assegnate qualora i fondi non risultassero sufficienti; -di rinviare a successivo provvedimento il finanziamento degli interventi diretti regionali per il diritto allo studio e degli ulteriori interventi previsti al Titolo III, Capo II della Legge regionale n. Pagina 4 / 5

63 29/92 e di nuove sezioni primavera in favore di bambini dai due ai tre anni, i cui importi verranno stabiliti in base alle restanti risorse disponibili. Il Direttore della Direzione Regionale Formazione, Ricerca e Innovazione, Scuola e Università, Diritto allo studio provvederà ad esperire tutti gli atti necessari e conseguenti all attuazione della presente deliberazione. La stessa Direzione provvederà all impegno delle risorse per i singoli comuni previa verifica, per quelli dell Area Vasta di Rieti, che non siano destinatari di altre risorse nei provvedimenti che verranno adottati per far fronte alla stato di emergenza. La presente deliberazione sarà pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio e ne sarà data diffusione sul sito Avverso il presente provvedimento è ammesso ricorso giurisdizionale innanzi al T.A.R Lazio nel termine di giorni sessanta dalla pubblicazione, ovvero ricorso straordinario al Capo dello Stato entro il termine di centoventi giorni. Pagina 5 / 5

64 ALLEGATO A PREMESSA PIANO ANNUALE DEGLI INTERVENTI PER IL DIRITTO ALLO STUDIO SCOLASTICO ANNO SCOLASTICO 2016/17 Il Piano annuale per il Diritto allo Studio è lo strumento operativo con cui la Regione attua i fondamentali principi di eguaglianza e di garanzia del diritto all istruzione di cui agli articoli 3 e 34 della Costituzione italiana. Tale piano promuove, infatti, gli interventi finalizzati a rendere effettivo il diritto allo studio e a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e socio-culturale che limitano la frequenza e impediscono l assolvimento dell obbligo scolastico in coerenza con le priorità fissate dalla strategia di Europa 2020 e con le nuove priorità identificate dal Consiglio e dalla Commissione dell Unione Europea nella relazione congiunta del 23 novembre 2015, riconducibili al miglioramento delle competenze e delle prospettive occupazionali, alla creazione di contesti di apprendimento aperti, innovativi e digitali e alla valorizzazione dei principi fondamentali dell'uguaglianza, della non discriminazione e della cittadinanza attiva. Con l ultimo Piano, deliberazione della Giunta Regionale 7 ottobre 2014, n. 648, la Regione ha promosso l adozione di efficaci misure di prevenzione, intervento e compensazione nell ambito della lotta alla dispersione scolastica e sostenuto l attuazione di azioni condivise per dare risposte concrete alle diverse problematiche rilevate nelle scuole. Questi importanti obiettivi trovano puntuale conferma anche nel presente Piano, il quale, in particolare provvederà a: - garantire l esercizio del diritto all istruzione in tutto il territorio regionale; - migliorare la qualità e l'efficacia del sistema dell'istruzione regionale; - favorire l attuazione di progetti di particolare valore educativo, sociale e culturale. Inoltre, a seguito del mutato quadro normativo, dovrà essere avviata la costruzione di un nuovo sistema di assegnazione ed erogazione delle risorse finanziarie in materia. 1. Quadro normativo di riferimento L attuale quadro normativo di riferimento, costituito dalla legge regionale 30 marzo 1992, n. 29 (Norme per l attuazione del diritto allo studio), prevede interventi destinati a superare definitivamente le condizioni di analfabetismo, a rendere effettivo il diritto allo studio e ad elevare i livelli di scolarità nella prospettiva dell'educazione permanente e continua. La legge regionale n. 29/1992, novellata dall articolo 5 della legge regionale 18 maggio 1998, n. 14 (Disposizioni finanziarie per la redazione del bilancio di previsione della Regione Lazio per l'esercizio finanziario 1998), delega alle ex Province l esercizio della maggior parte delle funzioni amministrative in essa previste e, in particolare, quelle in materia di ripartizione tra i Comuni dei fondi attribuiti per il diritto allo studio. Tale sistema di gestione del Piano è stato superato dalle nuove disposizioni regionali di attuazione della legge 7 aprile 2014, n. 56 (Disposizioni sulle città' metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni), che ha ricondotto in capo alla Regione le funzioni precedentemente delegate alle ex Province in materia di diritto allo studio. Pertanto, dall anno scolastico 2016/2017, i soggetti istituzionali, oltre alla Regione, coinvolti nell esercizio delle competenze e delle funzioni amministrative previste dalla legge regionale n. 29/92, saranno unicamente i Comuni.

65 2. Ambiti di intervento La programmazione in materia di diritto allo studio per l anno scolastico 2016/2017 intende stabilire, nell ambito delle risorse finanziarie disponibili, le seguenti priorità: - destinazione dei fondi per l esercizio delle funzioni amministrative di cui all art.4 della L.R. n. 29/92; - finanziamento degli interventi diretti regionali per il diritto allo studio e degli ulteriori interventi previsti al Titolo III, Capo II della Legge regionale n. 29/92; - finanziamento di nuove sezioni primavera in favore di bambini dai due ai tre anni. Tali priorità vengono individuate allo scopo di: - garantire l'effettivo esercizio del diritto allo studio; - rimuovere i fattori di emarginazione sociale, culturale ed economica; - promuovere azioni di orientamento e accompagnamento per prevenire la dispersione e recuperare gli abbandoni; - potenziare le opportunità di stage e alternanza scuola-lavoro all interno dei percorsi di istruzione; - estendere le opportunità di trasporto agli allievi con disabilità; - valorizzare la continuità didattica e formativa tra i vari segmenti della scuola; - contribuire alla risoluzione di alcuni problemi quotidiani delle famiglie. In questa prima e delicata fase di riordino della materia, vista l urgenza di garantire i finanziamenti necessari all attivazione di alcuni servizi essenziali per il prossimo anno scolastico di imminente inizio, la Regione intende destinare immediatamente ai Comuni le risorse per l esercizio delle funzioni amministrative di cui all art.4 della L.R. n. 29/92. I Comuni dell Area Vasta di Rieti colpiti dal terremoto dello scorso 24 agosto 2016 saranno destinatari di specifici finanziamenti regionali per far fronte allo stato di emergenza. Poiché al momento non è possibile determinarne il numero, la Direzione Regionale Formazione, Ricerca e Innovazione, Scuola e Università, Diritto allo studio provvederà all impegno delle risorse per i singoli comuni dopo aver verificato che non siano destinatari di altre risorse nei provvedimenti adottati per far fronte alla stato di emergenza. I finanziamenti degli interventi diretti regionali per il diritto allo studio e degli ulteriori interventi previsti al Titolo III, Capo II della Legge regionale n. 29/92, di nuove sezioni primavera in favore di bambini dai due ai tre anni, invece, saranno oggetto di un successivo provvedimento regionale di integrazione. 3. Risorse finanziarie disponibili La Regione prevede l immediato impiego di ,00 a valere sul capitolo F11900 spese per il diritto allo studio (parte corrente) trasferimenti correnti ad amministrazioni locali macroaggregato esercizio finanziario 2016, da destinare ai Comuni del Lazio per l esercizio delle funzioni amministrative di cui all art.4 della L.R. n. 29/92. La restante disponibilità economica sul medesimo capitolo verrà, invece, attribuita con successivo provvedimento per tutti gli altri interventi previsti nel precedente paragrafo 2.

66 4. Linee di indirizzo per l utilizzazione delle risorse assegnate ai Comuni per l esercizio delle funzioni amministrative in materia di diritto allo studio. Con il venir meno delle funzioni delegate alle Province dalla L.R. n. 29/1992 (v. precedente paragrafo 1), la Regione intende gestire questa delicata fase transitoria confermando, per questa annualità, il precedente sistema di raccordo, coordinamento, confronto e consultazione costruito dagli enti territoriali con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati e rinviando alle successive annualità il processo di adeguamento di tale sistema al nuovo riparto di competenze introdotto dalle ultime novità normative. I fondi verranno destinati direttamente ai Comuni per l esercizio delle funzioni amministrative di cui all art.4 della L.R. n. 29/92 e, in maniera prioritaria, per il finanziamento dei servizi di mensa, di trasporto scolastico degli alunni con disabilità frequentanti le scuole di ogni ordine e grado e di tutti gli altri alunni che ne hanno necessità. La Regione provvederà ad integrare, esclusivamente per i servizi di mensa, di trasporto scolastico degli alunni con disabilità frequentanti le scuole di ogni ordine e grado e di tutti gli altri alunni che ne hanno necessità, nei limiti delle risorse disponibili, su puntuale richiesta dei singoli Comuni e a seguito della presentazione di tutta la documentazione correlata, le somme assegnate qualora i fondi non risultassero sufficienti. 4.1 Criterio di riparto dei fondi regionali tra i Comuni. Il riparto del finanziamento complessivo tra i Comuni appartenenti alla medesima Area Vasta per l esercizio delle funzioni amministrative ai sensi dell art.4 della legge regionale n. 29/92 si basa sul parametro storico di riparto percentuale delle somme in favore delle ex amministrazioni provinciali secondo il seguente schema: Parametro % storico di Importo riparto Comuni Area Vasta Frosinone 16,80% ,00 Comuni Area Vasta Latina 12,00% ,00 Comuni Area Vasta Rieti 11,00% ,00 Comuni Città Metropolitana di 50,80% ,00 Roma Capitale Comuni Area Vasta Viterbo 9,40% ,00 TOTALE 100,00 % ,00 Tali somme, ai fini del presente Piano, vengono destinate ai singoli Comuni sulla base dei piani di riparto dei fondi per il diritto allo studio inviati alla Regione dagli Enti territoriali di Area Vasta che hanno gestito le risorse nel rispetto dei criteri stabiliti dall art.13 della Legge Regionale n. 29/92 di seguito elencati: somma assegnata allo stesso titolo nell anno precedente; frequentanti le scuole di ogni ordine e grado ubicate nel territorio comunale; popolazione residente in età scolare; popolazione residente in centri, nuclei urbani e case sparse; fasce di utenza disagiate presenti sul territorio comunale. La Direzione Regionale Formazione, Ricerca e Innovazione, Scuola e Università, Diritto allo studio provvederà all impegno delle risorse per i singoli comuni previa verifica, per quelli dell Area Vasta

67 di Rieti, che non siano destinatari di altre risorse nei provvedimenti che verranno adottati per far fronte alla stato di emergenza. Ciascun Comune dovrà redigere il rendiconto delle spese sostenute per le attività svolte in materia di diritto allo studio sulla base di apposita modulistica e secondo criteri stabiliti da una successiva circolare regionale. Tale rendiconto, insieme al piano di intervento relativo all anno scolastico successivo, dovrà essere trasmesso direttamente alla Direzione regionale competente entro e non oltre il mese di giugno di ogni anno. Si riporta di seguito il riparto dei fondi per i singoli Comuni di ciascuna Area Vasta. PIANO DI RIPARTO 2016/17 COMUNI AREA VASTA DI FROSINONE N. COMUNE IMPORTO IN EURO 1 ACQUAFONDATA 2.543,59 2 ACUTO 3.388,90 3 ALATRI ,70 4 ALVITO 9.372,19 5 AMASENO ,01 6 ANAGNI ,14 7 AQUINO 9.488,42 8 ARCE ,10 9 ARNARA 4.669,05 10 ARPINO ,05 11 ATINA ,29 12 AUSONIA 5.212,08 13 BELMONTE CASTELLO 2.570,27 14 BOVILLE ERNICA ,77 15 BROCCOSTELLA 6.796,13 16 CAMPOLI APPENNINO 5.659,55 17 CASALATTICO 4.005,90 18 CASALVIERI 6.511,16 19 CASSINO ,46 20 CASTELLIRI 6.614,32 21 CASTELNUOVO PARANO 2.456,10 22 CASTROCIELO 9.481,69 23 CASTRO DEI VOLSCI ,15 24 CECCANO ,83 25 CEPRANO ,76 26 CERVARO ,17 27 COLFELICE 3.948,35 28 COLLEPARDO 3.408,95

68 29 COLLE SAN MAGNO 4.562,73 30 CORENO AUSONIO 4.570,01 31 ESPERIA ,30 32 FALVATERRA 2.675,86 33 FERENTINO ,74 34 FILETTINO 6.621,95 35 FIUGGI ,87 36 FONTANA LIRI 5.296,45 37 FONTECHIARI 3.541,36 38 FROSINONE ,37 39 FUMONE 5.312,55 40 GALLINARO 3.750,39 41 GIULIANO DI ROMA 6.226,69 42 GUARCINO 5.514,16 43 ISOLA DEL LIRI ,25 44 MONTE SAN GIOVANNI CAMPANO ,08 45 MOROLO 6.694,78 46 PALIANO ,26 47 PASTENA 5.524,74 48 PATRICA 6.883,82 49 PESCOSOLIDO 4.905,99 50 PICINISCO 6.529,58 51 PICO 7.083,87 PIEDIMONTE S. 52 GERMANO ,35 53 PIGLIO 8.923,70 54 PIGNATARO INTERAMNA 5.229,28 55 POFI 8.047,11 56 PONTECORVO ,12 57 POSTA FIBRENO 2.561,32 58 RIPI ,03 59 ROCCA D'ARCE 3.218,39 60 ROCCASECCA ,83 61 SAN BIAGIO SARACINISCO 3.179,57 62 SAN DONATO VAL DI COMINO 7.060,07 63 SAN GIORGIO A LIRI 7.978,75 64 SAN GIOVANNI INCARICO 7.019,11 65 SANT'AMBROGIO SUL GARIGLIANO 2.163,20 66 SANT'ANDREA DEL GARIGLIANO 4.035,34

69 67 SANT'APOLLINARE 4.695,61 68 SANT'ELIA FIUMERAPIDO ,10 69 SANTOPADRE 4.308,50 70 SAN VITTORE DEL LAZIO 5.647,02 71 SERRONE 6.797,60 72 SETTEFRATI 5.444,21 73 SGURGOLA 6.393,92 74 SORA ,78 75 STRANGOLAGALLI 4.973,02 76 SUPINO 9.465,12 77 TERELLE 3.067,66 78 TORRE CAJETANI 3.041,58 79 TORRICE 6.968,91 80 TREVI NEL LAZIO 6.327,04 81 TRIVIGLIANO 4.629,84 82 VALLECORSA 6.431,15 83 VALLEMAIO 3.354,37 84 VALLEROTONDA 7.686,60 85 VEROLI ,26 86 VICALVI 2.146,17 87 VICO NEL LAZIO 7.851,95 88 VILLA LATINA 3.300,48 89 VILLA S. LUCIA 5.599,93 90 VILLA SANTO STEFANO 5.268,05 91 VITICUSO 2.199,08 TOTALE IN EURO ,00 PIANO DI RIPARTO 2016/17 COMUNI AREA VASTA DI LATINA IMPORTO IN N. COMUNE EURO 1 APRILIA ,54 2 BASSIANO 6.915,16 3 CAMPODIMELE 5.562,66 4 CASTELFORTE 8.596,29 5 CISTERNA DI LATINA ,01 6 CORI ,12 7 FONDI ,74

70 8 FORMIA ,03 9 GAETA ,39 10 ITRI ,36 11 LATINA ,05 12 LENOLA 8.592,01 13 MAENZA 7.986,98 14 MINTURNO ,10 15 MONTE SAN BIAGIO ,40 16 NORMA 8.832,82 17 PONTINIA ,54 18 PONZA 6.647,89 19 PRIVERNO ,78 20 PROSSEDI 5.609,61 21 ROCCAGORGA 8.599,91 22 ROCCA MASSIMA 5.232,65 ROCCASECCA DEI 23 VOLSCI 9.694,83 24 SABAUDIA ,14 25 SAN FELICE CIRCEO ,53 SS COSMA E 26 DAMIANO ,58 27 SERMONETA ,04 28 SEZZE ,75 29 SONNINO ,97 30 SPERLONGA 6.205,69 31 SPIGNO SATURNIA 8.941,81 32 TERRACINA ,09 33 VENTOTENE 4.653,53 TOTALE IN EURO ,00

71 PIANO DI RIPARTO 2016/17 COMUNI AREA VASTA DI RIETI N. COMUNE TOTALE IN EURO 1 ACCUMOLI ,45 2 AMATRICE ,03 3 ANTRODOCO ,88 4 ASCREA 3.045,31 5 BELMONTE IN SABINA 6.762,58 6 BORBONA 4.759,02 7 BORGOROSE ,65 8 BORGO VELINO 4.849,86 9 CANTALICE ,60 10 CANTALUPO IN SABINA 6.282,76 11 CASAPROTA 4.266,12 12 CASPERIA 9.616,51 13 CASTEL DI TORA 4.931,03 14 CASTELNUOVO DI FARFA 4.462,54 15 CASTEL SANT'ANGELO 4.696,32 16 CITTADUCALE ,45 17 CITTAREALE 8.723,11 18 COLLALTO SABINO 2.431,12 19 COLLE DI TORA 2.523,08 20 COLLEGIOVE 1.426,74 21 COLLEVECCHIO 9.679,71 22 COLLI SUL VELINO 5.428,72 23 CONCERVIANO 3.565,71 24 CONFIGNI 6.818,09 25 CONTIGLIANO ,62 26 COTTANELLO 8.482,84 27 FARA IN SABINA ,31 28 FIAMIGNANO ,44 29 FORANO ,94 30 FRASSO SABINO 5.531,22 31 GRECCIO 6.299,54 32 LABRO 3.647,19 33 LEONESSA ,08 34 LONGONE SABINO 4.431,20 35 MAGLIANO SABINA ,16 36 MARCETELLI 1.209,43 37 MICIGLIANO 3.113,84 38 MOMPEO 4.458,07 39 MONTASOLA 2.769,66 40 MONTEBUONO 7.017,26

72 41 MONTELEONE SABINO 5.728,70 42 MONTENERO SABINO 5.229,84 43 MONTE SAN GIOVANNI 7.933,93 44 MONTOPOLI DI SABINA ,85 45 MORRO REATINO 5.347,77 46 NESPOLO 861,17 47 ORVINIO 3.704,69 48 PAGANICO 1.753,75 49 PESCOROCCHIANO ,30 50 PETRELLA SALTO ,35 51 POGGIO BUSTONE 7.644,05 52 POGGIO CATINO 6.176,45 53 POGGIO MIRTETO ,03 54 POGGIO MOIANO 9.979,56 55 POGGIO NATIVO 9.231,01 56 POGGIO SAN LORENZO 2.987,93 57 POSTA 9.026,32 58 POZZAGLIA SABINA 2.148,45 59 RIETI ,04 60 RIVODUTRI 7.522,95 61 ROCCANTICA 5.594,28 62 ROCCA SINIBALDA 8.941,70 63 SALISANO 5.825,62 64 SCANDRIGLIA ,40 65 SELCI 5.761,82 66 STIMIGLIANO 8.265,46 67 TARANO 7.878,84 68 TOFFIA 5.380,77 69 TORRICELLA IN SABINA 8.020,70 70 TORRI IN SABINA 6.998,78 71 TURANIA 1.099,20 72 VACONE 4.583,57 73 VARCO SABINO 2.067,53 TOTALE IN EURO ,00 PIANO DI RIPARTO A.S. 2016/17 COMUNI DELLA CITTA' METROPOLITANA DI ROMA CAPITALE N TOTALE IN EURO COMUNE 1 AFFILE 5.374,40 2 AGOSTA 7.918,29 3 ALBANO LAZIALE ,22 4 ALLUMIERE ,83

73 5 ANGUILLARA SABAZIA ,49 6 ANTICOLI CORRADO 5.086,25 7 ANZIO ,71 8 ARCINAZZO ROMANO 8.282,85 9 ARDEA ,81 10 ARICCIA ,35 11 ARSOLI 4.840,76 12 ARTENA ,70 13 BELLEGRA 7.149,92 14 BRACCIANO ,99 15 CAMERATA NUOVA 8.234,20 16 CAMPAGNANO DI ROMA ,65 17 CANALE MONTERANO ,88 18 CANTERANO 3.914,15 19 CAPENA ,50 20 CAPRANICA PRENESTINA 4.663,00 21 CARPINETO ROMANO ,67 22 CASAPE 3.177,92 23 CASTEL GANDOLFO ,67 24 CASTEL MADAMA ,61 25 CASTELNUOVO DI PORTO ,10 26 CASTEL SAN PIETRO ROMANO ,17 27 CAVE ,66 28 CERRETO LAZIALE 8.104,95 29 CERVARA DI ROMA 9.799,00 30 CERVETERI ,14 31 CIAMPINO ,35 32 CICILIANO 9.832,23 33 CINETO ROMANO 3.934,66 34 CIVITAVECCHIA ,65 35 CIVITELLA SAN PAOLO 9.350,31 36 COLLEFERRO ,01 37 COLONNA 6.600,84 38 FIANO ROMANO ,59 39 FILACCIANO 7.524,02 40 FIUMICINO ,78 41 FONTE NUOVA ,06 42 FORMELLO ,75 43 FRASCATI ,40 44 GALLICANO NEL LAZIO ,91 45 GAVIGNANO ,60 46 GENAZZANO ,14 47 GENZANO DI ROMA ,52

74 48 GERANO 8.361,17 49 GORGA ,85 50 GROTTAFERRATA ,21 51 GUIDONIA MONTECELIO ,08 52 JENNE 5.623,44 53 LABICO ,69 54 LADISPOLI ,93 55 LANUVIO ,82 56 LARIANO ,04 57 LICENZA 5.854,44 58 MAGLIANO ROMANO 5.942,12 59 MANDELA 4.849,01 60 MANZIANA ,54 61 MARANO EQUO 3.314,92 62 MARCELLINA 9.484,25 63 MARINO ,38 64 MAZZANO ROMANO ,92 65 MENTANA ,24 66 MONTE COMPATRI ,82 67 MONTEFLAVIO 5.566,47 68 MONTELANICO 9.194,64 69 MONTELIBRETTI ,63 70 MONTE PORZIO CATONE 7.867,16 71 MONTEROTONDO ,60 72 MONTORIO ROMANO 6.086,30 73 MORICONE 6.358,97 74 MORLUPO ,63 75 NAZZANO 8.196,92 76 NEMI 6.184,10 77 NEROLA ,18 78 NETTUNO ,19 79 OLEVANO ROMANO ,59 80 PALESTRINA ,32 81 PALOMBARA SABINA ,67 82 PERCILE 5.200,23 83 PISONIANO 4.000,05 84 POLI ,43 85 POMEZIA ,94 86 PONZANO ROMANO ,33 87 RIANO ,64 88 RIGNANO FLAMINIO ,58 89 RIOFREDDO 4.551,36 90 ROCCA CANTERANO 3.756,31 91 ROCCA DI CAVE 6.641,91 92 ROCCA DI PAPA ,29

75 93 ROCCAGIOVINE 4.328,30 94 ROCCA PRIORA ,62 95 ROCCA SANTO STEFANO 4.958,05 96 ROIATE 3.386,76 97 ROMA ,40 98 ROVIANO 4.122,82 99 SACROFANO , SAMBUCI 6.580, SANT'ANGELO ROMANO , SAN CESAREO , SAN GREGORIO DA SASSOLA 9.446, S. MARINELLA , SANT'ORESTE , SAN POLO DEI CAVALIERI , SAN VITO ROMANO 5.611, SARACINESCO 9.344, SEGNI , SUBIACO , TIVOLI , TOLFA , TORRITA TIBERINA 7.382, TREVIGNANO ROMANO , VALLEPIETRA 8.605, VALLINFREDA 4.356, VALMONTONE , VELLETRI , VICOVARO , VIVARO ROMANO 3.631, ZAGAROLO ,02 TOTALE IN EURO ,00 PIANO DI RIPARTO 2016/17 COMUNI DELL'AREA VASTA DI VITERBO IMPORTO IN N. COMUNE EURO 1 ACQUAPENDENTE ,90 2 ARLENA DI CASTRO 2.940,18 3 BAGNOREGIO 9.865,38 BARBARANO 4 ROMANO 4.930,11 5 BASSANO ROMANO 8.320,25

76 6 BASSANO IN TEVERINA 8.399,87 7 BLERA 7.757,74 8 BOLSENA 5.076,00 9 BOMARZO 4.465,16 10 CALCATA 2.691,14 11 CANEPINA 6.434,71 12 CANINO 8.292,77 13 CAPODIMONTE 5.708,96 14 CAPRANICA ,71 15 CAPRAROLA ,85 16 CARBOGNANO 6.832,12 17 CASTEL S.ELIA 9.245,54 CASTIGLIONE IN 18 TEVERINA 6.563,26 19 CELLENO 5.774,04 20 CELLERE 2.574,73 21 CIVITA CASTELLANA ,10 CIVITELLA 22 D'AGLIANO 8.059,03 23 CORCHIANO 9.567,41 24 FABRICA DI ROMA ,21 25 FALERIA 7.931,14 26 FARNESE 3.267,93 27 GALLESE ,89 28 GRADOLI 4.606,19 29 GRAFFIGNANO 8.021,76 30 GROTTE DI CASTRO 4.512,66 31 ISCHIA DI CASTRO 5.790,09 32 LATERA 3.710,75

77 33 LUBRIANO 8.455,30 34 MARTA 4.990,34 MONTALTO DI 35 CASTRO ,36 36 MONTEFIASCONE ,82 37 MONTE ROMANO ,30 38 MONTEROSI ,71 39 NEPI ,00 40 ONANO 3.393,63 41 ORIOLO ROMANO 8.549,11 42 ORTE ,04 43 PIANSANO 3.705,63 44 PROCENO 7.502,48 45 RONCIGLIONE ,44 46 S.LORENZO NUOVO 5.367,00 47 SORIANO NEL CIMINO ,22 48 SUTRI ,95 49 TARQUINIA ,94 50 TESSENNANO 1.712,91 51 TUSCANIA ,56 52 VALENTANO 4.505,12 53 VALLERANO 4.210,64 54 VASANELLO 6.675,06 55 VEJANO 9.171,07 56 VETRALLA ,20 57 VIGNANELLO 7.752,15 VILLA S.GIOVANNI 58 IN T ,44 59 VITERBO ,90

78 60 VITORCHIANO ,10 TOTALE IN EURO ,00

79 REGIONE LAZIO DELIBERAZIONE N. DEL GIUNTA REGIONALE PROPOSTA N DEL 09/09/2016 STRUTTURA PROPONENTE Direzione Regionale: SVILUPPO ECONOMICO E ATTIVITA PRODUTTIVE Area: COMMERCIO E SERVIZI AL CONSUMATORE Prot. n. del OGGETTO: Schema di deliberazione concernente: Presa d'atto del -DOCUMENTO UNITARIO DELLE REGIONI E PROVINCE AUTONOME CONCERNENTE LINEE APPLICATIVE DELL'INTESA DELLA CONFERENZA UNIFICATA DEL IN MATERIA DI PROCEDURE DI SELEZIONE PER L'ASSEGNAZIONE DI POSTEGGI SU AREE PUBBLICHE-. (CIAPRINI ANGELO) (DI PIERRO MARIA DONATA) (R. DEL ROSCIO) (R. BELLOTTI) L' ESTENSORE IL RESP. PROCEDIMENTO IL DIRIGENTE RESPONSABILE IL DIRETTORE REGIONALE ASSESSORATO PROPONENTE SVILUPPO ECONOMICO E ATTIVITA' PRODUTTIVE (Fabiani Guido) L'ASSESSORE DI CONCERTO ALL'ESAME PREVENTIVO COMM.NE CONS.RE COMMISSIONE CONSILIARE: Data dell' esame: VISTO PER COPERTURA FINANZIARIA: IL DIRETTORE DELLA DIREZIONE REGIONALE PROGRAMMAZIONE ECONOMICA, BILANCIO, DEMANIO E PATRIMONIO con osservazioni senza osservazioni SEGRETERIA DELLA GIUNTA Data di ricezione 12/09/ prot. 557 ISTRUTTORIA: IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO IL DIRIGENTE COMPETENTE IL SEGRETARIO DELLA GIUNTA IL PRESIDENTE Pagina 1 / 4 Richiesta di pubblicazione sul BUR: SI

80 OGGETTO: Presa d atto del DOCUMENTO UNITARIO DELLE REGIONI E PROVINCE AUTONOME CONCERNENTE LINEE APPLICATIVE DELL INTESA DELLA CONFERENZA UNIFICATA DEL IN MATERIA DI PROCEDURE DI SELEZIONE PER L'ASSEGNAZIONE DI POSTEGGI SU AREE PUBBLICHE. LA GIUNTA REGIONALE Su proposta dell Assessore allo Sviluppo Economico e Attività Produttive; VISTA la legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, recante modifiche al Titolo V, parte seconda, della Costituzione; VISTO l art. 117 della Costituzione, ai sensi del quale la materia del commercio rientra nella competenza esclusiva regionale, poiché ricompresa tra le competenze cosiddette residuali; VISTO lo Statuto della Regione Lazio; VISTA la legge regionale 18 febbraio 2002, n.6 Disciplina del sistema organizzativo della Giunta e del Consiglio e disposizioni relative alla dirigenza ed al personale regionale e successive modificazioni; VISTO il regolamento regionale 6 settembre 2002, n.1 concernente l organizzazione degli uffici e dei servizi della Giunta Regionale e successive modificazioni e integrazioni; VISTA la legge regionale 18 novembre 1999, n. 33 e smi, relativa alla Disciplina del settore Commercio che, tra l altro, al Capo II detta norme sulla vendita al dettaglio su aree pubbliche ; VISTA la Direttiva 2006/123/CE, del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 dicembre 2006 relativa ai servizi nel mercato interno e, in particolare, l art. 12 che reca disposizioni in materia di selezione tra diversi candidati qualora il numero di autorizzazioni disponibili per una determinata attività sia limitato; VISTO il decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59, recante Attuazione della direttiva 2006/123/CE relativa ai servizi nel mercato interno ; VISTI in particolare: - l art. 16 del predetto decreto legislativo che prevede la necessità della procedura di selezione, qualora il numero di titoli autorizzatori disponibili per una determinata attività di servizi sia limitato per ragioni correlate alla scarsità delle risorse naturali o delle capacità tecniche; - l art. 70, comma 5, che dispone che Con intesa in sede di Conferenza Unificata, ai sensi dell art. 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n. 131, anche in deroga al disposto di cui all art. 16, sono individuati, senza discriminazioni basate sulla forma giuridica dell impresa, i criteri per il rilascio e il rinnovo della concessione dei posteggi per l esercizio del commercio su aree pubbliche e le disposizioni transitorie da applicare, con le decorrenze previste, anche alle concessioni in essere alla data di entrata in vigore del presente decreto ed a quelle prorogate durante il periodo intercorrente fino all applicazione di tali disposizioni transitorie ; Pagina 2 / 4

81 VISTA l Intesa approvata in Conferenza Unificata, ai sensi dell articolo 8, comma 6 della legge 5 giugno 2003, n. 131, relativa ai criteri da applicare nelle procedure di selezione per l assegnazione di posteggi su aree pubbliche, in attuazione del citato art. 70, c. 5, nella seduta del 5 luglio 2012, e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale serie generale n. 79, del ; VISTO il Documento Unitario per l attuazione dell Intesa della Conferenza Unificata del , approvato, dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, il 24 gennaio 2013 concernente l ulteriore specificazione dei criteri da applicare nelle procedure di selezione, adottato per rendere omogenea, su tutto il territorio nazionale, l applicazione della suddetta Intesa; VISTA la Deliberazione di Giunta Regionale n. 417 del 1 luglio 2014, pubblicata sul BURL n. 56 del 15/07/2014, con cui si è proceduto alla presa d atto, per la Regione Lazio, del precitato Documento Unitario del 24 gennaio 2013; CONSIDERATO che con il Documento Unitario sopra menzionato è stata fornita una prima lettura interpretativa dell Intesa della Conferenza Unificata, attraverso la formulazione di proposte operative ai Comuni e che, essendo state riscontrate ulteriori criticità in sede di attuazione della predetta Intesa, si è reso necessario formulare, in sede di coordinamento interregionale per le attività produttive, un documento relativo a nuove linee guida di indirizzo rivolte ai Comuni concernenti l applicazione dell Intesa; CONSIDERATO che, in data 3 agosto 2016 è stato approvato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome un nuovo documento di indirizzi unitari delle Regioni e delle Province Autonome concernenti LINEE APPLICATIVE DELL INTESA DELLA CONFERENZA UNIFICATA DEL 05/07/2012 IN MATERIA DI PROCEDURE DI SELEZIONE PER L'ASSEGNAZIONE DI POSTEGGI SU AREE PUBBLICHE, al fine anche di garantire un applicazione omogenea a livello nazionale delle procedure per l assegnazione dei posteggi in concessione; VISTE le prossime ravvicinate scadenze (7 maggio 2017 e 4 luglio 2017) fissate dall Intesa della Conferenza Unificata per le autorizzazioni/concessioni del commercio su aree pubbliche con posteggio; PRESO ATTO della necessità di garantire, su tutto il territorio regionale, l applicazione omogenea delle predette linee interpretative e applicative relative alle procedure di selezione per l assegnazione dei posteggi su aree pubbliche, attraverso la trasmissione alle amministrazioni comunali e associazioni di categoria interessate del nuovo Documento approvato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome in data 3 agosto 2016; RITENUTO pertanto, necessario procedere alla presa d atto del menzionato Documento Unitario delle Regioni e Province Autonome concernente Linee Applicative dell Intesa della Conferenza Unificata del in materia di procedure di selezione per l'assegnazione di posteggi su aree pubbliche approvato in data 3 agosto 2016, con il quale sono state specificate linee interpretative e applicative di alcuni contenuti dell Intesa che presentano particolari criticità e finalizzato a fornire ai Comuni indicazioni utili per l applicazione omogenea del contenuto dell Intesa, nonché assicurare la massima informazione e collaborazione agli operatori e associazioni di categoria interessate; Pagina 3 / 4

82 CONSIDERATO che il presente provvedimento non è soggetto alla procedura di concertazione con le parti sociali e non comporta oneri a carico del bilancio regionale; DELIBERA per le motivazioni espresse in premessa che integralmente si richiamano, di: Prendere atto dell allegato DOCUMENTO UNITARIO DELLE REGIONI E PROVINCE AUTONOME CONCERNENTE LINEE APPLICATIVE DELL INTESA DELLA CONFERENZA UNIFICATA DEL IN MATERIA DI PROCEDURE DI SELEZIONE PER L'ASSEGNAZIONE DI POSTEGGI SU AREE PUBBLICHE, che costituisce parte integrante del presente atto, con il quale sono state specificate linee interpretative e applicative di alcuni contenuti dell Intesa che presentano particolari criticità e finalizzato a fornire ai Comuni indicazioni utili per l applicazione omogenea del contenuto dell Intesa, nonché assicurare la massima informazione e collaborazione agli operatori e associazioni di categoria interessate; Prevedere che la struttura regionale competente per materia proceda alla trasmissione di apposita nota informativa alle amministrazioni comunali e associazioni di categoria interessate per assicurare la massima diffusione dei contenuti del Documento Unitario di cui al punto precedente. Il presente provvedimento non comporta oneri a carico del bilancio regionale e sarà pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio e sul sito istituzionale, Pagina 4 / 4

83 16/94CR08/C11 DOCUMENTO UNITARIO DELLE REGIONI E PROVINCE AUTONOME CONCERNENTE "LINEE APPLICATIVE DELL INTESA DELLA CONFERENZA UNIFICATA DEL IN MATERIA DI PROCEDURE DI SELEZIONE PER L'ASSEGNAZIONE DI POSTEGGI SU AREE PUBBLICHE Premessa Considerate le prossime scadenze fissate dall Intesa sancita il 5 luglio 2012 in sede di Conferenza Unificata (pubblicata sulla G.U. n. 79 del 4 aprile 2013) e ritenuto opportuno fornire ai Comuni e agli Operatori di commercio su aree pubbliche linee interpretative e applicative di alcuni contenuti dell Intesa che presentano particolari criticità, al fine di garantire un applicazione omogenea a livello nazionale delle procedure per l assegnazione dei posteggi in concessione, le Regioni e le Province autonome approvano il seguente documento e si impegnano, insieme con l Anci e le Associazioni di Categoria, a fornire la massima informazione e collaborazione agli operatori, anche al fine di evitare contenziosi. Contenuti 1. SOGGETTO CHE PARTECIPA ALLA SELEZIONE E BENEFICIA DEL PUNTEGGIO LEGATO ALL'ANZIANITA' ACQUISITA SUL POSTEGGIO OGGETTO DI SELEZIONE L Intesa prevede che il soggetto che beneficia della specifica valutazione nei limiti del 40% del punteggio complessivo (tradotta, nel documento Unitario delle Regioni e Province Autonome approvato il 24 gennaio 2013, in 40 punti) sia il soggetto titolare dell'impresa al momento della partecipazione alla selezione e di conseguenza il titolare anche della concessione in scadenza. Pertanto VANTA i 40 punti: 1) il titolare della concessione/autorizzazione, a titolo originario o per subingresso a seguito di acquisto della proprietà dell'azienda; 2) il titolare della concessione/autorizzazione qualora, avendo concesso in affitto l'azienda o un ramo di essa, prima della partecipazione alla selezione sia rientrato nella titolarità dell'azienda o del ramo dato in affitto, purché risulti impresa attiva. In questa ipotesi: a) la titolarità della concessione/autorizzazione, come gli altri requisiti, devono essere mantenuti dall apertura dei termini per la presentazione delle domande fino alla data di scadenza di presentazione delle domande prevista nel bando; b) il titolare della concessione/autorizzazione ha la facoltà, dopo la scadenza prevista nel bando per la presentazione delle domande, di riaffittare l azienda o un suo ramo, stipulando un nuovo contratto di affitto, che non potrà avere una durata superiore alla data di scadenza del 1

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