ha pronunciato la presente

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Sara Cicci
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1 N /2012 REG.PROV.COLL. N /2010 REG.RIC. R E P U B B L I C A I T A L I A N A IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio (Sezione Terza) ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso integrato da motivi aggiunti n del 2010 proposto dalla dott.ssa Roberta Colaiori rappresentata e difesa, anche disgiuntamente, dagli avv.ti Paolo Stella Richter e Mario Stella Richter presso il cui studio in Roma, Viale Mazzini n. 11, è elettivamente domiciliata; contro l'università Telematica Internazionale Uninettuno, in persona del Rettore protempore, rappresentata e difesa, anche disgiuntamente, dal prof. avv. Francesco Cardarelli e dall'avv. Diego Carpugiani ed elettivamente domiciliata presso lo studio dell'avv. Cardarelli in Roma, Via Pierluigi da Palestrina n.47; per ottenere: A) l ANNULLAMENTO: 1) del provvedimento del Responsabile dei procedimento dell'intimata Università del nella parte in cui ha disposto la sospensione della procedura concorsuale per un posto di ricercatore Universitario in Diritto Commerciale presso la Facoltà di Giurisprudenza;

2 b) la presupposta delibera del del Consiglio di amministrazione della medesima università di avvio del procedimento di revoca del concorso; c) di ogni altro atto presupposto, connesso e/o conseguenziale. 2) la CONDANNA dell'intimata Università al risarcimento dei danni. Visti il ricorso, i motivi aggiunti e i relativi allegati; Visto l'atto di costituzione in giudizio di Universita' Telematica Internazionale Uninettuno di Roma; Viste le memorie difensive; Visti tutti gli atti della causa; Relatore nell'udienza pubblica del giorno 25 gennaio 2012 il dott. Giuseppe Sapone e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale; Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue. FATTO e DIRITTO L'odierna ricorrente ha partecipato alla procedura concorsuale bandita dalla resistente Università con decreto rettorale del 22 aprile 2008 per la copertura di un posto di ricercatore universitario di Diritto Commerciale presso la Facoltà di Giurisprudenza. Con il proposto gravame la dottoressa Colaiori, la quale risultava prima graduata dopo la valutazione dei titoli e delle prove scritte, ha impugnato il provvedimento del responsabile dl procedimento adottato il , tre gg. prima dello svolgimento delle prove orali, con cui, in esecuzione della delibera del con cui era stato avviato il procedimento di revoca della procedura concorsuale de qua, ne è stata disposta la sospensione. Il ricorso è affidato ai seguenti motivi di doglianza: 1) Con riguardo al provvedimento del responsabile del procedimento.

3 Violazione degli artt.6 e 21 quater della L. n.241/1990. Incompetenza. Violazione di legge per esecuzione di fattispecie ancora non perfezionata. Difetto di motivazione; 2) Con riguardo alla delibera del Consiglio di Amministrazione. Violazione dell'art.21 quinquies della L. n.241/1990. Eccesso di potere per sviamento, manifesta ingiustizia, travisamento dei fatti. Difetto di motivazione. Sempre con il gravame de quo è stato, altresì, richiesto la condanna della resistente amministrazione al risarcimento del danno. Successivamente l'attuale istante ha proposto due atti di motivi aggiunti; con il primo dei suddetti atti ha impugnato il decreto rettorale n.2 del che ha disposto la revoca del precedente decreto che aveva indetto la citata procedura concorsuale nonchè la presupposta deliberazione dei revoca del Consiglio di Amministrazione del , deducendo a tal fine le seguenti censure: 3) Violazione dell'art.21-quinquies della legge n.241/1990 per inammissibilità della revoca di provvedimento non ad effetto durevole; 4) Violazione sotto altro profilo dell'art.21-quiinquies della L. n.241/1990 per difetto dell'invocato presupposto del " mutamento della situazione di fatto". Eccesso di potere; 5) Violazione sotto ulteriore profilo dell'art..21-quinquies della L. n.241/1990 per pretesa retroattività della revoca e caducazione degli atti precedentemente compiuti. Con il secondo atto di motivi aggiunti è stata sempre contestata la legittimità della gravata revoca negando la sussistenza dei presupposti che ne avevano giustificato l'adozione. Si è costituita l'intimata Università contestando con dovizia di argomentazioni la fondatezza delle dedotte doglianze e concludendo per il rigetto delle stesse. Alla pubblica udienza del il ricorso è stato assunto in decisione.

4 In primis devono esseno essere dichiarate in parte inammissibili ed in parte improcedibili le doglianze dedotte in via principale atteso che: a) il contestato provvedimento di sospensione delle procedura concorsuale è stato successivamente superato ed assorbito dalla delibera con cui è stata disposta la revoca della suddetta procedura; b) la gravata determinazione di avvio del procedimento di revoca non è autonomamente lesiva. Relativamente alla problematica concernente il potere dell'amministrazione di revocare un bando di concorso il Collegio condivide il costante orientamento giurisprudenziale, meticolosamente richiamato dalla resistente università, secondo cui la revoca di un bando di concorso pubblico rientra nei normali ed ampi poteri discrezionali della p.a. che fino a quando non sia intervenuta la nomina dei vincitori può provvedere in tal senso, vantando i meri partecipanti una semplice aspettativa alla conclusione del procedimento, in presenza di fondati motivi di interesse pubblico che sconsigliano la prosecuzione dell'iter concorsuale rendendone evidente l'inopportunità. Alla luce di tali considerazioni, pertanto, l'ubi consistam della presente controversia consiste nel valutare la sussistenza e la fondatezza delle ragioni addotte dalla resistente amministrazione per giustificare l'adozione della delibera di revoca. Al riguardo nel citato provvedimento è stato testualmente affermato che " Rilevato peraltro, con riferimento alla Facoltà di Giurisprudenza - cui i concorsi in oggetto fanno capo - si deve purtroppo rilevare che mentre nel periodo luglio 2008-giugno 2009 gli iscritti in regola con le rette alla Facoltà erano 98, cresciuto nell'anno accademico successivo al numero di 137, nel luglio 2010 si è registrata una considerevole flessione che ha riportato il numero a livello del 2008, cioè a 100, rendendo estremamente problematica la sostenibilità finanziaria del corso di laurea

5 e non consentendo in alcun modo sopravvenienze attive per la copertura dei posti di ricercatore". In merito il Collegio sottolinea che: a) il decreto rettorale di indizione della procedura concorsuale de qua datato 5 aprile 2008 aveva accertato la sussistenza dei presupposti di legge e della relativa copertura finanziaria, basandosi per tale ultimo aspetto sul numero degli studenti iscritti alla facoltà di Giurisprudenza in regola con il pagamento delle tasse universitaria che per quanto riguarda l'anno accademico , come risulta dalla risultanze dell'istruttoria disposta con ordinanza n.2048/2011, erano 69; in altre parole l'università ha ritenuto assicurata la copertura finanziaria con riferimento ad un numero di studenti in regola pari a 69; b) in tale contesto la circostanza addotta nel gravato provvedimento di revoca di un decremento a luglio 2010 rispetto all'anno precedente del numero degli studenti in regola con il pagamento delle tasse universitarie da 137 a 100, risulta essere inconferente e sicuramente non in grado di costituire una modificazione della situazione di fatto tale da giustificare l'adozione del contestato provvedimento di revoca, atteso che a tal fine occorreva far riferimento alla situazione di fatto sussistente alla data di indizione della procedura concorsuale e quella vigente alla data di adozione della revoca; c) poichè risulta dagli atti che in nessun caso si è verificato una diminuzione del numero degli studenti in regola con il pagamento delle tasse universitarie, i quali erano 69, 98 e 100 rispettivamente per gli anni accademici , e , ne consegue che l'illegittimità della contestata revoca, in quanto è palese che non sussiste il decremento degli studenti de quibus con riferimento agli anni accademici cui occorreva far riferimento.

6 Ciò considerato, quindi, le doglianze dedotte con i motivi aggiunti sono fondate con conseguente accoglimento del proposto gravame per quanto concerne l'impugnativa della delibera di revoca e del conseguente decreto rettorale. Da rigettare è, infine, la proposta azione risarcitoria stante la genericità della formulazione in ordine agli elementi costitutivi della stessa. Le spese di giudizio, liquidate in dispositivo, seguono la soccombenza. P.Q.M. Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, Sezione III, definitivamente pronunciando sul ricorso n del 2010, come in epigrafe proposto: a) dichiara in parte inammissibile, in parte improcedibile ed in parte accoglie la proposta azione impugnatoria, e, per gli effetti, annulla la contestata delibera di revoca ed il conseguente decreto rettorale; b) rigetta la proposta azione risarcitoria. Condanna la resistente Università al pagamento delle spese del presente giudizio, liquidate in complessivi Euro 3.000,00. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa. Così deciso in Roma nella camera di consiglio del giorno 25 gennaio 2012 con l'intervento dei magistrati: Franco Bianchi, Presidente Domenico Lundini, Consigliere Giuseppe Sapone, Consigliere, Estensore L'ESTENSORE IL PRESIDENTE

7 DEPOSITATA IN SEGRETERIA Il 27/02/2012 IL SEGRETARIO (Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)

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