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1 Comune di Montemiletto Provincia di Avellino PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE PIANO TRIENNALE

2 1. OBIETTIVI E CONTENUTI GENERALI DEL PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E DELL ILLEGALITÀ. Il Piano è finalizzato alla prevenzione e contrasto dei fenomeni di corruzione e illegalità e si propone i seguenti obiettivi: evidenziare e analizzare le attività e i processi dell Ente maggiormente esposti al rischio corruzione; individuare e analizzare la natura e i livelli dei rischi; indicare gli interventi organizzativi volti a prevenire il medesimo rischio; attivare le procedure appropriate per formare tutti i dipendenti, in modo particolare quelli chiamati ad operare in settori esposti alla corruzione, prevedendo la rotazione dei responsabili. Il Piano, attraverso un analisi delle attività sensibili alla corruzione, sviluppa i seguenti contenuti: mappatura del rischio; gestione del rischio. La mappatura del rischio comprende: a) l identificazione delle aree di rischio; b) l individuazione dei rischi correlati a ciascuna area di rischio; c) la valutazione del rischio. La gestione del rischio comprende: a) l individuazione delle azione e misure di contrasto dei rischi (contromisure); b) l associazione delle contromisure riferite alle aree di rischio e ai processi; c) l indicazione dei responsabili dell organizzazione e adozione delle contromisure; d) l indicazione dei responsabili della verifica dell attuazione delle contromisure; e) la definizione delle linee di aggiornamento del piano. 2. SOGGETTI 2.1 IL RESPONSABILE DELLA PREVENZIONE E DELLA CORRUZIONE E DELL ILLEGALITÀ Il Responsabile previsto dalla Legge n. 190/2012, è individuato con disposizione del Sindaco di norma nella figura del Segretario Comunale e provvede a: - redigere, di concerto con i Responsabili dei Servizi, la proposta del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e dell Illegalità; - sottoporre il Piano all approvazione della Giunta Comunale;

3 - vigilare sul funzionamento e sull attuazione del Piano; - proporre, di concerto con i Responsabili dei Servizi, modifiche al piano in relazione a cambiamenti normativi e/o organizzativi; 2.2 GLI ORGANI DI INDIRIZZO Su proposta del predetto Responsabile, la Giunta Comunale approva, entro il 31 gennaio di ogni anno e qualora vi sia la necessità di apportare modifiche e/o integrazioni per ragioni giuridiche e/o organizzative, il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e dell Illegalità, che è finalizzato a dare attuazione e a garantire gli obiettivi e le finalità di cui alla Legge n. 190/ REFERENTI I Responsabili dei Servizi sono i referenti per l attuazione del Piano relativamente a ciascuna struttura attribuita alla loro responsabilità e svolgono un ruolo di raccordo fra il Responsabile della Prevenzione della Corruzione e i servizi sotto la loro direzione. Nello specifico sono chiamati a: collaborare all individuazione delle attività del proprio servizio più esposte al rischio corruzione e delle relative contromisure; verificare la corretta applicazione delle misure di contrasto e relazionare al Responsabile delle prevenzione della corruzione, secondo la periodicità e le modalità stabilite nel Piano; attivare misure che garantiscano la rotazione del personale addetto alle aree di rischio; individuare il personale da inserire nei programmi di formazione. attivare tempestivamente le azioni correttive laddove vengano riscontrate mancanze o difformità nell applicazione del Piano e dei suoi contenuti. Sono altresì di loro competenza: l applicazione delle contromisure previste dal Piano anticorruzione e la vigilanza sulla corretta attuazione da parte del personale dipendente delle relative prescrizioni; la tempestiva segnalazione delle anomalie registrate; la proposta di individuazione di ulteriori rischi e misure di contrasto al fine dell aggiornamento e miglioramento del piano. 2.4 IL PERSONALE DIPENDENTE I dipendenti incaricati di operare nell ambito di settori e/o attività particolarmente sensibili, in relazione alle proprie competenze, sono tenuti alla conoscenza del Piano Triennale di Prevenzione e devono darvi esecuzione. Ogni dipendente che esercita competenze su attività sensibili informa il

4 proprio dirigente in merito al rispetto dei tempi procedimentali e a qualsiasi anomalia accertata, segnalando in particolare l eventuale mancato rispetto dei termini o l impossibilità di eseguire i controlli nella misura e tempi prestabiliti, spiegando le ragioni del ritardo. I dipendenti, nell ambito del doveroso rispetto del codice di comportamento nel suo complesso, in caso di conflitto di interessi e/o incompatibilità anche potenziale sono tenuti ad astenersi, segnalando tempestivamente al Dirigente la situazione di conflitto. 2.5 IL NUCLEO DI VALUTAZIONE Il Nucleo di valutazione verifica e attesta annualmente, entro il 31 gennaio, la corretta applicazione del Piano anche ai fini della valutazione della prestazione individuale dei Responsabili dei Servizi. 3. AREE DI RISCHIO E SUA GESTIONE Le attività a rischio corruzione di seguito individuate sono comprensive di quelle obbligatoriamente previste ai sensi dell art. 1, comma 16, della legge n.190/2012. Ad esse sono state aggiunte ulteriori aree sulla base del confronto con altre realtà amministrative analoghe. Ad ogni area di rischio sono stati quindi associati il rischio pertinente (registro dei rischi) e le idonee contromisure. Queste ultime sono state distinte in misure di prevenzione centralizzate e misure di prevenzione decentrate : le prime sono quelle la cui impostazione e disciplina ha carattere trasversale; le seconde devono essere organizzate e gestite a livello dei singoli titolari dei procedimenti. Le aree di rischio, la natura dei rischi pertinenti a ciascuna area e le misure di prevenzione e contrasto previste sono state riportate nella tabella A). 3.1 AREE DI RISCHIO 1. Erogazione sovvenzioni, contributi e sussidi 2. Autorizzazioni 3. Concessioni 4. Attività di controllo repressione e sanzionatoria 5. Procedure di scelta dei contraenti 6. Esecuzione dei contratti 7. Procedure di affidamento di incarico 8. Prestazione Servizi 9. Procedure di selezione e valutazione del personale 10. Procedure di controllo 11. Atti autoritativi.

5 12. Indennizzi, risarcimenti e rimborsi 13. Registrazioni e rilascio certificazioni 14. Atti di pianificazione e regolazione 3.2 REGISTRO DEI RISCHI 1. Negligenza od omissione nella verifica dei presupposti e requisiti per l adozione di atti o provvedimenti; 2. Inosservanza di regole procedurali a garanzia della trasparenza e imparzialità della selezione al fine di favorire soggetti particolari; 3. Motivazione generica e tautologica in ordine alla sussistenza dei presupposti di legge per l adozione di scelte discrezionali; 4. Uso distorto e manipolato della discrezionalità; 5. Irregolare o inadeguata composizione di commissioni di gara, concorso, ecc.; 6. Previsione di requisiti personalizzati allo scopo di favorire candidati o soggetti particolari; 7. Illegittima gestione dei dati in possesso dell amministrazione cessione indebita ai privati violazione segreto d ufficio; 8. Omissione dei controlli di merito o a campione; 9. Abuso di procedimenti proroga rinnovo revoca variante; 10. Quantificazione dolosamente errata degli oneri economici o prestazionali a carico dei privati; 11. Quantificazione dolosamente errata delle somme dovute dall Amministrazione; 12. Alterazione e manipolazione di dati, informazioni e documenti; 13. Mancata e ingiustificata applicazione di multe o penalità; 14. Mancata segnalazione accordi collusivi. 3.3 MISURE DI PREVENZIONE E CONTRASTO CENTRALIZZATE 1. Rendere pubblici tutti i contributi erogati con identificazione del beneficiario, nel rispetto delle regole della tutela della riservatezza. Tale misura sarà applicata pubblicando l Albo dei beneficiari dei contributi, sovvenzioni, sussidi, vantaggi economici di qualunque genere, come richiesto dall art.27 del D.Lgs. n.33/2013, rendendo noti: dati del beneficiario, importo del beneficio o vantaggio, norma di riferimento, nominativo del responsabile del procedimento. 2. Introduzione di sistemi di rotazione del personale addetto alle aree soggette a maggior rischio di corruzione. La rotazione dovrà riguardare i titolari di posizioni organizzative. Per tentare di superare le difficoltà attuative di questa misura si dovranno definire linee guida e protocolli comportamentali che definiscano il funzionamento degli uffici rispetto ai singoli procedimenti. Ciò consentirebbe di disporre di regole operative condivise e favorisce la diffusione delle conoscenze e delle competenze. (Par. 7.1) 3. Adozione del Codice di Comportamento di Ente e misure di diffusione e implementazione

6 4. Adozione di misure per l attuazione delle disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi 5. Adozione di attività formative per il personale con attenzione prioritaria per coloro che operano nelle aree maggiormente a rischio 6. Sviluppare un sistema informatico che non consenta modifiche non giustificate in materia di procedimenti e provvedimenti dirigenziali 7. Adeguamento norme regolamentari con introduzione di misure a tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti 8. Controllo di regolarità amministrativa e monitoraggio sul rispetto dei regolamenti e delle procedure. I controlli di regolarità amministrativa saranno effettuati applicando il regolamento comunale per la disciplina dei controlli interni approvato, in attuazione dell art.3, comma 2, del D.L. n.174/2012, con deliberazione del Consiglio Comunale n.2 del 30/01/ Rendere pubblici tutti gli incarichi conferiti internamente o esternamente affidati dall Ente. Nella sezione Amministrazione Trasparente del sito web istituzionale sarà pubblicato, ai sensi dell art.3, comma 54, della legge 244/2007, l elenco degli incarichi con l indicazione del soggetto incaricato, dei motivi dell incarico e dell ammontare del compenso. Tale pubblicazione costituisce condizione legale di efficace per la liquidazione del compenso. Nella stessa sezione saranno pubblicati, come previsto dal D.Lgs. n.33/2013, gli incarichi autorizzati ai dipendenti con indicazione del tipo di incarico, della durata e del compenso. 10. Pubblicazione di tutte le Determinazioni 3.4 MISURE DI PREVENZIONE E CONTRASTO DECENTRATE 1. Dichiarazione di inesistenza cause di incompatibilità per la partecipazione a commissioni di gara per l affidamento di lavori, forniture e servizi e a commissioni di concorso pubblico 2. Predisposizione di linee guida operative, protocolli comportamentali e adozione di procedure standardizzate. Questa misura deve essere intesa come adozione di misure che garantiscano il rispetto degli obblighi normativi. La standardizzazione delle procedure deve assicurare la trasparenza e la tracciabilità dei comportamenti e delle decisioni, determinando il presupposto indispensabile per impedire violazioni della regolarità amministrativa e conseguenti eventi corruttivi. 3. Adozione misure di adeguata pubblicizzazione della possibilità di accesso alle opportunità pubbliche e dei relativi criteri di scelta 4. Attuazione Piano della Trasparenza. La trasparenza è la totale accessibilità alle informazioni sull organizzazione e sulle attività della pubblica amministrazione per favorire forme diffuse di controllo sull utilizzo delle risorse pubbliche per l attuazione delle funzioni istituzionali. A tal fine si procederà alla formazione e all approvazione del Piano triennale per la trasparenza e l integrità previsto dal decreto legislativo n.33/2013. Il piano sarà quindi pubblicato nel sito web istituzionale alla sezione Amministrazione Trasparente. (Par. 7.2) 5. Adozione di forme aggiuntive di pubblicazione delle principali informazioni in materia di appalti di lavoro, servizi e forniture 6. Misure di verifica del rispetto dell obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi 7. Predisporre atti adeguatamente motivati e di chiara, puntuale e sintetica formulazione 8. Monitoraggio e controllo dei tempi dei procedimenti su istanza di parte e del rispetto del criterio cronologico

7 9. Rendere pubbliche le informazioni sui costi unitari di realizzazione delle opere pubbliche e/o dei servizi erogati 10. Adozione di adeguati criteri di scelta del contraente negli affidamenti di lavori, servizi, forniture, privilegiando il criterio dell offerta economicamente più vantaggiosa 11. Predisposizione di programmi e protocolli delle attività di controllo in relazione a: a. esecuzione contratti; b. attività soggette ad autorizzazioni e verifiche; c. dichiarazioni e autocertificazioni d. in generale, tutte le attività di controllo di competenza dei diversi settori dell Ente 12. Predisposizione di convenzioni tipo e disciplinari per l attivazione di interventi urbanistico/edilizi e opere a carico di privati 13. Determinazione in via generale dei criteri per la determinazione dei vantaggi di natura edilizia/urbanistica a favore di privati 14. Ampliamento dei livelli di pubblicità e trasparenza attraverso strumenti di partecipazione preventiva 4 FORMAZIONE IN TEMA DI ANTICORRUZIONE Si prevedono interventi formativi rivolti a tutti i dipendenti sul codice di comportamento, sulla trasparenza, sulla corretta stesura degli atti amministrativi, sulle procedure relative a gare di appalto, contratti, affidamento incarichi. La formazione sarà anche rivolta in modo specifico al Responsabile della prevenzione della corruzione e sono previsti incontri finalizzati ad esaminare le principali problematiche riscontrate nel corso dello svolgimento delle attività. 5 CODICI DI COMPORTAMENTO In adempimento del comma 5 dell art. 54 del D.Lgs. n.165/2001, ad integrazione e specificazione del Codice Nazionale ed in coerenza con le linee guida adottate dall ANAC con deliberazione n. 75/2013, il Comune di Montemiletto procederà ad approvare il nuovo Codice di comportamento dei propri dipendenti, predisposto dal Segretario Comunale, finalizzato ad assicurare il rispetto dei doveri costituzionali di diligenza, lealtà, imparzialità e servizio esclusivo alla cura dell interesse pubblico. 6 MISURE GENERALI DI PREVENZIONE E CONTROLLO Ai fini di prevenire i rischi di corruzione sopra elencati si definiscono, oltre alle azioni specifiche riportate nei precedenti paragrafi, le seguenti misure generali di prevenzione.

8 6.1 Modalità generali di formazione, attuazione e controllo delle decisioni dell amministrazione I provvedimenti conclusivi dei procedimenti devono riportare in narrativa la descrizione del procedimento svolto, richiamando tutti gli atti prodotti - anche interni - per addivenire alla decisione finale. In tal modo chiunque via abbia interesse potrà ricostruire l intero procedimento amministrativo, anche valendosi dell istituto del diritto di accesso. I provvedimenti conclusivi devono sempre essere motivati con precisione, chiarezza e completezza. La motivazione deve indicare i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche che hanno determinato la decisione dell amministrazione, in relazione alle risultanze dell'istruttoria. Particolare attenzione va posta a rendere chiaro il percorso che ci porta a riconoscere un beneficio ad un soggetto, alla fine di un percorso trasparente, legittimo e finalizzato al pubblico interesse (buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione). Lo stile dovrà essere il più possibile semplice e diretto. E preferibile non utilizzare acronimi, abbreviazioni e sigle (se non quelle di uso più comune). E opportuno esprimere la motivazione con frasi brevi intervallate da punteggiatura. Questo per consentire a chiunque, anche a coloro che sono estranei alla pubblica amministrazione ed ai codici di questa, di comprendere appieno la portata di tutti i provvedimenti. Di norma ogni provvedimento conclusivo deve prevedere un meccanismo di tracciabilità dell istruttoria. Nelle procedure di gara o di offerta, anche negoziata, ovvero di selezione concorsuale o comparativa, di norma si individua un soggetto terzo con funzioni di testimone, diverso da coloro che assumono le decisioni sulla procedura. Ai fini della massima trasparenza dell azione amministrativa e dell accessibilità totale agli atti dell amministrazione, per le attività a più elevato rischio, i provvedimenti conclusivi il procedimento amministrativo devono essere assunti di norma in forma di determinazione amministrativa o, nei casi previsti dall ordinamento, di deliberazione, decreto od ordinanza. Determinazioni, decreti, ordinanze e deliberazioni, come di consueto, sono prima pubblicate all Albo pretorio online, quindi raccolte nelle specifica sezione del sito web dell ente e rese disponibili, per chiunque purché non ledano il diritto alla riservatezza delle persone. Qualora il provvedimento conclusivo sia un atto amministrativo diverso, si deve provvedere comunque alla pubblicazione sul sito web dell ente, adottando le eventuali cautele necessarie per la tutela dei dati personali e garantire il c.d. diritto all oblio. Per economia di procedimento gli aspetti potenzialmente collegati al rischio corruzione verranno controllati nelle periodiche verifiche sull attività amministrativa previste dal Regolamento per i controlli interni. 6.2 Monitoraggio dei rapporti tra l'amministrazione e i soggetti che con la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere, anche verificando eventuali relazioni di parentela o affinità sussistenti tra i titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti degli stessi soggetti e i dipendenti dell'amministrazione. Le verifiche saranno svolte in sede d esercizio dei controlli preventivo e successivo di regolarità amministrativa previsti dal regolamento comunale sui controlli interni. Si richiama il dovere di segnalazione e di astensione in caso di conflitto di interessi, così come stabilito dal nuovo Codice di

9 Comportamento di cui al DPR 16 aprile 2013, n. 62, nonché di intervento del soggetto che, in base ai regolamenti dell Ente, deve sostituire il soggetto potenzialmente interessato Monitoraggio del rispetto dei termini, previsti dalla legge o dai regolamenti, per la conclusione dei procedimenti. Il monitoraggio del rispetto dei termini di conclusione dei procedimenti è oggetto del più ampio programma di misurazione e valutazione della performance individuale e collettiva e di controllo della gestione. Il rispetto dei termini di conclusione dei procedimenti sarà oggetto di verifica anche in sede di esercizio dei controlli preventivo e successivo di regolarità amministrativa previsti dal regolamento comunale sui controlli interni. Tale monitoraggio verrà effettuato tenendo conto della tempistica di svolgimento del procedimento pubblicata, ai sensi della legge 241/ Monitoraggio rispetto alla nomina di commissioni di gare, concorsi, selezioni di qualunque genere. All atto della nomina si provvederà alla verifica della sussistenza o meno di sentenze penali di condanna, anche non definitive per reati contro la Pubblica Amministrazione, in capo ai componenti le suddette commissioni ed ogni altro funzionario che abbia funzioni di istruttoria o con funzioni di segreteria nelle stesse. In ipotesi affermativa, si provvederà immediatamente alla sostituzione degli stessi con altri componenti e dei soggetti istruttori. 6.5 Compito dei dipendenti e dei responsabili delle posizioni organizzative Tutti i dipendenti, in particolare i responsabili delle posizioni organizzative incaricati dei compiti ex art. 109 tuel 267/200, con riferimento alle rispettive competenze previste dalla legge e dai regolamenti vigenti, sono tenuti ad essere a conoscenza del piano di prevenzione della corruzione e provvedono all esecuzione; essi devono astenersi, ai sensi dell art. 6 bis legge 241/1990, in caso di conflitto di interessi, segnalando tempestivamente ogni situazione di conflitto, anche potenziale. I dipendenti che svolgono le attività a rischio di corruzione, relazionano ogni sei mesi al Responsabile di servizio il rispetto dei tempi procedimentali e qualsiasi altra anomalia accertata, indicando, per ciascun procedimento nel quale i termini non sono stati rispettati, le motivazioni in fatto e in diritto di cui all art. 3 della legge 241/1990, che giustificano il ritardo. I Responsabili di servizio provvedono, ogni sei mesi, al monitoraggio del rispetto dei tempi procedimentali e alla tempestiva eliminazione delle anomalie. I risultati del monitoraggio devono essere consultabili nel sito web istituzionale del Comune. 6.6 Responsabilità a) il responsabile della prevenzione della corruzione risponde nelle ipotesi previste ai sensi dell art. 1 co. 12, 13 e 14 della legge 190/2012. b) con riferimento alle rispettive competenze, costituisce elemento di valutazione della responsabilità dei dipendenti e dei Responsabili delle posizioni organizzative, la mancata osservanza delle disposizioni contenute nel presente piano della prevenzione della corruzione;

10 c) i ritardi degli aggiornamenti dei contenuti sugli strumenti informatici sono sanzionati a carico dei responsabili dei servizi; d) per le responsabilità derivanti dalla violazione del codice di comportamento, si rinvia all art. 54 D.lgs. 165/2001 (codice di comportamento); le violazioni gravi e reiterate comportano la applicazione dell art. 55-quater, comma 1, del Dlgs. 165/ PROGRAMMAZIONE DELLE ATTIVITÀ IN MATERIA DI ANTICORRUZIONE Il presente documento è da considerarsi quale prima applicazione di quanto previsto dalla legge n. 190 del 6/11/12 e sarà seguito da una serie di attività a completamento degli obblighi posti in capo agli enti locali per la prevenzione anticorruzione. In particolare, oltre a quanto già esplicitamente previsto nei precedenti paragrafi, si dovrà procedere: 7.1 Individuazione dei criteri di rotazione degli incarichi relativi alle posizioni di lavoro a maggior rischio di corruzione Rispetto a quanto auspicato dalla normativa in merito all adozione di adeguati sistemi di rotazione del personale addetto alle aree a rischio, l Amministrazione si impegna a valutare allo scadere degli incarichi conferiti per quali posizioni è opportuno e possibile prevedere percorsi di polifunzionalità che consentano tali rotazioni, evitando che possano consolidarsi delle posizioni di privilegio nella gestione diretta di attività a rischio, pur con l accortezza di mantenere continuità e coerenza degli indirizzi e le necessarie competenze delle strutture. Si terrà conto altresì che diverse procedure del Comune sono strutturate in modo tale da richiedere una gestione condivisa dell attività necessitando del coinvolgimento di diversi livelli di responsabilità. 7.2 TRASPARENZA: approvazione del Programma triennale per la trasparenza e l integrità, da intendersi quindi come articolazione del presente Piano di prevenzione della corruzione, garantendo in tal modo anche l integrazione con il Piano triennale della performance. Con successivo provvedimento l Amministrazione provvederà all approvazione del piano triennale per la trasparenza e l integrità per il triennio , da aggiornare annualmente, che indica le iniziative previste per garantire la massima trasparenza in ogni fase del ciclo di gestione della performance. La trasparenza va intesa come accessibilità totale, anche attraverso lo strumento della pubblicazione sui siti istituzionali delle amministrazioni pubbliche, delle informazioni concernenti ogni aspetto dell'organizzazione, degli indicatori relativi agli andamenti gestionali e all'utilizzo delle risorse per il perseguimento delle funzioni istituzionali, dei risultati dell'attività di misurazione e valutazione svolta dagli organi competenti, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo del rispetto dei principi di buon andamento e imparzialità. Essa costituisce livello essenziale delle prestazioni erogate dalle amministrazioni pubbliche. Al fine di rendere effettivi i principi di trasparenza, le pubbliche amministrazioni devono provvedere a dare attuazione agli adempimenti relativi alla posta elettronica certificata.

11 7.3 Redazione e approvazione delle tabelle recanti gli indici di valutazione del rischio, redazione e approvazione delle tabelle recanti la mappatura dei procedimenti suddivisi per singoli Servizi con l identificazione del rischio e delle specifiche misure di prevenzione come da schemi allegati (tab. 1 tab. 2 tab. 3). 8 ALTRE INIZIATIVE Azioni di sensibilizzazione e rapporto con la società civile: realizzazione di misure di sensibilizzazione della cittadinanza per la promozione della cultura della legalità attraverso l'attivazione di canali dedicati alla segnalazione dall'esterno dell ente di episodi di corruzione, cattiva amministrazione e conflitto d'interessi. 9 RECEPIMENTO DINAMICO MODIFICHE LEGGE 190/2012 Le norme del presente regolamento recepiscono dinamicamente le modifiche alla legge 6 novembre 2012, n Data Il Responsabile della prevenzione della corruzione

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