Progetto Ali d Italia: l'esperienza. della provincia di Verona
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- Timoteo Pastore
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1 Ivano Confortini Progetto Ali d Italia: l'esperienza della provincia di Verona A partire dalla passata stagione venatoria 2014/2015 anche la Provincia di Verona ha aderito al Progetto Ali d Italia realizzato da Beccaccia d Italia e Club della Beccaccia grazie all indispensabile coinvolgimento dei cacciatori specialisti/beccacciai. In verità già nella precedente stagione 2013/2014 alcuni Comprensori alpini avevano aderito al progetto mettendo a disposizione una trentina di ali per la relativa determinazione della classe d età. Questo studio riguardante la provincia di Verona rientra all interno di un più esteso progetto che riguarda molte regioni italiane grazie al grande lavoro svolto da Beccacciai d Italia e Club della Beccaccia. Ali d Italia costituisce indubbiamente un valido metodo di monitoraggio svolto attraverso l analisi del prelievo per studiare lo status della popolazione della beccaccia. Il metodo applicato per l analisi delle ali è quello di Boidot, che attraverso lo studio del piumaggio alare consente di determinare, in modo preciso, l età delle beccacce prelevate, valutando lo stato di sospensione della muta. In base all osservazione del numero di piume copritrici secondarie e delle polliciali (alula) mutate si possono distinguere diverse sottoclassi di età (separatamente nei giovani e negli adulti). È evidente che le beccacce che hanno una muta avanzata o completa possiedono migliori condizioni di salute, sia riguardo all individuo in questione, sia della popolazione alla quale appartiene, mentre invece nei giovani indica l appartenenza a schiuse più o meno precoci. La percentuale di giovani tardivi e precoci è verosimilmente legata anche alla 1
2 loro origine geografica (più o meno settentrionale) oltre che all andamento climatico stagionale e al conseguente stato sanitario; altrettanto si può dire per gli esemplari adulti con muta incompleta. A partire dal 2013 il progetto Ali d Italia ha ottenuto l importante riconoscimento dell I.S.P.R.A. a conferma della sua validità. Questo sicuramente sta favorendo l espansione dell applicazione del metodo anche laddove vi era scetticismo circa la sua validità dal punto di vista scientifico. Lo stesso I.S.P.R.A. riconosce la validità del metodo non solo come mero strumento di determinazione della classe d età, ma anche quale strumento di gestione della specie attraverso la redazione di corretti calendari venatori e piani faunistici-venatori. L importanza di questo studio consiste nel raccogliere dati puntuali a sostegno della sostenibilità della caccia alla beccaccia, oltre che della redazione dei calendari venatori regionali e, più in generale, degli strumenti di pianificazione gestionale in capo alle Regioni e alle Province. Nella stagione 2014/2015 in provincia di Verona sono state raccolte 370 ali di beccaccia da parte di 94 cacciatori: la quasi totalità proveniva dalla Lessinia (n. 346) e solo n. 24 ali dal Baldo. In particolare hanno collaborato alla realizzazione di tale monitoraggio i seguenti istituti venatori pubblici: A.T.C. n. 2 dei Colli, l A.T.C. n. 1 del Garda e i Comprensori alpini di Fumane, Sant Anna d Alfaedo, Sant Ambrogio di Valpolicella, Boscochiesanuova, Negrar, Marano di Valpolicella, Erbezzo, Malcesine e Caprino Veronese. Si tratta di un risultato soddisfacente considerando che si trattava del primo vero anno di attività esteso all intero territorio provinciale vocato alla specie e che comunque da parte di molti cacciatori vi è ancora una forte diffidenza nel denunciare le proprie catture per paura che si venga a conoscenza delle proprie zone di caccia, ma soprattutto per il timore che tale monitoraggio rappresenti in realtà il presupposto per chiudere la caccia alla beccaccia: in realtà l obiettivo di tale studio, così come di tutti 2
3 quelli svolti sulla selvaggina cacciabile, è quello di mettere a disposizioni informazioni utili per giustificare il prelievo di questo specie, che invece in assenza di questi potrebbe essere sospeso. Questa indagine risulta importante per definire l identikit della beccaccia transitante e svernante sulle Prealpi venete, ma più in generale sul Triveneto e in Italia settentrionale, in quanto ci consente di classificare la specie in diverse classi d età sulla base del loro stato di muta: 5 classi tra i giovani (J), potendo distinguere i nati precoci (JC0-1) dai nati tardivi (JC-4) e 2 classi tra gli adulti (A), quelli in prima muta post nuziale An+1 (ossia beccacce adulte che si sono riprodotte una volta) e quelli in X muta post nuziale An+X (ossia beccacce adulte che si sono almeno riprodotte 2 volte). Molto importante è inoltre la classificazione degli esemplari adulti in muta terminata (AC0), ossia quelli che hanno avuto favorevoli condizioni di nutrimento durante la fase di riproduzione. Le beccacce mutano il piumaggio fino al momento della riproduzione e meglio si alimentano, più rapidamente mutano le penne e le piume. Quando per cause naturali viene a ridursi la disponibilità di cibo, la muta avviene con difficoltà e più lentamente. Il metodo di studio applicato consiste nella lettura dell ala con l obiettivo di individuare e contare le piume non mutate. Tanto minore è il numero delle piume non mutate, tanto migliori saranno le condizioni generali di salute dell esemplare. Sull ala prelevata (destra per convenzione) vengono contate le piume non mutate, sulla base di una tabella punti/piuma messa a punto dai ricercatori francesi e che attualmente costituisce il modello in uso in tutta Europa, Italia inclusa. Risultati dell indagine condotta in provincia di Verona I dati presentati nel presente articolo sono stati elaborati dalla Commissione scientifica Beccacciai d Italia e Club della Beccaccia e sono stati presentati a Verona il 13 aprile 3
4 2014 dal dott. Paolo Pennacchini, presidente F.A.N.B.P.O (Fedération des Associations del Bécassiers du Paléarctique Occidental) e Federation of European Woodcock Associations e dal dott. Marco Tuti tecnico faunistico della Facoltà di Agraria dell Università di Firenze. Complessivamente durante la stagione venatoria sono state raccolte n. 370 ali da parte di n. 94 cacciatori, di queste n. 280 riguardavano esemplari giovani e n. 90 esemplari adulti: l Age ratio (% di giovani rispetto agli adulti) è risultata pari al 76%, ad indicare una buona stagione riproduttiva (quando uguale o maggiore al 70%) e quindi la sostenibilità del prelievo venatorio, che nel caso specifico è stato pertanto indirizzato sugli interessi (giovani) lasciando quindi inalterato il capitale. Sicuramente l elevato valore dell Age ratio rilevato è stato condizionato da un inverno mite (analogamente di quello della precedente stagione 2013/2014) che ha impedito una discesa decisa degli adulti sull areale mediterraneo. Successivamente è stata determinata la Sex ratio delle beccacce catturate, ove con questo termine si intende la % dei maschi rispetto alle femmine: la determinazione di tale parametro è stata effettuata su 147 esemplari rispetto ai 370 totali, in quanto su 223 di questi i cacciatori purtroppo non hanno dichiarato il sesso di appartenenza. La Sex ratio è risultata pari a 44%, che evidenzia una presenza maggiore di femmine (56%) rispetto ai maschi. La determinazione del sesso non è una pratica facile, ma comunque anche grazie ai disegni illustrativi presentati sulla base ove viene raccolta la singola ala, la % italiana (pari al 40% analogamente a quanto rilevato per la provincia di Verona) risulta essere tra le più alte rilevate in Europa. I ricercatori hanno elaborato anche i dati del peso, riportati sulla scheda dai cacciatori, che consentono di monitorare la sua oscillazione nelle varie decadi dei mesi di ottobre, novembre, dicembre e gennaio. Il valore medio del peso delle beccacce catturate in 4
5 provincia di Verona è risultato pari a 321,5 g (l anno scorso in Italia era stato calcolato un peso medio di 309,5 g). Le beccacce sono arrivate nella seconda decade di ottobre con un peso inferiore e pari mediamente a 308,0 g, per scendere a 306,6 g nella terza decade di ottobre a causa del grande sforzo migratorio. Sul campione, suddiviso tra giovani e adulti e nelle diverse classi a seconda dello stato della muta, è stata calcolata la distribuzione per decadi. Le prime beccacce sono arrivate nella seconda decade di ottobre (27 giovani + 3 adulti) con un massimo nella terza decade di ottobre (63 giovani + 19 adulti) per poi gradualmente scemare in novembre (1 decade: 43 giovani + 16 adulti; 2 decade: 40 giovani + 17 adulti; 3 decade: 31 giovani + 10 adulti), in dicembre (1 decade: 14 giovani + 8 adulti; 2 decade: 20 giovani + 4 adulti; 3 decade: 18 giovani + 7 adulti) e in gennaio (1 decade: 18 giovani + 3 adulti; 2 decade: 6 giovani e 3 adulti). La caccia alla beccaccia è stata chiusa il 19 gennaio 2015, secondo quanto previsto dal calendario venatorio regionale. Un dato molto importante rilevato è la % di giovani a muta terminata (JC0-1), ossia quelli nati precoci (aprile-maggio), rispetto ai giovani con alto tasso di muta sospesa (JC3-4), ossia quelli nati tardivi (luglio-agosto). Una prevalente presenza di giovani nati precocemente sta a significare che l andamento temporale del periodo riproduttivo è avvenuta senza particolari condizioni di stress, determinati da condizioni ambientali sfavorevoli, che possono aver causato la perdita di numerose nidiate oltre che uno spiccato e dispendioso erratismo da parte della popolazione interessata. Nel caso della provincia di Verona la percentuali dei giovani a muta terminata è risultata pari al 69%, valore questo decisamente elevato. Un altro importante parametro rilevato è stata la percentuale di adulti nei vari stati di muta, nonché di quelli a muta terminata (AC0), che è risultata pari al 64%, valore questo decisamente elevato a conferma della sostenibilità del prelievo. 5
6 Per le valutazioni più dettagliate della sostenibilità del prelievo è opportuno comunque attendere l elaborazione di tutti i dati acquisiti dall analisi delle ali delle beccacce recuperate nelle varie regioni italiane, analogamente che per la passata stagione venatoria i dati della sola provincia di Verona non sono infatti sufficienti a disegnare un quadro complessivo, ancorché relativo all arco alpino, dello status della popolazione e del flusso migratorio. I contenuti e le immagini del presente articolo sono tratti dalla relazione presentata dal dott. Pennacchini Paolo a Verona il 13 aprile 2014 e gentilmente messi a disposizione dallo Stesso per la loro divulgazione, nonché dall articolo della Commissione scientifica Beccacciai d Italia e Club della Beccaccia pubblicato sul numero 05 bimestre settembre-ottobre 2014 della rivista Beccacce che Passione. 6
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