Il Sistema di Sorveglianza PASSI Sintesi dei risultati 2008/2011

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1 Il Sistema di Sorveglianza PASSI Sintesi dei risultati 2008/2011 PASSI (Progressi nelle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia) è un sistema di sorveglianza sui determinanti di salute e sui comportamenti e gli stili di vita della popolazione compresa tra i 18 e i 69 anni, su un campione rappresentativo della popolazione generale estratto casualmente dalle liste dell anagrafe sanitaria e stratificato per età e per sesso. Ideato dal Ministero della Salute, è coordinato dal Gruppo Tecnico del CNESPS dell Istituto Superiore di Sanità. Indaga aspetti soggettivi e oggettivi riferiti allo stato di salute dell individuo (salute percepita, sintomi depressivi, ipertensione, ipercolesterolemia, ecc..), alle abitudini di vita (attività fisica, alimentazione, consumo di alcol, fumo, ecc.), alla sicurezza stradale, domestica e sul lavoro e l adesione agli interventi di prevenzione secondaria (screening oncologici, vaccinazioni). La sorveglianza è attiva in modo continuo da aprile 2007 e fino a dicembre 2011 ha coinvolto 126 ASL su 146, pari all 85% della popolazione nazionale tra 18 e 69 anni per un totale di interviste. In Lombardia hanno aderito dal 2008 le ASL di Bergamo, Lecco, Milano Città, Pavia e Varese. In questi quattro anni nell Asl di Varese sono state effettuate 1155 interviste. Per la raccolta dei dati è utilizzato un questionario di circa un centinaio di domande somministrato telefonicamente. La qualità dell indagine PASSI viene costantemente tenuta sotto controllo con indicatori raccomandati a livello internazionale per sistemi di sorveglianza di questo tipo. Un indicatore importante è la percentuale di persone che accettano l intervista (sul totale delle persone selezionate): tasso di risposta, che nella nostra ASL è pari all 85,9%, inferiore, come per il tasso dei rifiuti (10,6%), alla media nazionale di un solo punto (86,8%). Questo dato, in costante evoluzione, può essere ottimizzato implementando l informazione e la sensibilizzazione dei cittadini e dei Medici di Medicina Generale. PASSI fornisce dati rappresentativi, confrontabili e usufruibili ad ogni livello. Quattro anni di stili di vita tra i residenti dell ASL di Varese di anni (circa persone) 65% si giudica in buona salute 25,8% è sedentario 36,9% è in eccesso ponderale 25% fuma 22,6% è un bevitore a rischio ( ) Screening oncologici effettuati 74,3% pap-test 9,4% ha riferito sintomi depressivi 24% pratica attività fisica 11,4% mangia 5 porzioni di frutta e verdura 4,4% conosce il proprio rischio cardiovascolare 12,3% ha guidato sotto effetto dell alcool 84,7% mammografia 58,7% ricerca di sangue occulto nelle feci Le differenze tra i dati dell ASL di Varese e quelli nazionali riguardano: la percezione dello stato di salute, i sintomi depressivi, la sedentarietà, il consumo di alcool e la guida sotto effetto di alcol, la misurazione del colesterolo, l ipercolesterolemia ed il trattamento farmacologico, il calcolo del rischio cardiovascolare, gli infortuni domestici, l esecuzione del pap-test, la vaccinazioni antinfluenzale. Le differenze tra i dati dell ASL di Varese e quelli del pool delle ASL lombarde aderenti a PASSI riguardano le tematiche sopra citate ed inoltre gli eccessi ponderali, il consumo di frutta e verdura, l utilizzo della cintura posteriore in auto. 1

2 Salute percepita SALUTE E DEPRESSIONE Numerosi studi condotti a partire dagli anni 80 hanno dimostrato che lo stato di salute percepito a livello individuale è in relazione con i tradizionali indicatori oggettivi di salute (mortalità e morbosità) e risulta correlato alla presenza di patologie croniche conclamate o al manifestarsi dei rispettivi fattori di rischio. Nella nostra ASL circa i due terzi (65,1%) degli intervistati giudica buona o molto buona la propria salute, mentre nel pool delle ASL lombarde la media è del 71% e in Italia è del 67.4%. Si dichiarano più soddisfatti i giovani tra 18 e 34 anni, gli uomini, le persone più istruite e senza difficoltà economiche e le persone che non presentano patologie croniche. Nei 30 giorni precedenti l intervista riferisce di essersi sentito bene il 57,1% delle persone intervistate per quanto concerne la salute fisica e il 63% per la salute psicologica; l 84.8% non ha avuto limitazioni nelle attività abituali. Una piccola parte ha avuto più di 14 giorni di cattiva salute in un mese, per motivi psicologici (12,7%) o fisici (9%); si sono avute limitazioni delle attività abituali nel 3,7% dei casi. Hanno riferito il maggior numero di giorni in cattiva salute per motivi psicologici prevalentemente le donne tra i 35 e 69 anni con difficoltà economiche e presenza di una patologia severa, per motivi fisici le persone tra 50 e 69 anni, prevalentemente donne, con difficoltà economiche e basso livello d istruzione, presenza di una patologia severa. Sintomi depressivi Il 9,4% delle persone intervistate riferisce sintomi depressivi (desunti col Patient Health Questionnaire-2 o PHQ-2) nella due settimane precedenti l intervista. Nel pool delle ASL lombarde e in Italia la media è del 7%. Sono maggiormente coinvolte in questo problema: le donne (13.6% contro il 5.2% degli uomini), le persone dai 35 ai 49 anni, con difficoltà economiche (32% contro il 4% di chi non ne ha), che vivono sole, con livello d istruzione medio-basso, con una patologia cronica (il 16% contro l 8% di chi non ne ha). La percezione del proprio stato di salute peggiora in modo vistoso tra coloro che riferiscono sintomi depressivi: solo il 40% circa considera buona o molto buona la propria salute, contro il 68% delle persone prive di tali sintomi. Tra quanti riferiscono sintomi di depressione due terzi degli intervistati si è rivolto a persone di fiducia come familiari e amici (26,4%) o a un operatore (27,4%), mentre circa un terzo (31%) non ne ha parlato con nessuno. STILI DI VITA Distribuzione giorni in cattiva salute per motivi fisici, psicologici e con limitazione di attività ASL Varese - PASSI Solo due persone su dieci hanno uno stile di vita attivo Tre persone su dieci hanno un eccesso ponderale (28,1% sovrappeso, 8,8% obesi) Quattro persone su dieci consumano solo una o due porzioni di frutta e verdura al giorno Più di due persone su dieci fumano e altrettante possono essere considerate bevitori di alcol a rischio 90,0% 80,0% 70,0% 60,0% 50,0% 40,0% 30,0% 20,0% 10,0% 0,0% 57,1% 33,9% 9% Motivi fisici 63% 24,4% 12,7% 84,8% 11,5% 3,7% Motivi psicologici Attività limitata 0 giorni 1-13 giorni 14+ giorni Attività fisica Attività fisica: solo il 24% degli intervistati, contro il 33% del dato nazionale, ha uno stile di vita attivo ovvero effettua un lavoro pesante o 30 minuti di attività fisica moderata per almeno 5 giorni la settimana o attività intensa per più di 20 minuti per almeno 3 giorni la settimana); il 50,1% pratica attività fisica in quantità inferiore a quanto raccomandato, contro il 37%; il 25,8% è completamente sedentario, contro il 20% del pool ASL lombarde e il 30% dato nazionale. Attività fisica ASL Varese (n=1155) Sedentarietà: è inversamente proporzionale al titolo di studio e alla situazione economica, 2

3 cresce all aumentare dell età (22% dai 18 ai 34 anni, 26-27% nelle altre fasce), non emergono differenze fra uomini e donne. Sedentarietà nei gruppi a rischio: è presente nel 33% dei fumatori, 32,9% degli ipertesi, 30,6% delle persone depresse, 28,5% delle persone in eccesso ponderale, ovvero i sottogruppi di popolazione che potrebbero beneficiare di più degli effetti positivi dell attività fisica. Situazione nutrizionale e abitudini alimentari Percezione del livello di attività fisica praticata: è un indicatore importante in quanto condiziona eventuali cambiamenti verso uno stile di vita più attivo. Il 42,8% delle persone parzialmente attive ed il 14,5% dei sedentari percepisce il proprio livello di attività fisica come sufficiente. Informazioni e consigli: una persona su tre (35,2%) ha riferito che un medico o un operatore sanitario si è informato sull attività fisica praticata (dato nazionale 31.5%); il 37% ha riferito di aver ricevuto il consiglio di praticarla regolarmente, valore superiore alla media nazionale (31,6%) ma migliorabile. Peso: si stima che il 5,5% delle persone tra 18 e 69 anni sia sottopeso, più della metà sia normopeso (57,6%), il 28,1% sovrappeso e l 8,8% obeso. Eccessi ponderali (sovrappeso e obesità): si stima siano presenti in più di un terzo della popolazione (36,9%), dato inferiore a quello nazionale (42%) ma lievemente superiore al pool delle ASL lombarde (34,5%). Peculiarità dell eccesso ponderale: aumenta in modo evidente con l età, è più frequente tra i 50 e 69 anni, negli uomini (48% contro il 25,8%), nelle persone meno istruite e con difficoltà economiche. Aumento di peso nell ultimo anno: più di due persone su 10 (23,7%) riferiscono di essere aumentate 2 o più kg, prevale: chi ha già un eccesso ponderale (34,3% obesi e 27,8% in sovrappeso), i giovani tra i 18 e 34 anni e le donne (25,1%). 100,0% 90,0% 80,0% 70,0% 60,0% 50,0% 40,0% 30,0% 20,0% 10,0% 0,0% Auto-percezione del proprio peso corporeo Prevalenze per stato nutrizionale ASL Varese (n=1155) 12,1% 81% 6,9% 61,3% 38,4% 93,1% 5,9% 0,3% 1% Sotto/ normopeso Sovrappeso Obeso Peso troppo alto Peso più o meno giusto Peso troppo basso Percezione del proprio peso: è uno degli aspetti più importanti da considerare in quanto può condizionare un eventuale cambiamento del proprio stile di vita. Quasi 4 persone su 10 in sovrappeso (38,4%) percepiscono il proprio peso come giusto. Emerge una diversa percezione soggettiva nei due sessi: il 47,7% degli uomini in sovrappeso considera il proprio peso più o meno giusto, rispetto al 19.6% delle donne. Tra i normopeso il 12% reputa il proprio peso troppo alto contro il dato nazionale del 9%. Dieta: solo circa due persone su 10 (18,5%) delle persone in eccesso ponderale ha riferito di seguirla, rispetto al 25% del dato nazionale. Sono soprattutto coloro che: hanno ricevuto il consiglio da un operatore sanitario (29,5% vs 7%), sono obesi (28,4% vs il 15,4% nei sovrappeso), donne (26,8% vs il 14,1% negli uomini), in sovrappeso che ritengono il proprio peso troppo alto (18,7% vs 10,5% quelli che ritengono il proprio peso giusto). Informazioni e consigli: il 55% delle persone in eccesso ponderale ha ricevuto il consiglio di perdere peso da un operatore sanitario, pool ASL lombarde (58,9%), dato nazionale 54%. Attuazione della dieta in rapporto a percezione del proprio peso e ai consigli degli operatori sanitari tra le persone in eccesso ponderale ASL Varese - PASSI 2008/10 (n=311) 100,0% 90,0% 80,0% 70,0% 60,0% 50,0% 40,0% 30,0% 20,0% 10,0% 0,0% 12,1% 81,0% 6,9% 61,3% 38,4% 93,1% 5,9% 0,3% 1,0% Sotto/ normopeso Sovrappeso Obeso Peso troppo alto Peso più o meno giusto Peso troppo basso Il 46,6% riferisce di aver ricevuto il consiglio di fare attività fisica da parte di un medico, pool ASL lombarde (45%), dato nazionale 39%. 3

4 Consumo di frutta e verdura: circa cinque persone su dieci consumano solo 1-2 porzioni al giorno, circa quattro persone su dieci consumano 3-4 porzioni e solo una persona su dieci (11,4%) ha riferito il consumo raccomandato di almeno 5 porzioni al giorno five a day. Assumono meno di 5 porzioni al giorno sopratutto le persone fra i anni, gli uomini, le persone con molte difficoltà economiche, chi è normopeso o sovrappeso. Nel pool delle ASL lombarde il 12% delle persone assume 5 porzioni al giorno raccomandate, in Italia la media è il 10%. 50,0% 45,0% 40,0% 35,0% 30,0% 25,0% 20,0% 15,0% 10,0% 5,0% 0,0% 2,6% Consumo di frutta e verdura Prevalenze per porzioni consumate ASL Varese (n=1155) 44,6% 41,4% 11,4% 0 porzioni 1-2 porzioni 3-4 porzioni 5 o più porzioni Consumo di Alcol Consumo bevande alcoliche: le persone che hanno assunto almeno 1 unità (^) negli ultimi 30 giorni sono il 70,8%, contro la media nazionale del 56,6%. Consumatori a rischio (bevitori fuori pasto, forti bevitori, binge ): il 22,6% degli intervistati, nel 2010/11 in base alla nuova definizione dell INRAN, contro la media nazionale del 17%. Consumo di alcol ASL Varese (n=1155) Caratteristiche bevitori a rischio nel 2010/11: sono per lo più giovani tra 18 e 34 anni, di sesso maschile (30,5% rispetto il 14,9% delle donne), con livello d istruzione medio-alto, senza difficoltà economiche. Più della metà dei giovani dai 18 ai 24 anni ha modalità di assunzione di alcol a rischio (54,8%) contro il 33%. Forti bevitori (chi consuma più di 2 unità/giorno se uomo o più di 1 unità/giorno se donna negli ultimi 30 giorni): il 5,6% degli intervistati contro il 4,6%. Bevitori binge (chi ha bevuto nell ultimo mese almeno una volta 5 o più unità di bevande alcoliche in una unica occasione se uomo, 4 o più unità in una unica occasione se donna): il 10,7% degli intervistati contro il 9% dato nazionale. Questa pericolosa modalità di consumo risulta più diffusa nei giovani dai 18 ai 34 anni (21% dai 18 ai 24 anni, 18% dai 25 ai 34 anni), uomini, laureati. Bevitori fuori pasto (prevalentemente o solo fuori pasto): l 11,3% degli intervistati contro il 7,9%. Informazioni e consigli: dal 2008 al 2011 il 19,2% degli intervistati riferisce che un medico o un altro operatore sanitario si è informato, negli ultimi 12 mesi, sul proprio consumo alcolico abituale. Il dato è in linea con quello del pool delle ASL lombarde e leggermente superiore a quello nazionale (15,2%). Nel 2010/11 solo il 3,6% dei consumatori a rischio ha ricevuto il consiglio di ridurre il consumo da un operatore sanitario, contro il 6,4%. * I bevitori a rischio possono essere presenti in più di una delle tre categorie di rischio (fuori pasto/binge/forte bevitore) ^ una unità di bevanda alcolica equivale a una lattina di birra o un bicchiere di vino o un bicchierino di liquore. Consumo di alcol a maggior rischio Prevalenze per caratteristiche socio-demografiche ASL Varese Età Sesso uomini donne Istruzione bassa alta Diff. economiche molte qualche nessuna Totale: 22,6% (IC 95%: 19,4%-26,3%) 15,7% 14,1% 14,9% 15,6% 17,3% 21,3% 27,6% 25,3% 30,5% 34,9% 54,8% 0,0% 10,0% 20,0% 30,0% 40,0% 50,0% 60,0% 4

5 Abitudine al fumo Abitudine al fumo di sigarette: - il 49,9% ha riferito di non fumare - il 25,2% di essere un fumatore - il 24,9% di essere un ex fumatore - lo 0,7% ha smesso di fumare da meno di 6 mesi. Uomini Abitudine al fumo di sigaretta per sesso ASL Varese - PASSI (n=1155) 39,9% 31,9% 28,2% Caratteristiche fumatori: l abitudine al fumo risulta più alta tra gli uomini (28% rispetto il 22% nelle donne), le persone tra i 25 e 34 anni, mediamente istruite (scuola media inferiore e superiore) e con maggiori difficoltà economiche. Le donne prevalgono fra chi non ha mai fumato (59,9% vs 39,9%). Tipologia fumatori: il 93,3% sono fumatori medi, il 4,2% è un forte fumatore (sup a 20 sigarette/dì), il 2,5% è un fumatore occasionale (non tutti i giorni). La media delle sigarette fumate quotidianamente è 12. Nel pool delle ASL lombarde il 29% degli intervistati fuma. A livello nazionale il 28,9% fuma, il 19% è un ex fumatore, il 52% non fuma. Informazioni: circa il 47% degli intervistati ha dichiarato che un operatore sanitario si è informato sulla propria abitudine al fumo. Nel pool delle ASL lombarde sono state chieste informazioni sull abitudine al fumo al 46% delle persone, a livello nazionale la percentuale è pari al 41,4%. Informazioni e consigli: meno della metà degli intervistati (47%) ha riferito che un operatore sanitario ha chiesto informazioni sulle sue abitudini. Solo il 49% dei fumatori intervistati ha ricevuto il consiglio di smettere di fumare da parte di un operatore sanitario contro il 56,8% del dato nazionale. Donne *Non fumatore: soggetto che dichiara di non aver mai fumato o di aver fumato meno di 100 sigarette nella sua vita e attualmente non fuma **Ex fumatore: soggetto che attualmente non fuma, da oltre 6 mesi ***Fumatore: soggetto che dichiara di aver fumato più di 100 sigarette nella sua vita e attualmente fuma tutti i giorni o qualche giorno, oppure soggetto che attualmente non fuma, ma ha smesso da meno di 6 mesi Consiglio di smettere di fumare da parte di operatori sanitari e motivazioni ASL Varese - Passi (n=1029)* a scopo preventivo motivi di salute per entrambe le ragioni nessun consiglio 59,9% 11,1% 16,7% 21,4% 18,0% 22,1% 0% 20% 40% 60% 80% 100% Non fumatore* Ex-fumatore** Fumatore*** 50,8% 0,0% 10,0% 20,0% 30,0% 40,0% 50,0% 60,0% Smettere di fumare: tra chi fumava nei 12 mesi precedenti, ha cercato di smettere il 40%, in linea con il valore nazionale; fra costoro il 16% è riuscito nel tentativo, il doppio rispetto al valore nazionale. Modalità di disassuefazione: il 91,9% ha smesso di fumare da solo, il 4% è riuscito con l aiuto di farmaci e solo il 2,4% partecipando a corsi, di cui l 0,8% organizzati dall ASL, l 1,6% con altro. Fumo nella propria abitazione: l 80,3% dichiara che non si fuma, il 16,4% che si fuma in alcune stanze, orari, circostanze, il 3,4% che si fuma ovunque. A livello nazionale non si fuma nel 74,5% delle abitazioni. % dell esito del tentativo di smettere di fumare tra chi ha tentato negli ultimi 12 mesi ASL Varese - Passi (n=124) Tentativo fallito Tentativo in corso Tentativo riuscito 6,5% 16,1% 77,4% 5

6 FATTORI DI RISCHIO CARDIOVASCOLARE Si stima che circa due persone su dieci abbiano avuto una diagnosi di ipertensione, e di queste sette su dieci sono in trattamento farmacologico. Circa tre persone su dieci hanno riferito di aver avuto diagnosi di ipercolesterolemia. Il calcolo del rischio cardiovascolare è un importante strumento per la comunicazione del rischio individuale, nella nostra ASL è stato calcolato solo a 4 persone su dieci tra 35 e 69 anni. Ipertensione arteriosa Misurazione della pressione arteriosa da un operatore sanitario: l 88% degli intervistati riferisce di averla fatta rilevare almeno una volta negli ultimi 2 anni, il 7,2% più di 2 anni fa, il 4,8% non l ha mai fatta rilevare o non ricorda, sono soprattutto i più giovani. Diagnosi di ipertensione: l ha ricevuta il 15,5% delle persone di età compresa tra 18 e 69 anni, è più frequente tra i 50 e 69 anni, tra le persone culturalmente ed economicamente più svantaggiate e con eccesso ponderale. Nel pool delle ASL lombarde gli intervistati che riferiscono una diagnosi di ipertensione sono mediamente il 18%, a livello nazionale il 20,5%. Trattamento farmacologico: è in cura il 76,5% delle persone che hanno riferito una diagnosi di ipertensione, in linea con il dato nazionale Consigli: sono molto diffusi (tra il 75% e l 81%), anche se lievemente inferiori alla media nazionale (tra il 76% e l 87%), le persone ipertese hanno riferito di aver ricevuto il consiglio da un medico di porre attenzione al consumo di sale (81,2%), di controllare il proprio peso corporeo e svolgere regolare attività fisica (75,3%). Età Persone con diagnosi riferita di ipertensione arteriosa Prevalenze per caratteristiche socio-demografiche ASL Varese Sesso Istruzione uomini donne nessuna/elementare media inferiore media superiore laurea Diff. economiche molte qualche nessuna Eccesso ponderale sovrappeso/obeso sotto/normopeso Totale: 15,5% (IC 95%: 13,4%-17,8%) 2,4% 10,0% 8,0% 8,4% 11,9% 15,3% 15,6% 14,1% 13,7% 18,9% 19,2% 27,3% 30,7% 42,3% 0,0% 10,0% 20,0% 30,0% 40,0% 50,0% Ipercolesterolemia Misurazione della colesterolemia almeno una volta nella vita: lo ha effettuato il 74,3% degli intervistati. E più frequente nelle classi d età avanzate, nelle donne, nelle persone con basso livello di istruzione, con qualche difficoltà economica. Diagnosi di ipercolesterolemia nel 26,7% degli intervistati, prevalgono le persone tra i anni, gli uomini, con bassa istruzione, in eccesso ponderale. Trattamento farmacologico: il 24,5% di chi ha dichiarato una diagnosi di ipercolesterolemia Consigli: indipendentemente dall assunzione di farmaci, le persone con ipercolesterolemia hanno riferito di aver ricevuto il consiglio da un Medico di: ridurre il consumo di carne e formaggi (80,3%), svolgere regolare attività fisica (73,4%), aumentare il consumo di frutta e verdura (71,2%) e controllare il proprio peso corporeo (69,9%). A livello nazionale gli operatori hanno dato più consigli (dal 76 all 88% dei casi). Trattamenti consigliati dal medico ASL Varese PASSI minor consumo carne e formaggi attività fisica regolare perdita/controllo del peso maggior consumo di frutta e verdura trattamento farmacologico 24,5% 73,4% 69,9% 71,2% 80,3% 0,0% 20,0% 40,0% 60,0% 80,0% 100,0% * ogni variabile considerata indipendentemente 6

7 le persone con alti livelli di colesterolo nel sangue sono: 28% in ambito lombardo 24,3% a livello nazionale Gli ipercolesterolemici in trattamento con farmaci sono: 24% in ambito lombardo 29% a livello nazionale Punteggio di rischio cardiovascolare Il punteggio o carta del rischio cardiovascolare è uno strumento semplice ed obiettivo che il Medico può utilizzare per stimare la probabilità dell assistito di andare incontro a un primo evento cardiovascolare maggiore (infarto del miocardio o ictus) nei 10 anni successivi. Per calcolarlo è necessario conoscere il valore di 6 fattori: sesso, età, abitudine al fumo, pressione arteriosa sistolica, colesterolemia e diabete Carta del rischio cardiovascolare: strumento da implementare, solo il 4,4% delle persone intervistate tra i 35 e 69 anni ha riferito di aver ricevuto il calcolo. La compilazione della carta del rischio cardiovascolare è un occasione importante per valutare anche il profilo multifattoriale di rischio o protezione, che comprende gli altri stili di vita quali l attività fisica e il consumo di frutta e verdura, nonché la presenza di eccesso ponderale Nel triennio i valori nazionali e lombardi si attestano intorno al 7%. Fattori di rischio cardiovascolare nella popolazione anni Pool nazionale di Asl Prevalenza nazionale dei profili di rischio multifattoriali Distribuzione percentuale Passi Fattori di rischio % Ipertensione arteriosa 21% Ipercolesterolemia 24% Sedentarietà 30% Fumo 29% Eccesso ponderale (IMC>25) Meno di 5 porzioni di frutta e verdura al giorno 42% 90% Diabete 5% 7

8 COMPORTAMENTI SICURI L utilizzo dei dispositivi di sicurezza in auto e in moto è elevato per casco e cintura anteriore, mentre è ancora molto basso per la cintura posteriore (20%). Il 12% delle persone ha guidato dopo aver bevuto nell ora precedente almeno due unità di bevande alcoliche, sono soprattutto giovani sotto i 25 anni. Il rischio di infortunio domestico non è percepito come tale dalla maggior parte della popolazione: 92%. Sicurezza stradale 1. Uso della cintura di sicurezza anteriore: 92,3% superiore alla media nazionale (83%) 2. Uso della cintura posteriore: è ancora poco diffuso, solo il 20% dichiara di indossarla, in linea con la media nazionale. L utilizzo è particolarmente più basso nei giovani dai 18 ai 35 anni, uomini, con livello d istruzione alto, senza difficoltà economiche. 3. Uso del casco: 99,3% superiore alla media nazionale del 94% 4. Dispositivi di sicurezza per bambini: sono utilizzati sempre dall 87% dei genitori. Guida dopo aver bevuto almeno due unità di bevande alcoliche nell ora precedente: il 12,3% degli automobilisti. Caratteristiche dei guidatori: il comportamento è decisamente più diffuso tra gli uomini rispetto alle donne, nei giovani sotto i 25 anni (15,7%) e dai 35 ai 49 anni (14,4%), senza evidenti differenze nell istruzione e con qualche difficoltà economica. Trasportati da un conducente che aveva bevuto nell ora precedente almeno due unità di bevande alcoliche: il 10,5% Casco sempre Cintura anteriore sempre Cintura posteriore sempre Uso dispositivi di sicurezza * ASL Varese - PASSI ,0% 99,3% 92,3% 0,0% 20,0% 40,0% 60,0% 80,0% 100,0% 120,0% *Tra coloro che dichiarano di utilizzare l automobile e/o la moto Controlli delle forze dell ordine: 46,9% contro il 35% della media nazionale. Etilotest nelle persone fermate: 13,6% contro l 11% della media nazionale. Nel pool regionale hanno dichiarato di aver guidato sotto l effetto dell alcol il 13% degli intervistati, mentre a livello nazionale il 10,3%. Sicurezza domestica Percezione del rischio: il 92,6% degli intervistati considera basso o assente tale rischio, confermando i valori nazionale e regionale del 93%. La percezione del rischio è più bassa negli uomini, nei giovani dai 18 ai 34 anni, laureati, senza difficoltà economiche. Infortuni domestici che hanno richiesto il ricorso alle cure del medico di famiglia o l accesso al pronto soccorso o l ospedalizzazione: 3,8% degli intervistati nel 2010/11. Nel pool regionale questa percentuale è del 3,5%, mentre nel pool nazionale corrisponde al 3,7%. Utilizzo sempre delle cinture posteriori Prevalenze per caratteristiche socio-demografiche ASL Varese Età Sesso uomini donne Istruzione nessuna/elementare media inferiore media superiore laurea Diff. economiche Totale: 20,0% (IC 95%: 17,5%-22,8%) molte qualche nessuna 11,3% 12,7% 17,4% 15,6% 18,8% 22,1% 21,0% 21,0% 22,2% 21,1% 25,6% 25,3% 30,6% 0,0% 5,0% 10,0% 15,0% 20,0% 25,0% 30,0% 35,0% 8

9 INTERVENTI DI PREVENZIONE Per la prevenzione dei tumori del collo dell utero: hanno effettuato il pap-test negli ultimi 3 anni sette donne su dieci (74,3%) fra i 25 e 64 anni. La percentuale è superiore al livello di copertura ritenuto accettabile dalle Linee guida nazionali sugli screening oncologici, ma non raggiunge il livello desiderabile (80%) ed è inferiore al valore nazionale (75,4%) e regionale (78%). L adesione alla diagnostica precoce dei tumori della mammella nelle donne fra i 50 e 69 anni è elevata (84,7%) e supera la copertura desiderabile prevista dalle Linee guida nazionali per gli screening oncologici, da dieci anni infatti esiste un programma di screening attivo. L adesione alla diagnostica precoce dei tumori del colon retto è del 58,7%, livello di copertura ritenuto accettabile dalle linee guida. Da cinque anni infatti esiste un programma di screening attivo. Entrambi questi due screening hanno valori di adesione superiori alla media nazionale e in linea con i dati regionali. Questi risultati dimostrano che i programmi di screening organizzato con chiamata attiva sono sempre associati a una compliance migliore e riducono le differenze per livello d istruzione e difficoltà economiche. L adesione alla vaccinazione antinfluenzale nelle persone tra i 18 e 64 anni portatrici di patologie croniche risulta bassa (22,6%), inferiore al valore nazionale (29%) e a quello raccomandato (75%). Da quanto dichiarato dalle donne in età fertile intervistate, si stima che quattro donne su dieci siano suscettibili alla rosolia. Screening per i tumori del collo dell utero Pap test o HPV TEST nel corso degli ultimi tre anni: lo ha effettuato il 74,3% delle donne di anni. Sono soprattutto donne dai 35 ai 49 anni, coniugate/conviventi, con livello d istruzione medioalto e senza difficoltà economiche. L adesione scende al 44,7% nelle donne con basso livello d istruzione. Modalità di effettuazione: sei donne su dieci, tra quelle che hanno effettuato il Pap-test hanno sostenuto un costo: totale (61,4%) o parziale (ticket 21,4%), solo il 12,9% non ha pagato nulla perché ha effettuato l esame in una struttura pubblica o accreditata ogni 3 anni. Questa modalità ha importanti conseguenze sull equità dell accesso ai Servizi e sul rispetto dell intervallo raccomandato. Non è protetta più di una donna su quattro (25,7%), in quanto ha effettuato il Pap test da oltre tre anni il 16,2% o non lo ha mai effettuato il 9,5%. Caratteristiche delle donne che non hanno effettuato un pap-test negli ultimi 3 anni: hanno prevalentemente un età compresa tra i anni, non sono coniugate/conviventi, sono culturalmente ed economicamente più svantaggiate. Motivazioni della mancata effettuazione: sono molteplici, tra le più frequenti la limitata consapevolezza dell importanza dell esame come misura preventiva (penso di non averne bisogno 23,6%), pigrizia 16,3%, un precedente intervento chirurgico o altri motivi sanitari (20,3%). Interventi di promozione: il 61,3% riferisce di aver ricevuto il consiglio da un operatore sanitario di effettuare con periodicità il Pap-test, il 55,3% ha visto o sentito campagne informative, il 17,3% non ha ricevuto alcun intervento di promozione. Nel pool delle ASL lombarde il 78% delle donne ha riferito di aver effettuato il Pap-test negli ultimi 3 anni, mentre a livello nazionale la percentuale è del 75,4%. Pap-test e periodicità* Donne anni ASL Varese - PASSI 2008/11 (n=475) Interventi di Promozione dell ultimo Pap-test ASL Varese - PASSI 2008/11 (n=463) Ultimo anno 42,9% Lettera ASL 17,6% da 1 a 3 anni 31,4% Campagna informativa 55,3% >3 anni 16,2% Consiglio 61,3% Mai fatto 9,5% Nessuna azione 17,3% 0,0% 10,0% 20,0% 30,0% 40,0% 50,0% 0,0% 10,0% 20,0% 30,0% 40,0% 50,0% 60,0% 70,0% * La campagna di screening prevede la ripetizione del Pap-test ogni 3 anni per le donne nella fascia d età di anni. 9

10 Screening per i tumori della mammella Mammografia preventiva nell ultimo biennio: è stata effettuata dall 84,7% delle donne intervistate di età tra 50 e 69 anni. Sono prevalentemente donne da 50 a 59 anni, nelle laureate l adesione è più bassa (80%). Frequenza dell esame: il 50,7% ha effettuato la mammografia nell ultimo anno, il 34% tra 1 e 2 anni fa, il 7,7% l ha eseguita da più di due anni, e il 7,7% non l ha mai eseguito. Il 16,7% ha sostenuto un costo (parziale o totale). Motivazioni della mancata effettuazione dell esame: sono molteplici ma quelle riferite più frequentemente sono la bassa percezione del rischio (penso di non averne bisogno) 24,2%, la pigrizia 15,2%, esame fastidioso 9%, un pregresso intervento chirurgico od altri motivi sanitari 30,2%. Interventi di promozione: il 90,5% delle donne riferisce di aver ricevuto la lettera da parte dell ASL, il 79,5% di aver visto o sentito una campagna informativa, il 65,2% di aver ricevuto il consiglio da un operatore sanitario di effettuarla a scopo preventivo. Nel pool delle ASL lombarde la percentuale media di donne che ha riferito di aver effettuato la mammografia preventiva negli ultimi 2 anni è l 84%, mentre a livello nazionale è il 69,8%. Periodicità di esecuzione della Mammografia ASL Varese - PASSI 2008/11 (n=209) Promozione della Mammografia ASL Varese - PASSI 2008/11 (n=210) Ultimo anno 50,7% Lettera ASL 90,5% da 1 a 2 anni 34,0% Campagna informativa 79,5% >2 anni 7,7% Consiglio 65,2% Mai fatto 7,7% Nessuna azione 1,0% 0,0% 10,0% 20,0% 30,0% 40,0% 50,0% 60,0% 0,0% 20,0% 40,0% 60,0% 80,0% 100,0% L età media della prima mammografia preventiva (fascia pre-screening) è di 45 anni. Screening per i tumori del colon retto Adesione screening: il 58,7% delle persone di anni intervistate ha riferito di aver effettuato un esame (sangue occulto o colonscopia) per la diagnosi precoce dei tumori del colon retto. Ricerca del sangue occulto nelle feci: lo ha effettuato negli ultimi due anni il 54,4% degli intervistati. Prevalgono le donne, le persone con livello di istruzione medio-alto e senza difficoltà economiche. Non è protetto il 45,6% della popolazione tra i 50 e 69 anni. Colonscopia: l ha eseguita a scopo preventivo negli ultimi 5 anni il 7,5% degli intervistati. Interventi di promozione: l 85,4% degli intervistati riferisce di aver ricevuto l invito dell ASL, il 61,5% ha visto o sentito una campagna informativa, solo il 38% ha ricevuto il consiglio da un operatore sanitario di effettuare con periodicità lo screening. Motivi della mancata effettuazione dello screening: la pigrizia 23,8%, il mancato consiglio sanitario e la bassa percezione del rischio rispettivamente 14,3%, paura del risultato e mancanza di tempo 11,1%. Nelle ASL lombarde la percentuale media di persone che hanno riferito di aver effettuato la ricerca del sangue occulto negli ultimi 2 anni è del 57%, a livello nazionale è il 27,7%. 10

11 Sangue occulto e periodicità Persone anni ASL Varese (n=401) Promozione della ricerca del sangue occulto nelle feci Persone anni ASL Varese (n=205) Ultimo anno 34,9% Lettera ASL 85,4% Da 1 a 2 anni 19,5% Campagna informativa 61,5% > 2 anni 5,5% Consiglio 38,0% Mai fatto 40,1% 0,0% 10,0% 20,0% 30,0% 40,0% 50,0% Nessuna azione 7,3% 0,0% 20,0% 40,0% 60,0% 80,0% 100,0% Vaccinazione antinfluenzale Persone di anni vaccinate durante le ultime quattro campagne antinfluenzali: l 8,7% degli intervistati contro il 12% dato nazionale. Caratteristiche dei vaccinati: hanno anni, prevalgono gli uomini, le persone con alto livello d istruzione e con almeno una patologia cronica. Vaccinazione antinfluenzale nelle ultime quattro campagne antinfluenzali in persone con patologie croniche (18-64 anni) Prevalenze per regione di residenza Pool di ASL 2007/08, 2008/09, 2009/10, 2010/11 Totale: 29,2% (IC95%: 28,1%-30,3%) Nelle persone di età inferiore ai 65 anni la vaccinazione antinfluenzale è raccomandata a chi è affetto da patologie croniche. Persone portatrici di almeno una patologia cronica: solo il 22,6% ha effettuato la vaccinazione, dato decisamente inferiore a quello raccomandato (75%). A livello nazionale le persone portatrici di almeno una patologia cronica vaccinate sono il 29%. In Lombardia, Sardegna, Basilicata e Calabria non tutte le Asl hanno partecipato alla rilevazione Vaccinazione antirosolia La vaccinazione antirosolia è efficace nella prevenzione della rosolia congenita; si stima che per eliminare la rosolia congenita la percentuale di donne in età fertile immune alla malattia debba essere superiore al 95% e quindi quella delle donne suscettibili non superiore al 5%. Donne in età fertile (18-49 anni) immuni: fra le intervistate si stima che il 57,6% sia immune alla rosolia o perché vaccinate (43,5%) o con rubeotest positivo per copertura naturale (14,1%). Caratteristiche donne vaccinate: si rilevano percentuali più elevate nelle donne fra i 25 e 34 anni, con livelli di istruzione ed economici più alti. Quattro donne su dieci in età fertile non sono a conoscenza se sono protette dagli anticorpi per la rosolia. Nel pool delle ASL lombarde la percentuale di donne: a) vaccinate risulta essere il 46% b) non vaccinate, con stato immunitario non noto e pertanto suscettibili all infezione 39%. 11

12 Un ringraziamento particolare a: i cittadini intervistati, per la cortesia e la disponibilità mostrate i Medici di Assistenza Primaria e gli operatori degli Uffici anagrafe comunali per la collaborazione fornita il Gruppo Tecnico Nazionale PASSI per l indispensabile supporto Si ringraziano inoltre: il Responsabile del Dipartimento di Prevenzione Medica- Dr. Vincenzo Renna il Responsabile dell Unità Operativa Complessa Prevenzione e Promozione della Salute nelle Comunità Dr.ssa Franca Sambo le intervistatrici: L. Balconi, F. Bambini, D. Colombo, C. Degli Stefani, G. Maganuco, L. Piotto Coordinatore Aziendale dello Studio PASSI: Dr. Roberto Bardelli UOC PPSC Responsabile U.O. Prevenzione Malattie a rilevanza sociale e flussi informativi Referente epidemiologico: Dr. Salvatore Pisani Responsabile UOC Osservatorio Epidemiologico della Direzione Generale Gruppo di lavoro regionale PASSI Dr.ssa Anna Rita Silvestri - Dipartimento di Prevenzione Medica - ASL Milano Dr.ssa Giuliana Rocca - Dipartimento di Prevenzione Medica - ASL Bergamo Dr. Roberto Bardelli - Dipartimento di Prevenzione Medica- ASL Varese Dr. Luigi Camana - Dipartimento di Prevenzione Medica ASL Pavia Gruppo tecnico nazionale PASSI Sandro Baldissera, Paolo D Argenio, Barbara De Mei, Gianluigi Ferrante, Valentina Minardi, Giada Minelli, Alberto Perra, Valentina Possenti, Stefania Salmaso (CNESPS, Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute - Istituto Superiore di Sanità, Roma); Nicoletta Bertozzi (Dipartimento di sanità pubblica - AUSL Cesena); Stefano Campostrini (Dipartimento di Statistica - Università degli studi Ca Foscari, Venezia); Giuliano Carrozzi (Dipartimento di Sanità Pubblica - AUSL Modena); Angelo D Argenzio (Dipartimento di Prevenzione - ASL Caserta 2); Pirous Fateh-Moghadam (Servizio Educazione alla Salute - Azienda provinciale per i servizi sanitari, Trento); Massimo O. Trinito (Dipartimento di Prevenzione - AUSL Roma C); Stefania Vasselli (Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria - Ministero della salute, Roma); Eva Benelli, Stefano Menna (Agenzia Zadigroma, Roma). Documento predisposto da: Giuseppina Maganuco, Roberto Bardelli sulla base del Rapporto aziendale 2008/11 elaborato da Domenico Bonarrigo*, Cristina Degli Stefani*, Lorena Balconi*, Salvatore Pisani*, del Rapporto Nazionale 2008/11 e del Rapporto Aziendale ASL di Pavia per i dati pool ASL Lombarde. Unità Operativa Complessa Prevenzione e Promozione della Salute nelle Comunità * Direzione Generale Unità Operativa Complessa Osservatorio Epidemiologico Per approfondimenti consultare il rapporto completo sul sito web utili/dati relativi... Per ulteriori informazioni consultare il sito nazionale 12

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