QUARTA SETTIMANA QUARESIMA 2017

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1 QUARTA SETTIMANA QUARESIMA MARZO Lettura del Vangelo secondo Matteo 7, 1-5 In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Non giudicate, per non essere giudicati; perché con il giudizio con il quale giudicate sarete giudicati voi e con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi. Perché guardi la pagliuzza che è nell occhio del tuo fratello, e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? O come dirai al tuo fratello: Lascia che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nel tuo occhio c è la trave? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall occhio del tuo fratello». È tutta una questione di sguardi. Lo sguardo dell uomo desideroso di togliere la pagliuzza dall occhio di un fratello mentre il suo occhio è accecato da una trave. Uno sguardo che emette una sentenza, arrogandosi il diritto di condannare ed assolvere. Uno sguardo accecato dai difetti, dai limiti, dai peccati. Uno sguardo poco umile per riconoscerli. Uno sguardo che sposta la scena sulla pagliuzza altrui, fissando ciò che lo infastidisce così da ignorare o nascondere l ingombrante trave presente nel suo occhio. Uno sguardo poco coraggioso e fin troppo egoista per ammettere che la trave nell occhio non permette di guardare con uno sguardo d amore. Ma lo sguardo di Gesù è diverso. È uno sguardo che non giudica. Uno sguardo che guarda i fiori negli occhi altri e non la pagliuzza. Uno sguardo che apprezza il bello. Uno sguardo che fa trasparire l importanza dell incontro. È uno sguardo che ama. E forse è questo il primo passo per uno sguardo pulito, non accecato da alcuna trave: guardare al bello, al bicchiere mezzo pieno, provando ad amarlo. Com è il mio sguardo? È uno sguardo che sposta l attenzione sulla pagliuzza altrui oppure è uno sguardo che guarda al bello? È uno sguardo che giudica o che ama? Guardo al bello che circonda la mia quotidianità? Fa che il mio cuore non si inorgoglisca, non cerchi cose piu grandi delle mie forze; fa che si apra al mondo con il Tuo sguardo di compassione e di misericordia e che nel mio cuore trovino eco le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce di tutti, dei poveri sopratutto, e che sappia anche partecipare con cio che sono a portare un po di Cielo in terra. (da Adoro il lunedì)

2 28 MARZO Lettura del Vangelo secondo Matteo 7, 6-12 In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe? Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono! Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti». Un brano di Vangelo che ci suggerisce di chiedere al Padre, di cercare nelle sue parole, di bussare alla sua porta. Un brano che ci chiede questo perché qualsiasi padre consegna ciò che è chiesto, concede di trovare le parole cercate e apre le porte a cui si è bussato. Un Padre che dona. Un Padre che ama. Un brano di Vangelo che parla della vita che è dono e della vita che dona. Ci invita a guardare alla vita come dono che il Padre ha concesso a tutti noi ed ad ognuno. Ci invita a fare di questa vita, ricevuta come dono, un dono per gli altri. Imparando proprio da quel Padre che ha investito in ognuno di noi il suo Amore come un capitale da mettere in circolo. E noi - consapevoli che Lui c è quando cerchiamo, quando chiediamo, quando bussiamo - siamo invitati a mettere in circolo l Amore che ci è donato. Cosa cerco nella vita? Cosa chiedo? A quali porte busso nel momento delle difficoltà, alle porte del Padre oppure ad altre? Comprendo che la mia vita è un dono e la dono? Oppure la vivo in modo egoistico? e mi sono seduto a pregare. Pregavo un Dio che è Padre, che ci ha dato la possibilità di vivere ed amare. Pregavo Te, Padre mio e Padre nostro. (Alessandro Galimberti, Venerdì 11 Luglio 2003, in occasione della compieta )

3 29 MARZO Lettura del Vangelo secondo Matteo 7, In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano! Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete». Una porta stretta. Una porta fatta per chi si fa piccolo, per chi è umile, per chi si fa povero. Una porta che va ricercata anche con fatica, ma una porta che conduce alla vita. È proprio questo l invito che ci fa oggi il Vangelo: siate piccoli, siate umili, siate poveri. Ci invita a rendere il proprio Io sempre più piccolo, perché in fondo il nostro io è sempre troppo grande. Per entrare per la porta stretta il nostro Io ha bisogno di una dieta: ha bisogno di dimagrire dall orgoglio, dalla superbia, dall indifferenza, dai beni materiali. Solo quando riusciremo a dimenticarci di noi per lasciar entrare nelle nostra vita Dio e gli altri, solo allora daremo frutto e solo allora saremo in grado di entrare per la porta stretta. Sono disposto a fare fatica? Sono disposto a lasciare l orgoglio, la superbia, ecc? Cosa c è dietro la porta stretta? Signore, donaci il coraggio di lasciare il nostro Io, donaci la fede per guardare a Te, che ti sei fatto povero, concedi ai nostri cuori di esser tanto grandi da poter essere persone tanto piccole.

4 30 MARZO Lettura del Vangelo secondo Matteo 7, In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?. Ma allora io dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l iniquità!. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi. Non profezie, non miracoli e nemmeno azioni eroiche. Nulla di ciò ci chiede il Signore. Ci chiede di ascoltare e mettere in pratica la sua Parola, perché essa è roccia salda su cui poter costruire e radicare le scelte decisive della vita. Costruire su altro è una scelta perdente: si rischia, infatti, di veder rovinare tutto a terra nel momento della difficoltà. E nella vita le difficoltà si incontrano sia che la casa sia costruita sulla roccia sia che essa sia costruita sulla sabbia: su entrambe le case, infatti, cadde la pioggia, strariparono i fiumi e soffiarono i venti. Entrambi gli uomini, sia il saggio che lo stolto, hanno costruito una casa. Entrambi hanno ascoltato. Ma solo uno ha messo in pratica. Solo uno ha fatto la volontà del padre. E solo la casa di costui non cade perché fondata sulla Parola, non solo ascoltata ma anche vissuta. Ascolto la Parola? Prego, lascio che essa agisca nella mia vita? Su cosa fondo le mie scelte? Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino. Ho giurato, e lo confermo, di custodire i tuoi precetti di giustizia. Sono stanco di soffrire, Signore, dammi vita secondo la tua parola. Signore, gradisci le offerte delle mie labbra, insegnami i tuoi giudizi. La mia vita è sempre in pericolo, ma non dimentico la tua legge. Gli empi mi hanno teso i loro lacci, ma non ho deviato dai tuoi precetti. Mia eredità per sempre sono i tuoi insegnamenti,

5 sono essi la gioia del mio cuore. Ho piegato il mio cuore ai tuoi comandamenti, in essi è la mia ricompensa per sempre (Salmo 118) 1 APRILE Lettura del Vangelo secondo Matteo 19, In quel tempo. Furono portati al Signore Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono. Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli». E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là. È tutta una questione di prospettive. La prospettiva di Gesù è strana però. È una prospettiva che mette al centro i più piccoli, perché il Regno dei Cieli appartiene a chi è come i bambini. Gesù ci invita a vivere come quando eravamo bambini. Un invito strano quello di Gesù. Una prospettiva strana la sua. Ancora una volta ci invita a farsi piccoli. Ci invita a dimenticarsi di se per gli altri. Ci invita a riconoscersi poveri. Ci invita a fare un atto di umiltà. Ci invita ad avere il cuore puro di un bambino. Il cuore semplice di un bambino. Il cuore gioioso di un bambino. Il cuore capace di fare pace di un bambino. Il cuore palpitante di emozioni di un bambino. Il cuore trasparente di un bambino. Ad un cuore che accetta di cambiare prospettiva, che va al di la di ciò che possiamo immaginare e che raccoglie ogni desiderio di bene e di gioia; ad un cuore così appartiene il Regno, Il mio cuore mette al centro l Io o Dio? Provo a cambiare prospettiva e a guardare al mondo col cuore di un bambino? Signore, insegnami ad essere bambino, a giocare e a ridere delle piccole cose. Insegnami a confidare e a donarmi totalmente senza proteggermi per non essere ferito. Insegnami a guardare con occhi innocenti, a credere nella vita, negli altri, a non fare calcoli. A fidarmi di te. A camminare con la mano nella tua. A lasciarmi abbracciare come i bambini, a ricevere amore e carezze perché ne ho bisogno.