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1 Pubblicato il 21/03/2017 N /2017 REG.PROV.COLL. N /2017 REG.RIC. REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto (Sezione Prima) ha pronunciato la presente SENTENZA ex art. 60 cod. proc. amm.; sul ricorso numero di registro generale 201 del 2017, proposto da: Daniele Polato, rappresentato e difeso dall'avvocato Vincenzo Corona, con domicilio eletto presso la Segreteria del T.A.R.; contro Comune di Verona, in persona del Sindaco p.t., rappresentato e difeso dagli avvocati Giovanni Sala, Giovanni R. Caineri, con domicilio eletto presso lo studio dell avv. Franco Zambelli in Mestre, via Cavalloti N. 22; nei confronti di Massimo Piubello non costituito in giudizio; e con l'intervento di ad opponendum: Italiana Costruzioni S.p.A., Na.Gest. Global Service S.r.l., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentati e difesi dagli avvocati Luca Raffaello

2 Perfetti, Alessandro Rosi, con domicilio eletto presso lo studio dell avv. Franco Zambelli in Mestre, via Cavallotti 22; per l'annullamento della Deliberazione del Consiglio Comunale di Verona n. 66/2016, nonché degli atti e provvedimenti presupposti e comunque connessi e conseguenti, e particolarmente delle D.C.C. nn. 67/2016 e 68/2016. Visti il ricorso e i relativi allegati; Visto l'atto di costituzione in giudizio di Comune di Verona; Viste le memorie difensive; Visti tutti gli atti della causa; Relatore nella camera di consiglio del giorno 8 marzo 2017 il dott. Nicola Fenicia e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale; Sentite le stesse parti ai sensi dell'art. 60 cod. proc. amm.; Con il presente ricorso, Daniele Polato, qualificandosi consigliere comunale di minoranza in carica, impugna la deliberazione del consiglio comunale di Verona n. 66 del 29/11/2016, di assestamento del bilancio e aggiornamento del programma triennale delle opere pubbliche per gli anni 2016/2018. Impugna anche, quali provvedimenti connessi, e per illegittimità derivata, le deliberazioni del consiglio comunale di Verona n. 67/2016 del 30/11/2016, di estinzione anticipata di mutui contratti con la Cassa Depositi e Prestiti, e n. 68/2016 del 30/11/2016, di approvazione della proposta di recupero e riqualificazione in regime di project financing del compendio immobiliare dell Arsenale di proprietà del comune di Verona con variazione di bilancio. In particolare, censura la prima delle delibere impugnate, la 66/2016 di assestamento del bilancio e variazione del programma triennale e dell elenco annuale delle opere

3 pubbliche, per esser stata, in applicazione dell art. 43 comma VI del vigente regolamento consiliare, approvata senza porre in discussione emendamenti da lui presentati. Nello specifico, l art. 43, VI comma, del regolamento consiliare, consente, quando una proposta deve essere adottata entro un termine previsto dalla legge, la chiusura della discussione per procedere alla votazione. La norma prevede che in caso di dissenso il consiglio decida con votazione palese a maggioranza assoluta dei suoi componenti; ebbene, nel caso di specie, la maggioranza assoluta ha ritenuto di procedere alla chiusura della discussione senza esaminare gli emendamenti. Ciò premesso, appare evidente che, come contestato dalla parte resistente e dalla controinteressata, non sussista la legittimazione del ricorrente, in qualità di consigliere comunale di minoranza ad impugnare atti del Comune, perché tali determinazioni non incidono sull esercizio del suo mandato, né sul suo status ovvero sulle prerogative del suo ufficio. Infatti, secondo il consolidato e noto orientamento giurisprudenziale, dal quale il Collegio non ha motivo di discostarsi, i consiglieri comunali, in quanto tali, non sono legittimati ad agire contro l Amministrazione di appartenenza, dato che il giudizio amministrativo non è di regola aperto alle controversie tra organi o componenti di organi dello stesso ente, ma è diretto a risolvere controversie intersoggettive. L impugnativa di singoli consiglieri può ipotizzarsi soltanto allorché vengano in rilievo atti incidenti in via diretta ed immediata sul diritto all ufficio dei medesimi e, quindi, su un diritto spettante alla persona investita della carica di consigliere, dovendosi escludere che ogni violazione di forma o di sostanza nell adozione di una deliberazione, che di per sé può produrre un atto illegittimo impugnabile dai soggetti diretti destinatari o direttamente lesi dal medesimo, si traduca in una automatica lesione dello ius ad officium (cfr. ex multis, Cons. Stato, IV, 2 ottobre 2012, n. 5184; V,15 dicembre 2005 n. 7122; T.A.R. Veneto, I sez., 23 luglio 2015, n. 854).

4 In particolare, la giurisprudenza ha pacificamente e costantemente convenuto che la legittimazione al ricorso da parte di singoli consiglieri comunali si manifesta solo quando i vizi dedotti attengano ai seguenti profili: a) erronee modalità di convocazione dell organo consiliare; b) violazione dell ordine del giorno, c) inosservanza del deposito della documentazione necessaria per poter liberamente e consapevolmente deliberare; d) più in generale, preclusione in tutto o in parte dell esercizio delle funzioni relative all incarico rivestito. Nessuna di tali evenienze si riscontrano nel presente ricorso, non ravvisandosi, all evidenza, nella delibera contestata, ed in quelle connesse oggetto d impugnativa, alcuna violazione alla peculiare sfera giuridica del ricorrente, così da pregiudicare l esercizio delle prerogative correlate all ufficio pubblico del predetto. Pertanto il ricorso deve essere dichiarato inammissibile per tale decisiva ragione, restando assorbite le ulteriori eccezioni preliminari sollevate dalle parti costituite, anche relative alla regolarità della firma digitale del ricorso. Le spese possono essere compensate attesa la natura della causa. P.Q.M. Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto (Sezione Prima), definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo dichiara inammissibile. Spese compensate. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa. Così deciso in Venezia nella camera di consiglio del giorno 8 marzo 2017 con l'intervento dei magistrati: Maurizio Nicolosi, Presidente Silvia Coppari, Primo Referendario Nicola Fenicia, Primo Referendario, Estensore

5 L'ESTENSORE Nicola Fenicia IL PRESIDENTE Maurizio Nicolosi IL SEGRETARIO