REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DELLE MARCHE SENTENZA

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Gustavo Rocco
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REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DELLE MARCHE ha pronunciato la seguente SENTENZA N.647 ANNO 1993 REG. DEC. N.905 Reg. Ric.

1 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE DELLE MARCHE ha pronunciato la seguente SENTENZA N.647 ANNO 1993 REG. DEC. N.905 Reg. Ric. ANNO 1994 sul ricorso n.****, proposto da ****, rappresentato e difeso dall'avv. Antonio Mastri, presso lo studio del quale in Ancona, corso Garibaldi 124, ha eletto domicilio; contro - la COMMISSIONE di CONTROLLO sull'amministrazione regionale delle Marche, in persona del Presidente pro-tempore, rappresentata e difesa dall'avvocatura Distrettuale dello Stato di Ancona, domiciliataria ex lege; e nei confronti - della REGIONE MARCHE, in persona del Presidente pro-tempore della giunta, non costituita in giudizio; per l' annullamento - delle decisioni della Commissione di controllo n.*** del **** e n.**** del ****, con le quali viene interloquita e poi annullata la delibera della giunta regionale Marche n.* del **** d'inquadramento del ricorrente come funzionario direttivo; - di tutti gli atti connessi e presupposti, ivi comprese le precedenti decisioni della stessa commissione n..*****; Visto il ricorso con i relativi allegati;

2 - 2 - Visto l'atto di costituzione in giudizio della commissione intimata; Visti gli atti tutti di causa; Udito il relatore Carlo Taglienti; Uditi, altresì, alla pubblica udienza del 16 giugno 1993 l avv. A.Mastri per il ricorrente e l Avvocato dello Stato G.Moneta per la commissione di controllo; Ritenuto in fatto e considerato in diritto quanto segue: D I R I T T O Con il presente ricorso vengono impugnate due decisioni della commissione di controllo sugli atti regionali: la prima interlocutoria, di richiesta di chiarimenti, e la seconda di annullamento di provvedimento, peraltro reiterato a seguito di precedente annullamento, sempre da parte dell'organo di controllo, della giunta regionale Marche, di inquadramento del ricorrente come funzionario direttivo. Dette decisioni, che s impugnano unitamente alle precedenti adottate nel 1981 e formanti oggetto di autonoma impugnativa, vengono censurate per vizio della motivazione, la quale si richiama semplicemente ai motivi del precedente annullamento, per travisamento dei fatti ed errore nei presupposti, non avendo la giunta adottato un atto meramente ripetitivo di quello annullato, per violazione dell art.32 della l.r n.12, risultando il ricorrente in possesso del titolo di studio ritenuto dall amministrazione idoneo per l accesso alla carriera immediatamente inferiore a quella di attuale inquadramento, come funzionario direttivo. Il ricorso appare fondato e deve essere accolto.

3 - 3 - L atto di annullamento qui direttamente impugnato n /87, dopo aver richiamato la precedente decisione di annullamento n.5448/81, afferma che dal 1981 non si sarebbero verificati nuovi e- venti nè sarebbero stati forniti nuovi elementi di giudizio sull inquadramento del ricorrente come funzionario direttivo, talché l atto sottoposto a controllo sarebbe una mera riproposizione di quello annullato; pertanto, devono ritenersi validi ancora gli stessi motivi che condussero al precedente annullamento; essi sono sostanzialmente due: la qualifica di collocatore farebbe parte della carriera esecutiva; il diploma di computista commerciale non sarebbe valido per l ammissione a concorsi della carriera di concetto. Errato appare al collegio il presupposto sul quale si basa l atto di controllo qui impugnato, e, cioè, che il provvedimento di inquadramento del ricorrente n.**** sarebbe meramente ripetitivo di quello n.***: ne consegue la fondatezza dei primi due motivi di gravame. Infatti, l inquadramento adottato nel 1980 contiene una lunga disamina delle mansioni di fatto svolte, sulla quale s incentrò l interlocutoria della commissione di controllo n.***; le questioni del titolo di studio e della carriera di provenienza sono semplicemente e- nunciate, e su di esse non ebbe modo di intervenire la Regione nemmeno in sede di chiarimenti, afferendo le richieste della citata commissione alle mansioni svolte. La delibera di giunta n.*** invece è sostanzialmente incentrata sugli argomenti addotti dalla ripetuta commissione nel 1981, per annullare il provvedimento d'inquadramento del ricorrente: si chiarisce

4 - 4 - che il presupposto del titolo di studio voluto dal citato art.32 si riferisce alla carriera di concetto e non a quella di istruttore, che è una qualifica funzionale e non una carriera, e che il titolo di computista commerciale posseduto dal ricorrente sarebbe stato ritenuto idoneo per l'accesso alla carriera di concetto, con decreto ministeriale: in relazione a tale ultima questione si cita anche giurisprudenza del Consiglio di Stato e si afferma che nell amministrazione dello Stato, dalla quale proveniva il ricorrente, il titolo di studio in parola era stato ritenuto i- doneo. Si è in presenza, pertanto, di un caso tipico di riproposizione di delibera annullata, recante nuova motivazione in ordine alle censure poste dall organo di controllo; di ciò deve essersi resa conto in un primo tempo anche la commissione di controllo, che, invece di annullare subito l atto per mera riproposizione, come avrebbe potuto e dovuto fare, ha chiesto chiarimenti ed approfondimenti proprio sulle due questioni, della qualifica o carriera inferiore e del titolo di studio, oltre che sulla equiparazione della qualifica di provenienza del ricorrente (collocatore presso il Ministero del Lavoro) a quella di concetto di segretario. Il fatto di non aver, nella sostanza, trovato convincenti i chiarimenti forniti, non significa certo che l atto adottato nel 1987 è una mera riproposizione di quello del Rispetto alla precedente procedura, tra l'altro, ora, emerge anche la questione della equiparazione della qualifica, che la commissione di controllo, nell interlocutoria n.***, dimostra di ritenere legittima o

5 - 5 - comunque di non voler contestare, incentrando la sua attenzione, sotto tale profilo, sulle mansioni; ma che poi contraddittoriamente riemerge nella motivazione dell atto di annullamento, giacchè la motivazione ob relationem fa rivivere quelle perplessità, sull'appartenenza della qualifica di collocatore alla carriera di concetto, che la documentazione allegata al nuovo inquadramento sembrava aver dissipato, stando proprio alle affermazioni contenute nell interlocutoria. Il difetto di motivazione si riverbera, poi, irrimediabilmente anche sulla questione del titolo di studio, giacchè il pigro richiamo ai precedenti motivi di annullamento, ha provocato una assoluta mancanza di valutazione in ordine alle argomentazioni addotte sul punto dall amministrazione, in relazione sia al fatto che l idoneità del titolo l'accesso alla carriera di concetto sarebbe stata riconosciuta con apposito decreto ministeriale, sia alla circostanza che tale riconoscimento sarebbe intervenuto già ad opera del Ministero Il Collegio, peraltro, non condivide nemmeno l interpretazione, data dalla commissione di controllo, dell art.32 della l.r n.12, nella parte in cui prevede come requisito per l'inquadramento nella qualifica immediatamente superiore, il possesso del titolo di studio richiesto per l'accesso alla carriera immediatamente inferiore: la commissione sembra, infatti, confondere la qualifica funzionale con la carriera, richiedendo il possesso del titolo di studio necessario per l'accesso alla qualifica inferiore. Ma il testo normativo appare chiaro nella sua formulazione letterale, che si riferisce alla carriera, del resto in conformità con i generali e consolidati principi dell ordinamento del

6 - 6 - pubblico impiego, ove normalmente sono le carriere (esecutiva, di concetto e direttiva) poste in diretta correlazione con i vari livelli di studi, medi, superiori ed universitari. L impugnativa dell'atto interlocutorio appare, peraltro, inammissibile per carenza d'interesse, non avendo comportato alcun pregiudizio al ricorrente, nemmeno come atto presupposto. Per quanto riguarda, infine, la tuzioristica richiesta di annullamento delle decisioni adottate dalla commissione di controllo nel 1981, essa non può trovare accoglimento, giacché tali decisioni hanno formato oggetto di autonomo giudizio, conclusosi negativamente per il ricorrente (sent. n.294/88). Del resto, una impugnativa di quegli atti in questa sede sarebbe inammissibile, anche per palese tardività. Sussistono, peraltro, motivi per compensare tra le parti le spese di lite. P.Q.M. il Tribunale Amministrazione Regionale delle Marche accoglie nei limiti di cui in motivazione il ricorso in epigrafe e, per l effetto, annulla la decisione della commissione di controllo intimata n.** del ***. Compensa tra le parti le spese di lite. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall autorità amministrativa. Così deciso in Ancona, nella camera di consiglio del 16 giugno 1993, con l'intervento dei Magistrati: dott. Eduardo Grassi Presidente

7 - 7 - dott. Antonio Amicuzzi -Consigliere dott. Carlo Taglienti -I Referendario,est. Pubblicata nei modi di legge, mediante deposito in Segreteria, il giorno 26 AGO Ancona, lì 26 AGO IL SEGRETARIO GENERALE f.f.

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