contro per l'annullamento

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Regina Natali
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1 N /2018 REG.PROV.COLL. N /2016 REG.RIC. R E P U B B L I C A I T A L I A N A IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Tribunale Amministrativo Regionale per l' Abruzzo sezione staccata di Pescara (Sezione Prima) ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 179 del 2016, proposto da: omissis, rappresentato e difeso dall'avv. omissis, con domicilio eletto presso lo studio omissis in Pescara, via omissis contro Comune di Popoli, in persona del Sindaco p.t., rappresentato e difeso dall'avv. Omissis, con domicilio eletto presso il suo studio in Pescara, omissis; per l'annullamento della nota del 14 marzo 2016 con la quale il responsabile del Servizio Ufficio Tecnico del Comune di Popoli ha respinto la domanda per il rilascio di un permesso a costruire in sanatoria presentata dal ricorrente; dell'ordinanza n. 17 del con la quale lo stesso responsabile ha ingiunto al ricorrente la rimozione del manufatto abusivo e il ripristino dello stato dei luoghi; Visti il ricorso e i relativi allegati; Visto l'atto di costituzione in giudizio del Comune di Popoli; Viste le memorie difensive; Visti tutti gli atti della causa;

2 Relatore nell'udienza pubblica del giorno 8 giugno 2018 il dott. Ugo De Carlo e uditi per le parti i difensori l'avv. omissis per la parte ricorrente, l'avv. omissis per l'amministrazione comunale; Ritenuto e considerato in fatto e diritto quanto segue. FATTO e DIRITTO Il ricorrente, proprietario in Popoli di una unità immobiliare, depositava in data una Segnalazione Certificata di inizio attività per la realizzazione di una tettoia in ferro strumentale alla installazione di un impianto fotovoltaico; il Comune ha preso atto della segnalazione senza riscontrare profili ostativi alla realizzazione del predetto manufatto. Successivamente, in data 30/10/2014 comunicava l'avvio del procedimento per la repressione di un presunto abuso edilizio non avendo riscontrato l'attestazione di avvenuto deposito al Genio civile del progetto di realizzazione del predetto impianto, né il rispetto delle prescrizioni delle NTA del Piano di recupero Decondre riguardo ai materiali impiegati per la realizzazione della struttura. Con ordinanza 17/2015 il Comune disponeva "il parziale annullamento della SCIA ingiungendo al ricorrente la demolizione del manufatto. Il ricorrente, dopo aver depositato il progetto presso il Genio Civile e conseguita la relativa attestazione, chiedeva il rilascio di un titolo edilizio in sanatoria per l'impianto in questione ma l'amministrazione comunale, rigettava l istanza con il primo provvedimento impugnato. Inoltre nelle more del procedimento di sanatoria avviato, il Comune comunicava l'avvio della procedimento di demolizione in danno del privato con affidamento dei relativi lavori a ditta privata. Il primo motivo denuncia innanzitutto una carenza di motivazione poiché il Comune ha respinto la domanda di sanatoria ritenendo che la realizzata tettoia in

3 ferro con sovrastante impianto fotovoltaico sia difforme rispetto alle disposizioni contenute nell'art. 80 del PRG e nelle NTA del piano di recupero "Decondre". Una motivazione siffatta non palesa le ragioni sottese al diniego anche alla luce delle caratteristiche del manufatto e della situazione riscontrabile nella zona di riferimento (zona N2) nella quale sono presenti numerose strutture del tutto analoghe a quella posta in essere dal ricorrente. Con condotta contraddittoria il Comune ha in un primo momento valutato positivamente la pratica edilizia anche relativamente ai materiali impiegati ed, a distanza di tre anni, a struttura ultimata, ha contestato l inadeguatezza di tali materiali. Inoltre i profili di contrasto con la normativa urbanistica vigente non emergono affatto dalla lettura delle disposizioni dell'art. 80 NTA PRG che non risulterebbe applicabile alla località Decondre che, classificata come Zona A/2, è soggetta alle disposizioni di cui all'art. 81 delle medesime NTA PRG. Le NTA del Piano di recupero Decondre richiamano la possibilità di utilizzare "ferro"e "legno", come ha fatto il ricorrente, utilizzato ferro per la realizzazione del contestato manufatto. Infine non è precisato sotto quale profilo non sarebbero rispettate le prescrizione dell art. 80 NTA. Il secondo motivo contesta la legittimità di procedere d'ufficio all'attuazione della demolizione in pendenza di istanza di sanatoria e sostiene l impossibilità di procedere alla demolizione per la natura accessoria del manufatto. Il Comune di Popoli si costituiva in giudizio chiedendo che il ricorso venisse respinto. Il ricorso non è fondato. Il provvedimento impugnato così come l ordinanza che ingiungeva la parziale demolizione hanno indicato quali sono le ragioni dell illegittimità edilizia e cioè la

4 non conformità dei materiali impiegati per la costruzione della tettoia rispetto alle indicazioni contenute nel Piano di Recupero Decondre. Si tratta di un Piano di recupero che riguarda sia la zona normata dall art. 80 NTA che quella disciplinata dall art. 81 NTA e che pone delle caratteristiche precise per i materiali da utilizzare sia per la manutenzione ordinaria sia per le ristrutturazioni o le varianti anche di tipo tecnico come quella per cui è ricorso. In mancanza di materiali conformi a quanto previsto nel Piano di Recupero Decondre il provvedimento del Comune è legittimo anche perché è bene ricordare che quanto alla motivazione dei provvedimenti che sanzionano illeciti edilizi o che non concedono condoni o sanatorie, non si richiede una speciale motivazione né la particolare enunciazione delle ragioni di pubblico interesse, che è in re ipsa come ribadito recentemente dalla sentenza 9/2017 dell0 Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, e la sua adozione non è preclusa dal lasso di tempo trascorso. Per quanto attiene al secondo motivo, la scelta del Comune è conforme al più recente orientamento giurisprudenziale per il quale la presentazione della domanda di accertamento in conformità non costituisce un fatto idoneo a rendere inefficace il provvedimento sanzionatorio originario, ma determina solo un arresto temporaneo dell'efficacia delle misure ripristinatorie, che dunque riacquistano efficacia in caso di eventuale rigetto della sanatoria. L impossibilità di procedere alla demolizione di una parte accessoria dell immobile non è indicata in alcuna norma e non è neanche irrealizzabile sul piano tecnico poiché ben si può eliminare una tettoia senza compromettere la parete su cui questa tettoia poggia. Le spese seguono la soccombenza e vengono liquidate come in dispositivo. P.Q.M. Il Tribunale Amministrativo Regionale per l'abruzzo sezione staccata di Pescara, definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo rigetta.

5 Condanna il ricorrente a rifondere le spese di giudizio che liquida in oltre accessori. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa. Così deciso in Pescara nella camera di consiglio del giorno 8 giugno 2018 con l'intervento dei magistrati: Alberto Tramaglini, Presidente Renata Emma Ianigro, Consigliere Ugo De Carlo, Consigliere, Estensore L'ESTENSORE Ugo De Carlo IL PRESIDENTE Alberto Tramaglini IL SEGRETARIO

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