ELENA. Alessandro Freno. Alessandro Freno via privata Pirano Milano

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1 di Alessandro Freno Alessandro Freno via privata Pirano Milano 2019

2 1. INT. SUPERMERCATO - NOTTE (30) è bella, ha occhi intelligenti. Il suo sguardo è dubbioso. Sta fissando uno scaffale di caffè. (V.O.) Questo è in sconto, ma è cattivo. L'ho preso il mese scorso, ma non si poteva bere. Alla fine l'ho buttato... Questo è quello della pubblicità! Quanto è figo Clooney Però non è che se lui è figo il caffè è buono per forza. Uh! Elena ferma per un attimo il flusso di pensiero. Forse ha trovato la soluzione. Accenna un sorriso. (V.O.) Questo è quello che prende nonna. Lo serve con quei biscotti al burro che me ne mangerei un quintale ma poi divento una boa. Forse sono i biscotti che fanno sembrare buono il caffè, o forse è la nonna Che poi oh, ancora un po' a casa ce n'è... E bere troppo caffè non fa mica bene. Elena lascia perdere il caffè e prosegue lungo la corsia. Nel suo carrello c'è soltanto una zuppa pronta. Paga alla cassa automatica, lascia il supermercato e inizia a raccontare. (V.O.) Mi chiamo Elena. Ho ventinove anni, sono sagittario e odio il mio lavoro. 2. EST. STRADA MILANESE - NOTTE Elena racconta la sua storia mentre torna verso casa. (V.O.) A diciannove sono arrivata a Milano perché lo voleva mia madre, ho fatto marketing perché lo voleva mia madre e ora sono triste... perché lo voleva mia madre. Elena è ferma a un semaforo insieme ad altre persone che, impazienti, attraversano la strada senza curarsi del rosso. Lei rimane lì, sola, in attesa del verde.

3 2. (V.O.) Lavoro in agenzia. Esco dall'ufficio ogni sera alle 9 e mezza e mi compro la cena al supermercato. Perché il bello della città è che i supermercati non chiudono mai. Scatta il verde. Elena attraversa. È una strada grigia, triste. Elena entra in un portone e poi nel suo appartamento. 3. INT. CASA DI - NOTTE Un piccolo appartamento che un animo sensibile ha cercato di rendere accogliente, riuscendoci a metà. (V.O.) Se sono fortunata, alle 10 sono a casa mia. Mia... è in affitto. Chissà se mai avrò un posto mio. Elena ha scaldato la sua zuppa, è seduta a gambe incrociate sul letto, che nell'economia degli spazi fa anche da divano. In una mano il cucchiaio, nell'altra il telecomando. Sta scorrendo la home di un app di streaming. Ogni tanto si ferma a leggere una trama, poi ricomincia la ricerca. Nel silenzio sentiamo soltanto IL CLICK DELLO SCORRIMENTO. Elena si è addormentata. La ciotola appoggiata a terra insieme al cucchiaio, il telecomando ancora in mano. L'app è sempre ferma sulla home: come con il caffè, troppa scelta. 4. INT. CASA DI - GIORNO Il TELEFONO sveglia Elena, trovandola nella stessa posizione della sera prima. È l'alba. Elena risponde al telefono. Dall altro capo c è LAURA (55), sua madre. Mamma, sono le sei... LAURA (VOCE AL TELEFONO) (rimproverando la figlia) Perché non sei in piedi? Non lavori oggi? Alle 9, mamma, alle 9. E sono le 6.

4 3. LAURA (VOCE AL TELEFONO) (inarrestabile, petulante, senza prendere fiato tra una parola e l'altra) Lo sai che non mi piace che dormi fino a tardi. Elena si mette seduta e accende una sigaretta. LAURA (VOCE AL TELEFONO, CONT.) Chi dorme non lavora, chi non lavora non ha successo, chi non ha successo è infelice-- (fuori di sé, a voce molto alta) --Mamma, sono le sei! Cosa vuoi? LAURA (VOCE AL TELEFONO) (dopo una lunga pausa, lievemente più dolce rispetto a prima) È morta la nonna. Elena prova ad articolare una risposta, poi lascia andare la mano che tiene il telefono. Le manca il respiro. Senza essersi ripresa, riporta il telefono all'orecchio. (con voce rotta) Come... come è morta? LAURA (VOCE AL TELEFONO) 'Sta notte, nel sonno. Era qualche giorno che non stava bene. (riprendendo ritmo e asprezza) A novant anni può anche succedere, eh! E poi alla sua età ancora fumava, te lo dico sempre di non fumare-- Elena mette giù il telefono e spegne la sigaretta. Fissa il vuoto davanti a sé. 5. EST. GIORNO - BERGAMO Elena è arrivata a Bergamo, esce dalla stazione e cammina verso la casa della nonna. (V.O.) Mia madre non sa cosa sia il tatto. Quando è morto Nemo, il mio pesce rosso, l ha offerto al gatto dei vicini.

5 4. A diciotto anni le ho detto che non volevo fare l'università. Non l'ha presa bene. (scimmiottando la voce di sua mamma) Solo i falliti non fanno l'università. Vuoi diventare una fallita, tu? Vuoi finire come tua nonna, tutta la vita in una latteria? (di nuovo con la sua voce) Non ha mai perso un'occasione per rinfacciarmelo: è per me che ha dovuto abbandonare la sua carriera. (ancora scimmiottando sua mamma) Da quando tuo padre ci ha lasciate sole, se hai avuto un tetto e un istruzione è solo perché io mi sono rotta la schiena. (di nuovo con la sua voce) Non ci fosse stata la nonna sarei scappata di casa a tredici anni. Elena arriva sotto casa della nonna. Suona il citofono. 6. INT. GIORNO - CASA DELLA NONNA DI La casa della nonna è accogliente, modesta e calda. In sala c'è qualche PARENTE. Si voltano tutti a guardare la nuova arrivata, compìti ed educati, non certo affettuosi. Uno di loro fa un cenno con la testa, a indicare la camera da letto. Elena entra in camera, dove riposa la nonna. La MdP si ferma sull uscio e la segue da lontano. Elena si siede, appoggia una mano sulla mano della nonna e poi la testa su di lei. La porta d'ingresso dell appartamento si apre e si chiude. LAURA (O.S.) (urlando dall'altra stanza, del tutto fuori luogo) È arrivata mia figlia? Elena! Elenaaa! (sollevando la testa dal letto) Sono qui mamma! Sono qui!

6 5. LAURA (O.S.) (parlando sopra a Elena e rivolgendosi ai parenti) Sono andata a mettere il cartello "chiuso per lutto" fuori dalla latteria, che poi la gente non lo sa, trova chiuso e non viene più. E se non viene più come facciamo, il problema va risolto e non posso fare sempre tutto io... Sfumiamo sulle parole di Laura, che continua a ruota libera. 7. EST. GIORNO - FUORI DAL CIMITERO Elena è seduta su una panchina fuori dal cimitero, si accende una sigaretta. Poco lontano un piccolo gruppo di persone saluta Laura, fa le condoglianze e se ne va. Laura raggiunge la figlia. LAURA (O.S.) Non puoi proprio farne a meno? Elena continua a fumare, finge di non aver sentito. LAURA (CONT.) (con tono da ramanzina) Non ho mai capito perché uno debba buttarsi del fumo dei polmoni... Che poi ti rovini la salute! E la salute ti serve se vuoi fare carriera, se vuoi (non ne può più, sbotta) --mamma! Laura si zittisce. Rimane immobile, quasi spaventata. (CONT.) (cercando di calmarsi) La mia vita non è la tua. Si chiama mia perché è MIA! Va bene? Sono vent anni che mi angosci con questa storia della carriera. IO NON-LO-SO se farò carriera. (non ce la fa a rimanere calma) E poi io capisco che tu non sappia cos è il tatto, ma abbiamo sepolto la nonna DA VENTI MINUTI! (MORE)

7 6. (CONT'D) (è al limite) Puoi... (respira) Ce la puoi fare a lasciarmi in pace per mezz'ora? LAURA (offesa, dopo una pausa) Quando fai così sei intrattabile, sembri tua nonna. Elena spalanca gli occhi incredula, è furente. Lancia un'occhiata a sua mamma e se ne va. LAURA (urlando verso Elena) Ma dove vai?! (senza voltarsi) A lavorare! Devo fare carriera, no? 8. INT. SUPERMERCATO - NOTTE Primo piano di Elena, uguale a quello su cui abbiamo aperto. È davanti allo stesso scaffale di caffè. Ascoltiamo i suoi pensieri. (V.O.) Mi chiamo Elena. Ho ventinove anni, sono sagittario e odio il mio lavoro. Elena paga la stessa zuppa che abbiamo visto nella prima scena ed esce dal supermercato. 9. EST. STRADA CITTADINA - NOTTE torna a casa mentre continua a raccontare in V.O. (V.O.) Esco dall'ufficio ogni sera alle nove e mezza e mi compro la cena al supermercato. Si ripete la stessa scena del semaforo. Tutti passano con il rosso. Lei li guarda e aspetta il verde. (V.O.) Perché il bello della città è che i supermercati non chiudono mai.

8 INT. INGRESSO CASA DI - NOTTE Elena entra nell androne di casa sua. Si ferma davanti alla cassetta della posta. C'è una lettera per lei. La prende e la apre subito. C'è una nota di sua mamma, leggiamo QUESTA ME L'HA LASCIATA LA NONNA PER TE. TE LA VOLEVO DARE IL GIORNO DEL FUNERALE, MA ERI INTRATTABILE. MAMMA Elena toglie un secondo foglio dalla busta, riconosce la scrittura della NONNA, e si siede dove può, sulle scale dell'ingresso. È la nonna in V.O. a leggerla. NONNA (V.O.) Elena cara, sto morendo. Ma non essere triste, perché io non lo sono. Ho vissuto bene, e inizio a essere un po' stanca. Stai vicina a tua madre. È intrattabile, lo so, ma vuole solo che tu sia felice. Solo che per lei essere felice vuol dire fare carriera, scappare dalla provincia - tutto quello che lei non è mai riuscita a fare. Io cosa vuoi che ne sappia, non mi sono mai mossa dalla latteria. Sono preoccupata per te. Vorrei tanto che trovassi il tuo modo per essere felice, il tuo successo - qualunque esso sia. Ecco, se posso esprimere un ultimo desiderio, scelgo questo: che tu possa ritrovare il sorriso. Fai quello che vuoi, ma sorridi. Perché il successo non è fare quello che ci raccontano gli altri, ma è riuscire a essere felici. Ti voglio tanto bene, Nonna. Ci allontaniamo da Elena, che rimane lì seduta, commossa. 11. INT. LATTERIA - GIORNO Primo piano di Elena che guarda davanti a sé. Questa volta, però, è in una piccola latteria. Indossa un grembiule e sistema gli scaffali. Ascoltiamo i suoi pensieri, per l'ultima volta. (V.O.) Mi chiamo Elena, ho compiuto trent anni

9 8. e lavoro nella latteria di famiglia. Sullo scaffale davanti a lei c'è soltanto un tipo di caffè, come c'è soltanto un tipo di ogni vivanda. Tutto è essenziale. (V.O.) Mia mamma non l'ha presa bene, ma io ho dato retta alla nonna. E adesso sono felice. FADE OUT