Il laghetto del la parete sud della Civetta sullo sfondo
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- Agnolo Sorrentino
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1 Il laghetto del la parete sud della Civetta sullo sfondo IL TOUR DEL MONVISO DAL 17 AL 24 AGOSTO 2014 ASSIEME ALLA COMMISSIONE ESCURSIONI DELL ALPINA SU QUESTA CLASSICA DELLE ALPI OCCIDENTALI
2 IL MONVISO GEOGRAFIA Il nome Monviso deriverebbe dal latino Mons Vesulus. Il termine Vesulus deriverebbe a sua volta dalla radice indoeuropea ves usata per indicare un'altura; in definitiva il nome Mons Vesulus significa montagna ben visibile (che la rende sicuro punto di riferimento per il viaggiatore) ed isolata, come per l'appunto è il Monviso, ben visibile e riconoscibile anche da grandi distanze. La vetta del Monviso, essendo al di qua della linea di separazione delle acque, si trova interamente in territorio italiano (a 2km dal confine francese), così come quasi tutto il resto del gruppo mentre parte della sua cresta settentrionale segna il confine con la Francia. La vetta sorge su una dorsale principale orientata in direzione circa nord-sud. Partendo dal monte Granero, la dorsale passa per il colle delle Traversette, le rocce Fourioun, punta Venezia, punta Udine, punta Roma, punta Gastaldi ed il Visolotto, per poi salire omogeneamente fino alla vetta. Questa è costituita da due punte separate: punta Nizza, più settentrionale e più bassa, e punta Trieste, più meridionale e punto di massima elevazione (3841m). I nomi delle due punte furono assegnati con riferimento alle due città principali agli estremi della catena alpina. il monte è particolarmente famoso anche al di fuori del territorio regionale perché ai suoi piedi, e precisamente al Pian del Re, in alta valle Po, c è la sorgente del fiume Po, il più lungo d'italia. La sorgente ha origine dai ghiacciai sopraelevati (ormai in evidente fase di ritiro) e dai numerosi laghi interconnessi posti più in basso (Fiorenza, Grande, Superiore, Lausetto e Chiaretto), le cui acque si raccolgono appunto al Pian del Re, dando origine ad un vero e proprio torrente che già dalla sorgente ha una portata non trascurabile. Dal punto di vista geologico, la montagna appartiene alla serie a facies piemontese del Trias-Giura (zona delle pietre verdi di Gastaldi): in particolare, è costituita da rocce eruttive effusive (prasiniti, anfiboliti, eclogiti) anche parzialmente metamorfosate, e da metamorfiti (metagabbri, metaporfiriti e metadiabasi).
3 STORIA ALPINISTICA La prima esplorazione del territorio attorno al Monviso di cui si ha notizia è quella guidata dall'abate milanese Valeriano Castiglione nel Tale escursione, partita dalla pianura saluzzese, raggiunse il lago Chiaretto (2.261 m) e fu organizzata a fini scientifici per misurare in modo rudimentale l'altezza di quella montagna: la misura rilevata fu di circa metri sopra il lago Chiaretto, corrispondente a m sul livello del mare, abbastanza prossima al valore reale. Il primo serio tentativo di scalare il Monviso fu compiuto il 24 agosto del 1834 dal saluzzese Domenico Ansaldi, di professione geometra. L'impresa, un'iniziativa del tutto personale e priva di qualsiasi supporto esterno, per poco non gli riuscì: Ansaldi arrivò infatti fino alla quota di circa 3.700m ma, a causa di un macigno enorme (giudicato insormontabile) e soprattutto della nebbia, fu indotto a rinunciare. L'ascensione alla vetta fu compiuta per la prima volta con successo dai più organizzati William Mathews, Frederick Jacomb, Jean- Baptiste Croz e Michel Croz il 30 agosto 1861; Mathews, Michel Croz e i signori Bonney e Hawkshaw avevano fatto un altro tentativo l'anno precedente (1860) ma il progetto era fallito a causa del maltempo. La comitiva partì dalla frazione Castello di Pontechianale (1.605m), in valle Varaita, il 29 agosto. Dopo aver imboccato a nord-est il vallone di Vallanta (vallata secondaria della val Varaita) deviarono presso i Laghi delle Forciolline e pernottarono poco lontano dall'attuale bivacco Boarelli (2.835m). L'indomani partirono prima dell'alba, alle 04:30, e conquistarono la vetta alle ore 09:20 dopo essere passati sotto al colle delle Sagnette e scalato la parete Sud. La seconda salita, compiuta il 4 luglio dell'anno successivo (1862) da Francis Fox Tuckett, vide il primo cittadino italiano sulla vetta del Monviso: Bartolomeo Peyrotte, guida alpina di Bobbio Pellice, che aveva accompagnato Tuckett unitamente alle guide Peter Perrn e Michel Croz. Questa cordata fu anche la prima a bivaccare per una notte in vetta al Monviso. La prima spedizione completamente italiana a raggiungere la vetta del Monviso fu quella del ministro biellese Quintino Sella nel La spedizione avrebbe dovuto avvalersi della guida di Bartolomeo Peyrotte, già pratico della via, che però rinunciò sembra perché "traumatizzato" dall'esperienza dell'anno precedente. La cordata nazionale di alpinisti, che oltre a Sella comprendeva i nobili piemontesi Paolo e Giacinto Ballada di Saint-Robert e il deputato calabrese Giovanni Barracco, si fu accompagnata da tre guide alpine locali Raimondo Gertoux, Giuseppe Bouduin e Giovan Battista Abbà che però conoscevano l'itinerario solo in base alla relazione di Mathews. L'impresa, sicuramente notevole per l'epoca, fu un'abile mossa politica propagandistica di Sella volta a celebrare, anche attraverso la composizione "eterogenea" della cordata, l'unità d'italia appena raggiunta (1861). Sulla scia dell'immenso entusiasmo che aveva accompagnato la riuscita della scalata al Monviso Sella fondò a Torino il Club Alpino Italiano.
4 QUALCHE NOTA ORGANIZZATIVA Il pagamento delle spese di mezza pensione in rifugio verrà effettuato dagli organizzatori al fine di velocizzare le operazioni. Gli extra in rifugio (bibite, telefonate, cartoline, panini, ecc.) verranno pagati dai singoli gitanti, con la preghiera di provvedere prima possibile al saldo del dovuto onde non perdere tempo al mattino. Gli orari di colazione e partenza di ciascuna giornata verranno concordati assieme la sera precedente. Per risolvere problemi e dubbi di qualsiasi natura, gli organizzatori faranno ben volentieri da tramite con i gestori. I posti letto verranno assegnati dagli organizzatori, evitate pertanto di rivolgervi direttamente ai gestori. Gli organizzatori dell escursione si riservano di apportare varianti agli itinerari, di seguito descritti, a seconda delle situazioni contingenti (tempo, stato fisico dei partecipanti, tabelle di marcia, condizioni dei sentieri, ecc) Organizzatori: Giuliano Brancolini cellulare Paola Pesante cellulare QUOTA DI PARTECIPAZIONE 300,00 A PERSONA SUPPLEMENTO PER NON SOCI: 50,00 (*) che copre le spese di pernottamento e mezza pensione in rifugio, eventuali spese di parcheggio, mezzi di risalita e i costi per fotocopie, telefonate, spese bancarie, ecc. (*) Il supplemento non soci copre le spese per l assicurazione,per il soccorso alpino e per gli infortuni e anche le maggiorazioni di tariffa che i rifugi applicano ai non associati al CAI. Le spese per il carburante e per i pedaggi autostradali saranno regolate direttamente dai passeggeri con il proprietario dell auto. Portate con voi un documento d identità, la tessera sanitaria e quella del CAI.
5 EQUIPAGGIAMENTO Necessario il sacco letto per i pernottamenti in rifugio, utili i bastoncini per aiutarsi durante il percorso. Si consiglia di limitare al massimo il peso da portare con se, ricorrendo magari a qualche bucatino serale per rinfrescare i capi d abbigliamento sudati. Non dimenticare giacca a vento, indumenti in pile, coprizaino per proteggersi in caso di maltempo. Utile luce frontale o una torcia elettrica. ATTREZZATURA SPECIALE Per le salite al Monte Granero, al Monviso, alla Punta Udine e Punta Venezia è obbligatorio essere muniti di: CASCO, IMBRAGO, 2 M DI CORDINO CON MOSCHETTONE E RAMPONCINI CARTOGRAFIA Foglio 106 Monviso, Sampeyre, Bobbio e Pellice Dell Istituto Geografico Centrale Scala 1:25000
6 IL TRASFERIMENTO AUTOMOBILISTICO La partenza da Trieste è prevista alle 7.00 con mezzi propri con ritrovo a Barcola. Si percorrerà tutta l autostrada A4 fno a Torino, poi si prenderà per Collegno, Beinasco, Orbassano, Pinerolo, Torre Pellice, Bobbio Pellice per arrivare infine a Villanova. Per vostra comodità allego una cartina schematica della tratta da Torino a Villanova. RIFUGI Rifugio Willy Jervis È stato costruito nel 1950 ed è stato dedicato a Guglielmo Jervis (detto Willy), alpinista e partigiano, catturato ed ucciso dai nazisti il 5 agosto Si trova nella Conca del Pra, valle sospesa di origine glaciale posta in testata della Val Pellice. È una costruzione in muratura di pietrame e legno, a due piani. Offre servizio bar, ristorante ed alberghetto. Dispone di 90 posti letto, con servizi e docce ai piani. Tel
7 Rifugio del Viso Il Rifugio Viso (in francese Refuge du Viso) è un rifugio francese situato nel comune di Ristolas nel dipartimento delle Alte Alpi. Fino a qualche anno fa era chiamato Rifugio Ballif, ha subito l'ultimo restauro nel Dispone di 65 posti letto. Telefono (33) Rifugio Vallanta E un rifugio moderno, inaugurato nel 1988 che, per la sua pianta triangolare con tetto a falda unica, richiama la forma stilizzata del Monviso. Prende il nome dalla valle dove sorge. Dispone di 75 posti letto. Telefono: Rifugio Quintino Sella Prende il nome dal fondatore del CAI. E situato tra il Lago Grande di Viso e il Lago di Costagrande, in una posizione di suggestiva bellezza alle falde del Monviso. il Rifugio Sella è una delle strutture più antiche e frequentate delle nostre Alpi. La prima costruzione risale al 1886, mentre l attuale rifugio è stato costruito nel Dispone di 94 posti letto. Telefono:
8 Rifugio Giacoletti. Prende il nome da Vitale Giacoletti, fondatore della sezione CAI di Barge. Il rifugio utilizza i locali di una ex caserma della Guardia di Finanza che nel 1950 venne concessa in usufrutto al CAI. Il rifugio, inizialmente denominato Rifugio del Losas, fu poi modificato nel 1961 e dedicato a Vitale Giacoletti ( ), alpinista, fondatore della sezione di Barge del Club Alpino Italiano e morto tragicamente in una scalata sul Cervino. Nel il rifugio venne ampliato fino ad assumere la configurazione attuale. Dispone di 55 posti letto. Telefono Rifugio Battaglione Alpini Monte Granero È una costruzione in muratura, a due piani, posta in vicinanza del Lago Lungo, in località Adrech del Laus. È dotato di servizi igienici interni, docce calde, telefono pubblico e di emergenza, ed impianto elettrico a 220V, alimentato da una centralina idroelettrica. Dispone di 48 posti letto. Telefono: IL TREKKING DOMENICA 17 AGOSTO Partenza da Trieste 7.00, arrivo Villanova Tot. Km 620, 8h Da Villanova (1200 m) al rifugio Jervis (1732m) Dislivello 532m Sviluppo 3,5 km Tempo: 2h Oltre alla pista carrabile chiusa al traffico, ci sono due percorsi possibili per raggiungere il rifugio Jervis: Si attraversa a piedi la frazione di Villanova, ad un certo punto c'è il bivio per il sentiero dell'indritto o per il sentiero dell'inverso. Lo storico sentiero dell'indritto oggi ha buona parte del suo tracciato in comune con la
9 pista carrabile, quello dell'inverso è più selvaggio ma, soprattutto nel primo tratto, gli scenari che si attraversano sono spettacolari, per cui è consigliato per godersi luoghi suggestivi e intatti. Interessante sapere che ad un certo punto, alla cascata del Pis, i due sentieri si trovano molto vicini sui due lati del fiume in un punto facilmente attraversabile. Dopo la cascata del Pis, si prosegue in prossimità del fondovalle finché con un ultimo leggero strappo si raggiunge l ampia ed amena Conca del Prà dove sorge il rifugio Jervis LUNEDI 18 AGOSTO Dal rifugio Jervis (1732 m) al rifugio del Viso (2640m) Dislivello in salita1119 m Dislivello in discesa 211 m Sviluppo 10 km Tempo 5h Dal rifugio Jervis si attraversa tutta la Conca del Prà fino a toccare gli alpeggi di Partia d Aval prima e Partia d Amount dopo. Da questo punto iniziano due sentieri che portano al rifugio, noi seguiremo il sentiero che va verso sinistra. Superato il torrente si raggiunge il Pian Sineive (2050 m) con la stele dedicata ad un aereo statunitense precipitato durante una missione di ricerca. Da Pian Sineive, il sentiero sale deciso su un costone erboso al termine del quale si raggiunge il Rifugio Granero (2377 m). Subito dietro al rifugio c è il Lago Lungo da cui ha origine il Torrente Pellice. Splendido colpo d occhio sulle cime del Monte Granero, del Monte Manzol e sulla sottostante conca del Prà. Dal rifugio Granero si segue la traccia che scende nella bella conca occupata dal Lago Lungo. Il sentiero, attraversato l emissario, costeggia per un tratto l erbosa sponda occidentale del lago, poi piega a destra e si biforca. Trascurata la diramazione di sinistra per il Monte Granero e il Passo del Seillierino, si prende a destra tagliando un pendio alla base del marcato crestone divisorio tra i valloni del Colle Seilliere e del Passo Seillierino. Entrati nel vallone, dominato a destra (ovest) dalla ripida parete rocciosa della Punta Bersajas, lo si risale fino a raggiungere la marcata depressione del Colle Seilliere (2851 m). Ci si abbassa sul versante meridionale e al termine delle chine erbose ci si porta su di un ripiano dove vi è un trivio segnalato: lasciare a sinistra il sentiero per il Colle delle Traversette e il Buco di Viso e procedere sul largo sentiero che va in piano al rifugio Viso (2460 m), visibile per tutta la discesa dal Colle Seilliere. Deviazione M. Granero (3171m) Si segue per un breve tratto il sentiero per il Rifugio Viso che però, passato il Lago Lungo, si abbandona quasi subito in corrispondenza di alcuni ruderi. Si prende a sinistra lungo sentiero prima e poi su pietraia in direzione del Passo Seillerino (2884m), che non si raggiunge in quanto, poco prima del passo, si piega nuovamente a sinistra Seguendo numerose tracce ed ometti, con un ampio semicerchio ci si porta alla base del canalone che scende dalla cima. Lo si risale o al centro (attenzione a non scaricare pietre su chi segue) o sulla destra dove le rocce sono più solide senza grosse difficoltà. Superando facili passi di I-I+ fino al castello di roccette finali e quindi la cima con la statua della Madonna. (+2h 30 ) MARTEDI 19 AGOSTO Dal rifugio del Viso (2640) al rifugio Vallanta (2450m) passando per la Losetta Dislivello in salita 700m Dislivello in discesa 700m Sviluppo 6 km Tempo4h
10 Dal rifugio Viso seguire il sentiero in leggera discesa a mezza costa che, attraversato il torrente Guil, riprende a salire e in breve raggiunge il Lago Lestiò (2510 m), posto in una bella conca dominata dalla cresta di Punta Roma. Costeggiata la sponda meridionale del lago, il sentiero ricomincia a salire fino a raggiungere il Passo di Vallanta (2815 m). Dal colle (suggestivo scorcio sul Viso) si scende nel Vallone di Vallanta, raggiungendo presto un bivio : da qui si può continuare la discesa che porta al rifugio omonimo oppure seguire il sentiero di destra, che va a mezza costa, fino a immettersi sul sentiero che in salita conduce al Passo della Losetta (2872 m): dal colle una facile salita conduce sulla cima del Monte Losetta (3052 m), splendido belvedere sulla parete ovest del Viso. Dalla cima si ridiscende al Passo della Losetta e si percorre a ritroso l'itinerario di salita fino al bivio; qui si continua a scendere sul sentiero principale raggiungendo il rifugio Vallanta (2450 m). MERCOLEDI 20 AGOSTO Dal rifugio Vallanta 2450 m al rifugio Sella (2640m) per il Passo di San Chiaffredo. Dislivello in salita: 900m. Dislivello complessivo in discesa:650m Sviluppo12 km Tempo 5 h Si attraversano ambienti molto belli e vari: dalle monolitiche placconate della Punta Caprera e i pini cembri del Bosco dell'allevè si passa ai laghi dell'alto Vallone delle Giargiatte, per arrivare ai piedi della gigantesca parete orientale del Monviso. Dal rifugio Vallanta si segue il sentiero che si abbassa gradualmente su Pian Para (2350 m). Si continua sulla destra orografica del torrente, che si attraversa in prossimità del Gias d'ajaut (fontana della salute, 2036 m). Si rimane per breve tratto sulla sinistra orografica del torrente, e dopo la Grangia del Rio lo si riattraversa. Poco dopo si incontra il bivio (1900 m circa) per il Passo di San Chiaffredo, abbandonata la mulattiera per Castello si scende a sinistra per attraversare il torrente su una passerella. Si passa accanto alle diroccate Grange Gheit (1912 m) e si prosegue sul sentiero che sale con alcune svolte, lasciando a destra una diramazione per il Bosco dell'allevè e il rifugio Bagnour). Dopo un tratto in salita, la mulattiera taglia a mezza costa fra i pini, fino al bellissimo Pian Meyer (2126 m), un prato punteggiato di pini dove il rio divaga formando suggestivi meandri. La mulattiera risale il Vallone delle Giargiatte, passando per l'ampia conca del Gias Fons (2365 m) che si apre tra la Rocca Jarea e le Rocce Meano. Innalzandosi con vari tornanti si raggiunge la stretta rocciosa che immette nella conca superiore. Proseguendo sul sentiero si superano tre specchi d'acqua, il Lago Bertin (2701m), un laghetto senza nome e il Lago Lungo (2743 m) e si raggiunge l'ampia depressione del Passo di San Chiaffredo (2764 m) sullo spartiacque tra la Valle Varaita e Po. La mulattiera taglia quasi in piano le pendici meridionali di Punta Trento e giunge in breve al Passo Gallarino (2727 m). Qui si gira a sinistra e si scende, tagliando a mezza costa le pendici orientali di Punta Trento e Punta Michelis. Si attraversa la selvaggia conca che ospita i laghi delle Sagnette (2567 m) e si arriva in vista del Lago Grande di Viso, sulla cui riva orientale è collocato il rifugio Quintino Sella. GIOVEDI 21 AGOSTO Dal rifugio Quintino Sella (2640 m) alla cime del Monviso (3841 m) e rientro in rifugio Dislivello in salita: 1400m Dislivello in discesa 1400m Sviluppo: 11km Tempo 11h La normale del Monviso è un'ascensione alpinistica in piena regola che presenta un notevole sviluppo, grande dislivello, quota elevata, numerosi passaggi esposti, tecnicamente facili solo per chi ha una certa dimestichezza con la roccia, pericolosi in caso di pioggia o vetrato. La presenza di altre comitive lungo il percorso aumenta il pericolo di caduta sassi, sempre e comunque alto. Le condizioni meteorologiche sono
11 estremamente variabili e la velocità del gruppo è essenziale per la buona riuscita della salita. Non è consigliabile attardarsi a proteggere i passaggi più difficili, pena l'allungamento dei tempi di percorrenza. Dal Rifugio Sella si raggiunge in 1 ora circa il Passo delle Sagnette seguendo prima un buon sentiero (al bivio sotto al rifugio prendere a destra) che conduce alla base del canalone sottostante il Passo. Qui il sentiero si fa sempre più ripido e in breve si trasforma in traccia (segni gialli); una buona dose di funi e catene d'acciaio facilita la salita. Nota: quando si sale verso le Sagnette non vale assolutamente la pena fare il primo tratto di ferrata a q ca. - e' totalmente inutile e faticoso - meglio seguire il sentiero a sinistra Dal Passo delle Sagnette (2991 m.) è visibile in lontananza il grande ometto in pietre costruito sulla testata del Ghiacciaio del Viso. Si prende questa direzione, scendendo prima nel Vallone delle Forcioline lungo una traccia di sentiero e poi seguendo i numerosi ometti che indicano il percorso. Si attraversa la conca che un tempo era occupata dal ghiacciaio, puntando verso una parete rossastra, si volge quindi sulla destra e si risale una rampa di blocchi accatastati, fino alla costruzione metallica del Bivacco Andreotti (3225 m, 2h 30 ). Poco sopra si giunge alla base del minuscolo Ghiacciaio Sella, che si rimonta fino ad incontrare una cengia che taglia la parete della montagna con un andamento pressoché pianeggiante. La si segue a sinistra fino ai piedi di una cascatella. Da questo punto si seguono i segni gialli che conducono alla vetta. Si piega a destra per roccette e piccole cenge, poi si sale a sinistra per gradoni, fino ad una spalla rocciosa. Proseguendo in direzione nord-ovest, si arriva alla base di un camino alto 7-8 metri, che si sale sul fondo. Si continua prima verticalmente, poi in diagonale a sinistra, fino ad una cengia detritica che conduce ad un buon punto di sosta (detta appunto "Sala da pranzo"). Si sale ora lungo una cresta rocciosa, passando nei pressi della guglia denominata "Duomo di Milano" (3500 m., circa); si superano rocce articolate e si giunge alla base di una paretina rossastra. Si prosegue a destra lungo una spaccatura, si supera una placca e, piegando a sinistra, si guadagna un buon terrazzo. Il risalto successivo deve essere salito lungo piccoli camini ("i Fornelli"); si tratta di un passaggio obbligato di II+, che può diventare impegnativo in caso di vetrato. Si raggiunge quindi una spalla della cresta sud-est, dalla quale si individua il Rif. Sella. Si prosegue passando sotto un caratteristico gendarme, detto "Testa dell'aquila", si attraversa un canalone (attenzione in caso di neve) e si guadagna la Cresta Est. Si piega infine a sinistra e, superati gli ultimi facili risalti della cresta, si giunge in vetta (5h30 ). VENERDI 22 AGOSTO Dal rifugio Quintino Sella (2640 m) al rifugio Giacoletti (2741m) Dislivello in salita: 500m Dislivello in discesa 400m Sviluppo: 6km Tempo 3h Dal rifugio Sella si segue la mulattiera che, in lieve salita, conduce all ampia depressione del Colle del Viso (2650 m) tra il Monviso e il Viso Mozzo. Si procede quindi fra grossi massi, costeggiando il Viso Mozzo, poi si scende con varie svolte sulle pendici nord occidentali della Rocca Trunè. Il sentiero taglia alla base la morena settentrionale del Monviso, poi scende con alcuni tornanti al Lago Chiaretto (2261 m), dal caratteristico colore azzurro lattiginoso. Tagliando a mezza costa i pendii che sovrastano il lago, si arriva ad un bivio a quota 2310 m circa. Si lascia a destra la mulattiera che scende al Pian del Re, e si prende a sinistra il sentiero che sale alla Colletta dei Laghi (2389 m). Dopo una breve discesa, il sentiero sale diagonalmente, lasciando in basso a destra il Lago Lausetto, fino a incontrare a quota 2560 m circa, la deviazione per la Punta Roma e il Passo Giacoletti. Proseguendo a destra sul sentiero principale si risalgono le ripide pendici delle Rocce Alte e si percorre l ampia conca fino al Colle Losas dove sorge il rifugio Giacoletti (2741 m). Spettacolare la visione del tramonto sulla parete settentrionale del Monviso.
12 Possibili escursioni dal rifugio Giacoletti. Rocce Alte (2837m) Dislivello in salita:100m Dislivello in discesa: 100m Le Rocce Alte, situate subito ad Est del rifugio Giacoletti, sono una meta abbastanza frequentata sia per la vicinanza al rifugio che per il panorama che offre il loro culmine. Da qui è possibile godere di un ampia vista sulle principali vette della valle Po. Mentre verso mezzogiorno dominano la piramide del Monviso(incisa dai couloirs ghiacciati della parete nord) ed il Viso Mozzo, che pare ripeterne la forma piramidale; verso nord si individuano facilmente il Granero e la Meidassa, entrambi superiori ai tremila metri. Meidassa e Viso Mozzo sono uniti tra loro da un imponente arco di vette e cime, tra le quali spiccanoil Visolotto, la punta Gastaldi, la Roma, le punte Udine e Venezia, le Rocce Fourioun:l immensa muraglia è percorsa incisa da ripidi canaloni rocciosi e detritici, uno solo dei quali (Coulour del Porco) pare un po meno arcigno e accessibile con minore difficoltà. Dalla vetta, si gode inoltre di un ampio panorama sulle cime tra la valle Po e val Pellice, come l'ostanetta, il Briccas, il Frioland, la Sea Bianca e le Rocce Fons, cime salite frequentemente dagli escursionisti. Punta Udine (3022m) Difficolta EE Dislivello in salita: 280 m Dislivello in discesa: 280 m Tempo di percorrenza: ore 2 L escursione non presenta grandi difficoltà anche se è necessario porre attenzione nel salire e scendere la ripida pietraia che porta all attacco della via ferrata per la possibilità di provocare cadute di sassi. Inoltre se il Coulour del Porco fosse innevato sono indispensabili piccozza e ramponi. La via ferrata offre la possibilità di una facile e divertente scalata in sicurezza anche senza l uso di corde (naturalmente d obbligo per bambini ed escursionisti inesperti). Dalla cima si domina un vasto panorama limitato solo a sud dall imponenza del Monviso. Itinerario breve da abbinare eventualmente a quello della vicina Punta Venezia. Dal rifugio Giacoletti imboccare la traccia di sentiero che parte dalla fontanella sul lato della costruzione e conduce, con una lunga diagonale attraverso un pendio di rocce rotte e nevai, allo sbocco del canalone detto Coulour del Porco, chiuso a sinistra dalla ripidissima parete N-E della Punta Udine e a destra dalle balze rocciose della Punta Venezia. Da qui il sentiero sale a serpentina sulla pietraia fino a raggiungere sulla parete destra del canale l inizio della via ferrata segnalato con un ben visibile bollo rosso e bianco. E opportuno non abbandonare i comodi appigli offerti da corde e catene che consentono di raggiungere in breve il Colle del Coulour del Porco. Dal colle volgere a sinistra e rimontare un pendio di pietrame e rocce rotte fino alla base del tratto roccioso sottostante la cima. Mentre una traccia serpeggia tra i saltini, è invece più divertente superare le rocce con salita ascendente verso destra. Facili e solide, si lasciano rimontare agevolmente e consentono di toccare in breve la vetta esattamente a picco sul rifugio. Punta Venezia 3095 m Difficoltà: EE con breve tratto di II (Fix 10 mm e piastrine) Dislivello in salita: 350 m Dislivello in discesa: 350 m Tempo di percorrenza: 3.30 Dopo aver seguito l itinerario che porta al colle del Coulour del Porco (vedere la descrizione per la Punta Udine), volgere a destra e, salendo il largo pendio di pietrame e rocce, seguire la traccia di sentiero (segni gialli) che sale dapprima in diagonale e poi a zig-zag sui pendii di pietrame. Al di sopra della bastionata continuare per il crinale fino a raggiungere una piccola insellatura dove è sistemato il bivacco ex militare. Di qui si sale per una breve spaccatura quasi verticale di 3-4 metri (II, Fix 10 mm e piastrine) la paretina che costituisce l ultimo ostacolo prima di toccare la vetta della Punta Venezia.
13 SABATO 23 AGOSTO Dal rifugio Giacoletti (2741m) al rifugio Granero (2377m) attraverso il buco del Viso Dislivello in salita:400m per il Passo Seillierino oppure 800m per il Passo Seilliere) Dislivello in discesa: 780m per il Passo Seillierino oppure 1180m per il Passo Seilliere. Tempi di percorrenza: 4.30 per il passo Seillierino oppure 6.30 per il Passo Seilliere. Dal rifugio Giacoletti (2741 m) si scende verso nord seguendo il sentiero lungo un canalone di detriti e nevai, fino al bivio, a quota 2500 m circa, dove a sinistra, abbandonato il sentiero che scende verso Pian del Re, s imbocca il Sentiero del Postino. Si percorre l aerea cengia erbosa che taglia orizzontalmente il versante Est della Punta Venezia e oltrepassata la pietraia del Colour Bianco, si raggiunge a quota 2550 m circa il sentiero che da Pian del Re sale al Colle delle Traversette; qui termina il Sentiero del Postino. Da qui si segue a sinistra la mulattiera che sale verso il Colle delle Traversette. Dopo aver raggiunto la conca del Pian Mait (2700 m), si affronta una salita a zig-zag e si passa nei pressi della Fonte Ordi (2787 m) e della Caserma delle Traversette: poco dopo si lascia a destra la traccia per il Passo Luisas e si continua sul ripido sentiero, raggiungendo un altro bivio. Qui si può abbandonare il sentiero che sale al sovrastante Colle delle Traversette (2950 m), per andare a destra, raggiungendo in breve l ingresso del Buco di Viso (2882 m). L accesso non presenta problemi dal versante italiano, ma giunti dall altra parte spesso si dovrà salire tra la neve e la parete (se il passaggio è ancora ingombro, bisogna tornare indietro e salire al Colle delle Traversette). Percorso il traforo e raggiunto il versante francese, si effettua una lunga traversata a mezza costa sotto una parete rocciosa. Alla fine della traversata, se le condizioni del sentiero saranno buone, si prenderà la traccia per il passo Seillierino che permette di valicare la costola est del M. Granero ed affacciarsi sull alta Val Pellice e quindi scendere al rifugio Granero. Se il Passo Seillieriono non sarà agibile bisognerà scendere un buon tratto del comodo sentiero che porta rifugio del Viso fino ad intercettare il percorso già effettuato il secondo giorno e quindi prendere il sentiero per il Passo Seilliere poco sotto i ruderi delle Bergerie du Gran Vallon. Saliti al Passo si raggiunge in breve il rifugio Granero. DOMENICA 24 AGOSTO Dal rifugio Granero (2377m) a Villanova (1200m) passando per il rifugio Jervis Dislivello in discesa 1180m Tempo di percorrenza 4h Il rientro a Villanova segue il percorso fatto all andata. Il rientro a Trieste è previsto attorno alle 20.
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