PROGETTARE LA PROTEZIONE PASSIVA AGLI INCENDI APPROCCIO SPERIMENTALE

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1 Marco Antonelli Aggiornamento PROGETTARE LA PROTEZIONE PASSIVA AGLI INCENDI APPROCCIO SPERIMENTALE Monza 11 ottobre 2013 SPEAKER: Marco Antonelli Amministratore Delegato PROMAT S.p.A. s.u. C.so Paganini 39/ Genova Tel Fax Dal mio piccolo aereo di stelle io ne vedo (I. Fossati) 1

2 Responsabilità del professionista e procedure Responsabilità del professionista e procedure 2

3 La documentazione La certificazione di resistenza al fuoco 3

4 Il professionista redige certificazioni e/o dichiarazioni La certificazione è un attestazione di veridicità La certificazione è un atto nel quale si dichiara che quanto è stato scritto corrisponde a verità, quindi, ad esempio, che le resistenze al fuoco dichiarate sono vere e che la documentazione è esaustiva al fine di rendere vero quanto è stato affermato. La dichiarazione è un atto che esprime la volontà di far conoscere ad altri fatti o documenti di cui si è venuti in possesso o di cui si ha conoscenza. 4

5 Responsabilità del professionista Firmare una dichiarazione è un atto importante Firmare una certificazione (o asseverazione) è una fortissima assunzione di responsabilità entrambi hanno una conseguenza penale Art. 20 comma 1 del D.Lgs 139/2006 Chiunque, in qualità di titolare di una delle attività soggette al rilascio del certificato di prevenzione incendi, ometta di richiedere il rilascio o il rinnovo del certificato medesimo è Punito con l'arresto sino ad un anno o con l'ammenda da 258 euro a euro (Contravvenzione: PENA ALTERNATIVA) 5

6 Art. 20 comma 2 del D.Lgs 139/2006 Chiunque, nelle certificazioni e dichiarazioni rese ai fini del rilascio o del rinnovo del certificato di prevenzione incendi, attesti fatti non rispondenti al vero è punito con la reclusione da tre mesi a tre anni e con la multa da 103 euro a 516 euro. (Delitti: PENA CUMULATIVA) Resistenza al fuoco: documenti Produttore Professionista (antincendio) Pubblica Amministrazione (VVF) Rapporto di prova Rapporto di classificazione CERT REI e DICH PROD Rapporto di classificazione Fascicolo tecnico (se esistente) Estratto fascicolo tecnico (se esistente) DoP (se esistente - alternativa a RdC) Marcatura CE (se esistente) 6

7 Panorama normativo Costruzioni Attività soggette procedimenti relativi alla P.I. (A,B, C) DM 151/2011 Tutte le altre costruzioni Attività normate (A) Attività B, C Testo Unico D.M. 14 / 1 /2008 DM 7 Agosto 2012 MOD.PIN CERT.REI MOD. PIN- 2.3_2012 DICH. PROD. DCPST /10/2012 Alla base della certificazione CERT REI Art. 2. Classificazione di resistenza al fuoco Le prestazioni di resistenza al fuoco dei prodotti e degli elementi costruttivi possono essere determinate in base ai risultati di prove, calcoli, confronti con tabelle. 7

8 Test EN per prodotti con intrinseca resistenza al fuoco EN (muri e pareti non portanti) EN (muri e pareti portanti) EN (soffitti non portanti) EN (soffitti portanti) EN (facciate) EN (travi) EN (pilastri) EN (canali di ventilazione) EN (serrande tagliafuoco) EN (barriere passive) EN (cavedi) EN (pavimenti flottanti) EN (estrattori) EN (porte) Ecc... Test EN per prodotti che contribuiscono alla resistenza al fuoco (protettivi) Membrane protettive orizzontali (controsoffitti) Membrane protettive verticali Protezione ad elementi di calcestruzzo Protezione ad elementi di acciaio Protezione ad elementi compositi di calcestruzzo/lastre profilate di acciaio strutture miste Protezione a colonne cave di acciaio/calcestruzzo Protezione applicata ad elementi di legno Protezione di elementi in acciaio con reattivi (pitture intumescenti) 8

9 Lettera circolare /7/2012 Validità dei rapporti di prova di resistenza al fuoco emessi in base alla circolare 91 del 1961 Chiarimenti applicativi Rapporti di prova emessi dopo il 1 gennaio 1996 Scadenza: 25 settembre 2012 progetto presentato prima del Elementi portanti elementi strutturali (acciaio, calcestruzzo, misti, ecc.) 25-set-07 Circolare 91/61 progetto presentato dopo il 25-set set set set-12 sperimentale analitico (+ protettivi) tabellare UNI parametri termofisici riportati nella norma stessa (se esistenti) Circolare 91/61 sperimentale analitico (+ protettivi) tabellare Circ. 91/61; norme EN 1365-X; Fascicoli tecnici Circ.91/61 (emessi dopo il 31 dicembre 1985); EN 1365-X, Fascicoli tecnici Circ.91/61 (emessi dopo il 31 dicembre 1995); EN 1365-X, Fascicoli tecnici EN 1365-X, Fascicoli tecnici UNI parametri termofisici protettivi riportati nella norma stessa (solo per intumescenti calcolati con EN/V x) UNI parametri termofisici protettivi riportati nella norma stessa (solo per intumescenti calcolati con EN/V x) UNI parametri termofisici protettivi calcolati con EN/V x UNI parametri termofisici protettivi calcolati con EN/V x DM DM DM DM apr-13 EN 1365-X, Fascicoli tecnici UNI-ENV parametri termofisici protettivi calcolati con EN/V x DM

10 Elementi non portanti elementi non portanti (pareti, soffitti, barriere passive, canali, estrattori, ecc.) progetto presentato prima del sperimentale analitico tabellare 25-set-07 Circolare 91 UNI Circ.91/61 progetto presentato dopo il 25-set-07 sperimentale analitico tabellare Circ.91/61; EN 1364-X; EN 1366-X; Fascicoli tecnici UNI oppure EC 1992/3/4-1-2 DM set-08 Circ.91/61 (emessi dopo il 31 dicembre 1985); EN 1364-X; EN 1366-X; Fascicoli tecnici UNI oppure EC 1992/3/4-1-2 DM set-10 Circ.91/61 (emessi dopo il 31 dicembre 1995) EN 1364-X; EN 1366-X; Fascicoli tecnici UNI oppure EC 1992/3/4-1-2 DM set-12 EN 1364-X; EN 1366-X; Fascicoli tecnici UNI oppure EC 1992/3/4-1-2 DM apr-13 EN 1364-X; EN 1366-X; Fascicoli tecnici UNI ENV 1992/3/4-1-2 DM Norme EN: la novità principale Campo di diretta applicazione DM 16 febbraio 2007 Art.1. Pt 6 Il campo di applicazione diretta del risultato della prova è l ambito previsto dallo specifico metodo di prova e riportato nel rapporto di classificazione, delle limitazioni d uso e delle possibili modifiche apportabili al campione che ha superato la prova, tali da non richiedere ulteriori valutazioni, calcoli o approvazioni per l attribuzione del risultato conseguito 10

11 Prove al fuoco Prove EN Campo di diretta applicazione Prove EN Campo di applicazione estesa Prove Circ. 91 Professionista attesta solo che l elemento ricada nel C.A.D. Professionista attesta solo che l elemento ricada nel C.A.E. Professionista verifica che il certificato/prodotto non sia scaduto Professionista certifica tutte le differenze rispetto al simulacro di prova (altezza, larghezza, carico, spessori, modifiche di forma, ecc) Pareti non portanti: EN Prova di una parete di grande dimensione, con giunto libero Verifica delle temperatura sulla faccia non esposta e delle deformazioni (flessione) 11

12 Classificazione e campo diretta applicazione R E I w t M C S G K E 120 E I 120 Art. 13 Campo diretta applicazione Diminuzione dell altezza Lunghezza infinita Portafrutti / scatole elettriche provate Aumento dello spessore delle lastre Aumento dell isolante Aumento del numero montanti Altezza massima: 4 metri 12

13 ? 4 metri D.M. 16 FEBBRAIO 2007 (G.U. n. 74 del 29 marzo 2007 s.o. n. 87) B.8 In caso di variazioni del prodotto o dell elemento costruttivo classificato, non previste dal campo di diretta applicazione del risultato di prova, il produttore è tenuto a predisporre un fascicolo tecnico contenente almeno la seguente documentazione: B.8.1 elaborati grafici del prodotto modificato; B.8.2 relazione tecnica, tesa a dimostrare il mantenimento della classe di resistenza al fuoco, basata su prove, calcoli e altre valutazioni B.8.3 eventuali altre approvazioni... B.8.4 parere tecnico positivo (del laboratorio che ha effettuato la prova) sulla completezza e correttezza delle ipotesi a supporto e delle valutazioni effettuate Il produttore è tenuto a conservare suddetto fascicolo tecnico e a renderlo disponibile per il professionista 13

14 Estensione in altezza in funzione di: numero montanti spessore montanti larghezza montanti interasse montanti 14

15 Estensione parete EI 120 (alcuni esempi) Interasse struttura metallica (mm) Interasse struttura metallica (mm) montanti spessore montanti larghezza montante spessore parete altezza m singoli 0, ,9 doppi 0, ,9 doppi in serie 0, ,0 singoli 0, ,2 doppi 0, ,0 doppi in serie 0, ,0 singoli 0, ,3 doppi 0, ,0 doppi in serie 0, ,0 posizione montanti spessore montanti larghezza montante spessore parete altezza m singoli 0, ,1 doppi 0, ,0 doppi in serie 0, ,0 singoli 0, ,0 doppi 0, ,0 doppi in serie 0, ,0 singoli 0, ,0 doppi 0, ,0 doppi in serie 0, ,0 Altezze maggiori di 4 metri? 15

16 Estensione in altezza di tramezzi in mattoni protetti Controsoffitti Protettivi strutturali EN (contributo alla resistenza al fuoco di strutture in acciaio, legno, calcestruzzo, miste, ecc.) Parte di un sistema EN (soffitto portante protetto) Elementi di compartimentazione EN (soffitto non portante) 16

17 Tipologie controsoffitto EN EN T cr T: 140 C Protettivi strutturali EN (contributo alla resistenza al fuoco di strutture in acciaio, legno, calcestruzzo, miste, ecc.) T cr Parte di un sistema EN (soffitto portante protetto) T cr EN T: 140 C Elementi di compartimentazione EN (soffitto non portante) Controsoffitti Elemento di separazione orizzontale portante denominato: «solaio misto con strutture in acciaio e copertura in CA protetto con controsoffitto Promatect 100» 17

18 Fascicolo tecnico controsoffitto 002/12/11 18

19 Estensioni Fascicolo Tecnico 002/12/11 Estensione risultato a diverse classi di profili di acciaio Estensioni Fascicolo Tecnico 002/12/11 Estensione risultato a cavità di 300 mm (invece di 400 mm previste nel test report) 19

20 Soffitti: sistemi complessi Estensione attraversamenti su leterocemento Non più «parte di un solaio», ma «attraversamenti classificati in modo indipendente» 20

21 UNI EN :2001 (CONDOTTE) Norme EN per condotte EN (canali di ventilazione) EN (barriere passive) EN (cavedi) EN (estrattori) 21

22 Canale A orizzontale: simula fuoco dall esterno Simula una situazione «standard» Simula un canale danneggiato, rotto, aperto Canale B orizzontale: simula fuoco dall interno Canale A verticale: simula fuoco dall esterno Simula una situazione «standard» Simula un canale danneggiato, rotto, aperto Canale B orizzontale: simula fuoco dall interno 22

23 EN Canali di ventilazione L obiettivo dello standard è verificare la capacità di un canale di resistere ad un incendio in un compartimento e di non contribuire al passaggio dello stesso da un compartimento all altro. Lo standard classifica non solo il canale ma anche i sistemi di sospensione e l attraversamento attraverso la parete o il soffitto. Il test è diviso in due scenari (fuoco da fuori e fuoco da dentro). E necessario provare un canale per ogni scenario, sia in esposizione orizzontale sia verticale, quindi in totale è necessario fare 4 prove Fuoco da Fuori (canale A) Il canale è soggetto ad una pressione di 300 Pa. Il canale esce dal forno senza supporto, quindi può flettere.durante il test sono misurate: la perdita di pressione (tenuta), la flessione del canale e la temperatura sulla faccia non esposta Fuoco da Dentro (canale B) Il canale ha delle aperture nella parte inserita nel forno. Un ventilatore estrae i gas caldi ad una velocita di 3m/sec (secondo un programma acceso/spento). Il canale è fissato alle estremità. Vengono misurati: le tensioni dovute alle dilatazione e l incremento della temperatura sulla faccia non esposta esterna. 23

24 Classificazione Resistenza al fuoco 120 min Verticale (0 i) Tipo A: fuoco dall esterno Tenuta: 120 min (portata 10 m 3 /h) Classificazione completa 24

25 Oltre le prove standard UNI EN :2005 (CONDOTTE ESTRAZIONE FUMO Canale C) 25

26 Procedura di test Canale A verticale Canale B verticale Canale C verticale Canale A orizzontale Canale B Orizzontale Canale C orizzontale Barriere passive EN : sigillatura di penetrazioni Si intendono elementi/servizi attraversanti un elemento di compartimentazione quali tubi, cavi, blindosbarre, ecc. EN : sigillatura di giunti lineari Si intendono giunti, spazi, piccole aperture o altre discontinuità fra due elementi di separazione. Queste aperture sono definite lineari perché hanno una lunghezza maggiore dell altezza che sono definite con un valore del suddetto rapporto di 10:1 26

27 EN sigillatura di penetrazioni Valutazione della capacità di una sigillatura di non compromettere le performance dell elemento attraversato. Sono esclusi camini, canali di ventilazione, estrattori, cavedi. La valutazione è condotta su elementi si separazione standard (pereti flessibili, pareti rigide, soffitti rigidi e flessibili) La classificazione ottenuta su elementi flessibili may be applicata su elementi pesanti Si possono provare: Grandi attraversamenti di cavi Piccoli attraversamenti di cavi Sistemi modulari o scatole elettriche Blindosbarre Penetrazione di tubazioni Penetrazioni miste Penetrazioni critiche di cavi e tubazioni (particolari dimensioni e/o configurazioni) Collari: è cambiato tutto Collari per tubazioni combustibili Una norma (EN1366-3) di 97 pagine Test per tipo di tubo Test per diversi elementi (parete leggera, parete in cls, cls leggero) Test per diverse orientazioni (parete, soffitto, inclinato) e molto altro 27

28 Collari tagliafuoco Universale (punto E.2.7.3) non tappato non tappato U/U Tubi in PP su parete piena pesante EI

29 Massimo diametro RS 10/60 EI 120 u/u per sp. 7 mm Spessore tubo Tipo di tubo Spessore parete Diametro max 7 mm PP 150 mm 260 mm 7 mm PVC 150 mm 125 mm 7 mm Geberit silent 150 mm 160 mm 7 mm PP 100 mm 240 mm EN : giunti lineari Valutazione dei giunti lineari, con riferimento alle caratteristiche di isolamento e tenuta Verifica di giunti senza movimento o con movimento indotto (dilatazione) Elementi di supporto: elementi pesanti (2.400 kg/mc) e leggeri (650 kg/mc) sia orizzontali sia verticali. Elementi in legno o acciaio. Valutazione di Resistenza al fuoco Massime dimensioni Massimo movimento indotto (%) Tipologia di costruzione (elemento finito o da realizzare in cantiere) 29

30 Estensioni del risultato Pavimento Pavimento Pavimento/parete Parete Parete (sezione) Parete Parete (sezione) Pavimento / parete Ancora una volta (estratto dal nuovo manuale Promat) il risultato riportato nel rapporto di classificazione non ha alcun valore se non all interno del campo di diretta applicazione, che deve essere sempre letto e valutato prima redigere qualsiasi progetto o firmare modelli DICH PROD e, soprattutto CERT REI. Richiedere SEMPRE il rapporto di classificazione e leggere sempre con attenzione sia la descrizione del campione sottoposto a prova sia i limiti e le possibili estensioni. Classificazioni, estensioni e valutazioni NON comprese nel campo di diretta applicazione, non sono valide ai fini delle certificazioni sperimentali firmate dai professionisti iscritti negli elenchi del Ministero dell Interno di cui all art. 16 comma 4 del DLgs 139/06 30

31 Art. 4 - Elementi costruttivi per i quali è prescritta la classificazione di resistenza al fuoco 1. Gli elementi costruttivi, per i quali è prescritta la classificazione di resistenza al fuoco, possono essere installati ovvero costruiti in opere destinate ad attività soggette ai regolamenti di prevenzione incendi, in presenza di certificazione redatta da professionista ( ) che ne attesti la classe di resistenza al fuoco secondo le modalità indicate all'art. 2 del presente decreto. 4. Qualora l'elemento costruttivo coincida con un prodotto munito di marcatura CE la certificazione, di cui al precedente comma 1, costituisce la dichiarazione di uso conforme all'impiego previsto. Marchio CE per prodotti per la protezione passiva : ETAG 018 Uniche linee guida utilizzabili per marcaturace di prodotti per protezione passiva all incendio (attraverso una ETA) in assenza di norme hen ETAG 018: Pt. 2 (intumescenti); Pt. 3 (intonaci); Pt. 4 (lastre) Usi previsti (es. ETA 06/2006) Tipo 1: Membrane orizzontali (controsoffitti sospesi) Tipo 2: Membrane verticali di protezione Tipo 3: Elementi portanti in calcestruzzo Tipo 4: Elementi portanti in acciaio Tipo 5: Strutture miste Tipo 6: Colonne a sezione cava riempite di cemento caricate Tipo 7: Elementi portanti in legno Tipo 8: Parete e tramezzi di compartimentazione non portanti Tipo 9: Cavedi tecnici di servizio all'interno degli edifici Tipo 10: Finalità antincendio non indicate tra 1-9 (compartimentazioni) 31

32 Situazione ETAG 018 ETAG 018 applicabilità Termine del periodo di coesistenza (non obbligatorio) Parte 1 (generalità) 21/9/ /6/2007 Parte 2 (intumescenti per acciaio) Parte 3 (intonaci) Parte 4 (lastre) 18/04/ /4/ /11/ /11/ /09/ /06/2007 Dalla CPD alla CPR I produttori in possesso di marchio CE devono rilasciare una Dichiarazione di Performance (DoP) La DoP garantisce una performance per gli usi consentiti e non una generica corrispondenza ai risultati di una prova iniziale (come nel caso della DoC) La DoP relativa ad una marcatura CE di un prodotto per la protezione passiva, garantisce la prestazione del prodotto per quello specifico utilizzo nelle condizioni di prova, e non una generica «performance antincendio». 32

33 Dichiarazioni di Prestazione (DoP) Nella DoP per marcatura CE di un prodotto di protezione passiva sono compresi i test di resistenza al fuoco in accordo agli standard EN e ETAG (quindi sono garantite le performance al fuoco di quel test, quel campo di diretta applicazione, la durabilità del prodotto, ecc. ecc.). I test effettuati secondo ETAG 018 (campioni selezionati da enti terzi, livello di attestazione conformità 1, controllo sulla produzione, ecc.), sono identificabili attraverso appositi documenti e sono sempre rintracciabili. Per questi utilizzi (con le relative prestazioni) il prodotto è marcato CE E quindi possibile allegare direttamente la DoP al DICH PROD (per gli usi consentiti) senza necessità di ulteriori certificazioni. Un esempio di DoP 33

34 La più importante novità Marchio CE un esempio: Marchio CE 0749 Identificazione dell ente certificatore Promat International NV Bormstraat 24 B-2830 Tisselt Belgium 01 Nome ed indirizzo del Produttore identifying mark (Nr. stabilimento) 06 No CPR 06/ /1 ETAG 018 Parts 1 and 4 Fire Protective Board PROMATECT -L500 Reaction to fire: A1 Resistance to fire: vedi DoP MOR: 1,7 MPa Dimensional stable Exposure type Z 2, Z 1 Types 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10 Nominal thickness on packaging Ultimi due numeri dell anno in cui il marchio CE è stato utilizzato per la prima volta Numero di riferimento della DoP Website Riferimenti normativi (hen or EAD) Nome del prodotto Livello o classe delle performance dichiarate Uso consentito, come previsto nella norma di riferimento (hen or EAD) 34

35 Elementi strutturali (tabelle escluse) Prova su elemento EN (solette) EN (muri) EN /4/5 ecc (travi, pilastri, ecc) Campo diretta applicazione Campo applicazione esteso Utilizzo di protettivi Prova al fuoco secondo EN e calcolo spessore in funzione dell elemento da proteggere Limiti di applicabilità Calcoli Elementi non protetti: UNI/Eurocodici Elementi protetti: UNI/Eurocodici Parametri termofisici calcolati con prove EN

36 A.3 Prodotti e sistemi per la protezione di parti o elementi portanti delle opere di costruzione ENV Pt x PRODOTTI CHE CONTRIBUISCONO ALLA RESISTENZA AL FUOCO ENV Pt 2; 3; 4; 5; 6; 7, Membrane protettive verticali 3 Protezione ad elementi di calcestruzzo 4 - Protezione ad elementi di acciaio 5 Protezione ad elementi compositi di calcestruzzo/lastre profilate di acciaio 6 Protezione a colonne cave di acciaio riempite con calcestruzzo 7 - Protezione applicata ad elementi di legno 8 Protezione di strutture in acciaio con prodotti reattivi (pitture intumescenti) 36

37 EN/ENV (acciaio) Trovare una relazione (matematica o grafica) fra massività della struttura, spessore di protettivo e temperatura sull acciaio, in funzione del tempo + = 37

38 38

39 Fattore K Il metodo di prova si basa sul concetto di stickability: capacità del materiale protettivo di rimanere sufficientemente coerente ed in posizione per un ben definito range di deformazioni, in modo che la sua capacità di isolamento termico non sia danneggiata durante l evento incendio. Il coefficiente K, calcolato sulla differenza di prestazione fra elemento caricato e non,è utilizzato per correggere i dati di temperatura misurati sui pilastrini. Le temperature così corrette costituiscono la base per la definizione della performance in condizioni di incendio del protettivo. Metodi di valutazione L elaborazione e l estensione dei risultati dei test è possibile in termini di fattore di sezione, spessori applicati e temperatura in accordo con la tabella 6 della norma EN. Metodo di valutazione λ variabile λ fisso Regressione lineare Metodo grafico annex F G H J massività -20% +50% -20% +50% -10% +10% ± 0% spessore temperatura Critica -20% +20% -5% +5% -5% +5% ± 0% -0% +10% -0% +7,5% -0% +5% ± 0% 39

40 ENV Pt 4 - procedura di test test 1 Test su elementi caricati e non caricati Verifica della stickability (aderenza / coesione) test 2-3 Test elementi non caricati di diversa sezione Test su pilastro per verificare lo scivolamento calcolo Calcolo dei fattore correttivo K Ri-elaborazione dei dati Calcolo parametri termofisici/risultati (regressione lineare, grafico, λ variabile/fisso) 40

41 Iter procedurale: acciaio Fase 1 Calcolo temperatura critica (funzione del grado di utilizzo, del tipo di acciaio e/o della classe dell acciaio, ecc Fase 2 Calcolo del fattore di forma (massività) della struttura in funzione del tipo di esposizione e di protezione (scatolare o perimetrale) Fase 3 Scelta dello spessore di protettivo in funzione della classe di resistenza al fuoco richiesta Lastre: possono essere utilizzati anche su profili cavi sia tondi sia rettangolari/quadrati 41

42 ENV (calcestruzzo) Trovare una relazione (matematica o grafica) fra spessore di protettivo ed incremento della temperatura all interno del cls e sull armatura in funzione del tempo. + = Abachi prestazionali su CA/CAP i n t e r p o l a z i o n e Test su soletta Spessore minimo Spessore massimo sticability Test su trave Spessore minimo Spessore massimo C.2.4 The values of equivalent thickness can be plotted for each thickness of fire protection tested permitting interpolation of the result as a function of fire duration according to Figure C.8 Abaco prestazionale su pareti e solette Abaco prestazionale su travi e pilastri 42

43 Analisi temperatura interfaccia e nel cls (travi) 43

44 Analisi temperature interfaccia e nel cls (soletta) Perdita stickability Risultati ENV I risultati si possono esprimere come: Spessori di equivalenza (ad esempio: 14 mm di protettivo, per 60 min di esposizione, hanno un spessore equivalente di 58 mm) Fattori di equivalenza (ad esempio F eq = 4,1 cioè 1 cm di protettivo corrisponde a 4,1 cm di cls per 60 minuti di esposizione) Spessore di protettivo necessario per ottenere una data resistenza al fuoco, in funzione della temperatura critica e del copriferro 44

45 Espressione dei risultati: spessore equivalente Esempio : INTONACO Isolante Fattore di equivalenza Pt H su soletta/muro 45

46 Spessore Pt H su soletta R 180 temperatura critica ( C) R 180 copriferro / 14 mm / 19 mm / 24 mm / 29 mm / 34 mm / 39 mm / 44 mm Iter procedurale: c.a. c.a.p Fase 1 Calcolo del copriferro necessario a garantire la resistenza al fuoco richiesta (in funzione anche della temperatura critica dell acciaio) Fase 2 Verifica del copriferro esistente (oppure ipotesi cautelative) Fase 2 Calcolo del copriferro mancante e dello spessore di protettivo da applicare (in funzione dello specifico fattore di equivalenza) 46

47 Anteprima: Progetto Revisione UNI Modalità di controllo della posa in opera di sistemi protettivi antincendio: Sistemi in lastre 1. SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE La presente norma stabilisce le modalità di controllo dell applicazione dei sistemi protettivi antincendio di tipo passivo in lastre, atte a verificarne la conformità alla specifica di progetto prevista nel progetto antincendio, riportante, fra le altre, le caratteristiche, lo spessore e le modalità di installazione del sistema passivo in lastre da applicare, in funzione della resistenza al fuoco, del tipo di supporto, delle sue dimensioni e dello schema statico. Il metodo si applica a qualunque sistema protettivo antincendio di tipo passivo in lastre posato in opera su qualsiasi elemento costruttivo, purché in presenza di una specifica di progetto prevista nel progetto antincendio, redatta in funzione degli elementi costruttivi da proteggere e del grado di resistenza all incendio richiesto. 47

48 Definizioni e controlli 3.1 sistema protettivo antincendio: Materiale o combinazione di materiali, incluso qualsiasi tipo di elemento di fissaggio e/o sigillatura, applicati distanziati o in aderenza a qualsiasi elemento costruttivo allo scopo di migliorarne la resistenza al fuoco. Zona di misura: porzione della superficie del sistema protettivo in lastre, dove si effettuano le seguenti misure, controlli o verifiche: Misura dello spessore del sistema protettivo in lastre Misura della massa volumica del sistema protettivo in lastre Controlli sugli accessori di montaggio Controlli sull'eventuale trattamento dei giunti Controlli sull eventuale trattamento di finitura Verifica di conformità alle modalità e condizioni di installazione. Elementi da controllare Il numero degli elementi da controllare, scelti casualmente per ciascun elemento tipo e per ciascuno spessore indicato nella specifica di progetto prevista nel progetto antincendio, deve essere calcolato secondo la formula seguente: n = S/250 n: numero degli elementi da controllare; S: metri quadrati di superficie trattata (per ciascun elemento costruttivo considerato nella specifica di progetto prevista nel progetto antincendio) Nel caso il valore di n risulti minore di 2, devono comunque essere controllati due elementi per tipo Per ciascun elemento da controllare, individuare una zona di misura per effettuare il controllo Nell ambito della stessa zona di misura si devono effettuare n. 2 controlli di spessore n. 1 controllo di massa volumica n. 1 controllo sugli accessori Eventuali controlli sui trattamenti dei giunti e/o di finitura applicati 48

49 A.4. CONTROLLI SUGLI ACCESSORI DI MONTAGGIO Accessori Sistemi di aggancio e sostegno su montaggi verticali Sistemi di aggancio e sostegno su montaggi orizzontali Modalità di controllo Individuare 4 zone di misura dove effettuare un controllo rispettivamente, su sistemi di aggancio (o sostegno) sistemati fra lastra/parete, fra lastra/soffitto, fra lastra/lastra e lastra/pavimento. Verificare visivamente la natura dei materiali dei sistemi di montaggio impiegati (per esempio plastica, acciaio, acciaio zincato, ecc.). Misurare con un calibro le dimensioni dei sistemi di montaggio impiegati. Individuare 3 zone di misura dove effettuare un controllo, rispettivamente, su sistemi di aggancio (o sostegno) sistemati fra lastra/parete, fra lastra/soffitto, fra lastra/lastra. Verificare visivamente la natura dei materiali dei sistemi di montaggio impiegati (per esempio plastica, acciaio, acciaio zincato, ecc.). Misurare con un calibro le dimensioni dei sistemi di montaggio impiegati. Elementi di fissaggio di tipo chimico Individuare 3 zone di misura dove effettuare i seguenti controlli: Verificare formalmente il tipo di elemento di fissaggio impiegato (per esempio, sigillanti, colle, cementi, ecc.). Verificare visivamente la natura dei materiali degli elementi di fissaggio impiegati (per esempio plastica, acciaio, acciaio zincato, ecc.). Misurare con un calibro la profondità del grado di riempimento effettuato. Elementi di fissaggio di tipo meccanico Individuare 1 zona di misura dove effettuare il seguente controllo: Verificare visivamente la natura dell elemento di fissaggio impiegato (per esempio plastica, acciaio, acciaio zincato, ecc.). Verificare visivamente il tipo di elemento di fissaggio impiegato (per esempio viti, tasselli, graffe, ecc.). Misurare con un calibro le dimensioni dell elemento di fissaggio impiegato. A.5. CONTROLLI SUI TRATTAMENTI DEI GIUNTI E SUI TRATTAMENTI DI FINITURA Trattamento Trattamento dei giunti Trattamento di finitura superficiale Trattamento di finitura in massa Modalità di controllo Il controllo deve essere eseguito almeno 7 giorni dopo il completamento della posa in opera Verificare formalmente la tipologia del trattamento eseguito in opera (per esempio sigillatura con mastici al silicone, con prodotti a base cemento e successiva rasatura del giunto, ecc.) Verificare visivamente la presenza in opera di tutti i materiali e/o prodotti costituenti il sistema di previsto (garze, supporti, guarnizioni, ecc.). Verificare visivamente l aspetto del giunto trattato, valutando la consistenza, profondità e grado di riempimento ed esprimendo un giudizio sull eventuale presenza di difetti superficiali Il controllo deve essere eseguito almeno 28 giorni dopo il completamento della posa in opera Verificare formalmente la tipologia del trattamento eseguito in opera (per esempio rasatura con prodotti a base gesso, applicazione di rivestimenti protettivi, ecc.) Verificare visivamente la presenza in opera di tutti i materiali e/o prodotti costituenti il sistema previsto Verificare visivamente l aspetto superficiale della pellicola di rivestimento, valutando colore, adesione, copertura ed omogeneità nell applicazione Misurare, se indicato nella specifica di progetto, lo spessore della pellicola del trattamento superficiale. Il controllo deve essere eseguito almeno 28 giorni dopo il completamento della posa in opera... Verificare formalmente la tipologia del trattamento eseguito in opera (per esempio per impregnazione con soluzioni al silicato, per imbibizione con resine viniliche, ecc.) Verificare visivamente l aspetto superficiale della lastra, valutando colore, consistenza e coesione, esprimendo un giudizio sull eventuale presenza di difetti superficiali (per esempio spolvero, distacchi, ritiri, bolle, ecc.) che potrebbero compromettere l efficacia del trattamento. 49

50 Responsabilità del professionista CERT REI 2012 Applicazione e/o costruzione Progetto e valutazione Verifica delle prestazioni Obiettivi e/o prescrizioni Richiesta di prestazione I moduli Asseverazione Asseverazione di rinnovo CERT REI

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