Progetto illuminotecnico
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- Albina Coppola
- 8 anni fa
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1 Progetto illuminotecnico Il progetto dell impianto di illuminazione ha lo scopo di determinare: il numero, i tipi e le posizioni degli apparecchi da installare in un ambiente tenendo conto delle caratteristiche del locale, di ogni specifica esigenza dell utenza e degli aspetti di economicità, igiene e funzionalità. La progettazione deve ottimizzare le risorse disponibili e minimizzare l impiego di energia esogena sia per l illuminazione che per la climatizzazione
2 Progetto illuminotecnico La progettazione di in impianto di illuminazione deve essere coerente con: le caratteristiche dell ambiente (dimensioni, forma, luce naturale, finestrature e loro coefficienti di trasmissione, pareti e pavimento), la sua funzione (commerciale, produttiva, sanitaria) i compiti visivi degli utilizzatori. Gli elementi da considerare sono: distribuzione delle luminanze illuminamento e sua uniformità abbagliamento resa cromatica delle sorgenti
3 Comfort visivo Requisiti per il comfort visivo: - un livello adeguato di illuminamento - una sufficiente uniformità di illuminamento - una buona distribuzione delle luminanze - assenza di abbagliamento - una corretta direzionalità della luce - una buona resa cromatica delle sorgenti e degli ambienti Illuminamento Luminanza E necessario definire per loro dei valori assoluti di riferimento, ed anche dei criteri e degli indici di distribuzione e di uniformità. Resa Cromatica Buona resa cromatica degli apparecchi di illuminazione
4 Comfort visivo L illuminamento influenza la capacità di un individuo di percepire piccoli dettagli ad una data distanza (acuità visiva) ma anche la velocità di percezione, cioè il tempo richiesto per compiere un compito visivo. Normativa Italiana in merito al comfort visivo: - UNI 10380/A1 - UNI Prevedono dei valori di soglia per l illuminamento e per l uniformità di illuminamento sui piani di lavoro e nei locali in relazione ai compiti visivi previsti Luce Naturale Luce artificiale
5 Illuminamento Si definisce illuminamento medio mantenuto (E m ) quel valore di illuminamento medio su una superficie al di sotto del quale non si può scendere. Si definisce anche un fattore di manutenzione (M) come rapporto tra illuminamento medio sul piano di lavoro dopo un dato periodo ed illuminamento medio sullo stesso piano di lavoro ad installazione nuova. Si dovrà pertanto procedere, per un buon progetto, alla individuazione del valore di illuminamento medio di progetto e dividerlo per il fattore di manutenzione M individuato in base al programma di manutenzione definito dal progettista. E = E m /M, con M<1 E=20 lux è il livello minimo di illuminamento raccomandato e consente il riconoscimento dei tratti del volto. In zone occupate continuativamente 200 lux è il valore di illuminamento minimo
6 Illuminamento
7 Illuminamento Una buona progettazione deve prima di tutto prefiggersi lo scopo di garantire in ogni ambiente il giusto livello di illuminamento. I valori di illuminamento da adottare sono in relazione al tipo di attività prevista nell ambiente e sono influenzati dal potere di assorbimento e di riflessione del flusso luminoso da parte dei materiali presenti nell ambiente e dal loro colore. L illuminamento è inversamente proporzionale alla distanza della superficie illuminata: in altre parole l illuminamento della superficie da parte della sorgente luminosa è tanto minore quanto più è grande la distanza della sorgente dalla superficie.
8 Illuminamento Attraverso dispositivi elettronici e sistemi computerizzati di controllo è possibile variare il flusso luminoso emesso dai vari tipi di lampade adattandolo (e, se necessario, programmandolo nel tempo) al livello di illuminamento più indicato negli ambienti. Il progetto dell impianto di illuminazione viene dunque condotto tenendo conto del massimo livello di illuminamento previsto, affidando poi ai sistemi di controllo la funzione di modulare il flusso emesso. Per regolare il flusso luminoso si impiegano potenziometri elettronici azionati da pulsanti oppure da variatori di intensità luminosa (dimmer) eventualmente collegati a cellule fotoelettriche che modulano l intensità luminosa in funzione della quantità di luce proveniente dall esterno.
9 Luminanza Luminanza L La luminanza in un punto di una superficie in una certa direzione, è il rapporto fra l intensità luminosa I emessa in quella direzione e l area della superficie emittente apparente. Unità di misura è [cd/m 2 ] La luminanza di un oggetto varia con la direzione di osservazione e dipende anche dalle proprietà riflettenti o assorbenti delle superfici (anch esse direzionali).
10 Contrasto di luminanza Il comfort visivo è garantito da una adeguata gradazione dei contrasti nel campo visivo (inteso come campo centrale di visione, sfondo e ambiente). La percezione di un oggetto è funzione del contrasto di luminanza dell oggetto e dello sfondo. Contrasto: rapporto fra la differenza di luminanza dei due oggetti e la minore delle due luminanze. C = L max L min L occhio percepisce la forma degli oggetti se all interno del campo visivo esiste un adeguato contrasto luminoso fra due oggetti o fra oggetto e sfondo. L min
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12 Contrasto di luminanza Un oggetto, per essere percepito correttamente, deve avere una luminanza variabile fra 2 e 3 volte quella dello sfondo e fra 5 e 10 volte quella dell ambiente. L esperienza ha dimostrato che la percezione dell oggetto non dipende solo dal contrasto ma anche da valore assoluto della luminanza dello sfondo. Se la differenza fra le luminanze è piccola, l osservatore non percepisce più l oggetto distaccato dallo sfondo Se si riduce eccessivamente la luminanza dello sfondo, a parità di contrasto, la visione risulterà difficoltosa per mancanza di illuminamento.
13 Contrasto di luminanza L occhio percepisce la forma degli oggetti se all interno del campo visivo esiste un adeguato contrasto luminoso fra due oggetti (o fra oggetto e sfondo). In altri termini solo se vi è una differenza di luminanza di almeno l 1% in condizioni di illuminazione naturale e del 10% se l illuminamento è scarso, l occhio percepisce chiaramente la differenza fra due oggetti.
14 Contrasto di luminanza Relazione fra il contrasto di soglia e la luminanza dello sfondo allo scopo di percepire un oggetto campione mostrato per 1 secondo Contrasto minimo percepibile Luminanza dello sfondo
15 Abbagliamento Se le differenze di luminanza all interno del campo visivo diventano eccessive si verifica il fenomeno dell abbagliamento, causando fastidio o diminuzione delle capacità visive. Abbagliamento diretto Presenza di superfici o oggetti (sorgenti luminose, vetrate, il sole) con luminanza molto elevata Abbagliamento riflesso Riflessione di oggetti posti sul piano di lavoro della luce proveniente da altri corpi.
16 Abbagliamento
17 Per limitare l abbagliamento di tipo diretto occorre verificare i valori assoluti di luminanza delle sorgenti luminose (artificiali o naturali). Zona visiva critica: è quella compresa fra gli angoli verticali di 45 e 85. In tale intervallo, la luminanza media di ciascun apparecchio non deve essere maggiore di un valore limite stabilito in funzione del tipo di apparecchio e del compito visivo
18 Comfort Visivo I valori limite di luminanza per illuminazione artificiale sono indicati dalla norma UNI Si fa distinzione fra cinque classi di qualità degli impianti: classe A: adatti a compiti visivi molto difficoltosi classe B: adatti a compiti visivi che richiedono prestazioni visive elevate classe C: adatti a compiti visivi che richiedono prestazioni visive normali classe D: adatti a compiti visivi che richiedono prestazioni visive modeste classe E: adatti per interni in cui i compiti visivi non sono particolarmente impegnativi e non sono esattamente dislocati Uffici Civili abitazioni
19 Curva limite di luminanza A Curva limite di luminanza per apparecchi luminosi senza bordi luminosi e per apparecchi con bordi luminosi disposti parallelamente alla direzione di osservazione
20 Curve limite di luminanza B Curve limite di luminanza per apparecchi con bordi laterali luminosi, o di quelli lineari con bordi laterali luminosi paralleli alla direzione di osservazione
21 Metodi di stima dell abbagliamento Curve di luminanza
22 Metodi di stima dell abbagliamento Curve di luminanza
23 Abbagliamento
24 Indice di discomfort Nel caso di abbagliamento diretto è possibile calcolare un indice di discomfort DGR (discomfort glare rate) che è influenzato dai seguenti fattori: - luminanza del campo visivo - posizione di ogni sorgente abbagliante - dimensione angolare di ogni sorgente abbagliante - luminanza di ogni sorgente abbagliante - numero di sorgenti abbaglianti. Per ciascuna sorgente viene calcolato l abbagliamento da essa generato attraverso l equazione: M i = 0.5 * PF LQ 0,44 L è la luminanza della sorgente [cd/m 2 ] Q è la dimensione angolare della sorgente [steradianti] F la luminanza di campo [cd/m 2 ] - P è l indice di posizione sorgente-osservatore
25 P è l indice di posizione: rappresenta un fattore di vista calcolato in funzione della posizione relativa osservatore sorgente, utilizzando dei diagrammi H/X γ/x Nomogramma per calcolo dell indice di posizione
26 Indice di discomfort Se nell ambiente esistono più sorgenti di abbagliamento (n) è possibile sommare le sensazioni generate da ciascuna di esse: M t = Σ n M i Indice di discomfort complessivo DRG: n: numero di sorgenti luminose DGR = (M t ) a con a = n Tale indice è correlato ad una probabilità di discomfort che è stata sperimentata attraverso un numero di interviste ad osservatori sottoposti a medesime condizioni di prova.
27 Indice di discomfort Probabilità di persone in comfort [%] La relazione è tale che se l indice DGR è pari a 300 allora solo il 10% degli osservatori giudicherà la situazione confortevole. Se il DGR è pari a 45 allora tale percentuale sale al 90%. Le variazioni intermedie sono lineari.
28 Progetto illuminotecnico La preferenza dell utente è generalmente rivolta alla disponibilità di luce naturale, in quanto qualitativamente gradevole e soggetta alle variazioni cicliche diurne e stagionali. Dall altra è spesso necessario prevedere dei livelli di illuminamento adeguati (spazialmente e temporalmente) ai compiti visivi che possono essere raggiunti solo con l ausilio di sorgenti artificiali Una lampada è una sorgente di calore, mentre una finestra svolge anche la funzione di elemento di filtro della radiazione solare. Inoltre, le temperature superficiali che si possono avere sulla finestra possono causare di discomfort locale, dovuto ad asimmetrie radianti.
29 Prestazione visiva È l attitudine a reagire che una persona manifesta quando i dettagli dell oggetto della visione (compito visivo) entrano nello spazio di osservazione. La prestazione visiva è condizionata principalmente da tre aspetti: - Capacità visive del soggetto in termini di acuità visiva (regolazione della luce incidente, convergenza dell asse visivo, motilità oculare, senso cromatico, presenza di difetti visivi, adattamento), - Caratteristiche del compito visivo - Caratteristiche dell ambiente
30 Prestazione visiva (condizioni di comfort) L influenza dell AMBIENTE sulla percezione visiva si manifesta tramite: - Le sorgenti di luce (naturale finestre e vetrate) e artificiale - Le superfici degli oggetti principali (compito visivo, arredi e persone al suo intorno) - Le superfici del suo interno (pareti, soffitti, pavimenti, macchine): 1. Distribuzione delle luminanze. L apparato visivo è soggetto ad affaticarsi di più quanto maggiori sono le differenze di luminanza e contrasti elevati possono provocare abbagliamento; mentre luminanze e contrasti bassi danno luogo ad ambienti monotoni. 2. Illuminamento. Valori adottati dalle norme vanno da 20 lux (riconoscimento di un viso in condizioni normali) fino anche a 5000 lux; l illuminamento dell ambiente va correlato a quello del compito visivo e degli ambienti comunicanti e non deve presentare eccessive disuniformità (nel passaggio tra zone a diverso illuminamento si possono determinare abbagliamenti e difficoltà di adattamento visivo)
31 Prestazione visiva 3. Abbagliamento Si crea nell ambiente quando le luminanze non sono correttamente distribuite o i contrasti di luminanza sono eccessivi per la presenza nel campo visivo di sorgenti primarie di luce (abbagliamento diretto) o di superfici riflettenti (abbagliamento indiretto) - abbagliamento molesto (discomfort glare) - abbagliamento debilitante (disability glare) 4. Direzione della luce Se l illuminazione è troppo direzionale si generano ombre nette, se invece è diffusa l assenza di ombre nuoce alla visibilità e rende l ambiente monotono e sgradevole 5. Aspetti del colore Inteso come interazione tra luce artificiale, luce naturale e superfici 6. Luce naturale Dimensione ed orientamento dei varchi di luce naturale (porte e finestre)
32 5. Aspetti del colore Tonalità della luce Determinato il valore di illuminamento in funzione del locale da illuminare occorre determinare la tonalità più adatta per le specifiche caratteristiche dell ambiente. Le fonti luminose, sia naturali che artificiali, emettono luce di diversa tonalità a seconda della distribuzione spettrale della radiazione emessa dalla fonte. Nella luce diurna sono presenti in misura pressoché uniforme tutti i colori dello spettro luminoso, dal blu al rosso, dalla cui miscela deriva un colore bianco neutro. Le lampade a incandescenza sono invece caratterizzate da una emissione molto bassa verso il blu e progressivamente crescente verso il rosso, da cui deriva un colore giallastro, che viene percepito come caldo. Negli ambienti particolarmente accoglienti si preferisce ricorrere a sorgenti di luce con prevalente emissione verso il rosso mentre negli ambienti dove occorre luce brillante e impersonale si utilizzano lampade con spettro luminoso simile a quello della luce diurna. La tonalità della luce viene valutata attraverso la temperatura di colore. Le tonalità calde sono preferibili per bassi valori di illuminamento, mentre per quelli più elevati sono preferibili le tonalità fredde.
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34 Le grandezze della luce Queste sono le grandezze fondamentali da conoscere: a) flusso luminoso; b) intensità luminosa; c) illuminamento; d) luminanza.
35 Sorgenti artificiali Le lampade attualmente esistenti si dividono in tre gruppi principali, a seconda del principio utilizzato per produrre la luce: - incandescenza; - scarica in gas; - a induzione La corrente elettrica nel primo caso rende incandescente un filamento metallico; nel secondo eccita una miscela gassosa, nel terzo genera un campo elettrico. In tutti i casi viene provocata l emissione di radiazioni, di cui solamente una parte visibile.
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37 Sorgenti artificiali Caratteristiche di una sorgente artificiale: - Flusso luminoso - Efficienza luminosa - Resa cromatica - Tonalità della luce - Durata - Distribuzione spaziale dell intensità luminosa (solido fotometrico)
38 La scelta della sorgente Parametri che dipendono sia dalla lampada che dall apparecchio a) Flusso luminoso Curva fotometrica
39 La scelta della sorgente Parametri che dipendono sia dalla lampada che dall apparecchio b) Efficienza luminosa η rapporto tra energia luminosa emessa ed energia elettrica assorbita (lumen/watt) c) Tempo di accensione e riaccensione (s) d) Temperatura di colore (K) e resa cromatica Ra si determina confrontando la luce emessa dalla lampada in esame con la luce di una lampada con Ra =100. VALORI DI Ra GIUDIZIO 90 < Ra < 100 OTTIMO 80 < Ra < 89 MOLTO BUONO 70 < Ra < 79 BUONO 60 < Ra < 69 DISCRETO 40 < Ra < 59 SUFFICIENTE Ra < 40 SCARSO
40 La scelta della sorgente e) dimensioni fisiche e forma
41 La scelta della sorgente Parametri che dipendono sia dalla lampada che dall apparecchio Durata di vita numero di ore di funzionamento (h) Possibilità di essere collegati alla rete elettrica
42 Caratteristiche degli apparecchi illuminanti Gli apparecchi illuminanti possono essere divisi in primo luogo in base al loro tipo di montaggio: a soffitto, a sospensione, a parete, da terra, da tavolo, e incassati, montati su binario o speciali per illuminazione d'emergenza. TERRA Le lampade da terra sono la soluzione più semplice per illuminare qualsiasi locale. Si possono posizionare anche a qualche metro dalle prese d'energia elettrica. Hanno il vantaggio di essere spostate facilmente assicurando una grande flessibilità di illuminazione. Richiedono particolare attenzione per la loro ubicazione (prevenzione di urti e distanza da oggetti infiammabili).
43 Caratteristiche degli apparecchi illuminanti PARETE Gli apparecchi montati sulle pareti verticali hanno la caratteristica principale di permettere un'emissione di luce diffusa nell'ambiente. Le lampade da parete possono rappresentare uno strumento essenziale per illuminare piani verticali siano essi le pareti del locale che librerie o quadri. SOFFITTO Le lampade da soffitto sono apparecchi che vengono montati direttamente a soffitto, quindi con un'emissione di luce che al massimo può essere distribuita su 180 gradi. Richiedono opportune canalizzazioni d'alimentazione nascoste che quindi vanno realizzate con opere murarie. Salvo cantine o i ripostigli dove i condotti di alimentazioni possono essere realizzate a vista.
44 Caratteristiche degli apparecchi illuminanti SOSPENSIONI Apparecchi sospesi al soffitto con cavetti. Essendo liberi nell'aria possono garantire una distribuzione luminosa di tipo diffuso. INCASSI Nelle abitazioni trova sempre più spazio il controsoffitto, che può essere utile per diminuire l'altezza per nascondere le linee alimentazioni di diversi punti luce. Gli incassi possono essere anche da parete, in questo caso sono l'ideale per realizzare scenografici effetti di luce.
45 Caratteristiche degli apparecchi illuminanti Le emissioni Le tipologie che differenziano gli apparecchi illuminanti non sono solo quelle che identificano il tipo d'installazione: a terra, a muro, a soffitto e sospensione. Ogni apparecchio è caratterizzato dal modo con cui emette la luce Emissione diretta: verso il basso, Emissione indiretta: verso l'alto, Doppia emissione: verso l'alto e il basso Emissione diffondente Emissione extradiffondente Emissione semiconcentrante Emissione concentrata Emissione wall washer
46 Emissione indiretta: verso l'alto Emissione diretta: verso il basso
47 Doppia emissione: verso l'alto e il basso Emissione diffondente
48 Emissione concentrata
49 Caratteristiche degli apparecchi illuminanti Classe di protezione elettrica e indice di protezione Sicurezza termica Ottica degli apparecchi L apparecchio non deve essere fonte di pericolo né per gli utenti che per chi effettua la manutenzione. L ottica di un apparecchio è il sistema di superfici che orienta la distribuzione del flusso luminoso emesso dalla lampada verso gli oggetti da illuminare riducendo la possibilità di abbagliamento.
50 Caratteristiche degli apparecchi illuminanti Le caratteristiche costruttive degli apparecchi dipendono dai componenti usati per diffondere, proiettare e schermare la luce, ossia: riflettori; rifrattori; diffusori;
51 Apparecchi riflettori e proiettori Hanno la funzione di dirigere il flusso luminoso in un angolo solido ben determinato, in modo da produrre elevati valori di illuminamento su una superficie privilegiata. A tal scopo vengono impiegati per l involucro materiali altamente riflettenti, quali vetro argentato o allumino lucidato.
52 Apparecchi diffusori Sono schermature traslucide di vetro smerigliato,carta, tessuto, etc. che hanno la funzione di far perdere al flusso luminoso la direzionalità originaria
53 Apparecchi rifrattori Anche questi hanno la funzione di modificare la direzionalità originaria del flusso luminoso, sfruttando il principio della rifrazione:
54 Lampade ad incandescenza L invenzione di Thomas Edison risale al 1879 si basa sul principio che un metallo surriscaldato emette radiazioni nel campo del visibile Le parti in cui è composta:
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56 Lampade ad incandescenza Il tungsteno di cui è costituito il filamento di una lampada ad incandescenza, portato ad alta temperatura incomincia a sublimare, andandosi a depositare sulla superficie interna del bulbo in vetro. Questo fenomeno fisico è alla base dell invecchiamento e della riduzione del flusso luminoso, in quanto il bulbo annerito lascerà passare una minor quantità di flusso ed il filamento, assottigliato a causa della sublimazione, diventa più fragile e si spezza.
57 Lampade ad incandescenza Caratteristiche a) Temperatura di colore ottima (2800 K luce calda) b) Resa cromatica ottima (Ra=100) c) Efficienza bassa (η =12 lm/w per lampade da 100 W) d) Durata bassa (in media 1000 h) e) Direttamente collegabili alla rete elettrica f) Il flusso luminoso può essere graduato tramite variatori
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59 Lampade ad incandescenza alogene è stato inventato un ciclo di rigenerazione del filamento per aumentare la vita utile della lampada Le parti in cui è composta: Lampada PAR:
60 Lampade ad incandescenza alogene Lampada nuda o con riflettore incorporato. Nel primo caso possono essere utilizzate a vista oppure all interno di apparecchi di illuminazione dotati di riflettore per ottenere un fascio luminoso di determinata ampiezza. Nel secondo caso la lampada, essendo dotata di riflettore, dovrà essere scelta in funzione dell ampiezza del fascio luminoso e l apparecchio di illuminazione nel quale andrà collocata ha la sola funzione di proteggerla e collegarla alla rete di alimentazione. Il riflettore può essere in alluminio oppure in vetro con trattamento della superficie riflettente Lampada alogena con riflettore incorporato (Doc. OSRAM).
61 Lampade a scarica
62 Lampade a scarica Furono realizzate da Cooper, Hewitt, Moore agli inizi del XX secolo e commercializzate negli anni 1930 Le parti in cui è composta:
63 Lampade a scarica
64 Lampade a scarica compatte La ricerca della forma più valida da adottare per quanto riguarda la piegatura del tubo Diverse tipologie di compatte
65 Lampade a scarica a vapori di mercurio Il cuore della lampada è costituito da un tubo di scarica in quarzo di piccole dimensioni per resistere alle alte temperature e pressioni
66 Lampade a scarica a vapori di mercurio
67 Lampade a scarica a vapori di sodio Le prime applicazioni risalgono al 1932 quando furono installate da tecnici Philips per l illuminazione stradale
68 Lampade a scarica a vapori di sodio
69 Lampade a elettroluminescenza I LED sono dei diodi semiconduttori che vengono sollecitati da una carica elettrica. La scelta del semiconduttore influenza il colore della luce emessa. Caratteristiche: durata utile molto lunga, resistenza agli urti, basso consumo energetico, dimensioni contenute, luce dinamica. OLED: dispositivo a film sottile (<500 nm) di LED
70 Lampade a elettroluminescenza La tecnologia LEC sfrutta le proprietà di elettroluminescenza di film polimerici stampabili per costruire delle sorgenti luminose costituite da fogli di piccoli spessori, leggerissimi e flessibili.
71 Gli apparecchi luminosi Funzione tecnica: ospitare fili elettrici e protezione Funzione estetica: deviare e guidare flusso luminoso per ottenere effetto voluto da progettista Riflettori Parabolici
72 Gli apparecchi luminosi Riflettori Parabolici
73 Gli apparecchi luminosi Lenti
74 Gli apparecchi luminosi Fibre ottiche Il loro funzionamento si basa sulla riflessione delle pareti di un diramatore, costituito da un fascio di cavi a fibre ottiche (vetro o polimetacrilato) che, riflettendo la luce, la trasportano anche per distanze molto lunghe.
75 Il progetto di una sorgente a basso consumo realizzata da Matilde Alessandra Lampada che unisce massima efficienza del tubo fluorescente con il facile inserimento, essendo modulare. Nata come quadro luminoso ed industrializzata con proporzioni che si adattano ai materiali da costruzioni modulari, ISOLDE, diventa sospensione, modulo per pavimenti, muri e soffitti, ma anche divisorio stesso o scultura luminosa. Prodotto standard : Tubo T5 HE da 24 W Plexiglass Lampada ISOLDE usata come parete divisoria
76 Il progetto di una sorgente a basso consumo Lampada ISOLDE usata come scultura luminosa
77 Il progetto di una sorgente a basso consumo Lampada ISOLDE versione a pavimento colore bianco
78 Il progetto di una sorgente a basso consumo Lampada ISOLDE versione a parete colore rosso
79 Progetto di una sorgente a basso consumo La struttura è realizzata in plexiglass (PMMA-Polimetacrilato) - Materiale termoplastico, rigido e incolore, di limpidezza superiore al vetro (maggiore trasparenza) - Infrangibile e trasmette fino al 98% della radiazione del visibile come luce - Inerte chimicamente e stabile alla luce e alle intemperie
80 Il progetto di una sorgente a basso consumo Dal punto di vista prestazionale, la tecnologia della fluorescenza è stata migliorata sviluppando 2 tipologie di prodotti ben distinte: - HE / High Efficiency, ossia massima efficienza luminosa; - HO / High Output, ossia massimo flusso luminoso. Il sistema HE / High Efficiency è stato sviluppato per offrire la massima efficienza luminosa, ossia fino a 104 lm/w. Il sistema HO / High Output è in grado di sviluppare un elevato flusso luminoso, ossia fino a lumen con la potenza maggiore in gamma, e fino al 50% in più di flusso luminoso rispetto alle lampade T8 di lunghezza comparabile. Ad esempio, una fluorescente T5 HO da 49 W e 118 mm di lunghezza sviluppa lo stesso flusso luminoso di una T8 da 58 W e 150 mm di lunghezza. Sistema HE Sistema HO 14 W 1350 lm 24 W 2000 lm 21 W 2100 lm 39 W 3500 lm 28 W 2900 lm 49 W 3900 lm 35 W 3650 lm 54 W 5000 lm 80 W 7000 lm Le gamme sono rispettivamente
Capitolo 2 Caratteristiche delle sorgenti luminose In questo capitolo sono descritte alcune grandezze utili per caratterizzare le sorgenti luminose.
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