Il libro dell esploratore

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1 Bimbi Crescono Un bambino cresce proprio perché vivo; una fonte continua di passaggi e di distacchi da elaborare: lo svezzamento, la deambulazione autonoma, l andata al nido o alla scuola dell infanzia e così via. E il distacco, per ogni genitore, non solo dalla fase precedente del bambino, ma anche dalle emozioni conseguenti vissute, dal proprio equilibrio mentale raggiunto, deve essere riaggiustato e riadattato ogni volta. (Alba Marcoli, Il bambino perduto e ritrovato. Favole per far la pace col bambino che siamo stati) Cosa accade alla mamma e al bambino quando si devono separare ed avvicinare ad una struttura scolastica? Analizzare i sentimenti di entrambi è imprescindibile per affrontare questa nuova sfida che coinvolge la famiglia nel suo insieme. Sarebbe limitante considerare solo le emozioni dei piccoli mentre è necessario affrontare i sentimenti che nascono nel genitore ed i vissuti che emergono. Come dimostrano molti studi di neuroscienze (Fonagy- Damasio- Ledoux-Schore- neuro mirror) i bambini leggono sul volto dei genitori le emozioni che li dominano, se percepiscono uno stato d animo ma il genitore cerca di mascherarlo parlando di un sentimento opposto il bambino sarà confuso e avrà difficoltà nella decifrazione dei messaggi tra ciò che percepisce e ciò che riceve, se invece il genitore ha il coraggio di verbalizzare il sentimento che prova e affronta l emozione sarà più facile superarla. È importante non dimenticare che la parola è uno strumento potentissimo, i bambini ascoltano e capiscono, tutto, se gli viene spiegato nel giusto modo, è dunque essenziale

2 non scordarsi che in questi momenti, come in ogni fase di cambiamento da affrontare, parlare e spiegare, tradurre i sentimenti in parola e regalare una visione positiva di ciò che accade aiuta genitori e figli. L inserimento a scuola è sempre una fase delicata sia per i bambini che per i genitori. Tanti i dubbi, le perplessità e le riflessioni sulla separazione dal proprio cucciolo, tanta la preoccupazione di non attuare la scelta migliore, forte il bisogno di rassicurazione da parte di chi gestisce o ha avuto l esperienza in precedenza. Non bisogna scordare però che il genitore conosce il proprio bambino e sa cosa può tranquillizzarlo e cosa è necessario per renderlo sicuro. Ben vengano i rituali (portare un adesivo, un nastro, qualcosa che appartiene ai genitori e gli faccia capire che può portare una parte del genitore dentro la scuola) oppure permettere di tenere il proprio strumento preferito (l oggetto transazionale Winnicottiano) Ben vengano le rassicurazioni sulla scansione della giornata e sul momento in cui genitore e figli si riabbracceranno. Alcuni genitori consegnano alla scuola un piccolo quaderno con dentro delle foto selezionate della famiglia e quando i bimbi si sentono troppo tristi possono prenderlo e mostrarlo alle maestre sentendosi così più rassicurati. Per affrontare serenamente questo delicato passaggio è essenziale ascoltare se stessi e la relazione con il proprio figlio. Di seguito trascrivo una favola per riflettere (È un po lunga ma se avete 5 minuti non tagliatela a metà altrimenti l angoscia inziale non trova sbocco) Il libro dell esploratore C era una volta, tanti e tanti anni fa, un regno piccolissimo di quelli dove non succedeva proprio niente di particolare e dove le cose scorrevano tranquille come sempre, giorno dopo giorno, nelle case e nelle strade. Le persone si alzavano la mattina, si alzavano e si vestivano, andavano a lavorare e tornavano a sera alle loro case per riposarsi, stare in compagnia e raccontarsi le storie prima di andare a dormire. In ogni casa succedevano prima o poi le stesse cose, quelle allegre per cui si rideva e si facevano feste e balli e quelle tristi per cui si piangeva e ci si disperava. Fra le cose per le quali si facevano festa la più allegra di tutte era quando nasceva un bambino. Per tre giorni persino la porta di casa veniva rivestita a festa con tanti fiocchi e tutti gli abitanti del paese arrivavano con i loro doni. Quando il nuovo bambino arrivava nel palazzo del re ed era un principino, allora la fesa andava avanti per una settimana e la gente veniva a portare i suoi doni persino dai paesi vicini. Fu così che quando in quel piccolissimo regno nacque una nuova principessina per

3 ben sette giorni la gente fece festa con giochi, tornei e con cantastorie che la sera si raccoglievano in mezzo alla piazza a raccontare del tempo passato. Il giorno in cui la principessa fu battezzata ecco che tutti sfilarono con i loro doni. Il primo di tutti fu quello più i portante: l amore del re e della regina che si prendevano cura di lei e di tutti i suoi bisogni di cucciolo appena nato. I secondo fu il suo nome, quello che le avrebbe fatto compagnia per tutta la vita, nelle giornate di sole e in quelle di pioggia, nel tepore dell estate e nel freddo dell inverno, nella luce del giorno e nel buio della notte e questo nome fu Andrea. Il terzo fu il LIBRO DELLA VITA cosi come era stato tramandato nella sua famiglia generazione dopo generazione, e c erano scritte tutte le cose che avevano vissuto i suoi genitori, i suoi nonni, i suoi bisnonni e i loro genitori prima di loro e c erano ancora tante e tante pagine per le cose che avrebbe vissuto la nuova principessina e poi i suoi figli e nipoti e pronipoti. Così la principessina cominciò a crescere come tutti i bambini del mondo e per il primo anno di vita stette ben attaccata alla sua mamma e al suo papà, perché aveva proprio bisogno di tutto, ma arrivata al suo primo compleanno cominciò ad esplorare la regia dove viveva e a staccarsi sempre più spesso dalla sua mamma, cosicché la Regina pensò che ormai lei non avesse più bisogno di stare attaccata e tornò ad occuparsi di tutte le faccende del regno che erano molte ed importanti. Ma dopo che furono passati tre o quattro mesi dal suo compleanno ecco che la principessina Andrea che prima sembrava un esploratore senza paura, cominciò di nuovo ad avere paura di tutte le cose nuove, proprio come le era successo verso i sette, otto mesi, cosicché davanti a tutte le novità comincio a tornare precipitosamente verso la sua mamma per attaccarsi a lei. Ma la Regina, pensando che fosse già abbastanza grande per imparare a superare questa nuova paura continuò a dedicarsi agli affari del regno che la occupavano tutto il tempo, anche perché aveva paura che tornare ad occuparsi di Andrea le piacesse troppo e le impedisse poi di dedicarsi ai suoi compiti di regina. E così la principessina Andrea dovette imparare da sola ma questa cosa non le piacque tanto, anzi le lasciava sempre molto rabbia e insoddisfazione dentro perché avrebbe preferito imparare a poco a poco secondo i suoi bisogni del momento, stano un po attaccata alla sua mamma e un po allontanandosene per esplorare, e crebbe così pensando che le fosse mancato qualcosa. E quest idea che le mancasse qualcosa divenne dentro di lei un

4 dispiacere così radicato che l accompagnò poi tutta la vita, cosicché anche quando la principessina aveva delle giornate o delle cose che la rendevano felice per quanto belle potessero essere, non si sentiva mai completamente soddisfatta, come se le mancasse sempre qualcosa. Fu così che quando anche lei fu grande e arrivò il suo turno di diventare la Regina di un altro piccolissimo regno, il giorno stesso in cui le nacque una nuova principessina, cui fi dato il nome di Edera, decise che lei dalla sua bambina non si sarebbe staccata mai e non l avrebbe lasciata sola ad esplorare per evitare di farla crescere pensando che le mancasse qualcosa. E così quando anche la principessina Edera arrivò a voler tornare dalla sua mamma prima di voler partire per esplorare come fanno tutti i bambini che crescono, ecco che la Regina Andrea la tratteneva vicino a se con giochi, sorrisi e carezze e la principessina ne era rimasta così conquistata che dimenticava il desiderio di esplorare la reggia. A poco a poco perse il desiderio di esplorare e così non poté conoscere né la reggia né il suo piccolissimo regno, ma siccome le cose che non si conoscono fanno sempre un po paura ecco che la principessina Edera comincio a crescere piena di paure e ugualmente insoddisfatta perché da sola, senza la sua mamma non sapeva fare assolutamente niente. Cosicché anche a lei toccò di restare con il piccolo dispiacere del pensare che le fosse mancato qualcosa e la grande sensazione di insoddisfazione che resta dentro quando non si riesce a capire quando si sanno fare le cose oppure no, per il semplice motivo che non le si è mai fatte da soli. E quando furono passate le tante stagioni, quando per tante volte la terra si fu addormentata e l autunno e risvegliata in primavera, dopo che il sole e la luna sorsero e tramontarono per tantissime altre volte ecco che anche la principessina Edera diventò grande, incontro un principe che le piaceva molto e insieme andarono in un altro piccolissimo regno di cui diventarono il re e la regina. La nuova regina si portò nel nuovo regno tutte le sue cose, compreso il libro della vita che le era stato donato appena nata, con dentro la storia sua, dei suoi genitori, dei suoi nonni e di tutte le generazioni che stavano ancora prima, dietro di loro. Ogni giorno la regina Edera leggeva qualche pagina del libro e quando arrivò alla storia della sua nonna e della sua mamma, ecco che dalle pagine saltò fuori la loro insoddisfazione e lei sirese conto che per ognuna di loro c era stato qualcosa che le era dispiaciuto da piccola e che le era rimasto dentro sempre un po per tutta la vita. Infatti la nonna non

5 riusciva ad affezionarsi troppo alle cose per paura di doversene staccare, e la sua mamma ci si affezionava tanto e poi non riusciva più a staccarsene anche quando ormai era tempo di passare ad altre cose, per cui alla fine restava lei stessa prigioniera di una ragnatela che soffocava lei e chi le stava vicino. E allora la regina Edera decise che forse una cosa importante da aggiungere ai doni per un principino quando nasceva, oltra all amore e alle cure, al suo nome e al libro della vita, poteva essere il LIBRO DELL ASCOLTO, per capire che cosa gli servisse davvero in quel momento. E quando anche a lei nacque una principessina, a furia di ascoltarla attentamente imparo che i principini hanno un tempo per ogni cosa, il tempo dello stare attaccati alla mamma, il tempo di staccarsene per esplorare e poi di nuovo il tempo per tornare attaccati alla mamma prima di trovare il coraggio di esplorare un po più lontano e così via. E da allora nel libro della vita che nella sua famiglia si tramandava, come in ogni famiglia, da una generazione all altra, ecco che nell elenco dei doni da fare a un principino che nasce fu inserito anche il libro dell ascolto dei suoi bisogni del momento, che non sempre coincidono con i tempi che noi grandi abbiamo nella nostra mente. E i principini che da allora nacquero nelle loro case ebbero le solite gioie e i soliti dispiaceri di tutti i bambini di questa terra ma si sentirono un po meno insoddisfatti e più sicuri nell esplorare il mondo di quanto non fosse successo alla loro nonna e bisnonna prima di loro e questo è un dono che quando lo si riceve resta a far compagnia per tutta la vita e nessuno, proprio nessuno, neanche le difficoltà del vivere possono portarlo via. Non è facile cambiare, per nessuno, un bambino che cresce ha bisogno che il genitore lo sostenga, e come ha detto A. Freud (psicoanalista infantile) ogni passo avanti nella crescita implica nuove acquisizioni e nuovi problemi, da scoprire, affrontare e superare.