c-1) IMBOSCHIMENTI REALIZZATI CON PIANTE MICORRIZATE CON TARTUFI

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1 3.8.3 c-1 Disposizioni tecniche c-1) IMBOSCHIMENTI REALIZZATI CON PIANTE MICORRIZATE CON TARTUFI Descrizione dell intervento: Realizzazione di imboschimenti con specie forestali micorrizate con le seguenti specie di tartufi: - tartufo nero pregiato (Tuber melanosporum Vitt.) - tartufo scorzone (Tuber aestivum Vitt.) - tartufo uncinato (Tuber uncinatum Chatin) - tartufo bianchetto (Tuber albidum Pico) - tartufo brumale (Tuber brumale Vitt.) - tartufo moscato (Tuber brumale Vitt. var. moschatum De Ferry) Zona di applicazione: Terreni in cui esistono le condizioni eco-stazionali idonee alla realizzazione degli impianti in funzione delle esigenze ecologiche delle singole specie di tartufo. La superficie minima su cui realizzare l impianto è di 5000 mq; la superficie massima è di tre ettari. Elementi progettuali specifici Oltre alla documentazione generale prevista per tutti gli interventi, dovrà essere presentata una specifica relazione contenente una descrizione delle caratteristiche ecologiche dell area ed in particolare dei seguenti aspetti: - topografia (altitudine, esposizione, pendenza) - morfologia - vegetazione - clima e microclima - litologia del substrato - indicazioni su eventuali processi erosivi e/o deposizionali - suolo. In particolare per questo aspetto dovranno essere riportate indicazioni descrittive relativamente ai seguenti caratteri: 1) struttura 2) porosità 3) profondità utile alle radici 4) drenaggio 5) scheletro 6) effervescenza del suolo e dello scheletro (vedi allegato). (Per la valutazione dei suddetti caratteri può essere consigliata lo scavo di un pozzetto (punti 1, 2, 5 e 6) e l esecuzione di una trivellata (punti 3 e 4). Certificato delle analisi chimico - fisiche del suolo. Tali analisi dovranno essere affidate a laboratori specializzati ed effettuate secondo metodi ufficiali di analisi chimica del suolo. Per quanto riguarda la tessitura si raccomanda la suddivisione delle particelle secondo la classe USDA con l indicazione di almeno tre frazioni: sabbia, limo, argilla. A questo proposito si precisa che dovranno essere prelevati (nell orizzonte 0-40 cm) almeno due campioni di suolo per ettaro, di circa 1 Kg ciascuno, da effettuarsi in punti ritenuti rappresentativi dell area interessata all imboschimento. Su tali campioni dovranno essere effettuate analisi chimico - fisiche finalizzate alla determinazione analitica dei seguenti parametri: - tessitura - ph in acqua - calcare totale. 1

2 PRESCRIZIONI OBBLIGATORIE PER L IMBOSCHIMENTO CON SPECIE FORESTALI MICORRIZATE CON TARTUFI Terreno e caratteristiche stazionali: a) per il tartufo nero pregiato: terreni di natura calcarea, ph in acqua maggiore di 7,6 - terreni caratterizzati da un buon drenaggio e da una buona areazione, in stazioni che garantiscono un elevata insolazione del terreno, ad un altitudine massima di 1000 metri; da evitare morfologie concave o depresse; b) per i tartufi scorzone, uncinato, bianchetto, brumale e moscato: terreni di natura calcarea, o se non calcarei nella matrice, provvisti comunque di scheletro calcareo, ph in acqua uguale o maggiore a 7, ben drenati, ad un altitudine massima di metri; Specie forestali simbionti: Per la realizzazione degli impianti dovrà essere previsto l impiego di specie idonee alle caratteristiche ecologiche della stazione. Gli impianti dovranno essere realizzati con le specie forestali di seguito indicate: a) per il tartufo nero pregiato: roverella, leccio, nocciolo, carpino nero, cerro, tiglio, rovere; b) per i tartufi scorzone e uncinato: roverella, pino nero, leccio, nocciolo, cerro, tiglio, carpino nero, rovere; c) per il tartufo bianchetto: pino domestico, pino d Aleppo, leccio, roverella, nocciolo, cerro, tiglio, carpino nero, pino marittimo, farnia, rovere, pino nero; d) per i tartufi brumale e moscato: roverella, leccio, cerro, carpino nero, pino nero, tiglio, nocciolo, pino domestico, pino d Aleppo, farnia, rovere. Densità impianto: Le densità d impianto dovranno tenere conto delle specie forestali simbionti impiegate e comunque variare entro i limiti sotto indicati: - per il tartufo nero pregiato: densità minima 200 piante/ha, densità massima 400 piante/ha; - per il tartufo uncinato: densità minima 350 piante/ha, densità massima 600 piante/ha; - per i tartufi scorzone, bianchetto, brumale e moscato: densità minima 200 piante/ha, densità massima 500 piante/ha. Operazioni per la realizzazioni dell impianto: - lavorazione andante del terreno ad una profondità di circa 40 cm; - calcitazioni quando le analisi chimico-fisiche del suolo mostrano un ph prossimo al limite inferiore previsto per la specie; - in presenza di terreni con pendenze superiori al 25%, o di terreni superficiali con affioramenti rocciosi, o di terreni ricchi di scheletro di difficile lavorazione andante, apertura di buche di idonee dimensioni senza lavorazione del terreno; - squadro del terreno; - controllo piante micorrizate; 2

3 - messa a dimora piante nel periodo primaverile o autunnale; - protezione piante (singola o collettiva) in presenza di animali selvatici che possano danneggiarle. Negli impianti non sono ammessi interventi di concimazione. Operazioni colturali successive all impianto: Per favorire il corretto sviluppo delle piante, nei primi tre anni d impianto saranno necessari due o più interventi manuali di ripulitura dalle erbe infestanti intorno alle piantine e due o più interventi meccanici superficiali nell interfila. Nell effettuazione degli interventi manuali di ripulitura intorno alle piantine, non dovranno essere danneggiate le radici superficiali micorrizate. Per i primi tre anni dovranno inoltre essere previste delle irrigazioni di soccorso. Per il quarto e quinto anno, dovranno essere previsti uno o più interventi manuali di ripulitura dalle erbe infestanti intorno alle piantine e due o più interventi meccanici superficiali nell interfila. Negli impianti dove non sia possibile effettuare lavorazioni meccaniche del terreno, dovrà essere previsto lo sfalcio dell erba. Nell ambito degli interventi colturali potranno essere previste eventuali potature molto leggere per guidare la chioma delle piante, da realizzarsi gradualmente e in maniera molto moderata per non creare squilibri fra la parte aerea e quella radicale. Per quanto riguarda in particolare la realizzazione di impianti con tartufo nero pregiato si consiglia la realizzazione di potature finalizzate alla formazione di una chioma che consenta una buona insolazione del suolo e che assicuri la penetrazione delle piogge. Ciclo Colturale: Il ciclo colturale dell imboschimento dovrà essere superiore ai pari o superiore a venticinque anni. INTEGRAZIONE DELLA PROCEDURA AMMINISTRATIVA PER IL CONTROLLO DELLE PIANTINE MICORRIZATE DA PARTE DELL ARSIA. 1) Le piante micorrizate oggetto dell imboschimento prima di essere messe a dimora dovranno essere obbligatoriamente controllate dall ARSIA e risultare idonee per l impiego in tartuficoltura. A questo proposito l ARSIA provvederà a rilasciare apposito attestato di controllo; 2) L Ente locale competente della misura 8.1, provvederà ad inviare al beneficiario l apposito modulo ARSIA per la richiesta di controllo delle piante micorrizate al momento dell autorizzazione ad eseguire i lavori o al momento del rilascio del nulla-osta provvisorio; 3) Il beneficiario dovrà compilare in modo completo ed esaustivo il modulo di richiesta di controllo e inviarlo all ARSIA e per conoscenza all Ente competente; 4) L ARSIA, secondo quanto stabilito dalla L.R. 50/95, che disciplina in materia di tartufi, rilascerà l attestato di controllo entro 60 giorni dalla richiesta; 5) L ARSIA effettua il servizio di controllo a pagamento ai sensi dell art. 21, lett. b della L.R. n. 37/97. Si precisa che il costo del servizio è di 5,17 più IVA a pianta controllata. Il controllo viene effettuato a campione: per i lotti omogenei superiori a 100 unità il campione corrisponde all 1% delle piante e comunque ad almeno 10 piante, per i lotti omogenei inferiori a 100 unità il campione corrisponde ad almeno il 10% delle piante. Nella fase di collaudo dovranno essere obbligatoriamente presentati: 3

4 - attestato della ditta fornitrice dal quale risulti che le piante tartufigene da destinare all impianto sono micorrizate con le specie di tartufo indicate (comma 1.3. lett.b art.6 della L.R. 50/95). Nell attestato dovrà inoltre essere specificato che le piante vendute al beneficiario (con riferimento alla relativa fattura) sono quelle del lotto di acquisto controllato dall ARSIA per le quali è stato rilasciato il relativo attestato. - attestato di controllo delle piantine micorrizate rilasciato dall ARSIA (comma 1.3. lett.c art. 6 della L.R. 50/95). Per tutti gli aspetti che riguardano la disciplina della raccolta, trasformazione e commercializzazione del tartufo è necessario far riferimento alla Legge Regionale che disciplina in materia di tartufi: L.R. n.50/95 e successive modificazioni. ELEMENTI DI RIFERIMENTO PER LA DESCRIZIONE DEL SUOLO 1) STRUTTURA Struttura: organizzazione naturale delle particelle del suolo in unità discrete (peds) separate fra di loro da superfici persistenti di minor resistenza. a) Forma e dimensioni granulare poliedrica prismatica FORMA DIMENSIONI I peds sono Fine <2 mm prevalentemente Media 2-5 mm sferoidali Grande >5 mm I peds sono Fine <10 mm prevalentemente Media mm poliedri Grande >20 mm isodiametrali I peds sono Fine <20 mm prevalentemente Media mm prismi Grande >50 mm b) Grado di aggregazione classe Debolmente sviluppata moderatamente sviluppata descrizione gli aggregati sono poco formati, poco durevoli, e sono evidenti ma non distinti in un suolo indisturbato. Se smosso, il suolo si rompe in un certo numero di aggregati interi, molti aggregati spezzati e una grande quantità di materiale disaggregato. gli aggregati sono ben formati, poco durevoli e sono evidenti ma non distinti in un suolo indisturbato. Se smosso, il suolo si rompe in un insieme composto di molti aggregati interi e distinti, alcuni spezzati ed una parte di materiale non aggregato. 4

5 fortemente sviluppata gli aggregati sono durevoli, ben evidenti se il suolo è indisturbato, aderiscono debolmente l'uno con l'altro e possono venire separati con una separazione netta quando il suolo è smosso. Il materiale del suolo smosso è composto per la maggior parte da aggregati interi ed include un po di aggregati rotti ed una piccola parte, o niente, di materiale incoerente. 2) POROSITA Porosità: insieme degli spazi vuoti del suolo. Stimare la percentuale di superficie occupata da pori di tutte le dimensioni: a) suoli poco porosi <5%; b) suoli mediamente porosi 5-15%; c) suoli molto porosi >15%. 3) PROFONDITA Profondità utile alle radici. Stimare la profondità in cm alla quale possono espandersi gli apparati radicali senza incontrare limitazioni di ordine fisico (roccia, eccessiva presenza di scheletro, orizzonti fortemente compattati, etc.) o di altra natura (falda permanente, condizioni di asfissia, etc.): a) scarsa <50 cm; b) moderata cm; c) elevata >100 cm. 4) DRENAGGIO Drenaggio: velocità con cui l acqua può muoversi nel suolo, espressa come permeabilità o conducibilità idraulica Classe ben drenato Descrizione suoli con valore medio di acqua utile per le piante. Trattengono una quantità ottimale di acqua ma non sono abbastanza umidi in superficie da condizionare negativamente le colture. Sono suoli di solito privi di screziature. 5

6 Moderatamente ben drenato piuttosto mal drenato suoli dai quali l acqua è rimossa piuttosto lentamente in alcuni periodi dell anno e che sono bagnati per brevi periodi nello strato esplorato dalle radici. I suoli moderatamente ben drenati hanno comunemente uno strato a bassa conducibilità idraulica (< 3.6 mm/ora) uno stato di umidità relativamente alto nel profilo, un apporto di acqua per infiltrazione o alcune combinazioni fra queste condizioni. Possono avere screziature da scarse a comuni sia rosse che grigie sotto 75 cm. suoli abbastanza umidi in superficie per un periodo sufficientemente lungo da ostacolare gravemente le operazioni di impianto, di raccolta o di crescita delle piante a meno che non venga realizzato un drenaggio artificiale. I suoli piuttosto mal drenati hanno comunemente uno strato a bassa conducibilità idraulica, un elevato stato di umidità nel profilo, un apporto di acqua per infiltrazione o una combinazione fra queste condizioni. Generalmente hanno screziature di colore grigio o azzurro e/o rosse da comuni ad abbondanti oltre 50 cm. 5) SCHELETRO Scheletro: frazione costituita da frammenti litoidi superiori a 2 mm di diametro. Se ne descriva: - l abbondanza: a) scarso 1-5%; b) comune 5-35%; c) abbondante >35% - la dimensione: a) piccolo 2-76 mm; b) medio mm, c) grande mm. Si verifichi inoltre la sua effervescenza all acido cloridrico come indicato al punto successivo. 6) EFFERVESCENZA Applicare alcune gocce di una soluzione di acido cloridrico al 10% ad un campione di suolo e valutare il grado di effervescenza ottenuto, indicando inoltre se l effervescenza è diffusa in tutta la matrice del suolo o se è localizzata sui frammenti di scheletro, su concentrazioni o altro: effervescenza effetto sonoro Effetto visivo carbonati stimati nulla nessuno nessuno 0 molto debole scarsamente udibile nessuno 0.5% debole moderatamente udibile appena visibile 2% notevole facilmente udibile bolle fino a 3 mm 5% violenta facilmente udibile bolle fino a 7 mm >10% 6

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