Monte Maggiorasca Comunalie interessate : Casalporino Volpara. Lunghezza: metri Durata media:1,5 ore Livello di difficoltà: medio facile

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1 Monte Maggiorasca Comunalie interessate : Casalporino Volpara Lunghezza: metri Durata media:1,5 ore Livello di difficoltà: medio facile Il Monte Maggiorasca, con i suoi metri di altitudine, è la vetta più alta tra quelle situate nel crinale tosco ligure emiliano nel comprensorio della valtaro e della valceno. Massiccio ofiolitico, come quasi tutte le cime della zona, è caratterizzato dalla presenza di una statua dedicata alla Madonna di Guadalupe, inaugurata dagli abitanti di Santo Stefano d'aveto nel 27 agosto del 1947, in ricordo del rastrellamento effettuato dai nazisti tre anni prima. Ogni anno, in quella data, avviene una solenne processione alla vetta del monte, per ricordare il triste evento e per rinnovare la devozione alla Madonna di Guadalupe, che dal 1815 è patrona di tutta la valle. dell'aveto, in Liguria. Il principale interesse di questa cima è dato dall'ambiente rupestre e dai prati e pascoli che si attraversano durante l'escursione, in un'atmosfera tipicamente alpina. L'altitudine e la morfologia rocciosa di queste montagne hanno infatti conservato testimonianze relitte della vegetazione delle epoche glaciali, quali lembi di brughiera a mirtillo di palude e mirtillo rosso (Vaccinium uliginosum e Vaccinium vitis idaea) e di ginepreti a ginepro nano. Il sentiero punto per punto... 1 Partenza al Passo del Tomarlo 2 Sopra il Passo 3 Rocce ofiolitiche 4 Ritorno nel bosco 1

2 5 La scalinata 6 Ai piedi del roccione 7 Bivio per il Martincano 8 Finestra sul Praù grande 9 La torbiera 10 Il limite della vegetazione arborea 11 La vetta 2

3 1 Partenza al Passo del Tomarlo (Distanza dalla partenza 0 Distanza dall'arrivo metri) La partenza è al Passo del Tomarlo, lungo la provinciale Tomarlo Zovallo, situato a metri di altitudine. Lasciate le macchine negli spiazzi lungo la strada, si sale lungo il sentiero recentemente segnalato e sistemato con scalini in legno dal CAI di Genova. 3

4 2 Sopra il Passo (Distanza dalla partenza 150 metri Distanza dall'arrivo metri) Alla fine della ripida salita, dopo aver attraversato una piccola faggeta, ci si avvicina al confine tra Liguria ed Emilia; questo confine è segnalato dalla recinzione che caratterizzava la Comunalia di Casalporino e Volpara, all'interno della quale è stato realizzato, negli anni '60, un rimboschimento nei pascoli degradati con abeti e pini. Il sentiero che conduce al Maggiorasca passa a tratti in territorio ligure e a tratti in quello emiliano. 4

5 3 Rocce ofiolitiche (Distanza dalla partenza 290 metri Distanza dall'arrivo metri) Dopo pochi minuti si arriva alla splendida radura caratterizzata da numerose rocce ofiolitiche, attorno alle quali vegetano piccoli faggi scolpiti dal vento. Le ofioliti contraddistinguono aree rupestri, selvagge, le cui morfologie complesse e accidentate si elevano bruscamente rispetto i terreni limitrofi i quali, per la loro diversa natura, hanno subito una forte erosione nei secoli, creando comprensori grandiosi, suggestivi e panoramici. 5

6 4 Ritorno nel bosco (Distanza dalla partenza 350 metri Distanza dall'arrivo metri) Alla fine della radura con le rocce ofiolitiche si rientra nella faggeta (foto in alto). Lungo il sentiero, su rocce o su alberi, i segnali da non perdere sono i doppi cerchi gialli. Se ci voltiamo indietro vediamo lo splendido panorama offerto dalla vetta del Monte Tomarlo, anch'esso ofiolitico, che contrasta con il Monte Orocco, sullo sfondo, di natura calcarea e ricco di vegetazione (foto in basso). 6

7 5 La scalinata (Distanza dalla partenza 730 metri Distanza dall'arrivo metri) Lungo la faggeta incontriamo, in questo punto, una ripida salita che è stata resa agevole dalla posa di numerose palizzate in legname a mò di scalinata. Questo bosco di faggio è governato a ceduo; la rinnovazione, dopo il taglio, è affidata ai ricacci delle ceppaie. 7

8 6 Ai piedi del roccione (Distanza dalla partenza 990 metri Distanza dall'arrivo metri) Terminata la ripida salita il sentiero entra nella Comunalia e passa accanto ad un grosso masso ofiolitico, ricco di muschi, felci e crepacci. Noterete, ai piedi della roccia, alcuni piccoli abeti rossi derivati da piantagione effettuata negli anni '60. Quando i rimboschimenti venivano effettuati nelle radure, gli abeti riuscivano a crescere e svilupparsi, come al punto 2; se invece venivano impiantati sotto il ceduo, anche previo taglio dei faggi, le conifere non riusciuscivano a svilupparsi a causa del rapido riscoppio delle ceppaie rispetto al lento accrescimento degli abeti. 8

9 7 Bivio per il Martincano (Distanza dalla partenza metri Distanza dall'arrivo metri) Poco più avanti arriviamo al bivio per il Monte Croce di Martincano, segnalato verso sinistra su un faggio con la scritta MC. La cima del Martincano, a metri di altitudine, si raggiunge attraversando boschi formati da faggi prostrati dai venti e cresciuti sulle rocce. Dalla cima il panorama ci offre la visione del vicino Monte Tomarlo e della catena del Monte Penna. Il Monte Croce di Martincano è invece la prima delle cime della catena del Maggiorasca, della quale fanno parte anche i monti Bue e Nero. Nelle due foto le piante sulle quali sono indicate le vie per il Martincano (foto in alto) e per il Maggiorasca (in basso) 9

10 8 Finestra sul Praù grande (Distanza dalla partenza metri Distanza dall'arrivo 800 metri) Proseguendo lungo il sentiero si apre, verso destra, una spettacolra finestra sul Prato Grande e sul Monte Nero, con la sua caratteristica mugheta. Poco più avanti una freccia indica la direzione per la Rocca del Prete, una bastionata ofiolitica alta fino a 160 metri che si estende per 600 metri dominando Santo Stefano d'aveto. Si tratta di una parete molto nota agli arrampicatori, e molto pericolosa per i non esperti. Noi proseguiremo diritti, seguendo le croci gialle. 10

11 9 La torbiera (Distanza dalla partenza metri Distanza dall'arrivo 680 metri) Oltre alle faggete ed agli speroni ofiolitici il paesaggio della catena del Maggiorasca è caratterizzato anche dalla presenza di numerosi ambienti umidi d alta quota che vanno dal lago (Lago Nero nel versante piacentino del Monte Nero) allo stagno più o meno torboso. Qui incontriamo una torbiera ormai in fase avanzata di interramento, con presenza di alcune pozze acquose soprattutto dopo le piogge. 11

12 10 Il limite della vegetazione arborea (Distanza dalla partenza metri Distanza dall'arrivo 250 metri) Ed ecco che si arriva al limite della vegetazione arborea: siamo a circa metri di altitudine. L'ingresso nelle praterie di vetta ci porta in un ambiente difficile dove, per la povertà del terreno e la continua presenza di forte vento, i faggi lasciano il posto alla più rustica vegetazione erbacea a prevalenza di graminacee. 12

13 11 La vetta (Distanza dalla partenza metri Distanza dall'arrivo ) Il sentiero prosegue dolcemente, salendo sulle rocce, fino ad arrivare al punto in cui si vedono sia la statua della Madonna di Guadalupe, con l'altare in legno appena sotto, sia i ripetitori della vetta secondaria del monte. Fate attenzione agli strapiombi a sinistra del sentierino: scivolare è difficile perchè il tracciato è ben percorribile, ma meglio essere prudenti. E' il momento più bello, arrivare alla meta e godere di uno spettacolo mozzafiato. Da questa montagna, la più alta dell'appennino ligure, si può ammirare una splendida panoramica sull'ampia cerchia di monti che cinge l'alta val d'aveto e l'alta val di Taro e, nelle giornate più terse, lo sguardo può raggiungere le cime più elevate dell'appennino settentrionale spingendosi, quando le vette sono ammantate di neve, fino ai rilievi più significativi dell intero arco alpino. 13