Approfondimenti sul D.M. 16 febbraio La valutazione della resistenza al fuoco e i modelli certificativi

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1 DIREZIONE CENTRALE PER LA PREVENZIONE E LA SICUREZZA TECNICA Approfondimenti sul D.M. 16 febbraio 2007 La valutazione della resistenza al fuoco e i modelli certificativi 1

2 SI APPLICA A TUTTE LE COSTRUZIONI??? 2 Circ. Min infrastrutture 2 febbraio 2009 n. 217 Circ. Min infrastrutture 2 febbraio 2009 n. 217

3 Art. 1. Campo di applicazione e definizioni 4. Ai fini del presente decreto le parti e gli elementi di opere da costruzione, composte da uno o più prodotti anche non aventi specifici requisiti di resistenza al fuoco, sono definite «elementi costruttivi». 1 Laterizio forato 2 Intonaco di cemento 3 Lastre di gesso rivestito 4 Spessori di gesso 5 Tasselli 6 Stucco di gesso Nessuno dei prodotti componenti ha alcun requisito di resistenza al fuoco. Il risultato finale è invece un elemento costruttivo resistente al fuoco. 3

4 Art. 2. Classificazione di resistenza al fuoco omississ 3. Le prestazioni di resistenza al fuoco dei prodotti e degli elementi costruttivi possono essere determinate in base ai risultati di: a) prove, b) calcoli, c) confronti con tabelle. Prodotti PROVE CALCOLI metodo sperimentale metodo analitico Allegato B Allegato C Elementi costruttivi PROVE CALCOLI TABELLE metodo sperimentale metodo analitico metodo tabellare Allegato B Allegato C Allegato D 4

5 Art. 3. Prodotti per i quali è prescritta la classificazione di resistenza al fuoco 1. I prodotti legalmente commercializzati in uno degli Stati della Unione europea e quelli provenienti dagli Stati contraenti l accordo SEE e Turchia, possono essere impiegati in Italia in elementi costruttivi e opere in cui è prescritta la loro classe di resistenza al fuoco, secondo l uso conforme all impiego previsto, se muniti della marcatura CE prevista dalle specificazioni tecniche di prodotto. PRODOTTI In possesso di requisiti di resistenza al fuoco la cui classe è riscontrabile nell etichettatura In possesso della documentazione prevista tradotta in lingua italiana Certificazione di uso conforme all impiego previsto (art. 4 comma 4 DM 16/2/07) Controsoffitti Vetro per l edilizia Prodotti prefabbricati di cls Facciate continue Pannelli sandwich Per ulteriori informazioni lettera-circolare n del 4 luglio

6 PRODOTTI NON MARCATI CE E NON OMOLOGATI Sono trattati all art.4 al pari di un elemento costruttivo PRODOTTI NON MARCATI CE E OMOLOGATI (porte tagliafuoco, sipari di sicurezza) Sono trattati nei rispettivi decreti ministeriali (DM 21/6/2004 e 20/4/2001) Art. 4. Elementi costruttivi per i quali è prescritta la classificazione di resistenza al fuoco 1. Gli elementi costruttivi, per i quali è prescritta la classificazione di resistenza al fuoco, possono essere installati ovvero costruiti in opere destinate ad attività soggette ai regolamenti di prevenzione incendi, in presenza di certificazione redatta da professionista in conformità al decreto del Ministro dell interno 4 maggio 1998, che ne attesti la classe di resistenza al fuoco secondo le modalità indicate all art. 2 commi 4, 5, 6 del presente decreto. 6

7 Art. 5. Norme transitorie Il D.M. 16 febbraio I rapporti di prova di resistenza al fuoco rilasciati ai sensi della circolare MI.SA. (Ministero dell interno Servizi Antincendi) 14 settembre 1961, n. 91, dal laboratorio di Scienza delle costruzioni del Centro Studi ed Esperienze del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco ovvero da laboratorio autorizzato ai sensi del decreto del Ministro dell interno 26 marzo 1985, decadono, ai fini della commercializzazione dei prodotti ed elementi costruttivi oggetto delle prove, secondo i seguenti termini: Periodo di emissione Periodo di validità 31/12/ /12/ /09/ /09/ /09/ /09/ anno 3 anni 5 anni 7

8 omississ Art. 5. Norme transitorie Il D.M. 16 febbraio Per i prodotti e gli elementi costruttivi di opere esistenti, le cui caratteristiche di resistenza al fuoco siano state accertate dagli organi di controllo alla data di entrata in vigore del presente decreto, non è necessario procedere ad una nuova determinazione delle prestazioni di resistenza al fuoco anche nei casi di modifiche dell opera che non riguardino i prodotti e gli elementi costruttivi stessi. 3. Nelle costruzioni il cui progetto è stato approvato dal competente Comando provinciale dei Vigili del fuoco, ai sensi dell art. 2 del decreto del Presidente della Repubblica 12 gennaio 1998, n. 37, in data antecedente all entrata in vigore del presente decreto, è consentito l impiego di prodotti ed elementi costruttivi aventi caratteristiche di resistenza al fuoco determinate sulla base della previgente normativa, ferme restando le limitazioni di cui al precedente comma 1. 25/09/2007 PRESENTATO E APPROVATO NO PRESENTATO APPROVATO SI PRESENTATO E APPROVATO SI 8

9 Allegato A Simboli e classi R Capacità portante P o PH Continuità di corrente o capacità di segnalazione E Tenuta G Resistenza all incendio della fuliggine I Isolamento K Capacità di protezione al fuoco W Irraggiamento D Durata della stabilità a temperatura costante M Azione meccanica DH Durata della stabilità lungo la curva standard tempo-temperatura C Dispositivo automatico di chiusura F Funzionalità degli evacuatori motorizzati di fumo e calore S Tenuta al fumo B Funzionalità degli evacuatori naturali di fumo e calore Gli attacchi termici di riferimento per l esecuzione delle prove, i simboli, le norme di prova e i criteri di classificazione di resistenza al fuoco sono contenuti nelle norme : EN EN EN EN

10 Possibili nuove classificazioni per alcuni prodotti/elementi resistenti al fuoco Parete non portante EI 60 E90 M Elemento di separazione vetrato EW 60 Solaio REI 90 RE 120 Porta EI 2 45 E 60 C2 Curtain wall EI60 i oi 10

11 Allegato B Determinazione in base ai risultati di prova B.1 Le prove di resistenza al fuoco hanno l obiettivo di valutare il comportamento al fuoco dei prodotti e degli elementi costruttivi, sotto specifiche condizioni di esposizione e attraverso il rispetto di misurabili criteri prestazionali. B.2 Le condizioni di esposizione, i criteri prestazionali e le procedure di classificazione da utilizzare nell ambito delle prove di cui al punto B.1, sono indicate nelle parti 2, 3 e 4 della norma EN B.3 Le specifiche dei forni sperimentali, delle attrezzature di prova, degli strumenti di misura e di acquisizione, le procedure di campionamento, conservazione, condizionamento, invecchiamento, installazione e prova e le modalità di stesura del rapporto di prova sono indicate nelle norme EN o ENV richiamate dalle parti 2, 3 e 4 della EN Part 2: Part 3: Part 4: EN Fire classification of costruction products and building elements Classification using data from fire resistance tests, excluding ventilation services Classification using data from fire resistance tests on products and elements used in building service installations Classification using data from fire resistance tests o components of smoke control system 11

12 Ai fini del presente decreto è definito «laboratorio di prova» il laboratorio di resistenza al fuoco dell Area protezione passiva della DCPST e i laboratori italiani autorizzati ai sensi del decreto del Ministro dell interno 26 marzo 1985 ovvero i laboratori di resistenza al fuoco di uno degli altri Stati della Unione europea o di uno degli Stati contraenti l accordo SEE e la Turchia, cui viene riconosciuta da questo Ministero l indipendenza e la competenza dei laboratori di prova prevista dalla norma EN ISO/CEI o da equivalenti garanzie riconosciute in uno degli Stati stessi Dal 2002 Direzione Centrale Prevenzione e Sicurezza Tecnica Dal 2003 Istituto per la Valorizzazione del Legno e delle Specie Arboree

13 Lett. Circ del 24/10/2008 Validità dei rapporti di classificazione ai fini della resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi, emessi da laboratori di altri Stati Le prove e le classificazioni (o valutazioni) devono essere effettuate secondo le norme EN indicate nell allegato A al D.M. 16 febbraio 2007 Per rapporto deve intendersi il documento, redatto dal laboratorio di prova in conformità ai modelli previsti dalla EN E consentito utilizzare rapporti emessi anche prima della pubblicazione del decreto citato I rapporti di classificazione (o valutazione) devono essere in lingua italiana oppure tradotti Ai laboratori che emettono i rapporti deve essere riconosciuta l indipendenza e la competenza prevista dalla norma EN ISO/CEI o da equivalenti garanzie riconosciute negli Stati stessi Il Produttore che intende avvalersi di rapporti emessi all estero deve accompagnare gli stessi con i seguenti atti: Perizia giurata sulla fedeltà della traduzione o dichiarazione sostitutiva dell atto di notorietà resa ai sensi dell art. 47 del D.P.R. 28/12/2000 n. 45 (nel caso di rapporti tradotti successivamente da organo diverso da chi ha emesso il rapporto) Atto amministrativo rilasciato da un organismo terzo pubblico o privato che garantisca sull idoneità del Laboratorio all esecuzione delle prove e delle successive classificazioni di cui si chiede l accettazione. - copia conforme all originale del documento rilasciato da un organismo di accreditamento dei laboratori appartenente all EA (European co-operation for Accreditation) per operare in conformità alla specifica norma; - dichiarazione, da parte del Laboratorio, di essere stati notificati alla Commissione dell Unione europea, con indicazione del codice di notifica, ad operare in qualità di organismo di prova con riferimento alla specifica norma; - copia conforme all originale di qualsiasi atto amministrativo con il quale lo Stato membro, presso il quale risiede il Laboratorio di prova, riconosce l idoneità del Laboratorio ad operare con riferimento alla specifica norma. 13

14 Allegato B Determinazione in base ai risultati di prova PRODOTTI/ELEMENTI RESISTENTI AL FUOCO (1) PRODOTTI CHE CONTRIBUISCONO ALLA RESISTENZA AL FUOCO (2) Prodotti/elementi con requisiti intrinseci di resistenza al fuoco (R, E, I, ) La prova si conclude con un RAPPORTO DI CLASSIFICAZIONE (rilasciato dal Laboratorio) La Classificazione può essere applicata senza ulteriori valutazioni a prodotti /elementi realizzati all interno del campo di applicazione diretta del risultato di prova La Classificazione deve essere corredata di ulteriori valutazioni per prodotti/elementi realizzati al di fuori del campo di applicazione diretta del risultato di prova Prodotti senza requisiti intrinseci di resistenza al fuoco ma che contribuiscono alla resistenza al fuoco di altri elementi costruttivi La prova si conclude con un RAPPORTO DELLA VALUTAZIONE (rilasciato dal Laboratorio) I contenuti della Valutazione entrano nei calcoli per la determinazione della resistenza al fuoco degli elementi costruttivi protetti dai prodotti sottoposti a prova 14

15 Prodotti resistenti al fuoco propriamente detti Il «campo di applicazione diretta del risultato di prova» è l ambito, previsto dallo specifico metodo di prova e riportato nel rapporto di classificazione, delle limitazioni d uso e delle possibili modifiche apportabili al campione che ha superato la prova, tali da non richiedere ulteriori valutazioni, calcoli o approvazioni per l attribuzione del risultato conseguito. 15

16 Venezia 31 ottobre

17 Allegato B Fascicolo tecnico B.8 In caso di variazioni del prodotto o dell elemento costruttivo classificato, non previste dal campo di diretta applicazione del risultato di prova, il produttore è tenuto a predisporre un fascicolo tecnico contenente almeno la seguente documentazione: B.8.1 elaborati grafici di dettaglio del prodotto modificato; B.8.2 relazione tecnica, tesa a dimostrare il mantenimento della classe di resistenza al fuoco, basata su prove, calcoli e altre valutazioni sperimentali e/o tecniche, anche in conseguenza di migliorie apportate sui componenti e sul prodotto, tutto nel rispetto delle indicazioni e dei limiti contenuti nelle apposite norme EN o pren sulle applicazioni estese dei risultati di prova laddove esistenti (EXAP); B.8.3 eventuali altre approvazioni maturate presso uno degli Stati dell UE ovvero uno degli altri Stati contraenti l accordo SEE e la Turchia. B.8.4 parere tecnico positivo sulla completezza e correttezza delle ipotesi a supporto e delle valutazioni effettuate per l estensione del risultato di prova rilasciato dal laboratorio di prova che ha prodotto il rapporto di classificazione di cui al precedente punto B.4. Il produttore è tenuto a conservare suddetto fascicolo tecnico e a renderlo disponibile per il professionista che se ne avvale per la certificazione di cui all art. 4 comma 1 del presente decreto, citando gli estremi del fascicolo tecnico. Il fascicolo tecnico è altresì reso disponibile alla DCPST per eventuali controlli. 17

18 Allegato C Determinazione in base ai risultati di calcoli C.1 I metodi di calcolo della resistenza al fuoco hanno l obbiettivo di consentire la progettazione di elementi costruttivi portanti, separanti o non separanti, resistenti al fuoco anche prendendo in considerazione i collegamenti e le mutue interazioni con altri elementi, sotto specifiche condizioni di esposizione al fuoco e attraverso il rispetto di criteri prestazionali e l adozione di particolari costruttivi. C.2 Le condizioni di esposizione al fuoco sono definite in specifici regolamenti e basate sugli scenari di incendio in essi prescritti o su quelli attesi. Nei medesimi regolamenti sono definite le combinazioni di carico da considerare agenti insieme all azione del fuoco e i coefficienti di sicurezza sui materiali e sui modelli. DM 14/1/2008 DM 9/3/2007 EN (1) (1) L eurocodice EN definisce le azioni in caso di incendio. Sarà utilizzabile soltanto se corredato dei NDPs che lo rendono compatibile con i decreti vigenti. 18

19 C.3 I metodi di calcolo da utilizzare ai fini del presente decreto sono quelli contenuti negli eurocodici di seguito indicati se completi delle appendici contenenti i parametri definiti a livello nazionale (NDPs) EN «Azioni sulle strutture Parte 1-2: Azioni sulle strutture esposte al fuoco» EN «Progettazione delle strutture di calcestruzzo Parte 1-2: Progettazione strutturale contro l incendio» EN «Progettazione delle strutture di acciaio Parte 1-2: Progettazione strutturale contro l incendio» EN «Progettazione delle strutture miste acciaio calcestruzzo Parte 1-2: Progettazione strutturale contro l incendio» EN «Progettazione delle strutture di legno Parte 1-2: Regole generali Progettazione strutturale contro l incendio» EN «Progettazione delle strutture di muratura Parte 1-2: Progettazione strutturale contro l incendio» EN «Progettazione delle strutture di alluminio Parte 1-2: Progettazione strutturale 19 contro l incendio»

20 C.4 In attesa della pubblicazione delle appendici nazionali degli eurocodici, è possibile limitare l impiego dei metodi di calcolo alla sola verifica della resistenza al fuoco degli elementi costruttivi portanti, con riferimento agli eurocodici EN , EN , EN , EN con i valori dei parametri da definire a livello nazionale presenti nelle norme stesse come valori di riferimento ovvero con riferimento alle norme UNI 9502 «Procedimento analitico per valutare la resistenza al fuoco degli elementi costruttivi di conglomerato cementizio armato, normale e precompresso» UNI 9503 «Procedimento analitico per valutare la resistenza al fuoco degli elementi costruttivi di acciaio» UNI 9504 «Procedimento analitico per valutare la resistenza al fuoco degli elementi costruttivi di legno» 9502: : :

21 Adozione di rivestimenti protettivi C.5 I metodi di calcolo di cui in C.3 e C.4 possono necessitare della determinazione, al variare delle temperature, dei parametri termo-fisici dei sistemi protettivi eventualmente presenti sugli elementi costruttivi portanti. In questi casi i valori che assumono detti parametri vanno determinati esclusivamente attraverso le prove indicate all articolo 2 comma 4 del presente decreto ed elencate nella tabella A.3 dell allegato A. omississ Elaborazioni numeriche dei valori di detti parametri, che esulano dall ambito delle prove indicate all articolo 2 comma 4 del presente decreto o dalle norme citate in C.4 sotto le condizioni suddette, non sono valide ai fini della verifica della resistenza al fuoco degli elementi costruttivi portanti. PRODOTTI CHE CONTRIBUISCONO ALLA RESISTENZA AL FUOCO (2) LASTRE INTONACI VERNICI 21

22 C.5 omississ I valori dei parametri presenti nelle norme citate in C.4 possono essere ancora utilizzati purché il produttore, sulla base di idonee esperienze sperimentali, dichiari sotto la propria responsabilità, che il sistema protettivo garantisca le prestazioni definite in suddette norme, nonché aderenza e coesione per tutto il tempo necessario e ne fornisca le indicazioni circa i cicli di posa o di installazione. Tale possibilità decade con l obbligo della marcatura CE dei sistemi protettivi, prevista in conformità alla pertinenti specificazioni tecniche ovvero dopo 3 anni dall entrata in vigore del presente decreto. MATERIALE Massa Volumica ρ p [kg/m 3 ] Conducibilità termica λ p [W/m C] Contenuto di umidità p p [%] Calore Specifico c p [J/kg C] Fibre minerali a spruzzo ,12 1, Intonaco a base di perlite o vermiculite ,15 2, Lastre di perlite o vermiculite ,18 15, Lastre di silicati ,18 4, Lastre di gesso 800 0,24 20, Lastre di lana minerale ,30 2, Calcestruzzo cellulare ,30-0,65 2, Calcestruzzo leggero ,80 2, Laterizi ,00 2, Calcestruzzo siliceo ,70 1, Fonte: UNI 9503:

23 Spessori equivalenti Fonte: UNI 9502:2001 Spessori di calcestruzzo equivalente Materiali Rapporto di equivalenza Conglomerato cementizio normale (2400 kg/m³) 1,0 Conglomerato cementizio cellulare ( 500 kg/m³) 2,0 Conglomerato cementizio con aggregati di argilla espansa 1,5 Gesso 1,8 Laterizio 1,0 Intonaco di cemento 1,1 Intonaco o lastre di fibre minerali, di vetro o di roccia 2,5 Intonaco di cemento e vermiculite (rapporto 4:1) 2,5 Intonaco di gesso e vermiculite (rapporto 4:1) 2,7 Intonaco di cemento e perlite (rapporto 4:1) 2,5 Intonaco di gesso e perlite (rapporto 4:1) 2,7 CLS GESSO CLS 23

24 Allegato D Determinazione in base a confronti con tabelle D.1 Le tabelle seguenti propongono delle condizioni sufficienti per la classificazione di elementi costruttivi resistenti al fuoco. Dette condizioni non costituiscono un obbligo qualora si proceda alla determinazione delle prestazioni di resistenza al fuoco secondo gli altri metodi di cui all articolo 2 commi 4 e 5 del presente decreto. I valori contenuti nelle tabelle sono il risultato di campagne sperimentali e di elaborazioni numeriche e si riferiscono alle tipologie costruttive e ai materiali di maggior impiego. Detti valori pur essendo cautelativi, non consentono estrapolazioni o interpolazioni tra gli stessi ovvero modifiche delle condizioni di utilizzo. D.2 L uso delle tabelle è strettamente limitato alla classificazione di elementi costruttivi per i quali è richiesta la resistenza al fuoco nei confronti della curva temperatura-tempo standard e delle altre azioni meccaniche previste in caso di incendio. D.3 Altre tabelle di natura sperimentale o analitica diverse da quelle sotto esposte non ricadono tra quelle previste all articolo 2 comma 6 del presente decreto. 24

25 Blocchi di cls normale D.4.2 La tabella seguente riporta i valori minimi (mm) dello spessore s di murature di blocchi di calcestruzzo normale (escluso l intonaco) sufficienti a garantire i requisiti EI per le classi indicate esposte su un lato che rispettano le seguenti limitazioni: - altezza della parete fra i due solai o distanza fra due elementi di irrigidimento con equivalente funzione di vincolo dei solai non superiore a 4 m - facciavista o con 10 mm di intonaco su ambedue le facce ovvero 20 mm sulla sola faccia esposta al fuoco. Classe Blocco con fori monocamera Blocco con fori multicamera o pieno Blocco con fori mono o multicamera o pieno Intonaco normale Intonaco protettivo antincendio 30 s = (*) 100 (*) 80 (*) 60 s = (*) 120 (*) 100 (*) 90 s = (*) 120 s = s = s = (*) Solo blocchi pieni (percentuale foratura < 15%) 25

26 Solai e solette: requisito R D.5.1 La tabella seguente riporta i valori minimi (mm) dello spessore totale H di solette e solai, della distanza a dall asse delle armature alla superficie esposta sufficienti a garantire il requisito R per le classi indicate. Classe Solette piene con armatura monodirez. 80 / / / / / / 65 Solai misti di lamiera di acciaio con cls ( 1 ) 80 / / / / / / 65 Solai a travetti con alleggerimento ( 2 ) 160 / / / / / / 75 Solai a lastra con alleggerimento ( 3 ) 160 / / / / / / 75 I valori di a devono essere non inferiori ai minimi di regolamento per le opere di c.a. e c.a.p. In caso di armatura pretesa aumentare i valori di a di 15 mm. In presenza di intonaco i valori di H e a ne devono tenere conto nella seguente maniera: 10 mm di intonaco normale (definizione in D.4.1) equivale ad 10 mm di calcestruzzo; 10 mm di intonaco protettivo antincendio (definizione in D.4.1) equivale a 20 mm di calcestruzzo. Per ricoprimenti di calcestruzzo superiori a 50 mm prevedere una armatura diffusa aggiuntiva che assicuri la stabilità del ricoprimento. (1)In caso di lamiera grecata H rappresenta lo spessore medio della soletta. Il valore di a non comprende lo spessore della lamiera. La lamiera ha unicamente funzione di cassero. In caso contrario la lamiera va protetta secondo quanto indicato in D.7.1 (2)Deve essere sempre presente uno strato di intonaco normale di spessore non inferiore a 20 mm ovvero uno strato di intonaco isolante di spessore non inferiore a 10 mm. (3)In caso di alleggerimento in polistirene o materiali affini prevedere opportuni sfoghi delle sovrapressioni. 26

27 Solai e solette: requisiti E ed I D.5.2 Per garantire i requisiti di tenuta e isolamento i solai di cui alla tabella D.5.1 devono presentare uno strato pieno di materiale isolante, non combustibile e con conducibilità termica non superiore a quella del calcestruzzo, di cui almeno una parte in calcestruzzo armato. La tabella seguente riporta i valori minimi (mm) dello spessore h dello strato di materiale isolante e della parte d di c.a., sufficienti a garantire i requisiti EI per le classi indicate. Classe Tutte le tipologie h = 60 / d = / / / / / 60 In presenza di intonaco i valori di h e di d ne possono tenere conto nella maniera indicata nella tabella D.5.1. In ogni caso a non deve mai essere inferiore a 40 mm. In presenza di strati superiori di materiali di finitura incombustibile (massetto, malta di allettamento, pavimentazione, etc.) i valori di h ne possono tener conto Solaio latero-cemento REI

28 Pilastri di c.a. Il D.M. 16 febbraio 2007 D.6.2 La tabella seguente riporta i valori minimi (mm) del lato più piccolo b di pilastri a sezione rettangolare ovvero del diametro di pilastri a sezione circolare e della distanza a dall asse delle armature alla superficie esposta sufficienti a garantire il requisito R per le classi indicate di pilastri esposti su uno o più lati che rispettano le seguenti limitazioni: - lunghezza effettiva del pilastro (da nodo a nodo) 6 m (per pilastri di piani intermedi) ovvero 4,5 m (per pilastri dell ultimo piano); - area complessiva di armatura As 0,04 Ac area efficace della sezione trasversale del pilastro Classe Esposto su più lati Esposto su un lato 30 b = 200 / a = / / b = 250 / a = / / b = 350 / a = / / b = 350 / a = / / b = 450 / a = / / 70 I valori di a devono essere non inferiori ai minimi di regolamento per le opere di c.a. e c.a.p. In caso di armatura pre-tesa aumentare i valori di a di 15 mm. In presenza di intonaco i valori di a ne possono tenere conto nella maniera indicata nella tabella D.5.1. Per ricoprimenti di calcestruzzo superiori a 50 mm prevedere una armatura diffusa aggiuntiva che assicuri la stabilità del ricoprimento. 28

29 Travi di c.a. e c.a.p. semplicemente appoggiate D.6.1 La tabella seguente riporta i valori minimi (mm) della larghezza b della sezione, della distanza a dall asse delle armature alla superficie esposta e della larghezza d anima b w di travi con sezione a larghezza variabile sufficienti a garantire il requisito R per le classi indicate di travi semplicemente appoggiate. Per travi con sezione a larghezza variabile b è la larghezza in corrispondenza della linea media delle armature tese. Classe Combinazioni possibili di b e a b w 30 b = 80 / a = / / / b = 120 / a = / / / b = 150 / a = / / / b = 200 / a = / / / b = 240 / a = / / / b = 280 / a = / / / I valori di a devono essere non inferiori ai minimi di regolamento per le opere di c.a. e c.a.p. In caso di armatura pre-tesa aumentare i valori di a di 15 mm. In presenza di intonaco i valori di b e a ne possono tenere conto nella maniera indicata nella tabella D.5.1. Per ricoprimenti di calcestruzzo superiori a 50 mm prevedere una armatura diffusa aggiuntiva che assicuri la stabilità del ricoprimento. 29

30 Travi di acciaio protette semplicemente appoggiate D.7.1 La tabella seguente riporta i valori minimi (mm) dello spessore s di alcune tipologie di rivestimento protettivo sufficienti a garantire il requisito R per le classi indicate di travi semplicemente appoggiate, tiranti e colonne al variare del fattore di sezione S/V (m-1) con esclusione dei profili di classe IV e potendo trascurare improvvisi fenomeni di instabilità. Per le colonne valgono le seguenti limitazioni ulteriori: - lunghezza effettiva della colonna (da nodo a nodo) 4,5 m (per colonne di piani intermedi) ovvero 3,0 m (per colonne dell ultimo piano). Il contributo dei rivestimenti protettivi, presenti nelle tabelle, può essere considerato nell ambito del presente metodo, purché il produttore, sulla base di idonee esperienze sperimentali, dichiari sotto la propria responsabilità, che il sistema protettivo garantisce le prestazioni definite in dette tabelle, nonché aderenza e coesione per tutto il tempo necessario e ne fornisca le indicazioni circa i cicli di posa o di installazione. Tale possibilità decade con l obbligo della marcatura CE dei sistemi protettivi, prevista in conformità alla pertinenti specificazioni tecniche ovvero dopo 3 anni dall entrata in vigore del presente decreto. s t è lo spessore in mm del rivestimento di travi e tiranti s c è lo spessore in mm del rivestimento di colonne 30

31 Travi di acciaio protette semplicemente appoggiate 30 novembre 2007 INTONACO PROTETTIVO ANTINCENDIO Fattore di sezione (m -1 ) Classe < 50 < 100 < 150 < 200 < 250 < s t = 10 s c = 10 s t = 10 s c = 10 s t = 15 s c = 20 s t = 15 s c = 25 s t = 25 s c = 35 s t = 35 s c = Intonaco tipo gesso, vermiculite o argilla espansa e cemento o gesso, Fiera perlite di Roma e gesso e simili caratterizzato da una massa volumica compresa tra 600 e 1000 kg/m

32 Lett. Circ del 15/2/2008 Tabella aggiuntiva sulle murature REI Muratura portante in blocchi La seguente tabella riporta i valori minimi dello spessore s di murature portanti di blocchi (escluso l intonaco) sufficienti a garantire i requisiti REI per le classi indicate, esposte su un lato con le seguenti limitazioni che dovranno comunque essere rispettate: -rapporto h /s 20 -h 8 m dove h è l altezza della parete fra due solai (o elementi di irrigidimento con equivalente funzione di vincolo dei solai) Materiale Tipo blocco Laterizio (*) blocco pieno (foratura 15%) Laterizio (*) blocco forato (15% < foratura 55 %) Calcestruzzo blocco pieno o forato (foratura 55 %) Calcestruzzo leggero (**) blocco pieno o forato (foratura 55 %) Pietra squadrata blocco pieno (foratura 15 %) (*) presenza di 10 mm di intonaco su ambedue le facce ovvero di 20 mm sulla sola faccia esposta al fuoco (**) massa volumica netta non superiore a 1700 kg/m 3 32

33 RIFERIMENTI PER UNA CORRETTA VALUTAZIONE DELLA REI/EI DI ELEMENTI DI SEPARAZIONE Metodo tabellare: solo tabelle D.M. 16/2/2007 entro i limiti dimensionali previsti. Per le opere che hanno ottenuto una approvazione prima del 25 settembre 2007 sono utilizzabili anche le tabelle della circ. 91/61 (attenzione all uso di questi valori tabellari che sono stati definiti per costruzioni civili caratterizzate da geometrie regolari, altezze di piano non superiori a 3-4 m e campate dei solai non superiori a 6-7 m). Metodo sperimentale (Prove Circ 91): fino alla scadenza del rapporto di prova definito nel D.M. 16/2/2007. Nessuna estensione diretta del risultato di prova (possibilità di valutazione aggiuntiva ad opera di professionista formalmente non più consentita). N.B. La scadenza dei rapporti di prova è relativa alla possibilità di commercializzazione del prodotto. Pertanto per le opere che hanno ottenuto una approvazione prima del 25 settembre 2007 sono utilizzabili i risultati delle prove anche dopo la scadenza del rapporto di prova ammesso che si trovino ancora i prodotti e gli atti pertinenti. 33

34 RIFERIMENTI PER UNA CORRETTA VALUTAZIONE DELLA REI/EI DI ELEMENTI DI SEPARAZIONE Metodo sperimentale (Prove EN + fascicolo tecnico): estensione del risultato all interno del campo diretta applicazione (riportata dal Laboratorio che rilascia il rapporto di classificazione) + quanto previsto dal fascicolo tecnico (valutazioni aggiuntive ad opera del produttore) Metodo analitico (Eurocodici): determinazioni ad opera di professionista (iscritto nell elenco del Min. Int.) secondo EN per le solette e per le pareti di c.a., secondo EN per le solette di cls (armato o meno) su lamiera grecata o con travi collaboranti, secondo EN per solai e pareti di legno (limitate a poche tipologie). N.B. E al momento bloccata la possibilità di impiego di EN per le pareti di muratura portanti o non portanti. 34

35 Il D.M. 16 febbraio 2007 RIFERIMENTI PER UNA CORRETTA VALUTAZIONE DELLA R DI ELEMENTI STRUTTURALI Metodo tabellare: solo tabelle D.M. 16/2/2007 entro i limiti dimensionali previsti. Limitatamente alle strutture protette da rivestimenti protettivi, i valori tabellari sono utilizzabili con la dichiarazione del produttore che il sistema protettivo garantisce le prestazioni definite nelle tabelle, nonché aderenza e coesione per tutto il tempo necessario e ne fornisca le indicazioni circa i cicli di posa o di installazione. Per le opere che hanno ottenuto una approvazione prima del 25 settembre 2007 sono utilizzabili anche le tabelle della circ. 91/61 (attenzione all uso di questi valori tabellari che sono stati definiti per costruzioni civili caratterizzate da geometrie regolari, altezze di piano non superiori a 3-4 m e campate dei solai non superiori a 6-7 m e a prescindere dal valore assunto dal fattore di sezione). Metodo sperimentale (Prove Circ 91): fino alla scadenza del rapporto di prova definita nel D.M. 16/2/2007. Nessuna estensione diretta del risultato di prova (possibilità di valutazione aggiuntiva ad opera di professionista formalmente non più consentita). N.B. La scadenza dei rapporti di prova è la relativa alla possibilità di commercializzazione del prodotto. Vedi sopra. 35

36 RIFERIMENTI PER UNA CORRETTA VALUTAZIONE DELLA R DI ELEMENTI STRUTTURALI Metodo sperimentale relativo ai protettivi (Prove EN + fascicolo tecnico): estensione del risultato all interno del campo diretta applicazione (riportata dal Laboratorio che rilascia il rapporto di classificazione) + quanto previsto dal fascicolo tecnico (valutazioni aggiuntive ad opera del produttore). N.B. In questo ambito le prove secondo EN13381 (varie parti) consentono di disporre, direttamente nel rapporto di valutazione redatto dal Laboratorio, tutte le possibili applicazioni del sistema protettivo senza ulteriori valutazioni da parte del produttore. Metodo analitico (UNI ed Eurocodici): determinazioni ad opera di professionista (iscritto nell elenco del Min. Int.) della prestazioni della struttura. Nel caso di adozione di rivestimenti protettivi, in alternativa ai dati proveniente da prove è ancora possibile (fino al 25 settembre 2010) utilizzare i valori delle caratteristiche termofisiche dei protettivi presenti nelle norme UNI. 36

37 Lett.-Circ. P515 del 20/4/2008 Nuova modulistica di prevenzione incendi CERT.REI Certificazione di resistenza al fuoco di prodotti/elementi costruttivi in opera (con esclusione delle porte e degli elementi di chiusura) DICH.PROD Dichiarazione inerente i prodotti impiegati ai fini della reazione e della resistenza al fuoco ed i dispositivi di apertura delle porte; DICH.IMP Dichiarazione di corretta installazione e funzionamento dell impianto (non ricadente nel campo di applicazione del D.M. 22/1/2008, n. 37) CERT.IMP Certificazione di corretta installazione e funzionamento dell impianto)

38 MODELLO CERT.REI Il Certificato di resistenza al fuoco è un atto rilasciato da tecnico competente e qualificato 2. E un atto conclusivo che testimonia della prestazione del prodotto/elemento costruttivo in opera, della corretta realizzazione e dell uso conforme alle indicazioni del produttore/costruttore. 3. Il nuovo modello CERT.REI-2008 è conforme alle indicazioni contenute nel D.M. 16 febbraio 2007 anche per quanto attiene agli elementi le cui prestazioni sono determinate sulla base della previggente normativa (circ. 91/61) o sulla base dei rapporti di prova antecedenti alle norme EN 4. Il nuovo modello CERT.REI-2008 deve essere presentato all organo di controllo all atto della domanda di sopralluogo. 5. Gli atti su cui si basa la certificazione (relazione di calcolo, rapporto di prova e di classificazione, fascicolo tecnico, altre dichiarazioni del progettista o del produttore, ecc.) sono elencati nel modello e tenuti a disposizione presso il titolare dell attività per eventuali controlli. 38

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44 MODELLO DICH.PROD La Dichiarazione sui prodotti è un atto rilasciato dal Direttore dei lavori (o da sua persona delegata) purché sia un tecnico competente e qualificato. 2. E un atto con il quale si dichiara che tutti i prodotti ai fini della reazione e della resistenza al fuoco e i dispositivi di apertura delle porte impiegati nell opera rispondono alle prestazioni richieste. 3. Il nuovo modello DICH.PROD-2008 deve essere corredato con un elaborato grafico in cui siano individuati i prodotti impiegati di cui si rilascia la dichiarazione. 4. Il nuovo modello DICH.PROD deve essere presentato all organo di controllo all atto della domanda di sopralluogo. 5. Gli atti elencati nel DICH.PROD (dichiarazione di conformità, etichettatura CE ovvero dichiarazione o certificazione di conformità CE, certificato di prova, dichiarazione di corretta posa in opera, ecc.) sono elencati nel modello e tenuti a disposizione presso il titolare dell attività per eventuali controlli. 44

45 rapporto di classificazione 45

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