ASL - Benevento. Campagna antinfluenzale
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- Niccolina Valsecchi
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1 ASL - Benevento Bollettino Epidemiologico n. 95 Servizio Epidemiologico e Prevenzione - Tel Fax sep@aslbenevento1.it Campagna antinfluenzale Bollettino Epidemiologico n. 95 Indice degli argomenti Introduzione p. 1 L influenza nel mondo durante la stagione influenzale p. 2 Epidemiologia dell influenza in Italia p. 2 La prevenzione dell influenza. p. 3 Chi si deve vaccinare p. 4 I bambini non compresi nelle categorie a rischio. p. 4 Efficacia della vaccinazione p. 6 Controindicazioni e precauzioni p. 6 False controindicazioni p. 6 Somministrazione simultanea di più vaccini. p. 6 Introduzione L influenza costituisce un importante problema di Sanità Pubblica a causa della ubiquità, contagiosità, variabilità antigenica dei virus influenzali, dell esistenza di serbatoi animali e delle possibili gravi complicanze. L influenza è ancora oggi la terza causa di morte in Italia per patologia infettiva, preceduta solo da AIDS e tubercoli. E anche una causa importante di assenza dal lavoro e dalla scuola. In particolare, si stima che in Italia l influenza stagionale causi ogni anno circa decessi in eccesso, di cui 1000 per polmonite ed influenza, ed altri 7000 per altre cause. L 84% di questi (pari a decessi per tutte le cause e 900 decessi per polmonite ed influenza in media) riguarda persone di età pari o maggiore di 65 anni. In Italia, l andamento stagionale delle Sindromi simil influenzali (ILI) è rilevato attraverso la rete di medici sentinella Influnet
2 I dati forniti dal sistema di rivelazione, attivo dal 1999, hanno permesso di stimare che le Sindromi simil influenzali interessano ogni anno il 5-10% della popolazione italiana, a seconda delle caratteristiche del virus influenzale circolante. Alla base dell epidemiologia dell influenza vi è la marcata tendenza di tutti i virus influenzali a variare, cioè ad acquisire cambiamenti nelle proteine di superficie (Emagglutinina e Neuramminidasi) che permettono loro di aggirare la barriera costituita dall immunità presente nella popolazione con esperienza pregressa di infezione; ciò spiega perché l influenza possa ripetutamente colpire la popolazione e causare ricorrenti epidemie e perché sia indispensabile vaccinarsi annualmente. L elevata variabilità antigenica dell agente eziologico rende necessario un aggiornamento costante della composizione vaccinale. Questa esigenza è alla base del sistema sperimentale di sorveglianza sentinella realizzato in Italia che ha come obiettivo quello di fornire stime quantitative di incidenza della malattia e va di pari passo allo studio qualitativo delle varianti virali. Detta sorveglianza viene svolta attraverso la collaborazione delle Regioni, dell Istituto Superiore di Sanità (ISS), del Centro Interuniversitario di Ricerca sull influenza (CIRI), della Società Italiana di Medicina Generale (SIMG), dei Medici e Pediatri di famiglia e dei Centri Virologici Regionali di riferimento. L influenza nel mondo durante la stagione influenzale Tra settembre 2007 e gennaio 2008, secondo l OMS, l influenza ha circolato in tutti in continenti (Africa, America, Asia, Europa e Oceania). In generale, l attività influenzale è stata inferiore rispetto allo stesso periodo degli ultimi anni. Il sistema di sorveglianza Europeo dell influenza (European Influenza Surveillance Schema EISS), ha registrato una intensità bassa nella stagione ; solo nei paesi hanno segnalato livelli di incidenza dei virus influenzali al di sopra dell atteso. Le ricerche di consulenza medica per malattie di tipo influenzale (influenza like illness, ILI) sono state più basse rispetto alla stagione , nella maggior parte dei paesi partecipanti alla sorveglianza. Epidemiologia dell influenza in Italia La sorveglianza epidemiologica si basa sulle rilevazioni settimanali dei casi di sindrome simil influenzale, da parte di circa 900 Medici di Medicina Generale e pediatri di Libera Scelta a partire dall inizio della 42 settimana dell anno fino all ultima settimana del mese di aprile dell anno successivo. Ai medici che partecipano alla sorveglianza si richiede di identificare e annotare giornalmente, sul proprio registro cartaceo, ogni nuovo caso di sindrome influenzale. Ogni settimana il numero aggregato dei casi osservati ad ogni medico (divisi per gruppi d età) viene rilevato dal Servizio Epidemiologia territoriale e trasmesso al competente Centro di Riferimento. Durante la stagione , si è registrata, in Italia, una attività di media entità dell influenza con una incidenza totale pari a 83 casi per 1000 assistiti. Tale valore è intermedio rispetto all incidenza osservata nella stagione (41 casi per 100 assistiti), quando è stato osservato il minimo storico di attività influenzale e quella osservata nella stagione in cui l incidenza ha raggiunto il massimo livello (116 casi per 1000 assistiti) dall avvio della sorveglianza (stagione ). Come - 2 -
3 osservato in tutte le stagioni influenzali, la fascia di età più colpita è quella dei bambini fino a 14 anni (incidenza: 228 per 1000 assistiti tra 0 e 4 anni, e 170 per 1000 tra 5 e 14 anni); l incidenza decresce all aumentare dell età, e raggiunge il valore minimo negli anziani (da 69 per 1000 assistiti tra 15 e 64 anni, a 35 per 1000 tra gli individui di età pari o superiore a 65 anni). Alla sorveglianza epidemiologica si affianca la sorveglianza virologica mirata alla caratterizzazione qualitativa dei diversi ceppi di virus influenzali circolanti. Mediante la sorveglianza virologica viene identificata la settimana di inizio della circolazione virale e i tipi di virus identificati. Quest ultima serie di dati è essenziale per l aggiornamento della composizione del vaccino annuale della stagione successiva Incidenza dell influenza per le classi di età nella stagione 2007 Nel corso della stagione 2007/2008, nell ambito delle attività di sorveglianza virologica dell influenza, sono stati raccolti ed analizzati, in tutta Italia, 1870 campioni clinici, di cui circa il 30% è risultato positivo per influenza. Il periodo di massima raccolta dei campioni è stato registrato tra la 4 e la 5 settimana del 2008, sebbene la circolazione virale si sia mantenuta a livelli piuttosto elevati in un periodo più esteso, compreso tra la 3 e la 7 settimana. In particolare, la percentuale di positività registrata ha raggiunto il picco più elevato (42%) nella 7 settimana. La prevenzione dell influenza 1) Misure di igiene e protezione individuale La trasmissione interumana del virus dell influenza si può verificare per via aerea attraverso le gocce di saliva di chi tossisce o starnutisce, i droplet nuclei, ma anche per via indiretta attraverso il contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie. Per questo, una buona igiene delle mani e delle secrezioni respiratorie può giocare un ruolo importante nel limitare la diffusione dell influenza. Recentemente sono state valutate le evidenze sulle misure di protezione personali (non farmacologiche) utili per ridurre la trasmissione del virus dell influenza, sono state raccomandate le seguenti azioni: 1. lavaggio delle mani (in assenza di acqua, uso di gel alcolici) Fortemente raccomandato 2. Buona igiene respiratoria (coprire bocca e naso quando si starnutisce o tossisce, usare i fazzoletti e lavarsi le mani) Raccomandato 3. Isolamento volontario a casa delle persone con malattie respiratorie febbrili specie in fase iniziale Raccomandato 4. Uso di mascherine da parte delle persone con sintomatologie influenzali, quando si trovano in ambienti sanitari Raccomandato Tali misure si aggiungono a quelle basate sui presidi farmaceutici (vaccinazioni e uso di antivirali). Si raccomanda una particolare attenzione per l igiene respiratoria (contenimento degli starnuti, dei colpi di tosse, con la protezione della mano o di un fazzoletto, evitando contatti ravvicinati se ci si sente influenzati): un gesto semplice ed economico, come lavarsi spesso le mani, in particolare dopo essersi soffiati il naso e aver tossito o starnutito, - 3 -
4 costituisce un rimedio utile per ridurre la diffusione dei virus influenzali, così come di altri agenti infettivi. Sebbene tale gesto sia sottovalutato, esso rappresenta sicuramente l intervento preventivo di prima scelta, ed è pratica riconosciuta, dall Organizzazione Mondiale della Sanità, tra le più efficaci per il controllo della diffusione delle infezioni anche negli ospedali. 2) La vaccinazione Vaccinarsi rimane la maniera migliore per prevenire e combattere l influenza, sia perché si aumentano notevolmente le probabilità di non contrarre la malattia sia perché, in caso di sviluppo di sintomi influenzali, questi sono molto meno gravi e, generalmente, non seguiti da ulteriori complicanze. Chi si deve vaccinare 1. Soggetti di età pari o superiore a 65 anni; 2. Bambini di età superiore ai 6 mesi, ragazzi e adulti affetti da: a. malattie croniche a carico dell apparato respiratorio (incluso l asma, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica e la broncopatia cronico ostruttiva BPCO) b. malattie dell apparato cardio-circolatorio, comprese le cardiopatie congenite ed acquisite c. diabete mellito ed altre malattie metaboliche d. malattie renali con insufficienza renale e. malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie f. tumori g. malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV h. malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali i. patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici j. patologie associate ad un aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie (ad es. malattie neuromuscolari) 3. Bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale 4. Individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti I bambini non compresi nelle categorie a rischio: L inserimento nelle categorie da immunizzare prioritariamente contro l influenza di tutti i bambini da 6 mesi a 24 mesi (o fino a 5 anni) è un argomento attualmente al centro di discussione da parte della comunità scientifica internazionale. Questa scelta è già stata fatta dalla Sanità Americana e Canadese ma i dati di copertura vaccinale finora raggiunti non consentono di valutare l impatto di tale intervento. Pertanto i Servizi di Sanità Pubblica dei Paesi europei, compresi quelli italiani, non hanno finora ritenuto di promuovere programmi di offerta attiva gratuita del vaccino influenzale ai bambini che non presentino fattori individuali di rischio. Posologia e Modalità di somministrazione - 4 -
5 Età Da 6 mesi a 36 mesi Da 3 anni a 9 anni Vaccino Split o sub-unità/virosomiale Split o sub-unità/virosomiale Modalità di somministrazione - Formulazione pediatrica o mezza dose adulti (0,25 ml) ripetuta a distanza di almeno 4 settimane per bambini che vengono vaccinati per la prima volta - Formulazione pediatrica o mezza dose adulti (0,25 ml) se già vaccinati negli anni precedenti. - 1 dose (0,50 ml) ripetuta a distanza di almeno 4 settimane per bambini che vengono vaccinati per la prima volta - 1 dose (0,50 ml) se già vaccinati negli anni precedenti Oltre 9 anni Split o sub-unità/virosomiale - 1 dose (0,50 ml) Età pari o superiore a 64 anni Split o sub-unità/virosomiale con MF59 e con virosomi (virosomiale) - 1 dose (0,50 ml) Poiché la maggior parte della popolazione è stata, con tutta probabilità, infettata dai virus influenzali A/H3N2, A/H1N1 e B nel corso degli ultimi anni, una sola dose di vaccino antinfluenzale è sufficiente per i soggetti di tute le età, con esclusione dell età infantile. Per i bambini al di sotto dei 9 anni d età, mai vaccinati in precedenza, si raccomandano due dosi di vaccino antinfluenzale, da somministrare a distanza di almeno quattro settimane (come esplicitato in tabella). Il vaccino antinfluenzale va somministrato per via intramuscolare ed è raccomandata l inoculazione del muscolo deltoide per tutti i soggetti di età superiore a 9 anni; nei bambini e nei lattanti la sede raccomandata è la faccia antero-laterale della coscia. Nella nostra situazione climatica e per l andamento temporale mostrato dalle epidemie influenzali in Italia, il periodo per la somministrazione del vaccino è quello autunnale, a partire dalla metà di ottobre fino a fine dicembre. Un anticipo della somministrazione potrebbe, soprattutto nelle persone anziane che presentano risposte immunitarie meno valide, avere come conseguenza un declino del titolo anticorporale proprio in corrispondenza del picco epidemico stagionale. Non vi sono controindicazioni alla vaccinazione delle persone asintomatiche anche nel periodo epidemico; una vaccinazione troppo tardiva potrebbe peraltro non arrivare in tempo a conferire una protezione immunitaria sufficiente a prevenire la malattia. Per la stagione , i vaccini antinfluenzali sono costituiti da antigeni virali preparati dai seguenti ceppi: Un ceppo simile al A/Brisbane/59/2007 (H1N1); Un ceppo simile al A/Brisbane/10/2007 (H3N2); Un ceppo simile al B/Florida/4/
6 Efficacia della vaccinazione Il vaccino è efficace nella prevenzione dell influenza trasmessa dai virus appartenenti agli stessi di quelli utilizzati per l immunizzazione. Questo significa che non protegge né da virus influenzali appartenenti a ceppi diversi da questi né, tantomeno, da altri virus che provocano malattie respiratorie (come il raffreddore) con sintomi simili a quelli dell influenza. Tuttavia, il monitoraggio internazionale sui ceppi in circolazione, coordinato dall OMS, permette di presumere che la probabilità di contrarre l infezione da virus di altri ceppi sia piuttosto bassa. Generalemente, la vaccinazione conferisce una piena immunità nel 75% dei casi, il rimanente 25%, invece, anche se contrae l influenza sviluppa sintomi lievi. La protezione indotta dal vaccino comincia due settimane dopo l inoculazione e perdura per un periodo di sei-otto mesi, poi tende a declinare. Per questo, e perché possono cambiare i ceppi in circolazione, è necessario ripetere la vaccinazione all inizio di ogni stagione influenzale. Controindicazioni e precauzioni Il vaccino antinfluenzale non deve essere somministrato a: Lattanti al di sotto dei sei mesi (per mancanza di studi clinici controllati che dimostrino l innocuità del vaccino in tali fasce d età) Soggetti che abbiano manifestato reazioni di tipo anafilattico ad una precedente vaccinazione o ad uno dei suoi componenti Una malattia acuta di media o grave entità, con o senza febbre, costituisce una controindicazione temporanea alla vaccinazione, che va rimandata a guarigione avvenuta. Un anamnesi positiva per sindrome di Guillain Barrè costituisce motivo di precauzione riguardo alla somministrazione di vaccino antinfluenzale. False controindicazioni Allergia alle proteine dell uovo, con manifestazioni non anafilattiche; Malattie acute di lieve entità; Infezione da HIV ed altre immunodeficienze congenite o acquisite. La condizione di immunodepressione non costituisce una controindicazione alla somministrazione della vaccinazione antinfluenzale. La somministrazione del vaccino potrebbe non evocare una adeguata risposta immune. Una seconda dose di vaccino non migliora la risposta anticorpale. Somministrazione simultanea di più vaccini Il vaccino antinfluenzale non interferisce con la risposta immune ed altri vaccini inattivati o vivi attenuati. I soggetti che rientrano nelle categorie sopra indicate possono ricevere, se necessario, il vaccino antinfluenzale contemporaneamente ad altri vaccini, in sedi corporee e con siringhe diverse
7 Negli adulti ad alto rischio di complicazioni e negli anziani, la vaccinazione antinfluenzale è l occasione opportuna per somministrare contemporaneamente il vaccino antipneumococcico. Tratto dalla Circolare Ministeriale Prevenzione e controllo dell influenza per la stagione La sorveglianza epidemiologica dell influenza nella stagione Anche quest anno la sorveglianza costituirà una parte integrante della campagna di prevenzione, attraverso due momenti: La sorveglianza epidemiologica dei medici di medicina generale e dei pediatri che partecipano al sistema FLU ISS coordinato a livello nazionale dall Istituto Superiore di Sanità (i medici che intendono partecipare possono contattare la Sig.ra Orlacchio al numero ). La valutazione della copertura vaccinale, rilevata attraverso il riepilogo delle vaccinazioni effettuate in ogni distretto. Le informazioni epidemiologiche che consentono la descrizione dell epidemia, la valutazione della campagna vaccinale e la programmazione della successiva sono rilevate grazie ai Medici di famiglia ed ai Distretti Sanitari. Per la Sorveglianza della Sindrome simil influenzale i Medici di medicina Generale ed i Pediatri di Libera Scelta che hanno aderito, nella stagione , sono i dottori: Raffaele Arigliani, Giuseppe Belviso, Bruno Bocchino, Giuseppe Buonuomo, Giuseppe Buono, Antonella Casani, Vincenzo Caruso, Gerardo Colucciello, Antonio Giovanni Cutillo, Ermenegildo De Marca, Giuseppe Di Mezza, Aldo Ascaro, Annamaria Izzo, Filomena Lavorgna, Mario Lepore, Vincenzo Lucani, Domenico Antonio Martini, Pietro Meola, Alfredo Montefusco, Mariolina Tetroccia, Ada Renzi, Federico Rosa, Antonio Sannino, Sara Sasso, Simeone Claudio, Simeone Domenico, Nunziatina Sorice, Gerardo Zambottolo. Nei Distretti Sanitari hanno organizzato la campagna e rilevato le informazioni utili alla valutazione, le Unità Operative di Prevenzione Collettiva ed il Servizio Epidemiologia e Prevenzione. Dipartimento di Prevenzione Servizio Epidemiologia e Prevenzione Via P. Mascellaro, Benevento Fax sep@aslbenevento1.it Diffusione interna Ottobre
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