Obiettivo. Mettere a fuoco significa rendere i soggetti di nostro interesse nitidamente.

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1 Obiettivo I raggi luminosi convergendo verso il supporto sensibile posto allʼinterno della fotocamera genereranno una proiezione totalmente, parzialmente od affatto a fuoco (nitida) Pertanto lʼimpiego di una lente (obiettivo) impone il dover effettuare prima dello scatto unʼoperazione preliminare importantissima, ovvero la messa a fuoco. Mettere a fuoco significa rendere i soggetti di nostro interesse nitidamente. IMPORTANTE: non necessariamente ogni parte dellʼimmagine deve risultare a fuoco, anzi talvolta una messa a fuoco selettiva rafforza il messaggio Questo argomento sarà comunque approfondito nelle prossime lezioni dedicate alla Profondità di Campo

2 Obiettivo Le nostre fotocamere possono essere dotate di modalità di messa a fuoco diverse: MESSA A FUOCO MANUALE - MF MESSA A FUOCO AUTOMATICA o SEMIAUTOMATICA (AUTOFOCUS) - AF MESSA A FUOCO MANUALE - MF Se si tratta di una fotocamera SLR, BRIDGE od EVIL lʼobiettivo stesso avrà una ghiera (comando) per la messa a fuoco in manuale, affiancata negli apparecchi più moderni anche dalla modalità autofocus descritta di seguito MESSA A FUOCO AUTOMATICA o SEMIAUTOMATICA (AUTOFOCUS) - AF Se la nostra fotocamera è di tipo compatto, probabilmente la messa a fuoco sarà gestibile solo in autofocus, tenendo semi-premuto il tasto di scatto, una cornice si attiverà allʼinterno del mirino indicandoci lʼarea attiva. In molti casi dimensione e posizione dellʼarea di messa a fuoco sono personalizzabili

3 Obiettivo Le fotocamere dotate di autofocus, consentono spesso di selezionare lʼarea di messa a fuoco e congiuntamente la modalità di scatto: AF singolo AF continuo Modalità di scatto semplice Modalità di scatto priorità di fuoco...ed ancora Modalità di scatto face detection Modalità di scatto ad inseguimento Modalità di scatto trappola Ogni produttore può usare denominazioni diverse Mentre con le fotocamere in modalità manual focus, per facilitare la messa a fuoco possiamo disporre o di uno stigmometro, oppure di un telemetro elettronico che ci assiste, fermo restando che in ogni momento possiamo valutare la bontà o meno della nostra messa a fuoco direttamente dal mirino.

4 Obiettivo Non confondere la mancanza di nitidezza dovuta ad una messa a fuoco imperfetta con quella dovuta al mosso del soggetto o della fotocamera. Iniziamo ad analizzare sistematicamente i nostri errori per migliorare i nostri risultati

5 Anatomia di una fotocamera OBIETTIVO CORPO SISTEMA DI VISIONE SUPPORTO SENSIBILE DIAFRAMMA OTTURATORE

6 DIAFRAMMA Precedentemente abbiamo visto come controllare la messa a fuoco durante lo scatto Ora invece cercheremo di attuare un controllo più raffinato della nitidezza Per poter attuare questa ulteriore forma di controllo faremo scendere in campo un altro componente fondamentale, il diaframma Il diaframma è un dispositivo dosatore/selettore dei raggi luminosi Solitamente (salvo nelle costruzioni più semplici) questo è costituito da un certo numero di lamelle mobili (plastica o metallo) che aprendosi o chiudendosi (mai totalmente) ampliano o riducono lʼarea del foro centrale Il diaframma è collocato allʼinterno di ogni obiettivo. Modificandone lʼapertura nelle nostre immagini generiamo due effetti di carattere differente: - ASPETTI QUANTITATIVI (esposizione) - (nitidezza)

7 Diaframmando cioè riducendo lʼapertura del diaframma, si riduce il cosiddetto circolo di confusione, se riesco a contenere tale circolo di confusione entro valori molto bassi, posso arrivare ad avere una nitidezza estesa a più, se non a tutti, i piani dello spazio tridimensionale Questo controllo dellʼestensione della nitidezza, è in gergo definito controllo della profondità di campo (di seguito PdC) Con il termine profondità di campo si indica lʼestensione della zona in cui il soggetto risulta accettabilmente nitido e quindi lʼocchio umano lo percepisce come a fuoco anche se nella realtà non lo è

8 DIAFRAMMA Il valore numerico f/ esprime il rapporto fra lunghezza focale ed effettivo diametro del foro (entrambe espresse in mm) Scala canonica dei diaframmi f/ 1 1,4 2 2,8 4 5, Esempio: 50mm 12,5mm = f/4 lunghezza focale diametro foro diaframma relativo La progressiva chiusura comporta una selezione più accurata dei raggi luminosi ed il passaggio di una minore quantità di luce incidendo quindi sullʼesposizione (aspetto quantitativo che valuteremo dopo) parallelamente comporta anche un effetto qualitativo che ci consente di ovviare al problema non da poco della PdC

9 DIAFRAMMA Con f/ seguito da un numero i produttori di ottiche indicano anche la luminosità degli obiettivi (cioè la massima apertura di diaframma raggiungibile). Di norma gli obiettivi di alta qualità sono quelli contraddistinti anche da una alta luminosità e ciò significherà anche costo maggiore. Se si tratta di focali zoom, lʼapertura massima può essere fissa o variabile. lunghezza focale diaframma massima apertura La possibilità di disporre di una grande apertura comporta effetti qualitativi e quantitativi come rispettivamente un maggiore controllo dello sfocato e la possibilità di poter scattare anche in condizioni critiche di illuminazione con tempi di posa più brevi, scongiurando il mosso di fotocamera e/o soggetto (lo vedremo nella prossima Lezione 6)

10 Pertanto per attuare un accurato controllo della profondità di campo possiamo agire su ciascuno dei parametri sotto descritti: - APERTURA DEL DIAFRAMMA - LUNGHEZZA FOCALE - DISTANZA DI RIPRESA (o di MESSA A FUOCO) - APERTURA DEL DIAFRAMMA: la PdC è inversamente proporzionale allʼapertura del diaframma (vedi precedente slide) - LUNGHEZZA FOCALE: la PdC è inversamente proporzionale, con le focali più lunghe (teleobiettivi) la PdC sarà più limitata e talvolta critica Mentre con le focali più corte (grandangolari) la PdC sarà tendenzialmente più estesa fino ad essere totale - DISTANZA DI RIPRESA (o di MESSA A FUOCO): la PdC è direttamente proporzionale, con la messa fuoco a distanza ravvicinata la PdC si riduce Mentre con una messa a fuoco a distanza maggiore la PdC progressivamente si estende

11 obiettivo focale 50mm, distanza 60cm 1 piano 2 piano sfondo f/1,8 f/22

12 Lʼapertura o chiusura del diaframma nelle fotocamere più semplici viene gestita automaticamente dallʼelettronica dellʼapparecchio, quindi al fotografo rimane poco margine dʼintervento, eventualmente indirettamente può intervenire sullʼapertura del diaframma scegliendo un programma ad hoc (una scena) fra quelli offerti. Dal menù scene sul display o da unʼapposita ghiera possiamo solitamente scegliere fra alcune opzioni tipo, queste solitamente sono: -Ritratto -Panorama -Sport -Ritratto notturno -Panorama notturno -Party -Spiaggia e tante altre...

13 Fra le scelte di produttore e produttore non ci sono regole precise e ricorrenti pertanto per comprendere quali sono i valori (tempo, diaframma, ISO ecc) che si celano dietro ogni scena, occorre procedere sperimentalmente. In tal caso ci possono venire in soccorso i dati exif contenuti in ciascuna immagine registrata dalle nostre fotocamere digitali. Per comprendere la logica di funzionamento delle varie scene, possiamo scattare una serie di immagini avendo lʼaccortezza di variare ogni volta il programma impostato. Fatto ciò possiamo aprire le varie immagini con un qualsiasi computer, anche senza disporre di applicazioni software specifiche, semplicemente dal menù proprietà di ciascuna immagine possiamo leggere vari parametri dello scatto come: -dimensione/risoluzione -sensibilità ISO -focale -diaframma -tempo di scatto ecc. ecc.

14 Se, come abbiamo appena detto, risulta abbastanza complicato od addirittura impossibile controllare il valore di diaframma con certe fotocamere In altri apparecchi più evoluti la scelta dellʼapertura del diaframma è invece cosa semplice, in parte od in toto demandata al fotografo stesso. Questi infatti agendo su di un pulsante, potrà vedere i valori impostati direttamente sul display, oppure potrà agire su di una ghiera posta sullʼottica su cui sono incisi i valori di apertura Molte fotocamere dispongono della modalità di scatto semiautomatica a priorità di diaframma, dove noi impostiamo lʼapertura del diaframma e la macchina, automaticamente sceglie il tempo, tale impostazione la approfondiremo con lʼargomento esposizione e gli aspetti quantitativi

15 Il controllo della profondità di campo se in alcuni casi può rappresentare un fattore critico, in realtà si rivela anche un potente strumento creativo Spesso la PdC se gestita con cura rende le nostre immagini più accattivanti, sottolinea il messaggio che intendiamo comunicare, captando e veicolando lʼattenzione dellʼosservatore verso un particolare, in un area dellʼinquadratura dove avviene qualcosa di significativo ecc.

16 Con una gestione sapiente della PdC, portiamo immediatamente lʼocchio dellʼosservatore nel punto di interesse, il messaggio quindi viene trasmesso in maniera inequivocabile

17 Usando potenti teleobiettivi fotografando soggetti in rapido movimento, o fotografando a distanza ravvicinata soggetti di piccole dimensioni dovremo subire una PdC ridotta Quando useremo una fotocamera compatta invece difficilmente riusciremo ad avere una PdC ridotta

18 Lʼuso del grandangolo consente di raggiungere una PdC più estesa, contrapposta a quella degli obiettivi di focale più lunga. Gli obiettivi poco luminosi consentono un controllo della PdC parziale

19 ESERCIZIO 1 Applicare quanto appena visto in relazione al controllo della profondità di campo. Con 6/9 scatti, dimostrare come variando opportunamente la distanza di messa a fuoco (primissimo piano, piano intermedio e sfondo) e lʼapertura del diaframma (massima, intermedia e minima) si possa modificare la PdC. Consigli: 1) scegliere soggetti che abbiano un certo sviluppo in profondità, dove lo sfondo sia ben leggibile 2) posizionarsi con il soggetto in primo piano a distanza ravvicinata, non inferiore però alla distanza minima di messa a fuoco 3) usare un cavalletto od un appoggio solido, in modo da non modificare lʼinquadratura fra uno scatto e lʼaltro 4) scegliere una focale medio lunga 5) scattare le immagini alla massima risoluzione 6) ATTENZIONE, mantenere sempre lʼesposizione corretta e scegliere aperture di diaframma identiche per ogni ciclo di scatti Consegnare i files racchiusi in una cartella nominata come segue: pdc_cognomenomeproprio

20 ESERCIZIO 2 2a) Realizzare una foto esteticamente interessante, dove tutto è a fuoco, volutamente e coscientemente, quindi PdC totale. Consiglio: prediligere focali medio corte, diaframma chiuso, soggetto libero 2b) Realizzare una foto esteticamente interessante dove si é applicata invece una messa a fuoco selettiva, quindi PdC ridotta. Consiglio: prediligere focali medio lunghe, diaframma aperto, soggetto libero Consegnare i files, racchiusi in una cartella nominata come segue: pdc_cognomenomeproprio