PATRIMONIO CULTURALE TERRITORIALE

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1 ALESSANO PATRIMONIO CULTURALE TERRITORIALE Si richiede di verificare la bontà delle informazioni e di suggerire eventuali beni territoriali che fossero sfuggiti al censimento. All indirizzo è possibile consultare il censimento del patrimonio culturale territoriale anche dal punto di vista della esatta posizione dei PUNTI D INTERESSE sul territorio e la loro documentazione fotografica. L Amministrazione potrà consegnare ad Area Vasta Sud Salento altra documentazione fotografica, vecchie foto, rilievi, ecc.

2 I punti rilevati nel territorio comunale di Alessano sono i seguenti: name text street Montesardo [Alessano] Montesardo, piccolo centro abitato nel comune di Alessano, ha origini antichissime. Era già fortificata in epoca messapica, mentre in epoca medievale era denominata 'Mons arduus' a causa della sua collocazione orografica. Proprio nell'epoca medievale furono volute le nuove mura con quattro porte di accesso, distrutte nel Novaglie [Alessano] Villaggio rupestre Macurano [Alessano] Novaglie è una località balneare appartenente ai comuni di Corsano, Alessano e Gagliano del Capo. Esisteva un tempo la torre omonima, del quale purtroppo rimane qualche rudere, mentre l'area circostante, in particolare a sud e nel territorio di Gagliano del Capo, è arricchita dalla presenza di grotte. Il complesso rupestre di Macurano è un villaggio medievale abitato dai monaci bizantini e abbandonato nel corso del XVI secolo. È uno dei siti urbani abbandonati più consistenti della Regione Salentina e dove si può percepire l impianto urbanistico, presentando 31 cavità abitate dall'uomo, frantoi ipogei e diversi sistemi di regimentazione delle acque. Via Mediterraneo Strada provinciale 210

3 Castello di Montesardo [Alessano] Rivellino [Alessano] Palazzo Ducale Sangiovanni (ex castello) [Alessano] Porta d'ingresso della città [Alessano] Palazzo Legari [Alessano] Palazzo Sangiovanni [Alessano] Palazzo Serafini-Sauli [Alessano] Masseria Macurano [Alessano] Il Castello di Montesardo è collocato nella parte più elevata del centro antico del paese. La fortezza, di cui oggi sopravvivono i resti del nucleo principale, fu costruita intorno alla metà del XVI secolo. Subì profonde trasformazioni nel corso dei secoli successivi che cambiarono, in misura considerevole, l'impianto originario. Il Rivellino, l'antica struttura difensiva militare risalente al XVII secolo, è stata adibita ad abitazione privata perdendo notevoli tracce della sua antica funzione. Palazzo Ducale è un edificio fortificato realizzato alla fine del Quattrocento, sotto il governo del feudatario Raimondo Del Balzo, di cui resta memoria nella stella a sedici punte simbolo della casata. La Principessa Isabella portò in dote al marito, il Duca Ferdinando Gonzaga, il feudo di Alessano nel 1500 e, successivamente, nel XVI secolo, i Gonzaga trasformarono il complesso nella propria residenza signorile, costituendo per alcuni decenni una rinomata scuola di arti e filosofia. In seguito la proprietà del palazzo passò a Giuseppe Ajerbo d'aragona che fu anche l ultimo feudatario di Alessano. Il palazzo, che ha subito numerosi interventi, è di proprietà della famiglia Sangiovanni, dalla quale prende l'attuale denominazione. Le antiche mura medievali che cingevano l'abitato di Montesardo furono distrutte nel 1867, ma si è preservata una sola porta d'ingresso, quella più vicina al castello. Da questo punto si ha una bella vista panoramica. Palazzo Legari fu costruito nel 1536 in stile rinascimentale dal commerciante Donato Legari, originario di Tricase, così come ci ricorda l'iscrizione che corre lungo la facciata e che divide l'edificio in due piani. Dal 1986 l'edificio è di proprietà del Comune, oggi sede della biblioteca pubblica comunale. Palazzo Sangiovanni si trova all'interno del nucleo antico del paese, in posizione frontale al palazzo ducale. Fu edificato sul finire del XV secolo durante la signoria dei Del Balzo, inglobando l'antichissima chiesa di S. Paolo. L'edificio mostra sulla facciata a due piani un motivo particolare di bugnato a punta di diamante. Palazzo Serafini-Sauli consta di due piani ed è stato ricostruito nel XIX secolo. In alto, al centro, lo stemma della casata che pare essere simile a quello posto sul balcone del piccolo palazzo antistante del '600. La Masseria Macurano è una tipica e singolare costruzione rurale, simbolo della civiltà contadina del XVIII secolo. L'imponente fabricato a due piani e turrito, adatto all'avvistamento, è corredato da rustici, forno a legna, giardino chiuso mediterraneo, stalla e ovili. Piazza Castello Piazza Castello/via Mazzoni Piazza castello Via Muraglie Via Alessio Comneno Piazza Castello Via Chiesa Via Macurano, 134

4 Chiesa di S. Salvatore [Alessano] Cappella S. Stefano [Alessano] Chiesa dell'assunta [Alessano] Chiesa del Crocefisso di Boceto [Alessano] Chiesa dell'immacolata [Alessano] Chiesa Madonna del Riposo [Alessano] Chiesa della Presentazione di Maria al Tempio [Alessano] Chiesa di S. Antonio [Alessano] La Chiesa Matrice o Collegiata, dedicata a S. Salvatore, progettata dall'alessanese Felice Palma, è una costruzione settecentesca edificata sui ruderi di una struttura più antica di stile romanico. La facciata risulta incompleta, in stile neoclassico, mentre l'interno è scandito in tre navate e con numerosi altari del XVIII-XIX secolo. L'opera di maggior rilievo e importanza è Tobiolo e l Angelo, tela di Paolo Finoglio, uno dei più noti esponenti della scuola caravaggesca. Nella navata centrale, il Pergamo intagliato in legno da Giuseppe de Cupertinis da Nardò. La Cappella di S. Stefano viene annoverata in alcune visite pastorali tra fine '500 e inizi '600 e fu costruita sul terreno del feudatario De Franchis, in località Macurano. All'interno, oltre a due iscrizioni sui lati, un dipinto del santo protomartire. La Chiesa Assunta ha origini seicentesche, ma ha subito un rimaneggiamento nel 1820, quando divenne sede della confraternita della Madonna Assunta. All'interno una interessante tela di S. Carlo Borromeo. La chiesa sorge ai piedi del bosco di Boceto, lungo la provinciale per Specchia. Risale al 1651 e si presenta con una facciata semplicissima che non fa per nulla presagire il gioiello interno, ovvero l'altare scolpito in pietra leccese dello scultore alessanese Placido Buffelli. Piazza don Tonino Bello Strada provinciale 210 per Novaglie Via Alessio Comneno Strada comunale Boceto La Chiesa dell'immacolata risale al 1870 ed è adiacente al Strada statale 275 Calvario, costruito poco dopo. L'edificio fu ricostruito nel 1882 sui resti di un edificio Via Madonna del Riposo cinquecentesco, come dimostra il fregio posto all'esterno sul muro sud. La tradizione vuole che la chiesa sia stata costruita dopo l'apparizione mariana a un pellegrino. Alla chiesa si accede tramite due rampe di scale, separate dalla presenza di un piccolo Calvario con affrescata una deposizione. All'interno una tela del Riposo durante la fuga in Egitto. La Chiesa Presentazione di Maria al Tempio fu riedificata nel Piazza Chiesa 1727 per volere del barone Gennaro Fulvio Caracciolo. Presenta un elegante prospetto a doppio spiovente suddiviso su due livelli separati da una cornice architravata, mentre l'interno è a navata unica con transetto e alcuni altari barocchi sormontati da tele, tra cui quella della Madonna di Costantinopoli, S. Oronzo e Madonna del Rosario. Secondo la tradizione la Chiesa di S. Antonio da Padova fu Corte Vittorio Emanuele costruita da S. Francesco 'propriis manibus'. La costruzione della chiesetta con annesso convento dei Francescani Conventuali avvenne nel XVII secolo. La facciata è a doppio spiovente e ricostruita in tempi recenti; l'interno a navata unica, conserva sul transetto a sinistra l'altare di S. Antonio da Padova, opera di Ambrogio Martinelli della metà del XVII secolo.

5 Chiesa di S. Francesco [Alessano] Chiesa di S. Giuseppe [Alessano] ex Chiesa S. Barbara [Alessano] Punto panoramico Via Muraglie [Alessano] CEA Serafini-Sauli [Alessano] La Chiesa di S. Francesco e il suo convento dei frati Cappuccini fu edificato nel 1628 e furono entrambi i beni abbandonati con la soppressione sabauda dei monasteri (1867). La chiesetta fu recuperata nel La chiesetta del convento custodisce un altare in legno intarsiato ed intagliato, eseguito nel '700 a opera di maestranze locali, impreziosito dalla presenza di alcune tele di Aniello Letizia. Al centro di questa monumentale pala si trova una tela, 'Il perdono di Assisi', del XVII secolo e attribuita a Frate Angelo da Copertino. Quella di S. Giuseppe è una chiesetta che sorge su Via Alessio Comneno e risale al XVII secolo. L'ingresso è posto sul perimetro laterale e all'interno è custodita la tela della Natività sull'unico altare insieme a un quadro di S. Lucia. L'ex chiesa di S. Barbara era già esistente nel XIV secolo quando faceva parte del convento benedettino femminile. Oggi rimane in piedi solo la chiesa abbaziale, dalla facciata a capanna con doppia falda e un rosone al centro e affreschi trecenteschi all'interno, tra cui una S. Barbara campita due volte, un Cristo Pantocratore, Madonna con Bambino e S. Bernardino da Siena. Dalla porta urbica si ha una panoramica dei comuni contermini come Corsano, Tiggiano, Tricase e Specchia. Il centro di educazione ambientale Cea Serafini-Sauli è sito in località Massarone in una costruzione rurale intitolata alla baronessa Gaetana Serafini Sauli, ex proprietaria. Via dei Cappuccini Via Alessio Comneno Via S. Barbara Via Muraglie Strada vicinale S Angelo

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9 BAGNOLO DEL SALENTO PATRIMONIO CULTURALE TERRITORIALE Si richiede di verificare la bontà delle informazioni e di suggerire eventuali beni territoriali che fossero sfuggiti al censimento. All indirizzo è possibile consultare il censimento del patrimonio culturale territoriale anche dal punto di vista della esatta posizione dei PUNTI D INTERESSE sul territorio e la loro documentazione fotografica. L Amministrazione potrà consegnare ad Area Vasta Sud Salento altra documentazione fotografica, vecchie foto, rilievi, ecc. 1

10 I punti rilevati nel territorio comunale di Bagnolo del Salento sono i seguenti: name text street Menhir di Bagnolo [Bagnolo] Cripta [Bagnolo] Palazzo Papaleo [Bagnolo] Chiesa di S. Giorgio [Bagnolo] Chiesa Mater Domini [Bagnolo] Il Menhir di Bagnolo, collocato vicino al cimitero sulla strada che conduce a Cursi, è alto ben 4,1 m. e presenta evidenti tacche incise agli angoli. La cripta si trova sul confine territoriale con Palmariggi, lungo la strada che conduce al santuario di Montevergine. L'invaso presenta un pilastro centrale e un'abside verso est. Sulla parete nord sono presenti tracce di affreschi bizantini, tra cui sono ancora riconoscibili due figure. Palazzo Papaleo, è un imponente complesso che chiude tutto il lato Sud di Piazza S. Giorgio. Di recente stato acquistato dall'attore Raoul Bova che ha provveduto al suo recupero. La Chiesa Madre dedicata a S. Giorgio, ricostruita nel 1851, sorge sulle fondamenta di una piccola chiesa del XV secolo. Si presenta con una facciata neoclassica con una piccola statua posta sopra il portale centrale, mentre l'interno si divide in tre navate. Sugli altari sono custodite opere del XVIII-XIX secolo. La piccola chiesa, intitolata a Mater Domini, è una struttura dalla facciata neoclassica ricostruita nel 1921, ma conserva la parte absidale databile tra l'xi e Strada Provinciale per Cursi Strada Vicinale Masseria Giancola/Montevergine Piazza S. Giorgio Via Mater Domini 2

11 Chiesa S. Maria dei Martiri [Bagnolo] Cappella Addolorata [Bagnolo] Colonna di S. Giorgio [Bagnolo] il XIII secolo, seppur ritoccata nella sua decorazione, dove oggi si vedono una Vergine con Bambino, un santo vescovo e S. Francesco di Sales. Risalente alla fine del XV secolo e dedicata a S. Maria dei Martiri, la chiesa conserva un affresco del XV secolo raffigurante la Vergine che preesisteva in un'edicola votiva. Dal 1507 passò ai frati Francescani Conventuali, ma l'attuale fisionomia si deve ai lavori di restauro eseguiti nel Dopo la soppressione dei monasteri, l'adiacente edificio alla chiesa divenne fondazione mentre la chiesa rimase come luogo di culto. La cappella della Madonna Addolorata fu costruita nel 1878 lungo la strada che i Bagnolesi percorrevano per raggiungere il santuario mariano di Montevergine. La Colonna di S. Giorgio fu eretta nel 1838 dopo che il santo arcangelo ebbe salvato la comunità da un fulmine abbattutosi sulla chiesa madre. La colonna è in pietra leccese e reca lo stemma comunale (sirena bicaudata), sovrastata dalla statua, sempre in pietra leccese, del santo che trafigge il drago. Via Giulio Acquaviva Strada Vicinale Masseria Giancola Piazza S. Giorgio 3

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13 CASARANO PATRIMONIO CULTURALE TERRITORIALE Si richiede di verificare la bontà delle informazioni e di suggerire eventuali beni territoriali che fossero sfuggiti al censimento. Ch. Di S. Maria della Croce di Casaranello [Casarano] All indirizzo è possibile consultare il censimento del patrimonio culturale territoriale anche dal punto di vista della esatta posizione dei PUNTI D INTERESSE sul territorio e la loro documentazione fotografica. L Amministrazione potrà consegnare ad Area Vasta Sud Salento altra documentazione fotografica, vecchie foto, rilievi, ecc. 1

14 I punti rilevati nel territorio comunale di CASARANO sono i seguenti: name text street Città di Casarano Casarano, secondo la tradizione, fu fondata in età romana come sembra confermare il rinvenimento di due epigrafi di età imperiale. Tra la fine del V e gli inizi del VI sec. sembrerebbe risalire la splendida Chiesa di Casaranello, antico nucleo urbano di Casarano; dall'età medievale, la popolazione inizia a stanziarsi nel borgo di Casarano grande. Borgo Terra [Casarano] L'ortogonalità delle strade indicano una pianificazione bassomedievale in un borgo cinto da mura, oggi purtroppo scomparse. Attualmente sede di un albergo diffuso. 2

15 Casaranello [Casarano] Necropoli Cisternella [Casarano] Frantoio ipogeo De Luca [Casarano] Frantoio ipogeo Toma - Amici del Presepe [Casarano] Frantoio ipogeo Sette Pietre [Casarano] Frantoio ipogeo Giaccari [Casarano] Frantoio ipogeo Manara [Casarano] Frantoio ipogeo Pio [Casarano] Frantoio ipogeo De Luca II - S. Giovanni [Casarano] L'antico centro di Casaranello (Caesaranum Parvum 'Casarano Piccolo') a partire dal sec. IX fu progressivamente abbandonato per ragioni di sicurezza. I suoi abitanti si trasferirono in luoghi più elevati, dove sorse poi il nucleo di 'Casarano grande'. Quasi nulla rimane del primitivo nucleo frequentato sin dall'età romana. I reperti rinvenuti, tra cui due epigrafi, un pavimento medievale e la presenza della Chiesa di S. Maria della Croce. La necropoli medievale Cisternella, datata dall'viii al XIII secolo, presenta una quindicina di tombe adagiate su di un poggio. La città è dotata di diversi frantoi ipogei privati e non aperti al pubblico ('Sette Pietre', 'Giaccari', 'Manara', 'Pio', 'San Giovann'i e 'De Marco'), mentre il frantoio ipogeo 'De Luca' è accessibile. Quest'ultimo si compone di due vani indipendenti: il primo, a sinistra con basamenti di torchi alla calabrese, risale al '500; il secondo, frontale, è di datazione settecentesca. Dopo aver visitato questo sito, indubbiamente quello più suggestivo fra tutti i frantoi ipogei di Casarano, sarà possibile chiedere alla guida di visitare anche il frantoio Toma e Torsello gestito dall'associazione "Amici del Presepe", composto da due trappiti della fine Settecento uniti recentemente nel percorso del 'Presepe vivente'. Lo stesso Museo della Civiltà Contadina sorge nell'antico semi-ipogeo di Palazzo D'Elia. Composto da due trappiti uniti (fine 1700). Visite guidate e mail: cortesestefano@virgilio.it Questo trappito faceva sicuramente parte di un sistema di ambienti destinati tutti allo stesso scopo e collegati fra loro da un unico corridoio Non aperto al pubblico Appartiene alla tipologia dei trappiti con volta mista, in quanto la parte dove si presume possa essere o esserci stata la vasca è in scavo di roccia, mentre la parte dei torchi (sottostante la strada) ha la volta a botte in muratura. Non aperto al pubblico Il presente frantoio ipogeo si è conservato integro grazie al fatto di essere stato abbandonato da diversi decenni. Non aperto al pubblico Il presente trappito si presenta con la zona dei torchi scavata completamente nella roccia, mentre la parte sovrastante la stalla (dalla presa d aria sovrastante la vasca) ha la volta in muratura chiusa con il sistema a botte. Non aperto al pubblico Due trappiti distinti che ultimamente sembra siano stati uniti. Non aperto al pubblico Via Solferino Via Pendino Via Pellegrino già via delle trappite Piazza D'Elia Via Sesia Corso Mazzini Via Vittorio Emanuele II Via Mazzini 3

16 Frantoio semi ipogeo D'Elia [Casarano] Frantoio ipogeo S. Elia [Casarano] Frantoio ipogeo De Marco [Casarano] Frantoio ipogeo De Filippo [Casarano] Frantoio ipogeo Anastasia [Casarano] Frantoio ipogeo Parrotto [Casarano] Frantoio semipogeo De Donatis [Casarano] Frantoio semipogeo De Marco II [Casarano] Palazzo D'Aquino, ex castello [Casarano] Castello Pio [Casarano] Palazzo dei Domenicani - Municipio [Casarano] Frantoio semi ipogeo (1700) corridoio composto da una vasca e otto torchi alla genovese. Il frantoio è sede del Museo della civiltà contadina. Visite guidate e mail: cortesestefano@virgilio.it Frantoio ipogeo orizzontale a raggera, senza pavimentazione, con visibili tre torchi alla calabrese. Data incisa su un concio: 1842 Non aperto al pubblico Il presente frantoio ipogeo è stato manomesso per lavori compiuti nella abitazione soprastante Non aperto al pubblico Composto da un'unica camera orizzontale, atualmente utilizzato come deposito Non aperto al pubblico Composto da un'unica camera orizzontale, attualmente utilizzato come deposito Non aperto al pubblico Frantoio abbandonato composto da un'unica camera orizzontale. Non aperto al pubblico Frantoio singolo lineare ora abbandonato. Non aperto al pubblico Frantoio singolo ora utilizzato come deposito. Non aperto al pubblico Il palazzo venne eretto all'inizio del XVI sec. dal duca napoletano Antonio D'Aquino sui resti di un castrum precedente e per questo il palazzo è conosciuto dai Casaranesi come 'casteddhru' (castello). Il palazzo, che doveva diventare nelle intenzioni dei D'Aquino, il più maestoso del Salento, non venne però mai completato per via del ritorno dei nobili a Napoli sul finire del Al primo piano si può visitare la cappella di S. Anna, ancora integra. Nonostante la sua parvenza 'medievale', il Castello Pio è un palazzo edificato agli inizi del XX sec. per volontà dell'avvocato Alfonso Pio secondo i canoni dello stile neo gotico. Le stesse 'mura' altro non sono che semplici muri di recinzione di modeste dimensioni e sormontati da merlature. Il Palazzo dei Domenicani risale al 1619 e venne edificato per volontà di Lucrezia Filomarino, principessa di Casarano e in origine fu uno dei conventi del potente Ordine dei Domenicani. Nel 1652 papa Innocenzo IX, per arginare la minacciosa espansione di alcuni ordini monastici, soppresse anche il convento di Casarano che, già nel 1654 fu restaurato. Il Comune di Casarano riuscì ad acquistare l'edificio solo nel 1904 e oggi è sede del municipio. Di particolare bellezza è il chiostro interno, quadrato, proporzionale e simmetrico. Via Pendino Vie vicinali Bufalelle e Tammaro Corso Mazzini Via Pendino Via Pendino Via Pendino Via Corsica Corso XX settembre Piazza S. Domenico 4

17 Palazzo Capozza [Casarano] Palazzo Astore [Casarano] Palazzo De Donatis [Casarano] Palazzo D'Elia [Casarano] Palazzo De Judicibus [Casarano] Palazzo Valente [Casarano] Palazzo Capozza fu costruito in due tempi: fu iniziato nel 1880 e completato nel Di stile liberty, l'edificio è strutturato in tre ordini decorati da bassorilievi in pietra leccese. Il lato minore è delimito da una piazzetta su cui si apre la loggia con una balaustra finemente decorata, anch'essa in pietra leccese. Gli interni e gli accessori, in stile liberty furono realizzati dai migliori artigiani. Di notevole interesse i pavimenti a mosaico realizzati dai Peluso e le tempere dei soffitti e delle pareti, opera del celebre decoratore Agesilao Flora. Palazzo Astore, costruito dalla prestigiosa famiglia Astore proveniente da Scorrano, reca sulla colonna gentilizia la data Fu dimora del più noto rampollo del casato, l'intellettuale illuminista Francesco Antonio Astore ( ), il quale però visse per lo più a Napoli, dove partecipò ai moti rivoluzionari del L'edificio è caratterizzato dal bugnato che incornicia le finestre e il portale. Il palazzo attualmente versa in condizioni di degrado. Palazzo De Donatis presenta una facciata neoclassica di fine XIX e uno stupendo giardino all'interno. Oggi sede di alcune associazioni cittadine. Il cinquecentesco Palazzo D'Elia è uno dei monumenti più rappresentativi della città. La facciata è divisa in due parti da una balaustra che corre lungo tutto il fronte con al centro un balcone sorretto da mensole decorate con putti e statuine. Sul portale lo stemma della famiglia che raffigura il profeta Elia su di un carro che attraversa le fiamme. I D'Elia introdussero a Casarano le idee dall'illuminismo provenienti da Napoli anche mediante una ricchissima biblioteca affidata al biblioteconomo Giovanbattista Lezzi. Il palazzo era dotato di un frantoio mentre una piccola cappella permetteva alla famiglia D'Elia di assistere alle funzioni religiose. Il settecentesco Palazzo De Judicibus, costruito su Piazzetta D'Elia aumentandone la suggestione, ha subìto diversi interventi sino ad assumere l'attuale aspetto ottocentesco. L'edificio è caratterizzato da due finestroni a cuore che si aprono sulla parte superiore della facciata mentre il portale barocco con ampie volute è sovrastato dal loggione balaustrato. Palme secolari popolano il giardino 'all'italiana' presente all'interno del Palazzo. Il primo nucleo di Palazzo Valenti risalente al XVI secolo ha subito pesanti interventi nel corso del secolo XVIII quando gli fu edificata affianco la chiesetta privata dedicata a Pietro. Il prospetto è caratterizzato dai portali con motivi decorativi intagliati nella pietra in carparo. Via Dante Aligheri Via Astore via Roma Piazza D'Elia Piazza D'Elia Piazza S. Pietro 5

18 Chiesa di S. Maria della Croce di Casaranello [Casarano] Chiesa di Maria Ss. Annunziata [Casarano] Chiesa di S. Domenico [Casarano] Cappella S. Pietro [Casarano] Chiesa Madonna Immacolata e Calvario [Casarano] Cappella S. Lucia [Casarano] La Chiesa di S. Maria della Croce sorge in Casaranello, quello che fu il primo nucleo vitale di Casarano. Gli splendidi mosaici paleocristiani impreziosiscono l'interno della chiesa insieme a importanti cicli di affreschi di origine bizantina e gotica. Nella stessa navata è possibile osservare un lacerto di mosaico pavimentale venuto alla luce nel 1979 presso il portale d'ingresso della chiesa. Il reperto, risalente al periodo paleocristiano, risulta ora collocato sull'intradosso della volta a botte. La costruzione della Chiesa di Maria Ss. Annunziata, iniziata nel 1699, fu completata nel Nel 1874 giunsero dalla Chiesa di S. Francesco della Scarpa di Lecce gli altari barocchi in sostituzione di quelli vecchi insieme al portale riccamente decorato. Il Cappellone del Santissimo fu realizzato agli inizi del sec. XIX per volere di donna Olimpia Passero, consorte del Barone don Marcello D'Elia. Al suo interno un Crocifisso ligneo secentesco di pregevole fattura, di autore ignoto, che si trovava precedentemente nella Chiesetta della Madonna della Campana. Da vedere le opere del pittore leccese Oronzo Tiso, come il coro ligneo realizzato dal noto intagliatore austriaco Giorgio Auer. Nel 1619 viene benedetto l'inizio dei lavori della Chiesa di S. Domenico, che sarà poi intitolata a S. Maria delle Grazie e, successivamente, a S. Tommaso. Nel transetto trovano posto i due maggiori altari laterali, impreziositi da due tele che riportano episodi della vita di S. Domenico. Nel coro è situata una grande tela raffigurante Maria circondata da angeli in festa sovrastati dalla SS. Trinità troneggiante. La Cappella di S. Pietro era adiacente al Palazzo Valente. Voluta nel '700, presenta una facciata semplice dallo sviluppo verticale, con decorazioni floreali sotto la cornice dentellata. La Chiesa dell'immacolata, consacrata nel 1760, sostituì una chiesa più antica risalente al sec. XVI e dedicata all'annunziata. All'interno sei tele del noto pittore salentino Oronzo Tiso. Degno di nota è il monumentale Calvario adiacente alla chiesa. L'opera venne iniziata dalla Confraternita nel 1913, ma fu conclusa da donna Olimpia Passero Sylos D'Elia, moglie di don Marcello D'Elia, in suffragio del fratello Gustavo morto in guerra. La Cappella S. Lucia fa parte del palazzo D'Elia, di proprietà comunale. Presenta un altare a portelle con la tela dell'immacolata, di datazione settecentesca. Piazza Bastianutti Piazza S. Giovanni Piazza S. Domenico Piazza S. Pietro Via Roma Via Pendino 6

19 Chiesa S. Maria degli Angeli [Casarano] Ex Cappella S. Lorenzo [Casarano] Cappella S. Maria della Pietà [Casarano] Chiesa Madonna della Campana [Casarano] Cappella S. Giuseppe [Casarano] Torre dell'orologio e Sedile [Casarano] L'attuale Chiesa di S. Maria degli Angeli fu ultimata nel 1582 e dedicata all'immacolata Concezione; questo titolo fu poi sostituito con quello di S. Francesco d'assisi. Solo successivamente la chiesa e il convento attiguo furono dedicati a Maria Santissima degli Angeli. Dal 1897 è sede dei frati minori. Il nucleo originario, la navata centrale e l'altare maggiore, sono in stile tardo-barocco. Il convento attiguo, snaturato da incaute ristrutturazioni, è stato nel corso dei secoli un importante centro culturale in cui hanno studiato personaggi di grande rilievo. L'ex chiesetta settecentesca dal gusto neoclassico dedicata a S. Lorenzo presenta una facciata intonacata conclusa da un timpano dove la decorazione plastica in pietra si concentra al di sotto della cornice. La Cappella di S. Maria della Pietà, d'impianto seicentesco, con campanile a vela e volute presenti nel secondo ordine presenta all'interno l'unico altare della Vergine Titolare. La Chiesa della Madonna della Campana sorge sul punto più alto della città. L'origine della chiesa al L'impianto definitivo oggi visibile risale al L'interno ha un bell' altare maggiore, di chiara impronta barocca, come barocchi dovevano essere gli affreschi che abbellivano le pareti interne, di cui oggi sono rimaste poche tracce, come il falso altare affrescato del Crocefisso. Al centro dell'altare si può ammirare il misterioso quadro della Vergine col Bambino a cui si richiamano diverse leggende locali Piccola cappella ormai in disuso, dal semplice prospetto e ricostruita nel corso del XIX secolo. Il Sedile cinquecentesco, che assieme alla Torre dell'orologio, forma un unico ed elegante complesso, altro non era se non la sede del decurionato, vale a dire il luogo in cui i rappresentati del popolo si incontravano per discutere delle problematiche della città e per cercare di difendere i cittadini dalle vessazioni spesso subite dai nobili feudatari, rappresentanti del re. Alle spalle del Sedile, in posizione dominante rispetto all'intera piazza, si erge la Torre dell'orologio. La torre, come si legge dal medaglione in pietra collocato al di sopra dello stemma cittadino, fu eretta nel 1790 e costituisce un unico insieme architettonico con il Sedile. Via Piave Piazza martiri ungheresi Corso Giuseppe Mazzini Largo Campana Via S. Giuseppe Piazza S. Giovanni 7

20 Colonna di S. Giovanni Elemosiniere [Casarano] Punto panoramico Campana [Casarano] Museo del Minatore [Casarano] Museo della Civiltà contadina [Casarano] Teatro Filograna [Casarano] Al vertice basso della piazza spicca la colonna che innalza al di sopra della città il santo protettore, S. Giovanni Elemosiniere, patriarca d'alessandria d'egitto dal 610 al 619. Il complesso fu eretto nel 1850 da Michele Rizzo utilizzando la 'pietra bianca' di Cursi. L'alta colonna è contraddistinta da tre ordini differenti, dal basamento ottagonale un po' tozzo, al secondo ordine con gli otto medaglioni decorati, sino alle nicchie del terzo settore che conferiscono verticalità alla colonna. Il alto il santo poggia su un elemento di colonna scanalata. Dal largo Campana è possibile avere una panoramica non solo dell'abitato di Casarano, ma dell'intera vallata comprendente altri comuni come Melissano, Racale, Alliste e Ugento Il Museo del Minatore, sito nei locali dell'ex caserma dei carabinieri di Piazza San Giovanni, contiene documenti, testimonianze, attrezzi di lavoro e cimeli raccolti a partire dalla seconda metà degli anni '40, da Lucio Parrotto, autore e direttore del museo, ex minatore casaranese che per oltre un trentennio ha lavorato nelle miniere del Belgio. Il museo rappresenta una risorsa unica e fondamentale per ricostruire la storia di un'attività, quella dell'estrazione mineraria, su cui si è basata parte della ricostruzione italiana postbellica. Il museo racconta, in ogni suo più piccolo particolare, una porzione di storia di Casarano e del Salento che è anche storia di lavoro e di emigrazione Il Museo della Civiltà contadina, fondato dall'associazione 'Amici del Presepe', è sito su via Pendino nel semi ipogeo di palazzo D'Elia e raccoglie numerosi attrezzi di lavoro, ormai scomparsi, ma che segnarono la quotidianità delle popolazioni salentine sino a non molto tempo fa. Tra gli attrezzi conservati, molti dei quali legati all'attività del lavoro nei campi, meritano una menzione i torchi in legno, tipici dei frantoi ipogei, recuperati e restaurati dall'associazione Piazza S. Giovanni Largo Campana Piazza S. Giovanni Via Pendino Via Sen. De Matteis 8

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27 DISO PATRIMONIO CULTURALE TERRITORIALE Si richiede di verificare la bontà delle informazioni e di suggerire eventuali beni territoriali che fossero sfuggiti al censimento. Palazzo Baronale Miglietta All indirizzo è possibile consultare il censimento del patrimonio culturale territoriale anche dal punto di vista della esatta posizione dei PUNTI D INTERESSE sul territorio e la loro documentazione fotografica. L Amministrazione potrà consegnare ad Area Vasta Sud Salento altra documentazione fotografica, vecchie foto, rilievi, ecc 1

28 . I punti rilevati nel territorio comunale di Diso sono i seguenti: nome text street Città di Diso Secondo alcuni il toponimo Diso deriverebbe da 'Dizos', ovvero fortificazione in lingua messapica, ma le prime attestazioni risalgono al pieno medioevo, quando apparteneva alla contea di Castro. Nel corso del XVII secolo, con la rovina di Castro, Diso si ingrandì e ospitò anche la comunità monastica francescana. Con l'abolizione della feudalità del 1809, a Diso furono accorpate Marittima e Castro; nel 1977 Castro divenne comune autonomo. Borgo di Marittima [Diso] Contrada Acquaviva [Diso] Menhir Vardare [Diso] Torre Capolupo [Diso] Il borgo di Marittima risulta essere più popolosa del comune capoluogo Diso. La prima attestazione risale al 1277 quando era infeudata a un tale Rubeo de Soliaco. Appartenne poi alla contea di Castro e subì il saccheggio del 28 luglio Contrada Acquaviva, con una insenatura mozzafiato, costituisce l'insediamento sul mare nel comune di Diso. Menhir Vardare, scoperto nel 1980 dal prof. Giovanni Cosi, prende il suo nome dal fondo in cui è situato. Alto 1,73 metri, presenta una superficie corrosa con due croci graffite sul lato est; si trova una canaletta con una buca, probabile sede di una croce. Un'altra buca e una croce incisa si trovano sul lato a ovest del braccio verticale. Torre Capolupo, dal cognome di un suo caporale, è posta in una posizione panoramica, dominando lo specchio di mare da Castro a Leuca. E una delle tante torri costiere cinquecentesche di vedetta contro gli assalti dei pirati turchi. Attualmente è di proprietà privata. Piazza Principe Umberto - Marittima Via Litoranea Via delle Vardare Via Torre Capolupo 2

29 Torre di Alfonso [Diso] Palazzo baronale Miglietta [Diso] Palazzo Vecchio baroni Miglietta [Diso] Chiesa SS. Filippo e Giacomo [Diso] Chiesa Immacolata [Diso] Chiesa S. Francesco [Diso] Inizialmente le torre erano cinque, ora ridotte a quattro: torre di Alfonso su via Benvenuto Cellini, forse la più interessante, a base quadrata e con larghi sbalzi agli spigoli, è ingentilita dal cordolo e da una balconata che adorna la facciata superiore. Il Palazzo Baronale risale al 1875 e affianca la torre di Alfonso. Presenta un prospetto inferiore scandito da una serie di finestre mentre l'ordine superiore è coronato da una merlatura e diviso da una balconata. Palazzo Vecchio risale al XVIII secolo, precisamente al 1745, e fronteggia all'altro palazzo Miglietta. E' questa una costruzione più modesta, ma con lo stemma gentilizio sul portale. Ricostruita nell'arco di dieci anni, dal 1758 al 1768, la Chiesa dei SS. Filippo e Giacomo si presenta aggettante nel suo corpo centrale, delimitato da lesene. L'interno, a croce latina, custodisce diversi altari edificati nella seconda metà del XVIII secolo e le due statue dei santi Filippo e Giacomo. Interessanti le tele del coro e della controfacciata. Il campanile, lesionato durante l'uragano del 1832, fu ricostruito nel La Chiesa della Madonna Immacolata fu edificata nel 1664, quando era Vescovo di Castro Mons. Annibale Sillano da Crotone, come indica lo stemma sulla facciata tra il finestrone e il portale. L'interno conserva alcune tele del ciclo mariano e la tela della Vergine Immacolata datata L'adiacente convento, oggi municipio, fu costruito tra il 1614 e il 1619, mentre la chiesa di S. Francesco fu terminata nel 1658 e seguì le vicende del convento con la relativa soppressione. La chiesa, restaurata e riaperta al pubblico solo nel 1961, presenta una facciata decorata da stucchi eseguiti nel 1773, mentre l'interno è suddiviso in due navate. L'interno, essendo stata oggetto di saccheggio, conserva ben poco dell'arredo originario, tra cui una tela di S. Francesco sull'altare maggiore. Via Benvenuto Cellini - Marittima Via Benvenuto Cellini - Marittima Via Benvenuto Cellini - Marittima Piazza Carlo Alberto Via Filippo Bottazzi Piazza Municipio Cappella S. Oronzo [Diso] Annesso al seicentesco palazzo De Blasi, la Cappella di S. Oronzo, edificata nel 1658, con una copertura a stella 'alla leccese' si presenta ad aula unica dove si conservano pregevoli affreschi. All'interno vi è anche un affresco del santo titolare di epoca più tarda all'edificazione. Dopo un lungo periodo, durante il quale la cappella veniva aperta al culto solo il 26 Agosto di ogni anno per i festeggiamenti in onore di S Oronzo, le funzioni religiose sono riprese regolarmente. Chiesa S. Sisinnio [Diso] La chiesetta dedicata a S. Sisinnio fu ricostruita dopo l'uragano del 10 Settembre 1832, ma le origini risalirebbero al XVI secolo. L'edificio si presenta con linee semplici, munita da una bifora in facciata, mentre all'interno è custodito un altare nel presbiterio. Piazza S. Oronzo Via Castro Chiesa S. Vitale [Diso] Santuario Madonna di Costantinopoli ed ex convento [Diso] Cappella di S. Maria ad Nives [Diso] Seno Acquaviva [Diso] Punto panoramico Capolupo [Diso] Rifatta più volte nei secoli XVI e XVIII, la Chiesa di S. Vitale assume la forma attuale agli inizi del 1900 su progetto dell arch. Filippo Bacile di Spongano. L'edificio presenta una facciata semplice sormontato dalle pitture di S. Vitale al centro e di S. Valeria e dei SS. Gervasio e Protasio ai lati. L'interno è a tre navate, con la tela del santo titolare sull'altare centrale. Il Convento dei Cappuccini fu edificato nel 1619, con rimaneggiamenti settecenteschi, mentre il Santuario della Madonna di Costantinopol, di stile francescano, risale al 1610 e solo successivamente fu arricchita di stucchi, decori, intagli e fiori secondo lo stile barocco. Il nome del santuario si deve al rinvenimento dell icona su pietra leccese della Madonna detta di Costantinopoli, ora sull altare maggiore. Altre tele ornano l'interno, tra cui l'immacolata e S. Francesco. La Cappella di S. Maria ad Nives è collocata in un piccolo, ma rigoglioso querceto a 300 m circa a nord del paese. Questa piccola cappella, di proprietà della famiglia Bottazzi (ora Libonati) è la piu' antica tra le chiese e cappelle oggi esistenti a Diso, infatti la sua edificazione è anteriore al Seicento. Seno Acquaviva è una insenatura, nella marina di Diso, presenta una veduta d'insieme spettacolare, animata dalla presenza del canale del bosco. Dal punto panoramico Capolupo è possibile vedere l'area di Tricase a Sud e una splendida panoramica di Castro a Nord. Via Conciliazione Via Convento - Marittima Via delle Vardare Via Litoranea Via Torre Capolupo 3

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32 GIUGGIANELLO PATRIMONIO CULTURALE TERRITORIALE Si richiede di verificare la bontà delle informazioni e di suggerire eventuali beni territoriali che fossero sfuggiti al censimento. Massi della Vecchia All indirizzo è possibile consultare il censimento del patrimonio culturale territoriale anche dal punto di vista della esatta posizione dei PUNTI D INTERESSE sul territorio e la loro documentazione fotografica. L Amministrazione potrà consegnare ad Area Vasta Sud Salento altra documentazione fotografica, vecchie foto, rilievi, ecc. 1

33 I punti rilevati nel territorio comunale di Giuggianello sono i seguenti: name text street Città di Giuggianello Il territorio di Giuggianello presenta tracce di frequentazione sin dal neolitico come attestano i diversi monumenti megalitici. Il territorio ha inoltre ospitato nei siti di '4 macine' e 'polisano' altrettanti villaggi medievali abbandonati nel corso del basso medioevo. Il casale di 'Juianellum' è già esistente nei registri angioini e passa sotto diverse casate, tra cui i Basurto, Veris, Lubelli sino a finire a possedimento della diocesi di Otranto (fino al 1809). Menhir Polisano [Giuggianello] Posto in prossimità di un bivio, Menhir Polisano è alto 3,47 m. Abbattuto nel 1977, fu riposizionato e restaurato. Strada comunale Polisano Menhir Crocecaduta [Giuggianello] Massi della Vecchia [Giuggianello] Conosciuto anche con il nome di 'Croce caduta', il menhir è adagiato in prossimità di un muretto a secco. Scoperto nel 1979, è alto 4 metri. Questi grossi blocchi calcarei d'età miocenica hanno diverse forme, tra le più bizzarre e situati sulla Collina dei Fanciulli e delle Ninfe, nel campo delle pietre sacre. I più noti sono 'Furticiddhu della Vecchia', 'Lettu della Vecchia' e 'Piede d'ercole'. Strada comunale Ore Strada comunale Caloscini II 2

34 Dolmen Stabile [Giuggianello] Dolmen Ore [Giuggianello] Frantoio ipogeo [Giuggianello] Cripta S Giovanni [Giuggianello] Ex castello Lubelli [Giuggianello] Palazzo Frisari-Bozzi Colonna [Giuggianello] Palazzo Pirtoli [Giuggianello] Chiesa S. Antonio Abate [Giuggianello] Chiesa Madonna dei Poveri [Giuggianello] Scoperto dal Maggiulli nel 1893, il Dolmen Stabile, alto 105 cm., si erge su di un banco di roccia calcareo. Probabilmente deve il nome al fatto che vi si stabilivano animali. Il Dolmen Ore poggia su un monolite sul lato N e su altri due a pietre sovrapposte ed è alto 95 cm. La lastra di copertura di forma rettangolare irregolare (130 x 90 cm.) presenta uno spessore di circa 20 cm. Il frantoio ipogeo risale agli inizi '700 ed appartenne anche alla nobile famiglia Bozzi-Colonna. Presenta un accesso con un dromos voltato a botte, per poi incontrare subito la vasca con macina. Intorno, 14 celledeposito delle olive e torchi alla calabrese e genovese. La Cripta di S. Giovanni Battista è una cripta bizantina appartenente a un insediamento rupestre fondato nel 953. All'interno, un piccolo altare sul quale era posizionato l'antico affresco di S. Giovanni Battista, sostituito attualmente con uno di recente fattura. Intorno ai pilastri insistono i sedili a gradino. Degli affreschi originari rimangono solo alcuni volti di santi non identificabili per le precarie condizioni causate dall'umidità. L' ex castello Lubelli sorge nel luogo dove sorgeva la prima struttura difensiva, le cui prime notizie certe si hanno sin dal Nel '700 e nel '900, i continui rifacimenti hanno smembrato quanto rimaneva di originale, tranne il portale bugnato sormontato dallo stemma Lubelli. Il Palazzo Frisari-Bozzi Colonna è un importante esempio di architettura extraurbana del Salento. Fu costruito fra il XVII e il XVIII secolo dalla nobile famiglia Frisari; successivamente passò ai Bozzi Colonna. Di proprietà comunale, il palazzo presenta un austero prospetto con un piccolo campanile a vela, segno della presenza di una cappella interna. Al piano terra le stalle e i depositi; il piano superiore ospita le grandi stanze nobiliari decorate con scene mitologiche. Palazzo Pirtoli fu la residenza della locale famiglia Pirtoli. Risalente ai primi anni dell'ottocento, venne riedificato negli anni L'interno presenta ampie sale, alcune delle quali decorate con affreschi e voltate a botte. La Chiesa Madre, dedicata a S. Antonio Abate, con un elegante facciata barocca, sorge sui resti di una struttura precedente e fu edificata nel L'interno, a croce latina con presbiterio, custodisce alcuni altari barocchi impreziositi da tele ad olio. Di importanza artistica è il maggiore altare in pietra, scolpito a mano, su cui è posizionata una nicchia contenente la statua del protettore S Cristoforo. La Chiesa della Madonna dei Poveri, più correttamente della Madonna Assunta, risale al XVII secolo ma subì importanti modifiche nel Strada vicinale quattro macine Strada comunale Ore Via Montello Strada Provinciale Giuggianello Palmariggi, Strada vicinale S Giovanni, Strada vicinale S Giovanni Via Roma Via Giuseppe Mazzini Via Giuseppe Mazzini Via S Cristoforo Via Roma 3

35 Chiesa Madonna della Serra [Giuggianello] Osanna [Giuggianello] La Cutura [Giuggianello] Museo della civiltà contadina [Giuggianello] La Chiesa della Madonna della Serra ha antiche origini e venne radicalmente ristrutturata nel L'edificio presenta a destra della semplice facciata tre grandi arcate probabilmente con funzione statica. All'interno la statua della Madonna della Serra festeggiata ogni anno il 31 maggio. Davanti alla Chiesa una seicentesca colonna votiva in pietra leccese sormontata dalla statua della Vergine col Bambino. L' Osanna è una semplice colonna con sulla sommità una croce. Risale al XVII sec. Il giardino botanico de la Cutura, situato presso l'omonima contrada, ospita numerosissime specie vegetali provenienti da ogni parte del mondo. La sezione più importante e suggestiva è quella che accoglie circa 2000 esemplari di piante grasse e tropicali originarie del Messico, dei Paesi dell'africa e dell'america Latina. Il Museo della civiltà contadina è situato presso l antico castello dei Lubelli. E' allestito in diverse stanze tematiche tra cui quelle della tessitura, del fabbro, dell'ambiente domestico e del mondo agricolo. Via del Mare Via Unità d'italia Strada comunale Cutura Via Roma, 22 4

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38 ALEZIO PATRIMONIO CULTURALE TERRITORIALE Si richiede di verificare la bontà delle informazioni e di suggerire eventuali beni territoriali che fossero sfuggiti al censimento. Santuario Madonna della Lizza [Alezio] All indirizzo è possibile consultare il censimento del patrimonio culturale territoriale anche dal punto di vista della esatta posizione dei PUNTI D INTERESSE sul territorio e la loro documentazione fotografica. L Amministrazione potrà consegnare ad Area Vasta Sud Salento altra documentazione fotografica, vecchie foto, rilievi, ecc.

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40 I punti rilevati nel territorio comunale di Alezio sono i seguenti: name text street Città di Alezio Il centro di Alezio continuò a essere abitato in età romana, ma venne abbandonato in epoca altomedievale. Fu ripopolato in età bassomedievale, come dimostra il santuario 'Madonna della Lizza', ma come piccolo agglomerato rurale e come possesso di ricchi latifondisti gallipolini. Dal '700 l'insediamento incominciò ad ampliarsi, ma sino al 1873 veniva denominato 'Villa Picciotti'. Parco archeologico [Alezio] Palazzo Tafuri [Alezio] Chiesa Madonna Addolorata [Alezio] Santuario Madonna della Lizza [Alezio] Museo Civico Messapico [Alezio] Il Parco archeologico è collocato presso il Museo civico archeologico. I corredi esposti provengono, nella grande maggioranza, dai contesti funerari di età messapica. Campleta la documentazione una notevole raccolta epigrafica e la vetrina degli ori con gioielli del I secolo a.c. All'esterno del museo sono visibili alcune tombe a camera messapiche, databili tra il VI e il II secolo a.c., composte da lastroni con una serie d iscrizioni. Palazzo Tafuri custodisce la Biblioteca comunale e il Museo civico archeologico. Risalente al XVIII, fu costruito in carparo locale e presenta sopra il portale d'ingresso lo stemma familiare, ovvero una quercia con due fulmini. Progettata nel 1838 dall'arch. Lorenzo Turco, la Chiesa della Madonna Addolorata fu completata solo nel 1875, mentre l'adiacente orologio pubblico fu costruito nel giro di due anni, per essere completato nel L'esterno è composto da due rampe di scale laterali e da una facciata semplice, arricchita soltanto dalla presenza di un rosone, di una cornice e da paraste. L'interno è decorato a stucco, in particolare sul soffitto del transetto (inclusa la cupola) e del presbiterio. Non si conosce la data esatta della costruzione della Chiesa della Madonna dell'alizza, ma si ipotizza questa sia iniziata poco dopo il 1268e si sia conclusa agli inizi del XIV secolo. Sostiene il De Giorgi che nell'ottocento fu collocato nella chiesa il quadro dell'assunta dipinto dal pittore settecentesco Carlo Malinconico nel 1806 e, contemporaneamente, fu data maggiore visibilità all'antica immagine greca della Vergine della Lizza, dipinta a fresco sul transetto di destra. Del ciclo cristologico sopravvivono l'annunciazione (assieme a S. Marina), la Natività, due santi vescovi e i santi Stefano ed Elia. Da notare il quadro di S. Pancrazio, opera eseguita del pittore gallipolino Gian Domenico Catalano. Il Museo civico archeologico è collocato nel palazzo settecentesco un tempo della nobile famiglia Tafuri. I corredi esposti provengono, nella grande maggioranza, dai contesti funerari di età messapica, campleta la documentazione una notevole raccolta epigrafica e la vetrina degli ori con gioielli del I secolo a.c. All'esterno sono visibili alcune tombe a camera messapiche, databili tra il VI e il II secolo a.c., composte da lastroni con una serie d iscrizioni. Strada vicinale Monte d'elia Via Kennedy Piazza Vittorio Emanuele II Largo Fiera Via Kennedy

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42 ACQUARICA DEL CAPO PATRIMONIO CULTURALE TERRITORIALE Si richiede di verificare la bontà delle informazioni e di suggerire eventuali beni territoriali che fossero sfuggiti al censimento. Castello [Acquarica del Capo]

43 All indirizzo è possibile consultare il censimento del patrimonio culturale territoriale anche dal punto di vista della esatta posizione dei PUNTI D INTERESSE sul territorio e la loro documentazione fotografica. L Amministrazione potrà consegnare ad Area Vasta Sud Salento altra documentazione fotografica, vecchie foto, rilievi, ecc.

44 I punti rilevati nel territorio comunale di Acquarica del Capo sono i seguenti: name text street Città di Acquarica del Capo [Acquarica] Celsorizzo [Acquarica] Grotta Madonna della Grotta [Acquarica] Frantoio ipogeo [Acquarica] Castello [Acquarica] Torre di Celsorizzo [Acquarica] Chiesa S. Nicola in Celsorizzo [Acquarica] Chiesa S. Carlo Borromeo [Acquarica] Il territorio di Acquarica del Capo conserva tracce di frequentazione sin dall'età neolitica, come hanno testimoniato i rinvenimenti scovati nella caverna Madonna della Grotta. L'insediamento di Acquarica viene attestato nelle fonti nell'età normanna, quando appartenne ai Guarini. Il toponimo dovrebbe derivare dalla natura paludosa del terreno, ricca di acquitrini, come d'altronde testimonia la predilezione degli abitanti del posto nella lavorazione del giunco. A nord dell'abitato attuale, sorge la contrada Celsorizzo, antico insediamento attestato in epoca medievale ed abbandonato probabilmente nel XV sec. Dell'antico insediamento facevano parte alcune vestigia oggi in piedi: la torre di Celsorizzo, la cappella di S. Nicola e la chiesa Madonna dei Panetti. La grotta, conosciuta come "Madonna della rutta" ossia Madonna della Grotta, ha restituito dei reperti di età neolitica, ma ha avuto una continuità di frequentazione in epoca cristiana. Lungo le pareti compaiono iscrizioni d'età medievale, croci e lettere greche. Il luogo ha avuto almeno un altare e delle pitture, delle quali oggi rimangono labili tracce. I trappeti a grotta erano ubicati nel casale di Celsorizzo e nel nucleo antico del paese ma furono scavati dopo il XVI sec, quando l'insediamento stesso era già scomparso. L'unico visitabile è il frantoio ipogeo della Madonna dei Panetti, adiacente all'omonima chiesetta, tanto che si crede fosse una cripta rupestre, più antica dell'edificio sacro che gli sorge a fianco. Il castello medievale, nelle sue forme attuali, venne edificato nel corso del XV secolo da Giovanni Antonio Orsini Del Balzo, con torrioni circolari e un piazzale d'armi che ospita una cappella. Alcuni stemmi sono posti lungo le pareti, ma databili dal XVI sec. in poi. La torre, di datazione tardo trecentesca, fu inglobata dalla successiva masseria ed è caratterizzata dalla pianta quadrata con feritoie e caditoie. Nella base scarpata della torre si conserva una piccola cappella dedicata a San Nicola e preesistente alla stessa torre, in quanto risalente al 1283, con affreschi bizantini. L'adiacente torre colombaia, a pianta circolare, fu edificata nel 1550 dalla famiglia feudale dei Guarino come si evince dallo stemma e da un'iscrizione sulla porta d'ingresso. La chiesetta di S. Nicola, inglobata nella scarpata della successiva torre, risale al 1283 e fu voluta da Ioannes de Ogento, come indica l'iscrizione greca superstite dipinta in controfacciata. L'interno presenta una sola abside dove è campito un Cristo Pantocratore e in basso S. Basilio e S. Giovanni Crisostomo. Lungo le pareti, dagli affreschi superstiti si intuisce che in basso erano riprodotti pannelli votivi con santi, in alto alcune scene cristologiche. Si è conservato in modo straordinario un brandello dell'ultima Cena, coperto da una successiva arcata ad ogiva, al fine di sostenere il peso della torre tardo trecentesca. La Chiesa S. Carlo Borromeo fu edificata agli inizi del XVII secolo ed è una delle prime parrocchie dedicate al santo vescovo milanese. L'interno è a due navate. La navata grande ha l'altare maggiore in pietra leccese, che porta ai suoi lati gli stemmi della cittadina. Lo sovrasta un organo a canne settecentesco e l'affianca il pulpito in Via del mare Strada vicinale cappella della grotta Via del mare Piazza S Carlo Via del mare Via del mare Piazza S Carlo

45 legno. Pregevoli le statue del patrono e altre raffiguranti la Madonna. Chiesa S. Giovanni Battista [Acquarica] Chiesa Madonna dei Panetti [Acquarica] Chiesa Madonna del Ponte [Acquarica] Colombaia [Acquarica] Museo del giunco [Acquarica] Nella Chiesa S. Giovanni Battista ha sede la confraternita di Maria SS.ma Assunta in cielo, attestata già nel I confratelli la ricostruirono interamente nel 1828, a loro spese, sull'area della precedente struttura cinquecentesca che era stata la chiesa parrocchiale del casale di Acquarica fino al 1619, come dice l'epigrafe latina posta sulla porta d'ingresso. Alle spalle, è apposta una epigrafe greca settecentesca. La chiesa della Madonna dei Panetti è la chiesa dell'antico casale di Celsorizzo, abitato fino al XV sec. Risalirebbe al XII secolo, come riferiscono alcune iscrizioni dei muri esterni e soprattutto le due absidi con tracce di campiture palinseste all'interno. Il nome deriverebbe, secondo una tradizione attestata agli inizi del XVIII secolo, dai panetti distribuiti ai poveri e confezionati con il grano raccolto nei dintorni. La facciata della Chiesa Madonna del Ponte reca lo stemma di Acquarica ed è delimitata da due lesene e un frontone. L'interno è a una sola navata, scandito da 3 arcate. Oltre all'altare maggiore, sono presenti quelli intitolati alla Madonna del Carmine, SS. Medici, della Sacra Famiglia e di Maria Bambina, ricostruite nella fine XIX sec. La colombaia fu voluta da Fabrizio Guarino nel 1550, quando la torre fu affiancata da una masseria. Si presenta a pianta circolare. Il giunco palustre, raccolto nelle paludi e opportunamente trattato, veniva lavorato per ottenere cestini e manufatti dalle più svariate fatture, alcuni di questi meritarono un posto all Esposizione Mondiale di Vienna nel Prodotti dalle spurtare (cestinaie) di Acquarica del Capo, erano venduti nei mercati del Salento Meridionale e delle province di Brindisi e di Bari. Nel Museo sono rappresentate le varie fasi del lavoro del giunco: la raccolta, la bollitura, l essiccazione, la zolfatura e la lavorazione dei manufatti. L attrazione più significativa è rappresentata dal Presepe di Giunco. Piazza municipio Via del mare Via Epifanio Coletta Via del mare Parco delle Rimembranze

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48 ANDRANO PATRIMONIO CULTURALE TERRITORIALE Si richiede di verificare la bontà delle informazioni e di suggerire eventuali beni territoriali che fossero sfuggiti al censimento. Cripta dello Spirito Santo [Andrano]

49 All indirizzo è possibile consultare il censimento del patrimonio culturale territoriale anche dal punto di vista della esatta posizione dei PUNTI D INTERESSE sul territorio e la loro documentazione fotografica. L Amministrazione potrà consegnare ad Area Vasta Sud Salento altra documentazione fotografica, vecchie foto, rilievi, ecc.

50 I punti rilevati nel territorio comunale di Andrano sono i seguenti: name text street Città di Andrano Borgo di Castiglione [Andrano] Marina di Andrano [Andrano] Cripta dell'attarico [Andrano] Cripta dello Spirito Santo [Andrano] Castello Spinola- Caracciolo [Andrano] Torre di Andrano [Andrano] Palazzo Mellacqua [Andrano] Palazzo Bacile [Andrano] Chiesa di S. Andrea [Andrano] Le origini di Andrano si confonderebbero con quelle dell'antico insediamento di Cellino, assumendo poi il nome attuale solo nel medioevo, in onore di S Andrea, santo protettore dell'attività molto diffusa allora, quella della pesca. Appartenne a diverse dinastie, tra cui i Caracciolo che completarono nel '700 i lavori del castello come dimora gentilizia. Il borgo di Castiglione è di origini remote e pare sia sorto nel luogo dove esisteva una rocca andata distrutta nel X secolo dai barbari. Tra le prime tracce, una cripta medievale chiamata dello Spirito Santo. Fu comune autonomo sino al 1859, anno in cui passò sotto l'amministrazione del comune di Andrano. Marina di Andrano è una località marittima che si estende lungo il litorale per circa 3 km. La costa presenta tratti di scogliera che si alternano a piccole spiagge, delle quali le principali sono La Botte e Marina della Torre. Il nome 'Attarico' dato alla cripta deriverebbe da 'Taricum', che in greco significa concia, in quanto l'arte delle pelli era una volta qui molto diffusa. Pochissime le tracce di affresco visibili, tra cui quelle sull'unico altare, forse una Madonna con Bambino. Sulla destra, la presenza di una croce patente di probabile origine templare. La Cripta dello Spirito Santo è un antico luogo di culto di epoca imprecisata che conserva tutt'oggi un affresco sull'unico altare esistente, raffigurante lo Spirito Santo sottoforma di Trinità. Lungo le pareti il caratteristico gradino-sedile. Nelle immediate prossimità erano ubicati diversi Frantoi Ipogei. Il Castello Spinola-Caracciolo trova le sue origini nel XIII secolo come opera fortificata. L'edificio venne successivamente adeguato alle nuove esigenze belliche nel XV secolo, epoca in cui i Saraceno erano signori di Andrano. Il lato occidentale è databile al XVI secolo. La loggia barocca, sul fronte principale, segna invece la trasformazione del maniero in dimora gentilizia; così come il doppio ordine di arcate con pilastri e lesene, presente lungo il lato settentrionale, è in linea con il gusto architettonico settecentesco. Adesso è proprietà comunale. La Torre di Andrano, chiamata anche Torre di Porto di Ripa, fu costruita nella seconda metà del XVI sec., i suoi ruderi oggi si sviluppano su un solo piano presentandosi in forma tronco-conica. Palazzo Mellacqua, del XVIIII sec., è composto da due piani con due entrate separate. Lo stemma della famiglia è visibile sull'entrata di via Pisanelli. Originariamente edificato attorno ad un'antica Rocca, oggi Palazzo Bacile fa bella mostra di sé nella piazza principale con le otto eleganti arcate del piano superiore. La chiesa Madre del paese è dedicata al patrono S. Andrea Apostolo e fu riedificata nel 1741, molto probabilmente sui resti di una costruzione Strada vicinale Madonna di Attarico Vico Italia - Castiglione Piazza Castello Via Amerigo Vespucci Via Pisanelli - Castiglione Piazza Libertà - Castiglione Piazza Castello

51 Chiesa di S. Maria delle Grazie o dei Domenicani [Andrano] Chiesa di S. Maria Maddalena [Andrano] Chiesa di S. Michele [Andrano] Chiesa della Madonna Annunziata [Andrano] quattrocentesca. Nel corso dei decenni subì diverse trasformazioni; quella più importante fu l'ampliamento della struttura nel 1836, che ha dato l'attuale conformazione a croce latina. La chiesa del Convento dei Domenicani, conosciuta anche con il titolo di S. Maria delle Grazie, è una costruzione cinquecentesca. Di particolare rilievo artistico è l altare maggiore in stile barocco che custodisce un affresco quattrocentesco della Madonna delle Grazie, ritenuto miracoloso in quanto, secondo una tradizione locale, salvò il paese da un'incursione dei Saraceni. La Chiesa di S. Michele fu ricostruita nel XVIII sec. su antiche preesistenze, ancora visibili sul muro meridionale, si presenta con una semplice facciata e all'interno un unico altare. La chiesa matrice di Castiglione, dedicata a S. Michele, è di datazione seicentesca. Il fronte dell'edificio è diviso in due ordini, di cui il secondo è ornato dal una finestra. L'interno è a croce latina a navata unica. Interessante l'altare a sinistra del transetto, intitolato a S. Antonio con ovali che riproducono scene di vita. La Chiesa Madonna Annunziata è un piccolo edificio che sorge in prossimità del palazzo Bacile, dalle linee sobrie e semplici, di probabile datazione settecentesca. Via Roma Via Italia - Castiglione Piazza Libertà - Castiglione Piazza Libertà - Castiglione Villa Petrini [Andrano] Giardini pubblici posti alle spalle del castello Via Aldo Moro Punto panoramico Attarico [Andrano] Porticciolo Marina di Andrano Parco naturale regionale Costa Otranto - Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase [Andrano] Dalla zona sud di Andrano, tra la cripta dell'attarico e l'ex abbazia del Mito, è possibile godere di uno dei panorami più belli del Salento, con la scogliera che degrada dolcemente sul mare. Il porticciolo di Marina di Andrano si trova 2,5 M a nord di Tricase, ed è costituito da uno scalo di alaggio e da due banchine di 45 m dove possono trovare ormeggio circa 50 imbarcazioni da pesca e da diporto di piccolo tonnellaggio Il Parco naturale regionale Costa Otranto - Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase è un parco regionale istituito nel 2006 e rappresenta il più grande tra i parchi regionali istituiti nella provincia di Lecce. I comuni che ne fanno parte sono 12: Alessano, Andrano, Castrignano del Capo, Castro, Corsano, Diso, Gagliano del Capo, Ortelle, Otranto, Santa Cesarea Terme, Tiggiano e Tricase. Strada comunale Saccuddi Marina di Andrano Costa di Andrano

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54 MAGLIE PATRIMONIO CULTURALE TERRITORIALE Si richiede di verificare la bontà delle informazioni e di suggerire eventuali beni territoriali che fossero sfuggiti al censimento. Menhir Crocemuzza o Franite [Maglie]

55 All indirizzo è possibile consultare il censimento del patrimonio culturale territoriale anche dal punto di vista della esatta posizione dei PUNTI D INTERESSE sul territorio e la loro documentazione fotografica. L Amministrazione potrà consegnare ad Area Vasta Sud Salento altra documentazione fotografica, vecchie foto, rilievi, ecc.

56 I punti rilevati nel territorio comunale di Maglie sono i seguenti: name text street Città di Maglie Morigino [Maglie] Dolmen Canali [Maglie] Dolmen Grotta [Maglie] Dolmen Caramauli [Maglie] Dolmen Masseria Nuova [Maglie] Le tracce antropiche più antiche di Maglie sono antichissime. In località 'Cattie' sono state rinvenute selci dell'industria musteriana, risalenti al paleoltico medio, mentre altre tracce preistoriche risultano essere i numerosi complessi megalitici (dolmen e menhir). Il nucleo di Maglie era sicuramente abitato in età medievale e conosce una notevole espansione sotto i feudatari Capece. Il toponimo deriverebbe da 'Malla/e', altura. Il nucleo ebbe origini in età medievale. Secondo lo storico locale Arditi l'origine proviene da Moro, capitano dei Saraceni, non volendo tenere insieme tutte le sue truppe decise di dividerle in due accampamenti strategici: una parte si stanziò dove poi sorse il Borgo di Morigino e l'altra diede vita all'odierna Cannole. Le vicende feudali collegano Morigino al vicino insediamento di Maglie. Viene individuato da Luigi Corsini nel 1972, nell'omonimo fondo, a poche centinaia di metri dal dolmen Chianca, oggi semidistrutto. Il Corsini lo descrive accuratamente, nella forma e nella struttura, che ipotizza rimaneggiate. Oggi questo dolmen, con una prodromos di pietre sovrapposte ben conservata, che lo rende unico in loco tra quelli superstiti, ha i lastroni di copertura residui spessi da 15 a 40 centimetri, saldamente sostenuti da massicci ortostati monolitici, accresciuti da numerose pietre di rincalzo. ( Segnalato da Luigi Corsini, che lo individua nel 1977, in località San Sidero alla periferia di Maglie. È oggi custodito in un fondo recintato in uno slargo cinto da fitta vegetazione. Questo dolmen ha il lastrone di copertura di forma multilaterale irregolare, spesso da 25 a 35 centimetri, sostenuto da tre ortostati monolitici, di cui uno con una pietra di rincalzo, che poggiano su un banco di roccia affiorante. ( Lo individua Luigi Corsini nel 1981, in un oliveto, a pochi metri dalla zona industriale di Maglie, al confine col territorio di Cursi. Lo descrive, collocato su un banco di roccia affiorante, già in condizioni precarie «attualmente la lastra di copertura è semiriversa nella cella» e menziona anche un ortostato abbattuto nella stessa. Descrive poi il lastrone di copertura spesso 20 centimetri, largo metri 1,30 e profondo un metro, sostenuto da quattro ortostati, di cui uno monolitico. Oggi il dolmen, assediato dall'edera, appare ulteriormente compromesso. ( Di questo dolmen, rilevato e segnalato da Luigi Corsini, Oreste Caroppo ci mostra alcune foto cha egli stesso ha realizzato nel luglio 1993, anno in cui ha documentato il megalite, che aveva osservato, come ci racconta, alcuni anni prima, quando non se ne conosceva ancora l esistenza. Collocato fuori dalla periferia di Maglie, in località San Sidero, nei pressi della omonima masseria, serrato dai rovi e dalla vegetazione spontanea, si trova alla base di un loto in un terreno ricco di affioramenti litici. Ha il lastrone di copertura di forma circolare irregolare, spesso circa 25 centimetri, sostenuto da tre ortostati monolitici, di cui uno con delle pietre di rincalzo, che poggiano su un banco di roccia affiorante. Il megalite oggi è meglio distinguibile, liberato da un certo numero di conci squadrati, che osservando le foto del 1993, si notano addossati in più Via vecchia comunale Luci Contrada Zarena Strada vicinale per Maglie Cortine Contrada Zarena

57 Dolmen Pino [Maglie] Dolmen Specchia [Maglie] Menhir Calamauri [Maglie] Menhir Crocemuzza o Franite [Maglie] Menhir Morigino [Maglie] punti dello stesso. ( Segnalato da Luigi Corsini, che lo individua nel 1977, in località San Sidero alla periferia di Maglie. Seminascosto dalla fitta vegetazione, è oggi custodito in un fondo recintato. Noi, cortesemente autorizzati dalla proprietà, alla quale il megalite, come ci viene dalla stessa raccontato, è noto da tre generazioni, lo abbiamo fotografato nel gennaio Questo dolmen ha il lastrone di copertura di forma pentagonale irregolare, spesso circa 25 centimetri, sostenuto da due ortostati, in parte monolitici, e da uno sperone di roccia affiorante. Probabilmente, come annota lo stesso Corsini, si è spostato dalla posizione originaria, anche se in misura minima, per via della configurazione orografica del terreno. altezza m 0,55 larghezza m 1,30 profondità m 1,35 ( Viene rinvenuto il 2 gennaio 1978 in località San Sidero da Luigi Corsini. Questo dolmen ha il lastrone di copertura di forma poligonale irregolare spesso fino a 60 centimetri, sostenuto da quattro ortostati, tre in parte monolitici con delle pietre di rincalzo, l'altro di materiale litico sovrapposto a secco, che poggiano su un banco di roccia affiorante. Osservando la foto dell'epoca, il megalite differisce dai rilievi effettuati dal Corsini per via di una struttura di pietre a secco, allora addossata, oggi in parte crollata. altezza m 1,00 larghezza m 2,50 profondità m 1,60 ( Cosimo De Giorgi segnala questo menhir fuori dalla periferia di Maglie, verso Melpignano. Oggi il nuovo assetto stradale e la zona industriale sorta a ridosso, hanno mutato profondamente il sito originario descritto dal De Giorgi. Il menhir, invece, conserva tutte le caratteristiche descritte nella segnalazione, vistosamente inclinato, ha più croci incise sulle facce e oggi è protetto da una ringhiera di metallo. altezza: m 3,70. sezione: m 0,51x0,25 ( È stato rinvenuto da Cosimo De Giorgi alla fine del XIX secolo, fuori dalla periferia di Maglie, in contrada Franite, «nel punto segnato sulle carte militari col nome Crocemozza». Demolito nel 1958 e successivamente riedificato, il monolite, con delle croci incise sulle facce, protetto da una bassa recinzione di metallo, si trova oggi nel sito originario, infisso nella roccia. Manca la piccola lastra litica alla sommità segnalata dal De Giorgi. altezza: m 4,30 sezione: m 0,44x0,34. ( Non ci sono notizie su rinvenimento e provenienza di questo monolite, collocato oggi all'interno di una corte nell'abitato di Morigino. Di sicuro non ha nessuna analogia col menhir Santa Maria, annoverato in questo sito tra i menhir scomparsi e Contrada Zarena Strada vicinale Zarena SS 16 Strada vicinale Fraganite- Muro Leccese Via Tasselli, 6

58 descritto dal De Giorgi, che lo trova abbattuto da un uragano avvenuto nel giugno altezza m 2,20 sezione m 0,25x0,22. ( Menhir Spruno [Maglie] Cosimo De Giorgi, il 18 gennaio 1881, lo localizza nella campagna, a ridosso della ferrovia Maglie-Bagnolo, a poco meno di 5 chilometri dalla stazione di Maglie. Il megalite, fotografato poi da Pasquale Maggiulli nel 1915, si può osservare oggi, saldamente infisso nel terreno, nel sito originario. ( Palazzo Capece [Maglie] Chiamato anche palazzo baronale, fu la residenza dei feudatari di Maglie. Probabilmente vanta origini medievali essendo stati rinvenuti i resti di una fortificazione di età angioina, demolito poi dal duca Ascanio Filomarino nel XVIII secolo. Fu cosi progettata una residenza signorile tipica dell'epoca con un portale composto da due maestose colonne e una balaustra: grande risalto occupa lo stemma della famiglia Capece, nel frattempo divenuta famiglia feudataria. Attualmente adibita a liceo classico. Palazzo del Municipio [Maglie] Palazzo Garzya [Maglie] Duomo [Maglie] Cappella Addolorata [Maglie] Cappella Madonna di Leuca [Maglie] Cappella S Martino [Maglie] Chiesa Madonna delle Grazie [Maglie] Sorto a metà Ottocento, il progetto originario comprendeva un pianterreno con un porticato a cinque arcate per il mercato settimanale, due stanze a sinistra per gli Uffici del Conciliatore, una camera a destra per il Capo di guardia dell'urbano, due camere per prigioni ed un altro locale sul primo ballatoio della scala, pure destinato a prigione. Al primo piano erano previsti sei locali per il Regio giudicato e cinque vani per l'amministrazione comunale. Al centro dell'edificio nella parte superiore fu ricavata la macchina dell'orologio pubblico. ( Realizzato nella prima metà dell'ottocento è situato di fronte al palazzo baronale. Sull'angolo sud-est della facciata insiste ancora una garitta circolare la cui esistenza è legata alla tradizione "degli spioni", personaggi che spiavano, senza essere visti, tutti i movimenti che avvenivano nella centralissima piazza di Maglie. Il duomo o chiesa della Collegiata, in stile barocco, sorge sullo stesso luogo di due precedenti chiese, rispettivamente del XVI e XIV secolo. All'edificio, di forma convessa, è affiancato un campanile che ricorda quello del duomo di Lecce, tanto che è stata avanzata la paternità a Giuseppe Zimbalo. L'interno custodisce tele sei-settecentesche di artisti locali e altari barocchi in pietra leccese, in particolare i due del transetto, intitolati ai santi vescovi Oronzo e Nicola. Sita in località Morigino, fu costruita tra XVIII-XIX secolo. L'interno si pone in continuità alla sobrietà dell'esterno, custodendo una statua e tela della Vergine Addolorata. Cappella sita a nord del paese. Si presenta con linee assolutamente semplici, mentre all'interno sono presenti alcune riproduzioni votive. La cappella, ricostruita nel 1787, era anticamente intitolata all'annunciazione. Di recente sono emerse le sepolture ascrivibili all'epoca medievale. La Chiesa, in stile barocco, ha una facciata semplice e lineare, quindi lontana dalle forme esuberanti, tipiche del barocco leccese. Costruita nella prima metà del XVI secolo, vide, per la sua realizzazione, l'alternarsi di artisti quali Agostino Martinelli e Giulio Cesare Penna. Sul portale, racchiuso tra due colonne Strada comunale Morigino II/dell'Abbondanza Via Orfanotrofio Piazza Aldo Moro Via Orfanotrofio Via Roma SP 274 Via Madonna di Leuca Via Annesi Via Roma

59 Chiesa Madonna di Costantinopoli [Maglie] Chiesa S Antonio Abate [Maglie] Chiesa S Giovanni Battista [Maglie] Chiesa S Maria della Scala [Maglie] Chiesa Sacro Cuore [Maglie] Santuario Addolorata [Maglie] Chiesa SS Cosma e Damiano [Maglie] Colonna Madonna delle Grazie [Maglie] tortili, è collocata la statua della Vergine col Bambino. L'interno presenta un'unica navata, in fondo alla quale è collocato l'altare Maggiore realizzato nel 1645 dallo scultore Giovan Donato Chiarello. Rimarchevoli, inoltre, le piccole sculture presenti sopra l'altare raffiguranti l'incoronazione della Vergine La Chiesa della Madonna di Costantinopoli, venne ricostruita nel 1884 sulle rovine della chiesa più antica. La chiesa fu completata nel All'interno del sacro edificio, a tre navate, sono presenti un quadro a rilievo raffigurante la Vergine e la statua di Sant'Antonio di Padova eseguite dal leccese Giuseppe Manzo. La chiesetta vanta origini antiche, alla fine del XIV secolo, ma viene citata per la prima volta nel La semplicità della facciata viene ravvivata dalla presenza dello stemma civico, il quale raccorda il portale con la finestra. L'interno è a due navate con diversi affreschi sulla volta. All'interno inoltre è custodita la 'ruota degli esposti', ovvero un meccanismo girevole di forma cilindrica dove venivano lasciati i neonati abbandonati Ubicata nella frazione di Morigino, è stata eretta alla fine del XVI secolo, cosi come recita la data del portale (1598). Lo stesso portale risulta essere ricco di motivo decorativi e sormontato da un timpano spezzato, cosi come le due nicchie laterali. Le finestre poste più in alto hanno un timpano curvilineo, mentre sulla sommità è posta la statua del santo Battista. L'interno è ben illuminato e a navata unica, con alcune tele interessanti, tra cui quella di san Giovanni Battista (XVII secolo) Sorta su un sacro edificio preesistente, la chiesa esisteva già all'epoca della visita pastorale del Nel 1585 la chiesa venne a far parte del convento abitato da Francescani Conventuali, fino alla soppressione del La facciata è settecentesca ma il portale risale al L'interno, scandito da tre navate, è dominato dagli stucchi settecenteschi. Degni di nota sono gli altari barocchi del transetto, intitolati alla Madonna della Scala e Madonna del Rosario. Intitolata anche a sant'antonio Abate (nelle vicinanze esiste ancora la cappella intitolata al santo), la chiesa fu edificata nel 1959 su disegno dell'architetto Antonio Provengano. La facciata si presenta semplice, con una serie di spazi vuoti dove sono allocate le campane. L'interno è ad aula unica e decorato da una serie di scene mosaicate e alcune tele. Elevata a dignità di santuario nel 1988, la chiesa fu costruita tra il 1722 e il L'esterno si presenta composto da due ordini, separati da una cornice dentellata mentre, sulla finestra in alto, compare lo stemma dell'università di Maglie. L'interno è a navata unica e scandito da sei altari laterali, oltre a quello maggiore. Di notevole interesse, l'altare di san Giovanni Battista e i dipinti di De Simone e Mangionello. La Chiesa dei Santi Medici fu costruita fra il 1884 e il Realizzata in stile neoclassico, tipico della fine dell'ottocento, presenta una pianta ovale sormontata da una cupola. L'interno ospita, oltre l'altare maggiore, quattro altari laterali. In cartapesta sono le statue dei Santi Cosma e Damiano e di Santa Lucia, quest'ultima realizzata nel Eseguita su committenza della confraternita della Natività della Vergine (detta anche Madonna delle Grazie) nella Via Vittorio Emanuele II Via sant'antonio Abate Piazza San Giovanni Via Capitano N. Macchia Via Gallipoli Via Madonna Addolorata Via Roma via Roma

60 Villa Tamborrino [Maglie] Museo preistorico De Lorentis [Maglie] Museo conceria Lamarque [Maglie] seconda metà del XVII secolo, la colonna in pietra leccese ed è alta 15 metri. Sopra il capitello svetta la statua della Vergine, mentre sulla base poggiano, ai quattro lati, le statue di sant'antonio, san Leonardo, san Nicola e sant'oronzo. Villa Tamborino fu progettata da Tommaso Pispico per il senatore Achille Tamborino. Venne ultimata nel 1874 come giardino privato dell'antistante Palazzo Tamborino. Fisicamente separato dalla residenza da una piazza pubblica, il parco si apre con un padiglione d'ingresso di gusto neoclassico scolpito con ghirlande e cornucopie. Il Museo attualmente occupa i locali del prestigioso Palazzo Sticchi. È un Museo didattico, ricco di pannelli esplicativi che illustrano fasi ed aspetti della storia e della civiltà del periodo che va dal Cretaceo all'età dei Metalli. Nel Museo è attivo un laboratorio di restauro. Nella metà dell'800 i fratelli Pierre e Jean Lamarque, esperti pellettieri provenienti dal sud della Francia, giungono a Maglie su invito del commerciante Raffaele Garzya. Pierre Lamarque sposa una nobildonna del posto e nel 1848 crea la conceria che sarà attiva sino agli anni '60 del XIX secolo. Oggi Luigi Orione Amato ha restaurato l'edificio appartenente alla sfera dell'archeologia industriale, adibendolo a museo della concia delle pelli. Via Muro Via Vittorio Emanuele, 117 Voa Roma, 138

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65 MIGGIANO PATRIMONIO CULTURALE TERRITORIALE Si richiede di verificare la bontà delle informazioni e di suggerire eventuali beni territoriali che fossero sfuggiti al censimento. Palazzo Episcopio All indirizzo è possibile consultare il censimento del patrimonio culturale territoriale anche dal punto di vista della esatta posizione dei PUNTI D INTERESSE sul territorio e la loro documentazione fotografica. L Amministrazione potrà consegnare ad Area Vasta Sud Salento altra documentazione fotografica, vecchie foto, rilievi, ecc. 1

66 I punti rilevati nel territorio comunale di Miggiano sono i seguenti: name text street Città di Miggiano Le origini della comunità di Miggiano risalgono al periodo medievale, prova ne siano le attestazioni nei registri angioini e le pitture bizantine della cripta di S. Marina. Probabilmente fu distrutta nel 1480 dai Turchi, passò sotto la giurisdizione della diocesi di Castro e poi di Otranto. Già all'epoca dell'abolizione della feudalità, Miggiano era parte integrante della diocesi di Ugento. Oggi ha il titolo di città. Il centro storico presenta diverse abitazioni a corte. Palazzo Vernaleone [Miggiano] Edificato tra il XVII e il XVIII secolo, Palazzo Vernaleone non conserva molto della struttura originaria a causa dei numerosi rimaneggiamenti susseguitisi nei secoli fino alla prima metà del Novecento. Di autentico la porzione superiore, ascrivibile al XVI secolo. Vico Barone Vernaleone Palazzo Episcopio [Miggiano] Palazzo Episcopio si colloca ai limiti di un grande bosco che un tempo confinava con l'abitato. La prima edificazione della struttura sembra risalire all'arrivo degli Agostiniani nel paese, a cavallo tra XVI e XVII secolo. Qui i religiosi pare lavorassero la canapa e il lino, in grandi vasche di pietra, per la produzione di carta. Con il passaggio di proprietà alla famiglia Episcopo di Poggiardo, il palazzo assunse l'aspetto attuale. Tutto intorno allo stabile si estende un lussureggiante giardino con sentieri e pergolati. Via S. Barbara 2

67 Chiesa di S. Vincenzo [Miggiano] Chiesa della Madonna del Carmine [Miggiano] Chiesa di S. Marina e Cripta [Miggiano] Cripta di S. Marina [Miggiano] Cappella di S. Giuseppe [Miggiano] Cappella dell' Addolorata [Miggiano] Colonna di S. Vincenzo [Miggiano] La Chiesa Madre è dedicata a S. Vincenzo martire, protettore del paese e della Diocesi di Ugento. La sua edificazione risale al XVI secolo e ha subito non poche modifiche e ampliamenti nel corso dei secoli, in particolare tra fine '700 e inizi '800. L'area presbiteriale ospita un pregevole coro e un altare maggiore impreziosito da una tela raffigurante S. Vincenzo, dipinta nei primi anni del XVII secolo dal neretino Donato Antonio D'Orlando. Risalente al XVIII secolo, la Chiesa Madonna del Carmine conserva pochi elementi interessanti. Presenta una facciata semplice con un portale che ostenta elementi decorativi tipici della fine del '700. La chiesetta di S. Marina, oggi visitabile, risale alla seconda metà dell'800. Dalla facciata lineare, con un oculo al centro per trasmettere la luce, ha sull'unico altare un dipinto a tempera che riproduce in alto S. Marina e in basso i due Santi Medici. Situata sotto l'omonima cappella nei pressi del cimitero comunale, la cripta italo-greca è databile ai secoli X-XI. Di particolare importanza sono gli affreschi bizantini, posizionati per la maggior parte nel vano a sinistra dell'ingresso; in particolare, degna di interesse è la 'Dormitio Virginis', ovvero il transito di Maria, dalla datazione controversa (XI o XIII secolo). Altri affreschi sono S. Michele, S. Nicola e S. Caterina, mentre il dipinto di S. Marina è di datazione settecentesca. La Cripta di Santa Marina è situata sotto l'omonima cappella nei pressi del cimitero comunale. Si tratta di una cripta italo-greca, databile ai secoli X-XI. Di particolare importanza sono gli affreschi bizantini, posizionati per la maggior parte nel vano a sinistra dell'ingresso; in particolare, degna di interesse è la 'Dormitio Virginis', ovvero il transito di Maria, dalla datazione controversa (XI o XIII secolo). Altri affreschi sono S. Michele, S. Nicola e S. Caterina, mentre il dipinto di S. Marina è di datazione settecentesca. Di proprietà privata, la chiesa di S. Giuseppe è sempre chiusa, ma dovrebbe avere origini ottocentesche. la Cappella dell' Addolorata appartenente alla famiglia Raho, è sempre chiusa. Di probabile origine settecentesca. Al centro di piazza municipio sorge la colonna con in alto la statua di S. Vincenzo, santo protettore di Miggiano. Databile alla fine del XVIII secolo. Via Chiesa Via Roma Via Dante Aligheri Via Dante Aligheri Via arcivescovile Via Scalella Piazza S. Vincenzo 3

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70 MINERVINO DI LECCE PATRIMONIO CULTURALE TERRITORIALE Si richiede di verificare la bontà delle informazioni e di suggerire eventuali beni territoriali che fossero sfuggiti al censimento. Casino Venturi All indirizzo è possibile consultare il censimento del patrimonio culturale territoriale anche dal punto di vista della esatta posizione dei PUNTI D INTERESSE sul territorio e la loro documentazione fotografica. L Amministrazione potrà consegnare ad Area Vasta Sud Salento altra documentazione fotografica, vecchie foto, rilievi, ecc. 1

71 I punti rilevati nel territorio comunale di Minervino di Lecce sono i seguenti: name text street Città di Minervino di Lecce Il nome Minervino, secondo la tradizione, deriverebbe dalla presenza di un tempio intitolato alla dea Minerva, ma nessun indizio o rinvenimento avvalorerebbe questa ipotesi. Il territorio circostante in realtà presenta già frequentazioni dell'età del Bronzo come attestano il dolmen 'Li Scusi' e il menhir 'Monticelli'. L'insediamento di Minervino è accertato invece, con sicurezza, sin dall'età angioina. Specchia Gallone [Minervino] La comunità di Specchia Gallone ha origini sconosciute. Come indica il toponimo, qui vi sorgeva una torre di vedetta a difendere l'entroterra di Castro, ma la popolazione crebbe soltanto con la presenza della famiglia Gallone, che detenne il feudo dal 1618 dandole il nome. Il monumento più antico esistente è la chiesa di S Anna, ascrivibile al XIII sec Piazza del popolo 2

72 Cocumola [Minervino] Il borgo di Cocumola ha origini controverse. Se le tracce del territorio fossero dell'età del Bronzo, così come attestavano due dolmens oggi distrutti, secondo la tradizione il toponimo indicherebbe una riserva di di granai (dal latino 'cumulus'), così come conferma il recente rinvenimento di 14 silos in Piazza S Nicola (però datati al XV-XVI sec). Secondo altri studiosi il nome deriverebbe da 'cucuma', ovvero vaso di creta, ad indicare una fiorente attività di vasai. Il nome della comunità cambiò in età rinascimentale, assumendo anche il nome di ìs Joannis di Cocumola' Menhir Monticelli [Minervino] Ubicato in direzione Uggiano, il Menhir Monticelli è alto 1,80 metri e si presenta fortemente irregolare, con una sbozzatura in alto. Dolmen Li Scusi [Minervino] Alto 1 metro, il Dolmen Li Scusi presenta una ampia lastra di copertura (250x380 cm) e sorretta da 8 piedritti composti da più pietre, tranne uno che risulta monolitico. L'area circostante il monumento dell'età del Bronzo medio è stata recuperata per la realizzazione del Parco culturale del Dolmen Li Scusi. Menhir La Croce [Minervino] Menhir Pizzilonghi-Urpinara [Minervino] Palazzo Venturi [Minervino] Palazzo Scarciglia [Minervino] Palazzo Gallone [Minervino] Palazzo Pasca [Minervino] Dei 3,57 m originari del Menhir La Croce rilevati dal De Giorgi nella seconda metà del XIX sec., oggi rimane soltanto una porzione alta 3,20. Presenta gli spigoli in alto decisamente arrotondati, opera di un restauro avvenuto in tempi relativamente recenti. Il Menhir Pizzilonghi-Urpinara, alto 2,30 m., è infisso nella vegetazione nella banchina della strada ed ha l'aspetto di una lastra Palazzo Venturi è sito in via Castello, nel punto di congiunzione con via Roma. Viene chiamato palazzo per distinguerlo dall'altra abitazione di famiglia, posta allora in aperta campagna e con caratteri fortemente militari, ma fu la stessa famiglia ad edificare entrambe le costruzioni, prova ne sia l'identico stemma di famiglia sul portale. Questo palazzo ha caratteri più residenziali. Come il casino Scarciglia, è composto di due piani e ha un portale di accesso decorato a bugnato, ma presenta una facciata più sobria e un corpo centrale più alto. Palazzo Scarciglia, d'impianto settecentesco, si sviluppa soprattutto sul piano orizzontale, con la presenza di ben tre portali di accesso con arco a tutto sesto e con piche decorazioni del XVIII sec. I Gallone erano i proprietari del sito edificato dal 1618 e riedificarono in seguito la struttura già esistente, ampliandola. La facciata si presenta sobria, a due piani, con un austero portale sormontato da uno stemma e da un orologio in alto. Palazzo Pasca, dificato nella seconda metà del XVI secolo, ingloba una torre di fine '400. La facciata che si immette su Piazza S. Nicola presenta rifacimenti settecenteschi, con un portale sormontato da una elegante balaustra. All'interno, nel giardino, un grande esemplare di quercia vallonea. Piazza S. Nicola Strada Fontanelle Strada provinciale 56 per Uggiano Via Savoia Via Don Bosco Via Castello Via Scarciglia Via Pascoli Piazza S. Nicola 3

73 Casino Venturi [Minervino] Casino Venturi si presenta con una struttura dall'aspetto militare a causa della presenza di numerosi piombatoi in corrispondenza delle finestre. L'aspetto viene ingentilito dal portale ornato dalle sagome bugnate, al centro del quale campeggia lo stemma della famiglia Venturi. Chiesa di S. Croce [Minervino] Ubicata ad 1 km di distanza dall'abitato, la Chiesa di S. Croce risale alla seconda metà del XIII sec. La facciata è semplice e cuspidata, con archetti pensili in alto interrotti da una finestra di epoca successiva e arcate sul lato destro aggiunte in seguito solo a fini statici. L'interno custodisce almeno tre cicli di affreschi che spaziano dalla seconda metà del XIII sec sino alla fase barocca che ha visto anche la costruzione dell'altare a opera di Ambrogio Martinelli (1650), nascondendo l'abside che dall'esterno è comunque ben visibile. Nell'altare maggiore è custodito un affresco del XIV secolo ritraente una Madonna con Bambino. Chiesa di S. Pietro [Minervino] La chiesa ha origini nel XV sec ma presenta profondi rimaneggiamenti seicenteschi. La facciata è semplice e composta da due ordini, con un piccolo portale, finestra in alto e delle lesene ai lati. L'interno risulta essere spoglio, ma la particolarità della chiesa è l'iscrizione posta sull'architrave della porta laterale sinistra (XV sec): "Comu lu lione et lo re della nimali cu si Menerbino et lo re de li casali. A.D.M.CCCCLXXIII", tradotta in italiano: "Come il leone è il re degli animali così Minervino è il re dei casali. A.D.M.CCCCLXXIII". Chiesa di S. Biagio [Minervino] La chiesa matrice di Specchia Gallone è già attestata nella prima metà del XVI sec, ma il portale risale al 1604, così come recita l'iscrizione in alto. Lo stesso portale termina con un timpano spezzato, all'interno del quale compare la statua di S. Biagio vescovo, tra lo stemma dei Gallone e dell'università di Specchia Gallone. In corrispondenza dello stesso portale, un rosone finemente intagliato. Chiesa di S. Lucia [Minervino] Così come recita l'iscrizione sul portale, la Chiesa di S. Lucia risale al 1630 ed è anche intitolata alla Vergine Immacolata rappresentata in un medaglione in pietra posto su una facciatasemplice tra la finestra e il portale. Chiesa dell'addolorata [Minervino] La Chiesa della Madonna Addolorata fu edificata nel 1788 nel nucleo antico. L'edificio presenta un'elegante facciata con un portale e una finestra finemente scolpiti nella pietra leccese da maestranze salentine. E' a navata unica ed è impreziosita dalle tele attribuite a Oronzo Tiso. Via Podgora Via S. Croce Via Piave Piazza del popolo Via Sant'Angelo Via Scarciglia 4

74 Chiesa di S. Michele [Minervino] Chiesa di S. Anna e Calvario [Minervino] La Chiesa Matrice dedicata a S. Michele Arcangelo fu edificata nel sec. XVI su un'antica preesistenza nel nucleo antico. Presenta una facciata con elegante portale e soprastante rosone, di forma circolare, finemente intagliato nella pietra leccese, che richiama Santa Croce di Lecce. L'abside maggiore, opera di Gabriele Riccardi, è riccamente decorato. Di pregevole fattura è la maestosa campana di bronzo che, come si racconta, sia capace, con i suoi veementi tocchi, a tenere lontani dal centro abitato i temporali più violenti. Su uno dei portali si erge maestosa la statua di S. Michele. La Chiesa di S. Anna fu edificata nel sec. XIII fuori del centro storico di Specchia Gallone. Di modesta fattura, presenta una semplice facciata a capanna, mentre all'interno si scorgono interessanti affreschi del sec. XIV. La maggior parte del ciclo oggi visibile però risale alla fase tardo-cinquecentesca e rappresentano storie dell'antico e del Nuovo Testamento, oltre alla raffigurazione dei Santi e delle opere di carità del Committente. Di particolare pregio pittorico sono la rappresentazione del Giudizio Universale, posto sulla controfacciata, S. Francesco d'assisi, S. Antonio da Padova e S. Giorgio. All'esterno è sito un calvario di realizzazione ottocentesca. Chiesa di S. Nicola [Minervino] La Chiesa di S. Nicola risale al '700, ma presenta profondi rifacimenti di fine '800-inizi '900, quando fu rifatta la facciata e la retrostante torre dell'orologio. La facciata è slanciata, culminante con un timpano, divisa in due ordini da una cornice e scandita sul piano orizzontale da lesene. All'interno, una serie di pilastri dividono il corpo in tre navate; nel fondo della navata centrale, l'abside. Chiesa dell'assunta [Minervino] Punto panoramico in Via Bellini La Chiesa dell'assunta esistente già nel XVII sec. e fu ampliata nel secolo successivo, quando vi fu aggiunto un transetto, precisamente nel 1751, anno di realizzazione anche del portale. L'interno si presenta ad aula unica, con altare maggiore barocco. Da questo punto in Via Bellini è visibile un'ampia panoramica dell'abitato del capoluogo Minervino. Piazza Umberto I Via Sant'Anna Via Italia Nuova Via Savona Via Bellini 5

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78 MONTESANO SALENTINO PATRIMONIO CULTURALE TERRITORIALE Si richiede di verificare la bontà delle informazioni e di suggerire eventuali beni territoriali che fossero sfuggiti al censimento. Palmenti [Montesano Salentino] All indirizzo è possibile consultare il censimento del patrimonio culturale territoriale anche dal punto di vista della esatta posizione dei PUNTI D INTERESSE sul territorio e la loro documentazione fotografica. L Amministrazione potrà consegnare ad Area Vasta Sud Salento altra documentazione fotografica, vecchie foto, rilievi, ecc. 1

79 I punti rilevati nel territorio comunale di Montesano Salentino sono i seguenti: name text street Città di Montesano Salentino [Montesano] Palazzo Bitonti [Montesano] Le origini di Montesano risalgono all'epoca angioina quando alcuni coloni vi si stabilirono, in particolare su una piccola altura dall'aria salubre, donde il nome 'Montesano'. Appartenne, nel corso dei secoli, a diverse famiglie, fra cui gli Aquaviva e i Marulli. Nel 1927 divenne frazione di Miggiano, ma ottenne l'autonomia nel Palazzo Bitonti, posto a sud della Chiesa di S. Maria della Consolazione, è di proprietà comunale e presenta una facciata dal forte sviluppo orizzontale, senza troppi elementi decorativi. Piazza IV novembre Palazzo Bitonti 2 [Spongano] Posto tra la Chiesadi S. Maria della Consolazione e la Chiesa dell'immacolata, Palazzo Bitonti è un edificio ottocentesco (ma con nucleo seicentesco) che si sviluppa su due piani. Meraviglioso il giardino posto all'ingresso del palazzo oltre l'androne passante. Piazza IV novembre 2

80 Chiesa dell' Immacolata [Montesano] Chiesa di S. Donato [Montesano] Chiesa di S. Maria della Consolazione [Montesano] Cappella dell'addolorata [Montesano] Calvario [Montesano] Palmenti [Montesano] Padula Mancina [Montesano] La Chiesa Madre, dedicata all'immacolata Concezione, è una costruzione cinquecentesca totalmente rimaneggiata nel Si presenta con una sobria facciata scandita in tre parti da alte lesene. La parte centrale è arricchita da un elegante portale barocco sormontato da una statua in pietra della Vergine. Il prospetto termina con un frontone curvilineo ai lati del quale si ergono due campanili a vela. L'interno, a tre navate, ospita alcuni altari con rispettive tele. Interessante è l'altare barocco della Madonna del Buon Consiglio (XVIII sec) L'edificio attuale della Chiesa di S. Donato risale al 1775 ed è opera di Francesco Palma da Lecce che ha dato l'aspetto attuale a due ordini con un portale sormontato dalla statua del santo e una serie di paraste ripetute al primo ordine, con al centro una finestra. Secondo la tradizione l'edificio dovrebbe risalire al Quattrocento, epoca in cui viene datato l'affresco esistente sull'altare barocco. Molto sentito il culto per il santo vescovo, una delle feste più importanti del Salento. La Chiesa S. Maria della Consolazione è adiacente a palazzo Bitonti; risale al 1821 con una epigrafe, sopra il portale di accesso, datata Presenta una facciata sobria, a due ordini più un timpano curvilineo, con al centro l'elemento del traforo. La Cappella dell'addolorata è una modesta costruzione realizzata nel 1856, adiacente la chiesa madre dell'immacolata. Possiede un solo altare in pietra leccese sul quale è incassata la tela della Vergine Desolata, una variante della Mater Dolorosa che nell'ottocento conobbe una grande diffusione nel Salento dei Calvari e delle confraternite legate al culto della Passione di Cristo. La chiesa conserva inoltre statue in cartapesta, alcune delle quali utilizzate per la processione dei Misteri il venerdì santo. Il Calvario è posto su via S. Donato. I committenti e ideatori ne furono l'arciprete don Isidoro Marra e Donato Bitonti, appartenente alla famiglia più facoltosa del paese nel Se sullo spiccato sono dipinti i due personaggi che furono crocefissi assieme al Cristo, all'interno dell'abside, nel cilindro, sono dipinte le cinque canoniche scene della Passione, più una scena in basso. Unici nel loro genere, costituiscono un patrimonio rurale storico e culturale di inestimabile valore. Sono composti da 8 vasche in cui si pigiava l'uva con delle cisterne in cui veniva raccolto il mosto. Sul retro insiste il torchio di proprietà privata. L'amministrazione comunale ha acquisito i palmenti come patrimonio del Comune nel 2005 e successivamente li ha resi oggetto di un radicale restauro. Padula Mancina è una zona acquitrinosa situata ad ovest del paese in direzione di Ruffano. Rappresenta un residuo di una vasta area palustre in gran parte oggi bonificata. L'area ospita importanti elementi di interesse naturalistico ed è costituita da uno stagno con superficie di appena 2,5 ettari. Piazza IV novembre Via S. Donato Piazza IV novembre Piazza IV novembre Via S. Donato Via Palmenti Strada vicinale Palude Mancina 3

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83 MURO LECCESE PATRIMONIO CULTURALE TERRITORIALE Si richiede di verificare la bontà delle informazioni e di suggerire eventuali beni territoriali che fossero sfuggiti al censimento. Chiesa di S. Maria di Miggiano [Muro Leccese] All indirizzo è possibile consultare il censimento del patrimonio culturale territoriale anche dal punto di vista della esatta posizione dei PUNTI D INTERESSE sul territorio e la loro documentazione fotografica. L Amministrazione potrà consegnare ad Area Vasta Sud Salento altra documentazione fotografica, vecchie foto, rilievi, ecc. 1

84 I punti rilevati nel territorio comunale di Muro Leccese sono i seguenti: name text street Città di Muro Leccese Contrada Miggiano [Muro Leccese] Menhir Crocefisso [Muro Leccese] Menhir Giallini [Muro Leccese] Il territorio del comune di Muro Leccese conserva tracce del neolitico, ma l'abitato attuale insiste parzialmente sull'abitato di età messapica, attivo dall'viii al III sec. A. C., quando l'antica Muro (non conosciamo il nome nel passato nonostante alcuni la chiamassero 'Mios') fu annientata dai Romani. E' riscontrata già in pieno medioevo quando Guglielmo Bosco, in età normanna, divenne principe di Muro. Col tempo probabilmente Muro incrementò la propria popolazione accogliendo gli ex abitanti del vicino villaggio di Miggiano. Muro appartenne a diverse casate fino all'abolizione della feudalità. Contrada Miggiano, tra Muro Leccese e Scorrano, era sede di un antico insediamento medievale, i cui unici resti in elevato sono il menhir e la chiesa di Santa Maria. Il Menhir Crocefisso, ubicato nei pressi della chiesa omonima, è alto 140 cm, ha spigoli arrotondati e due croci graffite sul lato Nord. Il Menhir Giallini, custodito attualmente all'interno di un centro sportivo, è alto 128 cm e presenta numerose formazioni di licheni con una croce graffita sul lato Nord. Via vicinale Miggiano Strada comunale Brongo Via Martiri d'otranto Menhir Miggiano Alto all'incirca 200 cm, il Menhir Miggiano è situato nei Strada comunale 2

85 [Muro Leccese] Menhir Trice [Muro Leccese] Mura messapiche [Muro Leccese] Scavi Cunella [Muro Leccese] Palazzo Negri [Muro Leccese] Palazzo del Principe [Muro Leccese] Chiesa dell'annunziata [Muro Leccese] Chiesa Immacolata [Muro Leccese] pressi della chiesa bizantina di S. Maria di Miggiano, incorporato in un muretto a secco. Il Menhir Trice, alto 430 cm, è situato nell'omonima piazzetta nei pressi della chiesa bizantina di Santa Marina. Abbattuto nel 1949 è stato innalzato nuovamente nel 1950, spostato lateralmente di qualche metro. La città di Muro Leccese deve, con molta probabilità, il proprio nome alla presenza della cinta muraria che i Messapi costruivano come difesa della loro città. Sono ben visibili alcuni tratti, di cui il più lungo è quello di Nord- Est (circa 840 metri) che comprende la porta a Nord, resa visibile dopo gli scavi effettuati nella seconda metà del secolo scorso. In contrada Cunella, a poca distanza dalle mura messapiche, sono stati effettuati degli scavi che hanno messo in luce una capanna dell'viii sec. a. C. e un ambiente del IV sec a. C., associato al ritrovamento di ceramica greca. Oggi sono visibili le zoccolature in pietra. Palazzo Negri, risalente al secolo XVIII, è oggi sede della Biblioteca comunale. Il Palazzo del Principe fu edificato nella seconda metà del XVI secolo, inglobando la struttura medievale fortificata del '400. Le stalle seicentesche ospitano il Museo del Borgo che raccoglie reperti medievali e quelli provenienti dall'antica città messapica, qui esistita fra il VIII e il III sec a.c. Attualmente l'edificio è in parte destinato a sede comunale, per il resto viene utilizzato come contenitore culturale. All'interno anche silos nel cortile e diversi vani sotterranei, alcuni dei quali adibiti a prigioni. La Chiesa Madre, dedicata alla Madonna Annunziata, fu costruita tra il 1680 e il 1693 su un preesistente edificio sacro molto più piccolo. Il prospetto, in pietra leccese, ha un settecentesco portale barocco, inquadrato da due colonne portanti l'architrave con le statue della Madonna e dell'angelo Gabriele. Sopra l'ampio finestrone dell'ordine superiore sormontato dallo stemma della cittadina raffigurante una testa di moro. Pregevoli opere all'interno con alcune tele seicentesche. La Chiesa dell'immacolata, edificata fra il 1778 e il 1787, è considerata una delle meraviglie del barocco leccese. La facciata, divisa in due ordini da un cornicione, termina con un articolato frontone curvilineo raccordato da volute. Sull'ampio portale è posizionata una sfarzosa nicchia a forma di baldacchino con la statua dell'immacolata; sull'ordine superiore si apre invece un finestrone centrale decorato da un'elaborata cornice. Due grandi arcate, addossate alle murature laterali, completano il prospetto. L'interno, a navata unica terminante nell'abside rettangolare, possiede una copertura a botte lunettata rivestita di stucchi in stile rococò. Sulle pareti sono posizionate sei tele riguardanti il ciclo della vita della Miggiano Via Corsica /Via Arimondi Via Vittorio Veneto Via Messapia Piazzetta Savoia Piazza del popolo Piazza del popolo Piazza del popolo 3

86 Chiesa e convento dei Domenicani [Muro Leccese] Cappella S. Giuseppe [Muro Leccese] Cappella SS. Medici [Muro Leccese] Chiesa del Crocefisso [Muro Leccese] Chiesa di S. Marina [Muro Leccese] Chiesa di S. Maria di Miggiano [Muro Leccese] Museo del Borgo Terra [Muro Leccese] Madonna. Il convento dei Padri Domenicani fu costruito nel 1561 per Strada comunale volontà del Principe di Muro Giovan Battista su un antico Brongo cenobio italo-greco intitolato a S. Zaccaria. Nel 1583 Cornelia De Monti, moglie di Giovan Battista, fece costruire la monumentale chiesa in stile barocco e intitolata allo Spirito Santo. La facciata della Cappella di S. Giuseppe è inquadrata da Via Isonzo due lesene lisce, mentre l'interno è monovano con una tela di S. Giuseppe del XVIII secolo, con rifacimenti nel XIX secolo. La Cappella SS. Medici fu costruita nel 1872 sui ruderi di Piazza del popolo una preesistente costruzione sacra. Dal semplice prospetto, presenta all'interno un unico altare contenente la tela che riproduce una guarigione da parte dei santi Cosimo e Damiano. Costruita sulle rovine di una chiesa bizantina dal 1573 al Strada comunale 1613, nel luogo dove sorgeva il casale medievale di Brongo Brongo, la Chiesa del Crocefisso ospita pregevoli opere del XVII secolo. L'esterno presenta due interessanti portali prebarocchi, mentre, a lato, sono posti i locali che dal 1632 avevano ospitato una piccola comunità francescana. La Chiesa di S. Marina risale ai secoli IX-XI. Presenta una via Corsica struttura muraria in parte costruita utilizzando i blocchi squadrati della cinta che proteggeva Muro in età messapica e ha subito rimaneggiamenti già in epoca medievale, come l'aggiunta di un avancorpo, e la costruzione delle arcate nell'interno (X sec), al fine di sostenere il peso della volta in muratura. L'interno è a navata unica con abside semicircolare, costituisce un importante esempio di architettura bizantina, con diversi frammenti bizantini che vanno dall'epoca iconoclasta (prova ne sia la croce rossa dipinta sul muro sinistro) sino al XVIII sec. Tra la miriade di figure dipinte, alcuni santi monaci nei sott'archi e un frammentario ciclo di di S. Nicola, antecedente addirittura la traslazione delle reliquie dello stesso santo nel 1087 da Mira a Bari. La Chiesa di Santa Maria di Miggiano è un edificio di epoca Strada comunale bizantina risalente al XIII secolo e costituisce l'unica vecchia Scorranotestimonianza dell'antico casale di Miggiano, assieme al Sanarica vicino menhir. Gli affreschi spaziano dalle origini sino al secolo Diciottesimo: nel ciclo più antico compaiono dei frammenti sparsi di reimpiego e alcune scene cristologiche nel naos come l'entrata di Cristo a Gerusalemme e l'ultima cena, mentre in basso compaiono santi di istanza votiva, tra cui riconoscibilissimo è S. Giorgio. Il Museo di Borgo Terra, allestito nel palazzo Piazza del popolo Protonobilissimo, conserva i reperti rinvenuti all'interno del borgo pianificato di Muro Lecce, ascrivibili all'età medievale e rinascimentale 4

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90 SPONGANO PATRIMONIO CULTURALE TERRITORIALE Si richiede di verificare la bontà delle informazioni e di suggerire eventuali beni territoriali che fossero sfuggiti al censimento. Dolmen Piedi Grandi All indirizzo è possibile consultare il censimento del patrimonio culturale territoriale anche dal punto di vista della esatta posizione dei PUNTI D INTERESSE sul territorio e la loro documentazione fotografica. L Amministrazione potrà consegnare ad Area Vasta Sud Salento altra documentazione fotografica, vecchie foto, rilievi, ecc. 1

91 I punti rilevati nel territorio comunale di Spongano sono i seguenti: 2

92 name text street Dolmen Piedi Grandi [Spongano] Menhir La croce [Spongano] Palazzo Bacile [Spongano] Palazzo Rizzelli [Spongano] Chiesa S. Giorgio [Spongano] Chiesa dell' Immacolata [Spongano] Cappella del Carmine [Spongano] Cappella del Rosario [Spongano] Cappella S. Antonio [Spongano] Sterne nove [Spongano] Il Dolmen assume il nome Piedi Grandi dal fondo in cui è situato, ovvero lungo le vicinali per Castiglione-Montesano, quasi vicino ad un bivio. Le due lastre verticali di sostegno sono alte 70 centimetri mentre la chiusura superiore è costituita da una lastra orizzontale ad angoli smussati, larga mediamente centimetri. L'altezza è di circa centimetri, la larghezza della cella circa 90 centimetri, la profondità è di un metro. Menhir La croce è' un antico monolite, ma non preistorico; si presenta più che altro come uno dei tanti osanna, databile intorno al 1607, una volta situato nei pressi dell'attuale Piazza Vittoria. Ora lo si può ammirare all'incrocio di via Congregazione con via Garibaldi. Palazzo Bacile è il palazzo Baronale di Spongano. Risale al XVI sec ed era proprietà della famiglia Bacile di Castiglione. In origine era un fortilizio militare, ma successivamente venne modificato in dimora abitativa, inglobando i resti medievali. Palazzo Rizzelli Dimora ottocentesca adibita oggi a B&B La chiesa matrice di S. Giorgio fu riedificata nella seconda metà del '700. Costituita in origine da un'unica navata, venne ampliata durante la metà dell'800 attraverso l'aggiunta di due navate laterali. La facciata della chiesa è scandita, nel primo ordine, da riquadri aggettanti e lesene piatte sormontate da un timpano ornato da volute su cui campeggia la statua dell'immacolata. Degno di nota è l'altare Maggiore situato nell'abside, delimitato da una balaustra in ferro e sormontato dalla tela del santo cavaliere e la statua di S. Vittoria, molto venerata in paese; interessante inoltre la tela del Rosario a destra del transetto. La chiesa della Vergine Immacolata risale alla prima metà del XVII sec, essendo stata ultimata nel A pianta rettangolare, presenta sul fondo un altare in pietra su cui è collocata la statua dell'immacolata; sotto l'altare c'è la statua di Cristo morto. Sede della omonima congregazione. La chiesetta del Carmine contrappone alla semplicità della facciata la ricchezza dell'unico altare in pietra leccese, decorato con venature di finto marmo e dalla tela della Madonna titolare. Risale al XVII secolo, precisamente al 1690 e fu fatta edificare da Tommaso Roggiero. La Cappella del Rosario è una chiesetta ricostruita nel 1929 sui resti della chiesa del 1628 intitolata a S. Teodoro. Di interesse solo la statua della Madonna di Pompei in cartapesta e coeva alla costruzione del sacro edificio. Probabilmente la cappella di S. Antonio apparteneva alla famiglia Bacile; l'edificio è composto da linee semplici con all'interno una tela della Deposizione di Gesù (fine XVIII sec). L'edificio risale al Le Sterne nove sono cisterne di acqua piovana del sec. XIX. L'acqua era convogliata nei serbatoi dal tetto della chiesa Matrice a uso dell'intera popolazione. Strada vicinale Pastine Via Garibaldi Piazza Bacile Via congregazione Via Chiesa Via congregazione Via Carmine Via Diso Piazza Bacile Via chiesa 3

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95 SURANO PATRIMONIO CULTURALE TERRITORIALE Si richiede di verificare la bontà delle informazioni e di suggerire eventuali beni territoriali che fossero sfuggiti al censimento. Masseria Grande [Surano] All indirizzo è possibile consultare il censimento del patrimonio culturale territoriale anche dal punto di vista della esatta posizione dei PUNTI D INTERESSE sul territorio e la loro documentazione fotografica. L Amministrazione potrà consegnare ad Area Vasta Sud Salento altra documentazione fotografica, vecchie foto, rilievi, ecc. 1

96 I punti rilevati nel territorio comunale di Surano sono i seguenti: name text street Città di Surano Se le origini potrebbero essere di datazione romana, la prima prova certa dell'esistenza di Surano la si ha con i documenti bassomedievali, quando Surano apparteneva alla famiglia Guarino, storica dinastia che ha avuto in possesso il paese per numerosi secoli. I monumenti più antichi oggi esistenti risalgono al XV sec. Piazza Municipio Cripta S. Giovanni Battista [Surano] Torre [Surano] Masseria Grande [Surano] La cripta è di piccole dimensioni, a pianta quadrata e scandita dalla presenza di due pilastri. Tra le tracce di dipinti presenti, l'unico decifrabile è quello di S. Giovanni Battista, di fattura cinquecentesca. Si tratta di una torre fortificata a difesa dell'antico abitato di Surano, databile tra la fine del XV e gli inizi del XVI sec. Presenta caditoie in corrispondenza della finestra. Masseria Grande ha come nucleo una torre di fine XV - inizi XVI secolo, che ha come caratteristica il coronamento a beccatelli sulla sommità e caditoie lungo le aperture; della masseria doveva far parte anche la cappella S. Felice. Col passare del tempo divenne un vero e proprio complesso, con l'aggiunta di numerosi vani. Piazza S. Rocco Via Trieste Strada vicinale Masseria Grande 2

97 Palazzo Galati [Surano] Palazzo Galati è una dimora signorile del 1800 di discreto pregio architettonico, situato di fronte alla chiesa matrice. Presenta degli affreschi realizzati da Raffaele Armenise nel Chiesa Assunta [Surano] Chiesa S. Rocco [Surano] Chiesa Madonna delle Grazie [Surano] Chiesa Madonna di Leuca [Surano] La Chiesa Matrice, dedicata alla Madonna Assunta, è stata ultimata nel 1775, dopo l'ampliamento di una struttura precedente risalente al E una costruzione sobria con un ampia facciata in carparo e delicati motivi floreali. Due nicchie ospitano l effige di San Rocco e della Madonna Assunta. Affianco una cappella costruita nell'800 dalla confraternita Madonna delle Grazie. La chiesa di S. Rocco è stata inaugurata nel Esattamente al di sotto della cappella esiste una cripta basiliana del sec. XII con un affresco di San Giovanni Battista. La chiesa della Madonna delle Grazie fu progettata alla fine dell'ottocento e fu ultimata nel Risalente alla seconda metà del XVI secolo, la Chiesa Madonna di Leuca apparteneva alla serie di chiese che erano ubicate lungo il percorso che i pellegrini percorrevano per raggiungere Leuca. Presenta una semplice facciata inquadrata da due robuste paraste e caratterizzata da un unico portale, con timpano leggermente decorato, posto in asse con una finestra rettangolare. L'interno è ad aula unica e accoglie un altare maggiore con colonne decorate a racemi che inquadrano un retablo decorato a foglie d'acanto. L'altare maggiore racchiude un lacerto d'affresco di fattura bizantina che rappresenta la Madonna con Bambino. Sulla parete destra della prima campata una nicchia absidata conserva una statua in pietra leccese policromatica raffigurante sant'antonio da Padova ( Largo chiesa Largo chiesa Piazza S Rocco Via S Rocco Strada statale 275 3

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99 UGENTO PATRIMONIO CULTURALE TERRITORIALE Si richiede di verificare la bontà delle informazioni e di suggerire eventuali beni territoriali che fossero sfuggiti al censimento. Chiesa Madonna del Casale [Ugento] All indirizzo è possibile consultare il censimento del patrimonio culturale territoriale anche dal punto di vista della esatta posizione dei PUNTI D INTERESSE sul territorio e la loro documentazione fotografica. L Amministrazione potrà consegnare ad Area Vasta Sud Salento altra documentazione fotografica, vecchie foto, rilievi, ecc. 1

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