LA VITE N 2 del 27 aprile 2015

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1 LA VITE N 2 del 27 aprile 2015 Premessa Le indicazioni fornite dai bollettini regionali della vite sono di carattere generale e si integrano con quelle dei bollettini redatti dagli enti operanti nelle principali zone viticole della Lombardia. Infatti i bollettini di zona, se riconosciuti dal Servizio fitosanitario in linea con i contenuti della DGR 3233 del 6 marzo 2015, continueranno ad essere il punto di riferimento per i viticoltori per quanto riguarda le specifiche realtà locali (ad es. le condizioni collegate alle infezioni primarie di peronospora, le specifiche epoche di eventuale trattamento delle diverse generazioni della tignoletta della vite, ecc.). In quest ottica, anche al fine di rafforzare la validità delle indicazioni fornite dai bollettini locali, negli ultimi anni Regione Lombardia, in collaborazione con l Università di Milano e Horta srl, ha avviato alcuni progetti per valutare e incentivare l utilizzo di modelli previsionali e sistemi di supporto alle decisioni in grado di aiutare i tecnici nella difesa contro la peronospora e altre malattie della vite. Fase fenologica Grazie anche alle temperature particolarmente miti degli ultimi giorni (28.1 C a Mantova mercoledì 22 e Morbegno-SO lunedì 13, 27.5 C a Brescia e Sondrio il 22, 25.7 C a Fortunago-PV il 22), ormai in quasi tutte le aree viticole regionali la vite ha raggiunto la fase fenologica di 4-5 foglie distese (fasi 14/15 secondo la Scala BBCH): nelle zone più precoci si è già anche in fasi più avanzate (infiorescenze nettamente visibili - BBCH 55). E quindi arrivato il momento di iniziare la difesa antiparassitaria.

2 La resistenza ai fungicidi Quando si parla di resistenza ad un fungicida si intende un adattamento del fungo all azione tossica della molecola chimica, che si esplica in una ridotta sensibilità al fungicida stesso: questa minore sensibilità è il risultato di mutazioni genetiche in una parte della popolazione del fungo patogeno, su cui l azione della sostanza chimica opera una selezione rendendola progressivamente prevalente rispetto alla parte di popolazione sensibile. La resistenza ad una determinata molecola diventa tratto caratteristico di quella popolazione quando questa riesce ad essere trasmessa alla progenie, risultando così permanente nel tempo. Dal punto di vista pratico la comparsa della resistenza è evidenziata dalla totale o parziale mancanza di efficacia del prodotto fungicida nel controllo di quella popolazione del patogeno. Le cause che possono portare alla perdita di efficacia di un prodotto fungicida possono essere molteplici tra cui, ad esempio, un elevato numero di trattamenti con lo stesso principio attivo, un errata preparazione e/o applicazione del prodotto, un elevata pressione della malattia. Per cercare di contrastare, o almeno rallentare, l insorgenza di questo fenomeno, è bene seguire alcune regole fondamentali: Sospendere, almeno per un certo periodo, l impiego dei prodotti per i quali è stata accertata resistenza. Alternare nel calendario dei trattamenti sostanze attive a diverso meccanismo d azione Miscelare, qualora non lo siano già, le sostanze attive a maggior rischio con partner efficaci a diverso meccanismo d azione. Non superare il numero massimo di applicazioni consentite per stagione o ciclo colturale indicati in etichetta. Rispettare scrupolosamente i dosaggi indicati in etichetta. Evitare o limitare il più possibile i trattamenti fungicidi curativi o eradicanti. Ricorrere, per quanto possibile, a tutti i metodi di controllo alternativi previsti in difesa integrata. Peronospora della vite Pur avendo la vite già raggiunto quasi ovunque la fase di suscettibilità, attualmente il rischio di infezione di peronospora della vite (Plasmopara viticola) è generalmente molto basso, anche in considerazione del fatto che la siccità registrata nei mesi scorsi nella maggior parte della aree viticole lombarde ha disidratato le oospore svernanti che, come risulta dai test effettuati dall Università di Milano, germinano in tempi lunghissimi. Bisognerà quindi valutare l effetto sulle stesse delle prossime piogge per decidere il momento in cui iniziare la difesa contro questo patogeno.

3 Per una corretta impostazione delle strategie di intervento contro questa malattia e cercare di contrastare la comparsa di fenomeni di resistenza, è bene conoscere le caratteristiche dei diversi principi attivi disponibili e il momento migliore per il loro impiego. Le molecole impiegabili in difesa integrata per la difesa contro questo patogeno appartengono, infatti, a diverse famiglie chimiche (vedi tabella), che è bene alternare tra loro. A grandi linee, le diverse tipologie di principi attivi possono essere raggruppate, a seconda della loro modalità di azione e di come si comportano a livello degli organi della vite, nelle seguenti categorie queste possono essere individuate come illustrato di seguito (fonte: Fungicide Resistance Action Committee FRAC). Prodotti di copertura tradizionali : rientrano in questa categoria i ditiocarbammati (mancozeb, metiram e propineb), i sali di rame e il dithianon. Sono principi attivi con attività preventiva, persistenza generalmente limitata e modalità di azione multisito. Per quest ultimo motivo hanno un basso rischio di resistenza e sono utilizzabili da soli o in miscela con altre molecole a rischio più elevato, anche per integrarne la modalità di azione. Fenilammidi: appartengono a questa famiglia metalaxyl, metalaxyl-m, benalaxyl e benalaxyl-m, molecole in grado di penetrare nei tessuti vegetali ed essere traslocati tramite la linfa anche in parti della vegetazione che non hanno ricevuto direttamente il trattamento o che si formano nelle giornate successive (prodotti sistemici). L azione sistemica è notevolmente ridotta, se non completamente assente, a livello del grappolo oltre la fase di granello di pepe : per tale ragione i formulati contenenti questi principi attivi non sono consigliati per l impiego oltre questa fase fenologica. Sono ad elevato rischio di resistenza, per cui devono essere impiegati al massimo per tre trattamenti. CAA: si tratta di molecole (dimetomorf, mandipropamide, benthiovalicarb, iprovalicarb, valifenalate) con un azione di tipo translaminare e parzialmente sistemico, in grado cioè di diffondersi localmente anche in parti di foglia non trattata. Alcune di loro sono in grado di legarsi alle cere che coprono i tessuti vegetali (soprattutto gli acini), resistendo in questo modo ai dilavamenti causati dalle piogge. Anche per questa famiglia di p.a. il rischio di selezionare ceppi resistenti del patogeno risulta abbastanza elevata, per cui vanno impiegati in alternativa tra loro e per un massimo di 4 interventi. QoI: famoxadone, fenamidone e pyraclostrobin. Si tratta di sostanze ad azione essenzialmente preventiva in grado, come le precedenti, di formare legami forti con le cere presenti sulle cuticole dei tessuti vegetali, aumentando in questo modo la persistenza d azione.

4 QiI: ciazofamide e amisulbron. Con caratteristiche operative simili a quelle della famiglia precedente, si differenziano per un differente sito di azione. Sono quindi utilizzabili in alternativa ai precedenti in una strategia antiresistenza. Altri prodotti: zoxamide, ametoctradina. Sono p.a. ad azione esclusivamente preventiva ma con una buona persistenza dovuta, anche in questo caso, alla loro elevata affinità con le cere cuticolari. La tabella sottostante riassume quanto esposto. Sostanza attiva Gruppo Caratteristiche del formulato Rischio resistenza Indicazioni FRAC Strategia antiresistenza Sali di rame Inorganici Mancozeb Prodotti di copertura Metiram ditiocarbammati tradizionali Propineb basso Non necessaria Dithianon Tiocianochinoni Cimoxanil Cianoacetamidi Citotropico Persistenza limitata Basso-medio Fosetil-Al Etilfosfiti Sistemico Basso No indicazioni Metalaxil, Metalaxil-M Elevato Fenilamidi Sistemico Benalaxil, Benalaxil-M incrociato Dimetomorf Amidi acido cinnamico Iprovalicarb Bentiavalicarb Valinamide carbammati Basso-medio CAA Valifenalate incrociato Mandipropamide Amidi acido mandelico Affinità con le cere cuticolari Piraclostrobin Strobilurine Translaminare Famoxadone Axazolidinedioni Affinità con le cere cuticolari Elevato QoI incrociato Fenamidone Imidazolinoni Affinità con le cere cuticolari Ciazofamide Cianoimidazoli Medio-elevato QiI Amisulbrom Sulfamoiltriazoli Affinità con le cere cuticolari incrociato Ametoctradina Triazolopirimidilamine QxI Affinità con le cere cuticolari Medio-elevato Zoxamide Benzamidi Affinità con le cere cuticolari Basso-medio Fluopicolide piridinilmetilbenzamidi Affinità con le cere cuticolari Non noto No indicazioni modificato da Brunelli A., 2013 La strategia Le attuali linee di intervento contro la peronospora devono prevedere strategie che hanno lo scopo di ridurre la comparsa di casi di resistenza ai fungicidi. I trattamenti a scopo curativo devono quindi essere limitati a casi particolari, in cui non si è potuto intervenire in modo tempestivo prima dell infezione.

5 L utilizzo in un piano di difesa dei diversi formulati deve essere programmato in modo da sfruttare nel modo migliore le capacità di controllare le infezioni delle diverse sostanze attive alternandole in una strategia antiresistenza. A puro scopo orientativo, un programma di difesa potrebbe essere organizzato in funzione delle fasi fenologiche come di seguito esemplificato: Da inizio suscettibilità della vite alla pre-fioritura: impiego di prodotti di copertura tradizionali, associati in caso di forti precipitazioni ad un principio attivo con maggiore persistenza come il dimetomorph o sistemico come il fosetil-al. Periodo a cavallo della fioritura: è il momento migliore per impiegare i prodotti sistemici, che offrono una buona protezione della vegetazione in attivo accrescimento. Dall allegagione alla chiusura del grappolo: in queste fasi i prodotti sistemici non sono in grado di proteggere in maniera adeguata gli acini, per cui è preferibile impiegare, alternandoli tra loro, i principi attivi in grado di fissarsi alle cere cuticolari. In caso la stagione non presenti particolari problematiche, è già possibile cominciare ad utilizzare i sali di rame. Trattamenti di fine stagione: prodotti rameici. Ulteriori informazioni sulle sostanze attive impiegabili in un programma di difesa integrata e sulle limitazioni ad esse correlate si possono avere consultando le Norme tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti relative alle misure agro ambientali del PSR e ai programmi operativi delle organizzazioni dei produttori ortofrutticoli (OCM Ortofrutta Reg. CE 1308/13/CE). È comunque indispensabile attenersi scrupolosamente alle prescrizioni riportate sulle etichetta per quanto riguarda i tempi di utilizzo, i dosaggi ad ettolitro e ad ettaro, gli intervalli e le cadenze fra i trattamenti, nonché eventuali altre indicazioni. La difesa antiperonosporica in agricoltura biologica In viticoltura biologica l unico principio attivo a disposizione per combattere la peronospora (dopo aver attuato tutti gli interventi agronomici utili nell aiutare la vite a resistere meglio alle malattie, che possono incidere fino al 60% sull efficacia di un trattamento) è rappresentato dal rame, nelle sue diverse formulazioni.

6 Nel suo impiego bisogna considerare che si tratta di un principio attivo di copertura, da usare in strategia preventiva e dilavabile da una pioggia di mm. Prove condotte negli ultimi anni da diversi Enti hanno evidenziato che il rame può essere utilizzato a dosaggi inferiori rispetto a quelli solitamente utilizzati, dando comunque risultati soddisfacenti. Questo consente di ridurre il dosaggio di rame per ettaro/anno (si ricorda che esiste il limite di 6 Kg/ettaro/anno e comunque non più di 30 Kg/ha/anno nei 5 anni di utilizzo). L efficacia dei trattamenti con prodotti rameici non dipende tanto dal formulato impiegato quanto, soprattutto, dal momento del trattamento e dal dosaggio di rame metallo utilizzato. Un buon livello di protezione si può ottenere con interventi pianificati in funzione dell accrescimento della vite, delle piogge e dello stadio fenologico della pianta, con dosaggi di rame metallo che variano tra i 30 e i 50 g di rame metallo per ettolitro. I dosaggi più bassi possono essere adottati in presenza di basso rischio di precipitazioni e di interventi frequenti, mentre se sono previste precipitazioni abbondanti e ripetute, soprattutto nelle fasi d elevata sensibilità della pianta, è meglio impiegare dosaggi maggiormente cautelativi, che possono arrivare a g Cu/ha. Bisogna prestare molta attenzione alle previsioni meteorologiche ed intervenire con una strategia preventiva prima delle piogge, ripetendo poi i trattamenti dopo precipitazioni consistenti che hanno causato il dilavamento del prodotto, indipendentemente da quando si è effettuato l ultimo intervento. In ogni caso il viticoltore biologico deve essere dotato di una capacità aziendale che gli consenta di effettuare trattamenti tempestivi in qualsiasi momento della settimana. Questa condizione è molto importante per attuare un uso ridotto del rame. Andamento meteorologico Per informazioni sull andamento agrometeorologico dell ultima settimana, e le previsioni meteorologiche più aggiornate fare riferimento, rispettivamente, ai due link presenti all interno del sito istituzionale di ARPA Lombardia: (aggiornato ogni martedì); (aggiornato tutti i giorni alle tranne la domenica). Per visualizzare i precedenti bollettini A cura del Servizio Fitosanitario Regionale in collaborazione con CO.PRO.VI Casteggio, CO.DI.MA Mantova, Fondazione Fojanini Sondrio, Condifesa Lombardia Nord-Est, Consorzio Tutela Valcalepio, Consorzio Volontario Vino D.O.C. San Colombano e ARPA Lombardia