Lucca. Sugli ultimi contrafforti dell'appennino tosco-emiliano e il versante settentrionale del monte Pisano, quei «monti... per che i Pisan veder

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1 Lucca Sugli ultimi contrafforti dell'appennino tosco-emiliano e il versante settentrionale del monte Pisano, quei «monti.... per che i Pisan veder Lucca non ponno...» (Dante), si stende Lucca, cinta da un grandioso giro di mura bastionate. Nel suo passato di capitale di un piccolo stata repubblicano indipendente si ricorda un momento di massimo fulgore tra l'xi e il XIII secolo, quando le sete lucchesi erano su tutti i mercati d'occidente e d'oriente e il denaro lucchese veniva prestato, ad alto interesse, persino a re e imperatori. Oggi è una città composita e di atmosfera, che ha saputo realizzare, anche nell'impianto urbanistico, la dimensione originale e unica di un centro a misura d'uomo. SS. Giovanni e Reparata Una lunga campagna di scavi, recentemente conclusa, ha riportato alla luce i primitivi impianti della chiesa e dell'adiacente Battistero. Eretta nel XII secolo su preesistenti edifici di culto, fu rimaneggiata nel Seicento e conserva della costruzione originaria solo il portale con architrave scolpito (1187). Il Battistero trecentesco e un piccolo edificio di architettura romanico-gotica, a pianta quadrata sormontato da una cupola ogivale. Attraverso un percorso archeologico sotterraneo e oggi possibile osservare la profonda stratificazione di reperti, dal livello romano del I sec. a.c. a quello altomedievale. Duomo Eretto in forme romaniche nel XII secolo subì un radicale rifacimento fra il Tre e Quattrocento. La facciata marmorea, asimmetrica, e però quella originaria (1204), ispirata al romanico pisano, costituita da un profondo portico con tre arcate sostenute da massicci pilastri e sovrastate da tre ordini di loggette. Le lunette e gli architravi dei portali sono decorati da preziosi rilievi duecenteschi, in parte attribuiti a Nicola Pisano. Pisa, Lucca, Pistoia e Prato 1

2 Nell'interno, allato del portale centrale si può ammirare S. Martino a cavallo e il mendico (XIII secolo), gruppo di un artista lombardo-lucchese, mentre al terzo altare della navata destra c è un'ultima Cena del Tintoretto. Da qui si passa in sagrestia dove e conservata la Madonna e santi di Domenico Ghirlandaio e aiuti. Nel transetto sinistro spicca il famoso monumento funebre di Ilaria del Carretto, di Jacopo della Quercia (1408), capolavoro della scultura italiana del Quattrocento. Nella navata sinistra, il tempietto del Volto Santo (1484), di Matteo Civitali, in marmo bianco di Carrara con specchi in porfido rosso, custodisce un Crocifisso ligneo duecentesco (il Volto Santo), copia di un originale orientale forse dell'viii secolo. Museo Nazionale di Villa Guinigi Per ripercorrere la storia artistica di Lucca attraverso i secoli, non resta che visitare questo museo ospitato, dal 1968, nella villa quattrocentesca di Paolo Guinigi. Nella parte dedicata al settore archeologico, sono raccolti reperti preistorici e della tarda età romana; il settore di arte medievale espone frammenti di decorazioni architettoniche, rari esempi di oreficeria longobarda, sculture e dipinti del XII e XIII secolo. In oltre si ammirano sculture e dipinti dalla fine del XIII al XVIII secolo; qui l'attività delle botteghe lucchesi e documentata da opere di Michelangelo da Lucca, Matteo Civitali e Francesco Marti; al primo Cinquecento risalgono le due grandi pale d'altare di frà Bartolomeo. Di grande interesse sono anche i dipinti, tra Manierismo e Barocco, di Federico Zuccari, del Passignano, di Guido Reni e di Girolamo Scaglia. Nel giardino si trovano reperti archeologici e medievali, tra cui un mosaico pavimentale del II secolo. Sul retro invece sono visibili i leoni medievali provenienti dalle mura e statue settecentesche in terracotta. Pisa, Lucca, Pistoia e Prato 2

3 Case dei Guinigi Questa piccola fortezza di torri trecentesche e di edifici in laterizio rimanda all'antica città medievale. Dall'alto della torre, alta 44 metri e coronata da lecci, si gode uno splendido panorama. Piazza del Mercato Questa piazza è stata aperta nel 1830 sui resti dell'anfiteatro romano. Della costruzione risalente al II secolo d.c. é visibile parte dell'anello esterno nelle pareti degli edifici che, a partire dal Medioevo, sono stati eretti sulle vestigia romane e hanno chiuso la piazza ad anello, seguendo l'originaria planimetria dell'anfiteatro. San Frediano Costruita tra il 1112 e il 1147 fu modificata nel XIII secolo. La semplice facciata culmina con uno sfolgorante mosaico (Ascensione) del XIII secolo, restaurato nell'ottocento. Nel ricco interno troneggia una fontana lustrale romanica (XII secolo); sopra la finestra che da sulla cappella di S. Maria del Soccorso spicca l'annunciazione, grande lunetta in terracotta invetriata di Andrea della Robbia, mentre nel presbiterio, attorno all'altare maggiore, si trova un brano di pavimento a mosaico cosmatesco (XII-XIII secolo). Nell'ultima cappella della navata sinistra sono custoditi dei rilievi di Jacopo della Quercia e, sull'altare un dossale d'altare in forma di polittico a cinque scomparti firmato e datato (1422) da Jacopo della, Quercia. Accanto alla chiesa si trovano i resti del duecentesco cimitero di S. Caterina, a forma di chiostro con tre corridoi, il più antico dei quali venne trasformato nelle cappelle di S. Maria del Soccorso e di S. Zita. Via Fillungo La passeggiata più famosa e animata della città, sulla quale si affacciano edifici storici e negozi eleganti, alcuni dei quali con insegne e arredi Pisa, Lucca, Pistoia e Prato 3

4 d'epoca. Numerose le residenze nobiliari del Quattro e Cinquecento e le torri medievali, come la duecentesca Torre delle Ore (dotata di orologio meccanico fin dal 1471). Sul lato opposto, spicca la duecentesca casa Barletti-Baroni. Sulla via si affaccia anche la chiesa di S. Cristofaro, ricostruita alla fine del XIII secolo, con cinque arcate nella parte inferiore della facciata a fasce bicrome, con portale gotico e rosone. Piazza San Michele Centro caratteristico della vita sociale cittadina, occupa l'area dell'antico foro romano. La mole marmorea della chiesa di S. Michele in Foro domina lo sfondo di pittoresche case medievali. Nella vicina via di Poggio sorge la casa natale di Giacomo Puccini, dove sono esposti documenti e ricordi del compositore. San Michele in Foro Esempio tra i più tipici della architettura pisano-lucchese, la chiesa fu iniziata nel 1143 e terminata solo nel XIV secolo. La singolare facciata, con la parte superiore che si erge al di sopra del tetto, e il risultato di un progetto di sopraelevazione mai portato a termine. Una successione di arcate cieche corre lungo i fianchi, mentre la facciata presenta quattro ordini di loggette con ricche decorazioni marmoree, restaurate nell'ottocento. All'interno è custodita una terracotta smaltata di Andrea della Robbia (Madonna col Bambino), nel primo altare della navata destra, mentre nel transetto destro si ammirano i Quattro santi, tempera su tavola di Filippino Lippi. Palazzo Mansi L'edificio seicentesco fu acquistato dallo Stato negli anni Sessanta e trasformato in museo nazionale dopo una lunga opera di restauro. Nelle varie sale si trovano ancora gli arredi originari, prevalentemente settecenteschi. Da notare la sontuosa Camera degli sposi, con tappezzerie ricamate in Pisa, Lucca, Pistoia e Prato 4

5 seta, stucchi e intagli in legno dorato e gli arazzi seicenteschi di manifattura fiamminga con storie dell'imperatore Aureliano e della regina Zenobia. La Pinacoteca Nazionale raccoglie opere di artisti Italiani e stranieri, dal Rinascimento alla prima meta del XVIII secolo. Sono presenti autori della scuola veneta, lombarda, romana, meridionale e fiamminga. Spiccano soprattutto le opere dei maestri toscani quali Beccafumi, Pontormo (Ritratto di giovinetto), Bronzino (Ritratto di Ferdinando I de 'Medici), Andrea del Sarto (La Vergine e S. Anna), Salimbeni, Ligozzi, Vignali. Le Mura Sono uno degli elementi di maggior fascino della città. Perfettamente conservate, si sviluppano lungo un percorso di oltre quattro chilometri e costituiscono la terza cerchia difensiva, edificata tra il 1504 e il Pur essendo fra le opere militari più imponenti di tutta la Toscana non furono mai utilizzate a scopo bellico; Maria Luisa di Borbone le trasformo in passeggiata pubblica alberata, oggi percorribile solo a piedi o in bicicletta. Belli e suggestivi gli scorci sulla città. Il Sonno di Ilaria Capolavoro della scultura Italiana, il monumento funebre di Ilaria del Carretto è anche un inno all'amore. Ilaria, seconda moglie di Paolo Guinigi, signore di Lucca, dal 1400 al 1430, mori l'8 dicembre del 1405, tre anni dopo le nozze, dando alla luce una bimba, un'altra Ilaria. Ci vollero tre anni di lavoro di Jacopo della Quercia per terminare il sarcofago; Ilaria giace su una lastra, le mani incrociate, adagiate sul corpo rilassato Pisa, Lucca, Pistoia e Prato 5

6 dalla morte, stupenda nei particolari del vestito - un modello francese del Quattrocento - e dell'acconciatura. Ai suoi piedi c'e la cagnetta Diana, la preferita dalla nobildonna, scelta dallo scultore come simbolo di fedeltà. Il cane, sdraiato, ha il muso alzato e gli occhi puntati verso la padrona, nell'espressione triste di chi attende di essere chiamato invano. Il monumento non ebbe vita felice, fu smantellato intorno al 1430 e solo nel 1889 ricomposto e sistemato nel transetto del Duomo. Pisa, Lucca, Pistoia e Prato 6