AESVI. Rassegna Stampa del 24/12/2010

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2 INDICE AESVI Il capitolo non contiene articoli VIDEOGIOCHI 24/12/2010 Il Giornale - Nazionale Messi, il videogame con il numero 10 re degli anni Zero 23/12/2010 Panorama L'EVOLUZIONE DEL 3D NON SOLO AL CINEMA 4 6

3 VIDEOGIOCHI 2 articoli

4 24/12/2010 Il Giornale - Ed. nazionale Pag. 40 (diffusione:192677, tiratura:292798) Messi, il videogame con il numero 10 re degli anni Zero L'argentino, computer con le gambe, primo campione del calcio globale VELOCITÀ Corre più forte quando ha il pallone tra i piedi. E sa sempre dove metterlo IL MIGLIORE Più di Zidane e di Cristiano Ronaldo rappresenta il meglio del nuovo secolo Giuseppe De Bellis Lionel Messi corre più veloce con la palla che senza. E' l'unico che fa così: gli altri, quelli normali, guardano giù per non inciampare, lui guarda dritto per vedere l'unica cosa che serve. La porta. E' un computer con le gambe, la consapevolezza che il miglior talento del mondo esiste perché l'hanno creato, costruito, impostato. E' il simbolo degli anni zero: Il suo decennio, la sua era. Ce n'è sempre stato uno: gli anni Trenta di Meazza come i Sessanta di Pelé, i Settanta di Cruijff, gli Ottanta di Maradona, i Novanta di Ronaldo. Adesso c'è Leo. Lui. Perché gli anni zero hanno avuto anche Zidane e adesso hanno anche Cristiano Ronaldo. Ma uno ha chiuso male la sua stagione, l'altro non ce la fa a reggere il confronto con Lionel. Allora Messi. Che s'è preso un decennio e sfonderà anche il prossimo: gli zero per un dieci e poi i dieci per l'ultimo dieci. Lionel è nostro: ti arriva via satellite ogni weekend in diretta. Ciò che non avveniva per gli altri, avviene oggi. Sai che c'è, in Spagna e ovunque. Perché arriva in contemporanea e sprigiona quello che ha e quello che è nello stesso istante in tutto il globo. Leo è il primo campione 2.0, la versione migliorata di q u a l c o s a che abb i a m o già visto. E' la modernità di un ruolo pallonaro che tutti vogliono romanticamente riportare in bianco e nero: dicono che sia la purezza del calcio come dovrebbe essere, quindi com' era, del pallone senza freni e senza troppe regole, senza tattica. Il trionfo della fantasia, l'umiliazione della potenza da parte della tecnica. Lo credano pure. Però Leo corre. Corre perché gli hanno chiesto di farlo, perché senza corsa non sarebbe il più forte del mondo. Veloce coi piedi, veloce nella testa. Tutto quello che sembra e che invece non è: dicono sia un marziano in un m o n d o fuori misura per lui, invece la verità è che è diventato quello che è solo perché è perfetto per il pianeta che abita. E' la genialità mai fine a se stessa, ma adagiata su uno schema, su un'idea, su un modo di stare in campo. E' il campione di tutti perché non assomiglia a nessuno di quelli che l'hanno preceduto. Non c'entra con Maradona, per esempio. Diego era la squadra, Leo è il più forte di una squadra: non esisterebbe senza gli altri, non sarebbe lui fuori da un contesto. Messi è quello che esce se spremi il Barcellona e tiri fuori il succo: dolce, sensuale, perfetto, raffinato. E' il calcio passionale e perfetto che mette la classe al servizio di un'idea e l'idea al servizio della classe. L'ha scritto Gabriele Romagnoli: «A comprimere Messi nella cornice dell'erede di Diego lo si è spinto a togliersi in fretta i denti del giudizio. Si è fatto anche lui il suo bel gol saltando cinque avversari e, soprattutto, quello di mano con conseguente mancanza di scuse, anzi totale giustificazione (senza richiami però a interventi divini). Il modo in cui gioca Messi non richiede ricorso al vocabolario dell'improbabile o al cassetto delle metafore perché è l'opposto della ricercatezza: è la cosa più semplice che si possa vedere in una partita. Non fa trivele, passi doppi, cucchiai. Leo tiene la palla incollata al piede, salta l'uomo, va in porta». Segna come pochi, in un ruolo che prima prevedeva l'estro al servizio dell'assist più che del gol. Per lui no. Lui vede il portiere e calcola come fregarlo. La bellezza estetica della giocata è un mezzo, non un fine: la u s a q u a n d o è l'unico m o d o per arrivare all' o b i e t t i v o. La velocità no. Quella è l'essenza di tutto: oggi se vuoi diventare come Leo devi avere le gambe che mulinano più di quelle degli altri. Non c'è un solo calciatore che possa permettersi di giocare lento ed essere tra i più forti del mondo. Per essere il migliore, Leo sa che deve essere anche il più veloce. Semplice come il suo modo di giocare, essenziale come le regole di chi sa che il calcio è cambiato. Allora basta paragoni. Diego era Maradona, Leo è Messi. Non si mescolano, non si uniscono. Uno è la classicità, l'altro ne è la sua interpretazione post-moderna: più veloce, più sobrio, più ordinario. Silenzioso, tranquillo, sereno. Uno che ha sublimato la vita dentro un campo di calcio e non il contrario. Basta sentirlo: non ha la rivendicazione sociale, né quella umana. Leo parla sottovoce: «Sono nato il 24 giugno dell'87 a Santa Fé. Mio padre Jorge faceva l'operaio, mia madre Celina casalinga. Ho due fratelli più grandi e una La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 24/12/2010 4

5 24/12/2010 Il Giornale - Ed. nazionale Pag. 40 (diffusione:192677, tiratura:292798) sorella che ha 12 anni. A pallone ho cominciato a giocare a 4 anni, prima per strada poi nel Grandoles a Rosario. A 13 anni scoprirono che avevo un problema di ormoni. Erano addormentati. Facevo fatica a crescere. Avevo bisogno di una cura costosissima che mio padre non poteva permettersi. Giocavo nel Newell's Old Boys, il River Plate mi voleva, ma le spese mediche erano troppo alte. Arrivò il Barça, mi fece firmare un contratto, e mi portò qui». Qui è nell'unico posto dove Lionel sarebbe potuto diventare Messi. Perché gli hanno dato il tempo di crescere finché bastava e poi l'hanno buttato dentro, senza paura e senza pudore perché certe cose si fanno così e basta. Si sono accorti che avevano un mostro perché l'hanno spinto nel mondo dei grandi quando neanche sapevano se avrebbe resistito in quello dei piccoli. Il mondo l'ha visto, l'ha catalogato tra i numeri dieci e forse s'è accorto solo ora dell'unicità. Perché Messi è il contrario di quello che appare, l'opposto di come vogliono rappresentarlo. Leo è una magia impostata, un genio naturale fino a un certo punto. Non c'entra con la retorica: i nostalgici del pallone degli anni Ottanta lo prendono a esempio di come dovrebbe essere il calcio oggi. Un po' come allora, dicono. Messi, invece, è figlio legittimo del suo tempo, oltre che del suo spazio. E' l'unico nella storia a muoversi davvero come il suo alter ego della Playstation. Perché non è il videogame che s'è adattato a lui, ma l'opposto. L'ALTER DIEGO Ha già fatto gol di mano e da leggenda. Ma non ha ideologie alle spalle Foto: PALLONARI Foto: ANNI '40 ANNI '50 Foto: ANNI '30 Foto: Valentino Mazzola, simbolo del Grande Torino e del dopoguerra Foto: Alfredo Di Stefano, la grande stella argentina del Real Madrid Foto: Ronaldo, il Fenomeno dell'inter, del Real e del Brasile Foto: Giuseppe Meazza, il Balilla due volte sul tetto del mondo Foto: ANNI '80 Foto: ANNI '60 ANNI '70 Foto: Pelè, O Rei, tre volte campione del mondo con il Brasile Foto: Johan Cruijff, il profeta dell'ajax e del calcio totale all'olandese Foto: Diego Maradona, il Pibe de oro argentino campione del mondo Foto: NUOVO PIBE Foto: Leo Messi, 23 anni, argentino e stella del Barcellona che l'ha prelevato giovanissimo dal Newell's Old Boys e l'ha lanciato nel grande calcio. Pallone d'oro del 2009, quest'anno è tra i tre candidati che si giocheranno ancora il premio per il miglior giocatore del mondo con i compagni di squadra Iniesta e Xavi Hernandez. Con la maglia del Barcellona ha vinto 4 campionati spagnoli e 2 Champions league, oltre al Mondiale per club dello scorso anno deciso proprio da un suo gol di petto. Con i blaugrana ha segnato 105 gol in 157 partite di campionato spagnolo, una media stratosferica La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 24/12/2010 5

6 23/12/2010 Panorama - N.1 - gennaio il mondo nel 2011 Pag. 123 (diffusione:446553, tiratura:561533) Agenda 2011 / Tecnologia Agenda 2011 / Tecnologia L'EVOLUZIONE DEL 3D NON SOLO AL CINEMA Lo spettacolo tridimensionale si impadronirà di televisori, computer; console, videogiochi. E le "app"? Un'invasione. Guido Castellano Sarà l'anno dell'ipad 2, dell'invasione delle ultra tavolette, delle "app" anche sul computer, del 3D senza occhialini e della nuova generazione di console. Questo, in sintesi, il futuro che attende il popolo che vuole stare al passo con la tecnologia. Chi durante le feste ha stupito parenti e amici con la proiezione domestica di un film in 3D attraverso le lenti di avveniristici occhialini sappia che l'oggetto acquistato a Natale ha già un successore. Toshiba, infatti, già dal 2011 dovrebbe vendere schermi piatti che mostrano film in 3D senza dover indossare gli occhiali (vedi box nella pagina seguente). Anche Nintendo ha annunciato l'arrivo della Ds 3D, una versione tridimensionale della console portatile con lo schermo che proietta immagini 3D visibili anche senza occhialini. Il 2011 vedrà anche il boom dei computer predisposti per le tre dimensioni (gli occhialini, in questo settore, resteranno indispensabili). Acer, per esempio, ha appena presentato a New York il portatile Aspire-5745DG con una scheda grafica firmata Nvidia che diventerà un must per gli appassionati di videogame. Già, perché il 2011 consacrerà il 3D ai videogiochi. Decine sono i titoli in arrivo per computer, piattaforma più abbordabile per chi vuole immergersi in avventure tridimensionali. Ma anche Apple ha in serbo due colpi non da poco. Uno è certo, l'altro è ancora un rumor (benché molto acereditato). Partiamo dalle certezze. Dopo aver conquistato il mondo dei cellulari con le "app", piccoli software che si acquistano con un colpo di polpastrello sul display dell'iphone (sono oltre 250 mila e ne sono state scaricate più di 2 miliardi) ora l'app store di Steve Jobs apre i battenti anche ai Mac. Nel 2011 arriverà la nuova versione del sistema operativo che fa funzionare i computer con la Mela, si chiamerà Mac OS Lion e permetterà l'acquisto di software con un semplice clic del mouse. Trend che, secondo quanto risulta a Panorama, dovrebbe contagiare anche il mondo Windows e Google. Ora veniamo al rumor: il 27 gennaio l'ipad compie un anno. Il nuovo ipad 2 dovrebbe vedere la luce entro il primo trimestre del Cosa avrà di nuovo? Più prestazioni, grazie al processore più potente e alla memoria maggiorata. In più una fotocamera per video chiamate sul web e la possibilità di una connessione usb. Ma si profilano tempi duri per Steve Jobs. Ora il suo ipad ha tanti e temibili rivali. «In due o tre anni Acer riuscirà a superare Apple sul mercato dei tablet», ha detto a New York Gianfranco Lanci, Ceo della compagnia taiwanese mentre presentava la sua nuova linea di tablet da 4,8, 7 e 10 pollici. Uno di questi modelli, rivale diretto dell'ipad, monterà di serie il nuovo Windows 7 della Microsoft. Oltre alle tavolette Acer, nel 2011 ne arriveranno altre 47 (per un totale di 50). Verranno tutte presentate a gennaio al Consumer electronic show di Las Vegas. Tantissimi i marchi. Uno tra tutti: BlackBerry, che lancerà il suo Playbook nei primi tre mesi del Grandi novità sono infine attese nel mondo dei videogiochi. La Nintendo dovrebbe lanciare la versione Hd della sua console Wii. Secondo alcune indiscrezioni apparse sul web dovrebbe addirittura montare di serie un proiettore che servirebbe per giocare con la Wii anche senza tv e il giocatore potrebbe indossare una specie di casco per catturare movimento e impulsi neurali. Sony e Microsoft, dal canto loro, potrebbero annunciare (il prossimo Natale) due nuove console: la Plavstation 4 e la XBox 720. O Si profilano tempi duri per Steve Jobs: presto l'ipad avrà molti temibili rivali. Foto: Il portatile Aspire-5745DG della Acer: il nuovo oggetto dei desideri fanatici di videogiochi Foto: Tridimensionalità integrata: qui sopra, un modello Led3D della Samsung. La proprietà intelletuale è riconducibile alla fonte specificata in testa alla pagina. Il ritaglio stampa è da intendersi per uso privato VIDEOGIOCHI - Rassegna Stampa 24/12/2010 6