LINEE GUIDA PER LA ROTAZIONE DEL PERSONALE DELL UNIVERSITA DEL SALENTO
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- Oliviero Damiani
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1 LINEE GUIDA PER LA ROTAZIONE DEL PERSONALE DELL UNIVERSITA DEL SALENTO 1
2 INDICE 1. PREMESSE E INTRODUZIONE 2. OBIETTIVO E FINALITA 3. AMBITO DI APPLICAZIONE 4. CONTESTO NORMATIVO 5. CRITERI GENERALI PER L ATTUAZIONE DELLA ROTAZIONE 6. ADEMPIMENTI PREORDINATI ALLA ROTAZIONE 7. CRITERI DI ROTAZIONE DEL PERSONALE DIRIGENTE 8. CRITERI DI ROTAZIONE DEL PERSONALE TITOLARE DI POSIZIONE ORGANIZZATIVA 9. CRITERI DI ROTAZIONE DEL PERSONALE TECNICO AMMINISTRATIVO AVENTE INCARICHI DI RESPONSABILITA 10. LA ROTAZIONE DEI DIPENDENTI CHE COSTITUISCONO IL NOCCIOLO DURO DI PROFESSIONALITA 11. FORMAZIONE 11.1 AFFIANCAMENTO 11.2 FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO CONTINUO 11. PERIODO DI RAFFREDDAMENTO ( COOLING OFF PERIOD ) 13. AVVIO DI PROCEDIMENTI PENALI E/O DISCIPLINARI E ROTAZIONE 14. VERIFICHE 15. INFORMAZIONE E PARTECIPAZIONE SINDACALE 2
3 1. PREMESSE E INTRODUZIONE Le presenti LINEE GUIDA sono redatte al fine di fornire gli indirizzi attuativi, in tema di rotazione del personale dell Ateneo, della legge 6 novembre 2012 n. 190 Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione nonché del Piano Nazionale Anticorruzione (per brevità PNA ) e del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione dell Università del Salento Al fine di delineare un sistema di rotazione del personale dell Università del Salento e nelle more della definizione da parte dell Autorità Nazionale Anticorruzione dei criteri generali per assicurare la rotazione dei dirigenti nei settori particolarmente esposti alla corruzione, così come previsto dalla legge n. 190/2012, le presenti LINEE GUIDA tengono conto delle indicazioni pervenute dai dirigenti e dai referenti del Responsabile della prevenzione della corruzione in ordine alle aree a più elevato rischio corruzione e al personale da sottoporre a rotazione, quali si evincono dagli allegati al PTPC, nonché dei criteri forniti dagli Organi di Governo in sede di approvazione del PTPC (delibera n. 4/2015 del Senato Accademico del 20/1/2015 e delibera n.5/2015 del Consiglio di Amministrazione del 29/1/2015, visionabile nella sezione Amministrazione trasparente ). Le presenti Linee Guida sono state redatte sulla scorta dei riferimenti normativi vigenti (legge n. 190/2012) e dei criteri forniti dall ANAC con la propria delibera n. 13 del 4/2/2015, in occasione dell emanazione dei propri orientamenti emanati su specifici casi di rotazione del personale posti alla propria attenzione, al fine di offrire degli spunti alle amministrazioni per poter operare la rotazione, riservandosi comunque di adottare proprie Linee Guida. 3
4 2. OBIETTIVO E FINALITA Il presente lavoro delinea i principi generali cui l Università del Salento è tenuta ad adeguarsi nell applicazione della misura di prevenzione della corruzione. L obiettivo che si intende realizzare attraverso la messa a punto del sistema di rotazione del personale è evitare che la gestione diretta delle attività a maggior rischio corruzione sia svolta per lungo tempo dai medesimi dipendenti. Tanto al fine di ridurre il rischio che possano crearsi relazioni particolari tra amministrazione ed utenti che diano luogo a fenomeni corruttivi. Il suddetto obiettivo va contemperato con la necessità di garantire continuità e coerenza agli indirizzi già intrapresi e le necessarie competenze per lo svolgimento delle attività strategiche facenti capo a ciascuna Struttura. Come ha avuto modo di sottolineare l ANAC con la citata delibera n. 13 del 4 febbraio 2015, lo strumento della rotazione non deve essere attuato in maniera acritica e generalizzata a tutte le posizioni organizzative, ma deve prevedere degli adempimenti preliminari alla stessa di cui si dirà nel paragrafo 6 del presente documento. Con la citata delibera, infatti, l ANAC evidenzia come alla rotazione si pongano dei limiti, che possono essere qualificati in : - LIMITI OGGETTIVI L ANAC ricorda come non possa essere trascurata l esigenza di assicurare il buon andamento e la continuità dell azione amministrativa e di garantire la qualità delle competenze professionali necessarie per lo svolgimento di talune attività specifiche, con particolare riguardo a quelle con elevato contenuto tecnico. Pertanto, non si deve dare luogo a misure di rotazione se esse comportano la sottrazione di competenze professionali specialistiche da uffici cui sono affidate attività ad elevato contenuto tecnico. 4
5 - LIMITI SOGGETTIVI L Autorità ribadisce inoltre che le misure di rotazione devono contemperare le esigenze di tutela oggettiva dell amministrazione (il suo prestigio, la sua imparzialità, la sua funzionalità) con i diritti individuali dei dipendenti soggetti alla misura e ai diritti sindacali. 5
6 3. AMBITO DI APPLICAZIONE Le Misure di rotazione vengono applicate nelle aree e attività individuate ad alto rischio corruzione dal Piano Triennale di prevenzione della corruzione di Ateneo vigente e dalla normativa nazionale. Sono suscettibili di essere sottoposti a rotazione i dirigenti nonchè tutti i dipendenti di ruolo, titolari di posizione organizzativa, anche in part time, nonché il personale proveniente da altre amministrazioni in posizioni di distacco/comando presso l Università del Salento che prestino servizio nelle aree individuate come sensibili nel PTPC vigente. La misura, come previsto dal PNA, si applica altresì nei confronti del personale cui sono conferiti incarichi di responsabilità di servizio e/o di procedimento, anche in part time, che può, con il proprio comportamento illecito, incidere sul risultato dell azione amministrativa. Sono esclusi dalla rotazione i dipendenti a tempo determinato appartenente alle categorie C e D in servizio presso l Università del Salento. 6
7 4. CONTESTO NORMATIVO La definizione dei criteri di rotazione tiene conto dell attuale contesto normativo, rappresentato: - dal D. lgs. n. 165/2001, così come modificato dal D. L. n. 95/2012 (convertito con modificazioni dalla legge 7 agosto 2012 n. 135), che, all art. 16 comma 1, lett. l quater) prevede che i dirigenti provvedono al monitoraggio delle attività nell'ambito delle quali è più elevato il rischio corruzione svolte nell'ufficio a cui sono preposti, disponendo, con provvedimento motivato, la rotazione del personale nei casi di avvio di procedimenti penali o disciplinari per condotte di natura corruttiva ; - dalla Legge n. 190/2012, che prevede: - all articolo 1 comma 4, lettera e), che il Dipartimento della Funzione pubblica (ora ANAC in virtù dell art. 19, comma 14 del D.L. 90/2014 convertito in Legge n. 114/2014) definisca i criteri generali per assicurare la rotazione dei dirigenti nei settori particolarmente esposti alla corruzione; - all articolo 1, comma 5, lettera b), che le pubbliche amministrazioni centrali definiscano e trasmettano al Dipartimento della Funzione Pubblica procedure appropriate per selezionare e formare, in collaborazione con la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, i dipendenti chiamati ad operare in settori particolarmente esposti alla corruzione, prevedendo, negli stessi settori, la rotazione di dirigenti e funzionari; - all articolo 1, comma 10, lettera b), che il Responsabile della prevenzione della corruzione verifica, d intesa con il dirigente competente, l effettiva rotazione degli incarichi negli uffici preposti allo svolgimento delle attività nel cui ambito è più elevato il rischio che siano commessi reati di corruzione. - dalle Linee di indirizzo del Comitato Interministeriale istituito con DPCM del 16/1/2013; - dal Piano Nazionale Anticorruzione (d ora innanzi, per brevità, PNA ); - dalla Delibera ANAC n. 13 del 4/2/
8 5. CRITERI GENERALI PER L ATTUAZIONE DELLA ROTAZIONE Sulla scorta del contesto normativo innanzi richiamato possono essere tracciati i seguenti criteri ai quali è necessario attenersi nell applicazione della misura della rotazione: - necessità di coniugare l attuazione di tale misura di prevenzione della corruzione con l esigenza di assicurare continuità dell azione amministrativa e garantire la qualità delle competenze professionali necessarie per lo svolgimento di talune attività specifiche, con particolare riguardo a quelle con elevato contenuto tecnico; - necessità di individuare un nocciolo duro di professionalità per lo svolgimento di attività a rischio corruzione; - l applicazione della misura deve essere valutata anche se l effetto della rotazione comporta un rallentamento temporaneo dell attività ordinaria dovuto al tempo necessario per acquisire la diversa professionalità. 8
9 6. ADEMPIMENTI PREORDINATI ALLA ROTAZIONE La misura della rotazione risulta di complessa attuazione e può comportare, se non realizzata in una visione organica dell azione amministrativa e delle priorità dell amministrazione, disfunzioni e rallentamenti. Per tale motivo necessita di adempimenti preliminari, già previsti nell allegato 1 al PNA, sulla scorta del quale, al fine di rendere operativa tale misura di prevenzione della corruzione costituita dalla rotazione, è necessario, nel momento in cui si dovessero riscontrare i limiti temporali previsti dalla legge: a) identificare gli uffici e i servizi che svolgono attività nelle aree a più rischio corruzione. Tale dato dovrà essere estrapolato dal PTPC vigente e dal suo allegato costituito dalla tabella con i valori di rischio per ciascun processo in capo alle varie strutture. b) valutare le competenze, espresse dal personale in servizio nell Ateneo, di cui necessita ciascun ufficio/servizio. c) verificare se i dipendenti da sottoporre alla misura della rotazione costituiscano nocciolo duro di professionalità per lo svolgimento delle attività proprie di ciascun ufficio o servizio a rischio corruzione (par. 10 delle presenti Linee Guida); d) definire i tempi della rotazione; e) prevedere formazione ad hoc, con attività preparatoria di affiancamento, per i responsabili di struttura e per i collaboratori addetti, affinché questi acquisiscano le conoscenze e la perizia necessarie per lo svolgimento della nuova attività considerata area a rischio. f) prevedere percorsi di formazione e aggiornamento continuo (anche tramite sessioni formative in house) per creare competente trasversali e professionalità che possano essere utilizzate in una pluralità di settori. 9
10 7. CRITERI DI ROTAZIONE DEL PERSONALE DIRIGENTE. La rotazione del personale che ricopre la qualifica di dirigente dovrà essere attuata nel rispetto dei principi di trasparenza e di continuità dell azione amministrativa. Alla data di scadenza di ciascun incarico, i Dirigenti che prestano la propria attività nelle aree a più elevato rischio corruzione, così come individuate nel PTPC e che avranno maturato il limite massimo di 8 anni di servizio nel medesimo incarico dirigenziale, saranno assegnati ad altro incarico, indipendentemente dall esito della valutazione riportata dal dirigente uscente ex lege n. 150/2009, fatto salvo il nocciolo duro di professionalità. Nel computo del termine non si terrà conto dei periodi che comportino un assenza dal lavoro inferiore a sei mesi. Il criterio di rotazione si applica anche al personale Dirigente a tempo determinato preposto ad incarichi dirigenziali in aree a rischio. Per effetto di detta misura di prevenzione si darà corso alla scelta del personale da avvicendare tenendo conto delle pregresse esperienze professionali maturate in aree amministrative o tecniche a rischio corruzione. Lo stesso dirigente dovrà essere formato nelle materie dell integrità e dell etica pubblica strettamente connesse all aree di rischio di appartenenza prediligendo sempre l utilizzo di professionalità interne. La rotazione dovrà essere attentamente valutata nel caso in cui il numero di personale dirigenziale sia ristretto, la fine di evitare consistenti problemi organizzativi. 10
11 La rotazione dei dirigenti verrà attuata ferma restando la disciplina vigente per la dirigenza e secondo i criteri che saranno eventualmente e successivamente emanati ai sensi dell art. 1, comma 4, lett. e) della Legge n. 190/2012 (in base al quale il Dipartimento della Funzione Pubblica definisce criteri per assicurare la rotazione dei dirigenti nei settori particolarmente esposti alla corruzione e misure per evitare sovrapposizioni di funzioni e cumuli di incarichi nominativi in capo ai dirigenti pubblici, anche esterni ). 11
12 8. CRITERI DI ROTAZIONE DEL PERSONALE TITOLARE DI POSIZIONE ORGANIZZATIVA. La rotazione del personale titolare di posizione organizzativa è attuata nel rispetto dei principi di trasparenza e continuità dell azione amministrativa, tenuto conto dei profili professionali e dei requisiti tecnici richiesti dai singoli settori esposti al rischio. La rotazione verrà attuata, compatibilmente con le esigenze organizzative dell Ateneo, ai titolari di posizione organizzativa che, alla scadenza, avranno maturato due incarichi o comunque otto anni ininterrotti nel medesimo incarico di responsabilità nei settori ad alto rischio corruzione. Nel computo del termine non si tiene conto dei periodi che comportino un assenza dal lavoro inferiore a sei mesi. Al titolare di posizione organizzativa al quale viene conferito il nuovo incarico dovrà essere garantito adeguato affiancamento utilizzando professionalità interne. Successivamente lo stesso dovrà essere formato anche nelle materie dell integrità e dell etica pubblica strettamente connesse all aree di rischio di appartenenza prediligendo sempre l utilizzo di professionalità interne. 12
13 9. CRITERI DI ROTAZIONE DEL PERSONALE TECNICO AMMINISTRATIVO AVENTE INCARICHI DI RESPONSABILITA. La rotazione verrà attuata, compatibilmente con le esigenze organizzative dell Ateneo, al personale tecnico amministrativo che avrà maturato 8 anni di servizio ininterrottamente nel medesimo incarico di Responsabilità di servizio e/o procedimento nelle aree ad alto rischio corruzione individuate nel Piano anticorruzione dell Ateneo. Nel computo del termine non si tiene conto dei periodi che comportino un assenza dal lavoro inferiore a sei mesi. La rotazione dovrà avvenire nel rispetto del principio di continuità dell azione amministrativa. Al personale suindicato al quale viene conferito la responsabilità di un nuovo procedimento e/o servizio dovrà essere garantito adeguato affiancamento utilizzando professionalità interne. Successivamente lo stesso dovrà essere formato anche nelle materie dell integrità e dell etica pubblica strettamente connesse all aree di rischio di appartenenza prediligendo sempre l utilizzo di professionalità interne. 13
14 10. LA ROTAZIONE DEI DIPENDENTI CHE COSTITUISCONO IL NOCCIOLO DURO DI PROFESSIONALITA Con apposito provvedimento del Direttore Generale sono individuati gli uffici, le strutture e gli incarichi a rischio corruzione che costituiscono un cosiddetto nocciolo duro di professionalità. Con il medesimo provvedimento, il Direttore Generale determina altresì il limite temporale di durata dell incarico in capo alla struttura o all ufficio rientrante nella tipologia di cui al presente paragrafo. Detto limite viene fissato tenuto conto dell esigenza di portare a conclusione attività strategiche dell Ufficio e consentire un efficace affiancamento del dipendente individuato per il subentro il quale è destinatario, altresì, di una opportuna azione formativa.. 14
15 11. FORMAZIONE Al fine di assicurare il buon andamento e la continuità dell azione amministrativa, occorre garantire adeguata formazione/affiancamento al personale subentrante AFFIANCAMENTO Il presupposto di qualsiasi modalità di rotazione è costituito dallo svolgimento di formazione ad hoc con adeguata preparatoria di affiancamento, per il personale soggetto a rotazione, affinché questi acquisiscano le conoscenze e la perizia necessaria per lo svolgimento della nuova attività considerata ad alto rischio corruttivo FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO CONTINUO Al fine di creare competente trasversali e professionalità che possano essere utilizzate in una pluralità di settori, diminuendo in tal modo le problematiche connesse e conseguenti alla rotazione, è necessario assicurare percorsi di formazione e aggiornamento continuo (anche tramite sessioni formative in house) per i dipendenti. 15
16 12. PERIODO DI RAFFREDDAMENTO ( cooling off period ) I Dirigenti, i titolari di posizione amministrativa ed il personale avente incarichi di responsabilità di servizio e/o procedimento potranno essere incaricati dei medesimi incarichi e delle medesime posizioni una volta trascorsi almeno tre anni, salvi tempi più brevi motivati dalla necessità improrogabile di provvedere alle attività e l impossibilità di fare ricorso ad altri dirigenti/dipendenti. Nei limiti delle risorse disponibili e dei vincoli della programmazione, può essere fatto ricorso alla mobilità come strumento per realizzare la rotazione tra le figure professionali specifiche. 16
17 13. AVVIO DI PROCEDIMENTI PENALI E/O DISCIPLINARI E ROTAZIONE In caso di notizia formale di avvio di procedimento penale e in caso di avvio di provvedimento disciplinare per fatti di natura corruttiva a carico di un dipendente, ferma restando la possibilità di sospendere il rapporto, l Università provvederà nel seguente modo: - PERSONALE DIRIGENTE: si procede con atto motivato alla revoca dell incarico in essere ed all attribuzione di altro incarico ai sensi del combinato disposto dell art. 16, co. 1, lett. l quater, e dell art. 55 ter, co. 1, del D.Lgs. 165/2001; - PERSONALE NON DIRIGENTE: si procede all assegnazione ad altro servizio ai sensi del citato art. 16, co. 1, lett. l quater. 17
18 14. VERIFICHE Ai sensi dell art. 1, comma 10, lett. b) della Legge 190/2012 si procede alla verifica, d intesa con il Dirigente competente, dell effettiva rotazione degli incarichi nelle strutture e negli Uffici in cui è più elevato il rischio corruzione. I Dirigenti e i referenti per la prevenzione nell area di competenza sono tenuti a fornire informazioni in merito alla rotazione del personale al Responsabile della prevenzione della corruzione. 18
19 15. INFORMAZIONE E PARTECIPAZIONE SINDACALE Le presenti Linee Guida sono soggette al rispetto delle disposizioni in materia di informazione e partecipazione sindacale. Pertanto, verrà data informazione alle OO.SS. delle presenti Linee Guida, al fine di consentire loro di presentare proprie osservazioni e proposte, senza che tale informativa apra alcuna fase di negoziazione in materia, come stabilito dall ANAC con la delibera n. 13/
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