PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI DI ESTRAZIONE ai sensi dell art. 5 del D.Lgs n. 117

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3 COMUNE DI BOLOGNA VARIANTE AL PIANO DI COLTIVAZIONE E SISTEMAZIONE FINALE DEL POLO ESTRATTIVO SAN NICOLO PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI DI ESTRAZIONE ai sensi dell art. 5 del D.Lgs n. 117 INDICE 1. QUADRO NORMATIVO 2 2. PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI DI ESTRAZIONE Caratterizzazione dei rifiuti di estrazione Classificazione della struttura di deposito Riutilizzo dei rifiuti di scavo 6 3. CONCLUSIONI 8 1

4 1. QUADRO NORMATIVO A partire dal è entrato in vigore il D.Lgs. 117/2008, concernente la gestione dei rifiuti delle industrie estrattive, in attuazione della direttiva 2006/21/CE in materia di rifiuti industriali. Il decreto in oggetto dispone, dunque, misure, procedure ed azioni volte alla prevenzione ed alla minimizzazione degli effetti nocivi all'ambiente ed alla salute umana, derivanti dalla gestione dei rifiuti prodotti dalle industrie estrattive, ovvero tutti gli stabilimenti e le imprese impegnati nell'estrazione, superficiale o sotterranea, di risorse minerali a fini commerciali, compresa l'estrazione per trivellazione o il trattamento del materiale estratto, la cui gestione è svolta all'interno del sito e nelle strutture di deposito, come rispettivamente definiti alle lettere r) e hh) del comma 1, art. 3. Il decreto si applica ai rifiuti di estrazione, ossia derivanti dalle attività di prospezione o di ricerca, di estrazione, di trattamento e di ammasso di risorse minerali e dallo sfruttamento delle cave. Di contro sono esclusi dall'ambito di applicazione della norma, restando di conseguenza assoggettati alla disciplina settoriale vigente: i rifiuti che non derivano direttamente da operazioni di prospezione o di ricerca, di estrazione e di trattamento di risorse minerali e dallo sfruttamento delle cave, quali rifiuti alimentari, oli usati, veicoli fuori uso, batterie ed accumulatori usati; i rifiuti derivanti dalle attività di prospezione o di ricerca, di estrazione e di trattamento in offshore delle risorse minerali; l'inserimento di acque e il reinserimento di acque sotterranee quali definiti all'art. 104, commi 2-4, del D. Leg.vo 152/2006 (Codice Ambiente), nei limiti autorizzati da tale articolo; i rifiuti radioattivi ai sensi del D. Leg.vo 230/1995. Viene previsto un regime semplificato nel caso di produzione di rifiuti inerti e della torba e alla terra non inquinata derivanti dalle operazioni di prospezione, ricerca, di estrazione, di trattamento e stoccaggio (non si applicano gli art. 7, 8, 11 c. 1 e 3, art. 12, art. 13 c. 6, art. 14 e art. 16.); un regime di riduzione degli adempimenti e deroga da parte dell autorità competente in particolari casi di deposito di rifiuti non pericolosi derivanti dalla prospezione e dalla ricerca di risorse minerali, di rifiuti inerti non pericolosi (art. 2, c. 4 e c. 5). L'art. 5 dispone che l'operatore, ossia il soggetto preposto alla gestione dei rifiuti di estrazione, elabori un piano di gestione dei rifiuti di estrazione volto alla minimizzazione, al trattamento, al recupero mediante riciclaggio, riutilizzo o bonifica e lo smaltimento sicuro dei rifiuti stessi, nel rispetto del principio dello sviluppo sostenibile basandosi sulle migliori tecniche disponibili ed considerando la salvaguardia ambientale sia nella progettazione che nella realizzazione, uso e manutenzione di tutte le strutture di deposito dei suddetti rifiuti (art. 4 e art. 5). Tale piano è presentato come sezione del piano globale dell'attività estrattiva, predisposto per l'ottenimento dell'autorizzazione all'attività medesima da parte dell'autorità competente, ed è riesaminato ogni 5 anni o comunque modificato qualora subentrino modifiche sostanziali nel funzionamento della struttura di deposito dei rifiuti di estrazione o nel tipo di rifiuti di estrazione depositati. Le eventuali modifiche sono notificate all'autorità competente. 2

5 In accordo con le prescrizioni di cui al D.Lgs 30 maggio 2008 n. 117, nell ambito del progetto preliminare della Variante al Piano di Coltivazione e Sistemazione riguardante l'area del Polo San Niccolò tutt'ora oggetto di PAE - con esclusione quindi delle aree oggetto di svincolo di cui alla Determina PG Comune di Bologna /2010 e alla Determina PG Comune di Bologna /2015, viene quindi redatta la presente relazione tecnica avente valore di Piano di Gestione dei Rifiuti di Estrazione, previsto dall art. 5 del suddetto decreto. 3

6 2. PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI DI ESTRAZIONE 2.1 Caratterizzazione dei rifiuti di estrazione La conformazione della sistemazione morfologica prevista dal progetto di sistemazione finale, così come rappresentata negli elaborati progettuali, comporta l impiego di m 3 di materiale per la sistemazione. 1 Detto quantitativo è stato calcolato facendo la differenza volumetrica tra il livello di sistemazione e la profondità di escavazione. Di questi volumi, una parte, pari a m 3, è già stata impiegata per le opere di sistemazione dell'area tutt'ora in PAE ed oggetto di variante al PCS ed una parte, pari a m 3, ( m 3 dalla movimentazione m 3 dal cumulo) si rende necessaria per completare la sistemazione del polo San Nicolò. Il materiale disponibile per la sistemazione, aggiornato alle previsioni estrattive finali, così come modificate sulla base dell effettiva morfologia degli scavi eseguiti sino alla data della Relazione annuale 2015 ( ), ed al netto del residuo commercializzabile pari a m 3 è il seguente: - terreno vegetale, materiali limo-argillosi ed argilla già estratto e disponibile per la sistemazione: m 3 ; - terreno vegetale, materiali limo-argillosi ed argilla da estrarre e disponibile per la sistemazione: m 3, per un totale complessivo di m 3. Il materiale disponibile per la sistemazione è quindi superiore a quello necessario per le opere di sistemazione finale. In particolare: - materiale disponibile per la sistemazione m 3 - materiale necessario per le opere di sistemazione finale m 3 Totale materiale in esubero m 3 Tale materiale in esubero ( m 3 ) troverà collocazione per la sistemazione di altre cave come verrà illustrato nel paragrafi successivi. Ai sensi dell art. 3 comma 1 del D.Lgs 117/2008, tali terreni rientrano nella categoria denominata terra non inquinata come definita al punto e) dell art. 3 del D.Lgs 117/2008, ai sensi di quanto stabilito all'articolo 186 decreto legislativo n. 152 del 2006, e vengono quindi equiparati alle Terre e rocce da scavo, e per essere definiti tali come tali devono soddisfare quanto previsto dai punti a, b, c, d,f e g del comma 1 dell art. 186 del D.Lgs. 152/ Corrispondenti a m 3 previsti sulla base della conformazione morfologica del progetto preliminare presentato per l avvio della procedura di screening m 3 per la collocazione in scarpata vicino a via Bacialli e verso l'area S. Guglielmo. 4

7 Si prevede quindi che tali terreni di natura limo-argillosa siano direttamente utilizzati per il riempimento parziale di vuoti prodotti dall attività estrattiva, sia internamente al polo estrattivo San Nicolò, sia esternamente ad esso. Per quanto concerne le caratteristiche chimiche e chimico-fisiche di tali terre, al fine di verificare che il loro impiego non determini rischi per la salute e per la qualità delle matrici ambientali interessate, e considerando la destinazione d uso finale delle aree di cava nelle quali verrà impiegata (per l area di San Nicolò in parte a zona per impianti di lavorazione ed in parte a zona verde, mentre per le altre destinazioni solo zone a verde), viene prevista una loro caratterizzazione ai sensi della Tabella 1 colonna A dell Allegato 5 al Titolo V del D.Lgs. 152/2006. In particolare sarà effettuato il prelievo (in doppio) di 1 campione rappresentativo di tali terre per ogni diversa destinazione. Di ogni doppio campione uno sarà messo a disposizione di A.R.P.A., per le eventuali contro analisi, e l altro sarà analizzato da un laboratorio certificato SINAL in riferimento ai seguenti parametri, di cui alla Tabella 1 dell Allegato 1 del D.M. 471/1999: Arsenico, Cadmio, Cromo totale, Cromo VI, Mercurio, Nichel, Piombo, Benzene, Etilbenzene, Stirene, Toluene, Xilene, Idrocarburi Leggeri C < 12 e Idrocarburi pesanti C > 12. I valori dovranno rispettare i limiti fissati dalla colonna A, Tabella 1, Allegato 1 del D.M. 471/1999. I risultati di tali analisi saranno comunicati al Comune entro 30 gg. dal termine delle operazioni di accertamento. Nel caso di non rispetto dei limiti il progetto prevede che la Ditta esercente proceda, a suo completo carico, all immediata rimozione dei materiali inquinati secondo le procedure previste dal D.M. 471/1999. I rifiuti di estrazione verranno prodotti attraverso la rimozione degli strati di terreno vegetale e quindi degli strati sottostanti di terreno limo-argilloso ed argilloso con l utilizzo di escavatori a braccio rovescio. 2.2 Classificazione della struttura di deposito Per lo stoccaggio del rifiuto di estrazione non si ritiene necessaria una struttura di deposito di categoria A di cui all Allegato II del D.Lgs. Il materiale verrà infatti accumulato, come in parte già avvenuto per la coltivazione in essere, in una apposita area di stoccaggio temporaneo interna all area estrattiva (Fig. 1). Il cumulo raggiungerà un altezza massima di 8 m ed inclinazione che non supererà i 30, tali da garantire la stabilità del cumulo stesso; non sono pertanto da prevedersi incidenti rilevanti. I rifiuti non sono inoltre classificati come pericolosi ai sensi del D.Lgs 4 aprile 2006 n. 152 e s.m.i. e non contengono sostanze classificabili come pericolose ai sensi delle direttive 67/548/CEE o 1999/45/CE. Il deposito del materiale sarà di tipo temporaneo; il materiale accumulato verrà infatti progressivamente impiegato per il contemporaneo ripristino delle aree già escavate all interno del polo San Nicolò o per la sistemazione di altre cave come verrà illustrato al paragrafo successivo. La metodologia di ripristino previste in progetto, ed il monitoraggio previsto sui rifiuti di estrazione, costituiscono una sufficiente garanzia per evitare fenomeni di inquinamento del suolo e delle acque superficiali e sotterranee. 5

8 2.3 Riutilizzo dei rifiuti di scavo Come specificato le paragrafi 2.1 il volume complessivo di rifiuti di scavo oggetto del presente piano di gestione ammonta a m 3. Di questo materiale una parte verrà impiegata per eseguire le sistemazioni morfologiche interne al polo estrattivo San Nicolò e rappresentate nel progetto. In particolare m 3 verranno impiegati per: - completamento del modellamento delle scarpate, dalla pendenza di scavo a quella di sistemazione, secondo i profili riportati nelle sezioni (cfr. Tav. 7 - Progetto di sistemazione - Sezioni di sistemazione); - completamento del modellamento di una parte dell area fino alla profondità di circa -5 m dal p.d.c. medio; - ritombamento della zona circostante il bacino, secondo il nuovo profilo definito dal presente progetto preliminare di Variante al PCS, a - 9,00 dal p.d.c. medio. - completamento del ritombamento della zona ove saranno ospitati gli impianti, fino alla profondità definitiva di -9,00 m dal p.d.c. medio. Il rimanente materiale in esubero verrà invece impiegato per sistemare cave esterne al polo estrattivo San Nicolò; in particolare: mc da collocare sull'area Spiriti ai fini del "ripristino della quota morfologica... mediante l'impiego del terreno sterile temporaneamente accantonato nell'adiacente Polo S.Niccolò come surplus estrattivo non commercializzabile", in ottemperanza al provvedimento n. 9724/16 del 10/03/2016 del Comune di Bologna; mc da collocare nell'area Zanardi, ai fini della sistemazione dell'area stessa, che avverrà a seguito della rimozione degli impianti esistenti di lavorazione inerti; mc da collocare nell'area Pigna 2 a sistemazione di cave del territorio comunale, in coerenza con quanto previsto nella Convenzione relativa al Polo San Niccolò. Riassumendo: Sistemazione polo San Nicolò m 3 Sistemazione Spiriti m 3 Sistemazione Zanardi m 3 Sistemazione Pigna m 3 TOTALE m 3 6

9 AREA STOCCAGGIO SCARTO Fig. 1 individuazione dell area adibita a stoccaggio temporaneo dei rifiuti di estrazione 7

10 3. CONCLUSIONI Nel presente fascicolo viene riportato il Piano di Gestione dei Rifiuti di Estrazione, ai sensi del D.Leg.vo 117/2008, relativo al progetto della Variante al Piano di Coltivazione e Sistemazione riguardante l'area del Polo San Niccolò tutt'ora oggetto di PAE - con esclusione quindi delle aree oggetto di svincolo di cui alla Determina PG Comune di Bologna /2010 e alla Determina PG Comune di Bologna /2015. Si prevede la gestione dei terreni del cappellaccio costituito da terreno vegetale e materiali argilloso-limosi e argillosi di copertura del materiale utile, prodotti direttamente dall attività di estrazione. Tali materiali saranno direttamente utilizzati per il riempimento dei vuoti prodotti dall attività estrattiva, adottando specifiche modalità di controllo qualitativo a garanzia che il loro utilizzo non determini fenomeni di inquinamento del suolo e delle acque superficiali e sotterranee. Come specificato le paragrafi 2.1 il volume complessivo di rifiuti di scavo oggetto del presente piano di gestione ammonta a m 3. Di questo materiale una parte verrà impiegata per eseguire le sistemazioni morfologiche interne al polo estrattivo San Nicolò ed in parte verrà invece impiegato per sistemare cave esterne al polo estrattivo San Nicolò. In particolare si prevede di riutilizzare il materiale nei seguenti luoghi: Sistemazione polo San Nicolò m 3 Sistemazione Spiriti m 3 Sistemazione Zanardi m 3 Sistemazione Pigna m 3 TOTALE m 3 A maggiore garanzia della tutela dell ambiente verrà eseguito un controllo della qualità chimica dei materiali. In particolare sarà effettuato il prelievo (in doppio) di 1 campione rappresentativo di tali terre per ogni diversa destinazione. Di ogni doppio campione uno sarà messo a disposizione di A.R.P.A., per le eventuali contro analisi, e l altro sarà analizzato da un laboratorio certificato SINAL in riferimento ai seguenti parametri, di cui alla Tabella 1 dell Allegato 1 del D.M. 471/1999: Arsenico, Cadmio, Cromo totale, Cromo VI, Mercurio, Nichel, Piombo, Benzene, Etilbenzene, Stirene, Toluene, Xilene, Idrocarburi Leggeri C < 12 e Idrocarburi pesanti C > 12. I valori dovranno rispettare i limiti fissati dalla colonna A, Tabella 1, Allegato 1 del D.M. 471/1999. Modena, 06/05/2016 Dott. Geol. Valeriano Franchi 8

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