Presentazione Come arrivare

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1 Presentazione Villasimius è un nome che ormai è ben conosciuto in tutta Europa. Perché sono decenni che tantissimi la scelgono per le vacanze, e dopo averla conosciuta non la scordano. Dire Villasimius evoca spiagge lunghe e bianchissime, ed un mare che per trasparenza e colori semplicemente non è secondo a nessun altro nel mondo. Eppure non è tutto: molti che arrivano a Villasimius si limitano a conoscere il mare, e magari solo alcune spiagge, rinunciando così a scoprire quanto la natura e l entroterra possono offrire. Villasimius ha tantissimo da regalare a chi la sceglie, in estate o nelle altre stagioni. Tracce degli antichi abitanti, fitti boschai, gastronomia, natura, divertimenti e paesaggi meravigliosi sono qui a disposizione, basta scoprirli. Per questo ci voleva una guida diversa. Vorremmo che fosse come un amico del posto che non vede l ora di mostrarvi, con orgoglio, le bellezze della sua terra. La zona di Villasimius si trova all estremità sud orientale della Sardegna. È come un triangolo di costa, con il mare da tre lati e il vertice inferiore che si allunga in una sorta di esse. È delimitata a ovest da Capo Boi, la sua estremità sud è Capo Carbonara sulla terraferma o l Isola dei Cavoli in mare, mentre ad est i suoi punti estremi sono Punta Porceddus e l Isola di Serpentara. A nord il suo territorio è delimitato dai monti del Sarrabus. È il massiccio dei Sette Fratelli, un oasi naturale coperta da fitte foreste, con cime che arrivano ai mille metri e spesso nei mesi più freddi sono spruzzate di neve. Come arrivare Arrivare a Villasimius è semplicissimo. La sua porta d accesso naturale è Cagliari, da cui dista circa cinquanta chilometri, molti dei quali su di una strada panoramica, tutta sul mare. Anche per arrivare da Sassari, Alghero, Nuoro e Olbia conviene passare da Cagliari. Da Olbia si può 1

2 anche scegliere la strada statale 125, orientale sarda, più breve e molto bella, ma faticosa e piena di curve. Per chi arriva con la nave Per chi arriva con la nave e con la propria auto o la moto basta uscire dal porto, lasciarsi alle spalle la via Roma e andare verso la spiaggia del Poetto, percorrere tutta la strada fra la spiaggia e le saline e infine proseguire verso destra seguendo la costa. Per chi arriva con la nave, senza auto, è facile arrivare con i mezzi pubblici: basta uscire dal porto verso la piazza Matteotti e lì, alla stazione dei bus ARST, prendere la corriera che porta fino in paese. Una curiosità: a Cagliari entrando in via Roma fate attenzione al lastricato a grossi blocchi: il granito viene infatti dalle antiche cave di Villasimius. Se avete prenotato in uno degli alberghi del paese arrivare a Villasimius è ancora più facile: spesso è previsto il trasferimento in pulmino direttamente dall aeroporto. Per chi arriva con l aereo All aeroporto è possibile prendere un bus navetta che porta fino alla piazza Matteotti, e di qui la corriera ARST. Oppure noleggiare un auto in aeroporto, seguendo poi le indicazioni per la strada 554, la circonvallazione a che gira intorno a Cagliari. All altezza del Km 9 ci sono diverse uscite per Muravera. Svoltando e seguendo le indicazioni per Villasimius si va in una nuovissima strada a scorrimento veloce che sbocca sulla costa a circa metà percorso. Se mancaste la svolta niente paura: vi troverete alla fine alla rotatoria del Poetto da cui arriverete ugualmente, percorrendo tutta la strada costiera. Cenni storici La preistoria, prima dei nuraghi Villasimius è stata frequentata fino dal neolitico e ha condiviso la storia della Sardegna, con le dominazioni e i periodi di indipendenza. In Sardegna i primi abitanti sono arrivati nel paleolitico, ma le tracce sono poche e non in questa zona. I sardi del neolitico ci hanno lasciato tracce di diverse culture, che hanno preso il nome dalle zone dei ritrovamenti: come la cultura di Bonuighinu, la cultura di San Michele, la cultura di Monte Claro. Per capire quanto erano importanti i riti funebri per i nostri antenati basta pensare che scavare nella viva roccia una Domus de Janas doveva essere un impresa lunga e faticosissima, considerando che ancora non si conosceva l uso del ferro. Sicuramente invece la nostra zona è stata popolata fin dal neolitico, dal a.c circa. I sardi di quei tempi lavoravano la ceramica, avevano attrezzi ed armi in selce ed ossidiana, praticavano culti come quello della dea madre e seppellivano i morti nelle grotte e in tombe scavate nella roccia. Molte di queste tombe sono ancora visibili. Si chiamano Domus de Janas, case delle fate, perché si pensava che le abitassero delle piccole creature soprannaturali, le janas appunto. Proprio alcune Domus de Janas sono la testimonianza di presenze nel neolitico a Villasimius: sono alla Spiaggia del Riso, ma solo una è rimasta intatta. Poi i sardi cominciarono a costruire con la pietra e le tombe diventarono dei piccoli edifici costruiti con grandi massi. Si chiamano Tombe dei Giganti, perché sembravano troppo grandi per uomini normali. Ce n è una anche nella zona di Villasimius, nell entroterra fra Porto Sa Ruxi e la spiaggia di Campus. I nuragici erano grandi esperti del bronzo: ne facevano raffinate sculture, i bronzetti, e spade, asce, ogni sorta di oggetti votivi e di uso quotidiano. Per saperne di più sulla civiltà nuragica vale la pena di dedicare una gita a Cagliari per visitare il Museo Archeologico, nel quartiere di Castello. I bronzetti, gli oggetti sacri e quelli di uso quotidiano e le armi di questo popolo sono veramente affascinanti. 2

3 Il nome stesso dei nuraghi è un reperto: la sua radice, Nur, risale alla stessa epoca delle torri. I nuraghi, quando i sardi erano all avanguardia Queste costruzioni in pietra sono l inizio della più celebre civiltà sarda: quella dei nuraghi che si sviluppò dal 1800 a.c. circa. I nuragici abitarono tutta l isola e ovunque costruirono le loro torri di pietra a forma di tronco di cono. Erano torri difensive e alcune sono complesse e gigantesche, come la reggia di Barumini e nuraghe Losa ad Abbasanta. A volte, sotto la protezione delle torri, sorgevano villaggi di piccole capanne circolari con muri di pietra e il tetto di frasche. Oltre ai nuraghi e alle tombe dei giganti costruivano e scavavano stupefacenti templi a pozzo dedicati al culto dell acqua. Non hanno lasciato tracce di scrittura, ma nelle costruzioni e nella tecnologia del metallo erano all avanguardia in Europa. A Villasimius i nuraghi sorsero a ridosso della costa, come una catena difensiva contro gli sbarchi. Ma non era solo una zona di vedetta: ad est del paese attuale rimangono le tracce di due villaggi, detti di Accu e Gattus e Manunza, con le tracce delle capanne intorno alle torri centrali. Dove c è un buon porto, attraccano i fenici All apice della civiltà nuragica, sulle coste dell isola arrivarono i navigatori fenici. Dapprima con qualche insediamento, poi fondando vere città (Nora, Tharros, Karalis, l attuale Cagliari, che porta ancora il suo nome fenicio). Cercavano buoni approdi e prediligevano gli istmi, che offrivano riparo dai due lati. Capo Carbonara era un luogo ideale: qui con qualunque vento avevano i ripari di Porto Giunco, del Rio Foxi e dello stagno di Notteri, che allora comunicava con il mare. Fondarono due insediamenti, a Notteri e sulle colline di Cuccureddus. Proprio a Cuccureddus si trovavano un luogo di commerci ed un santuario. Potete vedere i reperti punici e romani provenienti dagli scavi di Cuccureddus nel Museo Archeologico in paese. I punici e i romani, la fine dell indipendenza Dopo i fenici arrivarono i punici, gli abitanti della loro colonia più potente: Cartagine. Non si accontentavano di qualche insediamento: volevano tutta l isola con i porti, il grano e i metalli e la conquistarono, almeno in tutte le zone di loro interesse. Era il 500 a.c. circa: cominciavano due secoli di dominio punico e la civiltà nuragica declinava. Ma un altra grande potenza si espandeva nel Mediterraneo: nel 238 a.c, dopo la prima guerra punica, la Sardegna passò sotto il dominio di Roma. I popoli dell interno combatterono a lungo, le coste invece cambiarono semplicemente padrone. Furono mille anni di dominio romano. A Villasimius sorsero abitati agricoli, ma ne restano poche tracce: solo i resti di un piccolo complesso termale vicino all attuale chiesetta di Santa Maria e di due necropoli a Cruccuris e Accu Is Traias (I-IV sec. d.c.). I romani continuarono a considerare Cuccureddus un luogo sacro: gli scavi hanno restituito molti dei loro ex voto in terracotta che lasciarono al santuario. Cade Roma, nascono i Giudicati Con la caduta dell Impero Romano la Sardegna viene invasa dai vandali, poi passa ai bizantini. Sorge la potenza araba e cominciano le incursioni sulle coste. I bizantini, persa l Africa del nord, abbandonano l isola e dalle loro istituzioni sorgono quattro stati sardi: i Giudicati di Arborea, Cagliari, Gallura e Torres. In questo periodo nella nostra zona sorge il villaggio di Carbonaja, che fa parte del Giudicato di Cagliari. Il nome viene dalla produzione del carbone nelle foreste vicine e si conserverà, cambiando un poco, fino all 800. La Sardegna è di nuovo indipendente, ma è divisa: i Giudicati sono spesso in guerra fra loro. Sui confini costruiscono opere difensive come il castello di Quirra, vicino alla costa orientale più a nord di Villasimius. Grazie a queste rivalità, nelle vicende della Sardegna si intrometteranno le repubbliche marinare di Pisa e Genova, e infine il regno spagnolo di Aragona, che avrà addirittura dal Papa la licenza d impadronirsi dell isola. La figura più celebre del periodo giudicale è Eleonora d Arborea, la giudicessa che promulgò la Carta de Logu, un codice di leggi che fu in vigore per secoli. Ad Eleonora d Arborea è stato tributato un onore davvero raro: è stato dato il suo nome ad un 3

4 rapace, il Falco della Regina, che ha il nome scientifico di Falcus Eleonorae. La dominazione spagnola, arrivano i feudi Le potenze straniere erano troppo forti per gli stati sardi: uno dopo l altro i giudicati persero la loro indipendenza. L ultimo fu quello di Arborea, che dopo cento anni di resistenza combatté e perse la battaglia contro gli Spagnoli di Aragona a Sanluri, nel Da allora tutta la Sardegna fu sotto il dominio spagnolo. Gli spagnoli divisero il territorio in feudi. La zona di Villasimius diventerà parte della Contea di Quirra, poi marchesato, ma sempre della potente famiglia Carroz. Anche la zona di Capo Carbonara ha nella sua storia una potente figura femminile: Violante Carroz, contessa di Quirra, che governò su Carbonara agli inizi del Violante finì i suoi giorni reclusa nel suo palazzo di Cagliari per aver fatto impiccare un parroco e per questa colpa fu sepolta fuori dalla chiesa in cui erano le tombe della famiglia. Sbarcano i pirati, sorgono le torri, il paese si spopola Continuavano intanto le scorrerie dei pirati dal nord Africa: gli spagnoli costruirono allora il sistema delle torri costiere che ancora svettano sui promontori: da ogni torre si possono scorgere le due vicine, così era possibile far viaggiare rapidamente gli allarmi con segnali visivi. Ma le torri non bastarono a fermare i pirati e la gente di Carbonara, come quella di molti altri centri costieri nel XVI secolo, si spostò verso i territori più sicuri dell interno abbandonando il villaggio. I piemontesi, l unità d Italia Nel 1718 la Sardegna era passata sotto il dominio piemontese. I Savoia prendevano così il titolo di Re di Sardegna, il punto d inizio dell unità d Italia. Il mondo è andato avanti, ma qui l incubo dei pirati saraceni non finisce mai: ancora nel 1812 assalivano le torri di porto Giunco e dei Cavoli. Carbonara, nonostante questo, risorgerà verso il 1820, per iniziativa del Marchese di Quirra, e sarà popolata da gente dei paesi vicini. La Sardegna di quel periodo era un mondo sconosciuto. A studiarla, e a farla conoscere al mondo fu il conte piemontese Alberto Ferrero di Lamarmora, che viaggiò per tutta l isola e pubblicò, nel 1826 Voyage en Sardaigne. Un opera colossale e fondamentale su geografia, natura, usi e costumi della Sardegna. Un paese lontano lontano e due guerre, viste da qui Era un luogo isolato: la strada per Cagliari era così difficile che le comunicazioni avvenivano soprattutto via mare e con il brutto tempo si interrompevano. Nel 1862 gli abitanti di Carbonara cambiarono il nome del paese in quello attuale: Villasimius, da quello dell antico sito di Simius, un nome di cui però non è chiaro il significato. Intanto il paese si consolidava, nascevano le cave di granito, la scuola, il municipio, la caserma dei carabinieri. Con la prima e la seconda guerra mondiale la Sardegna e Villasimius scoprivano di non essere più lontane dal mondo: i giovani partivano per la guerra le navi e i sottomarini incrociavano nel golfo. Il paese fu anche colpito da un incursione aerea alleata. Alla fine della seconda guerra mondiale Villasimius era un paese di agricoltori, scalpellini e di pochi pescatori. Era un altro mondo: solo negli anni cinquanta in paese arriveranno elettricità e telefono. Per trovare l atmosfera di quel periodo andate alla cala di Cava Usai: lì il tempo sembra fermo a quando è stata chiusa, negli anni cinquanta. Dall agricoltura al turismo: gli ultimi cinquant anni Finalmente dagli anni sessanta le comunicazioni diventavano più facili, con la sistemazione della strada. Il mare era meraviglioso e qualcuno cominciava ad accorgersene. In paese c era già un albergo dal 1926, la Stella d oro, ma è solo dagli anni cinquanta e sessanta che i turisti cominciano ad arrivare. Il resto è storia attuale. Oggi Villasimius è una delle località estive più celebri d Italia. Quello che molti non sanno è quanto si perdono nel resto dell anno 4

5 I fondali di Villasimius hanno tenuto a battesimo un pezzo del cinema subacqueo italiano: nelle estati del 48 e 49 Folco Quilici, girò qui il suo primo cortometraggio Pinne ed arpioni. È stato l inizio della sua grande carriera durante la quale il regista ha filmato documentari sopra e sotto il mare in tutto il mondo. Negli anni 60 il vecchio albergo Timi Ama, sullo stagno di Notteri, era un rifugio di artisti di tutto il mondo. Chi cercava mondanità e voleva apparire andava in Costa Azzurra o in Costa Smeralda, mentre gli artisti che invece cercavano pace e ispirazione sceglievano Capo Carbonara, allora poco conosciuto. Uno dei primi a scoprire le bellezze di Villasimius è stato lo scrittore tedesco Ernst Jünger, che soggiornò qui nel Jünger racconta del suo soggiorno in una sua opera ma celando il paese sotto il nome di Illador. Quello scritto, insieme ad altri, è stato pubblicato da Il Maestrale in un tascabile con il titolo Terra sarda. Jünger descrive ogni cosa con una precisione quasi cinematografica. Leggendo le sue pagine potete avere una visione incredibilmente accurata di Villasimius, delle sue spiagge e della sua gente nel maggio del Illador è anche il titolo di una bellissima mostra di foto della fotografa Marina Anedda ispirata al soggiorno di Jünger. 5

6 Archeologia e arte Resti archeologici I siti archeologici citati non sempre sono facili da trovare. Per individuarli fate riferimento alla mappa. La Domus de Janas della Spiaggia del Riso Le tracce più antiche ed emozionanti degli antichi abitanti della zona di Villasimius sono le Domus de Janas della Spiaggia del Riso, nei pressi del porto. Domus de Janas significa case delle fate, ma si tratta di tombe scavate nella viva roccia. Qui si trovava un intera necropoli, ma solo una delle tombe è rimasta integra. Dall esterno appare come una apertura quadrangolare scavata in un masso di granito. All interno è costituita da un primo piccolo ambiente che introduce alla camera sepolcrale. Davanti all apertura si trovava una doppia fila di massi che formavano un corridoio, ma oggi ne restano solo due. Per queste caratteristiche costruttive e per la presenza di ocra rossa usata come decorazione all interno sappiamo che la Domus de Janas è un esempio della Cultura di Ozieri e dovrebbe quindi risalire al a.c. La tomba dei giganti È una tipica sepoltura collettiva dell epoca nuragica. Era costituita da una camera a corridoio in massi con, come frontale, una esedra, una grande pietra piatta a forma di semiellisse. Da ciascuno dei due lati dell esedra partiva una fila di massi ad arco, così che la tomba, in pianta, rappresentasse una testa bovina. Se ne trova una nell entroterra fra Porto Sa Ruxi e la spiaggia di Campus, ma sono rimaste poche tracce; in particolare si possono riconoscere i massi che delimitavano la base della camera sepolcrale. I nuraghi sono costruiti con grandi massi, sovrapposti senza malta. All interno hanno la volta a tholos, la falsa cupola ottenuta restringendo via via il cerchio di pietre fino a chiuderlo. I nuraghi di Villasimius non sono intatti, ad un occhio poco attento possono sembrare semplici cerchi di massi e per questo non sono semplici da trovare. Potete verificare la loro posizione sulla mappa. I nuraghi La civiltà nuragica è iniziata all incirca fra l età del bronzo antico, intorno al a.c. e la si considera terminata nel 535 a.c. quando in Sardegna si insediarono i cartaginesi. In questo lunghissimo arco di tempo i nuragici hanno costruito moltissime delle loro caratteristiche torri tronco coniche di massi. Nella sola zona di Villasimius si possono vedere i resti dei Nuraghi Giardone, nell entroterra della zona di Campus, e poi Nuraghe Cuccureddus, Nuraghe Campu Longu, Nuraghe Is Traias, Nuraghe Manunzas, Nuraghe Baccu e Gattus. Sorgevano sui rilievi subito dietro il perimetro della costa, come una linea difensiva. Alcuni di essi sono composti da più torri e nel caso di Manunzas e Baccu e Gattus conservano le tracce delle capanne che li circondavano. Il sito fenicio di Cuccureddus Alle spalle della Spiaggia di Cuccureddus, nei pressi del Rio Foxi in un area privata, si trovano i resti dell insediamento omonimo, costituito da una zona di scambi ed un santuario. Costruito dai fenici fu poi utilizzato dai punici e dai romani. Il sito conserva le tracce di un incendio, che ha distrutto gli edifici in epoca punica. I reperti provenienti da quest area si possono ammirare al museo archeologico di Villasimius. Le terme romane di Santa Maria Vicino alla chiesetta di Santa Maria, in una spianata, si trovano i resti di un edificio termale romano, parzialmente coperti dalla vegetazione. La chiesetta è nei pressi della spiaggia di Campus sulla destra della strada Cagliari-Villasimius. 6

7 La statua di Santa Maria Proprio fra le rovine delle terme molto tempo fa è tornata alla luce una statua che riproduce una figura femminile. Ritenuta un immagine della Madonna, fu custodita nella chiesa e venerata. Poi fu riconosciuta come un opera romana che decorava le terme. Ora è nel museo archeologico, ma forse tornerà nella chiesa: in fondo non è importante se lo scultore volesse farne o no una rappresentazione della Vergine, ma solo che la fede popolare l abbia ritenuta tale. Le torri costiere Percorrendo la strada costiera le vedete di certo. Sono le torri che gli spagnoli costruirono a partire dal XVI secolo sui promontori per avvistare i pirati saraceni e difendere la costa. Sono tozze, cilindriche o tronco coniche, alte meno di dieci metri, ma grazie alla posizione dominano la costa. In questa zona sono costruite solitamente in blocchi di granito, con malta e intonaco. Venendo da Cagliari incontrate nell ordine la Torre di Cala Regina, poi la Torre De su Fenogu, la Torre di Capo Boi, la Fortezza Vecchia, la Torre dell Isola dei Cavoli, quella di Cala Giunco, quella dell Isola di Serpentara e quella di Cala Pira. Sono tutte ben visibili e quelle sulla terraferma si raggiungono abbastanza facilmente. Infatti quasi per tutte basta parcheggiare nella località da cui le torri prendono il nome e cercare un sentiero che porta, a piedi, fino ad esse. Alcune sono state restaurate, ma in generale non è possibile visitare l interno. Vale sempre la pena di raggiungerle per ammirare il panorama dai piazzali. Le torri erano classificate in tre categorie: Torrezillas le più piccole solo per l avvistamento, presidiate da due soldati; Torri senzillas, che erano presidiate da un alcalde e quattro uomini e armate di due cannoni di medio calibro, due spingarde e cinque fucili e Torri gagliarde armate di quattro cannoni di grosso calibro, due spingarde e cinque fucili. Da ciascuna torre si vede la precedente e la successiva, così era possibile comunicare velocemente lungo tutta la costa con luci e segnali. Le torri hanno l ingresso in alto: i soldati di guardia entravano con una scala che veniva poi ritirata dentro. La fortezza vecchia È una fortificazione più grande e complessa delle altre che si discosta dalla forma tronco conica. È sul piccolo promontorio subito dopo il porto di Villasimius. È stata costruita in due fasi: un primo nucleo triangolare è aragonese, del XIV sec., con intorno quattro torri perimetrali spagnole del secolo successivo e di fronte una cinta muraria che la protegge. Tre torri guardano all esterno e sono ad angoli acuti, la quarta dà sul cortile delimitato dalle mura. Proprio in questa torre si trova, in alto, l unico ingresso della fortezza. Per raggiungerla basta superare il porto e, appena dopo, svoltare a destra in una sterrata. È possibile visitarla: d estate è aperta tutti i giorni eccetto il giovedì, mentre d inverno apre solo il sabato e la domenica. Curiosamente la fortezza vecchia viene classificata in un registro militare delle torri fra le Torri Senzillas, quelle di media importanza armate con cannoni di medio calibro. Le torri costiere hanno continuato a vigilare sul mare anche dopo la dominazione spagnola: cessarono la loro attività solo nel 1867, quando era già nato il Regno d Italia. La nave dell Isola dei Cavoli ed altri relitti In questa zona sono avvenuti molti naufragi e sotto il mare si conservano molti relitti. Come quello di una nave romana del I sec. dopo Cristo con un carico di materiali da costruzione che si trova a Cala Sinzias, su un fondo di sabbia ad una profondità di circa 30 metri. Nei pressi dell Isola dei Cavoli si trova invece un relitto di una nave del XV sec. Il tempo ha distrutto la nave, non sappiamo quindi esattamente di che tipo fosse. Abbiamo però parte del carico che fa supporre che si trattasse di una nave aragonese, diretta verso la Sicilia. Trasportava cannoni e azulejos, le mattonelle decorative in ceramica e smalto azzurro per un palazzo nobiliare. Infine nel golfo, al largo della Torre de su Fenogu, si trovano i relitti della 7

8 Isonzo e della Loredan affondate da un sottomarino inglese durante la seconda guerra mondiale. Il museo archeologico Il museo di Villasimius è in centro, in via Frau, una traversa a destra della strada principale, prima della piazza andando verso il mare. Nella Sala del mare sono in mostra le ricostruzioni di come venivano stivati e come sono stati ritrovati i carichi di navi puniche, romane e medioevali. Nella Sala del santuario sono esposti i reperti del santuario fenicio e poi punico e romano di Cuccureddus. Fra gli oggetti di epoca romana si notano gli ex voto in terracotta offerti dai fedeli guariti. La Sala del territorio è dedicata ai siti della piana di Santa Maria, con il suo piccolo edificio termale romano e alle due necropoli di Cruccuris e Accu Is Traias (I-IV sec. d.c.) La Sala del relitto è dedicata alla nave aragonese naufragata all Isola dei Cavoli. Sono esposti alcuni dei cannoni e degli azulejos. Il paese In una zona dove molte località sono solo turistiche e nate da poco tempo, Villasimius è invece un comune vivo, abitato tutto l anno e con le sue tradizioni. Per questo è piacevole soggiornare in paese anche al di fuori dei mesi estivi più frenetici e popolati. La sua parte più frequentata si sviluppa lungo la strada principale, via Umberto I, che si allarga nelle due piazze che sono il vero centro dell abitato: piazza Gramsci e piazza Incani. La strada prosegue dopo le piazze, ma prende il nome di via del Mare. Basta percorrerla tutta in bici (una piccola passeggiata tutta in lieve discesa) per arrivare alla spiaggia di Simius. La sera nei mesi estivi la via e le due piazze principali del paese sono interdette al traffico. Le auto devono fare un percorso alternativo per le stradine alte sulla destra del centro prima di tornare sulla via del mare. In questo modo si è creato un grazioso spazio pedonale, dove nei mesi estivi si va a passeggiare. Lungo la strada si allineano negozi, gelaterie, ristoranti e pizzerie. Nella piazza Gramsci si affacciano il Palazzo Comunale, e la chiesa. In piazza ci sono i caffè e l edicola. Qui la mattina si scende a fare colazione, leggere i giornali e chiacchierare. La sera si fanno le vasche, si guarda chi c è, si cercano scuse per attaccare discorso, ci si trova per fare ora prima di andare a ballare e si torna magari a tirar tardi. Sempre in centro, in via Frau, una traversa di via Umberto I, si trova il museo archeologico. Vale una visita per vedere quello che la terra e il mare ci hanno conservato della storia della zona. A pochi passi da via Umberto I, in via Donatello, si tiene il mercatino del sabato, con bancarelle che offrono di tutto un po. Se vi divertite a frugare e a contrattare è il posto per voi. Nei negozi di Villasimius in estate si trovano molte cose belle. Se riuscite a resistere fino alla fine di agosto ai saldi potete togliervi qualche sfizio facendo anche un affare. In un paese vero è facile trovare negozi che in località solo turistiche è difficile scoprire: ferramenta, mercerie, generi alimentari vecchia maniera qui ci sono e ci sono sempre stati. Se poi vi serve un idraulico, un elettricista o un artigiano per una piccola riparazione basta una telefonata ad Easymius. Il paese è appena alle spalle del mare, più o meno al centro fra la spiaggia di Campu Longu e quella di Simius. Le case sono basse, semplici. Dietro un portone di legno potete spesso vedere un cortile, fatto in origine per accogliere il carro e gli attrezzi agricoli, dove crescono gli agrumi o un mandorlo. Sa Domu e Todde, una delle case più antiche del paese ora ospita l Amministrazione dell Area Marina Protetta. 8

9 Sagre e tradizioni La festa della Madonna del Naufrago Nei fondali dell Isola dei Cavoli, a dieci metri di profondità, è stata deposta nel 1979 una statua: la Madonna del Naufrago. In onore della Vergine, e per invocare la sua protezione su quanti vanno per mare, il terzo fine settimana di luglio viene celebrata una festa molto seguita dai residenti e dai visitatori. La festa inizia il sabato con una processione: una statua della Madonna percorre la strada dalla chiesa fino al porto su una tracca (un carro addobbato di fiori e frutta e trainato da buoi). La domenica una processione di barche si reca all Isola dei Cavoli dove, sul fondo, davanti alla statua sommersa, viene recitata una preghiera subacquea. Sia il sabato che la domenica completano la festa spettacoli di canti, balli e assaggi di prodotti tipici. La sagra di Santa Maria È una festa antica, di spiccato carattere contadino. Si tiene il 7 e l 8 settembre. La statua della Madonna, custodita nella chiesa del paese, viene portata in processione fino alla chiesetta di Santa Maria. Il giorno dopo viene riaccompagnata in paese con una nuova e festosa processione. Partecipano le traccas, decorate di fiori e frutta, i fedeli che vengono sin dai paesi vicini, a piedi, sui carri e a cavallo, vestiti dei costumi tradizionali. È un ritorno alle feste della Sardegna contadina e pastorale. La sera la festa continua con cibi, vini e dolci, canti e balli tradizionali accompagnati dal suono delle fisarmoniche e delle antichissime launeddas di canna. Durante le processioni le coppie in costume montano a cavallo insieme: un modo di mostrare orgogliosamente il loro legame. Le donne siedono dietro il loro cavaliere all amazzone, di fianco, drappeggiando le preziose gonne plissettate sul dorso del cavallo. Le launeddas sono strumenti a fiato antichissimi, che richiedono una difficile tecnica di respirazione. Grazie a questa tecnica i suonatori riescono a mantenere il suono costante, senza mai interrompersi a prendere fiato. Le launeddas sono costruite in canna di palude. Si dice che costruendole invece in osso, con i femori dei fenicotteri, si otterrebbe uno strumento dotato di poteri magici. Il clima L estate che vi aspettate Villasimius è letteralmente in mezzo al mare, ed il mare influenza molto il clima. Per chi la visita in agosto il clima è proprio quello che ci si può immaginare dalla Sardegna del sud. Sole dall alba al tramonto, con caldo torrido nelle ore centrali della giornata. Ricordatevi quindi la protezione solare e regolate le vostre attività in base alle temperature: una camminata sotto il sole delle quattordici somiglia molto ad una gita nel deserto. Se non siete abituati, preparatevi a scoprire anche qualche giorno di vento: il maestrale si fa sentire spesso e quando c è di solito soffia forte. Di sera con il vento può esserci fresco anche in agosto, ma una felpa, di solito, è più che sufficiente. In estate nel primo pomeriggio non è il caso di fare niente di più faticoso che stare sdraiati in spiaggia o poltrire: un ottima scusa per godersi una piccola siesta, anche per ritemprare le forze prima delle attività della serata. Le stagioni che vi sorprenderanno I mesi più belli sono quelli meno affollati: fine maggio, giugno, i primi di luglio e settembre sono mesi estivi, ma con meno canicola, senza ressa e con colori più luminosi ed intensi. La primavera È la stagione più verde, ed è bellissima per le fioriture. I mandorli possono cominciare già ai primi di marzo e i papaveri concludono a inizio estate. In primavera il mare è ancora fresco, 9

10 ma in spiaggia si può stare tranquillamente in costume. Le giornate sono lunghe e soleggiate, perfette per le escursioni e lo sport, in particolare per la mountain bike, il tennis e le gite a cavallo. Mettete in conto qualche giorno di pioggia e di vento: occorrono i jeans, scarpe comode e una giacca, anche se spesso vi troverete in calzoncini e maglietta. L autunno La fine di settembre per molti è il momento migliore per i bagni: il mare è caldo come ad agosto e la canicola estiva si attenua. Diventano frequenti i giorni di vento. A ottobre ancora si sta in spiaggia anche se le giornate si accorciano e la sera arriva il fresco. Da fine ottobre a novembre e dicembre le belle giornate si alternano a piogge anche intense e le temperature si abbassano. In inverno Per le vacanze di Natale può capitare di pranzare in spiaggia o in giardino al sole. Però quando il cielo si copre e soffia il maestrale il freddo si fa sentire: con vento forte e dieci gradi, per l organismo è come stare sottozero. È un buon momento per scoprire la gastronomia sarda che prevede piatti sostanziosi, arrosti robusti e vini generosi. I locali poi per fine anno sono attivissimi e molto frequentati con feste e veglioni di Capodanno memorabili. Spiagge e insenature Per chi vuole molti servizi Se in spiaggia volete avere l ombrellone che vi aspetta, la sdraio, il bar vicino e i pedalò da affittare, qui siete nel posto giusto. A Villasimius le spiagge con tutti i servizi non mancano. Per chi ha bambini, chi vuole riposarsi davvero, chi vuole un gelato o un panino, chi non ha voglia di stress anche in vacanza è tutto qui pronto. Ma attenzione: qui anche le insenature più frequentate, accessibili e comode sono belle come in una cartolina, con la sabbia abbagliante ed il mare tanto limpido da far vergognare qualsiasi piscina. La spiaggia di Campus Una spiaggia lunga e ampia, di una sabbia dorata che dà all acqua una trasparenza che tende al verde. Venendo dal paese, prendete la strada per Cagliari: l accesso alla spiaggia è prima del Km 34, svoltando a sinistra all Hotel Cormoran. C è un parcheggio spazioso. All estremità destra la spiaggia è chiusa dagli scogli, con dietro una zona di villette. All estremità sinistra, un piccolo promontorio di scogli, dietro il quale si apre la spiaggetta di Cuccureddus. Il fondo scende abbastanza rapidamente. La parte centrale della spiaggia ospita i servizi dell albergo. Altre zone ospitano servizi che affittano ombrelloni, sdraio, pedalò. Di solito c è anche un chiosco bar. La spiaggia di Campu Longu Una spiaggia lunga ma non larga, che ha alle spalle una zona di villette. Sta fra il porticciolo e gli scogli che chiudono la spiaggia di Cuccureddus. Per arrivare si percorre la strada verso Cagliari e si svolta a sinistra prima del rettilineo che porta alla spiaggia di Campus. Quindi si svolta a destra. Molte costruzioni alle spalle della spiaggia, ma c è una bella vista sul golfo e mare e sabbia sono all altezza della fama della zona. Una alternativa da tenere presente: quando ci sono i cavalloni alla spiaggia di Simius, la spiaggia di Campu Longu è invece al riparo da vento e onde. La spiaggia del Riso Fra la spiaggia di Campu Longu e il porticciolo. Deve il suo nome alla sabbia a grani grossi e candidi che la caratterizzava. Ora la sabbia è un po diversa, ma la spiaggia è sempre bella ed è comoda da raggiungere, grazie alla strada per il porticciolo. Se vi piace fare il bagno ammirando lo spettacolo delle barche dei pescatori e delle barche a vela di tutto il mondo che entrano ed escono dall approdo, è il posto che fa per voi. 10

11 La spiaggia di Simius È la più conosciuta fra le spiagge della zona. Si arriva dal paese proseguendo sempre dritti per via del mare. La strada si ferma con un parcheggio all estremità sinistra dell insenatura. Simius è il primo tratto, a sinistra di una spiaggia molto lunga, di sabbia finissima e candida. Proseguendo verso destra continua con la spiaggia del Tanka quella di Serr e morus, quella del Timi Ama e finisce con Porto Giunco. L acqua è estremamente limpida, e bassa per un bel tratto. Proprio di fronte al punto in cui arriva la strada, circa una settantina di metri al largo e segnalata da un gavitello, si trova una piccola secca di scogli sommersi popolata di pesci molto confidenti che vengono a mangiare dalle mani dei nuotatori. È conosciuta come la Secca dei pesci balestra perché tempo fa alcuni pesci tropicali l avevano scelta come residenza. La spiaggia è dotata di tutti i servizi: in alcune zone, date in concessione a cooperative, si affittano ombrelloni, sdraio, pedalò e canoe. Non mancano i chioschi bar. Alcune zone della spiaggia sono in concessione agli alberghi, che vi sistemano gli ombrelloni per gli ospiti. Cala Giunco, la spiaggia dei Due Mari Sono la prosecuzione, sulla destra, della spiaggia di Simius. Hanno la stessa sabbia finissima e lo stesso fondo che degrada lentamente. Per arrivare con l auto si esce da Villasimius verso il mare, girando a destra, verso il porto, dove la strada si biforca. Dopo 3 km, appena superata la spiaggia del Riso, si svolta a sinistra in una strada asfaltata solo nel primo tratto che porta ad una pineta. Qui si parcheggia e si prosegue a piedi fino alla spiaggia. La spiaggia dei Due Mari è la parte centrale della cala. Deve il suo nome allo stagno di Notteri, un piccolo specchio d acqua salata alimentato dal mare che la delimita dal lato opposto al mare. Lo stagno è profondo pochi centimetri, e l acqua si scalda molto con il sole. Non è quindi adatto per i bagni, ma solo per passeggiare con l acqua alle caviglie e una buona protezione solare. Cala Giunco è invece l estremità destra della spiaggia, che arriva fino ad un promontorio di scogli sovrastato dalla torre spagnola di Porto Giunco. Proprio ai piedi del promontorio la spiaggia si divide ancora in due piccole calette. Con il vento da sud-est si formano onde che frangono a riva, che vanno affrontate con prudenza dai nuotatori, ma che permettono di praticare il surf. Per chi vuole molta natura Per molti le spiagge devono essere come le ha fatte la natura: sabbia, scogli, mare e dietro la macchia di mirto, lentisco e ginepro. Se non si vede neppure una casa va quasi bene, se ci si arriva solo a piedi è meglio, se nessuno le conosce meglio ancora. A Villasimius ci sono tanti posti così, ed il bello è che ci sono tutti i diversi gradi di dominio incontrastato della natura e di difficoltà conseguente. La cosa più bella quindi è scegliere la spiaggia consapevolmente, a seconda della percentuale di Robinson che vi sentite quel giorno in particolare. Cala Pisanu, Capo Boi Una caletta per puri e duri. Tutta scogli, solo sulla destra un tratto di ciottoli, ma con il fondo di sabbia che esalta la trasparenza dell acqua. Percorrendo la strada da Villasimius verso Cagliari è subito prima di Solanas sul versante sinistro di Capo Boi. Si arriva facilmente in barca, meno facilmente a piedi. Per arrivare da terra si arriva all imbocco della sterrata che fa il giro del promontorio (è quasi in cima ai tornanti) e si parcheggia. Quindi si scende cercando un sentiero fra la macchia. Il sentiero cambia ogni anno, con la crescita dei cespugli. Mettete in conto graffi e qualche tentativo che finisce in un vicolo cieco e portate poca roba: quando si risale pesa tutto il doppio. Una volta giù dimenticherete la fatica: bei colori, poca gente, molto silenzio. È molto riparata anche in caso di maestrale. Non è una delle cale più ricche di vita ittica, ma un giro con maschera e pinne non delude. Se arrivate in barca ricordate che lo scarico del motore puzza e l elica fa male: quindi spegnete il motore per tempo e accostate a remi. 11

12 Porto sa Ruxi Un gruppo di tre spiaggette separate da piccolissimi promontori di scogli. Alle spalle una macchia ombrosa con bei ginepri. La sabbia è bianca e fine, ma le spiagge sono larghe pochi metri e in brusca salita. Acqua limpidissima, bellissimo paesaggio. Quando il vento soffia, di fronte ci sono onde divertenti, ma non pericolose. Per arrivare da Villasimius, andate verso Cagliari. Dopo la spiaggia di Campus, più o meno a metà del lungo rettilineo in salita che porta a Capo Boi, troverete un cartello che indica una svolta a sinistra in una sterrata. Circa duecento metri di strada bianca con pietre, da prendere con prudenza, poi potrete accostare (non ci sono più parcheggi in piazzale) e andare verso il mare per circa cinquanta metri di sentieri nella macchia. In piena estate è piuttosto frequentata, ma l unico problema è trovare parcheggio. La spiaggia di Cuccureddus. Una caletta molto nascosta. È sulla sinistra estrema della spiaggia di Campus. Ci si arriva da quella spiaggia, a piedi fra la macchia o dagli scogli o via mare, anche a nuoto. Non c è una strada pubblica per arrivare in auto. La cala è molto bella, di sabbia bianca, chiusa ai due lati dagli scogli. Tutti i terreni dietro la spiaggia sono privati, e questo limita molto l accesso. In piena estate però può essere affollata di barche. Le cale di Capo Carbonara Capo Carbonara è una penisoletta che punta verso l isola di Cavoli. Ha diverse piccole cale, tutte un po laboriose da raggiungere. Occorre prendere la strada per il porticciolo e proseguire oltre. In qualche caso preparatevi ad una passeggiata, perché non c è parcheggio a ridosso delle cale. Non aspettatevi servizi, ma se li voleste basta tornare verso le spiagge più grandi per trovare ogni cosa. Cala Catterina Una delle calette di Capo Carbonara. È una mezzaluna di sabbia e scogli, con alle spalle una zona di villette. Molto nascosta e riparata, ha il fondale misto di sabbia e rocce che scende rapidamente verso il mare aperto. Si raggiunge superando il porticciolo e proseguendo sulla sinistra. Si parcheggia prima delle ville e si prosegue a piedi per un viottolo fino alla spiaggia. Cala Catterina è riportata in cartografia con la doppia t. È una delle discutibili trascrizioni dei cartografi che sono però rimaste, come l Isola dei Cavoli che probabilmente deve il suo nome all errata trascrizione del sardo Cavurus, che significa invece granchi. Cava Usai Sul lato di Capo Carbonara che guarda a oriente. Una cala rocciosa che prende il nome dalla ditta che estraeva il granito da qui. Si arriva superando il porticciolo e proseguendo fino ad una rotonda belvedere dove si può parcheggiare. Da qui poi si imbocca a piedi un sentiero sterrato che conduce al mare. Oggi l attività estrattiva è finita da tempo, ma rimangono le tracce del lavoro che si è svolto: in una cornice selvaggia, di macchia mediterranea e rocce, si vedono gli edifici della cava, le rocce tagliate e squadrate. La baia guarda al mare aperto e profondo. Non il posto dove portare i bambini piccoli quindi, ma un luogo molto suggestivo che fa capire quanto fosse dura la vita in questa zona in tempi neppure lontani. Punta Molentis Una caletta da mozzare il fiato. Per arrivare dal paese dirigete verso la spiaggia di Simius e poco prima di arrivare alla spiaggia svoltate a sinistra sulla panoramica per Costa Rei. Percorrete un paio di chilometri fino al segnale per il ristorante L oleandro Quindi svoltate a sinistra nella sterrata e poi subito a destra. Passate sotto il ponte e proseguite. Vi troverete ad una baia in buona parte di ciottoli, ma sempre con il fondo di sabbia. La parte più bella è sulla sinistra, dove un piccolo promontorio forma da un lato una caletta molto riparata, di sabbia bianchissima e dove per 12

13 decine di metri l acqua è bassa ed è sempre di una trasparenza quasi incredibile. Subito dietro la riva, in un infossatura della spiaggia, ci possono essere pozze di acqua salata che evapora. Dall altro lato del promontorio, pochi passi a piedi, una cala di massi di granito modellati dal vento come sculture. Tanto la prima caletta è comoda e accessibile tanto questa richiede pratica e un po di forma fisica: gli scogli sono grandi e per camminarci ci vuol pratica, l insenatura guarda al mare aperto, e il fondo è subito di una decina di metri. Sulla prima spiaggia si affittano ombrelloni e sdraio, sulla sinistra ormeggiano barche di pescatori ed una casetta in muratura sulla riva funziona da bar e piccolo ristorante. Dove termina la strada spesso c è un furgone bar. In piena estate è molto affollata. In qualsiasi periodo è comunque uno dei luoghi più belli che si possano immaginare. Punta Porceddus Bellissima, ma bisogna averne voglia. È dopo Punta Molentis, andando verso Costa Rei sulla panoramica. È proprio di fronte all isola di Serpentara. Una cala di pietre e ciottoli in fondo ad una discesa sterrata da fare con la fuoristrada, la moto da trial o con la macchina da buttare subito dopo. Meglio parcheggiare su e scendere a piedi. Ci vogliono scarpe e un po d acqua di scorta: è una lunga sterrata ripida, e al ritorno è dura davvero. Alle spalle della riva stoppie e macchia: in piena estate sotto il sole un profumo che non si può descrivere. La cala dà sul mare aperto, quindi in acqua, anche solo con un accenno di onda o corrente, ci vuole prudenza. In compenso la privacy non manca. La Capitaneria di Porto, gli uomini del soccorso in mare. Le avete viste chissà quante volte, le vedette bianche con la banda rossa a prua, ormeggiate nei porti o in mare, o nei telegiornali quando si parla di salvataggi. Sono i mezzi della Capitaneria di Porto, il corpo che ha come primo compito vegliare sulla sicurezza e salvaguardare la vita umana in mare. Fa parte della Marina Militare ma dipende dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Può contare su circa tra uomini e donne militari di Marina, 300 sedi sul territorio nazionale, mezzi navali ed aerei. La Capitaneria A Villasimius. Per l estate la Capitaneria ha un piccolo distaccamento, con un ufficio in porto, una vedetta multiruolo e un gommone per gli interventi immediati a corto raggio. Sono loro che a Villasimius si occupano, a qualsiasi ora e con qualsiasi tempo, della sicurezza di tutti coloro che nuotano, si immergono, vanno per mare con qualsiasi mezzo. Migliaia di persone quindi, affidate alla loro professionalità. In più hanno il compito di controllare le concessioni marittime, e sono responsabili del controllo dell Area Marina Protetta. 5 CONSIGLI PER LA SICUREZZA -Massima attenzione alle condizioni meteo e marine. -Tenere le imbarcazioni in perfetto ordine, con tutte le dotazioni obbligatorie per la sicurezza. -Calcolare il consumo di carburante, e fare in modo di avere sempre una riserva di sicurezza sufficiente per il 20% in più del precorso massimo previsto. -Sulle imbarcazioni in cui non è obbligatoria una stazione radio portare sempre il cellulare ben protetto da acqua e schizzi, e con la batteria scarica. -Memorizzare il Numero Blu 1530 emergenza in mare, ma chiamarlo solo in caso di reale emergenza. 13

14 I compiti della Capitaneria. Soccorso La salvaguardia della vita umana in mare è una competenza esclusiva della Guardia Costiera. Chiunque operi un soccorso in mare deve darne comunicazione al corpo. Sicurezza della navigazione Il corpo si occupa della sicurezza della navigazione, con ispezioni su tutto il naviglio mercantile, da pesca e da diporto, e anche sul naviglio internazionale che approda nei porti italiani. Ambiente La tutela dell ambiente marino è un altro incarico del corpo. Gli uomini ed i mezzi si occupano della vigilanza, degli interventi di disinquinamento e del controllo dei parchi e delle aree marine protette. Polizia demaniale La Guardia costiera ha anche il compito di controllare le concessioni sulle spiagge, e i relativi servizi di sicurezza. Area Marina Protetta Gli uomini della Guardia Costiera verificano il rispetto delle norme zona per zona. Le attività, gli sport e tutto quello che si può fare a Villasimius Le vacanze per i giovanissimi A Villasimius non ci sono soltanto le spiagge. Il paese e la natura offrono tantissime occasioni 14

15 di fare sport, divertirsi, rilassarsi. L offerta cambia spesso, perché gli operatori turistici hanno sempre nuove iniziative. Per sapere facilmente tutto quello che la zona può offrirvi leggete in fondo a questa guida la lista delle attività turistiche disponibili. Le vacanze per i bambini ed i ragazzi sono il momento migliore per avvicinarsi ad un nuovo sport e impararne i rudimenti. A Villasimius i bambini possono seguire corsi di tutti gli sport marini e di molti altri. Equitazione, le cavalcate nella natura Nella zona ci sono diversi maneggi dove potete avvicinarvi a questo mondo e prendere le prime lezioni o fare attività più impegnative se siete già abili cavallerizzi. I maneggi organizzano passeggiate nella natura con percorsi di diversa durata e lunghezza. È un ottimo motivo per venire a Villasimius anche in primavera, quando tutta la campagna è verde e fiorita. Golf Per gli appassionati che vogliono tenersi in esercizio e per chi vuole imparare è attivo un campo pratica a 5 buche. Su questo green si apprezzano alcuni dei vantaggi di Villasimius: grazie al clima ideale si può giocare in ogni stagione, mentre grazie alla bellezza delle spiagge vicine nessuno della famiglia vi rimprovererà se passate giornate intere a perfezionare i vostri colpi. Tiro a volo È attivo un poligono di tiro a volo, dove potete praticare diverse specialità di questo sport in mezzo alla natura. Bicicletta, Mountain bike Questa zona è un paradiso della bici. La strada costiera è un percorso vario e impegnativo per gli stradisti, i monti dei Sette Fratelli offrono una grande varietà di percorsi, di ogni livello di difficoltà, per gli appassionati di mountain bike. Pedalare in questa zona è bellissimo in ogni stagione, ma specialmente in primavera ed in autunno, quando le strade sono più libere, il tempo è bello e la temperatura ideale. Se non avete portato la vostra bici niente paura: ci sono diversi centri dove potete noleggiarne una. C è anche la possibilità di partecipare a escursioni guidate: in compagnia e con chi conosce la zona pedalare è ancora più piacevole. Volo e paracadutismo A Castiadas si trova una pista di volo: una aerosuperficie nella quale fanno base aerei ed ultraleggeri, e che è il centro di tante attività legate al volo. Qui è possibile organizzare meravigliosi voli turistici e praticare il paracadutismo sportivo ed il parapendio. Ci sono diversi aerei fino a sei posti, e il costo di un volo è sorprendentemente accessibile. Gli ultraleggeri sono ancora più emozionanti: si vola davvero immersi nel cielo. Durante una vacanza è possibile prendere lezioni, ed in due settimane si fa il primo brevetto. Chi è pilota può arrivare direttamente qui con il suo aereo per le vacanze, e perfino alloggiare al campo volo. Ci sono alcune graziose stanze e un bel ristorante che è aperto tutto l anno. Per chi volesse provare da zero il paracadutismo e il parapendio è possibile provare in tandem: ci si lancia agganciati ad un istruttore con un solo, grande paracadute e si provano tutte le emozioni con la sicurezza di un esperto ai comandi. Gli sport nautici Villasimius è ovviamente il luogo ideale per praticare gli sport nautici: per la vela e il windsurf c è un vento ideale e molte cale ben esposte, per il surf da onda bisogna aspettare il giorno giusto ma poi c è da divertirsi davvero. Qui è bellissimo anche lo sci nautico, grazie al paesaggio affascinante e alla temperatura mite dell acqua. Infine la canoa: uno sport bellissimo 15

16 ed un modo meraviglioso per scoprire, in perfetto silenzio, tutti gli angoli più belli della costa. Molto vento e acqua tiepida: per i velisti queste sono le condizioni ideali per migliorare e divertirsi, sapendo che anche una serie di scuffie non finirà con timoniere e prodiere intirizziti, ma solo con molto divertimento. La vela per i bambini Al porto è attiva una sede della Lega Navale Italiana che organizza corsi di vela per bambini, con l associazione Castelli in Acqua. Un esperienza bellissima che insegna ai più piccoli uno sport meraviglioso ed il rispetto per il mare, e che insieme è una grande esperienza educativa. I corsi di biologia marina Li organizza la Lega Navale Italiana, al porto, attraverso l associazione Castelli in Acqua. Sono corsi per conoscere la vita nel mare dal vero, su uno dei mari più belli del mondo. Un occasione unica per i ragazzi e gli appassionati che scopriranno l ecosistema, la vita vegetale, i pesci e tutte le creature del Mediterraneo. Immersioni e snorkeling Per le immersioni questo è un paradiso: grazie all Area Marina Protetta i fondali sono ricchissimi di vita e di spettacoli naturali. Una vacanza è l occasione giusta per seguire un corso per imparare l uso dei respiratori. Per gli esperti è possibile immergersi sui relitti. I diving club offrono corsi, immersioni guidate, affitto di attrezzature. Potete affittare facilmente surf, canoe, barche, catamarani e attrezzature in diversi servizi. Divertimenti Vita notturna Villasimius da quando è un centro turistico famoso offre anche molti locali dove divertirsi e ballare. Non è una zona di vip con la scorta, e per entrare nei locali più alla moda non occorre essere celebri o sottoporsi ad esami di look. La maggior parte delle discoteche sono aperte solo in estate, con programmi che variano di anno in anno, ma sono sempre aggiornatissimi. Le distanze non sono grandi e non è necessario fare decine di chilometri per passare da una serata latinoamericana ad una di R&B. La maggior parte dei posti dove ascoltare musica o ballare sono lungo la costa, nel tratto fra Porto Sa Ruxi e l ingresso del paese. Luoghi di ritrovo La piazza del paese e la via Umberto I sono al centro della vita e delle serate. Per vedere chiunque, e per fare amicizie i luoghi sono, naturalmente, la spiaggia e la piazza. Ovviamente in centro bisogna considerare che le case si affacciano sulle vie e che da una certa ora in poi (diciamo dopo la mezzanotte) non sempre chi le abita ha voglia di sentire assoli di bongo e cori alpini. Il rischio è quello di trovarsi coinvolti in animate discussioni in sardo e di subire lanci di ortaggi o fragorosi gavettoni (in sardo sbassinaras ) non necessariamente di sola acqua. Spettacoli estivi e cinema all aperto Ogni anno per l estate si organizzano concerti in piazza e spettacoli. I programmi sono molto vari, ma non manca mai musica sarda di qualità. Sentir cantare a tenores dal vivo è una esperienza da non perdere. Se non conoscete i comici sardi è una buona occasione per farvi una cultura. Se non siete di origine isolana capirete pochissimo di quel che dicono, ma vi divertire lo stesso come matti. Di solito viene organizzato anche il cinema all aperto. L audio di solito ne soffre, ma è sorprendente quanto possano essere più belli i film visti sotto le stelle e conditi dal profumo della macchia mediterranea. 16

17 Escursioni e itinerari Villasimius è anche il punto di partenza ideale per escursioni e gite. Alcune delle località che descriviamo non sono nel territorio comunale, ma qui le distanze sono relative: si tratta di luoghi vicini e molto legati alla storia della zona. Quelle che riportiamo di seguito sono escursioni che potete fare con la vostra auto, ma per molte è possibile anche scegliere la comodità di una gita organizzata. Chi organizza gite può offrire anche escursioni più lunghe nei luoghi più celebri della Sardegna: la reggia nuragica di Barumini, Nuraghe Losa ad Abbasanta, la Giara di Gesturi e molti altri. Il giro delle torri costiere Iniziate dalla torre di Cala Giunco, si raggiunge a piedi per un sentiero lasciando l auto nella pineta a lato alla spiaggia, poi prendete per il porto e visitate la Fortezza Vecchia, quindi prendete la strada per Cagliari e oltrepassate Porto Sa Ruxi e arrivate alla strada sterrata che fa il giro di Capo Boi a mezza costa. Lasciate l auto nello spiazzo e percorrete a piedi la sterrata che fa il giro del capo, prima guardando a Villasimius e poi, passata la punta, godendovi il panorama verso Solanas e verso Cagliari. Anche qui la torre è sulla sommità del promontorio, nel punto di maggior visuale. Non si può salire sulle torri, né entrarvi, ma non importa: la cosa più bella è rendersi conto di essere in uno dei punti di una corona di fortificazioni che, di torre in torre, fa il giro della costa. Un messaggio comunicato con i fuochi da una torre arrivava in pochi minuti fino alla città dall altra parte del golfo. Se avete buone gambe questo giro si fa anche in bici, lasciandola ben chiusa all inizio dei sentieri che portano alle torri. La foresta di Minni Minni e la punta panoramica Una foresta sui monti dei Sette Fratelli, quelli che si vedono alle spalle del paese e che arrivano fino in vista di Cagliari. I monti sono coperti di vegetazione. Nella macchia mediterranea si trovano lentischio, cisto, rosmarino. Il bosco è fitto di olivastri, corbezzoli, lecci giganteschi ed antichissimi, ginepri secolari. Nelle gole dei corsi d acqua brillano i colori degli oleandri fioriti di bianco e di fucsia. Nel bosco vivono cervi sardi, cinghiali e volpi. Per andare a Minni Minni uscite dal paese verso Cagliari e prendete per la zona industriale. Da qui comincia una sterrata che porta attraverso il bosco al belvedere sulla vetta di Minni Minni. Dalla cima si gode di uno splendido panorama su tutta la costa e sui monti intorno. Nei monti dei Sette Fratelli vivono le aquile reali: per vederle prima di visitare i monti procuratevi un buon binocolo (10x50 sarebbe l ideale) e poi tenete sempre d occhio il cielo. Il puntino che ad occhio nudo è troppo piccolo per essere riconosciuto potrebbe essere davvero un aquila. Non è facile, ma con un po di fortuna Castiadas, la zona fra Villasimius e Costa Rei, in sardo significa sguardi, viste, vedette. Forse proprio un riferimento ai belvedere, i punti panoramici su questi monti. Da Villasimius si organizzano gite in fuoristrada fra i monti. È un bel modo per scoprirli con sicurezza: fra i boschi è facile perdersi, mentre con una guida ed una 4x4 si possono vedere comodamente tutti i posti più belli e nascosti. Chiedete ad Easymius gli indirizzi di chi organizza le gite o cercate direttamente nell elenco degli operatori. La tomba dei giganti di Is Concias Una tomba neolitica molto ben conservata. Anche la zona è rimasta come potevano averla vista gli uomini della preistoria: nei monti, in mezzo ad alberi e cespugli, da dove non si vede nulla che ci ricordi il nostro tempo. Le tombe come questa sono opera dei nuragici. Sono chiamate tombe dei giganti, perché si pensava che fossero troppo grandi per persone normali e forse perché era difficile credere che gli uomini potessero costruire con massi così grandi. Questa di Is Concias (le teste, in sardo) risale al XIV-XIII secolo a.c. Ha una facciata megalitica in pietre squadrate, ampia dieci metri ed una camera sepolcrale 17

18 lunga 8 metri e larga poco più di un metro. È immersa nel verde fra i monti dei Sette Fratelli. Non è lontana, ma bisogna fare un giro un po lungo. Per arrivare occorre andare verso Castiadas, e da qui nella strada 125 verso Cagliari. Al Km 20 prima del ponte sul Rio Longu a Piscina Nuxedda, si gira a sinistra. Dopo 100 metri si svolta a destra, poi 800 metri, poi di nuovo a destra in una strada in salita: dopo 6 chilometri si raggiunge la tomba, sulla destra della strada. Il nuraghe Asoru e San Priamo Un nuraghe fatto proprio come ve lo immaginate, a tronco di cono, abbastanza ben conservato, facile da raggiungere. Basta prendere la strada per Castiadas e poi la S.S. 125 per Muravera fino al Km 59,900. Il nuraghe è sulla vostra sinistra. È costruito in pietra locale, ha una torre centrale, un cortile interno e i resti di altre due torri nel muro esterno. Da qui si poteva controllare la pianura e la zona di passaggio fra i monti ed il mare. È da vedere lì vicino anche il borgo di San Priamo, nato fra le due guerre a seguito di una bonifica. È tutto frutto di un unico progetto: le casette tutte simili ed ordinate danno la strana impressione di un plastico di trenino ingrandito a misura reale. Il castello di Quirra È un castello medievale ora in rovina, ma è in un luogo suggestivo e la sua storia è affascinante. Fu costruito nel XIII sec. dal Giudicato di Cagliari, per far da sentinella al confine con il Giudicato di Gallura. Nelle guerre fra i Giudicati fu assediato ed espugnato molte volte. Durante la dominazione spagnola il castello era dei feudatari, la famiglia Carroz, che da qui governavano sulla contea, poi marchesato di Quirra, che comprendeva la zona di Capo Carbonara. È in cima al monte Cuidas, nel territorio di Villaputzu. Dal paese si prende la strada per Castiadas e da qui la strada 125, si passa Muravera e si arriva al Km 79. Qui si va verso la costa, si passa il ponte sul Frumini Durci e si prosegue a piedi fino in cima. Ad un castello medievale non possono mancare storie romantiche e sanguinose: un conte di Quirra, Don Berengario Carroz avrebbe fatto uccidere nel castello la moglie accusandola di averlo tradito. Donna Violante Carroz, anche lei contessa di Quirra, fu scomunicata per aver fatto impiccare il parroco di Bonarsili. Escursioni marine Le gite organizzate in barca Ci sono molte barche che propongono escursioni. Potete scegliere una barca da pesca, un romantico gozzo, una comoda barca progettata apposta per le gite o addirittura alcune imbarcazioni d epoca a vela. Possono prevedere il giro dell Isola dei Cavoli e l approdo a Serpentara, sempre con una bella sosta per il bagno. Altrimenti il percorso può includere il giro della costa e l Isola dei Cavoli, naturalmente con la sosta per un tuffo. Spesso è previsto il pranzo a bordo. Vale la pena: ogni cosa gustata in barca è molto più buona. Con la vostra barca: L Isola dei Cavoli Chiedete con precisione alle autorità dell Area Marina Protetta i punti di approdo consentiti. Ricordate che nei pressi dell isola è consentito navigare solo a bassa velocità. Cose da vedere: il fondale, la Madonna del Naufrago, la statua di trachite della Vergine deposta a dieci metri di profondità. Il faro, che ingloba la torre spagnola. Attenzione: nell isola non ci sono alberi, né ombra e non è facile piantare un ombrellone. Tenetene conto nei preparativi. L Isola Serpentara È più lontana (circa 4 km dalla costa). Partendo dal porto occorre doppiare il Capo Carbonara e 18

19 risalire la costa da sud. Bisogna avvicinarsi all isola da sud est, perché il tratto di mare che guarda alla Sardegna è riserva marina protetta in cui non si può navigare. Da vedere: il fondale, ricchissimo di fauna, grazie alla tutela integrale di ben metà del perimetro dell isola, la torre spagnola. Il giro di Capo Carbonara in canoa Da fare almeno in due, in canoa, meglio con un amico con macchina che venga a prendervi al punto d arrivo. In questo modo si raddoppia il raggio d azione. Si può partire dalla Cala della Fortezza Vecchia, dirigendosi verso il capo e passando, in successione, il Capo della fortezza, Punta S. Stefano, Cala Catterina, Capo Carbonara, Cala Burroni, Cava Usai e Cala Giunco. Per ogni gita in canoa è indispensabile la prudenza: bisogna sempre controllare le previsioni del tempo, lasciando perdere se ci sono onde o vento, avvertire gli amici del percorso e dei tempi previsti e portarsi il telefonino (ben carico) in una bustina impermeabile apposita. Chiedete a Easymius di mettervi in contatto con i servizi di affitto. Preferite le canoe da mare, in cui si entra e su cui si può tendere il paraspruzzi, a quelle sigillate nelle quali si sta fuori sedendosi semplicemente sopra. Altri percorsi in canoa: da Porto sa Ruxi a Solanas, passando per Cala Pisanu e Capo Carbonara. Oppure dalla Spiaggia di Simius a Punta Molentis. Potete affittare le canoe in molti punti lungo la costa. Villasimius: i percorsi per scoprirla Tutti percorsi semplici: munitevi soltanto di costume da bagno, scarpe comode, meglio se avete pinne, maschera e boccaglio. Qualche volta vale la pena di portare un binocolo. 1 Da Simius e Porto Giunco Da fare a piedi, e in costume da bagno ma portandovi la maschera e il boccaglio per il primo tratto, e le scarpe per l ultimo. La caletta quasi nascosta Si parte dall ingresso della spiaggia di Simius. Andate sulla spiaggia verso sinistra: vi troverete in una piccola caletta meno affollata della spiaggia grande. La Secca dei pesci balestra Tornate sulla spiaggia: proprio di fronte al chiosco, a 50 metri dalla riva c è una piccola secca di scogli sommersi frequentata da questi pesci tropicali e da molte altre specie. Portatevi qualche patella o qualche gamberetto: qui i pesci circondano i bagnanti e mangiano dalle loro mani. Il giardino degli animali Una volta tornati a riva andate verso il centro della spiaggia. Qui, dietro l arenile, c è un piccolo giardino recintato, per i bambini, di proprietà dell Hotel Tanka. Ci sono diversi animali come cigni, cervi, daini, oche, maialini, tacchini e pony. Effetto miracolo Sempre al centro della spiaggia un effetto sorprendente: nel momento della bassa marea, in alcuni periodi dell anno, il livello del mare si abbassa tanto da dare la sensazione di camminare sul pelo dell acqua Il promontorio fra due cale Proseguendo si arriva al monte della sabbia un gruppo di scogli che trattiene una piccola duna e separa Simius da Notteri e Cala Giunco. Non è più alto di qualche metro ma si gode ugualmente un bellissimo panorama sulle due spiagge. 19

20 Lo stagno dei fenicotteri Dietro la duna si apre lo stagno salato di Notteri: con un po di pazienza e silenzio potrete ammirare i fenicotteri rosa e altre rare specie di uccelli palustri. Qui con un binocolo lo spettacolo è ancora più bello. L approdo e la torre Proseguendo fino alla fine della spiaggia si arriva alla piccola insenatura di Porto Giunco, che è stata utilizzata come porticciolo dai pescatori e dagli scalpellini della Cava Usai. Dalla spiaggetta sotto il promontorio cercate il sentiero fra la macchia che porta alla torre: qualche minuto di salita viene ripagato da un panorama mozzafiato. 2. La vecchia Cava del granito e Capo Carbonara Con l auto o la bici andate verso il porto, superatelo e proseguite la strada verso sinistra fino ad uno spiazzo dove termina l asfalto. Parcheggiate e proseguite a piedi in discesa nello sterrato verso il mare. Solita attrezzatura: scarpe comode, maschera e pinne. La casa rossa Percorrendo la sterrata verso il mare arriverete alla cala di Cava Usai, la vecchia cava di granito di Villasimius. C è ancora l antico edificio in muratura, dipinto di rosso: è abbandonato, ma vale una visita. Da qui partiva il granito con cui sono state realizzate strade e opere a Cagliari, a Malta e in altri luoghi del Mediterraneo. La spiaggia e gli scogli Continuando la passeggiata si incontra la spiaggia che ha una sabbia diversa da quella delle altre calette, a grana più grossa. Sulla sinistra guardando il mare c è un tratto di scogliera meraviglioso, se vi piace passeggiare sugli scogli. Quel che resta del lavoro antico Se volete prendere un po di sole c è uno scoglio piatto perfetto per sdraiarsi o tuffarsi. Poco prima di raggiungerlo potrete notare delle colonne di legno, sono quel che resta di alcune attrezzature in legno della cava. Lo scoglio di Acapulco Continuando la camminata dall altra parte dell insenatura (sulla destra guardando il mare) tra gli scogli si va verso Capo Carbonara, con un tragitto ricco di insenature e magnifici scorci. Tra i frangenti c è uno scoglio a picco sul mare soprannominato Acapulco. I ragazzi, negli anni ottanta, si tuffavano da circa 7 metri aspettando l onda giusta, proprio come la località messicana. La punta più a sud I più coraggiosi possono continuare la passeggiata tra le rocce e doppiare Capo Carbonara la punta più a sud di tutta la zona. Da qui si ammira il canale di Capo Carbonara: un tratto di mare che nel passato era molto temuto dai naviganti. Il mare, dall alto Tornati al parcheggio, dopo una piccola salita, si può raggiungere la parte alta del promontorio e arrivare fino al Centro Meteorologico: un punto con una vista meravigliosa. 3. Cala Catterina - Santo Stefano - Fortezza Vecchia È quasi tutto un percorso marino, da fare sugli scogli, e in acqua con maschera, pinne e boccaglio. Per questo occorre farsi accompagnare fino alla spiaggetta di Cala Catterina, e farsi 20

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