Impianti di terra 12 PROFESSIONAL CLUB. residenziale, terziario e industriale. Concetti generali e definizioni Esempi operativi TT, TN nel

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1 BTicino spa Via Messina, Milano - Italia POFESSIONAL CLUB 12 Impianti di terra Concetti generali e definizioni Esempi operativi TT, TN nel residenziale, terziario e industriale Protezione catodica contro la corrosione 12 POFESSIONAL CLUB

2 Professional Club IMPIANTI DI TEA Dott. Ing. S. Berno BTICINO s.p.a. - Aprile

3 2

4 Professional Club Indice generale Premessa 5 Principi e concetti generali 7 I a parte Definizioni 15 Massa Massa estranea Conduttore di protezione Conduttore equipotenziale principale Conduttore equipotenziale supplementare Collettore principale di terra Dispersore intenzionale Dispersore di fatto Corrente di guasto a terra Tensione di terra Tensione di passo e di contatto Impianto di terra di protezione Impianto di terra di funzionamento Sistema di protezione contro i fulmini Captatore Calata Protezione catodica Anodo galvanico Scala galvanica Classificazione dei sistemi in base al modo di collegamento a terra 32 Sistema TT Sistema TN Sistema IT Criteri di realizzazione dell'impianto di terra 37 Tipologia dei sistemi disperdenti Dispersore a maglia o a griglia esistenza di terra Influenza della corda di collegamento come dispersore Dimensionamento dell impianto di terra Correnti di guasto nei sistemi di I categoria Correnti di guasto nei sistemi di II e III categoria Dimensionamento dei conduttori di terra Dimensionamento dei conduttori equipotenziali 3

5 Indice generale II a parte - Esempi operativi 55 Unità abitativa singola Condominio Ambulatorio di tipo A: Gabinetto dentistico Cabina di trasformazione MT/BT Fabbricato ad uso terziario Complesso industriale III a parte - Prevenzione della corrosione mediante protezione catodica 69 Premessa Corrosione Corrosione chimica Corrosione batterica Corrosione galvanica Corrosione per correnti disperse Proezione catodica Inconvenienti della protezione catodica Esempi di protezione catodica Normativa vigente in tema di protezione catodica Bibliografia Appendici 89 Natura del terreno Tabelle dei dispersori Esempio di calcolo di Zg La terra globale 4

6 Premessa Professional Club 5

7 Premessa Con l entrata in vigore della Legge 5 marzo 1990 n 46, l impianto di terra è divenuto oggetto di particolare attenzione, sia dal punto di vista normativo che da parte degli operatori del settore, richiamati ad una realtà di regola d arte forse un po trascurata, specialmente nel settore civile. Il DP 547 imponeva l impianto di terra come sistema di prevenzione dai contatti indiretti già nel lontano 1955 ma, applicandosi il Decreto praticamente al solo lavoro dipendente ed assimilato, l impianto di terra nel settore residenziale era di fatto una mosca bianca. La situazione non si modificò sostanzialmente fino al 1990, malgrado la Legge 186/68 avesse di fatto attribuito forza di legge alle Norme del Comitato Elettrotecnico Italiano: il disinteresse generale, la mancanza di coordinamento e la scarsa competenza elettrica del settore edile, i soliti furbi contribuirono al protrarsi della situazione fino alla soglia degli anni 90. Paradossalmente, l entrata in vigore del regolamento di attuazione della Legge 46/90, cioè il DP 447/91 ed in particolare il suo art. 5 comma 8, complicò la vita degli addetti ai lavori, ingenerando discussioni a non finire e forti dubbi di carattere tecnico e, quel che è peggio, di carattere giuridico, con pareri tutt ora non allineati. Senza voler qui entrare nel merito, peraltro già trattato in altri documenti Bticino, richiamiamo le conclusioni che attengono all oggetto della presente memoria. L impianto di terra non è obbligatorio, ai sensi dell art. 5 comma 8 del DP 447/91, solo per gli impianti residenziali preesistenti all entrata in vigore della legge 46/90 (13 marzo 1990) che ne risultino privi, in quanto ritenuti già adeguati se: dotati di interruttore differenziale con sensibilità 30 ma o 10 ma dotati di idonei dispositivi di sezionamento all origine dell impianto adeguatamente protetti contro le sovracorrenti adeguatamente protetti contro i contatti diretti. La Legge e le Norme tecniche da essa richiamate si rispettano alla lettera (art. 7) compatibilmente con la disciplina preesistente, per esempio per quanto attiene la prevenzione infortuni negli ambienti di lavoro subordinato e assimilati. Tutte le discussioni e le interpretazioni al riguardo dell incompatibilità del regolamento di attuazione con l art. 7 della legge 46/90 (fonte di diritto primario) e la selva dei pareri autorevoli sono poco produttive dal punto di vista operativo e ingenerano confusione. In conclusione, coniugando buona tecnica e buon senso, si consiglia di adeguare subito per esempio le utenze condominiali ed eventualmente i luoghi di lavoro (se ce ne fossimo dimenticati dal lontano 1955), realizzando senz altro un efficiente impianto di terra che comunque andrebbe realizzato obbligatoriamente anche nell edilizia residenziale, dopo i termini di scadenza per l adeguamento, al primo intervento sull impianto che richiedesse la dichiarazione di conformità (scadenza 31/12/1998). In alternativa all impianto di terra e solo per i sistemi di I categoria la protezione contro i contatti indiretti pericolosi può essere realizzata, ove previsto e consentito, con metodologie cosiddette passive previste dalla Norma CEI 64-8/4. Il presente documento ha come oggetto la realizzazione dell impianto di terra in conformità alla regola d arte, tenendo in considerazione funzionalità, affidabilità e sicurezza con particolare riguardo alla normativa tecnica vigente in materia ed in particolare le Norme CEI 64-8/4/5, la Norma CEI 11-8 (in vigore fino al 31/05/00, dal 31/05/99 é inglobata nella nuova CEI 11-1) e la Guida CEI

8 Principi e concetti generali Professional Club 7

9 Principi e concetti generali Le caratteristiche di un impianto elettrico devono essere tali da assicurare tre fondamentali esigenze: la sicurezza delle persone contro il pericolo dell elettricità il corretto funzionamento in base all uso previsto ed alle condizioni effettive di esercizio l efficienza funzionale in termini prestazionali: di servizio e di durata. Componente fondamentale per la sicurezza degli impianti elettrici, a qualunque categoria appartengano (alta, media o bassa tensione) è l impianto di terra, correttamente coordinato con le relative protezioni. Il concetto di coordinamento con le protezioni è fondamentale: come tutti sappiamo fin troppo bene, prima della comparsa degli interruttori differenziali, che risale ai primi anni 70, dai contatti indiretti ci si difendeva imponendo all impianto di terra valori i più bassi possibile. Famoso era il limite massimo di 20 ohm imposto dal DP 547, del cui fantasma ci siamo liberati soltanto di recente: eppure capitava che in impianti con resistenze inferiori all ohm si morisse ugualmente, senza magari capire il perchè. Oggi, grazie agli studi ed ai lavori appassionati e competenti di molti, sappiamo che una corrente di guasto a terra va interrotta in tempi brevi, perchè il potenziale assunto dalle masse in caso di guasto può essere pericoloso anche con terre di valore bassissimo: addirittura si dimostra semplicemente che un basso valore di resistenza dell anello di guasto nei sistemi TT è a favore della sicurezza solo se il neutro del Distributore ha una resistenza sensibilmente più elevata dell impianto dell Utente, fatto che si verifica praticamente soltanto in caso di trasformatori da palo nelle campagne, quasi mai nei centri urbani. L impianto di terra è classificabile in relazione alla funzione svolta in impianto di protezione e di funzionamento. In ogni caso, si raccomanda che tutte le parti dell impianto (masse, masse estranee, centro stella dei trasformatori, scaricatori, circuiti e sistemi antidisturbo) vengano collegate ad un unico impianto di terra, comprese le parti interessate degli impianti complementari di ascensore e di protezione contro i fulmini. E possibile collegare ad impianti di terra distinti le masse non simultaneamente accessibili (Norma CEI 64-8 IV edizione, parte 4 art ) ossia poste a distanze maggiori rispetto ai limiti convenzionali definiti a portata di mano, quindi senza l uso di attrezzi o prolunghe conduttrici. Questi limiti sono: 2 m in orizzontale 2,50 m in verticale 1,25 m se entrambe le parti sono oltre il volume di accessibilità (parte 2 voci ). Le parti simultaneamente accessibili da una persona vengono considerate, ai fini della sicurezza, le parti conduttrici quali: parti attive masse e masse estranee superfici quali pareti e pavimenti con resistenza minore di 50 kω fino a 500 V e 100 kω per tensioni superiori conduttori di protezione e collettori. 8

10 Professional Club Principi e concetti generali Parametri per il dimensionamento Per la corretta realizzazione di un impianto di terra occorre considerare preliminarmente: il tipo di sistema di distribuzione e di impianto la massima corrente di guasto, che l impianto deve essere in grado di disperdere le caratteristiche del terreno, che non ha conducibilità infinita il coordinamento con la parte strutturale Il metodo di protezione contro i contatti indiretti, atto a garantire la sicurezza delle persone da parti conduttrici accidentalmente in tensione, mediante l impianto di terra e l'interruzione automatica dell'alimentazione è la tecnica più comunemente usata e sempre applicabile. La messa a terra è l unica metodologia ammessa per impianti alimentati da sistemi di II e III categoria, ossia con tensioni nominali maggiori di 1000Vc.a. e 1500Vc.c. Nei sistemi di I categoria sono applicabili altri metodi di difesa contro i contatti pericolosi, e precisamente: l installazione di tutti i componenti accessibili di classe II o con doppio isolamento equivalente (fig. 1) la separazione elettrica mediante trasformatore di isolamento (fig. 2) 9

11 Principi e concetti generali Fig. 1 isolamento principale isolamento supplementare Fig. 2 Trasformatore d'isolamento VN 500 V Isolamento 1000 Ω x V Sviluppo massimo dei circuiti VN (metri) MAX 500 m 10

12 Professional Club Principi e concetti generali Gestione dei sistemi di distribuzione rispetto al terreno In linea di principio, con riferimento alla figura 2.a, possiamo affermare che una linea in tensione presenta, rispetto al terreno a potenziale zero, una capacità che dipende dalla estensione della linea e dalla sua distanza dal terreno, a parità di costante dielettrica (il dielettrico è l aria). In caso di guasto a terra di una fase della linea, si stabilisce fra il generatore ed il punto di guasto una corrente Ig che, per la Legge di Ohm, è uguale alla tensione del sistema verso terra diviso l impedenza del circuito di guasto: trascurando per semplicità l impedenza del sistema linea-generatore e considerando solamente l impedenza verso terra (Z = 1/ωC) la Ig si può calcolare come segue: Ig = V/Z = ωcv Se il sistema di distribuzione non ha tensioni elevatissime e non è molto esteso, la corrente di guasto si mantiene piuttosto bassa: per esempio, nei sistemi di II categoria la Ig vale qualche centinaio di ampere. (Se la capacità del sistema verso terra si annullasse, la Ig diverrebbe zero). Per contro, durante il guasto, si possono manifestare sovratensioni importanti, anche fino a 5 volte la tensione nominale del sistema. Fig. 2a Linea in tensione Capacità distribuita lungo la linea Ora, un corpo conduttore com è la linea elettrica di fig. 2.a costituisce sempre un condensatore rispetto al terreno: tuttavia gli effetti della capacità si possono rendere praticamente nulli in maniera molto semplice (fig. 2.b) Fig. 2b C C C C C C L 11

13 Principi e concetti generali Nel primo caso in figura, la capacità viene cortocircuitata collegando francamente a terra un punto qualunque del sistema: questo punto, in figura, coincide con il neutro del trasformatore o del generatore, ma non è l unico modo possibile. Con questo provvedimento si ottiene Z = 0. Nel secondo caso, tra il neutro e la terra viene inserita una bobina (cioè un induttanza L) calcolata in modo da costituire con la capacità del sistema un circuito antirisonante: in questo modo si ottiene una impedenza Z infinita, ossia un circuito aperto. Nel nostro Paese, nei sistemi di III categoria il neutro è collegato francamente a terra: ciò comporta valori di corrente di guasto elevati e modeste sovratensioni: tenuto conto del costo del coordinamento dell isolamento nei sistemi a 230/400 kv, questo si rivela il modo più economico di gestire le reti AT. Nei sistemi di II categoria il guasto monofase a terra è il più frequente e di solito è temporaneo. Una corrente di guasto relativamente debole è a favore della sicurezza, sia rispetto alla continuità del servizio sia, soprattutto, rispetto al coordinamento delle protezioni nelle cabine di trasformazione MT/BT, come vedremo nel seguito della memoria. Per contro, i costi derivanti dai fenomeni di sovratensione sono sopportabili, specialmente per tensioni di kv. Pertanto, i sistemi di II categoria nel nostro Paese sono a neutro isolato. Dove la continuità del servizio è importante, si collega a terra il neutro attraverso una induttanza antirisonante, riducendo la corrente di guasto a valori bassissimi e di conseguenza limitando drasticamente il numero di interventi delle protezioni. Nei sistemi di prima categoria si impiegano entrambi i modi di gestione del neutro: il collegamento a terra garantisce la simmetria delle tensioni stellate ed è il metodo più diffuso; l isolamento del neutro da terra garantisce la continuità del servizio anche in caso di primo guasto a terra, ed è il più usato dove l interruzione del servizio possa costituire pregiudizio per la sicurezza delle persone: in molti casi, come vedremo, questo è altresì il sistema più sicuro contro i contatti indiretti, a patto però che la corrente di guasto sia limitata a valori bassissimi (qualche ma). Le Norme CEI identificano i due modi di gestione del sistema rispetto a terra: a) con la lettera I per il caso di isolamento da terra o di collegamento a terra attraverso un impedenza; b) con la lettera T per il caso di collegamento franco a terra. 12

14 Professional Club Principi e concetti generali Gestione degli impianti di utenza rispetto al terreno Guardiamo insieme la figura 2.c: Fig. 2c L1 L2 L3 N U L1 L2 L3 N U uomo Ig Collegam. franco a terra addizionale In caso di contatto di una persona (o di un animale) con un punto o una linea in tensione, la differenza di potenziale fra la linea ed il terreno stabilisce una corrente di circolazione attraverso il corpo, che si richiude sul punto di origine del sistema elettrico di alimentazione. Questo circuito viene detto anello di guasto. Il rischio per le persone e per gli animali dipende, com è noto, dall intensità della corrente che attraversa il corpo: questo valore è dato, per la Legge di Ohm, dal rapporto fra la tensione del sistema verso terra e la resistenza del corpo. Quanto più elevata è la corrente, tanto maggiore è il rischio. Per ridurre l intensità della corrente che attraversa il corpo umano in caso di contatto con una parte in tensione si possono seguire, in prima approssimazione, due strade: La prima consiste nel cortocircuitare la uomo con un collegamento franco a terra del punto in tensione, stabilendo in tal modo un percorso preferenziale per la corrente al di fuori del corpo stesso. Questo metodo, che consiste in pratica nel collegare a terra le parti che possono andare accidentalmente in tensione (masse) è di gran lunga il metodo più usato per la protezione contro i contatti indiretti, benchè si possano impiegare, come vedremo nel seguito della memoria, metodi ancor più efficaci ma solo in casi particolari. Il collegamento ad una terra locale, separata da quella del sistema di distribuzione viene designato nella normativa vigente con la lettera T, mentre il collegamento diretto alla terra del sistema, quando disponibile, viene designato con la lettera N. La seconda strada consiste nel collegare in serie al corpo umano una resistenza: in questo modo la tensione totale verso terra si ripartisce fra la persona e la addizionale con le regole del partitore di tensione e la corrente che attraversa la resistenza equivalente ( corpo + addizionale) si riduce. In particolare, se la addizionale è infinita, la corrente si annulla e con essa il rischio (luoghi non conduttori). 13

15 Principi e concetti generali La resistenza del corpo umano non è costante, dipendendo da moltissime variabili e, in uno stesso individuo, almeno dal percorso della corrente, dalle condizioni ambientali, dalla superficie di contatto degli elettrodi e dalla tensione: per restare al percorso, quelli più comuni sono considerati il percorso mano-mano e quello mano-piedi. Il primo è considerato meno pericoloso perchè di resistenza maggiore del secondo e perchè la probabilità di innescare la fibrillazione cardiaca è inferiore. Quando il percorso può essere sensibilmente modificato per la presenza di grandi superfici conduttrici (luoghi conduttori ristretti) occorrono provvedimenti particolari di protezione. Inoltre, in serie alla resistenza del corpo umano c si considera anche una resistenza addizionale, dovuta al fatto che i nostri piedi poggiano su superfici di differente resistività (pavimenti variamente rivestiti, terreno agricolo, ecc). Questa resistenza addizionale tc è assunta pari a 1000 Ω negli ambienti ordinari ed a 200 Ω negli ambienti particolari (p. es. cantieri, locali ad uso medico). Se la resistenza addizionale diminuisce per effetto di un elemento conduttore affiorante (massa estranea) aumentano le condizioni di rischio ed occorre adottare provvedimenti particolari (un collegamento equipotenziale). 14

16 I a parte Professional Club 15

17 I a parte Definizioni Massa Componente dell impianto elettrico normalmente non in tensione ma che può andare in tensione in caso di guasto. Classificazione dei componenti elettrici I componenti elettrici vengono classificati in relazione alle loro caratteristiche di protezione contro i contatti indiretti in: Componente di classe 0 Il componente munito solo di isolamento principale. Componente di classe I Componente che presenta oltre all isolamento principale un morsetto o altro dispositivo per il collegamento delle masse al conduttore di protezione. Componente di classe II Dotato di doppio isolamento o di isolamento rinforzato e privo di morsetto di terra. Tali componenti sono muniti di un simbolo a doppio quadratino concentrico che ne attestano le succitate caratteristiche. In particolare le condutture di classe II sono quelle realizzate in uno dei seguenti modi: 1. Cavi con guaina non metallica con tensione nominale di isolamento maggiore di una grandezza rispetto al sistema elettrico servito. Per esempio in un sistema 230/400 V, per cui sarebbe sufficiente un cavo avente un grado di isolamento 300/500 V, un cavo 450/750 V. 2. Cavi unipolari senza guaina installati in tubi protettivi o canale isolante purché abbiano un grado di isolamento U 0/U superiore di almeno un gradino rispetto alla tensione di esercizio del sistema. 3. Cavi con guaina metallica con grado di isolamento adeguato al sistema servito tra parte attiva e guaina e tra questa e quella esterna non metallica. Componente di classe III Componente ad isolamento ridotto da utilizzarsi in sistemi SELV o PELV. Fig. 3 e 4 classe I Condutture di classe II metallo isolamento principale 1. isolamento rinforzato (H07 nei sistemi 230/400 V) morsetto di terra classe II eventuali parti metalliche senza messa a terra 2. tubo protettivo isolante isolamento principale (H05 nei sistemi 230/400 V) isolamento principale + isolamento supplementare 3. isolamento supplementare guaina metallica 16

18 I n Professional Club I a parte Definizioni Circuiti a bassissima tensione I circuiti appartenenti a sistemi elettrici di categoria 0 si suddividono in tre tipologie in relazione alla protezione contro i contatti indiretti: SELV e PELV non presentano tensione di contatto oltre il limite convenzionale di sicurezza e sono dotati di caratteristiche tali per cui non necessitano di protezione contro i contatti indiretti; FELV presentano caratteristiche che richiedono un collegamento delle masse all impianto di terra del circuito primario di protezione contro i contatti indiretti. SELV Circuiti a bassissima tensione di sicurezza alimentati da sorgente di sicurezza (trasformatori di sicurezza, gruppo motore-generatore con isolamento equivalente, batteria, ecc.). Condutture separate da circuiti appartenenti ad altri sistemi elettrici (classe II o i conduttori degli altri circuiti separati da uno schermo messo a terra). Le parti attive e le masse dei circuiti SELV non devono essere collegate a terra o a parti in tensione di altri circuiti. Le spine non devono poter entrare nelle prese di altri sistemi e non devono avere contatti di terra. Fig. 5a 230 V 230 V 24 V SELV protezione dai contatti diretti e indiretti 17

19 I n I n I a parte Definizioni PELV I sistemi a bassissima tensione di protezione PELV hanno le stesse caratteristiche dei circuiti SELV, con l unica differenza di poter avere un punto a terra. Anche nei sistemi PELV non occorre protezione contro i contatti indiretti. I circuiti SELV e PELV alimentati con tensione nominale non superiore a 25V a.c. o 60V d.c. non necessitano in ambienti ordinari neppure di protezione contro i contatti diretti. Fig. 5b 230 V 230 V 24 V PELV protezione dai contatti diretti e indiretti FELV I circuiti a bassissima tensione funzionale FELV, che non rispondono ai requisiti di isolamento della sorgente e delle condutture previsti per i circuiti SELV e PELV, devono avere, per assicurare la protezione contro i contatti indiretti, una parte attiva o le masse collegate all impianto di terra del circuito primario. Fig. 5c I n 230 V 24 V FELV protezione dai contatti diretti e indiretti (masse FELV collegate al PE del circuito primario) 18

20 Professional Club I a parte Definizioni Fig. 6 V max. 500 V 50 kω 2 m 50 kω Protezione per mezzo di luoghi non conduttori Vp Vc 50 V 50 V Fig. 7 Vp Vc 50 V 50 V Protezione per mezzo di collegamento equipotenziale locale non connesso a terra Fig. 8 Trasformatore d'isolamento VN 500 V Isolamento 1000 Ω x V Sviluppo massimo dei circuiti VN (metri) MAX 500 m 19

21 I a parte Definizioni Fig. 9 Fig. 10 La struttura metallica del lampadario è una massa in quanto accessibile La gabbietta metallica di protezione di una lampada portatile non è una massa, poichè è separata dalle parti attive da un isolamento doppio o rinforzato Fig. 11 La ringhiera metallica sulla quale è installato permanentemente un cavo dell'impianto elettrico è una massa Fig. 12 Il tavolo metallico sul quale sono installati componenti dell'impianto elettrico (tavolo elettrificato) è una massa; il cassetto metallico, che può andare in tensione solo perchè in contatto con il tavolo, non è una massa 20

22 Professional Club I a parte Definizioni Fig. 13 Il tavolo metallico che porta apparecchi di classe I e di classe II non è una massa Fig. 14 La controsoffittatura metallica, sulla quale passa una conduttura elettrica in tubo protettivo metallico o isolante, non è una massa 21

23 22 A PAT. A Massa estranea Elemento conduttore, non necessariamente facente parte dell impianto elettrico, che può introdurre il potenziale di terra o altri potenziali. I a parte Definizioni Fig. 15 In questi locali le tubazioni metalliche possono introdurre potenziali pericolosi provenienti per esempio dal vicino di casa: per questo il collegamento EQS va sempre fatto anche se la resistenza di isolamento della massa estranea è superiore a 1000Ω Fig. 16 Negli ambienti ordinari una massa estranea è tale se la sua resistenza verso terra è inferiore a 1000Ω < 1000Ω

24 Professional Club I a parte Definizioni Fig. 17 Negli ambienti speciali, come per esempio un ambulatorio tipo A, una massa estranea è tale se la sua resistenza di isolamento è inferiore a 200Ω Fig. 18 PE Secondo l'orientamento normativo internazionale non è richiesto il collegamento alla recinzione metallica per evitare propagazioni incontrollate dei potenziali pericolosi Fig. 19 apparecchio di classe I massa collegamento equipotenziale cavi di classe II massa estranea T 1 kω Caso particolare in cui è richiesto il collegamento equipotenziale in quanto esiste il pericolo di potenziali pericolosi fra la massa di Classe 1 ed il palo che è una massa estranea 23

25 I a parte Definizioni Conduttore di protezione E il conduttore che collega le masse all impianto di terra. Nella Norma CEI 64-8 è indicato con l abbreviazione PE. Conduttore equipotenziale principale E il conduttore che collega a terra le masse estranee principali presenti nell area di influenza dell impianto elettrico. Nella Norma CEI 64-8 è indicato con l abbreviazione EQP. Conduttore equipotenziale supplementare Il conduttore EQS costituisce un collegamento locale da effettuarsi obbligatoriamente laddove non sussistano le condizioni per l interruzione automatica del circuito in un impianto od in una sua parte, così come indicate in CEI Esso può interessare l intero impianto, una sua parte, un singolo componente od un luogo. Si rammenta che l uso del collegamento EQS non dispensa dall obbligo di interruzione automatica per altre ragioni, come p.es. per la protezione contro l incendio. Il collegamento EQS può essere richiesto per luoghi speciali, come p. es. i locali da bagno, gli ambulatori medici, gli impianti di elaborazione dati con elevate correnti disperse, ecc. Collettore principale di terra E il punto dell impianto cui fanno capo i conduttori PE, EQP, ed il conduttore di terra propriamente detto, come definito nel seguito. Nella Norma CEI 64-8 è abbreviato con la sigla MT. Tale nodo può essere realizzato con un semplice morsetto, essendo richiesta soltanto la possibilità di scollegamento dei vari conduttori dell impianto di terra per misure; tuttavia è consigliabile realizzare MT con una barretta forata alla quale i conduttori facciano capo con capicorda numerati. Fig. 20 gas altre tubazioni EQP 10 mm 2 PE 16 mm 2 giunto isolante EQP 10mm 2 acqua CT 16 mm 2 tubo di protezione altro pozzetto picchetto 24

26 Professional Club I a parte Definizioni Dispersore intenzionale (DA) E così definito il dispersore installato al solo scopo di disperdere le correnti di guasto a terra. Esso può essere realizzato in molti modi differenti, come per esempio: punta in acciaio zincato di forma tubolare o a croce tondino pieno in acciaio ramato corda in rame nudo rigida, in tondo pieno o cordato piattina in rame od acciaio zincato piastra in rame od acciaio zincato Mediante combinazione degli elementi di cui sopra si realizzano impianti disperdenti complessi, quali anelli aperti o chiusi e reti magliate su uno o più strati. Il dispersore intenzionale è abbreviato con la dicitura DA. Dispersore di fatto (DN) E il dispersore utilizzato come tale, ma realizzato con scopi differenti dalla sola dispersione delle correnti di guasto. Valga per tutti l esempio dei ferri di armatura dei cementi armati. E abbreviato con la dicitura DN. L uso sistematico dei DN, laddove possibile, consente ovviamente notevoli risparmi sul costo totale dell impianto elettrico oltre a garantire, in generale, i migliori valori possibili di resistenza di terra. Corrente di guasto a terra E la corrente che si stabilisce nel circuito di guasto al verificarsi di un guasto a terra. La sua intensità si calcola come rapporto fra la tensione del sistema verso terra (230V) e l impedenza dell anello di guasto. Il valore dell impedenza dell anello di guasto coincide con il valore misurabile della g nei sistemi TT. Nei sistemi TN tale approssimazione è valida solo se si verificano precise condizioni, come p. es. conduttori di sezione modesta (approssimativamente fino a 95mm 2 ) e conduttori di terra posati insieme con i corrispondenti conduttori di fase. In caso tali condizioni non siano verificate, occorre calcolare o misurare l effettiva Zg. Si vedano in proposito gli esempi operativi e le appendici. Tensione di terra E la tensione Ut che l impianto di terra assume assieme alle masse ad esso collegate, verso il terreno a distanza infinita, cioè a potenziale zero. Tale valore può sempre essere assunto in via prudenziale, ma non è detto che una persona si trovi sempre sottoposta all intera Ut: è infatti sufficiente che il contatto avvenga all interno dell area di influenza del dispersore perchè la U di riferimento sia maggiore di zero e quindi la d.d.p. sia inferiore alla tensione totale di terra Ut. Tensioni di contatto e di passo La tensione di contatto è la differenza di potenziale fra la massa di una apparecchiatura, messa in tensione da un guasto, ed il terreno dove si trovano i piedi di un operatore in contatto accidentale con la massa stessa. Tenendo presente che la tensione della massa è praticamente uguale a quella del suo dispersore, la tensione di contatto coincide con la d.d.p. fra il dispersore ed il terreno, nel punto in cui si trovano i piedi dell operatore. La stessa tensione si può stabilire fra il terreno ed una massa estranea. Secondo la definizione della Norma CEI 11-8, per tensione di contatto si intende la tensione mano-piedi, con i piedi a distanza convenzionale di 1m dalla proiezione verticale della massa. La tensione di passo è la differenza di potenziale fra due punti del terreno posti alla distanza di un passo, stabilita convenzionalmente dalla Norma CEI 11-8 pari a 1m. 25

27 I a parte Definizioni Impianto di terra di protezione L impianto di terra di protezione, com è noto, ha la funzione specifica di proteggere le persone e gli animali dal rischio di folgorazione conseguente ad un contatto indiretto. In taluni casi è efficace altresì contro l innesco dell incendio. Come già evidenziato in premessa, l impianto di terra risulta efficace solamente se è coordinato con un dispositivo di protezione che apra il circuito guasto in un tempo prestabilito. Questo tempo dipende dalle caratteristiche di conducibilità elettrica del corpo umano, dalla resistenza verso terra della superficie sulla quale il corpo appoggia e dal valor della tensione cui è sottoposto. Tutti questi parametri sono stati oggetto di importanti studi in sede internazionale, grazie ai quali è stata prodotta una serie di tabelle che vengono riportate nel seguito. Fig. 21 t (ms) a b C 1 C 2 C Curva di sicurezza tensione/tempo tradotta in corrente/tempo ,1 0,2 0,3 0, Corrente nel corpo Ic f = Hz fattore di percorso = 1 ( mano sinistra - piedi ) I (ma) Zona Effetti fisiologici 1 Abitualmente nessuna reazione. 2 Abitualmente nessun effetto fisiologicamente pericoloso. 3 Abitualmente nessun danno organico. Probabilità di contrazioni muscolari e difficoltà respiratoria; disturbi reversibili nella formazione e conduzione di impulsi nel cuore, inclusi fibrillazione atriale e arresto cardiaco provvisorio senza fibrillazione ventricolare, che aumentano con l'intensità della corrente e il tempo. 4 In aggiunta agli effetti della zona 3, si può innescare la fibrillazione ventricolare. Effetti patofisiologici come arresto cardiaco, arresto respiratorio, gravi ustioni possono presentarsi con l'aumentare dell'intensità di corrente e del tempo. Tabella 1 - Pericolosità della corrente alternata ( Hz) 26

28 Professional Club I a parte Definizioni Tempi massimi di interruzione della tensione di contatto Utp secondo la Norma CEI 11-1 IX edizione (in vigore dal 31 maggio 1999) per impianti a tensione >1000 V durata del guasto tensione di contatto ammissibile tf (s) Utp (V) , , , , , , , , , , Tempi massimi di interruzione della tensione di contatto Uc e di passo Up secondo la Norma CEI 11-1 VIII edizione (in vigore fino al 31 maggio 2000) per impianti con tensione maggiore di 1000 V tempo di eliminazione tensione (V) del guasto (s) ,8 80 0,7 85 0, ,5 160 Interpolazione lineare per tempi intermedi Verifica Uc e Up non necessaria se UL 1,2Uc oppure UL 1,8 Uc con disp. anello perimetro max 100m e tutte le masse all interno ZsIa Uo Uco = UoZp/(Zf+Zp) Uco = 0,8Uo/(1+Zf/Zp) Protezione contro la corrosione (CEI 11-37,9.5) Interferenze ad alta frequenza (CEI 11-37, 9.6) Dimensionamento termico (CEI 11-37, 10.2) Collegamento del neutro (CEI Cap. 4) Tensioni trasferite (CEI 11-37, 5.1) Selettività rispetto alle protezioni del Distributore 27

29 I a parte Definizioni La Norma CEI 11-1 VIII edizione resta in vigore fino al 31 maggio In essa si considera che i valori delle tensioni massime di passo e contatto sono sempre una frazione della tensione totale di terra Ut. Pertanto nessuna verifica di Uc e Up è richiesta quando la tensione totale di terra non supera del 20% il valore massimo ammesso per le tensioni di passo e contatto. Se inoltre l impianto di terra è di estensione limitata a 100 m di perimetro ed è configurato ad anello chiuso, il valore limite di Ut è aumentato fino a 1,8 Uc. La Norma CEI 11-1 IX edizione entra in vigore nel maggio 1999 e coesiste per un anno con l edizione precedente. Per il calcolo dei valori ammissibili delle tensioni di contatto per impianti di alta tensione sono state fatte le seguenti assunzioni: (nota bene: la definizione di media tensione è sparita: sono definite come alte tensioni tutte quelle di valore nominale > 1000 V) - percorso della corrente da una mano ai piedi - valore di impedenza del corpo umano avente probabilità pari al 50% di non essere superata dalla popolazione - curva corrente-tempo C2 (fig. 21) - nessuna resistenza addizionale Volendo considerare resistenze aggiuntive in serie al corpo umano, in dipendenza dalla resistenza verso terra nel luogo di sosta e della resistività del terreno prossima alla superficie, vengono indicati procedimenti di calcolo nell allegato C della norma. 28

30 Professional Club I a parte Definizioni Tipo di esistenza a secco (KΩ) esistenza a umido (KΩ) pavimento minima media massima minima media massima cemento ,5 2 4 graniglia , grès rosso ceramica marmo-cemento marmo moquette grès-ceramica legno Tabella 2 - Valori della resistenza TC in relazione al tipo di pavimento Fig. 22 t (ms) ,4 s Curva di sicurezza tensione/tempo e tempi massimi di interruzione per i circuiti di alimentazione di utilizzatori di tipo non fisso (Norma CEI 64-8/4 IV ed.) V U (V) U0 (V) Tempo di interruzione (s) 120 0, , ,2 > 400 0,1 29

31 I a parte Definizioni Fig. 23 t (ms) condizioni particolari condizioni ordinarie Curva di sicurezza tensione/tempo e tempi massimi di interruzione per i circuiti di alimentazione di utilizzatori di tipo non fisso per cantieri e strutture zootecniche (Norma CEI 64-8/4 IV ed.) 0,2 s V U0 (V) Tempo di interruzione (s) 120 0, , ,1 > 400 0,05 U (V) Impianto di terra di funzionamento L impianto di terra di funzionamento ha come scopo principale quello di assicurare un corretto funzionamento alle apparecchiature cui è connesso. Può realizzare altresì la funzione di impianto di protezione. Esempio tipico di impianto di terra di funzionamento è il collegamento a terra del neutro dei trasformatori MT/BT, allo scopo di garantire la simmetria delle tensioni di fase. Un capitolo a parte meritano le apparecchiature di elaborazione dati, quando abbiano una corrente di dispersione che supera il valore 3,5mA (Norma EN 60950, classificazione italiana CEI 74-2 e sua appendice G). Importanti considerazioni si trovano in CEI 64-8 parte 707. Le prescrizioni contenute in tali documenti valgono altresì per apparecchiature di controlli industriali o di telecomunicazione, quando presentino correnti di dispersione elevate dovute p.es. al filtraggio di disturbi a radiofrequenza. E evidente la difficoltà di impiegare protezioni differenziali ad alta sensibilità sulle linee di alimentazione di queste macchine. Come vedremo, occorrono provvedimenti speciali per garantire la sicurezza degli operatori e degli impianti. Sistema di protezione contro i fulmini E il complesso di apprestamenti predisposto ai sensi della Norma CEI 81-1 per realizzare un parafulmini. La sua sigla convenzionale è LPS. Captatore E quella parte di LPS che svolge lo specifico compito di sostenere l impatto del fulmine. I captatori sono perciò installati sulle parti delle strutture che si prevede siano colpite dalla scarica atmosferica, come p.es. i tetti degli edifici, le strutture sporgenti, ecc. 30

32 Professional Club I a parte Definizioni Calata E quella parte di LPS che svolge il compito specifico di convogliare le correnti di fulmine dai captatori all impianto disperdente. Le calate possono essere realizzate con tondini o piattine in rame o acciaio zincato, oppure sfruttando i tondini di armatura delle colonne delle strutture in c.a., purché realizzate a regola d arte edilizia: in genere si ritiene sufficiente una corretta legatura, senza necessità di saldature. Protezione catodica iduzione o annullamento del fenomeno di corrosione ottenuto rendendo il potenziale della struttura più negativo. La protezione è totale quando il potenziale dell intera struttura è uguale od inferiore al valore limite al di sotto del quale cessa la corrosione (soglia di immunità). Anodo galvanico Elettrodo impiegato per la protezione catodica, costituito da una lega metallica che, nell ambiente in esame, risulta elettronegativa rispetto alla struttura da proteggere. L anodo è quella parte di struttura che si consuma: esempio tipico sono gli anodi di sacrificio in zinco posizionati sugli scafi delle barche chiodate in rame per proteggere dalla corrosione l albero dell elica in acciaio. Dall anodo la corrente elettrica esce verso l ambiente. Al contrario, il catodo è quello nel quale la corrente entra dall ambiente. Scala galvanica E la scala,detta anche di nobiltà, del potenziale elettrochimico dei metalli riferito all idrogeno. I metalli con il potenziale più elevato (cioè i più nobili) sono quelli che si corrodono meno; i metalli meno nobili, in presenza di metalli a potenziale elettrochimico più elevato, si corrodono. Metallo Potenziale oro platino argento rame piombo stagno nichel ferro cromo zinco titanio alluminio magnesio sodio litio Scala galvanica o di nobiltà dei metalli in relazione al loro potenziale elettrochimico riferito all'idrogeno 31

33 I a parte Classificazione dei sistemi in base al modo di collegamento a terra Sistema TT Fig. 24 L1 L2 L3 N sistema TT PE Sistema TT - Il sistema presenta un polo di alimentazione, per solito il conduttore di neutro di ogni trasformatore o generatore, a terra in cabina dell ente distributore e tutte le masse collegate all impianto di terra dell utilizzatore Il sistema TT ha un punto collegato direttamente a terra (di solito il neutro) e le masse dell impianto collegate ad un impianto di terra elettricamente indipendente da quello del collegamento a terra del sistema di alimentazione. Caratteristica peculiare del sistema TT è che l anello di guasto si sviluppa nel terreno fra la terra del sistema e quella dell utilizzatore: l anello di guasto è una resistenza pura, di valore relativamente elevato. Di conseguenza, la corrente di guasto è generalmente di intensità modesta. La resistenza dell anello di guasto g viene misurata con il Loop Tester ed è la somma della resistenza di terra a dell impianto d utenza più la resistenza di messa a terra del sistema n. A sua volta a è la somma della resistenza di terra dei dispersori t più la resistenza del conduttore di collegamento a terra delle masse. La Norma CEI 64-8 prescrive che a x Ia 50 V dove Ia è la corrente che provoca il funzionamento automatico della protezione in 5s. Se la protezione è di tipo differenziale, è ammesso un tempo di interruzione non superiore a 1 s. Se la condizione non può essere soddisfatta, è ammesso un collegamento EQS. 32

34 Professional Club I a parte Classificazione dei sistemi in base al modo di collegamento a terra Sistema TN Il sistema TN ha un punto direttamente collegato a terra (generalmente il neutro) mentre le masse dell impianto sono collegate a quel punto per mezzo del conduttore di protezione. Si distinguono tre tipi di sistema TN, secondo la disposizione dei conduttori di neutro e di protezione: TN-S: il conduttore di neutro e di protezione sono separati TN-C-S: le funzioni di neutro e protezione sono svolte da un unico conduttore in una parte del sistema TN-C: le funzioni di neutro e protezione sono svolte da un unico conduttore in tutto il sistema. Il conduttore viene detto PEN. Fig. 25 L1 L2 L3 N PE sistema TN - S L1 L2 L3 PEN sistema TN - C Sistema TN - Il sistema ha il neutro o altro polo a terra in cabina e le masse collegate direttamente, tramite conduttore di protezione, col polo a terra del generatore Caratteristica fondamentale del sistema TN è che l anello di guasto, per guasto lato BT, si svolge interamente sui conduttori di fase e di protezione ed ha pertanto una impedenza generalmente bassa. La corrente di guasto è perciò generalmente di valore elevato e questo fatto è a favore della sicurezza. 33

35 I a parte Classificazione dei sistemi in base al modo di collegamento a terra La Norma CEI 64-8 prescrive che Zs x Ia Uo dove: Zs è l impedenza dell anello di guasto che comprende la sorgente, il conduttore attivo fino al punto guasto ed il conduttore di protezione fra il guasto e la sorgente Ia è la corrente che provoca l interruzione automatica del dispositivo di protezione entro il tempo definito nella tabella che segue in funzione della tensione nominale verso terra Uo, oppure in un tempo convenzionale non superiore a 5s per i circuiti di distribuzione. Uo è la tensione nominale in c.a., valore efficace tra fase e terra. Uo (V) Tempo di interruzione (s) 120 0, , ,2 >400 0,1 Tempi massimi d'interruzione per i sistemi TN Un tempo convenzionale superiore a quello richiesto dalla tabella ma non superiore a 5s è ammesso anche per un circuito terminale che alimenti solo componenti fissi, a condizione che, se altri circuiti terminali che richiedono i tempi di interruzione di cui alla tabella sono collegati al quadro di distribuzione o al circuito di distribuzione che alimenta quel circuito terminale, sia soddisfatta una delle seguenti condizioni: l impedenza del conduttore PE tra il quadro ed il punto nel quale il PE è connesso al collegamento equipotenziale principale non sia superiore a 50Zs/Uo Ω; esista un EQS che colleghi al quadro localmente gli stessi tipi di masse estranee indicati per il collegamento EQP e soddisfi al requisito di sezione minima richiesto per il conduttore EQP (metà del conduttore PE di sezione maggiore con il minimo di 6 mm 2. Si ricorda che non è richiesta una sezione superiore a 25 mm 2 ). 34

36 Professional Club I a parte Classificazione dei sistemi in base al modo di collegamento a terra Sistema IT Il sistema IT non ha parti attive collegate direttamente a terra, mentre le masse sono collegate a terra. E un sistema IT anche quello nel quale il sistema è collegato a terra tramite una impedenza. Fig. 26 L1 L2 L3 N sistema IT PE Sistema IT - Il trasformatore o il generatore è isolato da terra, totalmente o tramite elevata impedenza, e le masse collegate localmente a terra Caratteristica fondamentale del sistema IT è quella di avere anello di guasto teoricamente aperto, e quindi corrente di guasto nulla. Poichè in pratica il circuito di guasto si richiude attraverso le capacità che la linea presenta verso terra, la corrente di guasto non è nulla, ma assume il valore Ig = ωcu dove ω C U è la pulsazione (ω = 2 πf dove f è la frequenza del sistema) è la capacità verso terra dei conduttori è la tensione del sistema La Norma CEI 64-8 prescrive per il sistema IT la seguente condizione per la protezione contro i contatti indiretti: t x Id 50 dove t è la resistenza in ohm del dispersore delle masse Id è la corrente di primo guasto a terra di impedenza trascurabile Si deve sempre disporre un dispositivo di controllo dell isolamento per indicare il primo guasto a terra, con un segnale sonoro e/o visivo. Dopo il primo guasto a terra, le condizioni di interruzione nel caso di un secondo guasto a terra dipendono dal modo di collegamento a terra: per masse collegate a terra individualmente o per gruppi valgono le condizioni del sistema TT, eccettuata ovviamente la prescrizione di messa a terra del neutro del sistema per masse collegate a terra collettivamente valgono le condizioni del sistema TN. 35

37 I a parte Classificazione dei sistemi in base al modo di collegamento a terra Quando il neutro non è distribuito, deve essere soddisfatta la seguente condizione: Zs U/2Ia e quando il neutro è distribuito Zs' Uo/2Ia dove Uo è la tensione nominale in c.a., valore efficace verso terra U è la tensione nominale in c.a. valore efficace concatenato Zs è l impedenza dell anello di guasto costituito dal conduttore di fase e dal PE Zs' è l impedenza dell anello di guasto costituito dal neutro e dal PE Ia è la corrente che interrompe il circuito entro il tempo di cui alla tabella che segue, ovvero entro 5s nei casi in cui è permesso (vds. TN) Tensione nominale all'impianto Tempo di interruzione (s) Uo/U (V) Neutro non distribuito Neutro distribuito 120/240 0, /400 0,4 0,8 400/690 0,2 0,4 580/1000 0,1 0,2 Note: 1 Per le tensioni che sono entro la banda di tolleranza precisate nella Norma CEI 8-6 si applicano i tempi di interruzione corrispondenti alla tensione nominale. 2 Per valori di tensione intermedi si sceglie il valore prossimo superiore della tabella. Tempo d'interruzione massimo nei sistemi IT (secondo guasto) Se i tempi della tabella non possono essere rispettati, si deve applicare un collegamento equipotenziale supplementare o, in alternativa, una protezione differenziale su ciascun circuito (vedere anche pag. 31). 36

38 Professional Club I a parte Criteri di realizzazione dell'impianto di terra Per realizzare correttamente un impianto di terra occorre preliminarmente considerare diversi fattori, che insieme concorrono a realizzare un impianto efficiente e durevole. Parametri fondamentali a questo proposito sono: il tipo di sistema di distribuzione, TT, TN o IT, per ciascuno dei quali la Norma CEI 64-8 fornisce, come abbiamo visto nelle definizioni, specifiche prescrizioni per il coordinamento con le relative protezioni; l intensità della massima corrente che l impianto deve disperdere, da cui dipendono sia le prescrizioni per la sicurezza sopra richiamate, sia il dimensionamento dei conduttori dell impianto; per sistemi di II e III categoria, tale valore deve essere richiesto all Ente Distributore, mentre nei sistemi di I categoria deve essere calcolato. In genere, il calcolo è piuttosto laborioso: nella trattazione vengono forniti i criteri per i calcoli ed inoltre alcuni valori tabellari, da impiegare quando possibile. In linea di massima si può affermare che, ai sensi della Legge 46/90, il compito di calcolare tali valori è demandato al Progettista: tuttavia, si rammenta che nei cantieri il progetto non é richiesto, e quindi l installatore deve essere in grado di cavarsela da sè anche in presenza di un sistema TN; le caratteristiche del terreno, da cui dipende il tipo di dispersore in relazione al valore di t che è necessario ottenere; così, in funzione del tipo di terreno e a parità di altre condizioni, si dovrà stabilire se per ottenere un determinato valore di t sia sufficiente un semplice dispersore a picchetto ovvero una complessa rete magliata. i problemi di coordinamento con la parte strutturale, da cui può dipendere per esempio il tipo di dispersore in dipendenza della disponibilità o meno dei ferri di armatura dei cementi armati, con tutte le problematiche relative ai tempi di intervento dell Installatore, ecc. Si rammenta che, impiegando come dispersore una rete elettrosaldata, essa deve avere dimensioni del tondino non inferiori a Ø 1,8 mm. 37

39 I a parte Criteri di realizzazione dell'impianto di terra Fig. 27 Tipologia dei sistemi disperdenti Si riportano di seguito alcuni esempi pratici di realizzazione di sistemi disperdenti, che certamente sono ben noti agli Installatori, a titolo di promemoria. ESEMPI DI DISPESOI 1 Collegamento ai ferri dei pilastri Wh Wh Wh 10 box box 2 Dispersore ad anello interrato a circa 1m dal perimetro dell'edificio 3 Integrazione con dispersori a picchetto 0,5 1 m 0,5 1 m { ascensore 500 OFFICINA ATIGIANALE x58W 3x58W 3x58W 3x58W 0,75kw M1 3kw M3 0,37kw M5 3x58W 3x58W 3x58W 3x58W 0,75kw M2 2,2kw M4 2,2kw M Il dispersore ad anello perimetrale è collegato ai ferri dell'armatura del calcestruzzo di fondazione che in tal modo fungono da dispersore naturale 3x58W 2,2kw M7 3x58W 1 m Corda di rame nuda sezione 35 mm 2 ricoperta per circa 30 cm con terreno vegetale (humus) Picchetti infissi verticalmente nel terreno e connessi a corda interrata come al punto 2 38

40 Professional Club I a parte Criteri di realizzazione dell'impianto di terra Dispersore a maglia o a griglia E costituito da una griglia interrata alla profondità di 50/80 cm in rame o acciaio zincato a caldo. In terreni corrosivi può essere opportuno l impiego di rame stagnato, o ricoperto di piombo o di acciaio ramato. L alluminio non è ammesso come dispersore perchè non resiste alla corrosione. La dimensione delle maglie è generalmente compresa fra 6 e 12 m, ma può essere maggiore nelle zone vaste, o inferiore in dipendenza di prescrizioni particolari dell Ente Distributore p.es. nei punti di consegna a MT. Le maglie possono essere quadrate o rettangolari: quest ultima configurazione è migliore nei confronti delle tensioni di contatto: allo scopo di ridurre le tensioni di passo e contatto, è infatti raccomandabile una rete impostata su file parallele a maglie lunghe e strette, nella quale i conduttori trasversali non sono estesi oltre la necessità del collegamento a terra delle masse. Si ricorda che le situazioni critiche si hanno, generalmente, ai bordi dell impianto, dove il potenziale di terra scende dal valore Ut della maglia a zero. Il dispersore a maglia è generalmente impiegato nelle cabine di trasformazione MT/BT, nelle sottostazioni, nelle stazioni e nelle centrali di produzione di energia elettrica, nelle quali può essere assai complesso e realizzato su più piani interrati; è largamente usato altresì negli impianti civili e industriali di grande potenza ed in genere laddove si deve prevedere installazioni successive di componenti che richiedono il collegamento a terra. Il dimensionamento termico viene calcolato con la formula indicata nel par della Norma CEI 11-8, la quale limita la temperatura finale di un conduttore interrato a 400 C con T iniziale di 30 C. La Norma indica altresì le dimensioni minime raccomandate per gli elementi intenzionali: comunque è sempre opportuno dimensionare tali elementi in relazione al valore della corrente effettiva da disperdere. I valori minimi di cui sopra sono riportati nelle tabelle che seguono: si fa rilevare che la dimensione minima delle corde elementari per i conduttori cordati è fondamentale ai fini della resistenza alla corrosione. 39

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