IL SENSORE : GLI ISO E IL "RUMORE"

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1 1 Ricordiamo... L'elemento sensibile (la pellicola o il CCD) può essere paragonato ad un secchio da riempire. La coppia diaframma/otturatore può essere rappresentata da un rubinetto, in particolare l'otturatore regolerà per quanto tempo farò scorrere l'acqua, mentre il diaframma regolerà la portata del getto. Alla fine, il secchio riesco a riempirlo utilizzando diversi tipi di getto d'acqua! ma attenzione a non andare impiegare troppa o troppo poca acqua. Sta sera parleremo di 3 elementi che intervengono nello scatto della fotografia. Prima li tratteremo singolarmente, poi proveremo a discutere e a combinarne i valori. IL SENSORE : GLI ISO E IL "RUMORE" Gli ISO delle fotocamere digitali, corrispondono grossomodo agli ASA delle vecchie pellicole. Ad ISO più alti corrisponderanno sensibilità del sensore più alte. Quando scattiamo una foto, non siamo sempre nella situazione ottimale: luce perfetta, soggetto fermo, posizione di scatto comoda... anzi... la maggior parte delle volte è proprio il contrario. In queste situazioni difficili bisogna adattarsi e modificare le varie opzioni di scatto: tempo, diaframma, iso Per svariati motivi ed esigenze, che descriveremo più avanti, può succedere che non possiamo intervenire sulla coppia tempo/diaframma. L'unica soluzione che abbiamo è quella di intervenire sugli ISO. I sensori rispondono alla quantità di luce che li colpisce. Nelle fotocamere è possibile modificare questa risposta, amplificando o diminuendo la sensibilità del sensore. Aumentare gli ISO significa rendere il sensore più sensibile --» il segnale luminoso verrà amplificato, rendendo l'immagine più luminosa Diminuire gli ISO significa rendere il sensore meno sensibile --» l'immagine risulterà meno luminosa. Quasi tutte le fotocamere hanno la possibilità di intervenire manualmente o in modo automatico sulla gestione degli iso. Questa operazione è certamente vantaggiosa: "ogni raddoppio di sensibilità permette di raddoppiare la velocità del tempo di otturazione". Come dire: pur senza variare l'apertura di diaframma, se passiamo da 100 ISO ad una da 200 ISO, potremo scattare ad 1/125s là dove operavamo ad 1/60s. Se passiamo a 400 ISO o una 800 ISO, ecco che potremo scattare ad 1/250s oppure 1/500s. Con 1600 ISO o 3200 ISO, lavoreremo con 1/1000s oppure 1/2000s. WOW! Ma c'è anche il rovescio della medaglia! Aumentare gli iso sfortunatamente comporta il fastidioso problema del RUMORE. Per "rumore" intendiamo un disturbo irregolare distribuito su tutta la fotografia (paragonabile alla "grana" delle pellicole". Potete notare questo effetto nella comparazione seguente. A prima vista le due fotografie sembrano pressoché identiche...ma se le guardiamo da vicino... Arrg... sulla seconda è molto evidente il rumore di cui parlavamo, causato dall'utilizzo dei 1600 iso. (naturalmente questo fenomeno, con l'andare avanti della tecnologia va pian piano diminuendo.. anche se è ancora molto presente sulle fotocamere economiche)

2 Per questo, si consiglia, per quanto possibile di tenere gli iso sempre bassi!! Esistono fortunatamente molti programmi che permettono di ridurre via software questi disturbi, sia manulamente che in modo del tutto automatico. Non fanno certo miracoli, ma in molti casi sono utilissimi! 2

3 3 IL TEMPO DI POSA Come ormai sapete, la macchina fotografica è una scatola con un buco. Bene. Da questo buco passa la luce che va a colpire un elemento fotosensibile (sensore o pellicola) per una certa quantità di tempo. La quantità di tempo è controllata da un dispositivo meccanico o elettronico denominato otturatore, in sostanza abilita il passaggio della luce per un periodo di tempo ben definito. Il periodo di apertura dell'otturatore prende il nome di "tempo di posa" e la sua lunghezza è direttamente proporzionale alla quantità di luce che colpisce il sensore. Un tempo doppio farà si che il doppio della luce raggiunga il sensore e perciò ci darà un'immagine molto più chiara, viceversa per un tempo di posa dimezzato. (sempre considerando iso e diaframma non soggetti a modifiche) Tempo: 1/15s Diaframma: f/6,3 Tempo: 1/3s Diaframma: f/6,3 Tempo: 1 s Diaframma: f/6,3 E banale dire che una foto con il tempo ti posa lungo (intendo un tempo superiore a 1/50 di secondo) corre il rischio di risultare mossa. Sia per i movimenti della nostra mano di fotografo, sia per gli eventuali movimenti del soggetto immortalato. In modalità automatica, la fotocamera tenderà a usare tempi intermedi che vadano bene nella maggior parte dei casi, ma spesso inadatti per bloccare oggetti in movimento. Per immortalare un oggetto nel bel mezzo dell'azione, sono necessari tempi molto brevi. Viceversa occorre un tempo di posa più lungo della norma per generare scie e contorni indistinti attorno all'oggetto che si muove, così da creare un effetto velocità e disegni cromatici nelle foto notturne. Alcune fotocamere digitali offrono programmi già impostati per la scelta dei tempi di posa più adatti alle varie circostanze.

4 4 Il programma sportivo, solitamente contraddistinto dall'icona di un corridore, riduce il tempo di posa al minimo al fine di congelare l'attimo dell'azione. Il programma notturno invece allunga i tempi, per fare passare più luce, favorendo le foto in notturna, ma anche favorendo il rischio di foto mossa! Il miglior risultato si ottiene tuttavia conoscendo più direttamente i valori del tempo di posa e scegliendoli direttamente dai controlli della fotocamera, se possibile. Sulle fotocamere, di solito, sulla rotella di selezione la "Priorità di tempi" è indicata con "S" o con "Tv".

5 5 Le macchine più evolute hanno anche la possibilità di poter utilizzare tempi estremamente lunghi, anche superiori al minuto! Esiste la funzione "BULB" che permette di tener aperto l'otturatore per tutto il tempo che desideriamo... (finché non si scaricano le batterie naturalmente hihi). Nella foto seguente il tempo di esposizione è di addirittura 17 minuti e mezzo! Una foto con tempi lunghi, chiaramente, non è sempre un fiasco! anzi questa possibilità apre molte porte alla fantasia! Scie delle auto Panning. Panning (Zoom)

6 IL DIAFRAMMA E LA PROFONDITA' DI CAMPO Il diaframma è quello che regola il foro che fa passare la luce, dall'esterno al sensore (o pellicola). I diaframmi a iride sono costituiti da lamine mobili (generalmente almeno 6, ma anche di più) che formano un'apertura a diametro variabile. Ruotando la ghiera del diaframma le lamine si spostano, variandone gradualmente l'apertura, e quindi la luce che potrà passare attraverso di lui. L apertura del diaframma si misura in stop o f-stop, la scala che si trova tipicamente sugli obiettivi è questa: 1-1, , , Ad un valore di f più alto corrisponderà il diaframma più chiuso! (e non viceversa, come è facile confondersi) nel gergo si dice "chiudi di uno stop"..e allora per esempio si passa da un f/5,6 a un f/8 ad ogni valore di stop successivo corrisponderà un quantità di luce inferiore rispetto a quello precedente: ogni stop successivo fa passare LA META' di luce dello stop precedente! quindi per esempio a f/8 la luce che passerà attraverso l'obiettivo sarà esattamente la metà di quella che passerà a F/5,6, ed esattamente il doppio di quella che passerà a f/11! 6

7 7 In questa tabellina, rappresentiamo, in alto il valore del diaframma, e al di sotto la quantità di luce che passerà attraverso l'obiettivo, supponendo che a f/1 passi una quantità di luce uguale a 1. E' chiaro che che in condizioni di forte luminosità della scena inquadrata il diaframma rimarrà piuttosto chiuso, viceversa, sarà completamente aperto per sfruttare tutta la luce possibile. La cosa che a mio parere è più interessante, è che attraverso la regolazione del diaframma si può giocare con la profondità di campo. La profondità di campo è, in sintesi, la porzione di spazio, la distanza davanti e dietro il soggetto principale della foto, che appare nitida, a fuoco. La regola da ricordare è questa: più si chiude il diaframma, maggiore sarà la profondità di campo e viceversa più si apre il diaframma diminuirà la profondità di campo. La profondità di campo varia, oltre che dal valore del diaframma, anche dalla distanza che intercorre tra la macchina e il soggetto (più il soggetto è lontano dal punto di ripresa e più sarà estesa la pdc ) e la lunghezza focale usata (ottiene maggior pdc con le focali corte e meno con i teleobbiettivi) Una regola interessante è quella per cui la profondità di campo si estende per un terzo davanti al soggetto messo a fuoco (verso noi che lo fotografiamo) e per due terzi dietro di lui. Questo vale con qualsiasi valore di diaframma impostato, a qualsiasi distanza dal soggetto e con qualsiasi ottica. Riuscire ad utilizzare in facilmente i diaframmi per gestire la profondità di campo permette al fotografo di poter creare fotografie più mirate, più vicine al proprio gusto artistico e soprattutto più vicine al messaggio che lui vuole sottolineare con la fotografia, evidenziandone il punto di interesse (come vedremo nelle prossime foto).

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9 9 Nella pagina precedente ci sono due esempi relativi all'utilizzo della Priorità di Apertura o Priorità di Diaframmi, di solito indicati sulla rotellina delle fotocamere con A o Av Foto A e B In queste foto possiamo vedere la grande differenza che può avere LO STESSO SOGGETTO, giocando solamente sui diaframmi. Nella prima foto il diaframma è chiuso a 36 (potete notare che il tempo è a rischio mosso, ma siccome facevo passare così poca luce, la fotocamera ha dovuto per forza allungare i tempi) si può notare come gran parte della fotografia risulti a fuoco. Nella foto B, invece era mia intenzione sottolineare solamente la bacca rossa in basso a sinistra, è bastato aprire i diaframmi! Foto C, D e E Quello che mi interessava nella foto C, era il panorama che avevo difronte, non un elemento in particolare ma la scena d'insieme, utilizzando il diaframma chiuso ho ottenuto una ampia profondità di campo che mi ha permesso di raggiungere il risultato. Le foto D ed E, mostrano come è possibile cambiare radicalmente il punto di interesse e il messaggio dello scatto. Utilizzando una pdc limitata, riesco ad evidenziare rispettivamente el pal per la neo nella prima foto, e il campanile nella seconda

10 10 LE TRE VARIABILI Proviamo ora a combinare le variabili dei 3 elementi appena trattati. Più che dettare regole ferree di comportamento, cercheremo invece di ragionare insieme riguardo i risultati che vogliamo ottenere, e ai parametri che andremo a toccare per riuscire a scattare quello che vogliamo. simuliamo qualche situazione: Concerto, spettacolo teatrale : se il palco è molto illuminato, forse non avremo problemi..proviamo in automatico hihi!... Altrimenti che si fa? Sicuramente, il nostro desiderio principale è quello immortalare decentemente il cantante di turno, vogliamo una foto "ferma". Per garantirci il "congelamento" dell'immagine dovremo sicuramente agire sui tempi, dovremo andare sicuramente sotto l'1/60 di secondo... agendo in priorità di tempi, la macchina varierà opportunamente l'apertura del diaframma (parleremo più tardi dell'esposizione, per ora basti pensare che gli automatismi della fotocamera cercheranno di restituire un'immagine bilanciata, ne troppo scura ne troppo chiara) Ma se abbassiamo il tempo di esposizione che succede? la luce toccherà il sensore per meno tempo, causando una foto probabilmente scura... l'unica soluzione che abbiamo è quella di lavorare sugli ISO alziamoli! Panorama Notturno. se vogliamo immortalare un panorama notturno, statico.. prima di tutto possiamo provare con l'automatismo della fotocamera.(di solito indicato con l'iconcina di una luna = tempi lunghi).. l'unico accorgimento è quello di tener ferma la fotocamera, o meglio... appoggiarla su una superficie stabile o su un cavalletto... e se l'automatismo non mi soddisfa? Ritratto: qual'è il nostro punto di interesse in un ritratto? Fiume che scorre: qual'è il nostro obiettivo? Cosa deve esprimere la mia fotografia? Altre situazioni...che discuteremo a corso Controluce... beh... è meglio che parliamo di esposizione prima...

11 11 L'ESPOSIZIONE Abbiamo detto che il sensore deve essere impressionato da una giusta quantità di luce, per fare questo le fotocamere utilizzano una "cellula esposimetrica". Questo elemento è presente sia nelle compatte (con il mirino galileiano) all'esterno dell'apparecchio, a lato dell'obiettivo, sia nella reflex. In quest'ultimo caso, invece, è all'interno della macchina. Si dice che le reflex hanno un sistema esposimetrico TTL (Trough The Lens = attraverso l'obiettivo). Naturalmente è molto più preciso di quello delle compatte, perché "vede" esattamente quello che "vedrà" il sensore L'esposimetro misura l'intensità della luce riflessa dalla scena inquadrata, "informa" il fotografo riguardo alla quantità di luce presente ed è collegato ad un computerino che regola automaticamente le combinazioni tempo/diaframma necessarie per uno scatto correttamente esposto Esistono diversi sistemi di misurazione dell'esposizione, a seconda di come/dove avviene la lettura della luce: se avviene su tutto il campo che inquadriamo oppure in zone precise dell'inquadratura. I sistemi più utilizzati sono principalmente tre: Spot, Semi-spot (o valutativa), Matrix SPOT In questo tipo di misurazione, lo strumento esegue la lettura solo nella zona centrale dell'inquadratura, in un area molto ristretta (Spot, in inglese, significa "punto").è un sistema molto preciso, la lettura restituirà la luce che riflette il nostro soggetto, in quel punto preciso! Non considerando il resto del campo. Bisogna quindi stare attenti, perchè magari ci sono altri soggetti con altre illuminazioni che potrebbero risultare esposti in maniera sbagliata SEMI-SPOT L'esposimetro legge la luce su tutto il campo inquadrato dando molto più "peso" alla zona centrale del fotogramma (ossia eseguendo una media ponderata) rispetto ai bordi. È il sistema più comune nelle fotocamere tradizionali e fornisce letture precise nella maggioranza delle situazioni. Ma bisogna comunque stare attenti a cosa c'è al centro della scena e a quanto è illuminato rispetto al resto della scena. MATRIX In questo caso il campo inquadrato viene suddiviso in tanti settori o zone di lettura e l'esposimetro rileva l'intensità della luce in ognuno di essi. Le diverse letture sono poi confrontate con una serie di algoritmi effettuati dal minicomputer della fotocamera, che restituirà la corretta coppia tempo/diaframma. Anche questo caso non siamo difronte alla soluzione a tutti i nostri problemi! Perché non sempre fare una media del campo inquadrato è sempre corretto, le situazioni sono molteplici!! (tipico esempio.. neve o controluce es. fondo molto brillante può sbilanciare la media esposimetrica a svantaggio del soggetto meno illuminato, viceversa sfondo scuro...)

12 - Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-condividi allo stesso modo 2.5 Tu sei libero: di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare quest'opera di modificare quest'opera Alle seguenti condizioni: Attribuzione. Devi attribuire la paternità dell'opera nei modi indicati dall'autore o da chi ti ha dato l'opera in licenza e in modo tale da non suggerire che essi avallino te o il modo in cui tu usi l'opera. Non commerciale. Non puoi usare quest'opera per fini commerciali. Condividi allo stesso modo. Se alteri o trasformi quest'opera, o se la usi per crearne un'altra, puoi distribuire l'opera risultante solo con una licenza identica o equivalente a questa. Ogni volta che usi o distribuisci quest'opera, devi farlo secondo i termini di questa licenza, che va comunicata con chiarezza. In ogni caso, puoi concordare col titolare dei diritti utilizzi di quest'opera non consentiti da questa licenza. Questa licenza lascia impregiudicati i diritti morali By Kumitey kumitey@gmail.com 12

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