il quaderno del terzo millennio...

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1 i sensori

2 il quaderno del terzo millennio... I metodi più comuni per ottenere fotografie digitali consistono: nell'effettuare la scansione di un'immagine (stampata oppure sotto forma di negativo o diapositiva) con uno scanner d'immagini, oppure di effettuare uno scatto con una fotocamera digitale.

3 La qualità di una foto digitale prodotta da una fotocamera digitale è la somma di diversi fattori. Eccone alcuni: il sensore utilizzato (CMOS o CCD), che gioca un ruolo centrale nella ampiezza della gamma dinamica delle immagini catturate; il sistema di elaborazione interno, la memoria di buffer e gli algoritmi di elaborazione immagine; il formato di cattura e il formato di memorizzazione (RAW, TIFF, JPEG); il numero di pixel (di solito indicato in megapixel) sebbene sia di solito quello più marcato dalle case di produzione, non è il più importante! Il più importante di tutti, era e sarà sempre la qualità delle ottiche.

4 Sia i sensori CCD che i CMOS catturano la luce in una griglia di pixel, ma differiscono quanto a processi di produzione e per il modo di gestire le immagini. Il CCD è messo a punto per la prima volta nel 1969 nei laboratori della Bell Telephone: 40 anni fa! Il grande problema dei sensori CCD è di carattere economico... mentre i sensori CMOS sono prodotti nelle stesse fabbriche e con le stesse attrezzature usate per fabbricare i milioni di microchip impiegati ormai ovunque. Costa 1/3 del precedente.

5 Su una fotocamera digitale si può impostare una sensibilità ISO variando il guadagno elettronico. Purtroppo l'aumento della sensibilità non è gratis, c'è un prezzo da pagare. Alti valori ISO significa alti livelli di rumore digitale. Il rumore digitale si presenta come un insieme di tanti puntini colorati, visibili specialmente nelle aree scure, e decisamente poco gradevoli.

6 noioso rumore

7 Paulo Marx

8 Gerd Pischl rumore ridotto digitalmente (infernal noise)

9 la macchina fotografica

10 macchine a pellicola o digitali La prima suddivisione che possiamo effettuare per classificare le macchine fotografiche è: fra quelle tradizionali a pellicola (registrano l'immagine su un supporto fotochimico), digitali (registrano l'immagine su una memoria elettronica). Tra le prime e le seconde c è la stessa differenza tra le auto a benzina e quelle diesel: sono diverse ma entrambe vi portano a casa...

11 Macchine a pellicola Macchine digitali telefoni ultima generazione e compatte (sensori da circa 5x4 mm) mirrorless CX (16x26 mm), m4/3 (17x13) reflex (sensori circa 17x21 mm) compatte (pellicola 135, il 35 mm, 24x36 mm) reflex (pellicola 135, il 35 mm, 24x36 mm) medio formato (pellicola 120/220, 6x4.5, 6x6 cm) reflex pieno formato (sensori da 24x36 mm) medio formato (sensori da 6x4.5, 6x6 cm) grande formato (lastre piane, fino a 20x25 cm)

12 La macchina compatta a pellicola, generalmente, ma non necessariamente ha: un piccolo obiettivo fisso, senza possibilità di messa a fuoco (fuoco fisso), diaframma e tempo di esposizione fissi. Il fotografo dove solo inquadrare e scattare, senza preoccuparsi di nient'altro, ma le foto saranno soddisfacenti solo se: prese a distanze medie, in condizioni di luce buone (all'aperto, con luce diurna).

13 La macchina digitale compatta: permette di vedere l immagine nel piccolo video dedicato, la dimensione limitata del sensore le rende molto poco efficienti in condizioni di luce scarsa. il tempo di risposta al momento dello scatto non è sempre veloce. I sensori sono piccoli: molto piccoli! Alcune permettono di realizzare piccoli video. Poche salvano in RAW.

14 l modelli reflex mostrano al fotografo, attraverso il mirino, l'immagine che passa dall'obiettivo e che sarà impressa sulla pellicola o sul sensore. Permettono di cambiare gli obiettivi (grandangolari, normali, tele o macro). Hanno tutte le regolazioni del diaframma, del tempo di esposizione e della messa a fuoco. Montano un sistema esposimetrico per misurare la luce. Permettono al fotografo di scattare praticamente in tutte le condizioni di luce e a qualsiasi distanza.

15 l modelli reflex digitali sono identiche alle reflex tradizionali ma alla pellicola è sostituito il sensore. Permettono di usare gli obiettivi (grandangolari, normali, tele o macro) costruiti per i modelli precedenti. Se il sensore ha dimensioni inferiori al formato della pellicola, verrà catturata solo la porzione centrale dell'immagine che sarà così ingrandita. Questo rapporto di ingrandimento è normalmente indicato da un fattore ( ), caratteristico per un determinato corpo macchina.

16 Juza

17 Si definiscono come macchine di medio formato tutte quelle che montano pellicole 120 (6 cm di altezza). Alcune di queste sono reflex a tutti gli effetti, perché adottano la tecnologia reflex. Un'altra caratteristica di molte macchine di medio formato è quella di avere il mirino a pozzetto, in cui il fotografo guarda generalmente dall'alto verso il basso. Il medio formato trova la sua principale utilizzazione quando le esigenze di maneggevolezza e di costo cominciano a competere con quelle della qualità dell'immagine.

18 Le medio formato digitali hanno sensori grandi e quindi sono costose! Per alcuni modelli è possibile sostituire alla pellicola il sensore (la macchina e gli obiettivi sono gli stessi).

19 Il grande formato, questo grosso e ingombrante apparecchio, che pochi si cimentano a portare in giro (ma Ansel Adams si!), è il principe della fotografia in studio e del cosiddetto still-life (natura morta). È usato anche per la fotografia architettonica perché il banco ottico consente di correggere le deformazioni prospettiche. Ogni fotografia richiede un tempo abbastanza notevole: infatti prima si mette a fuoco l'immagine, poi si inserisce la pellicola piana, poi si scatta, e infine si toglie la pellicola. Tutto questo deve essere ripetuto per ogni fotografia.

20 scatta con qualunque cosa... Per concludere: ce ne per tutti i gusti, e per tutte le tasche! Senza dimenticare: le telemetro Leica, il formato Polaroid, Lomo, Diana e altre diavolerie Stenoscopia...

21 il tempo di esposizione

22 ogni scatto ha un tempo Ogni macchina fotografica ha un otturatore, che permette di regolare il tempo di esposizione. L'otturatore è il dispositivo meccanico o elettronico che ha il compito di controllare per quanto tempo la pellicola o il sensore (nelle fotocamere digitali) resta esposto alla luce. Facendo un parallelo con l'occhio umano, mentre la pupilla rappresenta il diaframma, la palpebra dà un'idea dell'otturatore.

23 Oggigiorno quasi tutti gli otturatori moderni sono a tendina: due superfici di metallo disposte parallelamente lungo il piano focale, che scorrono verticalmente formando una fessura che lascia passare la luce... Una tipica serie di tempi esposizione è la seguente: 2s 1s 1/2 1/4 1/8 1/15 1/30 1/60 1/125 1/250 ogni valore è circa la metà di quello che lo precede ed circa il doppio di quello successivo...

24 otturatore

25 Il tempo di esposizione può (deve) essere utilizzato in modo creativo: scegliendo un tempo lento si può catturare un soggetto ed esaltarne il movimento (mosso creativo). scegliendo un tempo rapido si può fissare (congelare) un soggetto in movimento e mostrare quel che di solito... non si vede.

26 Amir Salamaty

27 Paolo De Faveri

28 Steve Mitchell

29 Jack Lee