La donna più viva e più nota dell Eneide è Didone, che perdutamente. amò Enea, e per amore si uccise. Questo episodio, che occupa tutto il libro IV

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Roberta Monaco
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1 INTRODUZIONE La donna più viva e più nota dell Eneide è Didone, che perdutamente amò Enea, e per amore si uccise. Questo episodio, che occupa tutto il libro IV e ha la sua conclusione nel libro VI, è il più famoso del poema, e certo è uno dei più belli. La figura di Didone che ha conosciuto numerose interpretazioni nel corso dei secoli, resta immortale nella storia della poesia: raramente la rapida e travolgente furia delle passioni ha trovato espressioni d arte così profonde e sottili. L infelicità accompagna Didone in tutta la sua vita; tradita dal fratello, privata delittuosamente del marito, costretta all esilio e all ignoto con pochi fedeli, ella ha reagito virilmente alle disavventure, mettendosi a capo del suo popolo, fondando una città e rinnovando sulle coste africane la sua madrepatria. Volnus alit venis et caeco carpitur igni... Così ha inizio il dramma di Didone che, partendo da una vicenda semplice e naturale qual è l innamoramento di una donna ancora giovane e bella, porterà l infelice eroina ad una fine tragica e violenta. 1

2 Fin dall inizio del libro l accendersi della passione di Didone si illumina di luci sinistre ed è avvolta da presagi di lutto; amore tormentoso fin dal suo sorgere e quando poi sfocia la passione che getta Didone nelle braccia di Enea, si ha l inizio della tragedia, che porterà il troiano lontano da lei e la regina a morire sul rogo con la spada regalatale da lui. La storia di Didone non è una sola, numerose e differenti nel corso dei secoli sono state le sue interpretazioni, tanto che è possibile parlare delle storie di Didone, infatti due sono le storie che percorrono la vicenda parallelamente, incontrandosi nell esito del suicidio, ma i motivi di questa tragica scelta non coincidono: Didone muore piuttosto che tradire la memoria del defunto marito Sicheo o travolta dalla passione verso l eroe troiano perde ogni senso del dovere quando questi decide di abbandonarla? Questo è lo scopo della mia tesi, cercare di individuare gli elementi che hanno contribuito ad alimentare sia l una che l altra tradizione, ma un particolare sguardo viene dato a come nelle loro opere i tre grandi maestri del 300, Dante, Petrarca e Boccaccio, hanno interpretato la vicenda di questa donna abbandonata che ha commosso e ispirato per secoli la letteratura di tutto il mondo. 2

3 Capitolo I Un mito di origine fenicia Furono i Greci di Sicilia, soprattutto Timeo di Tauromenio (vissuto tra il IV-III sec a. C., nativo di Tauromenion, l odierna Taormina) con la sua opera le Storie, a far conoscere il personaggio di Theiosso o Elissa o Didone, figura nel mondo orientale famosa soprattutto per le qualità di regina e sposa fedele, coraggiosa, forte, abile e astuta, intelligente e determinata nel comando. Alla morte del padre, Pigmalione era divenuto re e sua sorella Elissa aveva sposato Acerba Sicheone, o Sicheo, ricco notabile del luogo e gran sacerdote del tempio di Ercole. Pigmalione avido delle ricchezze di Sicheo, per impossessarsene lo fece uccidere, e Elissa resasi conto di essere in pericolo, raccolte le ricchezze del marito e con un gruppo di fedeli, sbarcò sulle coste settentrionali dell Africa dove abilmente si procurò la terra su cui costruì Cartagine; riuscì infatti a farsene cedere tanta quanta ne poteva circondare la pelle di un bue, ma lei la tagliò in strisce sottili in modo da tracciare un esteso perimetro. La qart hashdat ovvero la nuova città fondata da Didone incominciò a prosperare e ad allacciare dei buoni rapporti con le popolazioni vicine, ma il destino avverso incombeva ancora su di lei. Desiderata da tutti i regnati vicini, 3

4 Didone rifiutava ogni offerta di matrimonio, perché legata alla memoria del marito ucciso. Uno di questi, Iarba di Massitania, decise di convincere la regina con la forza pur di unirsi a lei, e così Didone, mantenendo salda la sua promessa fatta a Sicheo, si uccide gettandosi su un rogo che aveva fatto accendere con il pretesto di fare una sacrificio di purificazione per il voto fatto a Sicheo. A partire dal II sec. a. C. la storia della regina Didone compare anche nelle pagine del Bellum Poenicum di Nevio e nell opera di Virgilio ed entrambi hanno sicuramente tenuto conto del racconto di Timeo. Il primo nascere di questo amore ha per sfondo grandioso e tragico le scene della distruzione di Ilio, ma rapidamente l amore domina su tutto: omnia vincit amor, aveva già cantato Virgilio 1. Enea approda sulle coste cartaginesi; qui la sidonia Didone costruiva un tempio maestoso a Giunone, dove Enea entrò per attendere la regina: in quella luce lo stesso Enea impallidisce, mentre prendono un intenso fulgore il cielo e il mare, la reggia, le figure dei giovani guerrieri raffigurati sulle pareti del tempio. Ma il fato è sempre più forte e a quella felicità subentra all improvviso la tragedia: Enea deve partire. La notizia del connubio di Didone con Enea viene subito diffusa dalla Fama, il mostro alato che ha tanti occhi, orecchie e 1 Ecl Omnia vincit Amor et nos cedamus Amori 4

5 bocche quante sono le sue penne e che tutto rapidamente propaga, il vero e il falso insieme. Così viene a sapere delle nozze anche Iarba, che un tempo era stato disprezzato e rifiutato dalla regina, e amareggiato si lamenta con Giove; il dio, oltre alle preghiere del re dei massitani, sa che c è un destino da compiersi ed Enea dove essere richiamato al suo ruolo, ed invia a lui il messaggero degli dei, Mercurio, affinché l eroe troiano riprenda il suo viaggio 2 Di contro a questa necessità del glorioso destino, sono inani e in vario modo suscitano pietà, tanto gli impeti appassionati di Didone 3, quanto i discorsi eloquenti di Enea. Nella narrazione Virgilio arriva pian piano all ultima scena, descritta nei minimi particolari: la delusione e poi la furia di Didone, il silenzio e l immediata partenza di Enea, e alla fine una triste cornice: Enea già in alto mare con le sue navi, vede la nuvola di fumo dalla reggia di Didone, ma non può immaginare che in quel fumo spira la tormentata anima di una donna innamorata. 2 Aen Aen

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