Omnibus Italia Sertvizi Assicurativi. DIRITTO CIVILE - PERSONE E FAMIGLIA

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1 Omnibus Italia Sertvizi Assicurativi DIRITTO CIVILE - PERSONE E FAMIGLIA L ex coniuge non ha diritto all assegno se ci ha rinunciato anni prima Sebbene agli accordi intervenuti tra le parti in sede di separazione personale non possa attribuirsi un'efficacia vincolante in sede di divorzio, non può prescindersi dalla loro considerazione quali indici rilevatori dell'effettiva situazione economica delle parti ai fini della pronuncia relativa alla domanda in merito all assegno di mantenimento che sia avanzata, in sede di divorzio da un coniuge nei confronti dell altro. (Nella fattispecie, il giudice di merito ha escluso il diritto all assegno di mantenimento, sul rilievo che la convivenza matrimoniale aveva avuto una durata di circa 26 anni, all esito dei quali le parti avevano già convenzionalmente regolato in sede di separazione la sorte dei cespiti patrimoniali comuni, oggetto di reciproche cessioni di quote immobiliari, e non avendo mai la moglie avanzato dal momento della separazione in avanti, sino alla domanda riconvenzionale spiegata in sede di divorzio, alcuna pretesa economica nei confronti del marito). 1 / 6

2 Tribunale di Monza - sezione Quarta - Sentenza n del REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO TRIBUNALE DI MONZA QUARTA SEZIONE CIVILE Il Tribunale di Monza, Sezione Quarta Civile, riunito in camera di consiglio nelle persone dei sigg. magistrati: dott. ssa Patrizia Re - Presidente - dott. ssa Claudia Lojacono - Giudice - dott. Davide De Giorgio - Giudice rel. - ha pronunziato la seguente SENTENZA nella procedura iscritta al R. G. n /2008, promossa con ricorso depositato in data / 6

3 da ***, nato a Palagonia il giorno (... ); res. in Limbiate, via (... ) rappresentato e difeso dall'avv. Gi. Og., ed elettivamente domiciliato presso l'atap in Monza, via (... ) Ricorrente nei confronti di ***, nata a Offlaga il giorno (... ); res. in Nova Milanese, via (... ) rappresentata e difesa dall'avv. Ra. Ga., ed elettivamente domiciliata presso lo studio di quest'ultima in Seregno, corso (... ) e con l'intervento del Pubblico Ministero in sede Oggetto del processo: cessazione degli effetti civili del matrimonio SVOLGIMENTO DEL PROCESSO Si omette lo svolgimento del processo ex art. 132 c.p.c. nel testo novellato dall'art. 45, comma 17, della legge n. 69, applicabile anche ai giudizi di primo grado in corso alla data del MOTIVI DELLA DECISIONE La domanda concernente la pronuncia di cessazione degli effetti civili del matrimonio concordatario celebrato il in Offlaga appare meritevole di accoglimento. Dalla documentazione prodotta dalle parti e, infatti, emerso che i coniugi in questione ebbero a comparire il giorno innanzi al Presidente del Resistente Tribunale di Monza, nella procedura di separazione consensuale, conclusasi con decreto di omologa in data del Tribunale adito. Il carattere ininterrotto della separazione (iniziata oltre il triennio dalla domanda di divorzio) deve ritenersi giudizialmente accertato, in assenza di contrarie eccezioni, ex art. 5 legge 74/87. Il non breve periodo della separazione stessa e la volonta manifesta delle parti di porre termine alla loro esperienza coniugale, escludono che la comunione materiale e spirituale tra i coniugi possa essere ricostituita. Non v'e dubbio, pertanto, che debba essere pronunziata la cessazione degli effetti civili del matrimonio de quo. 3 / 6

4 Oggetto di contrasto tra le parti e, invece, la domanda della moglie, volta alla liquidazione, in proprio favore, di un assegno ex art. 5 legge 898/70. I criteri giurisprudenziali, ai quali la Suprema Corte ha subordinato il riconoscimento di siffatto assegno, possono essere sintetizzati richiamando la massima n in data , che cosi recita: "L'accertamento del diritto all'assegno divorzile (di carattere esclusivamente assistenziale) va effettuato verificando l'inadeguatezza dei mezzi (o l'impossibilita di procurarseli per ragioni oggettive) del coniuge richiedente, raffrontate ad un tenore di vita analogo a quello avuto in costanza di matrimonio e che sarebbe presumibilmente proseguito in caso di continuazione dello stesso o che poteva legittimamente e ragionevolmente fondarsi su aspettative maturate nel corso del rapporto, fissate al momento del divorzio; tale accertamento va compiuto mediante una duplice indagine, attinente all'an ed al quantum, nel senso che il presupposto per la concessione dell'assegno e costituito dall'inadeguatezza dei mezzi del coniuge richiedente (comprensivi di redditi, cespiti patrimoniali ed altre utilita di cui possa disporre) a conservare un tenore di vita analogo a quello goduto in costanza di matrimonio, non essendo necessario uno stato di bisogno dell'avente diritto (il quale puo anche essere economicamente autosufficiente) e rilevando, invece, l'apprezzabile deterioramento, in dipendenza del divorzio, delle precedenti condizioni economiche". Piu recentemente, poi, la Corte di Cassazione (sentenza n. 4040) ha avuto modo di precisare che "l'accertamento del diritto all'assegno di divorzio si articola in due fasi, nella prima delle quali il giudice e chiamato a verificare l'esistenza del diritto in astratto, in relazione all'inadeguatezza dei mezzi o all'impossibilita di procurarseli per ragioni oggettive, raffrontati ad un tenore di vita analogo a quello goduto in costanza di matrimonio o che poteva legittimamente fondarsi su aspettative maturate nel corso del matrimonio, fissate al momento del divorzio e, quindi, procedere ad una determinazione quantitativa delle somme sufficienti a superare l'inadeguatezza di detti mezzi, che costituiscono il tetto massimo della misura dell'assegno; nella seconda fase il giudice deve poi procedere alla determinazione in concreto dell'assegno in base alla valutazione ponderata e bilaterale dei criteri indicati dallo, stesso art. 5 legge 898/70, che quindi agiscono come fattori di moderazione e diminuzione della somma considerata in astratto e possono in ipotesi estreme valere anche ad azzerarla, quando la conservazione del tenore di vita assicurato dal matrimonio finisca per risultare incompatibile con detti elementi di quantificazione". Nel caso di specie, premesso che la convivenza matrimoniale ha avuto una durata di circa 26 anni, deve rilevarsi come le parti abbiano gia convenzionalmente regolato in sede di separazione la sorte dei cespiti patrimoniali comuni, oggetto di reciproche cessioni di quote immobiliari, e come a fronte di cio l'odierna resistente abbia rinunciato all'assegno di mantenimento gia posto a carico del marito in sede di udienza presidenziale. Per circa dieci anni, dall'epoca della separazione e fino alla formulazione della domanda riconvenzionale in esame, la To. non ha avanzato alcuna pretesa economica nei confronti del marito. Ora, sebbene agli accordi intervenuti tra le parti in sede di separazione non possa attribuirsi un'efficacia vincolante in sede di divorzio, pure non puo prescindersi dalla loro considerazione quali indici rilevatori dell'effettiva situazione economica delle parti ai fini della pronuncia richiesta in questa sede. A tale proposito, proprio con riferimento alla stessa sussistenza o meno del diritto all'assegno, non puo non rilevarsi in questa sede come la resistente, nel formulare la domanda riconvenzionale in esame, non abbia indicato alcun elemento dal quale possa desumersi quale fosse il tenore di vita della famiglia nel periodo di convivenza matrimoniale, ne risultano 4 / 6

5 depositate in atti le dichiarazioni dei redditi relative a quell'epoca, in maniera tale da poter almeno ricostruire le disponibilita reddituali della famiglia medesima in tale periodo. Si aggiunga che la malattia invalidante dalla quale la To. risulta interessata era gia sussistente prima della separazione, cosi come pure all'epoca gia era prevista la corresponsione in suo favore della pensione di invalidita (l'accertamento dell'invalidita risale infatti al 1994). Come si puo facilmente evincere dalla lettura del ricorso per separazione giudiziale presentato dall'odierna resistente, gia allora la stessa aveva rappresentato al Tribunale una situazione economica precaria a carico suo e delle figlie con lei conviventi, sicche la rinuncia all'assegno effettuata quando la separazione e stata trasformata da giudiziale in consensuale rappresenta un indicatore dell'adeguatezza degli accordi in quella sede raggiunti al fine di dotare la moglie di mezzi economici sufficienti a mantenere il tenore di vita pregresso. Le prove del contrario offerte dalla resistente in atti risultano generiche e dunque inammissibili. Le considerazioni di cui innanzi sarebbero gia sufficienti per rigettare la domanda in questione. In aggiunta, tuttavia, non puo non osservarsi come il ***, all'epoca della separazione titolare di redditi da attivita di gestione di un bar e di lucidatura di mobili (redditi a dire della moglie non inferiori a cinque milioni di Lire netti mensili, come emerge dalla lettura del ricorso per separazione), e ad oggi pensionato e titolare di un reddito dichiarato complessivo annuo lordo di Euro , 00, che, decurtato di imposte e suddiviso per dodici mensilita, risulta pari ad Euro 815, 42 mensili netti (in tale importo risulta gia compreso il reddito pro quota derivante dalla locazione a terzi dell'immobile ad uso commerciale di cui al contratto prodotto in atti). Quanto all'attivita di lucidatura di mobili, la stessa, in mancanza di prove contrarie offerte dalla moglie, non puo ritenersi che occasionale, e dunque non fonte di redditi ulteriori che possano modificare in maniera significativa il quadro in questione. Quanto alle proprieta immobiliari del ricorrente, esse risultano pressoche interamente acquistate prima della separazione ovvero per effetto degli accordi intercorsi tra i coniugi al momento della trasformazione della separazione medesima in consensuale. Non puo condurre a conclusioni diverse l'acquisto effettuato da parte del ricorrente della quota di un mezzo di un terreno sito in provincia di Reggio Calabria, terreno di limitata estensione ( mq. ) e di cui non risulta il valore. Gli ordini di esibizione richiesti quali prove contrarie dalla resistente hanno contenuto esplorativo e sono dunque inammissibili. La domanda di assegno va dunque disattesa. Le spese processuali, attesa la natura della controversia e la definizione del giudizio senza l'effettuazione di particolare attivita istruttoria, vengono interamente compensate tra le parti. P.Q.M. Il Tribunale, pronunziando sul ricorso proposto in data da ***, nato (... ) nei confronti di ***, nata (... ), cosi provvede: 1) pronunzia la cessazione degli effetti civili del matrimonio celebrato in Offlaga il / 6

6 tra ***, nato (... ) e ***, nata (... ) trascritto nei registri dello Stato Civile del predetto Comune, reg. atti di matrimonio, anno 1972, parte II, serie A, numero 1; 2) manda alla Cancelleria di trasmettere copia autentica della presente sentenza all'ufficiale dello Stato Civile del Comune di Offlaga per le annotazioni e le ulteriori incombenze di legge; 3) rigetta la domanda di attribuzione dell'assegno di divorzio formulata dalla resistente; 4) compensa integralmente tra le parti le spese di lite. Cosi deciso in Monza il 20 luglio Depositata in Cancelleria il 25 agosto / 6