Chiese e Oratori campestri

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1 Confraternite e devozioni Percorso artistico e religioso dell Ecomuseo Chiese e Oratori campestri Tra il Chiese, il Tartaro e l Osone terra dell agro centuriato della Postumia

2 Confraternite e devozioni Percorso artistico e religioso dell Ecomuseo Tra il Chiese, il Tartaro e l Osone, terra dell agro centuriato della Postumia Chiese e Oratori campestri

3 con il contributo di con la collaborazione di Comune di Asola Comune di Casalmoro Comune di Casaloldo Comune di Castel Goffredo Parrocchia di Casaloldo Parrocchia di Castel Goffredo Parrocchia di Gazoldo d/ippoliti Testi e fotografie Alessandra Taraschi Lisa Tabai Andrea Lui Traduzione Gianfranco Agazzi con la collaborazione di Mario Gerola Patrizia Leorati Comune di Ceresara Comune di Piubega Comune di Gazoldo d/ippoliti Comune di Redondesco In copertina Processione propiziatoria olio su tela, , Piubega Comune di Mariana Mantovana Associazione Aquila e Leone Impianti e stampa Publi Paolini, Mantova

4 Sommario Presentazione 5 Corso di formazione 7 Introduzione 9 I. Le Confraternite 9 I.1 I Disciplini 14 I.1.1 I Disciplinati nel mantovano 17 I. 2 La Confraternita del Rosario e la Compagnia del Santissimo Sacramento 25 I. 2.1 Alano della Rupe e le origini della Confraternita del Rosario 26 I. 2.2 La Confraternita del Santissimo Sacramento 30 II. Le Devozioni 33 Bibliografia 39 Schede illustrative ASOLA 41 CASALMORO 57 CASALOLDO 64 CASTEL GOFFREDO 71 CERESARA 88 PIUBEGA 90 GAZOLDO DEGLI IPPOLITI 94 REDONDESCO 96 MARIANA MANTOVANA 104

5 Presentazione 4

6 Il presente volume è la prima pubblicazione dell Ecomuseo Tra il Chiese, il Tartaro e l Osone, terra dell agro centuriato della Postumia, e nasce al termine di una interessante esperienza di formazione che ha visto la partecipazione di numerosi volontari. L Ecomuseo è un ente istuito dai Comuni di Piubega, Casaloldo, Castel Goffredo, Casalmoro, Redondesco, Gazoldo degli Ippoliti, Ceresara, Mariana Mantovana, Asola e dalle Parrocchie di Castel Goffredo, Gazoldo degli Ippoliti e Casaloldo. La rete territoriale creata dall Ecomuseo intende porsi come soggetto attivo, promotore di iniziative attraverso la creazione di un itinerario ricco di percorsi che valorizzino gli aspetti etnografici, culturali, naturalistici, storico-artistici, museali ed enogastronomici. Questa pubblicazione intende valorizzare il primo itinerario ecomuseale dal titolo Percorso artistico e religioso Chiese e Oratori campestri, fornendo al lettore una semplice guida che permetterà di visitare i luoghi di culto più interessanti del nostro territorio alla ricerca dei segni e delle presenze delle Confraternite e delle Devozioni ai Santi. Mi complimento, e ringrazio tutte le persone che con competenza e impegno hanno collaborato alla realizzazione di questa piccola pubblicazione nella speranza che tale sforzo sia un primo passo per valorizzare le Chiese e gli Oratori campestri del nostro territorio, luoghi che custodiscono e custodiranno testimonianze dell arte e della fede delle generazioni passate, presenti e future. Patrizia Leorati Coordinatrice dell Ecomuseo 5

7 Corso di formazione 6

8 Organizzazione Per info e prenotazioni coordinamento a cura di PATRIZIA LEORATI PATRIZIA LEORATI ALESSANDRA TARASCHI DENIS RIZZARDI DENIS RIZZARDI Costo: 10,00 ECOMUSEO Tra il Chiese, il Tartaro e l Osone Terra dell agro centuriato della Postumia Corso di formazione sul tema Chiese ed Oratori campestri dell Ecomuseo. Corso per volontari o persone interessate a prestare la propria opera in favore dell ecomuseo sul tema Chiese ed oratori campestri dell Ecomuseo COMUNE DI CASALMORO COMUNE DI CASALOLDO COMUNE DI REDONDESCO Il corso, promosso in collaborazione con l associazione Gruppo San Luca Onlus di Castel Goffredo, sarà tenuto da Lisa Tabai, laureata in Conservazione dei Beni Culturali, e Alessandra Taraschi, laureata in Scienze Turistiche. ( COMUNE DI PIUBEGA COMUNE DI CERESARA COMUNE DI MARIANA MANTOVANA COMUNE DI CASTEL GOFFREDO COMUNE DI GAZOLDO DEGLI IPPOLITI PARROCCHIA DI CASTEL GOFFREDO PARROCCHIA DI CASALOLDO PARROCCHIA DI GAZOLDO DEGLI IPPOLITI Slogan aziendale Sede operativa ECOMUSEO Tra il Chiese, il Tartaro e l Osone Terra dell agro centuriato della Postumia CASALOLDO, Via Dante Alighieri (Sala civica F. Morbini) PROGRAMMA DEL CORSO MERCOLEDI 2 MAGGIO dalle ore alle ore Presso TEATRO S.O.M.S. di Casaloldo PRESENTAZIONE DEL CORSO. Durante la serata verrà presentato anche il corso di formazione per guide turistiche Prodotti tipici e cucina mantovana. Martedì 8 e 15 Maggio dalle ore alle ore Presso il Teatro Castello di Redondesco I Disciplini, la Compagnia della Santissimo Sacramento e le altre congregazioni laicali: da consorzi di fedeli a importanti committenti d arte. Martedì 22 e 29 Maggio dalle ore alle Presso la Sala Civica del Comune di Casalmoro Le Chiese e i loro Santi: San Rocco, San Sebastiano, San Carlo, Sant Antonio, San Luigi, San Francesco e San Domenico, San Giovanni Nepomuceno: presenze sacre tra vita e arte. Ogni lezione sarà corredata da adeguato materiale fotografico, bibliografia di riferimento e dispense. Martedì 5,12,19 e 26 Giugno dalle ore 20 alle 22 Uscite sul territorio per visitare i luoghi descritti durante le lezioni. Sabato 2 Giugno ore Momento di verifica e confronto con visita guidata gratuita al percorso museale La Prepositurale di Sant Erasmo e il suo Tesoro. ECOMUSEO Tra il Chiese, il Tartaro e l Osone Terra dell agro centuriato della Postumia San Sebastiano, secolo VX, Castel Goffredo, Museo Corsini Tosani, Croce processionale con i simboli della passione, secolo XVII, Piubega, Casa Parrocchiale, Processione propiziatoria, modalità di partecipazione delle confraternite alle processioni, secolo XX, Piubega 7

9 Introduzione / Introduction 8

10 Questo volume vuol essere una breve restituzione della prima edizione del corso Chiese e Oratori campestri dell Ecomuseo, promosso dall Ecomuseo - Tra il Chiese, il Tartaro e l Osone, terra dell agro centuriato della Postumia in collaborazione con il Gruppo San Luca Onlus. L obiettivo è stato quello di fornire una lettura del territorio attraverso le sue testimonianze religiose, utilizzando particolari lenti di ingrandimento: le Confraternite e le Devozioni. Due tematiche che hanno consentito di coinvolgere in modo trasversale i nove Comuni partecipanti al progetto (Asola, Casalmoro, Casaloldo, Castel Goffredo, Ceresara, Gazoldo degli Ippoliti, Mariana Mantovana, Piubega, Redondesco), ravvisando i tratti condivisibili da tutti, piuttosto che evidenziarne la singola identità. Da quest esperienza è nata l idea di redigere un compendio veloce e di facile consultazione che possa fornire utili elementi per la migliore interpretazione della risorsa artistica, intesa sia come edificio che come raccolta di opere d arte conservate al suo interno. I. Le Confraternite Le confraternite hanno rappresentato uno dei pilastri della vita della nostra società e sono diventate per noi un prezioso documento del passato. Le loro tracce materiali e le loro memorie artistiche spaziano in diversi settori: la musica, il teatro, la letteratura, l architettura, la This text gives a short restitution of the first edition of "Churches and rural oratories of Ecomuseum", promoted by the Ecomuseum Between the rivers Chiese, Tartaro and Osone, land of the agrocenturiato of Postumia in collaboration with the Group San Luca Onlus. The goal was to provide an understanding of the area through its religious records, using special magnifying lenses: the Confraternities and Devotions. Two themes that have allowed us to engage across the board eight municipalities participating to the project (Asola, Casalmoro, Casaloldo, Castel Goffredo, Ceredigion, Gazoldo degli Ippoliti, Mariana Mantovana, Piubega, Redondesco), recognizing the common features, rather than highlighting the particular identity. This experience has brought to the idea of composing a quick compendium for an easy consultation, which can provide useful elements for the best interpretation of the artistic resources, considered either as the buildings and as a collection of works of art stored inside of them. I. The Confraternities The Confraternities have represent one of the pillars of the life of our society and have become for us a precious document of the past. Their material signs and their artistic memories extend to different fields: music, theater, literature, architecture, liturgy, the production of im- 9

11 liturgia, la produzione di immagini ed opere d arte. Le società confraternali hanno mostrato, inoltre, come fosse possibile tenere unito l interesse individuale e il legame con i propri simili, la tutela della persona e la cura di una rete di relazioni, volta a sostenere e aiutare nel momento della malattia e della morte, e a creare una mentalità condivisa corrispondente ad attese ed esigenze comuni. Le confraternite sono dunque un prezioso termine di confronto per la nostra memoria civile e nel corso dei secoli sono diventate una vera e propria istituzione di massa, abbracciando una porzione davvero consistente della popolazione, in particolare adulta e maschile 1. Nel suo Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da San Pietro ai nostri giorni Gaetano Moroni, bibliofilo, erudito, nonché Aiutante di Camera dei pontefici Gregorio XVI ( ) e Pio IX ( ), definisce confraternita una società e adunanza di persone devote stabilite in alcune chiese o oratorii per celebrare alcuni esercizi di religione e di pietà, o per onorare particolarmente un mistero od un santo non che per esercitare uffizi caritatevoli 2. Il termine confraternita, riporta sempre il Moroni, si desume dal medesimo vocabolo ecclesiastico compadre o commadre e perciò anche confrate o confratello, e sottolinea dunque un vincolo di fratellanza cristiana. Le confraternite, continua il Moroni, si distinguono, le une dalle altre, per gli statuti e la regola che osservano, per il colore e la foggia dell abito dei confratelli, per le chiese e i cimiteri che hanno, per le processioni e per le opere di pietà che eseguono. La maggior parte delle confraternite inoltre non amages and works of art. Moreover, the companies confraternities have shown how it was possible to hold together the individual interest and the bond with their own counterparts, the protection of the person and the care of a network of relationships, in order to support and help in times of sickness and death and to create a shared mentality corresponding to common expectations and needs. Therefore, the Confraternities are a valuable point of comparison for our civil memory and have become a real mass institution over the centuries, embracing a very substantial portion of the population, especially adult and male. In his Dictionary of historical and ecclesiastical scholarship from St. Peter's to the present day Gaetano Moroni - bibliophile, scholar, as well as aide Chamber of Popes Gregory XVI ( ) and Pius IX ( ) - defines a Confraternity as "a society and a meeting of dedicated people set out in some churches or oratories to celebrate some exercises of religion and piety, or to honor a particular mystery or a saint and to practice charitable tasks ". The term Confraternity as Moroni observes - derives from the same ecclesiastical word compadre commadre and therefore also confrate or confratello and thus emphasizes the bond of Christian brotherhood. The Confraternities Moroni goes on - distinguish one from the other for the statutes and the rules they follow, for the color and the shape of the clothing of the confreres, for the churches and cemeteries that they have, for the processions and for the works of piety they do. Moreover, most Confraternities "do not admit confreres if they have not been tried 10

12 mettono confrati se non dopo averli provati per un qualche tempo sotto la direzione d un maestro de novizi, o almeno dopo essere state da questo, o da altri a ciò destinato, prese le necessarie informazioni sul soggetto da ammettersi; ed è perciò che sembrano formare un corpo nella Chiesa, per cui i sommi Pontefici concessero indulgenze, grazie e privilegi 3. Le confraternite mostrano infatti una precisa struttura gerarchico-organizzativa, e un amministrazione denominata Governo, formata, di norma, da un Priore, un Vice priore, da uno o più Reggenti, da diversi Assistenti (segretario, cassiere, il revisore dei conti) e da un gruppo di Consiglieri. L organo dei consiglieri, le cui deliberazioni pur non essendo imperative per il Governo difficilmente vengono disattese, viene convocato con cadenza periodica per le problematiche ordinarie e saltuariamente per problemi di particolare rilevanza e per eventi contingenti. Esse hanno generalmente un sacerdote o religioso, quale Assistente Spirituale, il cui compito, non di natura amministrativa, consiste nel seguire il sodalizio, celebrare i suoi atti di culto, guidare la vita spirituale della confraternita e dei singoli iscritti. Tutte le cariche sono esercitate in forma collegiale, non possono essere conferite a vita, ma per un mandato determinato. L organigramma sommariamente descritto è indicativo e le denominazioni delle singole cariche, così come il loro numero e natura, variano da sodalizio a sodalizio e molto spesso discendono da tradizioni ultrasecolari. Il fine e lo scopo primario delle confraternite è il bene spirituale e la salvezza eterna dei consociati, oltre ai mezzi per conseguirli, come prefor some time under the direction of a novices master, or at least after having taken the necessary information on the subject to be admitted by this master or by others due to do this: this is why they seem to form a body in the Church, to which the popes granted indulgences, graces and privileges". The Confraternities show a clear hierarchic organizational structure and an administration called Governo, usually formed by a Priore, a Vice Priore, one or more Reggenti, several assistants (secretary, treasurer, auditor) and a group of Consiglieri. The Board of Directors, whose decisions even though not mandatory for the government - are rarely disregarded, is periodically summoned for the ordinary problems and occasionally for issues of particular relevance and contingent events. They generally have a priest or a religious as Assistente Spirituale, whose task, not of an administrative nature, is to follow the association, celebrate his acts of worship, guide the spiritual lives of the Confraternities and individual members. All the offices are exercised in a collegial form, they cannot be conferred for a lifelong, but for a given mandate. The briefly described organization chart is indicative and the names of the individual offices, as well as their number and nature, vary from association to association and often descend from many centuries old traditions. The end and the primary purpose of the Confraternities is the spiritual good and the eternal salvation of the associated, together with the means to achieve them, such as prayers and good actions. The core and the fulcrum around 11

13 ghiere e buone opere. Il nucleo e il fulcro attorno a cui si annoda la fraternità dei confratelli è il bisogno di creare una rete di solidarietà che abbia come obbiettivo l aiuto in vista della redenzione eterna dell individuo e della conquista della vicinanza con Dio. Elementi distintivi sono l accumulo e lo scambio vicendevole delle preghiere, l accesso ad una serie di indulgenze, la cura nella sepoltura dei soci defunti, l assistenza reciproca all interno di un sistema in cui ognuno si prestava a elargire attenzioni e sostegno in cambio dello stesso trattamento. Un apprendistato di tipo pratico e un tirocinio formativo è quanto le confraternite offrono nell ambito dell educazione e della proposta di un codice etico che ha il compito di orientare la persona, anche fuori dal momento di culto e al di là della which the fraternity of brothers is tied, is the need to create a network of solidarity that has as its goal the aid in view of the eternal redemption of the individual and of the conquest of closeness to God. The distinctive elements are the accumulation and the mutual exchange of prayers, the access to a series of indulgences, the careful burial of deceased members, the mutual assistance within a system in which everyone lent himself to bestow attentions and support in exchange of the same treatment. A practical apprenticeship and a formative internship is what the confraternities offer in the educational field and in proposing of a code of ethics that has the task of directing the person, even not during worship and beyond attending sacred places, in the reality of everyday home, Ricostruzione dell oratorio dei Disciplini di Redondesco 12

14 frequentazione dei luoghi sacri, nella realtà della vita quotidiana, domestica, lavorativa e sociale. Le confraternite, chiamate anche scuole, compagnie e consorzi, erano presenti a decine nel territorio preso in esame e le troviamo impegnate nei rituali religiosi più solenni e spettacolari, nella cornice scenografica delle imponenti processioni e nell ambito dell assistenza caritativa e del volontariato filantropico. Sono esse a gestire molte chiese ed oratori, a provvedere all accompagnamento dei defunti alla sepoltura, ad alimentare i flussi della pubblica carità a favore di soci anziani e malati, a soccorso dei carcerati, dei ricoverati negli ospedali, dei viaggiatori e dei pellegrini, dei ceti sociali più deboli ed esposti. Molte strutture di assistenza per bisognosi, diverse opere di interesse pubblico, la creazione di mulini, di forni, di monti di pietà per l accesso al prestito agevolato, si fondano sulla responsabilità di questi enti. Vi erano confraternite che riunivano specialmente i giovani, altre destinate solo alle donne, o che raccoglievano in un vincolo di tutela individui simili: i forestieri immigrati provenienti da un medesimo luogo di origine, i professionisti e i lavoratori di uno specifico ramo produttivo, i seguaci di un unica forma di devozione e dello stesso luogo di culto cristiano. Con la loro molteplice varietà di titoli, di strutture organizzative, di scopi perseguiti e di servizi resi, le confraternite si intrecciano, si sovrappongono e si mescolano anche in modo confuso e disordinato, entrando in concorrenza fra loro e sfuggendo agli schemi di controllo delle parrocchie. working and social life. In the area we are taking into accounts there were dozens of Confraternities, also known as schools, companies and consortia, and we find them engaged in the most solemn and spectacular religious rituals, in the scenic setting of the imposing processions and in the context of voluntary philanthropic and charitable assistance. They are the ones that handle many churches and chapels, that provide accompaniment to the burial of the dead, feed the streams of public charity for the benefit of old and sick members, rescue prisoners, hospitalized, travelers and pilgrims, the weaker and more exposed social class. Many facilities for the care of the indigents, various works of public interest, the establishment of mills, furnaces, of pawnshops for the access to subsidized loan is based on the responsibility of these bodies. There were Confraternities gathering especially the youth, other intended only to women, or that collected similar people in a bond of protection: the immigrant strangers coming from the same place of origin, professionals and workers in a specific area of production, the followers of a single form of devotion and of the same place of Christian worship. With their many forms of securities, organizational structures, and objects of services they rendered, the Confraternities intertwine, overlap and mingle in a confused and disorganized way, entering into competition with each other and escaping from the control schemes of the parishes. I.1 The Disciplini The "Flagellanti" or "Battuti" was an itinerant 13

15 I. 1 I Disciplini I Flagellanti o Battuti fu un movimento religioso itinerante che prese le mosse da Perugia nel Questo moto spontaneo di popolo si manifestò come una grande processione di penitenti predisposti, dall esperienza delle tragiche vicende del tempo, a sentimenti di mortificazione ed espiazione, tanto più vivi e sentiti in quanto esaltati dal terrore dei grandi avvenimenti imminenti e della paventata fine dei tempi. La fiammata di fanatismo religioso, suscitata secondo la tradizione dalla predicazione di Raniero Fasani, fu qualcosa di straordinario e d improvviso che andava oltre le forme devozionali della disciplina 4, che pare fossero già regolarmente praticate anche prima del Per comprendere l improvviso movimento dei Flagellanti, bisogna tener conto delle particolari vicende e della sensibilità degli uomini negli anni intorno al Duecento. In questo preciso momento storico, agli ideali della vita apostolica e della predicazione itinerante del Vangelo, frutto della religiosità dei secoli precedenti, si è aggiunto il tema dell attesa escatologica, l aspettativa del Regno dello Spirito, la sicurezza dell imminente fine dei tempi e della definitiva catarsi della Chiesa militante in quella trionfante. L esigenza della penitenza, la necessità dell espiazione, il ritorno ai contenuti austeri della Chiesa delle origini sono percepiti come la soluzione più efficace al fasto e alla sregolatezza di una società dedita più agli interessi che alle virtù dell ascetismo. Raniero Fasani, della cui vita si sa tuttora ben poco, si era formato nella penitenza e nella mortificazione del movimento francescano. Nel religious movement that took the moves from Perugia in This spontaneous movement of the people manifested itself as a great procession of penitents drawn from the experience of the tragic events of the time, feelings of mortification, penance, as much more alive and heartfelt as excited about the upcoming events and the great terror of the dreaded end of times. The surge of religious fanaticism, inspired according to the tradition - by the preaching of Raniero Fasani, was something sudden and extraordinary that went beyond the devotional forms of discipline1, which seem to have been already regularly practiced even before To understand the sudden movement of the "Flagellanti," we must take into account the particular events and the sensitivity of the people in the years around the thirteenth century. In this precise historical moment, the ideals of apostolic life and of the itinerant preaching of the Gospel - a result of the religiosity of the previous centuries - added to the theme of eschatological expectation, to the expectation of the Kingdom of the Spirit, to the safety of the imminent end of the times and the final catharsis of the militant Church in the triumphant one. The need of penance, the necessity of the atonement, the return to the austere content of the early Church are perceived as the most effective solution to the pomp and the recklessness of a company more dedicated to the interests that the virtues of asceticism. Raniero Fasani, whose life is still very little known, was formed in penance and mortification of the Franciscan movement. In 1260, after leading a solitary life for about a decade, by divine inspiration would go to Perugia to 14

16 1260, dopo aver condotto vita solitaria per circa un decennio, per divina ispirazione si sarebbe recato a Perugia per esortare i cittadini alla penitenza. Il movimento da lui fondato ha come preciso carattere distintivo la flagellazione associata alla recita di preghiere invocanti la misericordia divina. Il moto si propaga rapidamente in tutta l Italia centrale e settentrionale dalla valle di Spoleto a Bologna, a Imola, a Reggio, a Parma, a Tortona, a Genova, da dove passò in Provenza e in Francia, mentre altre schiere, attraverso Mantova, Aquileia, Cividale, si diffondono nei territori della Germania e dell Austria fino alla Polonia 5. L iniziale movimento itinerante ha breve durata: già prima della fine del XIII secolo i Flagellanti si raggruppano in associazioni stabili, dando vita a quelle Confraternite di Disciplinati o Battuti di cui in molti luoghi è ancora vivo il ricordo nei toponimi, nelle chiese e negli oratori. Esse si presentano come associazioni con sede stabile, statuti e un organizzazione gerarchica e amministrativa in cui diventa prevalente l esercizio di attività devozionali e di beneficenza, dirette all assistenza religiosa dei confratelli, alla sepoltura in comune in tombe del sodalizio e al suffragio dei defunti. Le confraternite disciplinate, che derivano dal movimento perugino, rappresentano qualcosa di nuovo nella storia della religiosità popolare e della tradizionale devozione cristiana, inaugurando una prassi devozionale tipicamente laica. Lo stesso carattere processionale e di devozione espiatoria dei peccati della comunità non scompare e ad esso si aggiunge il culto della persona di Cristo e la rievocazione commossa della sua passione. urge citizens to repentance. The movement he founded has as its precise distinctiveness the flagellation, associated with the recitation of prayers invoking God's mercy. The movement spreads rapidly throughout Central and Northern Italy from the valley of Spoleto to Bologna, Imola, in Reggio, Parma, Tortona, in Genoa, where he passed through Provence and France, while other hosts, through Mantua, Aquileia, Cividale, spread in the territories of Germany and Austria, to reach Poland. The initial itinerant movement has a short life: even before the end of the thirteenth century, the Flagellanti are grouped into stable associations, giving rise to the Confraternities of the Disciplini or Battuti of which the memory is still alive in many places in the names of the churches and of the oratories. They present themselves as associations with a permanent establishment, statutes and administrative and hierarchical organizations in which prevails the exercise of devotional activities and charities, directed to religious assistance of the brethren, to the burial in common graves of the association and the suffrage of the deceased. The disciplini Confraternity, derived from the movement of Perugia, represents something new in the history of popular religiosity and traditional Christian devotion, launching a typically secular devotional practice. The same processional character and atoning devotion for the sins of the community does not disappear and it is added to the cult of the person of Christ and the commemoration of his heartfelt passion. When the movement of the Flagellanti is institutionalized in stable associations, the expecta- 15

17 Quando il movimento dei Flagellanti si istituzionalizza in associazioni stabili, l aspettativa della fine dei tempi e della salvezza collettiva è svanita e lo spirito religioso laico si adatta a un ideale di vita cristiana consolidatosi nel pauperismo francescano, vissuto nell accordo tra le esigenze spirituali della religione e gli interessi legittimi della vita terrena. Le confraternite dei Disciplinati nascono infatti nel momento in cui agli ideali del rinnovamento totale e collettivo di tutta la società cristiana subentra prevalentemente l aspirazione alla salvezza personale e individuale. Ne deriva che accanto all esperienza religiosa le confraternite iniziarono a dar vita a opere di valore sociale: la fondazione di ospedali, di orfanotrofi, la dotazione di fanciulle povere e altre opere di carità cristiana. Ma è soprattutto nel XVI secolo, grazie agli influssi della Riforma e della Controriforma, che si assiste a una rivitalizzazione delle confraternite nell Italia settentrionale, specialmente per l impulso dato da San Carlo Borromeo. Al centro della devozione dei Disciplini rimane il Cristo sofferente e il culto della Madonna, ma ora le confraternite si assumono anche i doveri sociali di una vita cristiana in prima persona con l assistenza agli infermi, ai condannati a morte, la sepoltura dei cadaveri abbandonati, l attuazione cioè di quelle opere di misericordia che equivalevano all esercizio della penitenza, in sconto dei peccati. Anche l organizzazione delle compagnie diventa più complessa: le confraternite dispongono di un patrimonio proprio, sedi, beni immobiliari e terreni, acquisiti per lasciti o donazioni, hanno proprie rendite, costituite oltre che da quelle dei beni fondiari, dalle quote dei tion of the end of times and the collective salvation is dissolved and the religious secular spirit adapts to an ideal of Christian life consolidated in the Franciscan pauperism, lived in the agreement between the spiritual religion needs and the legitimate interests of earthly life. The Confraternities of the Disciplini were in fact born at a time when the ideals of collective total renewal of all the predominantly Christian society are taken over by the desire for personal and individual salvation. What follows is that, in addition to the religious experience, the Confraternities began to create works of social value: the foundation of hospitals and orphanages, the allocation of poor girls and other works of Christian charity. But it is especially in the sixteenth century, thanks to the influence of the Reformation and the Counter-Reformation, which we can see a revitalization of the Confraternities in northern Italy, especially because of the impetus given by St. Carlo Borromeo. At the center of the devotion of the Disciplini remains the suffering Christ and the cult of the Virgin Mary, but now the Confraternities also directly bear the social duties of a Christian life with the care of the sick, of those sentenced to death, the burial of abandoned corpse, ie the implementation of those works of mercy which were equivalent to the exercise of penance in a discount of sins. Even the association of companies becomes more complex: the Confraternities have their own assets, homes, real estate and land, gained by bequests or donations, have made their fortune, as well as from those of landed property, the shares of the brothers and the fines they 16

18 confratelli e dalle multe da essi pagate per infrazioni agli obblighi morali e religiosi sanciti dallo statuto sociale. Patrimonio e rendite erano riservate a opere di carità e di valore sociale. Dopo il Concilio di Trento la rivitalizzazione del tessuto confraternale diventa strumento privilegiato della pastorale parrocchiale ed è a questo momento che risalgono le più complete notizie relative alla organizzazione delle Discipline. I.1.1 I Disciplinati nel mantovano Numerosi sono gli stanziamenti delle confraternite dei Battuti nel territorio preso in esame. Come ha sottolineato Roberto Navarrini 6, fatta eccezione per Mantova, in cui non vi è stata una fioritura di compagnie di Disciplinati, nel resto del territorio mantovano si può constatare una diversa situazione a seconda delle zone geografiche, con una più marcata adesione al movimento dei Disciplinati nelle zone di influenza bresciana, cioè nell area della destra Oglio, appartenente alla diocesi di Brescia che, soltanto con il XVIII secolo, passerà nella giurisdizione di Mantova. Non va dimenticato, ai fini della nostra indagine, che la diocesi bresciana fu interessata da un accurata visita apostolica condotta dal Borromeo, in occasione della quale più volte vennero dettate disposizioni riguardanti le confraternite ed i Disciplinati in particolare. Dalle visite pastorali dei vescovi risultano attive, nella Diocesi allora mantovana, le Discipline di Goito, Volta Mantovana, Cavriana, San Benedetto, Quistello, Revere, Ostiglia e Sermide. Mentre diversa si presenta la situazione nei paesi mantovani della Diocesi di Brescia, in ciascuno dei paid for infringements of moral and religious obligations ratified in the statutes. Heritage and annuities were reserved for works of charity and of social value. After the Council of Trento, the revitalization of confraternal tissue becomes the preferred instrument for parish ministry and this is the time when the most complete news related to the organization of the Disciplines really begin. I.1.1 The Disciplini in Mantua The appropriations of the Confraternities of the Battuti are numerous in the territory we are taking into account. As pointed out by Roberto Navarrini, with the exception of Mantua, where there has not been a flowering of companies of Disciplini, in the rest of the Mantua area you may find a different situation depending on the geographical areas, with a more pronounced adhesion to the movement of the Disciplini in the zones of influence of Brescia, ie in the area of the right Oglio, belonging to the diocese of Brescia, which - just in the eighteenth century - will pass in the jurisdiction of Mantua. It should not be forgotten, for the purposes of our investigation, that in the diocese of Brescia there was an accurate apostolic visitation conducted by Borromeo, during which provisions concerning in particular Confraternities and Disciplini were dictated several times. From the pastoral visits of the bishops appear as active, in the Diocese at that time of Mantua, the Disciplini of Goito, Gonzaga, Cavriana, St. Benedetto, Quistello, Revere, Ostiglia and Sermide. The situation is different in the countries of the Diocese of Brescia, in each of which 17

19 quali si conosce l esistenza di almeno una confraternita di Disciplinati: Asola, Casaloldo, Canneto sull Oglio, Acquanegra sul Chiese, Castiglione delle Stiviere, Solferino, Castel Goffredo, Mariana, Redondesco, Guidizzolo e Medole. Anche nella fascia sud occidentale del territorio, in alcuni paesi soggetti alla Diocesi di Cremona come Bozzolo, Rivarolo, Viadana, sorsero confraternite di Battuti e, ad oriente, nella diocesi di Verona, a Monzambano. I multiformi aspetti che caratterizzano la prassi delle Confraternite dei Disciplini nel corso della loro storia, testimoniano una sensibilità che va ben oltre il semplice esercizio della pratica penitenziale della flagellazione, anche se questa ne rappresenta l aspetto distintivo. Uno degli aspetti caratterizzanti l organizzazione, la struttura e la spiritualità dei Disciplinati è la vita comunitaria. Per mezzo della forma associativa si realizzava uno spazio nel quale esprimere uno stile di fraternità cristiana che non era possibile sperimentare nelle normali strutture ecclesiali. Ciò spiega la particolare suscettibilità delle confraternite dei Disciplini nei confronti di ogni intervento del clero secolare che potesse ledere la loro autonomia. Il proposito di formare una piccola comunità cristiana si manifesta soprattutto nella struttura che le confraternite danno agli ambienti che ne ospitano l attività. Questi si articolano generalmente in tre parti: lo spazio cultuale costituito dall oratorio, lo spazio assembleare costituito dalla sala delle convocazioni e lo spazio funzionale destinato ad attività caritative e comunque connesse alla vita della confraternita. Questa struttura si riconosce ancora nell edificio dei Disciplini di Reare known to exist at least a Confraternity of the Disciplini: Asola, Casaloldo, Canneto, Acquanegra sul Chiese, Castiglione delle Stiviere, Solferino, Castel Goffredo, Mariana, Redondesco, Guidizzolo and Medole. Even in the southwestern end of the territory, the confraternities of Battuti rose in some countries subject to the Diocese of Cremona such as Bozzolo, Rivarolo, Viadana, and in the east, in the diocese of Verona, in Monzambano. The various aspects that characterize the practice of the Confraternity of the Disciplini in the course of their history witness a sensibility that goes beyond the mere exercise of penitential practice of flagellation, although this represents its distinctive aspect. One main advantage of the organization, the structure, and the spirituality of the Disciplini is the community life. By this form of association it was realized a space in which to express a style of Christian fraternity that it was not possible to experience in normal ecclesial structures. This explains the particular susceptibility of the Confraternities of the Disciplini against any intervention of the secular clergy that would undermine their autonomy. The purpose of forming a small Christian community is most evident in the structure that the Confraternities give to the environments that host their activity. These are generally divided into three parts: the space of worship constituted by the oratory, the space formed by the shareholders' meeting room of the summons and the functional space intended for charitable activities and anyway connected to the life of the Confraternity. This property is still recognized in the building of 18

20 dondesco, di Castel Goffredo e di Asola. Lo spazio cultuale dell oratorio non è né un mausoleo né una cappella devozionale, ma una vera e propria chiesa, con i suoi patroni, le sue reliquie, le sue sepolture, i suoi uffici liturgici, i suoi custodi. Dotato di tutto ciò che è necessario per il culto, lo si decora in modo razionale e a volte sontuoso, ed è previsto che in esso vi svolga stabilmente i propri uffici un cappellano. Lo spazio assembleare è costituito dalla sala delle convocazioni, che prevede una disposizione dei posti a sedere con un banco fisso al muro, e mostra un aspetto tipico della spiritualità disciplinata, quello di gestione della vita associativa in modo fraterno e democratico. Le norme statutarie prevedevano l elezione annuale delle cariche associative, il ruolo di moderatore esercitato dal Priore insieme a quello di esecutore delle decisioni dell assemblea, la divisione dei compiti tra i membri della confraternita. Ciò che si decideva in assemblea veniva fissato nel libro delle convocazioni insieme alla gestione amministrativa del Massaro. Benché la vita della confraternita fosse protetta da un velo di riservatezza, spesso previsto dallo statuto, essa non era una società chiusa: chiunque ne condivideva i valori poteva aderirvi e per questo esisteva un apposito confratello chiamato maestro dei novizi. All interno della confraternita inoltre erano presenti due diversi livelli di partecipazione, per cui solo una parte degli aderenti rispettava tassativamente la disciplina. La presenza femminile nelle Discipline risulta notevole, anche se con molta probabilità solo gli uomini partecipavano a pieno titolo alla vita associativa, mentre alle donne era riservato un the Disciplini of Redondesco, Castel Goffredo and Asola. The cultural space of the oratory is neither a mausoleum nor a devotional chapel, but a real church, with its patrons, its relics, its burials, its liturgical offices, its keepers. Equipped with everything that is needed for worship, it is decorated in a rational and sometimes sumptuous way, and it is expected that a chaplain would permanently play his offices. The meeting space is the room of the convocations, which includes a disposition of seating places with a bench fixed to the wall and shows a typical aspect of the disciplined spirituality, the management of community life in a fraternal and democratic way. The bylaws provide for the annual election of associative positions, the role of moderator exercised by the Prior along with that of the executor of the decisions of the Assembly, the division of tasks between the members of the Confraternity. What was decided at the meeting was fixed in the book of summons together with the administrative management of the Massaro. Although the life of the Confraternity was protected by a veil of confidentiality, often required by statute, it was not a closed society: anyone who shared the same values could join and that is why there was a separate brother named master of novices. Within the Confraternity there were also two different levels of participation, for which only a portion of the members strictly respected the discipline. The presence of women in the Disciplini is remarkable, though most likely only men participated in full to community life, while for women a marginal role was reserved: there is in fact no documentation in 19

21 ruolo marginale: non esiste, infatti, alcuna documentazione in cui si accenni alla partecipazione delle donne alla pratica della disciplina. Lo spazio definito funzionale aveva diverse destinazioni: nell oratorio di Redondesco, ad esempio, serviva per ospitare il predicatore e per gestire la farmacia 7. Fin dall inizio le confraternite dei Disciplini diedero grande importanza all assistenza fondando ospedali, molti dei quali sono all origine degli ospedali odierni. Quando questo aspetto venne assunto dalle istituzioni della società civile, le confraternite svilupparono il servizio assistenziale in due direzioni: la distribuzione di sussidi ai poveri e il prestito di denaro a basso tasso. Le testimonianze rimaste della devozione delle confraternite dei Disciplinati non risalgono oltre il XV secolo, probabilmente perché prima di quest epoca i nostri centri abitati non avevano la consistenza demografica ed economica adeguata al sorgere di confraternite particolarmente ricche. Gli elementi caratterizzanti la devozione dei Disciplinati sono ovunque quelli relativi alla Passione di Cristo e alla Vergine, anche se si assiste ad una evoluzione che gradualmente tende a confinare la prima sempre più all interno della Settimana Santa e a fare della seconda la devozione principale. Attraverso la contemplazione delle vicende terrene di Cristo, della Vergine e dei Santi, l uomo sente la solidarietà del divino con le proprie vicende umane. La Vergine, prima contemplata come madre di Dio, viene sempre più sentita come la madre di Gesù, sia il piccolo Gesù sia il Gesù sofferente di cui condivide la passione. Quest ultimo aspetto avrà un which the participation of women to the practice of discipline is signaled. The space defined as functional had different destinations: in Redondesco oratory, for example, it was used to accommodate the preacher and to manage the pharmacy. Since the early days, the Confraternity of the Disciplini gave great importance to assistance by founding hospitals, many of which are at the origin of today's hospitals. When this aspect was hired by the institutions of civil society, the Confraternities developed the care service in two directions: the distribution of subsidies to the poor and the lending of money at low rate. The remained evidences of the devotion of the Confraternities of the Disciplini do not go back beyond the fifteenth century, probably because before this age our towns did not have the consistency of demographic and economic protection adequate to the rise of particularly rich Confraternities. Everywhere, the characteristic features of the Disciplini devotion are those relating to the Passion of Christ and the Virgin, although we are witnessing a gradual evolution that tends to confine the first in the Holy Week and to make the latter as the principal devotion. Through the contemplation of earthly events of Christ, of the Virgin and of the saints, mankind feels the solidarity of God with their own human affairs. The Virgin, first contemplated as Mother of God, is increasingly recognized as the mother of Jesus, either the baby Jesus and the suffering Jesus with whom she shares the passion. This last aspect will have a huge development, not only in terms of iconography, with the imago-pietatis, 20

22 enorme sviluppo, non solo sul piano iconografico, con la imago pietatis, le madonne addolorate e i compianti, ma anche su quello letterario e teatrale, con le lamentazioni della Vergine e le laudi. Tutti i nostri oratori ne pongono la statua o l immagine dipinta al centro prospettico dell aula, eredi in questo di una devozione comune a tutto il popolo cristiano. Sono conservate sculture della Vergine negli oratori di Castel Goffredo e Redondesco. Quanto ai Santi, venerati nelle immagini, resi presenti nelle reliquie, coinvolti come patroni nelle vicende dei Comuni, delle corporazioni e delle confraternite, la devozione popolare promuove ed anima tutta una serie di feste, inni, uffici, che hanno come obbiettivo la domanda di protezione, il soccorso e la benedizione, mettendo i Santi sempre più in rapporto con i bisogni terrestri e the grieving and mourning Madonnas, but also on the literary and theatrical side, with the lamentations of the Virgin and the praises. All of our oratories will pose the statue or the painted image in the middle of the classroom perspective: doing this, they are the heirs of a common devotion to the entire Christian people. Sculptures of the Virgin are preserved in the oratories of Castel Goffredo and Redondesco. As for the Saints, venerated in the pictures, made present in the relics, involved as patrons in the affairs of municipalities, corporations and Confraternities, popular devotion promotes and gives life to a series of parties, hymns, offices, that have as their goal the demand for protection, for rescue and blessing, putting the Saints more and more in relation to the terrestrial and corporal needs of the devotees. The confraternities of the Processione propiziatoria, olio su tela, , Piubega 21

23 corporali dei devoti. Le confraternite dei Disciplini da un lato partecipano della generale venerazione popolare nei confronti di alcuni Santi, sia perché specializzati in forme particolari di protezione o perché legati come patroni alla comunità di appartenenza o perché diffusi in un particolare periodo, dall altro le confraternite sembrano portatrici di venerazioni legate alla loro specifica esperienza religiosa (San Giovanni Battista, come si vede a Castel Goffredo e Piubega) o all ordine religioso a cui erano legate. I segni più evidenti della devozione verso la Passione di Cristo sono i crocifissi e i compianti. La rappresentazione del Cristo morto sulla croce è un dato nuovo che si afferma e si diffonde proprio nel Duecento, assumendo, grazie all influenza francescana, il ruolo di meditazione della Passione che si incentra sulla contemplazione della sofferenza. Evoluzione della devozione nei confronti del Gesù Crocifisso è anche la croce seicentesca di Piubega, priva del corpo di Cristo, ma cosparsa degli arma Christi, cioè degli strumenti della passione. I compianti, chiamati anche sepolcri o mortori, sono gruppi scultorei che raffigurano il dramma sacro della deposizione e vengono generalmente conservati in locali di modeste dimensioni, spesso separati dalla navata dell oratorio da una grata o inferriata. È questo un luogo nascosto che richiama alla memoria, in chiave simbolica, la tomba nuova che Giuseppe d Arimatea aveva fatto scavare per sé nella roccia e nella quale aveva deposto il cadavere di Cristo con l aiuto di Nicodemo. Oltre al Cristo morto, le altre figure canoniche quasi sempre riconosci- Disciplini on one hand are part of the general popular veneration towards some saints, either because they "specialize" in particular forms of protection or because they are linked as patrons of the community they belong to, or because they spread over in a particular period, on the other hand Confraternities seem as the bearers of veneration due to their specific religious experience (St. John the Baptist, as seen in Castel Goffredo and Piubega) or to the religious order to which they were tied. The most obvious signs of devotion to the Passion of Christ are the crucifixes and the compianti. The representation of the dead Christ on the cross is a new element that spreads right in the thirteenth century, taking the role of meditation on the Passion, which focuses on the contemplation of suffering, thanks to the Franciscan influence. The cross of Piubega dating seventeenth century, devoid of the body of Christ, but sprinkled with the "arma Christi", meaning the instruments of the passion, is to be considered as the evolution of devotion to the crucified Jesus. The compianti, also called sepolcri or mortori, are groups of sculptures that depict the sacred drama of the deposition and are generally stored in a room of modest size, often separated from the aisle of the oratory by a grill or a grating. This is a hidden place which recalls, in a symbolic way, the new tomb that Joseph of Arimathea had dug for himself in the rock and in which he had laid the body of Christ with the help of Nicodemus. In addition to the dead Christ, the other canonical figures almost always recognizable in the scene of the compianto are 22

24 bili nella scena del compianto sono quelle che, secondo i racconti evangelici e la tradizione religiosa, hanno preso parte alle ultime fasi della Passione: le tre Marie, oltre alla Madonna, sono Maria di Cleopa, o Maria Salome, e Maria Maddalena, San Giovanni evangelista e i due protagonisti maschili della Deposizione dalla Croce: Giuseppe d Arimatea, riconoscibile nella iconografia canonica dall atto di reggere la corona di spine e i chiodi, e Nicodemo, raffigurato con le tenaglie e il martello. In alcuni casi la composizione dei gruppi non comprende tutti i personaggi canonici, in altri essa si allarga ad altre figure e presenze angeliche. I sepolcri o compianti, che nel nostro territorio sono conservati o si ricordano a Canneto sull Oglio, Asola, Acquanegra, Redondesco, costituiscono uno sviluppo, operato soprattutto nell ambito dei Disciplini, di precedenti forme di devozione alla Passione. La loro funzione era legata alla liturgia del Giovedì e Venerdì Santo e alle sacre rappresentazioni che l accompagnavano ad opera proprio delle confraternite. In tali rappresentazioni venivano usate composizioni religiose come la Lamentatio Virginis. Altro importante aspetto della pietà dei Disciplinati è il suffragio dei defunti, che ha fatto parte della devozione dei Disciplini fin dal sorgere delle prime confraternite e ha esteso sempre più la propria incidenza fino a diventare, di fatto, una delle loro principali attività. All inizio il suffragio dei defunti rappresentava una delle forme in cui si realizzava la solidarietà tra confratelli; una solidarietà che si estendeva, secondo il sentire cristiano, anche al di là della morte those that, according to the Gospel accounts and the religious tradition, took part in the latter stages of the Passion: the "three Marys", in addition to Madonna, are Mary of Cleophas, or Mary Salome, and Mary Magdalene, St. John the Evangelist and the two male protagonists of the Deposition from the Cross: Joseph of Arimathea, recognizable in the canonic iconography in the act of holding the crown of thorns and the nails, and Nicodemus, depicted with tongs and hammer. In some cases, the composition of the group does not include all of the canon characters, in others it extends to other figures and angelic presences. The tombs or compianti, that in our area are preserved or are reminded in Canneto, Asola, Acquanegra, Redondesco, constitute a development of earlier forms of devotion to the Passion, mainly done in the context of the Disciplini Their function was linked to the liturgy of Holy Thursday and Friday and to the sacred representations that accompanied it, thanks to the Confraternities. In such representations, religious compositions were used as the Lamentatio Virginis. Another important aspect of the piety of the Disciplini is the suffrage of the deceased, which was part of the devotion of the Disciplini since the rise of the first confraternities and has increasingly extended its incidence to become, in fact, one of their main activities. In the beginning, the suffrage of the dead was one of the forms in which solidarity among brothers was achieved, a solidarity which extended, according to the Christian feeling, also beyond the death and resulted in the care of the deceased, 23

25 e si traduceva nella cura del defunto, nell assicurargli una sepoltura cristiana dignitosa e il ricordo stabile nelle preghiere della confraternita. Spesso, inoltre, la confraternita si adoperava presso l autorità vescovile per essere autorizzata a disporre di sepolture all interno del proprio oratorio o nella chiesa parrocchiale. Con il passare del tempo, ciò che prima era riservato ai confratelli si estende al resto della comunità cristiana fino a configurarsi come un vero e proprio servizio. Sovente nelle disposizioni testamentarie viene destinata una somma per le confraternite affinché intervengano alle esequie con l abito sociale e i ceri. Oppure si dispone un legato, cioè una somma di denaro o la proprietà di un bene fondiario, affinché esse lo amministrino e la cui rendita economica serva da compenso per la celebrazione annuale di un certo numero di messe o uffici a favore della propria anima. È proprio quest uso che contribuirà a formare patrimoni fondiari e finanziari che permetteranno alle confraternite di esercitare una considerevole attività creditizia. Un ultimo aspetto distintivo della ritualità dei Disciplinati è l abito. Il sacco del penitente diventa la divisa con cui si vestivano per partecipare ai cerimoniali più solenni, soprattutto se aperti al pubblico esterno alla confraternita, con il cappuccio che si calava sul volto per annullare la riconoscibilità delle fisionomie individuali. L abito lo si riceveva in dote nel momento della affiliazione, e con esso coperti, si veniva sepolti alla fine dell esistenza. Era il simbolo di uno spirito corporativo che stringeva in unità le persone, scavalcando le loro differenze e facendo dei molti una sola realtà. In un dipinto conserin the guarantee of a worthy Christian burial and the permanent memory in the prayers of the Confraternity. Moreover, the Confraternity often asked the episcope authority to be entitled to dispose of burials within their parish church or oratory. As times went by, what was previously reserved for confreres extends to the rest of the Christian community so as to appear as a real service. In testamentary dispositions, a sum is often destined for the confraternities to intervene at the funeral with the social dress and candles. Otherwise, a legacy is disposed, that is a sum of money or property of a land tenure, so that they administer it and its economic rent may serve as compensation for the annual celebration of a number of Masses or offices in favor of their own soul. It is precisely this use that will help forming land and financial assets that will allow the Confraternities to exert a considerable money lending activity. A final distinctive aspect of the rituals of the Disciplini is the dress. The sack of the penitent becomes the uniform with which they dressed to participate in the most solemn ceremonials, especially if open to the public outside the Confraternity, with the cap that fell on the face to cancel the recognition of individual faces. The dress was received as a dowry at the time of affiliation, and covered with it, one was buried at the end of his life. It was the symbol of a corporate spirit that unite people, overcoming their differences and transforming the many into one only reality. In a painting preserved in the parish of Piubega the ranks of the Disciplini can be seen as they swagger in rows of two in procession, dressed in the white robe of penance 24

26 vato presso la parrocchia di Piubega si vedono le schiere dei Disciplini che incedono a due a due in processione, vestite con l abito bianco della penitenza contrassegnato dal cappuccio e dalla croce rossa sulla schiena. Possiamo trovare altri esempi dell abito dei confratelli nei frammenti di affreschi emersi a Redondesco, nello stendardo processionale conservato a Casaloldo, nelle sculture lignee di Asola raffiguranti due Disciplini in preghiera. I.2 La Confraternita del Rosario e la Compagnia del Santissimo Sacramento L età moderna (secoli XV-XVIII) è stata l età del trionfo delle confraternite devozionali, e il segnale più evidente di questo spalancamento verso le prospettive di una proposta religiosa più personalizzata va cercato nello sviluppo delle confraternite dei Disciplinati, a cui si assiste a partire dal loro primo germe due-trecentesco. Il filone dei Disciplinati si impone lungo tutta l età moderna come il modello paradigmatico della confraternita delineata nella forma di un corpo organico di fedeli in vista dell impresa comune 8. A tale modello guardavano anche le altre associazioni confraternali scaturite da diverse tradizioni e con caratteri in origine distinti. Lo schema del sodalizio fraterno dei Disciplinati si è così progressivamente diffuso per imitazione, sovrapponendosi alle confraternite devozionali legate al culto dei santi o a particolari aspetti della pietà mariana. Decisiva, in questo senso, fu certamente l affermazione del primato protettivo della Vergine, che nei secoli precedenti non aveva occupato una posizione veramente centrale nel quadro della marked by the hood and by the red cross on the back. We can find other examples of apparel of the confreres in the fragments of frescoes emerged in Redondesco, in the processional banner in Casaloldo, in the wooden sculptures of Asola, representing two Disciplini in prayer. I.2 The Confraternity of the Rosary and the Society of the Blessed Sacrament The Modern Age (XV-XVIII centuries) was the age of the triumph of devotional confraternities, and the most obvious sign of this wide opening to the prospects of a more personalized religious proposal is to be searched in the development of the Confraternities of the Disciplini, which can be viewed from their first germ in twelve-thirteenth century. The current of the Disciplini imposes itself throughout the modern age as the paradigmatic model of the Confraternity outlined in the form of an organic body of believers in view of the common task1. The other confraternal associations stemming from different traditions and with originally different characters also looked to this model. The scheme of the fraternal association of the Disciplini has thus gradually spread by imitation, superimposing over the devotional confraternities linked to the cult of the saints or to particular aspects of Marian devotion. The affirmation of the protective primacy of the Virgin in this sense, was certainly decisive: this had occupied in previous centuries a most central position in the context of sensitivity rooted in the masses of ordinary faithful people. But the ascent of Mary to the summit of intercessory powers of the Christian heaven was not 25

27 sensibilità radicata nelle masse dei comuni fedeli. Ma l ascesa di Maria alla sommità dei poteri di intercessione del cielo cristiano non fu monopolizzata in modo esclusivo da un unico aspetto del suo culto poliedrico. Il risvolto più evidente e portatore di effetti destinati a ripercuotersi a lungo nel tempo è quello legato alla definitiva sistemazione della preghiera litanica scandita dai tre cicli dei misteri del Santo Rosario. I.2.1 Alano della Rupe e le origini della Confraternita del Rosario Le congregazioni mariane, originariamente, erano confraternite locali senza alcun legame giuridico o relazioni particolari tra di loro. Obbligo dei soci era la recita quotidiana di un certo numero di Pater e Ave, ad imitazione e in sostituzione dei salmi che i chierici recitavano ogni giorno nelle sette ore liturgiche. Verso la fine del XV secolo il fervore si era molto rilassato in questi sodalizi: la preghiera era recitata sempre più per abitudine e quasi fosse una formalità, e la religiosità dei confratelli era soffocata dal formalismo dei vari statuti locali. Negli anni settanta del XV secolo il domenicano bretone Alano della Rupe 9 lavorò per riformare queste confraternite, suscitando in esse nuovo fervore e insegnando ai soci la preghiera meditata. La confraternita mariana da lui pensata doveva essere una confraternita universale, non più circoscritta localmente né legata alle sole chiese dell ordine domenicano, ma fondata sulla comune partecipazione di tutti coloro che si sarebbero obbligati per iscritto alla recita quotidiana del salterio mariano meditato, preghiera vocale e meditata di 150 Ave Maria ad imitazioexclusively monopolized by a single aspect of her multifaceted worship. The most obvious implication and carrier of effects that will have an impact for a long time, is related to the final version of the litany marked by three cycles of the mysteries of the Holy Rosary. I.2.1 Alano della Rupe and the origins of the Confraternity of the Rosary Originally, the Marian congregations were local confraternities without any legal bond or special relationships between them. An obligation for the members was the daily recitation of a certain number of Pater and Ave, as imitation and replacement of the psalms that clerics recited every day in the seven liturgical hours. Towards the end of the fifteenth century, the fervor was very relaxed in these associations: the Chiesa del Gesù, interno, Roma 26

28 ne dei 150 salmi dell Antico Testamento. Il salterio della Madonna prevedeva la recita delle Ave, e per contarle si adoperava una corda a nodi, detta in francese patenôtres. La parola rosarium significa roseto e, nel senso traslato, antologia o florilegio di testi scelti su di un tema determinato. Benché anche anticamente la Vergine fosse celebrata come Rosa Mystica, il termine rosarium si trova per la prima volta come pseudonimo di un domenicano, rimasto anonimo, che nel secolo XIV compose in versi francesi un antologia di elogi, di narrazioni e di miracoli della Madonna. La pratica del salterio mariano meditato presentava una grossa difficoltà per gli illetterati, che stentavano a ricordare le 150 antifone mariologiche, ragion per cui queste venivano omesse; perciò, Alano sostituì queste antifone con formule in volgare che ricordavano le gesta di Gesù e di Maria come temi di meditazione durante la recita delle Ave. La confraternita mariana, pensata da Alano, non era concepita come una società organica locale, ma doveva presentarsi come un associazione universale. Il legame che unisce i soci è spirituale e consiste nella comunicazione vicendevole dei beni spirituali di tutti piuttosto che nella confederazione delle diverse associazioni locali. L unico obbligo per gli aderenti è la recita quotidiana meditata di tutto il salterio mariano. Queste norme fondamentali della confraternita mariana universale non escludono statuti propri e particolareggiati per le confraternite locali, dei quali Alano non si occupa, lasciandone la redazione a ciascun sodalizio locale. Dopo la morte nel 1475, il priore dei domenicaprayer was recited more and more out of habit and it was almost a formality, and religiosity of the brothers was drowned out by the formalism of the various local statutes. In the seventies of the fifteenth century Breton Dominican Alano della Rupe worked to reform these confraternities, giving them new fervor and teaching members the meditative prayer. The Marian Confraternity he had in mind was supposed to be a universal brotherhood, no longer locally confined or only linked to the Dominican churches, but based on the common participation of all those who would be obliged in writing to the daily recitation of the Marian meditated Psalter, a vocal and meditated of 150 Hail Marys prayer, in imitation of the 150 Psalms "of the Old Testament". The Psalter of the Virgin Mary included the recitation of the Ave, and to count them a knotted rope was used, called Paternôtres in French. The word "rosarium" means rose garden, and in the figurative sense, an anthology of texts on a given topic. Although even in ancient times the Blessed Virgin was celebrated as Rosa Mystica, the term "rosarium" for the first time is as a pseudonym of a Dominican, who remained anonymous and who wrote an anthology of praise, of narratives and miracles of the Madonna in French verse, during the fourteenth century The practice of the Marian meditated Psalter had a great difficulty for the illiterate, who found it hard to remember the 150 Mariologic antiphons, which is why these were omitted: therefore, Alano replaced these antiphons with formulas in the vernacular that reminded the deeds of Jesus and Mary as themes of medita- 27

29 ni di Colonia, Giacomo Sprenger, continuò la diffusione della Confraternita e impose solo la recita settimanale del salterio mariano, e quindi sostituì i 150 temi di meditazione con 15 formule relative ad altrettanti misteri della vita di Gesù e della Vergine da enunciare all inizio di ogni decina di Ave. Sprenger propagò anche il termine rosarium, e lo fece inserire nei documenti pontifici in favore del salterio mariano. Nel 1478 la confraternita ricevette una lettera di plauso dal papa Sisto IV e l 8 maggio 1479 lo stesso papa raccomandò altamente la devozione del salterio mariano, e conferì varie indulgenze ai confratelli iscritti al sodalizio di Colonia e di altre città. Da questo momento in poi tale forma orandi si propagò rapidamente e in molti centri sorsero anche compagnie locali. Con l andare del tempo le filiali della confraternita si moltiplicarono e la fraternità andò gradualmente frazionandosi, diventando sempre più circoscritta in un ambito solo locale, sempre più facilmente raggiungibile. Anche in Italia le confraternite del Rosario misero le loro basi, muovendosi dai centri urbani di prim ordine aperti ai contatti internazionali, come Venezia, Firenze e Roma. A partire dagli inizi del Cinquecento erano già comparse nei borghi meglio dotati delle pievi rurali delle diocesi lombarde, dove solo più tardi arriveranno a consolidare le posizioni guadagnate trasformandosi in una delle confraternite religiose più diffuse e più largamente apprezzate sul piano popolare. Le confraternite del Rosario dovunque ebbero i loro altari riservati, alimentarono una propria letteratura di istruzione e una loro caratteristica tion during the recitation of the Ave. The Marian Confraternity, designed by Alano, was not conceived as an organic local society, but had to stand as universal association. The bond that unites the members is spiritual and consists of the mutual communication of spiritual goods of all rather than of the confederation of the various local associations. The only requirement for members is the daily recitation of the whole meditated Marian Psalter. These basic standards of universal Marian Confraternity do not exclude their own and detailed statutes for the local confraternities, of which Alano does not care, leaving the preparation to each local association. After his death in 1475, the prior of the Dominicans of Cologne, James Sprenger, continued the spread of the Confraternity and imposed only weekly recitation of the Psalter of Mary, and then replaced the 150 subjects of meditation with 15 formulas related to as many mysteries of the life of Jesus and the Virgin Mary to be proclaimed at the beginning of each decade of Ave. Sprenger spread the word 'rosarium " and had him put in the pontifical documents in favor of the Marian Psalter. In 1478 the confraternity received a letter of praise from Pope Sixtus IV and on the 8th of May 1479 the Pope himself highly recommended devotion of the Marian Psalter, and gave various indulgences to the brothers enrolled in the association of Cologne and other cities. From this moment on, this forma orandi rapidly spread and in many settlements even local companies grew. With the passing of time the branches of the Confraternities multiplied and fraternity gradu- 28

30 iconografica didascalica, che includeva la rappresentazione visiva dei misteri, disposta in genere attorno all immagine della Vergine ritratta nell atto di donare le corone a san Domenico o ad altri santi connessi alla fortuna della devozione mariana. Per quanto riguarda l iconografia del Rosario, la rappresentazione della Vergine con il rosario, e San Domenico inginocchiato davanti a lei, o San Domenico e Santa Caterina da Siena inginocchiati ai lati, è lo schema iconografico classico adottato anche dai pittori italiani. Si riscontrano altri due schemi: il primo presenta la Vergine assisa su una nuvola, che consegna un rosario a San Domenico inginocchiato dinanzi a lei; il secondo mostra la Vergine in trono, che tiene sul braccio destro il Bambino, il quale consegna un rosario a san Domenico, inginocchiato dalla sua parte, mentre la madre ne porge uno a Caterina da Siena, inginocchiata alla sua sinistra. Il primo esempio si riconduce alla leggenda, diffusa già da Alano della Rupe, secondo la quale San Domenico sarebbe stato incaricato della missione di diffondere il Rosario, e il secondo si ricollega alla tradizione, sempre promossa da Alano, secondo cui Caterina avrebbe recitato abitualmente questa preghiera. Così i due santi domenicani si legano al culto delle confraternite del Rosario in Italia. Nel territorio preso in esame riscontriamo tracce e citazioni della confraternita del Rosario ad Asola, Casalmoro, Casaloldo, Castel Goffredo, Ceresara, Gazoldo degli Ippoliti, Mariana, Piubega, Redondesco. Nella maggior parte delle chiese si riscontra la stessa tipologia architettonica con la figura della Vergine, nella nicchia ally fractioned itself, becoming more and more limited in only local scope, more and more easily accessible. The Confraternities of the Rosary put their bases even in Italy, moving from first class urban centers open to international contacts, such as Venice, Florence and Rome. From the beginning of the sixteenth century rural churches of the Lombardy diocese had already emerged in the best equipped villages, where only later they will come to consolidate the positions gained in becoming one of the most popular religious Confraternities, widely appreciated on the popular side. The confraternities of the Rosary had their reserved altars everywhere, generating their own literature of education and their iconographic didactic feature, which included the visual representation of the mysteries, generally disposed around the image of the Virgin portrayed in the act of donating the crowns to St. Dominic or to other saints connected to the fortune of Marian devotion. With regard to the iconography of the Rosary, the representation of the Virgin and the Rosary, and St. Dominic kneeling in front of her, or St. Dominic and St. Catherine of Siena kneeling at the sides, is the classic iconography also adopted by the Italian painters. We found two other schemes: the first presents the Virgin seated on a cloud, who delivers a Rosary to St. Dominic kneeling before her, and the second shows the Virgin enthroned, holding the Child on her right arm, who delivers a rosary to St. Dominic, kneeling on his side, while his mother hands one rosary to Catherine of Siena, kneeling on her left. The first example goes back to the legend, already widespread by Alano della Rupe, 29

31 al centro, circondata dalla raffigurazione dei 15 misteri del Rosario. Questi ultimi possono essere inseriti in ancone lignee, come nel caso dell altare della chiesa parrocchiale di Piubega, o marmoree, come a Castel Goffredo, Casalodo, Gazoldo degli Ippoliti e Mariana. I.2.2 La Confraternita del Santissimo Sacramento La Vergine Maria non era la sola a dominare la scena, e si inseriva nell orizzonte più ampio e articolato della santità e della memoria cristiana che rinviava, inevitabilmente, a quella di Cristo, e viceversa. La pietà mariana non era un universo chiuso ma una leva che si ricollegava ad altri aspetti contigui del mistero sacro cristiano. Questi nessi di fondo, evidenziati anche dall arte figurativa usata per decorare le chiese e i santuari, giustificano perfettamente come mai l età del diffondersi del nuovo metodo della preghiera del rosario coincida con la grande fortuna di un altra fiorente famiglia parallela di confraternite, che si incentrarono invece sulla pietà rivolta al culto del Corpo di Cristo, presente nell Eucarestia 10. Il Corpo di Cristo, da adorare per la salvezza propria e del popolo cristiano, era il corpo dell Uomo-Dio che si era svuotato del suo aspetto divino e si era lasciato condurre al Golgota, ma aprendosi a una misericordia senza limiti per l uomo peccatore. Questo spiega perché, fin dall inizio della loro diffusione nel popolo dei fedeli, le confraternite del Corpo di Cristo si concepirono come il supporto al culto eucaristico, tributato dalla generalità dei cristiani, al sacramento che era fonte vitale della according to which St. Dominic would have been charged with the mission of spreading the Rosary, and the second is linked to the tradition, always promoted by Alano, according to which Catherine would usually recite this prayer. So that the two Dominican saints are linked to the cult of the Confraternities of the rosary in Italy. In the area in question, we find traces of the Confraternity of the Rosary in Asola, Casalmoro, Casaloldo, Castel Goffredo, Ceresara, Gazoldo degli Ippoliti, Mariana, Piubega, Redondesco. In most churches there is the same type of architecture with the figure of the Virgin, in the niche at the center, surrounded by the representation of the 15 mysteries of the rosary. These may be placed in wooden altarpieces, as in the case of the altar of the parish church of Piubega, or marble, as in Castel Goffredo, Casalodo, Gazoldo degli Ippoliti and Mariana. I.2.2 The Confraternity of the Santissimo Sacramento The Virgin Mary was not the only one to dominate the scene, and was part of the wider and articulated sphere of holiness and of the Christian memory that referred, inevitably, to that of Christ, and vice versa. Marian piety was not a closed universe but a lever that linked to other aspects of the contiguous sacred Christian mystery. These basic links, also highlighted figurative art used to decorate churches and sanctuaries, perfectly justify why the age of the spread of the new method of praying the rosary coincides with the great fortune of another thriving family, parallel to the Confraternities, which concentrated on the pity to the worship of the 30

32 grazia. I confratelli legati alla pietà del Corpus Domini, dovevano curare la luminaria e rifornire le lampade ad olio tenute accese davanti al deposito delle ostie consacrate, provvedevano al decoro dignitoso dei riti collettivi celebrati in onore dell Eucarestia, la scortavano con deferente premura quando la si portava come viatico ai moribondi. Nel culto del Santissimo Sacramento le confraternite eucaristiche trovarono il loro perno irrinunciabile, centrale e costitutivo al di sopra di tutto il resto. Le antiche scuole quattrocentesche e del primo Cinquecento, consacrate al memoriale della passione di Cristo, si trasformarono nelle moderne Confraternite del Santissimo Sacramento, e la pietà eucaristica comincia ad assumere i suoi connotati prevalenti di manifestazione della fede cattolica nella presenza reale di Cristo, con tutti i suoi successivi sviluppi scenografici, tra suntuose processioni teatralizzanti del Corpus Domini e sante Quarantore dell età barocca. L elemento chiave del rilancio borromaico, con il quale si mirava a fare delle confraternite gli strumenti di supporto dell azione pastorale della Chiesa in mezzo al mondo dei laici, è da individuare nel sostegno a favore di una diffusione ulteriore delle confraternite del Corpo di Cristo nella loro dimensione più strettamente eucaristica. Carlo Borromeo le rese dotazione obbligatoria per ogni comunità parrocchiale e fin dall inizio del suo governo episcopale ne favorì in ogni modo il consolidamento, incitando il clero a farsele alleate, mettendole al cuore dell impianto religioso controllato dal centro della diocesi, dotandole quindi di regole unifi- Body of Christ1, present in the Eucharist. The Body of Christ, to be worshipped for the own and the Christian people salvation, was the body of the Man-God who was emptied of its divine aspect and let himself be led to Golgotha, but by opening to a boundless mercy for the sinful man. This explains why, from the beginning of their diffusion in the faithful people, the Confraternities of the Body of Christ is conceived as a support to the worship of the Eucharist, bestowed by the generality of Christians, to the sacrament that was vital source of grace. The brothers linked to the mercy of Corpus Domini were to take care of the illuminations and replenish oil lamps kept burning before the filing of the consecrated hosts, they took care of the decent decoration of collective rites celebrated in honor of the Eucharist, escorting it with respectful care when it was carried as Viaticum to the dying. In the cult of the Blessed Sacrament of the Eucharist the Confraternities found their indispensable pin, central and constitutive above everything else. The ancient "schools" of the fifteenth and early sixteenth century, consecrated to the memorial of the passion of Christ, turned into the modern confraternities of the Santissimo Sacramento and Eucharistic piety begins to take its prevalent connotations of manifestation of the Catholic faith in the real presence of Christ, with all its subsequent spectacular developments, including sumptuous theatrical processions of Corpus Christi and Holy Forty Hours of the Baroque era. The key element of the Borromeo revival, with whom it was aimed to make the Confraternities as the tools of support of the pastoral action of 31

33 cate dove mettevano per la prima volta radici, o rifondando gli statuti preesistenti, quando si trattava di potenziare strutture già da prima in funzione. La documentazione dell epoca conferma con abbondanza di dati il successo del disegno perseguito dalla cerchia vescovile borromaica con l aiuto dei suoi mediatori. La confraternite crebbero di numero e inglobarono una quota sempre più consistente di popolazione ramificandosi nelle scacchiere del mondo extraurbano. La presenza della Compagnia del Santissimo Sacramento è riscontrabile in quasi tutte le parrocchie comprese nel territorio dell Ecomuseo: Asola, Casaloldo, Casalmoro, Castel Goffredo, Ceresara, Gazoldo degli Ippoliti e Redondesco. Elementi distintivi e caratterizzanti gli altari di queste confraternite sono la presenza dei simboli della confraternita stessa: il calice con l ostia alla sua sommità, o l ostensorio, generalmente di tipo romano, circondato da raggi, o di altri forti simboli eucaristici come il pellicano eucaristico, che si riscontra sia nell altare di Casaloldo che nel trono in argento per l esposizione del SS. Sacramento di Castel Goffredo. Ad Asola la singolare raffigurazione del monogramma dei Nomi di Gesù e Maria comprende anche il noto episodio della messa celebrata da S. Gregorio Magno con l apparizione del Cristo in pietà, significativo rimando al tema della Presenza reale nel sacramento eucaristico in un contesto ed un epoca ancora segnati dalla polemica con il luteranesimo. Il tema della pala d altare ricorda, a Piubega, a Castel Goffredo e ad Asola, l ultima cena e in particolare l episodio del traditore denunziathe Church in the midst of the laity in the world, is to be found in the support of a further spread of the Confraternities of the Body of Christ in the Eucharist their more strict Eucharistic dimension. Carlo Borromeo made them as an obligatory equipment for each parish community and since the beginning of his episcopal government he favored in every way the consolidation, urging the clergy to have them as allies, putting them at the heart of the system controlled by the religious center of the diocese, thus providing them unified rules where they put roots for the first time, or re-establishing the pre-existing statutes, when it came to reinforce structures already in operation before. The documentation of the time with plenty of data confirms the success of the plan pursued by the bishop Borromeo circle with the help of their mediators. The Confraternities grew in number and incorporated an ever-increasing part of the population branching in the suburban arena of the extra urban world. The presence of the Society of the Santissimo Sacramento is found in almost all the parishes included in the territory of the Ecomuseum: Asola, Casaloldo, Casalmoro, Castel Goffredo, Ceresara, Gazoldo degli Ippoliti and Redondesco. Distinctive elements characterizing the altars of these Confraternities are the presence of the symbols of the Confraternity itself: the chalice with the host at the summit, or the monstrance, typically Roman-style, surrounded by rays, or other strong Eucharistic symbols such as the Eucharistic pelican, which can be seen both in the altar of Casaloldo and in the silver throne for the exposition of the Blessed Sac- 32

34 to, mentre nella chiesa parrocchiale di Casaloldo la pala d altare, raffigurante la Deposizione di Cristo, proviene probabilmente dal locale oratorio dei Disciplini. II. Le Devozioni Porre l attenzione sulle devozioni attecchite nei secoli nei nostri territori significa nel contempo prendere consapevolezza dell inevitabile contaminazione avvenuta tra aspetti della vita quotidiana, fede e arte. Mescolanze di valenza locale, ancora vivissime nelle tradizioni che si tramandano da epoche antiche, da inserire, tuttavia, in una cornice internazionale: il Concilio di Trento ( ). È in quel tempo e in quel contesto che viene discussa la fondamentale questione sull opportunità o meno di rappresentare, e per lo più con fattezze umane, i santi, quando non addirittura Dio e la Vergine. Se entrambe le confessioni cristiane, Protestantesimo e Cattolicesimo, temevano il culto delle immagini e quindi la tendenza a riporre fede nel simulacro in sé, la modalità con cui è stato affrontato il problema ha decisamente influito sul conseguente sviluppo della storia dell arte e sugli usi e i costumi delle persone e delle comunità. Da una parte il Protestantesimo ha negato completamente la valenza delle immagini (inclinazione che risponde anche al fatto di non credere nel ruolo di intercessori dei santi, riconosciuto invece dai cattolici), dall altra il Cattolicesimo ha fatto della produzione artistica uno strumento per educare il popolo e indicare l esempio da seguire, a supporto della fede e della liturgia: insomma, un vero e proprio mezzo di comunicazione. L arte assume in questo momento un rament of Castel Goffredo. In Asola the unique representation of the monogram of the Names of Jesus and Mary also includes the well-known episode of the Mass celebrated by S. Gregorio Magno with the appearance of Christ in piety, significant reference to the theme of the Real Presence in the Sacrament of the Eucharist in a context and a time still marked by controversy with Lutheranism. The theme of the altarpiece recalls, in Piubega, Castel Goffredo and Asola, the Last Supper and in particular the episode of the "denounced traitor" while in the parish church of Casaloldo the altarpiece, depicting the Deposition of Christ, probably comes from the local oratory of the Disciplini. II. The Devotions Focusing on the devotions which took root over the centuries in our territories means at the same time be aware of the inevitable contamination occurred between aspects of daily life, faith and art. Mixtures of local significance, still very much alive in the traditions handed down from ancient times, to be included, however, in an international framework: the Council of Trento ( ). It is at that time and in that context that the fundamental question is discussed whether or not to show and mostly in human features the saints, or even God and the Virgin. If both Christian confessions, Protestantism and Catholicism, feared the worship of images and thus the tendency to put faith in the simulacrum itself, the way in which the problem was faced has definitely influenced the subsequent development of art history and of the uses and customs of the people and communities. 33

35 ruolo determinante poiché funge da tramite tra la Chiesa, impegnata nella predicazione delle idee controriformiste per mezzo dei nuovi ordini religiosi, e il fedele, cercando di sensibilizzare e toccare con efficacia e immediatezza l animo semplice del popolo. Nel dicembre 1563, durante la sessione XXV del Concilio di Trento ci si occupò nello specifico dell argomento De invocatione, veneratione et reliquiis sanctorum et sacris imaginibus - Invocazione, venerazione e reliquie dei santi e immagini sacre, in cui emergevano chiaramente i seguenti aspetti: 1. l arte è considerata dai Padri conciliari come un mezzo di comunicazione di massa, che ha dunque come destinatario privilegiato il popolo, in particolare la plebe incol ta ; e in quanto tale deve rispondere a precisi caratteri qualitativi di cui artisti e committenti portano la responsabilità; 2. in quanto produzione di immagini, l arte è veicolo di culto, poiché le immagini di personaggi e fatti della storia biblico-cristiana vengono considerate strumenti di istruzione e ammonimento per i fedeli e quindi appropriato oggetto di onore e venerazione; 3. come già accennato, questa posizione favorevole alla produzione di immagini si scontrava con forti obiezioni, avanzate principalmente dal mondo protestante, secondo cui la venerazione delle immagini era un atteggiamento superstizioso e paganeggiante che andava combattuto anziché promosso dalla Chiesa. Una medesima diatriba si verifica in tema di reliquie; 4. per contrastare queste critiche i Padri sono On one hand, Protestantism has completely denied the value of the images (a penchant that responds to the fact they do not believe in the role of intercessors of the saints, recognized on the contrary by Catholics), on the other hand Catholicism has made of the artistic production a tool to educate the people and show the example to follow, in support of the faith and the liturgy: in short, a real mean of communication. Art takes a decisive role at this time as a mediator between the Church, committed to the preaching of the Controriforma ideas through the new religious orders, and the faithful people, trying to raise awareness and touch with effectiveness and immediacy the simple soul of the people. In December 1563, during the session XXV of the Council of Trento it was treated the specific topic De invocatione, veneratione et reliquiis sanctorum et sacris imaginibus - Invocation, veneration of saints and relics and sacred images, in which the following aspects emerged: 1. art is considered by the Council Fathers as a means of mass communication, which has thus privileged the "people", as the privileged beneficiary, especially the "uneducated common people", and therefore it must meet specific qualitative characteristics of which artists and patrons bear responsibility; 2. being a production of images, art is a vehicle of worship, because the images of characters and events from the biblical-christian history are considered tools of education and warning to the faithful people and therefore appropriate object of honor and veneration; 34

36 costretti a precisazioni: ammettono infatti la possibilità di abusi e segnalano l urgenza d interventi per sanare eventuali comportamenti non idonei; Inoltre specificano che i santi non sono operatori di benefici, ma solo intercessori presso Dio, che ne è l u nico operatore, e che non sono le immagini in sé a emanare un potere salvifico, ma l atteggiamento di fe de che esse ispirano verso Dio e il Figlio, il quale rimane l unico Salvatore. Queste linee guida sono stata recepite concretamente nel capitolo XVII del trattato Instructionum fabricae et suppellectilis ecclesiasticae libri duo, Istruzioni sull edilizia e la suppellettile ecclesiastica, redatto da San Carlo Borromeo, interamente dedicato a Le sacre immagini e pitture, suddiviso nei paragrafi: 3. as mentioned above, this favorable position to the production of images clashed with strong objections, advanced mainly by the Protestant world, according to which the veneration of images was a pagan and superstitious attitude that should be fought rather than promoted by the Church. A similar debate occurs on the subject of relics; 4. to contrast these criticisms, the Fathers are forced to answer in detail: in fact they admit the possibility of abuse and indicate the urgency of actions to remedy any unsuitable behavior. They also specify that the saints are not operators of benefits, but only intercessors to God, who is the only operator, and that it is not the images themselves that emanate a saving power, but the attitude of faith that they inspire towards God and the Son, who is the only Savior. These guidelines have been concretely imple- Chiesa cristiana evangelica battista, interno, Milano 35

37 Ciò che si deve evitare e ciò che si deve mantenere nelle immagini sacre. Le insegne dei santi. I luoghi non convenienti per le pitture sacre. Il rito della benedizione delle immagini. Le didascalie col nome dei santi. I parergi e le aggiunte per ornamento. Perciò le immagini del Cristo, della Vergine madre di Dio e di tutti i santi devo no essere poste e mantenute soprattutto nelle chiese, e ad esse vanno tributati l onore e la venerazione dovuti, non perché si creda che in esse risiedano qualche divinità o e nergia che le rendano meritevoli di culto, né perché vi sia qualcosa da chieder loro, e nemmeno perché si possa attribuire credibilità alle immagini, come accadeva tra i pa gani di un tempo, che riponevano le loro speranze negli idoli; bensì per il fatto che l onore ad essi tributato va in realtà ai modelli che esse raffigurano; così, attraverso quelle immagini che baciamo, davanti a cui ci scopriamo il capo e c inginocchiamo, adoriamo il Cristo e veneriamo i santi, di cui esse portano l immagine. Cosa sancita dai decreti conciliari, soprattutto dal secondo concilio niceno contro gli oppositori delle immagini. La ricchezza di figure umane che decorano i nostri edifici religiosi e il comportamento abitudinario di rivolgersi ad immagini è una conseguenza diretta di quel momento storico, in cui si riafferma il ruolo dei santi intercessori e di cui si formalizza una precisa iconografia, giunta sino ai giorni nostri. La ricorrenza, in particolare, di raffigurazioni di San Rocco, San Sebamented in Chapter XVII of the Treaty Instructionum fabricae et suppellectilis Ecclesiasticae libri duo, Instructions on Construction and on ecclesiastical furnishings, written by St. Carlo Borromeo, entirely dedicated to Sacred images and paintings, divided into the following sections: What you should avoid and what you should keep in sacred images. The insignia of the saints. The places not convenient for sacred paintings. The rite of the blessing of the images. The caption with the name of the saints. The "parergi" and the additions for ornamentation. "Therefore the images of Christ, the Virgin Mother of God and of all the saints must be placed and maintained especially in the churches, and they should be bestowed the honor and reverence due, not because they believe that a deity or energy that make them worthy of worship inhabit in them, nor because there is something to ask them, and not because you can give any credibility to the images, as it happened among the old pagans who placed their hope in idols, but rather to the fact that the honor bestowed to them actually goes to the models that they represent, so, through those images that we kiss, before whom we discover our head and we kneel, we adore Christ and venerate the saints, of which they bear the image. This is ratified in the Council decrees, especially from the second Nicene council against the opponents of images". 36

38 stiano, San Carlo Borromeo, Sant Antonio abate, San Francesco d Assisi, San Domenico di Guzman e San Luigi Gonzaga testimonia il valore e il significato profondo della devozione profusa da parte delle nostre comunità e ne giustifica il presente interessamento. Tale dedizione ha intensamente coinvolto anche la Vergine. Al termine di questo breve excursus ci si soffermerà in particolare su due luoghi che devono le loro origini al culto, sempre più fervido ed intenso, rivolto dalle nostre comunità ai simulacri che ancora oggi si conservano in questi veri e propri santuari. Ben tre templi dedicati alla venerazione mariana sono concentrati nel territorio dell Ecomuseo: il santuario della Possenta, situato in Ceresara, il santuario della Madonna del Dosso in Casalmoro, la chiesa di Santa Maria del Lago ad Asola. Un elemento comune a questi luoghi di culto è rappresentato dall origine quasi leggendaria degli stessi: una vicenda tramandata da secoli nella quale si mescolano dati oggettivi e spunti leggendari che, segnati da un alone di mistero, continuano ad esercitare grande fascino e curiosità. Quello che in questa pubblicazione si può trovare è una selezione di indizi, spunti, suggerimenti su cui comporre liberamente itinerari di scoperta dell Ecomuseo. Punti di partenza per ulteriori percorsi di ricerca, studio ed approfondimento. The richness of human figures that decorate our religious buildings and usual behavior to turn to images is a direct result of that historical moment, which reaffirms the role of intercessors and which formalizes a precise iconography which has proceeded till the present day. The recurrence, in particular, of depictions of St. Rocco, St. Sebastian, St. Carlo Borromeo, St. Anthony Abbot, St. Francesco of Assisi, Saint Dominic and Saint Luigi Gonzaga testifies the value and significance of deep devotion given by our communities and justifies the actual concern. Such dedication has also deeply involved the Virgin. At the end of this brief review we will focus in particular on two places that owe their origins to the cult, more and more fervent and intense, addressed by our communities to simulacra which are still preserved in these veritable sanctuaries. Three temples dedicated to the veneration of Mary are concentrated in the area of the Ecomusum: the sanctuary of Possenta, located in Ceresara, and the sanctuary of the Madonna del Dosso in Casalmoro, the church of Santa Maria del Lago in Asola. A common element in these places of worship is represented by the almost legendary origin of the same: a story handed down for centuries in which you mix facts and legendary ideas, marked by an aura of mystery, continue to exercise great fascination and curiosity. What you can find in this publication is a selection of clues, hints, tips with which one can freely compose the itineraries of the Ecomuseum. Starting points for further roads of research, study and analysis. 37

39 NOTE 1. Per una completa ed esaustiva panoramica sulla realtà confraternale, Gilles Gerad Mee r s s e m a n, Ordo Fraternitatis. Confraternite e pietà dei laici nel medioevo, Roma, Mor o n i, Gaetano, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni specialmente intorno ai principali santi (...) compilazione di Gaetano Moroni, Venezia: dalla Tipografia Emiliana, , vol. XVI, p Mor o n i, Gaetano, op. cit., , vol. XVI, p Moroni riporta anche come le confraternite siano state definite fratellanze secolari di terza specie, dove per prima specie si intende il clero secolare, per seconda specie il clero regolare e per terza specie appunto le confraternite, nelle quali l osservanza di uno statuto e la foggia uniforme dell abito imitano le forme del clero secolare e regolare. 4. Con il termine disciplina si intende sia lo strumento di penitenza, composto da un mazzo di funicelle di varia lunghezza riunite attorno ad un manico, che serviva da impugnatura, aventi alle estremità nodi e palline di legno, sia la pratica stessa della penitenza. 5. Mor g h e n, Raffaello, Raniero Fasani e il movimento dei disciplinati del 1260, in Il movimento dei Disciplinati nel settimo centenario del suo inizio (Perugia 1260), Perugia 1962, Perugia,1972, pp Nava r r i n i, Roberto, I Disciplinati nel mantovano, in I Disciplini. Ricerche sulle confraternite del mantovano, Mantova, Gianluigi Arcari Editore, 1989, pp Rub i n i, Giuseppe, La spiritualità del movimento dei Disciplinati, in I Disciplini. Ricerche sulle confraternite del mantovano, Mantova, Gianluigi Arcari Editore, 1989, pp Zar d i n, Danilo, Radici e storia delle confraternite in terra milanese e lombarda, in Confraternite: fede e opere in Lombardia dal Medioevo al Settecento, a cura di S. Buganza, P. Vanoli, D. Zardin, Milano, Scalpendi, 2011, p Alano della Rupe, nato nel 1428 in Bretagna, ancora giovane entrò nell ordine domenicano. Nel 1464 ebbe la più importante rivelazione in cui la Vergine, accettandolo come sposo, gli ordinò di propagare il suo salterio e la sua confraternita. La visione del 1464 era una specie di ricompensa celeste per la sua fedeltà nel recitare ogni giorno il salterio mariano durante gli anni della sua crisi morale, e rappresenta l inizio del propagarsi della preghiera e delle confraternite mariane. 10. Za r d i n, Danilo, Radici e storia delle confraternite in terra milanese e lombarda, in Confraternite: fede e opere in Lombardia dal Medioevo al Settecento, a cura di S. Buganza, P. Vanoli, D. Zardin, Milano, Scalpendi, 2011, p

40 Bibliografia Bibliography Bor r o m e o, Carlo, Istruzioni sull edilizia e la suppellettile ecclesiastica - Instructionum fabricae et suppellectilis ecclesiasticae libri duo, 1577, a cura di A. Ber n a r e g g i. [ EDILIZIA/CarloBorromeo.htm] Mor o n i, Gaetano, Dizionario di erudizione storicoecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri giorni specialmente intorno ai principali santi (...) compilazione di Gaetano Moroni, Venezia: dalla Tipografia Emiliana, , vol. XVI. Mee r s s e m a n, Gilles Gérard, Ordo Fraternitatis. Confraternite e pietà dei laici nel medioevo, Roma, Mor g h e n, Raffaello, Raniero Fasani e il movimento dei disciplinati del 1260, in Il movimento dei Disciplinati nel settimo centenario del suo inizio (Perugia 1260) Perugia 1962, Perugia, I Disciplini. Ricerche sulle confraternite del mantovano, Mantova, Gianluigi Arcari Editore, Mostra dei Disciplini: storia, arte, devozioni, a cura di C. Fav i n i, C. Ghi s i n i, G. Rub i n i, Castel Goffredo, Cassa rurale ed artigiana, I secoli delle confraternite, Asola, Rongoni, Cipolla, Carlo M., Le istituzioni storiche del territorio lombardo, Milano, Regione Lombardia, Confraternite: fede e opere in Lombardia dal Medioevo al Settecento, a cura di S. Bug a n z a, P. Van o l i, D. Zar d i n, Milano, Scalpendi, Bor r o m e o, Carlo, Instructions on Construction and on ecclesiastical furnishings - Instructionum fabricae et suppellectilis Ecclesiasticae libri duo, 1577, edited by A. Be r n a r e g g i. [ EDILIZIA/CarloBorromeo.htm] Mor o n i, Gaetano, Dictionary of historical and ecclesiastical scholarship from S. Peter's to the present day especially around the main saints (...) compilation of Gaetano Moroni, Venice: Typography by Emiliana, , vol. XVI. Mee r s s e m a n, Gérard Gilles, Ordo Fraternitatis. Confraternities and piety of the laity in the Middle Ages, Rome, Mor g h e n, Raphael, Raniero Fasani and the movement of Disciplini in 1260, in The movement of the Disciplini in the seventh centenary of its beginning (Perugia 1260), Perugia, 1962, Perugia, The Disciplini. Research on confraternities of Mantua, Mantua, Gianluigi Arcari Editore, Show the Disciplines: history, art, devotions, edited by C. Fav i n i, C. Gh i s i n i, G. Ru b i n i, Castel Goffredo, Cassa Rurale ed Artigiana, The centuries of the Confraternities, Asola, Rongoni, Cipolla, Carlo M., The historical institutions of Lombardy, Milan, Lombardy Region, Confraternities: faith and works in Lombardy from the Middle Ages to the eighteenth century, edited by S. Bug a n z a, P. Va n o l i, D. Zardin, Mi l a n, Scalpendi,

41 Schede 40

42 ASOLA Chiesa dei Disciplini Bianchi Dedicazione Santa Maria della Misericordia (o del Carmine) Cronologia Tra le chiese di Asola restaurate nel 1410, Lodovico Mangini menziona anche un edificio dedicato a S. Maria della Misericordia. Nel 1566 la visita pastorale del vescovo di Brescia Domenico Bollani la ricorda già come sede dei Disciplini Bianchi. Risale al XVIII secolo, come testimonia la data 1730 incisa sull architrave del portale, il rinnovamento dell edificio nelle forme attuali. Nel 1794 la scuola dei Bianchi effettuava interventi di rilievo nel complesso annesso alla chiesa, adibito a sede della confraternita e tuttora conservato. Architettura La facciata a capanna mantiene eleganti linee settecentesche. L interno a navata unica, di struttura molto semplice, si caratterizza per il presbiterio sopraelevato a cui si accede tramite due rampe di scale ornate da una scenografica cancellata in ferro battuto. L accesso alla cripta sottostante, un tempo adibita a memoriale del Santo Sepolcro, è ornato da una mostra in marmi bianchi e neri che le dà un intenzionale imponenza rispetto al resto dello spazio. Oltre all altare maggiore, intitolato alla Madonna del Carmelo, sono presenti due altari laterali dedicati alla Natività e ai santi Francesco da Croce astile Paola, Faustino e Giovita. A destra della chiesa si trova l edificio che fu sede del sodalizio: spiccano due ampi saloni il cui soffitto è decorato da sobri stucchi settecenteschi. 41

43 I Disciplini Bianchi ad Asola La confraternita dei Disciplini Bianchi di Asola fu probabilmente fondata nel Quattrocento. Le manifestazioni di devozione che le erano proprie attestano il grande rilievo del tema della Passione di Gesù. In stretta connessione con la liturgia della Settimana Santa, vi era l obbligo per il cappellano dei Bianchi di tenere un sermone ai confratelli la sera del Giovedì Santo e di presiedere la successiva funzione durante la quale avveniva il rito della lavanda dei piedi. Nel XVIII secolo, tutti i venerdì dell anno, presso la chiesa dei Bianchi all ore 21 si recita il Coroncino per divozione alla Passione di N.S.G.C.. Fino all epoca della visita di Carlo Borromeo (1580) i confratelli si ritrovavano saltuariamente anche per consumare un pasto in comune; la pratica venne poi proibita dall arcivescovo milanese. In ambito caritativo la relazione della visita carolina segnala che con il lascito di una certa Pasqua, figlia di Nicola de Acelpho, i Bianchi provvedevano ogni anno a dotare fanciulle povere e curavano la manutenzione della loro chiesa. Nel 1615 i confratelli fecero istanza presso il consiglio cittadino per ottenere: la imagine della Beata Vergine Maria adorante il bambino Gesù collocata in cattedrale. Il consiglio aderì alla richiesta a patto che con le elemosine a essa offerte si distribuisse ogni anno una certa quantità di frumento ai poveri. In origine l elargizione avveniva il 2 febbraio, festa della Purificazione di Maria, mentre agli inizi del XVIII secolo l impegno era onorato il giorno della commemorazione dei defunti. Arredi e opere d arte custodite o provenienti dalla chiesa dei Disciplini Bianchi All interno della chiesa spicca, all altare posto sul lato sinistro, un affresco quattrocentesco raffigurante la Madonna con Bambino. Si tratta dell immagine ottenuta dai confratelli nel 1615 e traslata alla sede attuale verso la fine del XVII secolo. Proviene da questo oratorio la grande statua lignea raffigurante il Cristo morto attribuita a Clemente Zamara, ora custodita presso il Museo parrocchiale G.B. Tosio (inizi sec. XVI). È una delle creazioni più intense dello scultore bresciano in cui convivono, accanto a una cura per la resa anatomica di gusto rinascimentale, memorie più arcaiche. Un gruppo di opere provenienti da questa chiesa è attualmente in deposito presso il Museo civico G. Bellini. Tra di esse vanno ricordate le seguenti. Croce astile in argento lavorata a sbalzo con terminazioni mistilinee (fine XV - inizi XVI sec.). Alla croce sono applicate placchette raffiguranti nel verso il Crocifisso, il Pellicano, la Maddalena, Maria e S. Giovanni. Nel recto sono presenti le immagini della Madonna della Misericordia, sotto il cui manto si scorgono i Disciplini in preghiera, S. Michele arcangelo, S. Pietro e la raffigurazione allegorica della Sapienza e della Verità. Due statue lignee di piccole dimensioni raffiguranti Disciplini inginocchiati in preghiera (sec. XVI). I lineamenti dei volti assorti nella meditazione e la resa delle pieghe del saio penitenziale esprimono con grande efficacia il clima di devozione e di ascesi tipico di questa confrater- 42

44 nita. Un ciclo di otto tele raffiguranti i santi Agata, Andrea, Barbara, Caterina d Alessandria, Girolamo, Lorenzo, Lucia, Maurizio di probabile fattura cinquecentesca. La pala settecentesca raffigurante S. Francesco di Paola tra i santi Giovanni Nepumuceno ed Eurosia, un tempo posta all altare dedicato a S. Francesco di Paola ornato da eleganti statue in stucco raffiguranti i santi Faustino e Giovita. Cristo morto Bibliografia Tesori d'arte nella terra dei Gonzaga, Milano, Electa, A. Bertuzzi, Storia ed arte dei quartieri nel periodo rinascimentale, Asola, Il Gambino, L. Mangini, Dell Historie di Asola fortezza posta tra gli confini del ducato di Mantova, Brescia, e Cremona (2 voll.) a cura di A. Pellizza, Mantova, Gianluigi Arcari Editore, I secoli delle confraternite, Asola, Parrocchia di Asola, Visita apostolica e decreti di Carlo Borromeo alla diocesi di Brescia, II, Bassa centrale e orientale, a cura di A. Turchini, G. Archetti, G. Donni, «Brixia Sacra. Memorie storiche della diocesi di Brescia», 3 s., XI, 3 (2006). 43

45 ASOLA Chiesa di Santa Maria del Lago (scuola dei Disciplini Rossi) Dedicazione Santa Maria in Bethlehem (o della Neve o del Pianto) Cronologia Nel 1569 il consiglio cittadino di Asola deliberò di erigere una chiesa dedicata a S. Maria sul sito, posto nella contrada del Lago, dove si trovava un edicola molto venerata detta di S. Maria de Fezoli. Già nel 1509 il flusso di devoti era tale da spingere mons. Cristoforo Mangiavino, vescovo di Polignano e arciprete 44

46 di Asola, a interessarsi a questa immagine. Come attesta un epigrafe posta sulla facciata, i lavori potevano dirsi conclusi solo nel Architettura La facciata, di vigorose linee rinascimentali, è mossa da lesene tuscaniche e nicchie ed è sormontata da un timpano raccordato con volute a due piccoli obelischi laterali. È stata riportata alle sue linee originali nel 1991, dopo che nel XIX sec. il prospetto era stato pesantemente alterato. La spazialità dell edificio cinquecentesco, a una navata a volta con tre piccole cappelle per lato e presbiterio rettangolare, si conserva parzialmente sotto un esuberante veste decorativa a stucchi ed affreschi di gusto tardo barocco. La realizzazione della cantoria lignea e della cassa organaria, sormontanti l ingresso, comportò infatti l eliminazione delle prime due cappelle laterali. I Disciplini Rossi ad Asola Presso la chiesa venne istituito un sodalizio intitolato alla SS. Trinità e ai santi Ambrogio e Carlo Borromeo, detta scuola dei Disciplini 45

47 Rossi (1615). Da allora all originaria devozione mariana si sarebbe intrecciata la venerazione per i due vescovi milanesi. Secondo una tradizione non documentata, il Borromeo avrebbe addirittura celebrato in questa chiesa durante la sua visita. Il Giovedì Santo i confratelli tenevano una processione serale per compiere la visita al Santo Sepolcro, dopo di che aveva luogo una funzione religiosa. Nel Settecento è attestato che tutte le sere di Quaresima i Disciplini Rossi (come pure i Disciplini Bianchi): recitano a coro li sette salmi Penitenziali con altre divote Orazioni. Il lascito disposto da Caterina Ghidini nel 1758 a favore della scuola dei Rossi ci informa che i confratelli, oltre a dotare fanciulle povere il giorno di S. Francesco di Paola, si dedicavano anche al riscatto di schiavi fatti prigionieri dai corsari barbareschi nel Mediterraneo. Arredi e opere d arte legate ai Disciplini Rossi Strettamente legati alla spiritualità dei Disciplini Rossi sono i dipinti di gusto barocco custoditi nella seconda cappella a destra, raffigurante S. Ambrogio in preghiera davanti alla Vergine, e 46

48 nella prima cappella a sinistra, raffigurante la Trinità adorata dai santi Ambrogio e Carlo Borromeo. Il paliotto marmoreo dell altare di quest ultima presenta l immagine scolpita di due Disciplini in preghiera. La cappella, così come quella un tempo dedicata a S. Francesco di Paola che le corrisponde sul lato opposto, è ornata da due bassorilievi in stucco raffiguranti scene della vita del santo titolare. Altre opere d arte custodite nell edificio o da esso provenienti La pala dell altar maggiore, risalente agli ultimi decenni del XVI sec., raffigura l Assunzione di Maria. I recenti restauri hanno individuato in questa pregevole tela la firma di Orazio Lamberti. Originario di Cento, ma trasferitosi in giovane età ad Asola, il Lamberti fu pittore molto attivo tra Cremona e Mantova lavorando spesso sotto la direzione di Antonio Maria Viani, prefetto delle fabbriche di Vincenzo I Gonzaga. In questo dipinto si apprezzano i colori cangianti e l efficace resa dei volti degli apostoli, caratterizzati come ritratti. Nel 1714, dopo il crollo della vecchia ancona, i reggenti della confraternita promossero la realizzazione della struttura in stucco sorretta da imponenti colonne di marmo nero che tuttora incornicia il dipinto. La volta a botte della navata è decorata con un vasto affresco di fattura settecentesca raffigurante scene della vita di Maria tratte dai vangeli canonici e apocrifi e culminante nella scenografica e un po macchinosa Assunzione posta al centro del soffitto. Ora custodito al Museo parrocchiale G.B. Tosio, ma proveniente da questa chiesa, è un ciclo di sette tele ovali e mistilinee di piccole dimensioni raffiguranti alcune scene della vita di Maria che ornava le pareti e l altare della seconda cappella a sinistra, dedicato all Addolorata. In deposito presso il Museo civico G. Bellini sono invece quattro tele di gusto barocco raffiguranti le sibille che si trovavano in appositi spazi incassati tra le pareti della navata. Ritratte come eleganti figure femminili reggenti oggetti simbolici, le sibille sono accompagnate da epigrafi allusive alla Passione di Cristo. Bibliografia A. Bertuzzi, Storia ed arte dei quartieri nel periodo rinascimentale, Asola, Il Gambino, P. Bagni, Artisti centesi del Cinquecento, Cittadella, Bertoncello Arti Grafiche, L. Mangini, Dell Historie di Asola fortezza posta tra gli confini del ducato di Mantova, Brescia, e Cremona (2 voll.) a cura di A. Pellizza, Mantova, Gianluigi Arcari Editore, I secoli delle confraternite, Asola, Parrocchia di Asola, Visita apostolica e decreti di Carlo Borromeo alla diocesi di Brescia, II, Bassa centrale e orientale, a cura di A. Turchini, G. Archetti, G. Donni, «Brixia Sacra. Memorie storiche della diocesi di Brescia», 3 s., XI, 3 (2006). 47

49 ASOLA Chiesa arcipretale (già cattedrale) dell Assunzione della Beata Vergine Maria e Sant Andrea Apostolo 48

50 Dedicazione Assunzione della Beata Vergine Maria e S. Andrea Apostolo Cronologia Nel luogo in cui già nel XIV secolo sorgeva una piccola chiesa intitolata a S. Andrea, nel 1472 si iniziò a costruire l edificio attuale su disegno di un Guglielmo cremonese concordemente identificato con Guglielmo de Lera. La nuova chiesa, consacrata dall arcivescovo di Lepanto Marco Saracco il 27 gennaio 1501, venne completata nel corso dei primi decenni del XVI sotto la direzione di Francesco Biondello da Asola. Ben presto vi fu trasferita la sede parrocchiale dall antica pieve medioevale dedicata all Assunta. Elevata a collegiata insigne con proprio capitolo canonicale ed arciprete mitrato da papa Giulio II (1507), dal 1697 al 1818 fu chiesa cattedrale della prelatura nullius dioecesis di Asola, dotata di giurisdizione e prerogative episcopali. Architettura All esterno si distinguono l'agile campanile e l abside poligonale, unici elementi sopravvissuti dell antico edificio trecentesco. Il fianco destro, che dà sulla piazza, si presenta come una seconda facciata. Su questo lato sono notevoli il cinquecentesco orologio posto a metà della navata e la monofora con il rosone che la sovrasta, collocati alla testata del transetto. Questi ultimi sono ornati da raffinate decorazioni in terracotta. La facciata vera e propria, su cui si aprono tre rosoni, è invece di linee più sobrie. L interno di vaste proporzioni è improntato al gusto tardo gotico lombardo. La pianta dell edificio è a croce latina con tre navate voltate a crociera suddivise da arcate ogivali sostenute da sei pilastri cruciformi. Oltre all altare maggiore sono presenti altri otto altari; nel transetto sinistro si apre una cappella barocca a pianta quadrata e cupola dedicata a S. Giovanni Crisostomo, patrono della parrocchia. Tracce della confraternita di S. Giuseppe Dagli atti della visita del Borromeo è possibile dedurre che la confraternita di S. Giuseppe era stata fondata in occasione del voto pubblico formulato durante l assedio di Massimiliano d Asburgo nel 1516, contestualmente all istituzione di un canonicato sotto lo stesso titolo. Compito principale di questo sodalizio era naturalmente promuovere la devozione verso il santo titolare e le celebrazioni all altare a lui dedicato, il primo entrando nella navata destra. Di esso i confratelli curavano anche la decorazione e la manutenzione. A S. Giuseppe sono dedicati una parte degli affreschi posti alle pareti della cappella risalenti al Di particolare rilievo espressivo la rappresentazione di S. Giuseppe e l angelo posto sul pilastro che regge l arcata di accesso alla navata. Spiccano inoltre una drammatica Pietà e una Flagellazione. La pala d altare è una Natività di Giovanni da Asola che mostra, nei richiami a Giorgione e Tiziano, la cultura e la notevole qualità di questo pittore attivo a Venezia nei primi decenni del Cinquecento. Alla mano del figlio Bernardino spetta invece la vigorosa lunetta raffigurante l Eterno Padre in una gloria di angeli musicanti. Singolare il fatto che la confraternita di S. Giu- 49

51 seppe, come rivelano i libri di amministrazione, prestava denaro praticando un modesto tasso di interesse, affiancandosi in tal modo all opera del Monte di pietà nel sovvenire alle necessità materiali dei poveri. Tracce della confraternita di S. Barbara Ad Asola, come in molte fortezze veneziane, gli artigiani erano inquadrati in un corpo di artiglieri ausiliari denominati scolari bombardieri, talvolta impiegati anche nella sorveglianza delle porte. Posto sotto la protezione di S. Barbara, il loro sodalizio è menzionato già nel 1566, giungendo a raggruppare un centinaio di scolari nel Oltre ai compiti già descritti e alla consueta mutua assistenza, gli iscritti a questa confraternita solennizzavano alcune cerimonie religiose con lo sparo di colpi a salve. A costoro venne affidato il secondo altare della navata destra, anticamente dedicato ai santi Filippo e Giacomo (1586). La pala d altare, opera del bresciano Antonio Gandino, rappresenta il martirio di S. Barbara e risale al decennio successivo. Nel dipinto, in ricordo dell antica destinazione, sono raffigurati anche i precedenti titolari. È da notare che i carnefici sono dipinti nelle vesti di guerrieri turchi: un trasparente riferimento alla secolare lotta tra Venezia e l impero ottomano. L ancona e la mensa (sec. XVIII) sono in marmi policromi lavorati con particolare eleganza; le caratteristiche esecutive dell opera manifestano l intervento delle celebri maestranze di marmorari bresciani. Di particolare pregio è il tabernacolo con una splendida raffigurazione della Risurrezione di Cristo. Tracce della confraternita dell Immacolata Concezione Anche questa confraternita, con sede al terzo altare della navata destra, è di fondazione cinquecentesca. Tra le iniziative da essa promosse si ricorda la processione celebrata nel giorno della festa liturgica dell 8 dicembre la cui partecipazione permetteva di lucrare speciali indulgenze. Nel 1610 era stata aggregata all Arciconfraternita della Concezione nella chiesa di S. Lorenzo in Damaso a Roma, ottenendo da papa Paolo V duecento giorni di indulgenza per tutti coloro che in particolari giorni, si ritroveranno nella Capella de la Concezione della Madonna, nella Chiesa Collegiata di S. Andrea di Asola, ed udiranno, overo reciteranno le Litanie, e la Salve Regina. Altre indulgenze erano riconosciute a chi si dedicava a iniziative assistenziali (visita alle carceri o agli ospedali) o spirituali, quali la pacificazione delle discordie o l insegnamento del catechismo. La pala d altare, circondata da una bella ancona in marmi policromi di fattura settecentesca, è una pregevole tela attribuita tradizionalmente a Lattanzio Gambara e raffigurante la Madonna con Gesù Bambino e S. Giovannino (XVI sec.). La celebrazione di Maria si coglie anche negli affreschi che ornano la parete e le volte, opera di Antonio della Corna (fine sec. XV). Spiccano in particolare l Annunciazione della lunetta e il tondo raffigurante la Madonna col Bambino della volta. Tracce della confraternita del SS. Sacramento Un offerta presentata nel 1496 da Silvestro Caz- 50

52 Altare di Santa Barbara Natività zalupo al massaro (amministratore) Antonio Cattani per la fabbrica dell altare del Corpus Domini, fa supporre che in questa data i confratelli fossero impegnati a perfezionare la propria cappella. In ogni caso già nel 1516 furono realizzati gli affreschi all altare della prima cappella a sinistra. Non casuale appare la simbologia eucaristica ricorrente nella decorazione della crociera. All epoca della visita del Bollani (1566) il canonico Pietro Mangini, che fungeva da cappellano del sodalizio, periodicamente teneva meditazioni durante le riunioni della confraternita. Questa promuoveva anche la celebrazione di una messa cantata al proprio altare la terza domenica di ogni mese e la recita dell ufficio per i defunti. Inoltre, faceva celebrare una messa ogni sabato, giorno tradizionalmente consacrato alla pietà mariana. Dal 1621, in base al breve di papa Gregorio XV trascritto in un epigrafe tuttora collocata nel transetto destro, le messe in suffragio delle anime del Purgatorio celebrate all altare del SS. Sacramento beneficiavano di particolari indulgenze. Il sodalizio mantenne la propria vitalità anche dopo le soppressioni napoleoniche: ancora nel 1855 l arciprete Giovan- 51

53 ni Battista Barosi curava la rielaborazione delle Regole della venerabile compagnia del Santissimo Sacramento eretta nella Chiesa Parrocchiale di Asola. Sul fronte dell impegno caritativo è da ricordare che nel 1570 l orafo Bartolomeo Cremonese, residente a Venezia ma originario di Asola, destinava ad essa una parte della propria eredità, affinché provvedesse alla dote di fanciulle povere. Numerose sono le opere d arte legate a questa confraternita. Presso l altare ad essa affidato nel XVI secolo sono tuttora conservati affreschi raffiguranti l Ultima Cena (ispirata al modello leonardesco), la Presentazione al Tempio, il martirio di S. Lorenzo e una rappresentazione dei monogrammi di Gesù e Maria ornati dagli arma Christi e dalla visione di S. Gregorio Magno; alla base dell affresco compaiono le immagini dei santi Rocco, Sebastiano, Girolamo, Antonio abate, mentre ai lati sono posti gli evangelisti. Si tratta di un opera singolare che riprende in scala monumentale un iconografia presente in incisioni del XV secolo. L impegno caritativo degli associati è adombrato nelle figure dei santi Stefano e Omobono affrescate nel pilastro che separa la cappella da quella successiva. Il ciclo è attribuito al pittore milanese Antonio dei Fedeli, attivo ad Asola nella prima metà del Cinquecento. Nel corso del Seicento venne affidato ai confratelli l altare posto nel transetto destro, la cui ancona lignea è ornata da intagli e sculture di Bernardo Rivolta e Gasparo Bianchi ( ). La pala, dipinta con singolari effetti luministici dal lucchese Pietro Ricchi, raffigura l Ultima Cena. Di rilievo anche il monumentale altare in marmi intarsiati, proveniente dalla soppressa chiesa dei francescani e qui collocato nel XIX secolo. Presso il Museo civico G. Bellini sono in deposito due grandi lanterne processionali di gusto barocco che venivano utilizzate durante le processioni del SS. Sacramento. Tracce della confraternita di S. Antonio di Padova Il 13 giugno 1662 un fulmine colpiva la polveriera della rocca di Asola facendola esplodere. Il consiglio cittadino, poiché l abitato era restato immune da danni, decise di solennizzare la festività di S. Antonio di Padova, giorno in cui si era verificato l evento. Da questo avvenimento ebbe origine anche una confraternita dedicata al santo francescano. In suo onore fu ricostruito il primo altare della navata sinistra, sino a quell'epoca dedicato al SS. Sacramento. L ancona lignea, ora distaccata dalla parete per consentire la vista degli antichi affreschi, e le due statue del santo titolare sono dovute a Gasparo Bianchi. Il dipinto realizzato come pala d altare raffigura S. Antonio che intercede presso la Trinità in favore della città di Asola, rappresentata come una figura femminile riccamente abbigliata. L opera è attribuita a Francesco Paglia con la collaborazione del figlio Angelo (inizi XVIII sec.). Tracce della confraternita del Rosario Nel 1602 i confratelli fecero istanza per ottenere un luogo dove erigere un altare in onore della Beata Vergine del Rosario. Fu loro assegnato l antico altare dedicato a S. Agata con il patto 52

54 Polittico della Misericordia 53

55 che nella nuova pala d altare venisse raffigurata anche questa santa, a cui era intitolato uno dei canonicati componenti il capitolo. Il nuovo dipinto, firmato e datato 1621, fu realizzato da Jacopo Palma il giovane e costituisce una delle ultime opere del maestro veneziano. Vi sono raffigurati, con chiarezza d impostazione tipica della pittura controriformistica, la Madonna con Bambino che dispensa rose a S. Domenico e S. Caterina da Siena tra S. Agata e S. Lucia. La pala è circondata da un ancona marmorea con timpano spezzato sorretto da due colonne corinzie e sormontata dalla statua della Madonna del Rosario tra due angeli. Entro nicchie ai lati dell ancona sono invece poste le immagini in stucco di S. Domenico e S. Francesco. La mensa e il paliotto sottostante provengono dalla cappella di S. Giovanni Crisostomo: sono stati qui collocati a seguito di un rimaneggiamento ottocentesco. Vi è raffigurato il martirio della Legione Tebana tra due statuette che ritraggono i santi Ignazio di Loyola e Teresa d Avila. Tracce della confraternita dei Disciplini Bianchi Alla confraternita dei Bianchi, che pure disponeva di un proprio oratorio, competeva anche l altare collocato nel transetto sinistro. È dedicato alla Madonna ed ai santi Girolamo e Fermo rappresentati in tre statue lignee (le immagini dei santi sono copie moderne degli originali) collocate in un ancona di gusto rinascimentale. L ancona, decorata anche da un Ecce Homo e dalle figure a mezzo busto dei santi Pietro e Paolo, è stata scolpita da Clemente Zamara agli inizi del Cinquecento. Vi era evidentemente una certa consonanza tra la spiritualità dei Disciplini e l espressività un po aspra propria dello scultore. Nel Seicento Gasparo Bianchi intervenne sull ancona aggiungendovi una monumentale struttura lignea formata da due colonne che sostengono il frontone su cui sono poste le statue della Vergine e dei santi Francesco e Domenico. Nel 1732 i coniugi Giacomo e Maddalena Marinoni donarono un nuovo altare marmoreo con paliotto finemente intarsiato e decorato con statuette raffiguranti la Madonna e i santi Giacomo e Maria Maddalena. Tracce della confraternita dei santi Ignazio e Teresa Negli anni il canonico Giovanni Battista Redone fece costruire una cappella, comunicante con il transetto destro, dedicata a due campioni della Controriforma: Ignazio di Loyola e Teresa d Avila. L edificio è a pianta quadrata sormontato da cupola emisferica con annesso un piccolo spazio rettangolare, ora adibito a battistero, che ne costituiva il presbiterio. La cappella fu benedetta, ormai dopo la morte del Redone avvenuta nel 1696, da mons. Giovanni Battista Tosio prelato ordinario di Asola (1702). Nel 1722, per conto del suo successore mons. Agostino Brutti, vi fu collocato un tabernacolo marmoreo per custodirvi il busto reliquiario del patrono S. Giovanni Crisostomo, a cui è oggi dedicata. Se l intento del Redone era di promuovere la devozione per i due santi spagnoli, l obiettivo poteva dirsi raggiunto. Risale infatti ai primi decenni del Settecento la redazione del Libro Cassa di Ss. Ignazio, e Teresa d Asola, sive dell Altare della Capella, oggi custodito presso 54

56 l archivio parrocchiale, che testimonia il sorgere di una confraternita dedicata a questi santi. L apparato decorativo della cappella, in cui si fondono trionfalismo barocco e accenti popolareschi, è finalizzato all esaltazione dei santi titolari. Alle pareti e nella cupola esuberanti specchiature in stucco incorniciano affreschi che illustrano fatti della vita di S. Ignazio e S. Teresa. Sempre in stucco sono le figure allegoriche di virtù poste alle pareti. Nel battistero si trova una bella pala, dovuta a Francesco Paglia, raffigurante la Madonna tra i santi Ignazio e Teresa. In basso è ritratto il canonico Redone, mentre al centro si scorge il profilo della cattedrale. Sulla parete opposta vi è una tela di vaste proporzioni che raffigura il martirio di s. Innocenzo le cui reliquie vennero ospitate in questo ambiente nei primi anni del XVIII secolo. L ancona in marmi policromi che incornicia il tabernacolo di S. Giovanni Crisostomo proviene dalla distrutta chiesa di S. Maria della Croce che fu sede di un convento agostiniano. Una menzione meritano anche le eleganti cancellate in ferro battuto che separano il battistero dal vano quadrato e la cappella dal transetto. Altre opere d arte custodite nell edificio L essere stata dal XV secolo in poi il più importante edificio sacro della parrocchia, ha favorito il costituirsi nella chiesa di S. Andrea di un ricco patrimonio di opere d arte di cui si ricordano qui le principali. Risalgono agli ultimi anni del Quattrocento gli affreschi che ornano le volte delle navate minori (1490 ca.). Attribuiti al cremonese Antonio della Corna, questi dipinti replicano in ogni crociera il medesimo schema formato da quattro tondi con figure di santi circondati da girali vegetali. In essi si coglie l influenza della decorazione ispirata al Mantegna che orna la sagrestia del duomo di Mantova. Il Della Corna affrescò anche le parerti della terza cappella della navata destra e della navata sinistra. Alcuni studiosi identificano nel Della Corna l autore del grandioso polittico della Misericordia collocato all altare maggiore. L opera, identificabile con l ancona ordinata dalla comunità nel 1488, è divisa in dieci scomparti racchiusi in una pregevole cornice tardo gotica a cuspidi e pinnacoli. Le tavole del registro inferiore raffigurano la Madonna della Misericordia tra i santi Lorenzo e Andrea (a sinistra), Sebastiano e Marco (a destra). Nel registro superiore la Crocifissione è circondata dalle immagini dei santi Antonio abate ed Erasmo (a sinistra), Agata e Rocco (a destra). Nella predella sono incastonate tavolette con l immagine dei dodici apostoli che reggono cartigli con gli articoli del Credo, mentre nelle cuspidi sono posti cinque medaglioni con i dottori della Chiesa Agostino, Ambrogio, Girolamo e Gregorio Magno e al centro il Padre Eterno. Il polittico, pur nel permanere di taluni stilemi tardo gotici, è improntato al linguaggio rinascimentale in cui echi mantegneschi e veneziani sono rielaborati con suggestiva originalità. Il complesso dell organo è una delle più rilevanti testimonianze artistiche custodite nell edificio sacro. Nel 1524 la comunità di Asola commissionò a Girolamo Romanino le ante con la raffigurazione del Sacrificio di Isacco e di Augusto e la Sibilla nel recto, dei santi Andrea ed 55

57 Erasmo nel verso. Negli anni successivi vennero a lui affidate anche le tavole della cantoria, decorate con le figure dei profeti e delle sibille nel lato rivolto verso la navata maggiore, della Vergine con il Bambino e dei santi cari alla devozione locale nel lato opposto. Infine il Romanino realizzò ad affresco le vigorose figure dei santi Pietro e Paolo e dei profeti Mosè ed Elia sui pilastri dell arcone che sostiene l organo. A impreziosire questo monumento contribuiscono gli intagli di Clemente Zamara che decorano la cassa organaria e la cantoria, e il pregevole strumento musicale dovuto ai Serassi (1823). Nel il Romanino lavorò alla decorazione del pulpito. Nelle tavole del parapetto dipinse S. Marco, gli apostoli in gruppi di tre e, nel prospetto centrale, la figura di Gesù che regge un cartiglio con il comando di evangelizzare ogni creatura. Infine, sul pilastro che regge il pulpito, è affrescato il toccante Ecce Homo, uno dei vertici dell intero ciclo. Nelle opere asolane il Romanino mostra, oltre alla straordinaria perizia tecnica, quella felice vena anticlassica che ne rende così originale la posizione nel manierismo cinquecentesco. L arte del Moretto, l altro protagonista del Cinquecento bresciano, è testimoniata ad Asola da un ciclo di otto tempere (ora presso il Museo parrocchiale G. B. Tosio ) raffiguranti la Vergine annunciata, l arcangelo Gabriele, S. Giuseppe, la sibilla Eritrea, il profeta Isaia, S. Girolamo, S. Caterina d Alessandria e S. Antonio da Padova. Nonostante i soggetti religiosi questi dipinti erano originariamente destinati alla loggia pubblica da cui, a causa delle cattive condizioni, vennero spostati in chiesa nel XVII secolo. I danni dell esposizione all aperto e un incauto restauro ottocentesco hanno gravemente deteriorato i colori di questi dipinti di cui si può apprezzare quasi esclusivamente la forza del disegno. All Assunzione di Maria, titolo originale della parrocchia, è dedicata la grande tavola posta nel transetto destro. Si tratta di un opera cinquecentesca di cui si ignora l origine, donata da Ottaviano Tosio negli ultimi anni del Settecento. L antica attribuzione dell opera a Giulio Romano è oggi respinta dalla critica che vi ravvisa piuttosto l intervento di un pittore influenzato da Giulio soprattutto nelle posture e nell insistito plasticismo degli apostoli che attorniano il sepolcro vuoto di Maria. Bibliografia A. Besutti, La chiesa cattedrale di Asola: notizie storiche e documenti, Brescia, Brixia Sacra, Un itinerario nel Rinascimento mantovano, Mantova, Publi-Paolini, R. Brunelli, L' antica cattedrale di Asola: un itinerario tra storia, fede e arte, Asola, Parrocchia di Asola, L. Anelli, Francesco e Angelo Paglia ad Asola, in Studi di storia dell'arte in onore di Maria Luisa Gatti Perer, Milano,Vita e Pensiero, I secoli delle confraternite, Asola, Parrocchia di Asola, Romanino: un pittore in rivolta nel Rinascimento italiano, Cinisello Balsamo, Silvana Editore, In laudabile et optima forma: l'organo della Cattedrale di Asola dal Romanino ai Serassi, Mantova, Sometti, C. T. Gallori, Il monogramma dei nomi di Gesù e Maria: storia di un'iconografia tra scrittura e immagine, Asola, Gilgamesh,

58 CASALMORO Chiesa parrocchiale di Santo Stefano protomartire All interno della chiesa parrocchiale un imponente altare ligneo intagliato e dorato ospita una pala raffigurante l Ultima Cena e il momento del tradimento. L affinità con il tema raffigurato nella pala della compagnia del Santissimo Sacramento di Castel Goffredo fa pensare che anche in questo caso sia stata commissionata dalla compagnia. Tracce della Compagnia del Rosario Di fronte all altare attribuibile alla Confraternita del Santissimo Sacramento, si trova un analogo altare ligneo intagliato, dedicato alla Madonna del Rosario, con i misteri del rosario che circondano la scultura della Madonna. Dedicazione e cenni storici Già dedicata ai Santi Faustino e Giovita, come risulta dalla visita pastorale del 1566 e dallo status beneficiorum dioecesis brixiensis degli anni , in seguito la parrocchiale di Casalmoro viene intitolata a Santo Stefano protomartire. Tracce della Compagnia del Santissimo Sacramento Nel 1851 è documentata la presenza della compagnia del Santissimo Sacramento con 32 confratelli. Arredi interni o opere particolarmente significative Nella parete di sinistra la pala d altare con l Immacolata, San Francesco d Assisi e il Battista. San Francesco è rappresentato con le vesti tradizionali dell ordine da lui fondato: è scarno, barbuto ed emaciato per i digiuni, con una ferita al piede. Al suo fianco, san Giovanni Battista, vestito di pelli di cammello, con l agnello ai piedi (Ecce agnus Dei Ecco l agnello di Dio) e la croce fatta con le canne del fiume Giordano, luogo dove Giovanni battezzava. Al centro di una sorta di triangolo che le figure compongono, vi è un serpente che morde una mela. Il riferimento è al demonio, lo stesso del peccato originale, a cui la Madonna sta schiacciando il 57

59 Cappella attribuibile alla Compagnia del SS. Sacramento, Ancona d altare, legno dorato e policromo, Casalmoro, Chiesa di Santo Stefano protomartire 58

60 capo. Infatti, come è scritto nella Genesi, primo libro della Bibbia:... Allora (dopo il peccato originale) il Signore Dio disse al serpente: «Poiché tu hai fatto questo, sii tu maledetto più di tutto il bestiame e più di tutte le bestie selvatiche; sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno (Gen 3, 14-15). Procedendo verso il centro della chiesa, accanto all imponente altare dedicato alla Madonna del Rosario si trova un dipinto con San Domenico. È l unico esempio nel territorio dell Ecomuseo in cui il santo, immediatamente riconoscibile per le vesti, la barba e la tonsura, presenta ai suoi piedi il cane che tiene in bocca la candela. Si tratta di un evoluzione dell iconografia del santo, che rimanda al nome dell ordine stesso, i Domenicani appunto, espressione molto vicina al latino Domini canis, traducibile con il cane (fedele) del Signore. Si noti la mano stretta sul cuore in segno di devozione e lo sguardo rivolto all altare stesso che crea una continuità narrativa all interno dello stesso spazio architettonico. Ancona dell altare della Beata Vergine, legno dorato e policromo Bibliografia Santi, a cura di Rosa Giorgi in Dizionari dell arte - Milano, Edizioni Mondadori Electa, Arte, fede, storia: le chiese di Mantova e provincia, a cura di R. Brunelli, G. Ferlisi, I. Pagliari, G. Pastore, Mantova, Tre lune, CIPOLLA, Carlo M., Le istituzioni storiche del territorio lombardo, Milano, Regione Lombardia,

61 CASALMORO Santuario Madonna del Dosso Dedicazione Madonna del Dosso. Cenni storici La leggenda vuole che, nei pressi del luogo in cui sorge attualmente il santuario, esistesse una fornace con problemi per la cottura dei mattoni: a causa dell elevata temperatura a cui erano sottoposti, i blocchetti di argilla facilmente si rompevano. Dato il reiterarsi dello strano fenomeno, i lavoratori decisero di votarsi all immagine della Madonna custodita in una santella poco lontano. Grazie alle fervide preghiere dell intera comunità, la fornace tornò a cuocere ed il dipinto divenne oggetto di una rinnovata venerazione da parte di un crescente numero di fedeli, tant è che si decise di spostare il dipinto all interno della Parrocchiale. Successivamente la comunità volle costruire un luogo adatto alla salvaguardia e alla devozione del dipinto. Si alzò quindi un dosso artificiale sulla cui sommità si eresse il santuario. Il documento più antico in cui si fa menzione del santuario risale al È del 1780 la posa del- 60

62 la prima pietra per l intervento di riedificazione del santuario. Architettura Il santuario presenta un aula unica, che si allarga nella zona del coro e termina con un abside semicircolare. I pilastri angolari sono addossati da due semicolonne, dipinte a monocromo nei toni del bianco secondo un gioco illusionistico che riproduce delle scanalature verticali. I ricchi capitelli presentano decorazioni vegetali dorate, così come dorati sono gli elementi del cornicione, sul quale poggiano gli archi traversi che rivestono la copertura a botte e sostengono la cupola centrale. Tutt intorno corre uno zoccolo dal fondo ocra da cui risaltano festoni, composizioni fantasiose e testine d angelo che si susseguono ininterrottamente. Anche i soffitti e il catino absidale presentano una decorazione monocroma che contribuisce ad enfatizzare l effetto illusionistico: un rimando di luci, riflessi chiaroscurali e tenui bagliori. A questo effetto già pieno si aggiungono, poi, gli stucchi che ornano le nicchie e i dipinti della controfacciata e delle pareti. La rientranza delle pareti, lo sporgere deciso delle colonne isolate o addossate ai pilastri, l alternanza di volte e archi sono ulteriormente valorizzati da stucchi e dipinti rispondenti ad un medesimo gusto settecentesco che tende ancora a coinvolgere emotivamente, catturando l attenzione e la meraviglia del devoto-spettatore. Arredi interni o opere particolarmente significative È il dipinto prodigioso l opera che suscita maggiore interesse. La tela, attualmente esposta lungo la parete di sinistra, è databile al XVIII secolo e attribuibile alla scuola lombarda. Maria appare seduta con il Bambino in grembo, il quale appoggia una mano sulla spalla della Madre e l altra sul suo petto. L abbraccio è tenero, lo sguardo fugge lontano. La Vergine probabilmente indossava un abito dorato reso dal colore ocra, mentre il lembo di tessuto che scende a destra doveva essere di colore turche- Madonna con Bambino (il dipinto del prodigio) secolo XVIII, Casalmoro, Santuario della Madonna del Dosso 61

63 Madonna con Bambino, legno dorato e policromo, secolo XVIII, Casalmoro, Santuario della Madonna del Dosso Padre Enrico da Torino, Peccato originale, particolare, anni 30 del secolo XX, Casalmoro, Santuario della Madonna del Dosso se. Il Bambino porta una veste rossa. Sulla destra e nella parte superiore si intravede ancora una raggiera che circondava probabilmente interamente le due figure. È curiosa la scultura ospitata nella nicchia: nell abbigliamento e nell impostazione sembra tradurre l immagine dipinta della Beata Vergine del Dosso. Si osservino la posizione delle mani, il modo con cui il bimbo si appoggia alla Madre e ruota il corpo, le vesti. La Vergine ed il Bambino sono entrambi incoronati ed entrambi indossano una veste dorata. La Madonna al di sopra porta un amplio mantello con fondo turchese, decorato da ricchi arabeschi. Velato è anche il suo capo. Il restauro pesante, a cui è stato sottoposto il gruppo scultoreo, impedisce di datarlo precisamente, anche se è ipotizzabile che sia stato pensato proprio per la riedificazione del santuario, avvenuta a partire dal Questo spiegherebbe anche l esistenza di una nicchia quasi su misura. Sulla parete di sinistra della navata è rappresentato il Peccato originale, mentre sulla parete di destra si trova l Incoronazione di Maria. Entram- 62

64 Tiziano Vecellio, Presentazione di Maria al Tempio, olio su tela, , Venezia, Gallerie dell Accademia be le tele sono attribuite a Padre Enrico da Torino e risalgono agli anni 30 del Novecento. Nella controfacciata è presente un altro dipinto di notevoli dimensioni che raffigura la Presentazione di Maria al Tempio, episodio che dà il nome al santuario. L artista, sconosciuto ma forse di scuola lombarda, realizza quest opera tra la fine del XVIII secolo e l inizio del successivo, e pare aver tratto libera ispirazione dall omonimo lavoro del Tiziano, attualmente conservato alle Gallerie dell Accademia di Venezia. Bibliografia La Madonna del Dosso tra storia, arte e fede, a cura di Stefania Romani; introduzione di Roberto Brunelli Mantova,

65 CASALOLDO Oratorio dei Disciplini Cenni storici XVII XVIII secolo. L oratorio, costruito probabilmente su una proprietà della parrocchia, come conferma l inventario del 1612, conservato presso l archivio vescovile di Brescia, fu incamerato dallo stato all inizio dell 800 e riscattato dal parroco nel 1890 per dedicarlo all Immacolata; fu successivamente trasformato come magazzino ad opera delle truppe tedesche; ancora oggi ha funzione di deposito. Murata in una casa dell adiacente Via Trieste è conservata un immagine in marmo del volto di Dedicazione Dedicato a San Rocco, Santissimo Sacramento e Immacolata Concezione, come conferma l iscrizione sul portale Sancto Rocho et S.S. Sacramento. Committente Confraternita dei Disciplini. Gonfalone processionale, particolare, secolo XVIII, Casaloldo, Chiesa parrocchiale 64

66 Cristo, con il simbolo della disciplina, a conferma dell estensione della proprietà della confraternita, non limitata al solo oratorio. Architettura La facciata, delimitata da paraste con capitello corinzio, termina con una cimasa mossa, coronata da pinnacoli e croce apicale; il portale d ingresso barocco è ingentilito, come la finestra sovrastante, da modanatura e cornici in intonaco. Annesso alla chiesetta vi è un campanile seicentesco a doppia galleria. In origine buona parte degli edifici confinanti erano di proprietà dei Disciplini Bianchi e venivano usa- ti probabilmente per la vita associativa della compagnia. Arredi interni o opere particolarmente significative Gonfalone o stendardo processionale, XVIII secolo È tuttora conservato presso la parrocchia di Casaloldo lo splendido gonfalone processionale. Questo rappresenta da un lato la Crocifissione e dall altro un Ecce Homo, vestito con un manto rosso, la corona di spine e la canna nella mano, fra due Disciplini che mostrano il volto e hanno il cappuccio sollevato. Bibliografia I Disciplini. Ricerche sulle confraternite del mantovano, Mantova, Gianluigi Arcari Editore, Mostra dei Disciplini: storia, arte, devozioni, a cura di C. Favini, C. Ghisini, G. Rubini, Castel Goffredo, Cassa rurale ed artigiana, In viaggio tra chiese e oratori campestri: Castel Goffredo, Casaloldo, a cura di C. Bocchi, O. Catulini, Mantova, Publi- Paolini,

67 CASALOLDO Chiesa parrocchiale dell Assunzione della Beata Vergine Maria Dedicazione Assunzione della B. V. Maria. Cenni storici La prima pietra dell attuale chiesa viene posta il 10 giugno 1714 e l edificio viene terminato nelle strutture principali nel La grande chiesa settecentesca viene infatti riedificata a partire dalle cappelle maggiori in prossimità dell arco trionfale: la cappella del Rosario da un lato e la cappella della Madonna delle Grazie dall altro, nel generale clima di ristrutturazione del secolo XVIII, perché la chiesa precedente era poco capiente e ammalorata. Nel 1730 si procede all ultimazione dell emiciclo terminale e i lavori vengono affidati all architetto ticinese Giovanni Maria Borsotti, o Borsotto. Il nome dell architetto ritorna anche nella documentazione relativa al campanile esterno innalzato a partire dal Nello stesso anno si completa l impianto della chiesa con l edificazione della sagrestia. La solenne consacrazione della chiesa e dell altare maggiore, come testimonia la lapide posta in presbiterio, viene celebrata dal Vescovo Abate di Asola ILL: MUS AC REVD: MUS D. D. JOANNES BAPTISTA BADUARIUS l 8 settembre Nei secoli la chiesa ha subito alcuni interventi di consolidamento, fino ai recenti interventi strutturali e di restauro conservativo, senza che venisse però modificata la struttura originaria; tra la fine dell 800 e gli inizi del 900 viene rifatta la facciata con l aggiunta di due lesene. Architettura La chiesa e il campanile vengono realizzati con mattoni a vista. La facciata, intonacata e decorata con marmi bianchi, è suddivisa in due ordini da un poderoso cornicione sostenuto da lesene con capitelli ionici, e decorata da quattro pinnacoli. Al centro del timpano una monumentale base di marmo sostiene una croce in ferro battuto. Il portale in marmo bianco di Botticino porta la data dell ultimo restauro eseguito nel I fianchi dell edificio sono scanditi da poderosi contrafforti che danno equilibrio e armonia alla struttura. Tracce della Confraternita del Rosario Il secondo altare a sinistra, partendo dalla zona dell altar maggiore, è l altare dedicato alla Madonna del Rosario, commissionato dalla stessa congregazione e riconoscibile grazie ai medaglioni con i misteri che decorano l interno del vano dell arco a tutto sesto. Il seicentesco altare proviene probabilmente dalla vecchia chiesa parrocchiale mentre la balaustra della cappella, opera di Paolo Puegnago (Paolo Dontinelli da Mezzato), è riferibile al Nello stesso anno infatti la Compagnia del Rosario della parrocchiale di Casaloldo pagò Francesco Seniga per condotta delle balaustre in marmo e nel 1725 il fabbro Antonio Obuzzi per la realizzazione 66

68 Cappella della Madonna del Rosario, secoli XVII-XVIII, Casaloldo, Chiesa parrocchiale 67

69 Cappella attribuibile alla Compagnia del Santissimo Sacramento, secolo XVIII, Casaloldo, Chiesa parrocchiale 68

70 Cappella attribuibile alla Compagnia del Santissimo Sacramento, particolare, secolo XVIII, Casaloldo, Chiesa parrocchiale delle ferriate. Il nome dell autore del manufatto venne però registrato solo nel 1726, quando il lapicida Paolo, detto Puegnago, ricevette del denaro a conto della balaustra di marmo. I commessi che decorano la balaustra del Rosario consentono di attribuire alla bottega del Puegnago anche l altare della Madonna delle Grazie e la relativa balaustra, posti di fronte. L architettura dell altare, proponendo un assetto d ascendenza tardo manierista, in voga nella prima metà del Seicento, si caratterizza per l impostazione rigidamente frontale delle masse. All ordine geometrico strutturale fa eco una preziosa essenzialità cromatica e decorativa. Il paliotto, in particolare, è ornato da due mensoloni, recanti, sullo sfondo di un cartiglio, una splendida testina alata. L immota espressività dei soggetti è riscattata da un modellato di vir- tuosistica finezza che nella definizione della capigliatura e delle ali si traduce in un vero e proprio lavoro di cesello. L altare ospita nella nicchia una scultura della Vergine del Rosario, come conferma la corona che tiene nella mano destra, sovrastata dalla colomba dello Spirito Santo e dalla figura di Dio Padre affiancato da due putti seduti su ricche volute. Ai lati del finestrone centrale due affreschi ricordano le litanie che apostrofano la Vergine come turris eburnea e domus aurea. Nei riquadri sul sottarco d ingresso alla cappella sono riconoscibili i 15 misteri del rosario: gaudiosi, dolorosi e gloriosi. Tracce della Confraternita del Santissimo Sacramento Il primo altare a sinistra partendo dall altar 69

71 Cappella della Madonna del Rosario, particolari, Casaloldo, Chiesa parrocchiale maggiore apparteneva probabilmente alla Confraternita del Santissimo Sacramento. Eseguito nel primo 700, presenta sul paliotto, realizzato a commesso, la figura dell ostensorio, mentre nella parte superiore e sul tabernacolo vi è il simbolo del Pellicano eucaristico. In alto, sopra l arco a tutto sesto, ritorna il simbolo dell ostensorio, spesso utilizzato come emblema dalla stessa Confraternita. I documenti confermano la presenza nel 1851, nella parrocchia di Casaloldo, della Compagnia del Santissimo Sacramento, composta da 24 confratelli. Questa era ancora attiva in occasione della visita pastorale del 1902, insieme alle Confraternite delle Madri Cristiane e alla Pia unione della Beata Vergine delle Grazie. Bibliografia Casaloldo e la battaglia del 10 maggio Atti del convegno di studi, a cura di M. Vig n o l i, Casaloldo, Publi-Paolini Editore, In viaggio tra chiese e oratori campestri: Castel Goffredo, Casaloldo, a cura di C. Bocchi, O. Catulini, Mantova, Publi- Paolini, I colori del sacro. Tarsie di marmi e pietre dure negli altari dell alto mantovano , Mantova, Comune di Castel Goffredo,

72 CASTEL GOFFREDO Oratorio dei Disciplini Dedicazione Dedicato a San Giovanni Battista. Committente Confraternita dei Disciplini. Cronologia La primitiva chiesa dei Disciplini venne edificata nel quartiere Picaloca, nel rione nord est della città, ed era circondata su tre lati da aree adibite a cimitero. Nel 1516, quando si convenne di iniziare i lavori di edificazione della nuova Chiesa Prepositurale e di ampliare il passaggio in via Picaloca per rendere più razionale la viabilità all interno della città fortificata, si decise l abbattimento dell originario oratorio e dell annesso cimitero. Una bolla papale di Clemente VII accordava la demolizione dell oratorio a condizione che la comunità si impegnasse a ricostruire la nuova chiesa. Sempre titolata a san Giovanni Battista, la nuova chiesa venne edificata in prossimità del Torrione del Taddeo. Terminata nel 1587, cioè prima del compimento della Parrocchiale dedicata a Sant Erasmo, la nuova costruzione, limitata alla sola chiesa, ha compromesso l abituale svolgimento delle pratiche devozionali e liturgiche poiché la congregazione era costretta a dividersi tra le due sedi: la messa veniva celebrata nella nuova sede, mentre la pratica dei flagelli avveniva nella primitiva sede in via Picaloca fino alla soppressione stessa della congregazione. Ultime ad essere demolite, nei primi anni del 900, come ricorda l ingegnere Bonfiglio, furono appunto le stanze che contenevano i sepolcri, chiusi da lastre di marmo con scolpiti sopra a bassorilievo i flagelli. Architettura La facciata è percorsa da lesene su alto zoccolo che reggono il timpano. Sul fianco destro si erge il bel campanile seicentesco. Arredi interni od opere particolarmente significative L altare, opera di Angelo e Giambattista Lepreni, pagato tra il 1772 e il 1775, reca al centro del paliotto l immagine di San Giovanni Battista realizzata secondo la tecnica del commesso. La figura, quasi monocroma, è a ornamento dell altare dalle forme convenzionali, dove è interessante notare l insolita serie di volute che, per piani digradanti, si succedono dal paliotto al dossale, e i curiosi capitelli delle lesene anteposte alla facciata del tabernacolo. All interno dell Oratorio sono conservati, lungo i perimetri della navata unica con soffitto a volta, affreschi coevi all edificazione della chiesa, che narrano la vita di San Giovanni Battista. Gli episodi sono narrati in nove scene suddivise tra di loro da colonne di finti marmi. L edificio termina con l abside poligonale settecentesca nel- 71

73 Giovanni Zebellana, San Giovanni Battista, legno intagliato e policromo, secolo XV, Centro Culturale MAST - Castel Goffredo, Castel Goffredo la quale si aprono tre nicchie che ospitavano tre importanti sculture lignee. San Giovanni Battista, scultura lignea policroma attribuita a Giovanni Zebellana (Verona, documentato tra il 1482 e il 1505). Il Santo è rappresentato nell atto di impugnare con la mano sinistra un bastone, terminante, nella parte superiore, con un motivo a volute. Inchiodato al bastone è ancora visibile un cartiglio metallico sul quale doveva apparire la scritta propria dell iconografia del santo: Ecce Agnus Dei qui tollit peccata mundi. La mano destra è, invece, impegnata nel gesto di additare verso l alto: una chiaro simbolo della missione di annunciare il Messia. Ai piedi del santo è posto un agnello realizzato nel Settecento. L anatomia della scultura è molto curata e denota abilità e perizia d intaglio non comuni, come testimonia anche la costruzione della muscolatura delle gambe e delle braccia e l energia sprigionata dallo sguardo del santo. San Sebastiano, bottega veronese dei Giolfino, seconda metà del XV secolo, legno intagliato e policromo, conservato nel Tesoro della Prepositurale di Sant Erasmo. La scultura si presenta in buono stato di conservazione, con la parte intagliata e policromia dell incarnato pressoché integra. Interessante è la definizione anatomica del corpo del santo nonché la ricerca di un espressività intensa, ma equilibrata. I volumi della scultura sono saldi e torniti e l incarnato intatto aiuta a riconoscere questo particolare. Il San Sebastiano pare respirare un atmosfera prossima al San Sebastiano di Mantegna, conservato al Louvre, e vicino come cronologia alla pala di San Zeno (1459); 72

74 la scultura è una reinterpretazione dell opera del celebre maestro padovano. Anche se il maestro veronese più vicino al Mantegna è lo scultore Giovanni Zebellana, a cui è stata attribuita la scultura del San Giovanni Battista, è possibile cogliere tra le due opere sostanziali differenze: il San Sebastiano mostra una morbidezza sconosciuta al San Giovanni Battista, che denota ancora una tendenza alla spigolosità e alla durezza soprattutto nella conduzione del panneggio. Entrambe le sculture si avvicinano invece, per quanto riguarda il trattamento delle superfici, in particolare delle carni, all area mantegnesca. L autore della scultura orbita pertanto nell ambito degli Zebellana e dei Giolfino. Madonna orante in trono (Vergine dei Disciplini), intagliatore veronese del XV secolo, legno intagliato e policromo. La Madonna, con le mani giunte in orazione, costituisce la parte centrale del trittico dei disciplini. La Vergine di rosso vestita è ricoperta da un manto dorato che ricadendo mollemente dal capo arriva a posarsi sulle ginocchia. In grembo alla Vergine era collocata la scultura del Bambino, ora perduta, come testimonia il foro sul manto dorato tra le ginocchia dove veniva fissato. L immagine è una ripresa tipologica e compositiva della più antica Madonna orante con Bambino, conservata nel Tesoro della Prepositurale di Sant Erasmo, tuttavia la scultura dei disciplini appare più monumentale, più solenne e più compassata. L arte del Mantegna, le cadenze lente, i gesti misurati sono alla base di questa immagine che è riconducibile ancora alla bottega di Zebellana e Giolfino, i maggiori interpreti dell arte mantegnesca nel Bottega veronese dei Giolfino, San Sebastiano, legno intagliato e policromo, secolo XV, Tesoro della Chiesa Prepositurale di Sant Erasmo V. e M. 73

75 legno. Dal punto di vista stilistico la Vergine dei disciplini mostra diverse consonanze con il San Sebastiano: entrambi i volti delle sculture si dilatano in una sorprendente definizione di volumi ed entrambi i nasi sono tracciati con tagli netti e sottili, e gli occhi tondeggiano sotto le palpebre. Reliquiario a quadro, carta, seta e vetri colorati; cera modellata (Agnus Dei); legno intagliato ed ebanizzato (cornice). Sul retro conserva la data, 1720, e il nome dell artefice, Frate Francesco da Palazzolo; è attualmente conservato nel Tesoro della Prepositurale di Sant Erasmo. L Agnus Dei centrale, tavoletta ovale di cera raffigurante san Benedetto, risale al 1707, settimo anno del pontificato di Clemente XI, raro esemplare ben conservato di quelli confezionati dai cistercensi di Santa Croce in Roma, secondo un usanza secolare, con i resti del cero pasquale delle basiliche romane e con i ceri offerti al Papa il giorno della Candelora (2 febbraio, festività dedicata alla benedizione delle candele). Gli Agnus Dei venivano poi benedetti dal Papa, immersi nell acqua santa e unti con il santo crisma il primo anno di pontificato e poi il Venerdì Santo ogni sette anni. Nella messa papale del giorno successivo venivano distribuiti ai cardinali, ai vescovi prelati e ad alcuni fedeli ammessi alla liturgia. Il reliquiario si trovava originariamente nella chiesa dei Disciplini e contiene, tra le altre, una reliquia di san Faustino che, con san Giovita, è patrono della Diocesi di Brescia, diocesi alla quale Castel Goffredo apparteneva prima di passare definitivamente, alla fine del Settecento, alla Diocesi di Mantova. Reliquiario a quadro, anonimo lombardo, inizi XVIII secolo, carta, seta e vetro; legno intagliato e pastiglia dorati (cornice), conservato nel Tesoro della Prepositurale di Sant Erasmo. Il quadro è un contenitore di reliquie piuttosto inconsueto. Anche questo proveniente dalla chiesa dei Disciplini, propone la disposizione delle reliquie in composizioni complesse, sviluppate in chiave monumentale, raggiungendo, con il solo impiego di sottili strisce di carta e ritagli di seta colorata, risultati di grande suggestione e fastosa raffinatezza. Per questo genere di opere, che raramente si trovano integre e in così grandi formati, si pone immediato il riferimento alla coeva produzione a commesso marmoreo, con la quale condividono il soggetto floreale, carico di significati simbolici. Bibliografia I Disciplini. Ricerche sulle confraternite del mantovano, Mantova, Gianluigi Arcari Editore, Mostra dei Disciplini: storia, arte, devozioni, a cura di C. Favini, C. Ghisini, G. Rubini, Castel Goffredo, Cassa rurale ed artigiana, I colori del sacro. Tarsie di marmi e pietre dure negli altari dell alto mantovano , Mantova, Comune di Castel Goffredo, Il tesoro ritrovato. Reliquie e reliquiari dell antica Prevostura di Sant Erasmo in Castel Goffredo, Castel Goffredo, Gruppo San Luca Onlus, Sulle tracce di Mantegna. Zebellana, Giolfino e gli altri. Sculture lignee tra Lombardia e Veneto Castel Goffredo, Gruppo San Luca Onlus,

76 Intagliatore veronese, Madonna orante in trono (Vergine dei Disciplini), legno intagliato e policromo, secolo XV, Centro Culturale MAST - Castel Goffredo, Castel Goffredo 75

77 CASTEL GOFFREDO Chiesa Prepositurale di Sant Erasmo Dedicazione Sant Erasmo Vescovo e Martire. Cenni storici L epoca di costruzione della primitiva Chiesa di Sant Erasmo rimane incerta, anche se gli Statuti della Congregazione della Misericordia già nel 1288 parlano di una Chiesa di Sant Erasmo e di un prete parrocchiale. Nel 1516 iniziarono i lavori di riedificazione della chiesa che proseguirono a rilento fino al maggio 1587, quando si diede nuovo impulso alla precaria architettura e si tentò di dare un definitivo assetto alla parrocchiale. Dal punto di vista prettamente economico questo fu possibile grazie ai deputati delle Confraternite del Consorzio, del Rosario, del Santissimo Sacramento e dei Disciplini, oltre ad una consistente somma lasciata in eredità dal marchese Aloisio, nonché il forte impegno economico della Magnifica Comunità. La chiesa fu così terminata nel gennaio del 1588, ma un mese dopo, nella notte dell 11 febbraio 1588, nonostante i consigli dati dall architetto Facciotto, al quale si era fatto ricorso, la cupola crollò. Al Facciotto furono così commissionati il disegno e la direzione dei lavori per la ricostruzione della cupola, del presbiterio e del coro. Le opere murarie disegnate dal Facciotto furono compiute nel Della vicenda non si conservano però disegni né altre testimonianze documentarie. Il crollo della cupola e del transetto comportò forse l integrale riedificazione della chiesa. Sicuramente facciottesca è la cupola intradossata entro un tiburio ottagonale, con lanterna di sapore prettamente lombardo. Architettura L edificio presenta l asse maggiore orientato verso est come tutte le chiese di fondazione antica. La facciata tipicamente tardo manierista è suddivisa in due ordini con paraste e timpano e decorata ritmicamente da cinque obelischi e tre grandi portali marmorei. Un esile campanile a pianta circolare accompagna il bel tiburio, con lanterna che si leva sulla crociera. L interno a croce latina è suddiviso in tre navate da colonne di marmo botticino. All incrocio tra la navata centrale e il transetto si erge l ampia cupola, sormontata dalla lanterna che illumina il centro del tempio. Sicuramente più antica e risalente al Rinascimento (fine 400 inizio 500) è la cappella che ospita il Crocifisso miracoloso, che fu oggetto di grande venerazione e a cui ricorrevano folle di pellegrini provenienti anche dai paesi vicini. Alla stessa epoca appartiene pure la splendida sacrestia vecchia con il vòlto ad ombrello. Tracce della Compagnia del Rosario Altare della Beata Vergine del Rosario, sulla parete di fondo della navata sinistra. Dalle fonti apprendiamo che nel 1740 la venerabile 76

78 Altare della Beata Vergine del Rosario, secolo XVIII, Chiesa Prepositurale di Sant Erasmo V. e M. 77

79 compagnia del Rosario fece acquisto della bardella di marmo rosso pel suo altare, nonché i piccoli quadri di marmo per selciare il piccolo presbiterio per realizzare il complesso marmoreo di scenografica monumentalità che propone una tipologia inusuale nell Alto Mantovano. In particolare, l imponente cornice in marmo giallo di Torri del Benàco, nobilitata da un ricco Altare della Beata Vergine del Rosario, San Domenico fastigio, sostituisce i consueti prospetti architettonici. Il paliotto, strettamente imparentato con quello dell altare del Santissimo Sacramento, si articola in mosse svecchiature mistilinee che si succedono per piani sovrapposti. Fatto altrettanto singolare per la zona è la presenza di due statue di santi realizzate in pietra: San Domenico di Guzman a sinistra e, probabilmente, Ildefonso da Toledo a destra, santi entrambi legati al culto mariano. Si tratta di sculture che, pur nella convenzionalità iconografica, rivelano una buona esecuzione e contribuiscono a rendere magnifica l opera già ricca di elementi decorativi, quali festoni, volute, angeli e cherubini. La distribuzione degli ornati e il vigore plastico degli stessi qualificano il manufatto in senso ancora tardo barocco: è infatti datato secondo quarto del XVIII. La balaustra dell altare rivela un disegno estremamente sofisticato: ai piastrini quadrangolari sono addossate doppie volute fra le quali trova collocazione un medaglione, oggi privo delle originarie insegne, in bronzo. I singoli elementi sono legati da turgidi festoni di frutta e foglie, che attestano un gusto fortemente attardato su moduli formali di derivazione tardobarocca. La bella inferriata seicentesca che completa la balaustra è forse da identificare con quella commissionata nel 1619 dalla Compagnia del Rosario. Il 14 luglio 1771 la Compagnia del Santissimo Sacramento deliberò di proporre alla Compagnia del Rosario la commissione di due balaustre consimili per i rispettivi altari eretti nella Prepositurale di Castel Goffredo. Fra il 1771 e il 1772 il marmorino bresciano di Virle, Giovanni Guarisco, realizzò 78

80 la balaustra dell altare del Santissimo di fattura analoga a quella della balaustra del Rosario. Ancona dipinta con i misteri del rosario L ancona dell altare della Madonna del Rosario è dipinta con scene che si rifanno ai quindici misteri evocati nel Rosario. La lettura di questa raffigurazione comincia dall angolo in basso a destra, misteri gaudiosi, e prosegue spostandosi in senso orario. L intera realizzazione è databile alla prima metà del XVIII secolo ad opera di un artista bresciano o veronese, anche se i medaglioni sotto la nicchia della Madonna, cioè la Visitazione a Santa Elisabetta e la Natività, risalgono probabilmente ad un epoca precedente (fine XVI secolo-inizio XVII) e sono stati dipinti su lamine di metallo, e non su tela come per gli altri tredici tondi. Inoltre, nei due in discussione, le tonalità sono più scure e l insieme è meno arioso, e sembrano rifarsi all arte cinquecentesca dei Bassano, soprattutto per quanto riguarda le figure viste di spalle. La nicchia dell altare, i cui lavori di realizzazione iniziarono all incirca nel 1645, venne probabilmente costruita per ospitare una Madonna del Rosario lignea policroma, da vestire, risalente al XVII secolo e conservata nel costituendo Museo Corsini Tosani. Bancone della Compagnia del Rosario, sagrestia nuova. Il bancone, a due campate in massello di noce con interni in pioppo, è conservato nella sagrestia nuova. Ciascuna campata è costituita, come negli altri banchi di questo complesso, da un corpo superiore chiuso da due ante e sormontato da una cimasa traforata e intagliata, e da un corpo inferiore a cassetti. La cimasa di sinistra, per chi guarda il mobile, presenta al centro un cartiglio sul quale è intagliato un serpente uscente da un vaso, sotto un cielo cosparso di sette stelle dove compare anche il sole. Quella di destra mostra una nuvola dalla quale sporge il braccio di Dio Padre in direzione di un fuoco ardente. Non si è ancora pervenuti ad un esatta comprensione del loro significato, ma potrebbe trattarsi di simboli da leggere in chiave biblica, legati il primo all Apocalisse e il secondo all Esodo. Possiamo affermare che il mobile sia quello deliberato nel 1760 per la Compagnia del S. Rosario e realizzato da Pietro Zecchini nel Tracce della Compagnia del Santissimo Sacramento All interno della Prepositurale di Sant Erasmo l altare del Santissimo Sacramento è collocato in fondo alla navata destra e, insieme a quello della Compagnia del Rosario, presenta la struttura più imponente. Dal registro delle Convocazioni della venerabile Compagnia del Santissimo Sacramento di Castel Goffredo si apprende che il 17 gennaio 1741 il signor dottore Francesco Acerbi propose di fare l altare del Santissimo Sacramento di pietre vive. Il 15 marzo dello stesso anno, fra i diversi disegni proposti, fu scielto uno d autore del quale è stato detto dimorare a Carpenedolo. Un anonimo cronista settecentesco informa che nel 1743 fu fatta la cornice di marmo giallo, con altro ornamento di vario colore, con angeli grandi e piccoli, ed altri abbellimenti, come pure li gradini e picciol tabernacolo sopra 79

81 l altare ed il parapetto. L altare del Santissimo Sacramento propone, insieme all altare del Rosario, una tipologia poco diffusa nell Alto Mantovano. Rispetto ai consueti dossali strutturati ad ordine architettonico, i complessi marmorei del Santissimo Sacramento e del Rosario comprendono una monumentale cornice di marmo giallo di Torri del Benàco, animata da figure in pietra. Nel caso dell altare del Santissimo si tratta di angeli e cherubini che assistono a quanto avviene nella pala e mettono in relazione la stessa con il Crocifisso miracoloso conservato nell omonima cappella. Nel fastigio, che si compone di mosse modanature e di plastiche volute, è raffigurato il Santissimo Sacramento: calice ed ostia. Il paliotto si articola in plurime svecchiature mistilinee che si succedono per piani sovrapposti, rivelando un disegno molto vicino a quello dell altare del Rosario. L altare è l unico, oltre all altare maggiore, ad essere dotato di tabernacolo, essendo l adorazione eucaristica la peculiarità della congregazione. Pala d altare: l Ultima Cena, olio su tela, realizzata alla fine del XVI secolo da autore ignoto. La scena ci illustra un momento dell ultima cena, che tutti gli Evangelisti hanno riportato, che si può definire Il traditore denunziato o Denunzia del tradimento. Giuda Iscariota si distingue fra gli altri per la borsa dei denari che tiene in mano ed è l unico apostolo in piedi. La loro agitazione è visibile nei volti, che assumono in alcuni casi smorfie di costernazione. Sulla tavola appaiono solo pane e vino, riferimento inequivocabile all Eucarestia. L architettura dell ambiente, con volte e cupole alternate sorrette da pilastri, ricorda una chiesa tardo rinascimentale. Anche il pavimento, che presenta un disegno elaborato, rimanda, insieme all intera struttura, ad una chiesa, indizio premonitore del futuro tempio cristiano. È interessante notare che la pala è seconda per dimensioni solo a quella raffigurante il martirio di S. Erasmo, segno che la confraternita del Santissimo Sacramento, a cui è dedicato l altare, aveva i fondi necessari per poter commissionare opere di un certo pregio. Balaustra dell altare del Santissimo Sacramento La balaustra, che riprende nella composizione la balaustra dell altare del Rosario, consta di pilastri quadrangolari, fra i quali si sviluppano cartigli con la rappresentazione del calice e dell ostia, serrati da doppie volute. Il 10 ottobre 1770 la Compagnia del Santissimo Sacramento determinò di far costruire le nuove balaustre dell altare e incaricò Giovanni Guarisco, lapicida di Virle. A completare la balaustra un cancello in ferro dipinto, della stessa epoca. Lanternoni processionali In data 23 gennaio 1767, la compagnia del SS. Sacramento delibera di realizzare quattro lanternoni processionali per i quali, il 2 luglio dello stesso anno, viene pagato Gaetano Morandi, intagliatore in Mantova. La doratura viene eseguita da Francesco Prati, doratore in Mantova, sulla base di una delibera assunta in data 5 aprile 1767, mentre il relativo pagamento gli viene corrisposto nel Si tratta di opere d intaglio di grande qualità, quasi certamente 80

82 Altare del Santissimo Sacramento, , Chiesa Prepositurale di Sant Erasmo V. e M. 81

83 tra le più raffinate che si conservano nell intera prepositurale. Hanno la forma di un tabernacolo aperto su tutti e tre i lati, dove la struttura architettonica si stempera in una serie di fregi e volute, spesso traforate, di straordinaria leggerezza ed eleganza. Le luci erano protette da cristalli, da vetri rossi e da specchi. Montati su picche e posti ai quattro angoli dell altare del SS. Sacramento, servivano durante le cerimonie più importanti e nei percorsi processionali. Bancone della Compagnia del Santissimo Sacramento Scorrendo il Libro delle entrate e delle spese della Compagnia del SS. Sacramento, compare il nome di Pietro Zecchini come artefice degli arredi della sagrestia nuova. In un mandato di pagamento relativo ad una bolletta del 26 marzo 1762 leggiamo, infatti: Pagati al Sign. Pietro Zechini per aver fatto li banchi per li Cappellani di questa Compagnia in Chiesa Parrocchiale [ ], Berlingotti ottantanove. La decisione di farli costruire era stata assunta due anni prima, esattamente il 7 febbraio 1760, quando la Compagnia del SS. Sacramento delibera, di concerto con la Compagnia del Rosario, di far fare due banchi per i rispettivi cappellani da porsi nella Sagrestia nuova e di continuare l ornamento delli Banchi, che in quella di presente vi si trovano, ossia attenendosi allo stile degli altri banconi che in quel momento vi si trovavano. Il bancone, con alzata a due campate, in massello di noce con interni in pioppo, è il mobile gemello di quello commissionato dalla Congregazione del Rosario che lo fronteggia sulla parete sud e, come l altro, è stato eseguito da Pietro Zecchini nel Le cimase, pur rispettando un identica impostazione, sono diverse e portano entrambe al centro un ostensorio, emblema del Santissimo Sacramento, decorato da una coppia di cherubini. Armadio della Compagnia del Santissimo Sacramento Nessun problema, invece, per quanto riguarda l identificazione della paternità dell armadio-archivio della Compagnia del Santissimo Sacramento addossato alla parete sud: in ben tre mandati di pagamento relativi a bollette del 1762 e del 1764 si fa riferimento esplicito a Pietro Zecchini quale esecutore di questo arredo. La cimasa, intagliata a motivi architettonici e floreali, presenta due grandi volute baciate, che al centro ospitano in bella evidenza un cartiglio con l iscrizione Archivium Soc(ietatis) S(anctissimi) Sacram(enti). Il committente di questo armadioarchivio è la Compagnia del Santissimo Sacramento, la quale aveva necessità di conservare i documenti e i registri contabili in luogo sicuro, secondo quanto disposto dalle Regole della compagnia approvate fin dal Pietro Zecchini esegue questo armadio nel 1764 e fornisce anche il legno di noce necessario, secondo quanto risulta dai Registri. Turibolo e navicella Il turibolo e la navicella portaincenso, datati 1780 circa, sono conservati all interno del Tesoro di Sant Erasmo e furono commissionati dalla Compagnia del Santissimo Sacramento di Castel Goffredo come testimonia l emblema della stessa, un calice con l ostia consacrata, che compare sul turibolo, e sono caratterizzati 82

84 Giovanni Bellavite, Trono per l esposizione del SS. Sacramento, 1781, Tesoro della Chiesa Prepositurale di Sant Erasmo V. e M., Castel Goffredo da linee mosse e da un repertorio decorativo fantasticamente rococò. Quest opera, modellata da una sbalzo morbido e traforato nella parte superiore con una raffinata trattazione della materia che crea eleganti effetti luministici, come anche la navicella, presenta il punzone di Giovanni Bellavite. Quest ultimo è uno dei più prestigiosi argentieri mantovani del XVIII secolo. Trono per l esposizione del SS. Sacramento L imponente espositorio (h. cm. 230 x 120) del Santissimo Sacramento in lamina d argento fu commissionato dalla Compagnia per la funzio- ne delle Quarantore, che ancor oggi si celebra in Sant Erasmo dalla Domenica delle Palme fino a tutto il martedì santo, durante la quale si espone solennemente, nel fastoso ostensorio bresciano, l Eucaristia all'adorazione comunitaria e privata dei fedeli. La compagnia affrontava ingenti spese per approntare l apparato delle Quarantore, tanto che nel 1779, quando decisero di arricchire tale celebrazione con il maestoso trono d argento, fu sospeso lo spettacolo per facilitare il pagamento dell opera. Con un regolare contratto datato 17 aprile 1781 il Consiglio della Compagnia accordò la commissione a Giovanni Bellavite. Questo maestoso trono, il più grande dell Italia Settentrionale, andò ad arricchire una vera e propria macchina barocca ; commissionata nel 1767 al noto architetto e pittore emiliano Antonio Galli Bibiena, ora purtroppo perduta, che veniva allestita sopra l altar maggiore occupando tutto il presbiterio in larghezza e altezza, fornita di tendaggi con gloria di nuvole, raggi trasparenti e ceri. L imponente espositorio dal basamento mistilineo decorato con ampie volute fogliacee, cornucopie e cherubini alati, dagli accentuati effetti pittorici ottenuti con il diverso trattamento della superficie e con il contrasto tra parti dorate e argentate, mostra chiaramente i tradizionali simboli eucaristici (grappoli d uva e spighe di grano) oltre al pellicano eucaristico raffigurato sulla parte anteriore del basamento. Paramenti sacri Anche tra gli innumerevoli paramenti sacri conservati nella sagrestia della parrocchiale è possibile individuare tracce della congregazione. 83

85 Felice Brusasorci (attribuito a), San Francesco che riceve le stigmate, olio su tela, fine secolo XVI, Chiesa Prepositurale di Sant Erasmo V. e M. in Castel Goffredo In alto a sinistra: Madonna col bambino e Santi Carlo Borromeo, Rocco e Sebastiano, olio su tela, 1644, Chiesa Prepositurale di Sant Erasmo, Vescovo e Martire in Castel Goffredo In basso a sinistra: San Luigi Gonzaga, San Luca Evangelista e Sant Antonio da Padova, olio su tela, primi anni secolo XVII, Chiesa Prepositurale di Sant Erasmo V. e M. in Castel Goffredo 84

86 Vi è infatti un piviale completo di due tonacelle e una pianeta di colore rosa con applicato un ricamo dove sono raffigurati Sant Erasmo, lo stemma del Comune e l ostensorio simbolo della congregazione. È conservato anche uno splendido baldacchino processionale a sei aste con frange e fiocchi d oro, usato per la solenne processione del Corpus Domini, completo di ombrellino usato invece per accompagnare il viatico. Arredi interni o opere particolarmente significative Segnaliamo, consigliando un percorso di visita circolare, la tela collocata nel secondo altare di sinistra, che ritrae San Francesco che riceve le stigmate. Il santo, con il saio bruno ed il cingolo, riporta come principale attributo iconografico le ferite delle stigmate, inflitte, in questo caso, attraverso i raggi di un crocifisso alato circondato di luce. Alla scena assiste Fra Leone, suo discepolo. Il monte della Verna, luogo in cui avviene l evento, è per San Francesco ciò che il Golgota fu per Cristo e simboleggia la passione, il sacrificio, di cui si fa simbolo anche il teschio. Il libro aperto rimanda alla predicazione del santo che, tramite l ordine da lui fondato, annuncia la parola del Signore in assoluta povertà, mentre il libro chiuso è simbolo di meditazione e raccoglimento. La clessidra ricorda il tempo che passa, l inesorabilità della morte e la necessità di prepararsi di fronte a Dio. Canonizzato già nel 1228, a soli due anni dalla morte, San Francesco divenne in breve uno dei santi più popolari della cristianità. La pala in oggetto testimonia grande devozione per il santo di Assisi anche presso la comunità locale di fine 500. È invece situata nel secondo altare di destra, dedicato a San Carlo Borromeo, la pala d altare Madonna col Bambino e i Santi Carlo Borromeo, Rocco e Sebastiano. Questa sacra conversazione è un esempio interessante per il suo significato di ex voto. La compresenza di più santi comunemente invocati contro la peste, infatti, porta a dedurre che la tela sia stata commissionata con il preciso intento di ringraziare per la protezione ricevuta contro l epidemia verificatasi nella seconda metà del 500 o nei primi decenni del Seicento. San Carlo Borromeo, in primo piano a sinistra, è subito riconoscibile dal naso adunco e dall abito cardinalizio con il pastorale e la mitria. Sul capo è visibile un aureola, segno dell avvenuta canonizzazione. San Carlo fu infatti proclamato santo nel 1610, poco dopo la sua morte, avvenuta nel 1584, mentre la realizzazione del dipinto risale al Il Cristo bambino nelle mani della Vergine è proteso verso di lui in segno di ringraziamento per l ardente impegno che fu segno distintivo della sua opera pastorale. A destra, sempre in primo piano, San Rocco è rappresentato in abiti da pellegrino con il bastone da pellegrino, con la fiasca, la conchiglia e il cane ai suoi piedi. Mostra una piaga sulla coscia, suo attributo iconografico principale. Egli infatti si ammalò di peste di ritorno dal pellegrinaggio intrapreso verso Roma, ma riuscì a salvarsi e a rientrare nella città natale, Montpellier. Accanto a San Rocco si riconosce, infine, San Sebastiano, un giovane spogliato con le braccia legate dietro la schiena, trafitto da frecce come vuole la tipica raffigura- 85

87 zione rinascimentale. Per la cultura religiosa si diffuse infatti la convinzione che la peste fosse come una pioggia di frecce che si abbattevano sugli uomini come castigo di Dio. Altra opera degna di menzione è la pala d altare San Luigi Gonzaga, San Luca Evangelista e Sant Antonio da Padova, collocata nella cappella di Sant Antonio da Padova (prima a destra). La precisa datazione dell opera, eseguita nei primi anni del Seicento, sicuramente dopo il 1605, è facilitata dalla presenza della corona di fiori, l attributo dei beati, che un angelo adagia sul capo di San Luigi Gonzaga. Si noti come la sua postura principesca sia molto lontana dalla iconografia di santo timoroso, penitente, che si diffonderà successivamente. Tra le nuvole, si scorge il monogramma di Cristo, riferimento all ordine dei Gesuiti. Alla sua sinistra troviamo San Luca, qui rappresentato come un pittore. L evangelista Luca è l unico dei quattro che fa un ritratto letterario della Vergine, tant è che sembrerebbe che abbia incontrato personalmente Maria. L autore del dipinto qui ne fa una trasposizione e San Luca diviene artista vero e proprio con tavolozza. Non a caso è protettore degli artisti. A destra Sant Antonio di Padova. Bibliografia I colori del sacro. Tarsie di marmi e pietre dure negli altari dell alto mantovano , Mantova, Comune di Castel Goffredo, Sulle tracce di Mantegna. Zebellana, Giolfino e gli altri. Sculture lignee tra Lombardia e Veneto Castel Goffredo, Gruppo San Luca Onlus, C. Bonora Previdi, Chiesa della città e dei suoi santi: la prepositurale di San'Erasmo in Castel Goffredo, Castel Goffredo, Gruppo San Luca Onlus, A. Bardelli, A. Biondelli, Tutti nobilmente lavorati: arredi lignei della prevostura di Castel Goffredo, una parrocchia mantovana tra Lombardia e Veneto, Castel Goffredo, Gruppo San Luca Onlus,

88 CASTEL GOFFREDO Oratorio di San Giuseppe Dedicazione San Giuseppe. Committente Congregazione del Santissimo Sacramento. Cenni storici La Chiesa di San Giuseppe, vicinissima alla Prepositurale di Sant Erasmo e collocata entro le mura cittadine, viene costruita nel 1729 nel luogo in cui sorgeva la scuderia della famiglia Gonzaga. La stalla fu infatti ceduta, con decreto del 1728 del Principe Filippo d Assia Governatore di Man- tova, alla Compagnia del Santissimo Sacramento previo pagamento di una libbra di cera bianca al magistrato della città di Mantova. L edificio comprende anche l antica sagrestia, ora adibita ad abitazione, e il piccolo campanile. Architettura La facciata, semplice e con lesene, è arricchita dal timpano e da un bel portone barocco; l interno a navata unica, con pareti scandite da lesene, volta a vela con finestre e decorazioni a stucco, ospita sulla parete di fondo un prezioso altare barocco in legno. Bibliografia In viaggio tra chiese e oratori campestri: Castel Goffredo, Casaloldo, a cura di C. Bocchi, O. Catulini, Mantova, Publi- Paolini,

89 CERESARA Santuario della Possenta Dedicazione Una delle ipotesi, secondo cui il santuario in Ceresara è denominato della Possenta, si basa sulla presenza a pochi metri dal sagrato di un piccolo pozzo, in dialetto poss. Si narra che una notte perduta nei secoli, alcuni malfattori si introdussero nella chiesa della Possenta per rubare l'oro e i gioielli che ornavano in abbondanza l'immagine della Madonna, ma alcune collane s'impigliarono nel braccio della statua. Nei bruschi movimenti con cui i malfattori cercavano di liberarsi, l arto della statua si spezzò e i ladri lo gettarono nell arido pozzo vicino. A quel tocco scaturì dal fondo una sorgente prodigiosa e solo chi attinse con devozione ne sperimentò i vantaggi. Ci si votava alla Madonna della Possenta quando la terra riarsa comprometteva il raccolto, o per guerre ed epidemie, oppure quando al poppante la puerpera porgeva arido il seno. Cenni storici Il documento più antico, in cui è menzionato l'oratorio della Possenta, risale al 9 ottobre 1544, in occasione della prima Visita Pastorale compiuta nella Diocesi di Mantova dal Vicario Generale Mons. Francesco Marno, delegato del Card. Ercole Gonzaga. Per quanto sia impossibile risalire con certezza alla sua data di fondazione, si hanno testimonianze di una devozione già largamente sentita e praticata in Ceresara nei confronti della Vergine già da prima del secolo XV, specialmente per merito dei Servi di Maria che vi tenevano il fiorente Convento. A quell'epoca dunque la chiesa esisteva ed aveva il suo Rettore. Architettura L'interno rivela due sezioni nettamente distinte: una è corrispondente al presbiterio con arco leggermente acuto, l altra alla navata con arco a botte. Il presbiterio, caratterizzato da archi ogivali quasi tondi, ci riporta nella prima metà del secolo XV, mentre la navata e la relativa facciata barocca sono databili almeno tre secoli dopo. L'Oratorio, così come viene descritto nella pri- 88

90 ma Visita Pastorale, doveva essere costituito da almeno due campate, una delle quali serviva da presbiterio, l'altra da navata per i fedeli. Demolita questa, perché pericolante o forse perché insufficiente, venne edificata la navata attuale, molto più ampia e innestata sulla struttura preesistente. La facciata di stile barocco non lascia dubbio sull'epoca settecentesca della costruzione. Ancona dell altar maggiore con il simulacro della Vergine, secolo XV, Santuario della Possenta, Ceresara. Arredi interni o opere particolarmente significative Dal punto di vista artistico la parte più interessante del santuario è quella più antica: il presbiterio. A pianta quadrata, la volta poggia su forti pilastri aiutata da archi che si congiungono al centro nel monogramma gotico di Gesù. Addossato alla parete centrale, l'altare in cotto, è sormontato da due gradini e da un'ancona a due lesene con trabeazione e timpano. Nel centro, in una nicchia a tutto sesto, poggiata su duplice piedistallo, la quattrocentesca statua in terracotta della Vergine. La Madonna sorregge sulle ginocchia il Bimbo che stringe nella sinistra un uccellino. Prima del recente restauro, il manto era dipinto di un blu scuro, la veste di un rosso mattone, i capelli color dell'abito e la veste del manto listata da una duplice linea di porporina. Bibliografia La Possenta e il suo santuario, a cura di Pietro Pelati Biblioteca Civica di Ceresara Mantova, Publi Paolini,

91 PIUBEGA Oratorio dei Disciplini cappelle aperte sui lati, attualmente è adibito a deposito. Nel centro della navata, sulla volta a botte è presente un tondo affrescato, delimitato da una cornice di stucco, con l immagine della decapitazione di san Giovanni Battista. Come visto anche a Castel Goffredo, il culto di san Giovanni Battista è spesso legato alla congregazione dei Disciplini, ispirando l esigenza di conversione proposta da Gesù e dalla stessa confraternita. Dedicazione Inizialmente dedicato a San Giovanni Battista e successivamente a San Luigi Gonzaga. Committente Confraternita dei Disciplini. Cenni storici I Disciplini vengono autorizzati alla costruzione nel Architettura L oratorio presenta un facciata su due ordini, scanditi dalle paraste poggianti su un alto zoccolo, dal portale di accesso nella parte inferiore, dall ampia finestra e dai due parapetti nella parte superiore. L oratorio, a navata unica con Arredi interni o opere particolarmente significative Processione propiziatoria, olio su tela, Nella tela viene raffigurata una processione per le vie del centro di Piubega: nel corteo sono facilmente individuabili, dietro la croce processionale, i confratelli della Congregazione dei Disciplini, contraddistinti dalla veste bianca e dalla croce rossa. Il dipinto fu realizzato tra il 1802 e il 1803 in occasione della processione in onore di sant Antonio da Padova, intercessore della grazia che pose fine ad un lungo periodo di siccità. Croce processionale con i simboli della Passione, secolo XVII. Gli elementi caratterizzanti la devozione dei disciplinati sono, come visto, quelli relativi alla Passione di Cristo, rievocata anche attraverso gli arma Christi, cioè gli strumenti della passione. Alla bella croce processionale di Piubega sono 90

92 apposti i simboli della passione: i tre chiodi, le pinze e il martello la lancia Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all uno e all altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto. (Gv 19, 32-37) la scala il vaso e l asta con la spugna Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno d'aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. E dopo aver ricevuto l'aceto, Gesù disse: «Tutto è compiuto!». (Gv 19, 28-30) la corona di spine Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la coorte. Spogliatolo, gli misero addosso un Croce processionale con i simboli della Passione, secolo XVII, Piubega manto scarlatto e, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo, con una canna nella destra: poi mentre gli si inginocchiavano davanti, lo schernivano: «Salve, re dei Giudei!». (Mt 27,27-29) il calice simbolo del sacrificio il guanto simbolo dello schiaffo ricevuto da Cristo Bibliografia I disciplini. Ricerche sulle confraternite del mantovano, a cura di C. Ghisini, G. Rubini, Mantova, Gianluigi Arcari Editore, Mostra dei Disciplini: storia, arte, devozioni, a cura di C. Favini, C. Ghisini, G. Rubini, Castel Goffredo, Cassa rurale ed artigiana, Arte, fede, storia: le chiese di Mantova e provincia, a cura di R. Brunelli, G. Ferlisi, I. Pagliari, G. Pastore, Mantova, Tre lune,

93 PIUBEGA Chiesa parrocchiale San Giacomo Maggiore Dedicazione San Giacomo Maggiore. Cenni storici Le fonti per ricostruire la storia della chiesa di Piubega sono alquanto scarse. Questa non compare negli elenchi né delle pievi bresciane né di quelle mantovane e non risulta nemmeno tra le cappelle degli oratori monastici. L ecclesia Sancti Iacobi de la Publica è invece citata, senza indicazione della diocesi di appartenenza, nel 1411 nel documento di infeudazione di Piubega al conte Carlo Albertini. È invece certo il passaggio di Piubega alla diocesi mantovana nel maggio 1566, quando il vescovo di Brescia Domenico Bollani in visita alle chiese di Redondesco, San Fermo, San Cassiano e alle altre chiese bresciane del ducato mantovano, non visita Piubega perché riconosciuta come parrocchia mantovana. La chiesa attuale, datata 1738, è opera di Giovanni Maria Borsotto. Tracce della Compagnia del Rosario e del Santissimo Sacramento Dal Catalogo di tutto il clero, monasteri, luoghi pii e confraternite, co loro rispettivi rettori della città, diocesi, e terre dette delegate al vescovado di Mantova dell anno MDCCLXX, oltre alle confraternite del Santissimo Sacramento e dei Disciplini, che si riunivano nella chiesa di San Giovanni Battista, è menzionata la presenza anche della compagnia del Santo Rosario. Arredi interni o opere particolarmente significative Madonna del Rosario con San Carlo Borromeo e San Domenico, prima metà del XVII secolo. La pala d altare posta a sinistra, al di sopra di un confessionale e inserita all interno di una nicchia, ritrae la Madonna del Rosario con San Carlo Borromeo e San Domenico. È databile alla prima metà del Seicento ed è probabilmente opera di scuola mantovana. San Carlo a sinistra è facilmente identificabile per le vesti cardinalizie e il naso pronunciato. L artista, diversamente dalla modalità di rappresentare il santo che si imporrà proprio a partire dal XVII secolo, lo ritrae barbuto come in effetti era prima di vivere la sua penitenza radicalmente, anche radendosi. L altra figura, Domenico, regge nella mano destra un rosario che viene porto dalla Madonna seduta su di una nuvola, modalità che si diffuse nel nostro territorio, rivisitando la rappresentazione della Madonna del Rosario di tradizione tedesca (Alano della Rupe), da cui ebbe origine il culto mariano. Domenico, fondatore dell Ordine dei frati predicatori (chiamati anche Domenicani), è molto spesso raffigurato con la Madonna del Rosario, perché si riteneva che la Vergine fosse apparsa al santo nel 1210 donandogli la corona del rosario con 92

94 cui avrebbe sconfitto l eresia. La gestualità di entrambi i santi, che in questo dipinto sembrano sottolineare il loro ruolo di intercessori tra il mondo materiale e quello spirituale, guida l occhio dell osservatore nella parte inferiore della tela, dove appaiono altri tre personaggi. La figura centrale presenta una iconografia (capelli, espressione, profilo, cappello) che rimanda al Venerabile Francesco Gonzaga, che fu Superiore generale dell ordine francescano e vescovo di Mantova, a cui è intitolato il Museo Diocesano. È ipotizzabile, infine, che nelle altre due figure terrene si possano riconoscere gli stessi committenti dell opera. Madonna del Rosario con San Carlo Borromeo e San Domenico, Chiesa parrocchiale di San Giacomo Maggiore, Piubega Bibliografia Santi, a cura di Rosa Giorgi in Dizionari dell arte - Milano, Edizioni Mondadori Electa, M. Vignoli, Communitas publicae: vicende storiche di Piubega e del suo territorio, Piubega, Comune di Piubega, Arte, fede, storia: le chiese di Mantova e provincia, a cura di R. Brunelli, G. Ferlisi, I. Pagliari, G. Pastore, Mantova, Tre lune,

95 GAZOLDO DEGLI IPPOLITI Chiesa parrocchiale della Beata Vergine e Sant Ippolito Dedicazione Beata Vergine e Sant Ippolito. Cenni storici Gazoldo, eretto in feudo imperiale a favore della famiglia Ippoliti dall imperatore del Sacro Romano Impero, Carlo IV, nel 1354, si mantenne indipendente ed autonomo sino alla occupazione delle armate napoleoniche. Questa particolare situazione giurisdizionale ha avuto chiari riflessi anche sulla condizione della chiesa locale. Infatti dall istituzione, nel secolo XVI, fino al 1803 fu considerata nullìus dioecésis. In effetti Gazoldo si trovava sul confine delle diocesi di Brescia e di Mantova e non apparteneva né ad una né all altra città: politicamente dipendeva direttamente dal Sacro Romano Impero, dal punto di vista ecclesiastico dalla Santa Sede. Anche la chiesa quindi venne considerata autonoma. Dell edificio non si hanno però notizie certe almeno fino al XV secolo. Fino a quel momento, come lascia pensare un iscrizione murata sul frontale della parrocchiale, la chiesa coincideva con la cappella privata degli Ippoliti consacrata nel I primi atti in cui viene menzionata si rifanno alla visita apostoli- 94

96 ca di Mons. Angelo Petrucci, inviato da Papa Gregorio XII in ottemperanza dei decreti del Concilio di Trento (1576). Architettura L edificio risale al La facciata, suddivisa in due ordini, è ritmata da paraste e semicolonne. Presenta nella parte superiore un ampio finestrone e due nicchie in cui sono conservate le statue di San Sebastiano e Santa Eurosia, compatroni. Arredi interni o opere particolarmente significative Da menzionare la tela con la Madonna e San Luigi Gonzaga, collocata nel primo altare di sinistra. Costruita e ritmata su un architettura a gradini della seconda metà del Settecento (periodo in cui si data anche la pala) che un telo blu sembra svelare, le due figure sono circondate da moltissimi angioletti, colti dal pittore in diverse posizioni, che animano ulteriormente l intera composizione. San Luigi, raffigurato con la veste talare e la cotta, è riconoscibile anche dal giglio vicino all angioletto in primo piano. Guardando bene a destra ed in particolare al piede di san Luigi, lasciato scoperto dalle vesti, si noterà una corona. L azione di calpestare o allontanare da sé il simbolo del potere e del principato rimanda alla scelta vocazionale di san Luigi. Bibliografia Arte, fede, storia: le chiese di Mantova e provincia, a cura di R. Brunelli, G. Ferlisi, I. Pagliari, G. Pastore, Mantova, Tre lune, Santi, a cura di Rosa Giorgi in Dizionari dell arte - Milano, Edizioni Mondadori Electa, NAVARRINI, Roberto, La parrocchia nullìus dioecésis di Gazoldo degli Ippoliti, Mantova, Editrice Postumia,

97 REDONDESCO Oratorio dei Disciplini Dedicazione Santi Fabiano e Sebastiano. Committente Confraternita dei Disciplini. Cenni storici e architettura Inizio del XVI secolo. Data della soppressione: La struttura dell Oratorio mostra un classico esempio di quella che era la struttura tipo degli oratori dei Disciplinati, composta da uno spazio cultuale, uno spazio assembleare e uno spazio funzionale. L edificio è infatti diviso in due parti dal campanile e dalla scala di accesso ai piani superiori. A sinistra, si trova l Oratorio costituito da un unica aula rettangolare con un solo altare dietro al quale si sviluppa il coro; a destra, due botteghe e uno stanzino nel quale era collocato il gruppo scultoreo del compianto. Sopra l oratorio vi è la sala delle convocazioni, dominata da un grande affresco raffigurante il Crocifisso, e due stanze usate per ospitare il predicatore durante la quaresima. L oratorio, edificato accanto alla chiesa parrocchiale era affrescato, come testimoniano i numerosi frammenti rimasti. La navata unica aveva i muri laterali interamente affrescati con un disegno che ne aumentava illusionisticamente la lunghezza e l ampiezza; l effetto fu ottenuto attraverso una serie di pilastri, con capitello corinzio, reggenti un architrave sulla quale sono impostate lunette con cornice modanata. In ogni lunetta è raffigurato, a mezzo busto, un apostolo o un Dottore della Chiesa, mentre alle loro spalle si apre un paesaggio di colline alberate. Questi affreschi presentano le medesime caratteristiche stilistiche dell affresco sulla facciata e possono essere attribuiti allo stesso pittore, che operava a Redondesco alla fine del XV secolo. L artista non si pone problemi plastici nell evocare i personaggi di questo ciclo pittorico che esalta l opera degli apostoli e dei Dottori della Chiesa, anche se indubbi sono i riferimenti e la partecipazione al clima rinascimentale presente nelle riquadrature dei pilastri, nelle modanature delle lunette e nella ricerca di effetti prospettici. L oratorio nel secolo XVIII fu trasformato in abitazione civile e in quell occasione le decorazioni dell atrio subirono gravi danni. 96

98 Arredi interni o opere particolarmente significative Madonna con Bambino, pietra scolpita e dipinta, secoli XIV-XV. La scultura, raffigurante la Vergine incoronata con il Bimbo in grembo mentre gioca con un uccellino, proviene dal demolito oratorio dei Disciplini. Nella scultura è possibile notare come la Vergine e il Bambino non guardino più il popolo, come nelle sculture romaniche, ma dialoghino tra loro davanti ai fedeli come una vera coppia di madre e figlio. Benché sia ancora evidente in essa la rigidità dello schema romanico, specie nel corpo della Vergine, il Bambino è un vero bambino, non più un piccolo re benedicente seduto sulle ginocchia della madre. Madonna con il Bambino e Disciplini, affresco della facciata, fine del XV secolo, pittore lombardo. L immagine dipinta sopra il portale, entro un incasso del muro, era stata occultata da un muretto alla fine del XVIII secolo, quando in ottemperanza alle leggi giuseppine furono abolite le confraternite e l oratorio fu trasformato in abitazione civile. La composizione è ambientata nella parte terminale di un aula vista secondo uno schema prospettico, dominato dalla presenza di un alto seggio in marmi policromi. Il soffitto, a piccoli lacunari, è messo in evidenza dal sottostante fregio in cui si susseguono coppie di figure fantastiche affrontate, intercalate da palmette. La Vergine con Bambino siede in atteggiamento maestoso sull imponente trono ed ha, da un lato, il gruppo dei Disciplini vestiti della bianca tunica aperta sul dorso per le fustigazioni, mentre il capo è coperto dal cap- Madonna con Bambino, pietra scolpita e dipinta, secoli XIV- XV, Redondesco, Chiesa parrocchiale di San Maurizio Martire puccio che nasconde il viso, segnato da una vistosa croce rossa. Al lato opposto un solitario angioletto che suona il liuto. Dal soffitto, disposta come un festone, scende una fila di rossi coralli come quelli che ornano il collo e i polsi del Bambino Gesù. Limitato è il movimento delle figure, bloccate nella piattezza quasi a coincidere con il piano di fondo, mosse solo dal panneggio delle vesti che si compongono in linee sinuose. Il viso dai lineamenti convenzionali e il modellato poco 97

99 Oratorio dei Disciplini, Madonna con Bambino e Disciplini, secolo XVI, Redondesco definito palesano ancora gli elementi tipici del grafismo medioevale che cerca di dare fisicità e dimensione ai personaggi con la riquadratura della stanza e del trono. La grandiosità è suggerita dalla partitura geometrica dello spazio, con un architettura che comunica un senso di intimità. L opera presenta ancora un realismo e un convenzionalismo tipicamente gotici che si av- vicinano alla sintassi dei cosiddetti frescanti, pittori secondari le cui forme stilistiche si ritrovano, con poche varianti, in numerosi affreschi sparsi in più oratori e pievi del territorio mantovano e databili alla fine del XV secolo. Sono pittori che non rinunciano ai collaudati modelli, anche se sanno immettere nelle loro opere una fresca vena di osservazione dal vero che fornisce la presenza della realtà senza spogliarla dei suoi colori fiabeschi. L anonimo pittore dell affresco ha rappresentato con particolari veristici e oggetti simbolici la tematica spirituale dei disciplini. La veste bianca con cappuccio annulla l identità personale dei confratelli, che si riconoscono nella comune pratica della salvifica disciplina. L ampia apertura sul dorso, nella veste di ognuno, con i segni delle ferite causate dal flagello. Il dolore fisico e il sangue versato in espiazione dei propri peccati e di quelli degli altri sono l espressione di un sentire drammatico, di una partecipazione costante alla salvezza dell umanità, incentrati nel sacrificio della Croce. Le file di rosso corallo che pendono dal soffitto e la collana e i braccialetti del Bambino sono un chiaro riferimento all opera redentrice di Cristo. Infine l angioletto, suonatore di liuto, invita i fedeli a cantare le lodi a Dio. Bibliografia I Disciplini. Ricerche sulle confraternite del mantovano, Mantova, Gianluigi Arcari Editore, Mostra dei Disciplini: storia, arte, devozioni, a cura di C. Favini, C. Ghisini, G. Rubini, Castel Goffredo, Cassa rurale ed artigiana, CIPOLLA, Carlo M., Le istituzioni storiche del territorio lombardo, Milano, Regione Lombardia,

100 REDONDESCO Chiesa parrocchiale di San Maurizio martire Dedicazione San Maurizio martire. Cenni storici Il monastero di san Salvatore, che comprendeva anche un Hospitale che raccoglieva gli ammalati di una vasta zona, fu il primo centro religioso nel territorio di Redondesco che diede poi origine all attuale parrocchia prepositurale. Architettura La primitiva chiesa, che risale secondo alcune fonti all anno 1100, si presentava a tre navate, con capriate scoperte sostenute da dodici colonne romaniche e il coro di forma quadrata. Nel XV secolo vennero costruiti il volto a botte in cotto della navata centrale, decorato a cassettoni, e i volti a vela delle navate laterali. La torre risale invece al 1499, come testimonia la pietra in cotto infissa all esterno. Nel 1696 il pavimento della chiesa viene rialzato di circa un metro, per ovviare alle periodiche inondazioni dell Oglio, e le colonne ridotte a forma cilindrica. Nel 1720 fu sostituito l altare maggiore e venne posta la balaustra con gradinata in marmo. Altare, balaustra e relative gradinate sono opere dei tagliapietre Vincenzo Bonavini, Andrea Gamba e Gian Battista Pasinetti. Nel 1894, su disegno dell ing. Domizio Panini, venne ricostruita la facciata rifacendosi agli an- tichi motivi originali. Questa, decorata da alte guglie, si presenta oggi rivestita in cotto con pronao all ingresso principale, bifore laterali e rosone cieco al centro. Tracce della Confraternita del Rosario e della Confraternita del Santissimo Sacramento Nel 1566 era presente, nella parrocchia di Redondesco, la scuola del Corpo di Cristo, mentre nel 1770 sono documentate anche la società San Leonardo, olio su tela, secolo XVI, Chiesa parrocchiale di San Maurizio Martire 99

101 del Santissimo Sacramento, la compagnia del Santo Rosario e la società della Santissima Trinità. Ancora, nel 1902, accanto alla società del Santissimo Sacramento agivano nella parrocchia la compagnia di San Domizio, la società della Madonna del rosario di Pompei, la confraternita del Sacro Cuore di Gesù, la confraternita della Dottrina Cristiana. Arredi interni o opere particolarmente significative Si consiglia il raffronto tra la pala d altare di San Leonardo e quella raffigurante il Redentore con i santi Maurizio e Sebastiano per la diversa raffigurazione di San Sebastiano, a testimonianza dell evoluzione iconografica. Nella prima (secolo XVI, scuola veneta) San Sebastiano ap- Il Redentore con i Santi Maurizio e Sebastiano, olio su tela, secolo XVI, Chiesa parrocchiale di San Maurizio Martire pare come un giovane uomo, legato nudo ad un tronco d albero, trafitto da frecce, secondo la tradizione rinascimentale che si è imposta nei secoli. Alla destra di san Leonardo, San Girolamo leggente. Originariamente la tela campeggiava nella cappella al centro della navata laterale destra intitolata proprio a San Leonardo, fino alla sua demolizione, avvenuta nel 1922 per lasciare posto al Monumento dei Caduti, e da lì trasferita e dimenticata nell oratorio dei Disciplini fino al 1945 quando Mario Lomini la recuperò. Nell altra, invece, databile ai primi anni del '500, l artista ha recuperato l iconografia precedente secondo cui Sebastiano indossa abiti da cavaliere e regge nella mano destra la palma del martirio. Nei due santi, Sebastiano a destra e Maurizio (titolare della chiesa stessa) a sinistra, è probabile siano ritratti due membri della famiglia Gonzaga, forse proprio i committenti (presumibilmente in uno dei due è raffigurato Federico II). Campeggia, nella cappella a destra dell altar maggiore, la pala d altare Madonna di Loreto e i Santi Luigi Gonzaga e Francesco di Paola. Il dipinto è databile tra la fine del Seicento e i primi anni del Settecento. La Madonna è raffigurata seduta sul tetto di un edificio retto da angeli. È facile intravedere il riferimento, secondo la tradizione cristiana, del miracoloso trasporto della casa di Maria da Nazaret a Loreto. La casa della Madonna a Nazaret era costituita di tre povere pareti in pietra, addossate e poste come a chiusura di una grotta scavata nella roccia. La grotta è tuttora venerata a Nazaret, nella basilica dell Annunciazione, mentre le tre pareti di pietra, dopo la cacciata dei cristiani dalla Palestina 100

102 da parte dei musulmani, sono state salvate dalla sicura rovina e trasportate secondo documentazione storica prima a Tersatto, nell odierna Croazia, nel 1291 e poi a Loreto il 10 dicembre Si rivolgono alla Madonna san Francesco di Paola, a sinistra, dipinto con abiti francescani, il bastone, un secchio e l angioletto che al suo fianco regge la scritta CHARITAS, inconfondibile attributo iconografico del santo. A destra, in abiti da novizio, ritroviamo san Luigi proteso verso di lei. Madonna di Loreto e i Santi Luigi Gonzaga e Francesco di Paola, olio su tela, secoli XVII - XVIII, Chiesa parrocchiale di San Maurizio Martire Bibliografia Redondesco, a cura di Mario Ragazzi, Mantova, Santi, a cura di Rosa Giorgi in Dizionari dell arte - Milano, Edizioni Mondadori Electa, Arte, fede, storia: le chiese di Mantova e provincia, a cura di R. Brunelli, G. Ferlisi, I. Pagliari, G. Pastore, Mantova, Tre lune,

103 REDONDESCO Romitorio di San Pietro Cenni storici Il primo documento in cui si menziona il romitorio risale al 1033 e si riferisce ad una donazione. A quel tempo probabilmente Redondesco non esisteva ancora e la contrada di San Pietro apparteneva alla Pieve di San Zenone, a sua volta posta alla dipendenza del Vescovo di Verona. Per esprimere una propria autonomia gli abitanti del borgo decisero di mettere mano all edificio religioso ampliandolo. Dell architettura originaria rimane solo l abside e parte del campanile. Le vicissitudini storiche portarono però quel primo nucleo abitativo di Redondesco a seguire le vicende della Diocesi di Brescia e l oratorio a restare un luogo in cui il culto si celebrava sporadicamente. Fu fino al XVIII secolo sede degli Eremiti. Architettura Risalgono al XV secolo interventi di abbattimento della facciata e prolungamento dell edificio, oltre che la realizzazione degli affreschi che decorano l interno. È probabile che questi lavori dovessero dare vita ad un monastero domenicano a cui alcuni documenti accennano. Attualmente l edificio è costituito da un unica navata che termina con abside, alla quale è accostato il campanile in stile romanico che sale leggermente a tromba (tra i rarissimi esemplari ancora conservati in Italia). All interno, al centro dell abside, un altare monumentale con l affresco raffigurante la Vergine e il Bambino. Sul fianco destro della chiesa è addossato lo spazio adibito a residenza per il romita. Arredi interni o opere particolarmente significative È possibile rintracciare una sorta di connessione tra le immagini presenti nell abside: Cristo Glorioso circondato dagli angeli e dai simboli degli Evangelisti; l Ultima Cena; i profeti e al centro l Agnello Vittorioso; Passione, Resurrezione e Annunciazione; santa Lucia e san Lorenzo come esempio delle devozioni radicate nel territorio. Lungo la navata, invece, ogni raffigurazione si esaurisce in sé nella funzione di ex voto: cominciando dalla parete di sinistra si riconoscono san Sebastiano, san Rocco, san Francesco e la scena che ricorda il Battesimo di 102

104 Ciclo di affreschi, Il Battesimo di Cristo, secolo XV, Romitorio di San Pietro Ciclo di affreschi, Madonna con Bambino, secolo XV, Romitorio di San Pietro Gesù. Continuando a destra: nozze di Cana; la Vergine con i santi Pietro e Paolo e san Nicola. Al di là dell apparato iconografico di questo luogo, ciò che suscita grande curiosità ed interesse sono le iscrizioni in lingua volgare, tedesco e francese, incise sugli affreschi risalenti al XV secolo, che rappresentano una documentazione murale rarissima. Ciclo di affreschi, incisioni sugli affreschi, secolo XV, Romitorio di San Pietro Bibliografia Il Romitorio di San Pietro Parrocchia di Redondesco (secolo XI), fascicolo a cura di Cecilia Beffa. 103

105 MARIANA MANTOVANA Chiesa parrocchiale dell Assunzione della Beata Vergine Maria Dedicazione Assunzione della Beata Vergine Maria. Cenni storici L antica, seppur imprecisa, origine dell edificio è attestata nella relazione della visita pastorale compiuta nel 1838 dal Vescovo di Mantova Mons. Gianbattista Bellè e anche in quella precedente di Mons. Pergen (1777). Mariana Mantovana viene aggregata definitivamente alla Diocesi di Mantova soltanto nella seconda metà del Fino ad allora essa è strettamente dipendente dal potere civile ed ecclesiastico di Asola, come conferma il titolo Santa Maria Assunta, in comune con la cattedrale di Asola. Citiamo, ad esempio, l anno 980, in cui l imperatore Ottone II rinnova al conte Ermanno il vicariato di Asola che comprende, tra gli altri, proprio Mariana Mantovana. Ancora di più, il Diploma di Enrico VI datato 1192 riconosce la località come una prebenda della commenda di Asola. Architettura L attuale edificio è il risultato di numerosi interventi che si sono susseguiti a partire dal 1400, epoca a cui si fa risalire la struttura originaria. Dal XVI secolo si interviene con azioni mirate al miglioramento del tempio, al suo abbellimento e arricchimento, oltre che al risanamento del cimitero attiguo. Si procede con modifiche strutturali più incisive tra il 1812 e il 1818: innalzamento dell edificio, rafforzamento dei muri con pilastri, occlusione delle quattrocentesche finestre gotiche laterali, di cui tre ancora visibili. È probabile che contemporaneamente a queste trasformazioni si sia provveduto a innalzare anche il campanile per rendere più armonioso l intero complesso architettonico. Gli ultimi interventi, decorazione del presbiterio e sostituzione del pavimento in marmo con il cotto, risalgono agli anni Il martirio di Santa Sabina, prima metà secolo XVII, Mariana Mantovana, Chiesa Parrocchiale dell Assunzione della Beata Vergine Maria 104

106 Ciclo di affreschi della controfacciata, seconda metà secolo XV, Mariana Mantovana, Chiesa Parrocchiale dell Assunzione della Beata Vergine Maria Arredi interni o opere particolarmente significative Di pregevole fattura la pala d altare in cui santa Sabina, patrona della parrocchia, è raffigurata inginocchiata e con le mani legate nel momento in cui sta per ricevere il martirio per decapitazione. Al suo fianco san Sebastiano, con gli attributi iconografici più convenzionali (corpo 105

107 pulitura dell interno nel Databili tra la seconda metà del secolo XV e i primi decenni del secolo successivo, tra Gotico Internazionale e Rinascimento, sono stati realizzati da artisti diversi: alcune produzioni risultano più popolari, mentre altre paiono informate sugli sviluppi dell arte. I soggetti, inscritti all interno di riquadri tutti differenti l uno dall altro, rimandano ad opere di carattere devozionale, probabilmente non appartenenti a cicli organici programmati, per quanto riconducibili a due tematiche: 1) scene della vita di Gesù e Maria, tra cui l Annunciazione, la Crocifissione e l Assunzione Ciclo di affreschi della controfacciata, San Rocco, seconda metà secolo XV, Chiesa Parrocchiale dell Assunzione della Beata Vergine Maria giovane nudo e segnato dalle ferite delle frecce, con le mani legate). Il dipinto, probabilmente di scuola mantovana della prima metà del Seicento, era conservato originariamente nell Oratorio dei Disciplini, congregazione che diffuse il culto della santa in tutta la comunità. Di grandissimo interesse il Ciclo di affreschi della controfacciata, ritrovato soltanto in occasione di una Ciclo di affreschi della controfacciata, particolare, secolo XV, Chiesa Parrocchiale dell Assunzione della Beata Vergine Maria 106

108 (sinistra); 2) santi: a destra la rappresentazione di sette santi che appaiono piuttosto come testimonianza di una devozione particolare dei committenti; si riconoscono Sant Apollonia, l immagine di dimensioni maggiori, e poi, continuando nella fila più bassa, Sant Omobono, San Rocco e Santa Sabina (questi ultimi due sono affiancati forse perché entrambi protettori contro la peste o per essere destinatari della stessa devozione cara alla Congregazione dei Disciplini). Nella fila superiore da sinistra si avanza l ipotesi che siano rappresentati una martire (forse Santa Lucia o Sant Agata) e un monaco (saio). L ultimo riquadro, per quanto solo parzialmente leggibile, ci restituisce il dettaglio più importante: un maialino. È quindi verosimile che qui fosse raffigurato Sant Antonio abate. Tracce della Confraternita del Santissimo Sacramento I documenti confermano che nel 1566 erano presenti nella parrocchia di Mariana la Scuola del Corpo di Cristo e il Consorzio dei poveri, mentre nel 1770 erano attive le società del Santissimo Sacramento e della Disciplina. Bibliografia Santi, a cura di Rosa Giorgi in Dizionari dell arte - Milano, Edizioni Mondadori Electa, Arte, fede, storia: le chiese di Mantova e provincia, a cura di R. Brunelli, G. Ferlisi, I. Pagliari, G. Pastore, Mantova, Tre lune, Carlo M. Cipolla, Le istituzioni storiche del territorio lombardo, Milano, Regione Lombardia, Per l interpretazione del ciclo di affreschi ci si è avvalsi del compendio La chiesa parrocchiale di Mariana e i suoi affreschi redatto da Rossini Mauro, Torreggiani Matteo, Zoli Claudio sulla base di analisi iconografiche condotte dal prof. Fausto Scalvini e Mons. Roberto Brunelli. 107

109 MARIANA MANTOVANA Oratorio dei Disciplini Dedicazione Santa Sabina e Sebastiano martiri. Committente Confraternita dei Disciplini. Cenni storici I Disciplini sono documentati a Mariana già nel XIV secolo. Dalla visita pastorale del vescovo di Brescia Antonio Seneca del 1566 apprendiamo nel dettaglio che la chiesa, o oratorio di Santa Sabina, o oratorio di santa Maria dei Disciplini, è situata nella fortezza di Mariana, e comprende un altro oratorio posto nel piano superiore, dove i confratelli della Disciplina si riuniscono per pregare. In esso sono presenti determinate reliquie sacre, cioè la mano integra di santa Sabina. La reliquia di santa Sabina viene successivamente traslata nella chiesa parrocchiale per essere meglio conservata. L antico oratorio nel 1838 viene sconsacrato e adibito a dormitorio militare e nel 1880 lasciato al demanio pubblico dello stato. Arredi interni o opere particolarmente significative La pala d altare, attualmente conservata nella chiesa parrocchiale, proviene probabilmente dall antico oratorio dei Disciplini, come pure il reliquiario contenente la reliquia della mano di santa Sabina. Bibliografia Mauro Rossini, I Disciplini bianchi a Mariana. 108

110 MARIANA MANTOVANA Oratorio dei Campi Bonelli 109

111 Dedicazione Annunciazione del Signore. Committente. Cenni storici L oratorio, databile intorno al XII secolo, è tra i meglio conservati del medioevo mantovano. Architettura Arredi interni o opere particolarmente significative L abside conserva un notevole ciclo di affreschi risalenti al Due-Trecento. Sono facilmente individuabili San Sebastiano, al centro, nell iconografia che si diffonderà pienamente durante il Rinascimento, e alla sua destra San Rocco, riconoscibile per la piaga sulla coscia oltre che per il bastone e la borsa da pellegrino. Ciclo di affreschi, XIII-XIV secolo, in Mariana Mantovana, Oratorio dei Campi Bonelli Bibliografia Arte, fede, storia: le chiese di Mantova e provincia, a cura di R. Brunelli, G. Ferlisi, I. Pagliari, G. Pastore, Mantova, Tre lune, Santi, a cura di Rosa Giorgi in Dizionari dell arte - Milano, Edizioni Mondadori Electa,

112 Finito di stampare nel mese di ottobre 2013 da Publi Paolini, Mantova

113 Castel Goffredo Casalmoro Casaloldo Ceresara Asola Piubega Gazoldo d/ippoliti Mariana Mantovana Redondesco Tra il Chiese, il Tartaro e l Osone terra dell agro centuriato della Postumia

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