IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA

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1 IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA Salmo 16 Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio. 2 Ho detto a Dio: «Sei tu il mio Signore, senza di te non ho alcun bene». 3 Per i santi, che sono sulla terra, uomini nobili, è tutto il mio amore. 4 Moltiplicano i loro affanni

2 quanti seguono un dio straniero: ma io non verserò le loro libagioni di sangue né pronunzierò con le mie labbra i loro nomi. 5 Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita. 6 Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi: sì, è magnifica la mia eredità. 7 Benedico il Signore che mi ha dato consiglio; anche di notte il mio cuore mi istruisce. 8 Io pongo sempre innanzi a me il Signore, sta alla mia destra, non posso vacillare. 9 Per questo gioisce il mio cuore ed esulta il mio intimo; anche il mio corpo riposa al sicuro, 10 perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro, né lascerai che il tuo fedele veda la corruzione. 11 Mi indicherai il sentiero della vita: gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra. Salmo Dal profondo a te grido, o Signore: 2 Signore, ascolta la mia voce. Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia preghiera. 3 Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi potrà sussistere? 4 Ma presso di te è il perdono che infonde il tuo timore. 5 Io spero nel Signore, l'anima mia spera nella sua parola. 6 L'anima mia attende il Signore più che le sentinelle l'aurora. 7 Israele attenda il Signore, perché presso il Signore è la misericordia e grande è presso di lui la redenzione. 8 Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe. Gv 11, Si era ammalato un certo Lazzaro di Betania, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella. 2 Maria era quella che aveva cosparso di olio

3 profumato il Signore e gli aveva asciugato i piedi con i suoi capelli. Il malato era suo fratello Lazzaro. 3 Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, il tuo amico è ammalato». 4 All udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, affinché, per mezzo di essa, il Figlio di Dio venga glorificato». 5 Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro. 6 Quand ebbe dunque sentito che era ammalato, si trattenne due giorni nel luogo dove si trovava. 7 Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». 8 I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». 9 Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; 10 se invece uno cammina di notte, inciampa, perché gli manca la luce». 11 Dopo aver detto queste cose, soggiunse loro: «Il nostro amico Lazzaro si è addormentato; ma io vado a svegliarlo». 12 Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, sarà salvo». 13 Gesù parlava della morte di lui, essi invece pensarono che si riferisse al riposo del sonno. 14 Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto 15 e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi crediate. Ma ora andiamo da lui!».16allora Tommaso, chiamato Didimo, disse ai condiscepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!». 17 Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che era già da quattro giorni nel sepolcro. 18 Betania distava da Gerusalemme meno di due miglia 19 e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il loro fratello. 20 Marta dunque, come seppe che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria, invece, stava seduta in casa. 21 Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22 Ma anche ora so che qualunque cosa chiederai a Dio, Dio te la concederà». 23 Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». 24 Gli rispose Marta: «So che risorgerà nell ultimo giorno, quello della risurrezione». 25 Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26 chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?». 27 Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo». 28 Dopo queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, dicendole sommessamente: «Il Maestro è qui e ti chiama». 29 Quella, udito ciò, si alzò in fretta e andò da lui. 30 Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. 31 Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, quando videro Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono pensando: «Va al sepolcro per piangere là». 32 Maria, dunque, quando giunse dov era Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendo: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». 33 Gesù allora, quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente, si turbò e disse: 34 «Dove l avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». 35 Gesù scoppiò in pianto. 36 Dissero allora i Giudei: «Guarda

4 come lo amava!». 37 Ma alcuni di loro dissero: «Costui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che questi non morisse?». 38 Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro; era una grotta e contro vi era posta una pietra. 39 Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore, poiché è di quattro giorni». 40 Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?». 41 Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti ringrazio perché mi hai ascoltato. 42 Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». 43 E, detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 44 Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare». 45 Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui. 46 Ma alcuni andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto. 47 Allora i sommi sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dicevano: «Che cosa facciamo? Quest uomo compie molti segni. 48 Se lo lasciamo fare così, tutti crederanno in lui e verranno i Romani e distruggeranno il nostro luogo santo e la nostra nazione». 49 Ma uno di loro, di nome Caifa, che era sommo sacerdote in quell anno, disse loro: «Voi non capite nulla 50 e non considerate come sia meglio per voi che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera». 51 Questo però non lo disse da se stesso ma, essendo sommo sacerdote, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; 52 e non per la nazione soltanto, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi. 53 Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo. 54 Gesù pertanto non si faceva più vedere in pubblico tra i Giudei; egli si ritirò di là nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Efraim, dove si trattenne con i suoi discepoli. 55 Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione andarono a Gerusalemme prima della Pasqua, per purificarsi. 56 Essi cercavano Gesù e, stando nel tempio, dicevano tra di loro: «Che ve ne pare? Non verrà egli alla festa?». 57 Intanto i sommi sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che chiunque sapesse dove si trovava lo denunziasse, perché essi potessero prenderlo. Dalla Lettera ai Romani 8, Quelli che sono sotto il dominio della carne non possono piacere a Dio. 9 Voi, però, non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. 10 E se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto a causa del peccato, ma lo Spirito è vita a causa della giustificazione. 11 E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita

5 anche ai vostri corpi mortali, per mezzo del suo Spirito che abita in voi. Il Messaggio Il racconto della risurrezione di Lazzaro è sorprendente. Da una parte, Gesù non viene mai presentato in modo cosi umano, fragile e intimo come in questo momento in cui gli muore uno dei suoi migliori amici. D'altra parte, mai veniamo invitati in modo tanto diretto a credere nel suo potere salvifico: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà... Credi questo?». Gesù non nasconde il suo affetto per questi tre fratelli di Betania, che sicuramente lo accolgono in casa loro ogni volta che viene a Gerusalemme. Un giorno Lazzaro si ammala, e le sue sorelle mandano un messaggio a Gesù: nostro fratello, «colui che tu ami», è malato. Quando Gesù arriva al villaggio, Lazzaro è ormai sepolto da quattro giorni. Nessuno potrà ridargli più la vita. La famiglia è distrutta. Quando si presenta Gesù, Maria scoppia a piangere, nessuno riesce a consolarla. Vedendo i singhiozzi dell'amica, neanche Gesù può contenersi e si mette a piangere. Gli si spezza il cuore davanti all'impotenza di tutti di fronte alla morte. Chi ci potrà consolare? In noi esiste un desiderio insaziabile di vita. Passiamo i giorni e gli anni a lottare per vivere. Ci aggrappiamo alla scienza e soprattutto alla medicina per prolungare questa vita biologica, ma arriva sempre un'ultima malattia dalla quale nessuno ci potrà guarire. Né ci servirebbe vivere questa vita per sempre. Sarebbe orribile un mondo invecchiato, pieno di vecchi, con sempre meno spazio per i giovani, un mondo in cui la vita non si rinnovasse. Ciò a cui aspiriamo è una vita diversa, senza dolore né vecchiaia, senza fame né guerre, una vita completamente felice per tutti. Oggi viviamo in una società che è stata descritta dal sociologo polacco Zygmunt Bauman come «una società dell'incertezza». L'uomo non ha mai avuto tanto potere di avanzare verso una vita più felice. Malgrado ciò, forse non si è mai sentito tanto impotente di fronte a un futuro incerto e minaccioso. In che cosa possiamo sperare? Prima di risuscitare Lazzaro, Gesù dice a Marta queste parole, che rappresentano una.sfida decisiva per tutti noi: Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà Credi questo?. Gesù ci salva non «dalla» morte. È impossibile: siamo mortali. Ci salva invece «nella» morte. Siamo all'ultimo dei «segni», che rivelano la gloria del Figlio di Dio. Dopo questo racconto seguirà la sua passione, che realizza il significato di tutta la sua azione: Gesù è il Figlio perché comunica la propria vita ai fratelli, e la comunica perché è il Figlio. Gesù, come Lazzaro e ogni uomo, muore. Egli però ha il potere di offrire la vita e di riceverla di nuovo. Anzi proprio perché la offre, la riceve come Figlio uguale al Padre, datore di vita. Questo è il «comando»

6 ricevuto dal Padre (10,18), che lo costituisce Figlio e lo rende nostro fratello. Quest'ultimo segno richiama il primo: rivela la gloria del Figlio dell'uomo, donata a ogni figlio d'uomo. È quella gloria che apparirà sulla croce: la gloria dell'unigenito dal Padre (1,14b), che dà, a chi lo accoglie, il potere di diventare figlio di Dio (1,12). Gesù, dando la vita a Lazzaro, sarà condannato a morte (v. 53). Chi dona vita, riceve morte; ma, proprio ricevendo morte, dà vita. È il paradosso della croce, ormai all'orizzonte. Essa esprime l'apice sia del male che è nell'uomo, sia del bene che Dio gli vuole: manifesta la «sua gloria», amore senza limiti, che si fa carico di ogni nostro limite. Nel piano di Dio il nostro male è assunto come luogo in cui egli si rivela pienamente e ci salva. Ogni segno, che Gesù finora ha compiuto, illumina un singolo aspetto della Parola come vita e luce degli uomini. La risurrezione di Lazzaro, invece, è un segno globale: dare la vita a un morto significa la vittoria sul nemico ultimo dell'uomo (ICor 15,26). Siamo al culmine del «libro dei segni». È vero che Lazzaro morirà ancora. Ma il suo ritorno alla vita indica che la morte non è più padrona dell'uomo ed è segno della risurrezione, che sarà comunione di vita con il Padre della vita. Gesù ci rivela che c'è morte e morte, come c'è vita e vita. C'è una vita morta, propria di chi, schiavo della paura di perderla, si chiude nell'egoismo per trattenerla; e c'è una morte vivificante, intesa come dono della vita, atto supremo di amore. La risurrezione è credere in Gesù: chi aderisce a lui, già fin d'ora è in comunione con il Figlio e, anche se muore, vivrà (v. 25). Anzi, chi vive e crede in lui, non morrà in eterno (v. 26). Infatti partecipa della vita di Dio, che è amore: «Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte» (1Gv 3,14). Il ritorno in vita di Lazzaro è segno di ciò che accade alle sorelle Marta e Maria: il fratello esce momentaneamente dal sepolcro, ma per tornarci ancora, mentre le sorelle escono dal villaggio di afflizione e dalla casa di lutto per incontrare, già adesso su questa terra, il Signore della vita. Il vero risorto non è Lazzaro, tornato alla vita mortale, ma le sue sorelle e quanti credono in Gesù, passati alla vita immortale. Tutti i personaggi sono in movimento: Gesù e i suoi discepoli da oltre il Giordano a Betania, i giudei da Gerusalemme, Marta dal villaggio, Maria da casa e Lazzaro dal sepolcro. Qui tutti si danno convegno, i già e i non ancora morti. La vita, un movimento, che inevitabilmente finisce nel rigore cadaverico della tomba. Lazzaro giace dentro; gli altri per ora stanno fuori. La Parola, che fece uscire dal nulla tutte le cose, nel Figlio dell'uomo si fa ascoltare anche dai morti, facendoli uscire dai sepolcri: è la nuova creazione, l'esodo definitivo dalla morte alla vita. Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi

7 risusciterò dai vostri sepolcri (Ez 37,13). ** CARNE E SPIRITO L azione dello Spirito di Dio sulla persona dei credenti è la stessa azione vivificatrice che Ezechiele aveva contemplato sulle «ossa aride di Israele esiliato e mortificato. Carne è l'uomo naturale abbandonato a se stesso e al proprio egoismo, l'uomo che ha fatto di se stesso il proprio idolo, l'uomo "cacciatore di sé"... "Vivere secondo la carne" non è soltanto né primariamente, per Paolo, affidarsi agli istinti carnali; è piuttosto la gestione dell'esistenza a partire dall'unico punto di riferimento che è "se stesso", il servizio di sé, l'adorazione di sé, l'affermazione di sé. E la strada della carne, disseminata di un grosso e caotico mucchio di vizi, conduce inevitabilmente alla morte. «Nel mondo dell'uomo-carne fa il suo ingresso lo Spirito di Dio che è il segno della vita, del superamento della fragilità e della caducità, e fa sì che l'uomo possa realizzare pienamente se stesso "vivendo secondo lo Spirito" (v. 5), cioè pensando, volendo e agendo secondo il volere di Dio. ** VITTORIA DELLO SPIRITO DI VITA SUL CORPO MORTALE Nel «corpo morto a causa del peccato viene ad abitare mediante la fede e il battesimo «lo Spirito che è vita, cioè «un nuovo dinamismo interiore che attinge alla forza di Dio e libera l'uomo dall antico ordine tirannico della "legge del peccato e della morte"... In tal modo l'unità tra il volere e il fare è ricomposta, o almeno può ricomporsi, e la situazione dell'"uomo in contraddizione" è superata. Né è da pensare che lo Spirito di Dio che è vita abbandoni i credenti alle soglie della morte. La vita di Dio non ci tradisce, come non ha tradito Gesù Cristo, nonostante la sua morte fisica. l c o l I. l!, Preghiamo. ~ Rit. Donaci Signore la tua gioia pasquale Lettore 1 : Tu, Signore, sei la vita di ogni uomo che si affida a te. Tu il pane che alimenta la fame di ogni vivente. Tu la speranza della luce nuova che illumina ogni uomo che giace nelle tenebre e nell ombra di morte. In te hanno sperato i nostri padri; hanno sperato e tu li hai liberati; a te gridarono e furono salvati 1 9 Lettore 2 : Anch io, Signore, dal profondo della mia miseria

8 grido a te. Vedi, Signore, la mia miseria e chiamami. Comanda a me, come a Lazzaro, di venire a te e di riprendere vita: tu sei la vita dell uomo. Cercami nella mia oscurità e solleva la pietra che mi separa dalla luce, Dio di misericordia e di bontà, luce dei viventi Lettore 1 : Cristo, che risuscitato dai morti sei diventato principio e fonte della vita immortale, benedici e santifica tutti gli uomini della terra. Lettore 2: Tu che doni ai credenti la gioia e la pace, fa che camminiamo in novità di vita nella luce della tua Pasqua. Lettore 1 : Conferma nella fede la tua Chiesa pellegrina sulla terra, perché renda testimonianza al mondo della tua risurrezione. Lettore 2 : Tu che attraverso la passione sei entrato nella gloria del Padre, trasforma in gioia perfetta i lutti e i dolori del mondo. Sac.: O Dio onnipotente, che ci hai dato la grazia di conoscere il lieto annunzio della risurrezione, fa che risorgiamo a nuova vita per la forza del tuo Spirito di amore. Per Cristo nostro Signore Amen

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