IL NUOVO TESTAMENTO LETTERE DI SAN PAOLO. Nuova versione ufficiale della CEI. Introduzioni, note e approfondimenti di Rinaldo Fabris

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1 IL NUOVO TESTAMENTO LETTERE DI SAN PAOLO Nuova versione ufficiale della CEI Introduzioni, note e approfondimenti di Rinaldo Fabris

2 PRIMA LETTERA AI CORINZI

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4 Dello scambio epistolare tra Paolo e la Chiesa corinzia sono rimaste due lettere, l attuale 1Corinzi, e la 2Corinzi. La 1Corinzi è un documento di prima mano che ci informa sul metodo di evangelizzazione di Paolo e sui problemi che deve affrontare una piccola comunità cristiana, inserita nel tessuto sociale e nell ambiente culturale di una città greco-romana del secolo I d.c. All inizio degli anni 50 d.c. Paolo arriva a Corinto, capoluogo dell Acaia. La città di Corinto, rifondata da Giulio Cesare, è una metropoli ricca e popolosa, centro di comunicazioni e commercio tra il mare Egeo e l Adriatico. In un anno e mezzo di attività missionaria Paolo dà vita a una Chiesa vivace, con diramazioni nell entroterra dell Acaia. Attorno al nucleo originario di ebrei, la maggioranza dei convertiti sono greci e latini. Nella comunità cristiana si riflette la stratificazione sociale della città. Accanto ad alcuni rappresentanti della classe medioalta, la maggioranza dei cristiani è costituita da schiavi e liberti (1Cor 1,26; 7,20-24). L attuale 1Corinzi è scritta da Efeso, verso la metà degli anni 50. A Efeso, Paolo viene a sapere che a Corinto i gruppi che si riuniscono nelle case tendono a identificarsi con i diversi predicatori o capi sul modello delle scuole filosofiche, delle associazioni religiose e del sistema di «patronato», tipico di una città romana (1Cor 1,10-4,21). Vi sono anche casi di disordini morali e sociali. Alcuni fanno appello alla loro esperienza dello Spirito per rivendicare la libertà da ogni vincolo morale (1Cor 5,1-6,20). Altri, invece, vorrebbero imporre l astinenza sessuale agli sposi cristiani e 49

5 alla Prima Lettera ai Corinzi condannano il matrimonio (1Cor 7). Alcune donne in nome della parità cristiana si presentano nell assemblea con un acconciatura maschile (1Cor 11,1-16). Nell assemblea di preghiera, sotto l impulso dello Spirito, alcuni tendono a monopolizzare le manifestazioni dei carismi (1Cor 12,1-14,40). Altri partecipano ai banchetti sacri presso i templi di Corinto mettendo in crisi i fratelli di fede più fragile (1Cor 8,1-10,33). Infine, alcuni non credono che la risurrezione di Gesù implichi la risurrezione dei cristiani (1Cor 15). I diversi problemi della Chiesa corinzia derivano dalla difficoltà di vivere con coerenza le scelte di fede cristiana nel contesto sociale e culturale di una grande città del mondo greco-romano. STRUTTURA E SVILUPPO DEL DIALOGO EPISTOLARE La lettera si apre con l intestazione, dove compaiono i nomi di Paolo e Sòstene, i destinatari e il saluto. Nell epilogo, dopo lo scambio di saluti fra le comunità cristiane, c è l invito al saluto reciproco. Prima della benedizione finale Paolo pronunzia un anatema contro «chi non ama il Signore» e invoca la sua venuta. Dentro questa cornice epistolare si sviluppa il dialogo epistolare. Nell esordio Paolo ringrazia Dio per la situazione spirituale dei corinzi e li rassicura con la promessa della fedeltà di Dio che li chiama alla comunione con il Figlio suo. Quindi, con un invito all unità e alla concordia annunzia il tema della prima parte della lettera (1Cor 1-4). Nel seguito egli introduce i diversi temi con la formula: «Riguardo a...». La concentrazione di alcuni vocaboli tematici è un indizio per individuare la struttura del discorso di Paolo. Intestazione 1Cor 1,1-3 Mittenti Paolo e Sostene, destinatari e saluto I. Prologo e preghiera di ringraziamento 1Cor 1,4-9 II. Divisioni a Corinto e annunzio del vangelo Cor 1,10-2,16 50

6 alla Prima Lettera ai Corinzi III. Statuto e compito degli apostoli 1Cor 3,1-4,21 IV. Disordini a Corinto 1Cor 5,1-6,20 La convivenza incestuosa di un cristiano Processi presso i tribunali esterni V. Matrimonio dei cristiani a Corinto 1Cor 7,1-40 La vita di coppia e la scelta dello stato di vita VI. La partecipazione ai banchetti sacri 1Cor 8,1-11,1 La libertà di coscienza si attua nella carità L esempio di Paolo al servizio del vangelo La mensa del Signore per i cristiani VII. Le assemblee cristiane a Corinto 1Cor 11,2-34 Il comportamento delle donne La cena del Signore VIII. I doni dello Spirito 1Cor 12,1-14,40 Diversità e pluralità di doni spirituali L elogio dell amore Criteri pratici per esercitare i carismi nell assemblea di preghiera IX. La risurrezione dei morti 1Cor 15,1-58 Il kērygma tradizionale, fondamento della fede Il fatto della risurrezione dei morti Il corpo dei risorti X. Istruzioni e progetti di viaggi 1Cor 16,1-12 Epilogo 1Cor 16,13-24 Saluti e benedizione. Paolo si rivolge alla «Chiesa di Dio» che è in Corinto, della quale si considera fondatore e padre. Egli interviene per chiarire i fraintendimenti, approfondire o decidere le questioni aperte, suggerire atteggiamenti e dettare norme di comportamento. Per dialogare con i corinzi Paolo utilizza alcuni elementi della «retorica», 51

7 alla Prima Lettera ai Corinzi anche se egli contesta il discorso retorico in nome della logica e della sapienza della croce. Per dare una risposta agli interrogativi dei corinzi e motivare le sue disposizioni, ripropone il contenuto essenziale del vangelo, che sta a fondamento della loro fede. Dalla Bibbia Paolo prende non solo i testi che gli servono per fondare e sviluppare la sua argomentazione, ma anche gli elementi essenziali della fede in Dio, unico creatore e Signore. 52

8 Prima Lettera ai Corinzi 1,1-12 PRIMA LETTERA AI CORINZI 1. INDIRIZZO, SALUTO E RINGRAZIAMENTO 1 Paolo, chiamato a essere apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Sòstene, 2 alla Chiesa di Dio che è a Corinto, a coloro che sono stati santificati in Cristo Gesù, santi per chiamata, insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore nostro e loro: 3 grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo! 4 Rendo grazie continuamente al mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, 5 perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della conoscenza. 6 La testimonianza di Cristo si è stabilita tra voi così saldamente 7 che non manca più alcun carisma a voi, che aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. 8 Egli vi renderà saldi sino alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo. 9 Degno di fede è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione con il Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro! DIVISIONI NELLA COMUNITÀ Discordie fra i credenti Vi esorto pertanto, fratelli, per il nome del Signore nostro Gesù Cristo, a essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e di sentire. 11 Infatti a vostro riguardo, fratelli, mi è stato segnalato dai familiari di Cloe che tra voi vi sono discordie. 12 Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: «Io sono di Paolo», «Io invece sono di Apollo», «Io invece di Cefa», «E io di Cristo». 53

9 Prima Lettera ai Corinzi 1, È forse diviso il Cristo? Paolo è stato forse crocifisso per voi? O siete stati battezzati nel nome di Paolo? 14 Ringrazio Dio di non avere battezzato nessuno di voi, eccetto Crispo e Gaio, 15 perché nessuno possa dire che siete stati battezzati nel mio nome. 16 Ho battezzato, è vero, anche la famiglia di Stefanàs, ma degli altri non so se io abbia battezzato qualcuno. 17 Cristo infatti non mi ha mandato a battezzare, ma ad annunciare il Vangelo, non con sapienza di parola, perché non venga resa vana la croce di Cristo. La sapienza di questo mondo e la sapienza di Dio La parola della croce infatti è stoltezza per quelli che si perdono, ma per quelli che si salvano, ossia per noi, è potenza di Dio. 19 Sta scritto infatti: Distruggerò la sapienza dei sapienti e annullerò l intelligenza degli intelligenti. 20 Dov è il sapiente? Dov è il dotto? Dov è il sottile ragionatore di questo mondo? Dio non ha forse dimostrato stolta la sapienza del mondo? 21 Poiché infatti, nel disegno sapiente di Dio, il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. 22 Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, 23 noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; 24 ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio. 25 Infatti ciò che è stoltezza di Dio è più sapiente degli uomini, e ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini. 26 Considerate infatti la vostra chiamata, fratelli: non ci sono fra voi molti sapienti dal punto di vista umano, né molti potenti, né molti nobili. 27 Ma quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; 28 quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono, 29 perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio. 30 Grazie a lui voi siete in Cristo Gesù, il quale per noi è diventato sapienza per opera di Dio, giustizia, santificazione e redenzione, 31 perché, come sta scritto, chi si vanta, si vanti nel Signore. 1,23 Con le categorie antitetiche di «debolezza // potenza», «follia // sapienza», Paolo trascrive il kērygma tradizionale, dove si parla di «morte e risurrezione» di Cristo (cfr. 1Cor 15,3-5). Un Messia crocifisso è scandalo per i giudei, che cercano i «segni» (= immagine di un Dio potente) e stoltezza per i greci che cercano la «sapienza» (= immagine di un Dio logico). Per l iniziativa di Dio che lo ha glorificato, Gesù Cristo crocifisso è potenza e sapienza di Dio. 54

10 Prima Lettera ai Corinzi 2, L annuncio di Cristo crocifisso. - 1 Anch io, fratelli, quando venni tra voi, non mi presentai ad annunciarvi il mistero di Dio con l eccellenza della parola o della sapienza. 2 Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso. 3 Mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione. 4 La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, 5 perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio. La vera sapienza. - 6 Tra coloro che sono perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo, che vengono ridotti al nulla. 7 Parliamo invece della sapienza di Dio, che è nel mistero, che è rimasta nascosta e che Dio ha stabilito prima dei secoli per la nostra gloria. 8 Nessuno dei dominatori di questo mondo l ha conosciuta; se l avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria. 9 Ma, come sta scritto: Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano. 10 Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio. 11 Chi infatti conosce i segreti dell uomo se non lo spirito dell uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai conosciuti se non lo Spirito di Dio. 12 Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere ciò che Dio ci ha donato. 13 Di queste cose noi parliamo, con parole non suggerite dalla sapienza umana, bensì insegnate dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali. 14 Ma l uomo lasciato alle sue forze non comprende le cose dello Spirito di Dio: esse sono follia per lui e non è capace di intenderle, per- 2,1 Alla logica della croce si ispira anche il metodo dell annunzio del vangelo da parte di Paolo a Corinto. Egli proclama «Gesù Cristo e Cristo crocifisso» rinunziando a ogni artificio retorico, perché la fede dei corinzi sia fondata non sulla sapienza umana, ma sulla manifestazione dello Spirito, che rivela la potenza di Dio. 2,6 Ai cristiani di Corinto che si domandano se esiste una sapienza cristiana, Paolo risponde che la vera sapienza è quella che Dio ha rivelato per mezzo di Gesù Cristo crocifisso e che egli comunica ai credenti per mezzo del suo Spirito. 2,13 L agire di Dio, che si manifesta in Gesù Cristo crocifisso, appare una cosa assurda o folle. Ma chi si apre all amore di Dio, rivelato in Gesù crocifisso e si lascia guidare dal suo Spirito, riceve il dono della sapienza. 55

11 Prima Lettera ai Corinzi 2,15-3,17 ché di esse si può giudicare per mezzo dello Spirito. 15 L uomo mosso dallo Spirito, invece, giudica ogni cosa, senza poter essere giudicato da nessuno. 16 Infatti chi mai ha conosciuto il pensiero del Signore in modo da poterlo consigliare? Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo. 3. Era Dio che faceva crescere. - 1 Io, fratelli, sinora non ho potuto parlare a voi come a esseri spirituali, ma carnali, come a neonati in Cristo. 2 Vi ho dato da bere latte, non cibo solido, perché non ne eravate ancora capaci. E neanche ora lo siete, 3 perché siete ancora carnali. Dal momento che vi sono tra voi invidia e discordia, non siete forse carnali e non vi comportate in maniera umana? 4 Quando uno dice: «Io sono di Paolo», e un altro: «Io sono di Apollo», non vi dimostrate semplicemente uomini? 5 Ma che cosa è mai Apollo? Che cosa è Paolo? Servitori, attraverso i quali siete venuti alla fede, e ciascuno come il Signore gli ha concesso. 6 Io ho piantato, Apollo ha irrigato, ma era Dio che faceva crescere. 7 Sicché, né chi pianta né chi irriga vale qualcosa, ma solo Dio, che fa crescere. 8 Chi pianta e chi irriga sono una medesima cosa: ciascuno riceverà la propria ricompensa secondo il proprio lavoro. 9 Siamo infatti collaboratori di Dio, e voi siete campo di Dio, edificio di Dio. 10 Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come un saggio architetto io ho posto il fondamento; un altro poi vi costruisce sopra. Ma ciascuno stia attento a come costruisce. 11 Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo. 12 E se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, 13 l opera di ciascuno sarà ben visibile: infatti quel giorno la farà conoscere, perché con il fuoco si manifesterà, e il fuoco proverà la qualità dell opera di ciascuno. 14 Se l opera, che uno costruì sul fondamento, resisterà, costui ne riceverà una ricompensa. 15 Ma se l opera di qualcuno finirà bruciata, quello sarà punito; tuttavia egli si salverà, però quasi passando attraverso il fuoco. 16 Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? 17 Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi. 3,13 La chiesa-edificio (tempio) di Dio ha come unico fondamento Cristo e deve essere costruita a regola d arte per superare la «prova del fuoco», cioè le tribolazioni e le persecuzioni che sfidano la perseveranza dei cristiani. 3,17 I «predicatori» sono al servizio di Dio per far nascere e crescere la comunità dei credenti. Per sottolineare la iniziativa di Dio e lo statuto della comunità Paolo ricorre alle immagini bibliche del campo e della costruzione (edificio). 56

12 Per approfondire La 1Corinzi dà un immagine viva e realistica della vita di una comunità cristiana in un grande centro urbano, dove vivono e si incontrano persone diverse per estrazione sociale e appartenenza religiosa e culturale. Il dialogo epistolare di Paolo con i gruppi cristiani di Corinto offre lo spunto per ripensare il metodo di annunzio del vangelo in ambienti e contesti sottoposti a rapidi cambiamenti. Per affrontare i problemi della vita interna della comunità cristiana e quelli del rapporto con l ambiente esterno Paolo fa sempre riferimento in modo diretto o implicito al contenuto essenziale del vangelo, il kērygma, che sta all origine e al fondamento della fede dei battezzati. La logica della croce. Con questa espressione si possono riassumere il contenuto e la metodologia dell annunzio di Paolo a Corinto. Egli chiama il vangelo «la parola logos, da cui logica della croce», perché si annunzia Gesù Cristo morto in croce. Dal punto di vista umano, proclamare un Messia-Cristo crocifisso è un assurdità, perché contraddice le attese religiose sia dei giudei sia dei greci. Nella parola della croce Paolo propone un immagine capovolta di Dio. Per quanti immaginano Dio «onnipotente», Gesù Cristo crocifisso è la totale impotenza; per quelli che immaginano Dio «onnisciente», Gesù Cristo crocifisso è l insipienza radicale. Ma nel vangelo si proclama la potenza e la sapienza di Dio, che si rivelano proprio nell impotenza e nella follia della morte in croce di Gesù. Quello che fa passare dall una 79

13 Per approfondire - Prima Lettera ai Corinzi all altra è l amore di Gesù, che affronta la sua morte come atto estremo di fedeltà filiale e di solidarietà fraterna. Quanti accolgono il vangelo come fondamento della propria esistenza, si lasciano guidare dalla logica della croce nel loro modo di valutare le esperienze e di accogliere le persone. Paolo chiama questo nuovo orizzonte di fede, definito dal vangelo, la «sapienza» della croce, donata da Dio ai credenti mediante il suo Spirito. I ministeri. L annunzio del vangelo, sul quale si basa la fede dei cristiani, avviene tramite le persone che Dio ha scelto per fare risuonare la sua Parola. Paolo definisce gli annunciatori del vangelo «amministratori dei misteri di Dio e servitori di Cristo». Essi rispondono del loro servizio a Dio e al Signore Gesù. All origine del loro ruolo sta l iniziativa di Dio che, mediante lo Spirito, li ha abilitati sia alla proclamazione del vangelo sia al servizio nella comunità dei fedeli. I ministeri, come i carismi e le varie attività, derivano da Dio per mezzo di Gesù, il Signore, e l azione interiore dello Spirito. I carismi. Con questo vocabolo, che significa «doni», Paolo descrive l azione di Dio che, mediante lo Spirito, suscita, potenzia e orienta le attitudini e le qualità dei credenti in Gesù Cristo per la vita e la crescita della comunità cristiana. A Corinto la manifestazione dei carismi è particolarmente rigogliosa. Ma questa esperienza è presente in altre comunità cristiane fondate da Paolo, che invita ad accogliere e valutare i carismi per la costruzione della comunità. L amore. Il criterio fondamentale per valutare ed esercitare i carismi è il dono spirituale eminente, che Paolo chiama agapē, tradotto in genere con «amore» o «carità». Nelle lingue moderne il termine amore è ambivalente, perché abbraccia l intera gamma del dinamismo affettivo, dall amore a Dio all amore fra le persone umane. Il vocabolo carità, nel linguaggio comune, rimanda più all azione «fare la carità» che alla relazione. Per Paolo, l agapē indica sempre l amore fraterno, che è un carisma o dono di Dio per vivere relazioni positive fra le persone. Egli mette in relazione l amore con le altre due dimensioni dell esi- 80

14 INDICE generale pag. 5 La comunicazione epistolare» 6» 9» 11 Struttura e sviluppo del dialogo epistolare» 12 Testo e note» 15 Per approfondire» 44 LETTERA AI ROMANI PRIMA LETTERA AI CORINZI» 47» 49 Struttura e sviluppo del dialogo epistolare» 50 Testo e note» 53 Per approfondire» 79 SECONDA LETTERA AI CORINZI» 83» 85 Struttura e sviluppo del dialogo epistolare» 86 Testo e note» 88 Per approfondire» 106» 109» 111 Struttura e sviluppo del dialogo epistolare» 112 Testo e note» 114 Per approfondire» 124 LETTERA AI GALATI

15 LETTERA AGLI EFESINI pag. 127» 129 Struttura e sviluppo del dialogo epistolare» 130 Testo e note» 133 Per approfondire» 144» 147» 149 Struttura e sviluppo del dialogo epistolare» 150 Testo e note» 152 Per approfondire» 160 LETTERA AI FILIPPESI LETTERA AI COLOSSESI» 163» 165 Struttura e sviluppo del dialogo epistolare» 166 Testo e note» 168 Per approfondire» 176 PRIMA LETTERA AI TESSALONICESI» 179» 181 Struttura e sviluppo del dialogo epistolare» 182 Testo e note» 184 Per approfondire» 191 SECONDA LETTERA AI TESSALONICESI» 193» 195 Struttura e sviluppo del dialogo epistolare» 196 Testo e note» 198 Per approfondire» 202 Lettere pastorali» 203» 205 PRIMA LETTERA A TIMOTEO» 207» 209 Struttura e sviluppo del dialogo epistolare» 209 Testo e note» 211 Per approfondire» 220

16 SECONDA LETTERA A TIMOTEO pag. 223» 225 Struttura e sviluppo del dialogo epistolare» 226 Testo e note» 227 Per approfondire» 233» 235» 237 Struttura e sviluppo del dialogo epistolare» 238 Testo e note» 239 Per approfondire» 243 LETTERA A TITO» 245» 247 Struttura e sviluppo del dialogo epistolare» 248 Testo e note» 249 Per approfondire» 251 LETTERA A FILEMONE» 253» 255 Struttura e sviluppo del dialogo epistolare» 256 Testo e note» 258 Per approfondire» 281 LETTERA AGLI EBREI In appendice» 283 San Paolo: cenni biografici» 285 Cronologia paolina» 296 Viaggi di san Paolo» 297

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