PER ME SI VA NE LA CITTÀ DOLENTE PER ME SI VA NE L ETTERNO DOLORE, PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE. 1-3
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- Elisa Ferrero
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1 Inferno Canto III 1
2 PER ME SI VA NE LA CITTÀ DOLENTE PER ME SI VA NE L ETTERNO DOLORE, PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE
3 Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura che la diritta via era smarrita. Inf. I,
4 PER ME SI VA NE LA CITTÀ DOLENTE PER ME SI VA NE L ETTERNO DOLORE, PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE
5 PER ME SI VA NE LA CITTÀ DOLENTE PER ME SI VA NE L ETTERNO DOLORE, PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE
6 «Sulla terra del mio popolo sorgono spine e rovi e coprono ormai le case di quella che era un tempo l esultante città della gioia (gaudii civitas)!» Is 32, 13 8
7 «Sulla terra del mio popolo sorgono spine e rovi e coprono ormai le case di quella che era un tempo l esultante città della gioia (gaudii civitas)!» «Come hanno potuto abbandonare la gloriosa città della gioia (urbs laetitiae)?» Is 32, 13 Hie 49, 25 11
8 «Perché non sali il dilettoso monte ch è principio e cagion di tutta gioia?» Inf. I,
9 Deh, peregrini, che pensosi andate, ( ) che non piangete quando voi passate per lo suo mezzo la città dolente? ( ) Ell à perduta la sua beatrice. V.n., xl,
10 Deh, peregrini, che pensosi andate, ( ) che non piangete quando voi passate per lo suo mezzo la città dolente? ( ) Ell à perduta la sua beatrice. V.n., xl,
11 Deh, peregrini, che pensosi andate, ( ) che non piangete quando voi passate per lo suo mezzo la città dolente? ( ) Ell à perduta la sua beatrice. V.n., xl,
12 PER ME SI VA NE LA CITTÀ DOLENTE PER ME SI VA NE L ETTERNO DOLORE, PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE
13 «La gente nuova e i sùbiti guadagni orgoglio e dismisura han generata, Fiorenza, in te, sì che tu già ten piagni». Inf. XVI,
14 «O luce, o gloria de la gente umana!» Purg. XXXIII,
15 «O luce, o gloria de la gente umana!» La gente nova e i sùbiti guadagni 23
16 «O luce, o gloria de la gente umana!» PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE. 24
17 mostrata ho lui tutta la gente ria PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE. Purg. I, 64 25
18 questa gente maladetta PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE. Inf. VI,
19 Alcuna gente è da dire nobile e alcuna è da dire vile. PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE. Conv. IV, XV, 5 27
20 Alcuna gente è da dire nobile e alcuna è da dire vile. PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE. Conv. IV, XV, 5 28
21 In ciascuna spezie di cose veggiamo l imagine di nobilitade e di viltade Conv. IV, XIV, 9 PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE.! 29
22 e l una e l altra si guarda come abito e privazione, che sono ad uno medesimo subietto possibili. Conv. IV, XIV 10 PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE. 30
23 PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE. 31
24 mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE. Inf. I,
25 mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita. PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE. Inf. I,
26 e temo che non sia già sì smarrito, ch io mi sia tardi al soccorso levata PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE. Inf. II,
27 PER ME SI VA NE LA CITTÀ DOLENTE PER ME SI VA NE L ETTERNO DOLORE, PER ME SI VA TRA LA PERDUTA GENTE
28 «Guardando nel suo Figlio con l Amore che l uno e l altro etternalmente spira lo primo e ineffabile Valore». Par. X,
29 «Guardando nel suo Figlio con l Amore che l uno e l altro etternalmente spira lo primo e ineffabile Valore». Par. X,
30 O luce etterna che sola in te sidi, # sola t'intendi, e da te intelletta # e intendente te ami e arridi! Par. XXXIII,
31 O luce etterna che sola in te sidi, # sola t'intendi, e da te intelletta # e intendente te ami e arridi! Par. XXXIII,
32 O luce etterna che sola in te sidi, # Par. XXXIII, 124 «Essa è la luce etterna di Sigieri» Par. X,
33 O luce etterna che sola in te sidi, # Par. XXXIII, 124 «Voi vigilate nell etterno die» Purg. XXX, 103 «Essa è la luce etterna di Sigieri» Par. X,
34 PER ME SI VA NE L ETTERNO DOLORE «Voi vigilate nell etterno die» Purg. XXX,
35 DINANZI A ME NON FUÒR COSE CREATE SE NON ETTERNE, E IO ETTERNA DURO
36 DINANZI A ME NON FUÒR COSE CREATE SE NON ETTERNE, E IO ETTERNA DURO
37 DINANZI A ME NON FUÒR COSE CREATE SE NON ETTERNE, 48
38 GIUSTIZIA MOSSE IL MIO ALTO FATTORE. FECEMI LA DIVINA PODESTATE, LA SOMMA SAPÏENZA E L PRIMO AMORE
39 GIUSTIZIA MOSSE IL MIO ALTO FATTORE. FECEMI LA DIVINA PODESTATE, LA SOMMA SAPÏENZA E L PRIMO AMORE
40 Ciò che non more e ciò che può morire Non è se non splendor di quella idea Che partorisce, amando, il nostro sire. Par. XIII,
41 Omnia in sapientia fecisti Sal 103, 24 55
42 DINANZI A ME NON FUÒR COSE CREATE SE NON ETTERNE, E IO ETTERNA DURO. LASCIATE OGNE SPERANZA, VOI CH INTRATE
43 DINANZI A ME NON FUÒR COSE CREATE SE NON ETTERNE, E IO ETTERNA DURO. LASCIATE OGNE SPERANZA, VOI CH INTRATE
44 Queste parole di colore oscuro vid ïo scritte al sommo d una porta; per ch io: «Maestro, il senso lor m è duro»
45 Queste parole di colore oscuro Mi ritrovai per una selva oscura Inf. I, 2 60
46 per ch io: «Maestro, il senso lor m è duro» Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte. Inf. I,
47 Ed elli a me, come persona accorta: «Qui si convien lasciare ogne sospetto; ogne viltà convien che qui sia morta
48 Ed elli a me, come persona accorta appresso porse a me l accorto passo Inf. XXXIV, 87 64
49 Ed elli a me, come persona accorta appresso porse a me l accorto passo Inf. XXXIV, 87 65
50 Ed elli a me, come persona accorta «Donna del ciel, di queste cose accorta» rispuose l mio maestro a lui, «pur dianzi ne disse: Andate là: quivi è la porta». Purg. IX,
51 Ed elli a me, come persona accorta «Donna del ciel, di queste cose accorta» rispuose l mio maestro a lui, «pur dianzi ne disse: Andate là: quivi è la porta». Purg. IX,
52 Ed elli a me, come persona accorta: «Qui si convien lasciare ogne sospetto; ogne viltà convien che qui sia morta
53 Ed elli a me, come persona accorta: «Qui si convien lasciare ogne sospetto; ogne viltà convien che qui sia morta
54 Noi siam venuti al loco ov i t ho detto che tu vedrai le genti dolorose c'hanno perduto il ben de l intelletto»
55 Noi siam venuti al loco ov i t ho detto che tu vedrai le genti dolorose c'hanno perduto il ben de l intelletto»
56 Noi siam venuti al loco ov i t ho detto che tu vedrai le genti dolorose c'hanno perduto il ben de l intelletto»
57 «Tutti li uomini naturalmente desiderano di sapere» ( ); onde acciò che la scienza è ultima perfezione de la nostra anima, ne la quale sta la nostra ultima felicitade, tutti naturalmente al suo desiderio semo subietti. Conv., I, I, 1 74
58 «Tutti li uomini naturalmente desiderano di sapere» ( ); onde acciò che la scienza è ultima perfezione de la nostra anima, ne la quale sta la nostra ultima felicitade, tutti naturalmente al suo desiderio semo subietti. Conv., I, I, 1 75
59 E poi che la sua mano a la mia puose con lieto volto, ond io mi confortai, mi mise dentro a le segrete cose
60 E poi che la sua mano a la mia puose con lieto volto, ond io mi confortai, mi mise dentro a le segrete cose
61 Quivi sospiri, pianti e alti guai risonavan per l aere sanza stelle, per ch io al cominciar ne lagrimai
62 Quivi sospiri, pianti e alti guai risonavan per l aere sanza stelle, per ch io al cominciar ne lagrimai
63 Diverse lingue, orribili favelle, parole di dolore, accenti d'ira, voci alte e fioche, e suon di man con elle facevano un tumulto, il qual s'aggira sempre in quell aura sanza tempo tinta, come la rena quando turbo spira
64 Diverse lingue, orribili favelle, parole di dolore, accenti d ira, voci alte e fioche, e suon di man con elle facevano un tumulto, il qual s aggira sempre in quell aura sanza tempo tinta, come la rena quando turbo spira
65 Diverse voci fanno dolci note; così diversi scanni in nostra vita rendon dolce armonia tra queste rote. Par. VI,
66 Diverse voci fanno dolci note; così diversi scanni in nostra vita rendon dolce armonia tra queste rote. Par. VI,
67 Diverse voci fanno dolci note; così diversi scanni in nostra vita rendon dolce armonia tra queste rote. Par. VI,
68 Diverse lingue, orribili favelle, parole di dolore, accenti d ira, voci alte e fioche, e suon di man con elle facevano un tumulto, il qual s aggira sempre in quell aura sanza tempo tinta, come la rena quando turbo spira
69 Diverse lingue, orribili favelle, parole di dolore, accenti d ira, voci alte e fioche, e suon di man con elle facevano un tumulto, il qual s aggira sempre in quell aura sanza tempo tinta, come la rena quando turbo spira
70 E io ch avea d error la testa cinta, dissi: «Maestro, che è quel ch i odo? e che gent è che par nel duol sì vinta?»
71 E io ch avea d error la testa cinta, dissi: «Maestro, che è quel ch i odo? e che gent è che par nel duol sì vinta?»
72 E io ch avea d error la testa cinta, dissi: «Maestro, che è quel ch i odo? E che gent è che par nel duol sì vinta?». 94
73 Ed elli a me: «Questo misero modo tegnon l anime triste di coloro che visser sanza nfamia e sanza lodo
74 Ed elli a me: «Questo misero modo tegnon l anime triste di coloro che visser sanza nfamia e sanza lodo
75 Ed elli a me: «Questo misero modo tegnon l anime triste di coloro che visser sanza nfamia e sanza lodo
76 Mischiate sono a quel cattivo coro de li angeli che non furon ribelli né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro
77 Mischiate sono a quel cattivo coro de li angeli che non furon ribelli né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro
78 Mischiate sono a quel cattivo coro de li angeli che non furon ribelli né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro
79 Mischiate sono a quel cattivo coro de li angeli che non furon ribelli né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro
80 Mischiate sono a quel cattivo coro de li angeli che non furon ribelli né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro
81 Mischiate sono a quel cattivo coro de li angeli che non furon ribelli né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro. questa era la setta d i cattivi, a Dio spiacenti ed a nemici sui
82 Mischiate sono a quel cattivo coro de li angeli che non furon ribelli né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro. Ecuba trista, misera e cattiva, forsennata latrò sì come cane Inf. XXX,
83 Mischiate sono a quel cattivo coro de li angeli che non furon ribelli né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro. A perpetuale infamia de li malvagi uomini d Italia, che commendano lo volgare altrui, dico che la loro mossa viene da ( ) viltà d animo, cioè pusillanimità. Conv., I, XI, 1 105
84 Mischiate sono a quel cattivo coro de li angeli che non furon ribelli né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro. A perpetuale infamia de li malvagi uomini d Italia, che commendano lo volgare altrui, dico che la loro mossa viene da ( ) viltà d animo, cioè pusillanimità. Conv., I, XI, 1 106
85 Mischiate sono a quel cattivo coro de li angeli che non furon ribelli né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro. E per questa viltade dispregiano lo proprio volgare. ( ) E tutti questi sono li abominevoli cattivi d Italia. Conv., I, XI,
86 Caccianli i ciel per non esser men belli, né lo profondo inferno li riceve, ch'alcuna gloria i rei avrebber d elli». E io: «Maestro, che è tanto greve a lor che lamentar li fa sì forte?». Rispuose: «Dicerolti molto breve
87 Caccianli i ciel per non esser men belli, né lo profondo inferno li riceve, ch'alcuna gloria i rei avrebber d elli». E io: «Maestro, che è tanto greve a lor che lamentar li fa sì forte?». Rispuose: «Dicerolti molto breve
88 Caccianli i ciel per non esser men belli, né lo profondo inferno li riceve, ch'alcuna gloria i rei avrebber d elli». E io: «Maestro, che è tanto greve a lor che lamentar li fa sì forte?». Rispuose: «Dicerolti molto breve
89 Caccianli i ciel per non esser men belli, né lo profondo inferno li riceve, ch'alcuna gloria i rei avrebber d elli». E io: «Maestro, che è tanto greve a lor che lamentar li fa sì forte?». Rispuose: «Dicerolti molto breve
90 Questi non hanno speranza di morte, e la lor cieca vita è tanto bassa, che nvidïosi son d ogne altra sorte
91 Questi non hanno speranza di morte, e la lor cieca vita è tanto bassa, che nvidïosi son d ogne altra sorte
92 Questi non hanno speranza di morte, e la lor cieca vita è tanto bassa, che nvidïosi son d ogne altra sorte. LASCIATE OGNE SPERANZA, VOI CH INTRATE 114
93 Questi non hanno speranza di morte, e la lor cieca vita è tanto bassa, che nvidïosi son d ogne altra sorte. LASCIATE OGNE SPERANZA, VOI CH INTRATE 115
94 Questi non hanno speranza di morte, e la lor cieca vita è tanto bassa, che nvidïosi son d ogne altra sorte
95 Questi non hanno speranza di morte, e la lor cieca vita è tanto bassa, che nvidïosi son d ogne altra sorte. Questi sciaurati, che mai non fur vivi, erano ignudi
96 Questi non hanno speranza di morte, e la lor cieca vita è tanto bassa, che nvidïosi son d ogne altra sorte
97 Fama di loro il mondo esser non lassa; misericordia e giustizia li sdegna: non ragioniam di lor, ma guarda e passa»
98 Fama di loro il mondo esser non lassa; misericordia e giustizia li sdegna: non ragioniam di lor, ma guarda e passa»
99 Fama di loro il mondo esser non lassa; misericordia e giustizia li sdegna: non ragioniam di lor, ma guarda e passa»
100 E io, che riguardai, vidi una nsegna che girando correva tanto ratta, che d ogne posa mi pareva indegna. E dietro le venia sì lunga tratta di gente, ch i non averei creduto che morte tanta n avesse disfatta
101 E io, che riguardai, vidi una nsegna che girando correva tanto ratta, che d ogne posa mi pareva indegna. E dietro le venia sì lunga tratta di gente, ch i non averei creduto che morte tanta n avesse disfatta
102 Poscia ch io v ebbi alcun riconosciuto, vidi e conobbi l ombra di colui che fece per viltade il gran rifiuto
103 Poscia ch io v ebbi alcun riconosciuto, vidi e conobbi l ombra di colui che fece per viltade il gran rifiuto
104 Poscia ch io v ebbi alcun riconosciuto, vidi e conobbi l ombra di colui che fece per viltade il gran rifiuto
105 colui che fece per viltade il gran rifiuto. 127
106 colui che fece per viltade il gran rifiuto. 128
107 colui che fece per viltade il gran rifiuto. 129
108 colui che fece per viltade il gran rifiuto. La viltade di ciascuna cosa dalla imperfezione di quella si prende, e così la nobilitade dalla perfezione Conv., IV, xi, 2 130
109 colui che fece per viltade il gran rifiuto. La viltade di ciascuna cosa dalla imperfezione di quella si prende, e così la nobilitade dalla perfezione Conv., IV, xi, 2 131
110 Ma la forma della Chiesa non è altro se non la vita di Cristo, comprensiva delle sue parole e delle sue azioni: la sua vita, infatti, fu l idea (ydea) e l archetipo (exemplar) della Chiesa militante, in special modo dei pastori, e specialmente del sommo pastore. Mon., III, xv,
111 Ma la forma della Chiesa non è altro se non la vita di Cristo, comprensiva delle sue parole e delle sue azioni: la sua vita, infatti, fu l idea (ydea) e l archetipo (exemplar) della Chiesa militante, in special modo dei pastori, e specialmente del sommo pastore. Mon., III, xv,
112 Ma la forma della Chiesa non è altro se non la vita di Cristo, comprensiva delle sue parole e delle sue azioni: la sua vita, infatti, fu l idea (ydea) e l archetipo (exemplar) della Chiesa militante, in special modo dei pastori, e specialmente del sommo pastore. Mon., III, xv,
113 Ma la forma della Chiesa non è altro se non la vita di Cristo, comprensiva delle sue parole e delle sue azioni: la sua vita, infatti, fu l idea (ydea) e l archetipo (exemplar) della Chiesa militante, in special modo dei pastori, e specialmente del sommo pastore. Mon., III, xv,
114 Ma la forma della Chiesa non è altro se non la vita di Cristo, comprensiva delle sue parole e delle sue azioni: la sua vita, infatti, fu l idea (ydea) e l archetipo (exemplar) della Chiesa militante, in special modo dei pastori, e specialmente del sommo pastore. Mon., III, xv,
115 Incontanente intesi e certo fui che questa era la setta d i cattivi, a Dio spiacenti e a' nemici sui
116 Incontanente intesi e certo fui che questa era la setta d i cattivi, a Dio spiacenti e a nemici sui
117 Incontanente intesi e certo fui che questa era la setta d i cattivi, a Dio spiacenti e a nemici sui
118 Questi sciaurati, che mai non fur vivi, erano ignudi e stimolati molto da mosconi e da vespe ch'eran ivi. Elle rigavan lor di sangue il volto, che, mischiato di lagrime, a lor piedi da fastidiosi vermi era ricolto
119 Questi sciaurati, che mai non fur vivi, erano ignudi e stimolati molto da mosconi e da vespe ch'eran ivi. Elle rigavan lor di sangue il volto, che, mischiato di lagrime, a lor piedi da fastidiosi vermi era ricolto
120 Questi sciaurati, che mai non fur vivi, erano ignudi e stimolati molto da mosconi e da vespe ch'eran ivi. Elle rigavan lor di sangue il volto, che, mischiato di lagrime, a lor piedi da fastidiosi vermi era ricolto
121 Questi sciaurati, che mai non fur vivi, erano ignudi e stimolati molto da mosconi e da vespe ch'eran ivi. Elle rigavan lor di sangue il volto, che, mischiato di lagrime, a lor piedi da fastidiosi vermi era ricolto
122 E poi ch a riguardar oltre mi diedi, vidi genti a la riva d un gran fiume
123 E poi ch a riguardar oltre mi diedi, vidi genti a la riva d un gran fiume
124 Per ch io dissi: «Maestro, or mi concedi ch i sappia quali sono, e qual costume le fa di trapassar parer sì pronte, com i discerno per lo fioco lume»
125 Per ch io dissi: «Maestro, or mi concedi ch i sappia quali sono, e qual costume le fa di trapassar parer sì pronte, com i discerno per lo fioco lume»
126 Per ch io dissi: «Maestro, or mi concedi ch i sappia quali sono, e qual costume le fa di trapassar parer sì pronte, com i discerno per lo fioco lume»
127 Ed elli a me: «Le cose ti fier conte quando noi fermerem li nostri passi su la trista riviera d Acheronte». Allor con li occhi vergognosi e bassi, temendo no l mio dir li fosse grave, infino al fiume del parlar mi trassi
128 Ed ecco verso noi venir per nave un vecchio, bianco per antico pelo, gridando: «Guai a voi, anime prave! Non isperate mai veder lo cielo: i vegno per menarvi a l altra riva ne le tenebre etterne, in caldo e n gelo
129 Ed ecco verso noi venir per nave un vecchio, bianco per antico pelo, gridando: «Guai a voi, anime prave! Non isperate mai veder lo cielo: i vegno per menarvi a l altra riva ne le tenebre etterne, in caldo e n gelo
130 Ed ecco verso noi venir per nave un vecchio, bianco per antico pelo, gridando: «Guai a voi, anime prave! Non isperate mai veder lo cielo: i vegno per menarvi a l altra riva ne le tenebre etterne, in caldo e n gelo
131 E tu che se costì, anima viva, pàrtiti da cotesti che son morti». Ma poi che vide ch io non mi partiva, disse: «Per altra via, per altri porti verrai a piaggia, non qui, per passare: più lieve legno convien che ti porti»
132 E l duca lui: «Caron, non ti crucciare: vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare». Quinci fuor quete le lanose gote al nocchier de la livida palude, che ntorno a li occhi avea di fiamme rote
133 E l duca lui: «Caron, non ti crucciare: vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare». Quinci fuor quete le lanose gote al nocchier de la livida palude, che ntorno a li occhi avea di fiamme rote
134 vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare». 156
135 vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare». Tu sei il Signore della potenza: a te solo compete di potere fare tutte le cose che tu vuoi (cum volueris posse). Sap. 12,
136 vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare». Tu sei il Signore della potenza: a te solo compete di potere fare tutte le cose che tu vuoi (cum volueris posse). Sap. 12,
137 vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare». Ancor ti priego, regina, che puoi ciò che tu vuoi Par. XXXIII,
138 vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare». Ancor ti priego, regina, che puoi ciò che tu vuoi Par. XXXIII,
139 Ma quell anime, ch eran lasse e nude, cangiar colore e dibattero i denti, ratto che nteser le parole crude. Bestemmiavano Dio e lor parenti, l umana spezie e l loco e l tempo e l seme di lor semenza e di lor nascimenti
140 Ma quell anime, ch eran lasse e nude, cangiar colore e dibattero i denti, ratto che nteser le parole crude. Bestemmiavano Dio e lor parenti, l umana spezie e l loco e l tempo e l seme di lor semenza e di lor nascimenti
141 Poi si ritrasser tutte quante insieme, forte piangendo, a la riva malvagia ch attende ciascun uom che Dio non teme. Caron dimonio, con occhi di bragia loro accennando, tutte le raccoglie; batte col remo qualunque s adagia
142 Poi si ritrasser tutte quante insieme, forte piangendo, a la riva malvagia ch attende ciascun uom che Dio non teme. Caron dimonio, con occhi di bragia loro accennando, tutte le raccoglie; batte col remo qualunque s adagia
143 Poi si ritrasser tutte quante insieme, forte piangendo, a la riva malvagia ch attende ciascun uom che Dio non teme. Caron dimonio, con occhi di bragia loro accennando, tutte le raccoglie; batte col remo qualunque s adagia
144 Poi si ritrasser tutte quante insieme, forte piangendo, a la riva malvagia ch attende ciascun uom che Dio non teme. Caron dimonio, con occhi di bragia loro accennando, tutte le raccoglie; batte col remo qualunque s adagia
145 ciascun uom che Dio non teme. Initium sapientiae timor DominiS. Sal 110,
146 ciascun uom che Dio non teme. Initium sapientiae timor DominiS. Sal 110,
147 ciascun uom che Dio non teme. c'hanno perduto il ben de l intelletto Initium sapientiae timor DominiS. Sal 110,
148 Come d autunno si levan le foglie l una appresso de l altra, fin che l ramo vede a la terra tutte le sue spoglie, similemente il mal seme d Adamo gittansi di quel lito ad una ad una, per cenni come augel per suo richiamo
149 Così sen vanno su per l onda bruna, e avanti che sien di là discese, anche di qua nuova schiera s auna
150 Così sen vanno su per l onda bruna, e avanti che sien di là discese, anche di qua nuova schiera s auna
151 «Figliuol mio», disse l maestro cortese, «quelli che muoion ne l ira di Dio tutti convegnon qui d ogne paese;
152 «Figliuol mio», disse l maestro cortese, «quelli che muoion ne l ira di Dio tutti convegnon qui d ogne paese;
153 «Figliuol mio», disse l maestro cortese, «quelli che muoion ne l ira di Dio tutti convegnon qui d ogne paese;
154 e pronti sono a trapassar lo rio, ché la divina giustizia li sprona, sì che la tema si volve in disio
155 e pronti sono a trapassar lo rio, ché la divina giustizia li sprona, sì che la tema si volve in disio
156 e pronti sono a trapassar lo rio, ché la divina giustizia li sprona, sì che la tema si volve in disio
157 e pronti sono a trapassar lo rio, ché la divina giustizia li sprona, sì che la tema si volve in disio
158 Quinci non passa mai anima buona; e però, se Caron di te si lagna, ben puoi sapere omai che l suo dir suona»
159 Finito questo, la buia campagna tremò sì forte, che de lo spavento la mente di sudore ancor mi bagna. La terra lagrimosa diede vento, che balenò una luce vermiglia la qual mi vinse ciascun sentimento; e caddi come l uom cui sonno piglia
160 Finito questo, la buia campagna tremò sì forte, che de lo spavento la mente di sudore ancor mi bagna. La terra lagrimosa diede vento, che balenò una luce vermiglia la qual mi vinse ciascun sentimento; e caddi come l uom cui sonno piglia
161 «Beato l uomo che non segue la via del peccato ma ama e rispetta la legge del Signore. Sarà saldo come un albero piantato lungo il fiume. Non così gli empi, non così: il giorno del giudizio saranno come polvere, che il vento porterà via sollevandosi dalla superficie della terra». Ps 1, 1-4
162 «Beato l uomo che non segue la via del peccato ma ama e rispetta la legge del Signore. Sarà saldo come un albero piantato lungo il fiume. Non così gli empi, non così: il giorno del giudizio saranno come polvere, che il vento porterà via sollevandosi dalla superficie della terra». Ps 1, 1-4
163 Inferno Canto III 185
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V DOMENICA PRIMA LETTURA Eccomi, manda me! Dal libro del profeta Isaìa 6, 1-2a.3-8 Nell anno in cui morì il re Ozìa, io vidi il Signore seduto su un trono alto ed elevato; i lembi del suo manto riempivano
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Son sforzato di cantare Mascherine in dolc effetti Questi pochi di versetti E mandare in luce fuora Sopra Topa la Signora.
CANZONE NUOVA SOPRA LE MASCHERE Avvisandole, che devon gridare Topa a la Signora, E non quella di Castagnone, perché è Goffa e brutta inventione. Opera del già Giulio Cesare Croce, nuovamente stampata
L ANNUNCIO DI PASQUA Luca 24, 1-10
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Io sono con voi anno catechistico
Io sono con voi 7a unità Pag. 9-10 * Ti chiamo per nome Pag. 111-112 * Dio Padre ci chiama ad essere suoi figli Pag. 11-12 * Il Signore Dio è Padre di tutti Pag. 113-114 * Ci accoglie una grande famiglia:
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Litanie di Gesù Ecco la prima Litania di Gesù all Umanità (1)- Protezione contro il Falso Profeta. Carissimo Gesù, salvaci dall inganno del Falso Profeta. Gesù, abbi pietà di noi. Gesù salvaci dalla persecuzione.
come un bimbo svezzato in braccio a sua madre, come un bimbo svezzato è in me l'anima mia.
Salmo 131 1 Canto delle salite. Di Davide. Signore, non si esalta il mio cuore né i miei occhi guardano in alto; non vado cercando cose grandi né meraviglie più alte di me. 2 Io invece resto quieto e sereno:
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PREGHIERA DELL ARCIVESCOVO METROPOLITA ALLA MADONNA DELLE ROSE Chiesa Parrocchiale di S. Vittoria in Carsoli, 21 Agosto 2010 1. O Madonna delle Rose ci rivolgiamo a Te, oggi, nel giorno della Tua festa.
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XXV DOMENICA PRIMA LETTURA Contro coloro che comprano con denaro gli indigenti. Dal libro del profeta Amos 8, 4-7 Il Signore mi disse: «Ascoltate questo, voi che calpestate il povero e sterminate gli umili
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