MANUALE OPERATIVO: MESSA IN OPERA DI PAVIMENTAZIONI IN RESINA.

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1 MANUALE OPERATIVO: MESSA IN OPERA DI PAVIMENTAZIONI IN RESINA. La realizzazione di un pavimento in resina è un procedimento delicato, visti e considerati i tempi di vita media che vengono richiesti poi all'opera effettuata. Quindi come tutti i cicli che debbono garantire una lunga performance nel tempo, il lavoro deve essere curato sin dalla pulizia e preparazione del supporto. Prima cosa di cui sincerarsi, quando si vada ad applicare una resina su un pavimento, è lo stato di quest'ultimo. Bisogna valutare più parametri e più situazioni che andiamo qui di seguito ad analizzare. Stagionatura del supporto: se il pavimento in calcestruzzo (da ora cls) è stato appena realizzato, quindi è di fattura nuova, si considera "maturo" ovvero in grado di rispondere alle prestazioni per cui è stato progettato (carico, resistenza, ecc.), dopo 28 giorni dal getto. Anche un massetto ha lo stesso periodo di maturazione, al giorno d'oggi però vengono preparate delle miscele con particolari additivi che ne riducono i tempi di maturazione anche a 1 o 2 settimane, sia chiaro, solo per i massetti. Se andiamo ad intervenire su un cls o massetto nuovo dunque, bisogna sincerarsi che la maturazione sia completa. Grado di umidità residua: è un parametro molto importante poiché, se vado ad applicare un film di resina impermeabile su di un pavimento umido, quando questo sarà indurito, creerà una barriera all'acqua. Questa, intrappolata dal film di resina, cercherà di uscire lo stesso, sotto forma di vapore, cerando, causa l'ostacolo del film di resina, una notevole pressione. Tale pressione alla fine provocherà delle bolle o vesciche sul film di resina applicato compromettendo così il lavoro. Normalmente per applicare una resina non permeabile al vapore su di un supporto cementizio, l'umidità residua deve essere inferiore al 4%. Se utilizzo invece una resina permeabile al vapore, si possono tollerare valori di umidità relativa anche del 6-7%. Supporto già trattato con resina: è chiaro che in questo caso si parla di un supporto già stagionato e trattato. Le problematiche da affrontare sono:

2 " Supporto vecchio e già resinato: il cliente vuole sovrapplicare una resina nuova sopra la vecchia per rinnovare l'ambiente; in questo caso se la resina precedente è in buono stato, ovvero non scartella via (si sfoglia) dal supporto o spolvera, è sufficiente procedere con carteggiatura con carta da 120. Aspirazione della polvere e pulizia, quindi si può procedere all'applicazione del nuovo prodotto. Se invece la resina vecchia scartella via (si sfoglia) o spolvera, è meglio procedere in modo tale da asportarla completamente. Le procedure possibili sono 2: 1) Resina che scartella: leggera pallinatura seguita da rasatura (base cementizia o con malte a base di resina) e, una volta che il rasante sia maturato, successiva applicazione di primer e finitura. Il primer serve per saturare in maniera uniforme il supporto in maniera che la finitura poi venga assorbita in maniera uniforme e non crei così strani effetti ottici (zone opache e zone lucide). 2) Resina che spolvera: carteggiare con carta da 24 insistendo fino a completa asportazione del vecchio film di resina. Procedere con il ciclo primer e finitura. " Supporto nuovo e già resinato ma con resina che scartella: evidentemente non è stato rispettato il tempo di maturazione del supporto e quindi il grado di umidità del fondo era elevato compromettendo anche l'adesione della resina. Oppure, per qualche altro motivo, si è depositato qualcosa sulla superficie del supporto che lo ha reso incompatibile con la resina. In questo caso è bene asportare superficialmente, con pallinatura seguita da rasatura cementizia oppure con carteggiatura con carta da 24, parte del supporto, e procedere con primer e finitura. Supporto vecchio, sbrecciato o che spolvera: in queste condizioni è sempre bene procedere con una pallinatura, asportare la polvere, ripristinare le condizioni del fondo con una rasante cementizio oppure con una malta a base di resina e quindi procedere con l'applicazione del praimer e della finitura. Se ho usato un rasante cementizio per ripristinare dovrò attendere la maturazione prima di procedere con le resine (primer e finitura). Se invece ho utilizzato una malta a base di resina, è sufficiente aspettare dalle 12 alle 48 ore a seconda del tipo di resina, e, in alcuni casi, procedere poi all'applicazione diretta della finitura. Questo perché alcune malte a base di resina generano un fondo già sufficientemente saturato che non necessita quindi di primer. Supporto vecchio, in buono stato ma con macchie di olio: è bene lavare con uno sgrassante efficace e sciacquare poi abbondantemente in maniera tale da rimuovere ogni residuo dello sporco e dello sgrassante, poiché questi agirebbero da distaccanti per il film di resina. Attendere che il pavimento si sia asciugato e procedere con il ciclo applicativo di primer e finitura.

3 Supporto vecchio ed in buono stato: è sufficiente dare una leggera carteggiatura con carta da 120 ed aspirare bene la polvere, oppure effettuare un lavaggio acido con abbondante risciacquo, il tutto per aprire i pori del supporto e facilitare poi l'adesione del sistema primer-finitura. PALLINATURA E' un'operazione che viene effettuata per asportare le parti superficiali incoerenti del cls. Può essere più o meno profonda, a seconda dello stato del cls su cui si interviene. Se è molto superficiale (1-3 mm) viene chiamata scarificatura. CARTEGGIATURA Questa operazione viene effettuata generalmente per asportare vecchi film di resina oppure per aprire le porosità delle superfici in cls, ai fini di favorire l'aggrappaggio meccanico da parte del nuovo film di resina. In base al tipo di trattamento che si desidera effettuare, si sceglie la grana della carta abrasiva da utilizzare. Normalmente si parte dalla grana grossa, tipo 24, per asportare facilmente di tutto ed aprire molto bene i pori, andando via via fino alla 220 ( ). Per procedere con la carteggiatura; in genere si usano delle normali monospazzole, al di sotto delle quali vengono applicati i dischi di carta abrasiva. Molto spesso, nel caso si voglia solamente aprire la porosità del cls, anziché carteggiare, si procede con un lavaggio acido (soluzione di acido muriatico o cloridrico che dir si voglia), seguito da risciacquo con acqua. RASANTE In genere sono di natura cementizia, ma ne esistono anche in forma di resina (epossidica o poliuretanica) caricata con opportuni inerti e additivi. Vengono utilizzati per ripristinare fondi in cls ammalorati o danneggiati. Dopo l'intervento con questi prodotti, la superficie, prima incoerente caratterizzata da sbrecciature e buchi da risarcire, si presenta perfettamente piana (con le opportune

4 pendenze progettate) e con un grado di porosità e ruvidità uniformi, variabili solamente a seconda del rasante impiegato. PRIMER Come già accennato in precedenza, il praimer serve per saturare la porosità del supporto cementizio, per consolidarlo ulteriormente ed infine anche per favorire l'aggrappaggio della finitura al supporto. Generalmente i primer sono molto fluidi per poter penetrare meglio e quindi saturare e consolidare in profondità. Più spesso sono di natura epossidica, ma ne esistono anche di natura poliuretanica aromatica, poiché, questi due sistemi, sono quelli che meglio si sposano con le caratteristiche fortemente alcaline del supporto cementizio. Possono essere sia base solvente che base acqua. Quelli all'acqua sono magari leggermente più lenti ma hanno due vantaggi, agganciano su un supporto anche se è ancora un po' umido (non troppo altrimenti diventano molto lenti e penetrano poco, poiché essendo umido il supporto non li assorbe, umidità max. 7-9%) e sono in genere più permeabili al vapore (quindi permettono all'umidità del supporto di continuare ad uscire). Da ricordare che se tra la mano di primer e la finitura passano più di 48 ore è bene dare una leggera carteggiata al primer (naturalmente seguita da pulizia del supporto) prima di applicarci sopra la finitura, al fine di favorire l'aggancio tra i due. Lo stesso vale quando applico due mani consecutive di qualunque tipo di resina l'una sull'altra a più di 48 ore di distanza. Nella gamma prodotti Siro ci sono due prodotti per adatti per tale impiego, uno al solvente e uno all'acqua: cat. con :1 in peso, diluito al 50% con W cat. con 02W.001 2:1 in peso, diluito al 10-25% a seconda del grado di assorbimento del supporto. Importante per tali prodotti è la diluizione, poiché devono penetrare bene nel cls per consolidarlo, saturarlo e favorire l'aggancio dei film successivi.

5 FINITURA E' l'ultima parte del lavoro e la sua buona riuscita, come già accennato all'inizio di questa dispensa, è condizionata sempre dalle fasi precedenti. Normalmente vengono applicate con rullo a pelo corto, più raramente con airless, o rullo a pelo lungo o pennello. L'effetto migliore, o meglio, più uniforme, si ottiene con l'airless, ma un applicatore valido fa un buon lavoro anche con il rullo. La procedura ottimale per rullare un prodotto su un pavimento consta di 4 fasi: 1) Diluire sempre il prodotto con la stessa percentuale di acqua o diluente. 2) Intingere il rullo sempre con la stessa quantità di prodotto. 3) Applicare il prodotto rullando nord-sud (avanti indietro). 4) Terminata la porzione di superficie trattata, spostarsi su un lato e rullare, senza intingere più il rullo, est-owest; ovvero nuovamente avanti indietro, solo che essendosi spostati sul lato, si è perpendicolari alla direzione di rullata precedente. Praticamente si va ad incrociare la rullata appena fatta. Questo significa "rullare incrociando". Tale procedura permette di ottenere un effetto uniforme, privo di rullate, sfumature antiestetiche di colore e variazioni di brillantezza/opacità. Per ambienti interni in genere si utilizzano prodotti di natura epossidica, rinomati per le loro resistenze meccaniche, a volte rifiniti con un poliuretanico trasparente. In esterno invece si usano sempre finiture poliuretaniche, oppure si applica una finitura epossidica e la si riveste con un poliuretanico trasparente. Questo per ovviare ai problemi di sfarinatura, opacizzazione e viraggio di tinta che danno gli epossidici se esposti all'esterno. Con questa tipologia di prodotti e tecniche si realizzano spessori di finitura di m applicando 1 o 2 mani. Della gamma prodotti Siro i più indicati per questo tipo di applicazioni sono le serie:

6 EPOSSIDICI: 21.1 cat. con :40 in peso e diluito al 10-15% con (più indicato perché semilucido così risulta più uniforme) cat. con :1 in peso e diluito al 10-15% con W1 cat. con 02W :66 in peso e diluito al 10-15% con acqua. 21W2 (più indicato perché semilucido così risulta più uniforme) cat. con 02W.005 2:1 in peso e diluito al 10-15% con acqua cat. con :1 in peso, epossidica liquida non diluibile per pavimenti industriali e carrabili cat. con :15 in peso, epossidica liquida non diluibile per pavimenti industriali e carrabili cat. con :1 in peso, epossidica liquida non diluibile, per pavimenti industriali e carrabili. Molto tissotropica, ideale per finiture opache e per realizzare leggeri effetti bucciati. POLIURETANICI: Per ottenere effetti speciali superficiali poi si possono utilizzare anche i seguenti tipi di finiture poliuretaniche: finitura poliuretanica trasparente, cat. 1:1 in peso con e diluita eventualmente al 10-15% con finitura poliuretanica semiopaca, cat. 1:1 in peso con e diluizione eventuale al 5-10% con , sviluppa circa gloss finitura poliuretanica trasparente testurizzata per effetti antisdrucciolo, cat. 1:1 in peso con e diluizione eventuale 10-15% con Per finiture autolivellanti si usano spatole dentate o lisce, a seconda del tipo di autolivellante, con le quali si procede alla rasatura del prodotto. Con tali prodotti e tecniche applicative si realizzano spessori di finitura variabili dai 400 m ai 1-2 mm, molto spesso in singola applicazione o, in rari casi, in due cicli applicativi.