Che cosa chiedi alla Chiesa di Dio? Lettera pastorale per la Quaresima 2013 di Monsignor Dr. Vito Huonder Vescovo di Coira



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Transcript:

Che cosa chiedi alla Chiesa di Dio? Lettera pastorale per la Quaresima 2013 di Monsignor Dr. Vito Huonder Vescovo di Coira

Questa Lettera è da leggere in tutte le celebrazioni liturgiche del 17 febbraio 2013. Può essere data alla stampa per la pubblicazione a partire dal 18 febbraio 2013. Coira, 1 gennaio 2013 2

Fratelli e sorelle nel Signore, "Che cosa chiedi alla Chiesa di Dio?". Con questa domanda inizia il cammino di preparazione al Battesimo degli adulti. Il candidato risponde: "la fede". Il celebrante va avanti, domandando: "Cosa ti dona la fede?", e il catecumeno replica: "la vita eterna". 1 Il santo Battesimo è la porta della fede e perciò anche la porta della vita eterna. 2 Il Battesimo, come porta della fede, va inteso nel senso che esso ci apre la strada verso tutta la ricchezza della fede. Con il Battesimo partecipiamo alla vita divina e ai beni della fede. Il candidato al Battesimo richiede dunque questi doni. Con la preparazione al Battesimo la Chiesa di Dio dovrà renderlo capace di raggiungere la vita eterna attraverso la porta del Battesimo. 1 2 Cfr. Ordo Initiationis Christianae Adultorum, Rituale Romanum, Editio Typica Vaticanum 1972. Cfr. Papa Benedetto XVI., Lettera apostolica Porta fidei dell 11 ottobre 2011,1. 3

La Chiesa di Dio Nella preparazione al Battesimo si parla dapprima della Chiesa di Dio o più semplicemente di Chiesa. Che cos è questa Chiesa? La Costituzione dogmatica Lumen gentium del Concilio Vaticano secondo ci dà una breve, ma appropriata risposta: "(L eterno Padre) ha voluto chiamare i credenti in Cristo a formare la santa Chiesa" (2). Così la Chiesa è il popolo di Dio raccolto intorno a Cristo (9). Essa è l inizio del regno di Dio qui in terra (5). Essa è il gregge sotto la protezione di Dio, il podere o campo di Dio, edificio di Dio, la Gerusalemme celeste, la sposa dell Agnello immacolato (6). La Chiesa è il corpo mistico di Cristo (7) e la famiglia di Dio (32). Questa Chiesa non è solo una realtà spirituale, essa ha anche, secondo la volontà del Signore, una ben determinata forma esteriore. Dice perciò la stessa Costituzione: "Questa Chiesa, in questo mondo costituita e organizzata come società, 4

sussiste 3 nella Chiesa cattolica, governata dal successore di Pietro e dai vescovi in comunione con lui" (8). La Chiesa fondata da Gesù ha il compito di annunciare e diffondere la fede. Dice appunto il Signore agli undici apostoli: "A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato" (Mt 28, 18-20). La costituzione Lumen gentium si riferisce a queste parole quando accentua: "Questo solenne comando di Cristo di annunciare la verità salvifica, la Chiesa l ha ricevuto dagli apostoli per proseguirne l adempimento sino all ultimo confine della terra" (17). Così la Chiesa conserva i beni della fede, cioè la verità della fede o, appunto, più brevemente la fede attraverso tutti i tempi e la tramanda avanti immutata. 3 Il termine autentico latino è subsistit in. Questo significa stare alla base, e può essere tradotto anche con continuare ad esistere. Il termine est, usato dalla tradizione della Chiesa (la Chiesa di Cristo è ) definisce l identità, il termine subsistit in la continuità. Sono due espressioni che si completano a vicenda. 5

La fede Per noi cristiani il termine credere presenta diverse sfumature. Vorrei qui approfondire quattro significati. Credere significa, per primo, accettare, cioè dire di sì all esistenza di Dio. Con l aiuto della ragione, l uomo può riconoscere Dio quale creatore del mondo e quale Signore di tutto ciò che esiste, e incontrarlo con doveroso rispetto: "Le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute" (Rom 1,20). Credere significa poi anche accettare la rivelazione di Dio, aprirsi alla rivelazione divina. Nella lettura di questa domenica, tolta dalla Lettera ai Romani, San Paolo dice riassumendo: "Vicino a te è la Parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore, cioè la parola della fede che noi predichiamo. Perché se con la tua bocca proclamerai: 'Gesù è il Signore!', e con il tuo 6

cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo" (Rom 10,8-9). Dio si è manifestato sempre e di nuovo; in Gesù Cristo si è però manifestato definitivamente. In Gesù Cristo la rivelazione di Dio raggiunge il suo apice. Tutta la vastezza e la profondità della rivelazione di Dio, cioè la ricchezza della fede della Chiesa, c'è conservata nella parola di Dio della sacra Scrittura e della tradizione: "La sacra tradizione e la sacra Scrittura costituiscono un solo sacro deposito della parola di Dio affidato alla Chiesa" (Costituzione dogmatica sulla divina rivelazione Dei Verbum 10), così ci insegna il Vaticano secondo e conferma, ciò che la Chiesa ha sempre insegnato. Il catecumeno, candidato al Battesimo, vorrebbe ricevere questa fede, essere istruito in questa fede ed essere battezzato in questa fede. Vorrebbe essere introdotto nella ricchezza della fede rivelata da Dio e vivere in forza 7

di essa. Questo è il suo desiderio e questo è anche il suo diritto. Credere significa, come terzo punto, avere fiducia, confidare in Dio. Questo aspetto della fede è importante per la nostra vita nel quotidiano. Senza fiducia in Dio la vita diventa difficile, alle volte insopportabile. L azione divina nella storia della salvezza e l opera di Gesù nella sua vita terrena ci confermano in questa fiducia. Molte parole della Sacra Scrittura ci fortificano in questa visione, così anche la parola dell odierna lettura, tolta dal libro del Deuteronomio: "Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione" (Dtn 26,6-7). 8

Per ultimo, credere significa modellare, plasmare la propria vita con lo sguardo fisso su Dio, cioè vivere da credente. La vita di un battezzato deve essere sempre una testimonianza di fede: una manifestazione di fede per coloro che ancora non credono in Gesù Cristo, una dimostrazione di fede dei genitori nei confronti dei loro figli, una testimonianza di fede degli educatori per i giovani in crescita, una documentazione di fede dei cristiani responsabili in politica nei confronti del popolo. Questa testimonianza della fede può arrivare al punto di dover pagare la fede con la vita, così da non retrocedere neppure davanti al martirio. Ciò che alla nostra latitudine è solo motivo di discussione e di giornalismo, in altri paesi del mondo è una realtà. Il Concilio annota in merito: "Ché se a pochi è concesso, tutti però devono essere pronti a confessare Cristo davanti agli uomini e a seguirlo sulla via della croce 9

durante le persecuzioni, che non mancano mai nella Chiesa" (Lumen gentium 42). La vita eterna La fede ci guida alla vita eterna. Il fine ultimo della fede sta al di là di questa vita. Lo esprimono così bene le parole dell apostolo Paolo nella lettura di questa giornata: "Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato" (Rom 10,13). Salvando l uomo, il Signore lo conserva per la vita eterna. Ma perché è necessaria la salvezza? Scrivendo questo, san Paolo ci ricorda che l uomo davanti a Dio diventa colpevole e la vita eterna corre pericolo. Gesù ridà all uomo, ciò che aveva perso con la sua disobbedienza nei confronti di Dio. Il Vangelo ha un rapporto intimo con la salvezza dell uomo. Nel Vangelo si parla della tentazione di nostro Signore (Lc 4,1-13). Gesù resiste alla triplice 10

lusinga del demonio. Di lui Gesù dice, che era omicida fin da principio (Gv 8,44). Egli ha sviato l uomo dalla sua destinazione eterna in Dio e lo ha precipitato nella corruzione del peccato. Ma il Signore Gesù ha vinto l astuzia di Satana. In ciò si dimostra quale nostro salvatore e redentore. Per mezzo di lui e con il Battesimo nel suo nome, l uomo può raggiungere quel traguardo, al quale è destinato dal suo Creatore: la vita eterna. Il Credo del popolo di Dio Fratelli e sorelle nel Signore, la fede della Chiesa, che io ho abbozzato qui con pochissimi tratti, è riassunta nel Catechismo della Chiesa cattolica 4. Potrebbe chiamarsi un "ouverture" al catechismo il Credo del 4 Nella data dell 11 ottobre 2012, ricorreranno anche i vent anni dalla pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, testo promulgato dal mio Predecessore, il Beato Papa Giovanni Paolo II, allo scopo di illustrare a tutti i fedeli la forza e la bellezza della fede. (Papa Benedetto XVI, Lettera apostolica Porta fidei, 4). 11

popolo di Dio, la professione di fede, che Papa Paolo VI ha promulgato solennemente come epilogo al Concilio Vaticano secondo. Una professione di fede è un testo riassuntivo della fede. Ci ricorda le verità fondamentali della fede e ci aiuta a mantenerle nella memoria. Ci comunica le grandi linee direttive per la conoscenza e la trasmissione della fede. Talvolta un concilio concludeva le sue consultazioni e le sue risoluzioni con una simile professione. Conosciamo bene la professione di fede dei concili di Nicea e di Costantinopoli, che si riferisce particolarmente alla divinità di Cristo e dello Spirito Santo: Cristo è Dio e lo Spirito santo è Dio. Queste verità di fede, a quei tempi, venivano messe in discussione e perciò hanno avuto bisogni di spiegazioni e di una particolare accentuazione. 12

Il Credo niceno costantinopolitano ha trovato posto nella celebrazione eucaristica e viene recitato o cantato, ogni domenica, fino al giorno d oggi. Nella forma ordinaria della liturgia romana può essere sostituito, in certi tempi liturgici, dal credo apostolico, dalla professione di fede battesimale. Il Concilio di Trento, riunito per riformare la Chiesa, ha pure formulato una professione di fede. Anche dopo il Concilio Vaticano Primo questa professione di fede è stata completata rispettando le consultazioni e le formulazioni dottrinali del concilio. Così abbiamo in questa professione il risultato di due concili. Il Vaticano Secondo non ci ha lasciato nessuna professione di fede di analogo carattere. Ma papa Paolo VI ritenne opportuno, di presentare, tre anni dopo il concilio, un ampia professione di fede. L occasione è stata offerta dalla celebrazione dei 1900 13

anni dal martirio dei santi apostoli Pietro e Paolo. Doveva essere la formulazione della fede cattolica in rispetto ai risultati del Concilio Vaticano Secondo e il collegamento alla tradizione dottrinale della Chiesa, per dimostrare la continuità delle fede della Chiesa. Voleva pure essere un segnavia per i fedeli in un tempo di tante aberrazioni e arbitrarietà. Questo Credo del popolo di Dio vorrei raccomandarlo come aiuto per approfondire e confermare la fede in vista del rinnovamento pasquale delle promesse battesimali. Il Vaticano Secondo si è soffermato, nel suo ultimo capitolo sulla Chiesa, in maniera preponderante sulla figura della Madre di Dio e ha accentuato la sua maternità in ordine alla grazia (Lumen gentium 61). Per questo la invochiamo come Madre dei credenti e Madre della Chiesa. La sua fede ci sia di esempio e la sua materna intercessione ci conceda quell aiuto, che abbiamo bisogno sul 14

cammino verso la vita eterna. Con questo augurio, vi saluto di tutto cuore e vi impartisco ben volentieri la mia benedizione episcopale + Vito, Vescovo di Coira 15