INTRODUZIONE ALLA LETTURA DELLE SCHEDE SULLA UNITA E SANTITA DELLA CHIESA



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COMUNITA PASTORALE GIOVANNI PAOLO II LE 100 CASE 2015-2016 CONVOCAZIONE DELLA FOLLA 19 Ottobre 2015 PROPRIETA DELLA CHIESA CATTOLICA INTRODUZIONE ALLA LETTURA DELLE SCHEDE SULLA UNITA E SANTITA DELLA CHIESA I due paragrafi hanno un taglio fortemente ecumenico per motivi intrinseci all argomento, cioè perché, trattando della fede relativa alla Chiesa, è più che naturale che Chiese tra loro divise vedano la faccenda in modo diverso. Kasper è attento sia alle diverse posizioni sulle singole proprietà, sia a tracciare la storia delle divisioni. In particolare bisognerà fare attenzione alle differenze e alle comuni posizioni fra Cattolici e Protestanti. La trattazione è sempre attenta al fondamento biblico delle proprietà, all evoluzione storica della dottrina su di esse, all approdo di detta dottrina nel Concilio Vaticano II. PER QUANTO RIGUARDA L UNITA Da seguire con attenzione il concetto di Communio (vera forma dell unità della Chiesa) e di Chiesa segno, strumento e cellula germinale della nuova umanità radunata da Cristo. Il percorso mostra come la fede riguardo la Chiesa è sempre inserita e da fondare nella fede in Dio. Il modo in cui si crede l unica Chiesa dipende dal modo in cui si crede nell unico Dio Padre, nell unico Signore Gesù Cristo e nell unico Spirito Santo.

Bisognerà fare attenzione ad alcuni gruppi di vocaboli volutamente accostati per distinguere e definire bene i concetti: per esempio si distinguerà bene unità da uniformità, si distinguerà bene multiformità da molteplicità. La scheda cerca di capire su cosa si fondi l unità della Chiesa, e dove sia riscontrabile; per approdare infine all analisi dell affermazione del Concilio Vaticano II secondo cui La Chiesa una e unica di Gesù Cristo sussiste nella Chiesa Cattolica. PER QUANTO RIGUARDA LA SANTITA La seconda proprietà presa in esame è la santità, il più antico attributo della Chiesa registrato nei padri. Il sentire e il parlare comuni oggi hanno perso famigliarità con questa proprietà e con il concetto stesso di santità. Kasper si impegna quindi anzitutto a spiegare cosa voglia dire santo, per poi riflettere sul motivo per cui La Chiesa possa e debba essere santa. Kasper risponde sostanzialmente che ciò accade perché nella Chiesa abita Dio, per mezzo di Gesù Cristo, nello Spirito santo. Questo è il modo cattolico di vedere e pensare la Chiesa. Si passa poi a vedere in che senso la santità appartiene in modo stabile (strutturale) alla Chiesa e chi concretamente sia chiamato nella Chiesa a essere santo. Il problema più macroscopico circa la santità della Chiesa è costituito dalla presenza in essa dei peccatori e del peccato: perché nella Chiesa santa esiste il peccato? La Chiesa può essere detta peccatrice? Si apre una ricerca per la continua purificazione della Chiesa

SCHEDA 1 INTRODUZIONE ALLE QUATTRO PROPRIETA La professione di fede della Chiesa menziona quattro sue proprietà: la Chiesa è una, santa, cattolica, apostolica. Esse esprimono l essenza della Chiesa sotto quattro diversi aspetti e sono perciò inseparabili tra loro. Sono professate da tutte le Chiese, ma le Chiese protestanti le applicano alla sola Chiesa invisibile, attribuendo alla Chiesa visibile altre notae externae (la retta predicazione del Vangelo, l amministrazione dei sacramenti secondo il Vangelo, i ministeri ecclesiali, la preghiera, la Croce, la sofferenza e secondo Calvino l ordinamento ecclesiale). La Chiesa cattolica del tempo della Controriforma ha ampliato le proprietà con altre notae sue, facendo di tutto il complesso una bandiera apologetica per mostrare sé stessa come la vera Chiesa. Ma, poiché anche le Chiese non cattoliche possono vantare una vita coerente, il tentativo polemico è fallito. Il Concilio Vaticano II, definendo la Chiesa segno e strumento, permette di comprendere allo stesso modo anche le quattro proprietà. Esse da sole non sono sufficienti a convincere della verità della Chiesa; diventano convincenti solo per chi le guarda dentro una personale esperienza di fede. Le quattro proprietà dicono ed esprimono veramente l essenza della Chiesa, ma esigono, al contempo, di essere attuate da chi appartiene alla Chiesa. CHIESA CATTOLICA: UNA L UNICA CHIESA DI GESU CRISTO E LE MOLTE CHIESE

La professione credo unam ecclesiam arriva a imporsi universalmente solo nel simbolo Niceno Costantinopolitano, anche se qui guadagna la prima posizione tra le proprietà. Può significare che non possono esistere più Chiese, ma può anche voler dire che, in ogni caso, la Chiesa non è in sé divisa. UNITA COME UNICITA DELLA CHIESA (perché la Chiesa è e deve essere una) La fede biblica che la Chiesa sia unica corrisponde alla fede altrettanto biblica nel Dio uno e unico, nell unico Signore, mediatore, redentore e nell unico Spirito nel quale siamo battezzati. Questa corrispondenza mostra che l unità della Chiesa non nasce dalla libera associazione dei suoi membri o di più Chiese. Il fondamento dell unità / unicità della Chiesa è l unico Dio che raduna il suo popolo in Gesù, in un solo Spirito. Paolo, quando parla di Chiese, intende dire che ognuna di esse rende presente l unica Chiesa di Cristo. Ognuna è pienamente la Chiesa anche se non è tutta la Chiesa. La varietà delle forme di comunità del Nuovo Testamento non autorizza a pensare una pluralità di Chiese confessionali separate. Questa varietà inserita nell unico canone del Nuovo Testamento deve invece spingerci a pensare la Chiesa come una unità comunionale di Chiese sorelle che sono tutte l unica Chiesa. L unità non significa rigida uniformità, ma pluralità di Chiese unite fra loro nella communio per mezzo dell unico Signore e in un solo Spirito. UNITA E MULTIFORMITA INTERNA DELLA CHIESA (su cosa si fonda l unità della Chiesa) Il motivo dell unità è l unicità, è la preghiera / intenzione di Gesù che tutti fossero una cosa sola. Anche Paolo reagisce contro le divisioni fondando l unità della Chiesa nell unica fede, nell unico Spirito (vinculum symbolicum), nell unico Battesimo e mediante la partecipazione all unico corpo eucaristico (vinculum liturgicum). È Gesù che, non solo comanda una Chiesa unita, ma anche unisce la Chiesa. C è poi un vincolo Sociale (seu hierarchicum) dato dalla comunanza di ministero apostolicamente

fondato e di vita sociale. Questo trittico viene coniato da Roberto Bellarmino e ripreso dal Vaticano II. Questa unità non significa uniformità, ma reciprocità come quella tra il Padre e il Figlio che abitano l uno nell altro, significa essere una cosa sola. Il Concilio Vaticano II parla di unità come Communio secondo il modello dell unità trinitaria; parla di unità nella multiformità e di multiformità all interno dell unità, come l unico Vangelo ci è tramandato nella forma dei Quattro Evangeli. Il vescovo di Roma è principio e fondamento visibile dell unità della molteplicità dei vescovi, ma nella Chiesa non bisogna imporre per amore dell unità nulla al di là del necessario. La Chiesa cattolica considera tale unità una ricchezza che rafforza la sua credibilità. È un unità esistente in una pluralità di culture, spiritualità, teologie, singole Chiese, ordini, congregazioni, associazioni e raggruppamenti. Poiché l unità è una ricchezza, ogni membro della Chiesa è chiamato ad agire nello spirito di questa communio. UNITA DELLA CHIESA UNITA DELL UMANITA L affermazione dell unità e dell unicità di Dio, dell unico e solo redentore e mediatore e quindi dell unità della Chiesa è ricca di conseguenze per l unità dell umanità. Adamo non è solo il primo uomo, ma l uomo: il destino è unico. Gli uomini, allontanatisi dall unico Dio, si sono divisi, ma Dio vuole radunarli per mezzo dell unico redentore. Il Concilio Vaticano II parla di un sola famiglia umana, legge la globalizzazione come segno dei tempi, e pensa la Chiesa come segno, strumento e cellula germinale dell unica nuova umanità. La sua opera è fondata nella sua unione con Dio che raduna. IL DRAMMA DELLE DIVISIONI Nella Chiesa ci sono state discussioni e divisioni fin dall inizio. Bisogna distinguere discussioni da divisioni, multiformità legittima da molteplicità che dissolve l unità. Secondo il Nuovo Testamento le divisioni sono necessarie (disposte da Dio) per saggiare la fedeltà. Il NT distingue scismi (separazioni), apostasie (abbandoni della fede), eresie. L eresia è una dottrina (opinione dottrinale) errata. È imputabile di eresia solo chi è consapevole e caparbio nel contrasto con la dottrina vincolante. Per cui, secondo il

Concilio Vaticano II, non si può applicare il concetto di eretico a chi nasce in un altra Chiesa, ma solo a coloro che appartenenti alla Chiesa cattolica l hanno abbandonata con decisione libera e chiara. Detto questo la Chiesa Cattolica non può rinunciare a bollare come eresia una grave deviazione dalla verità e a escludere dalla sua comunione quanti tenacemente condividono un eresia. È bene ricordare che nelle divisioni spesso giocano fattori non teologici, che poi scompaiono lasciando le divisioni. Le tre grandi divisioni risalgono alla separazione delle Chiese orientali dall ortodossia (Assiri orientali dopo Efeso 431 e Copti, Siri, Armeni, Etiopi, Malankaresi dopo Calcedonia 451); alla separazione delle chiese ortodosse dalla Cattolica dal 1054 (da tener presente l occupazione latina di Costantinopoli nel 1204); alla separazione conseguente alla Riforma protestante. La divisione orientale ha prodotto una ferita, ma la medesima struttura sacramentale ed episcopale ci mantiene, in fondo, un unica Chiesa. La divisione occidentale è più profonda, ma l unico Battesimo garantisce una profonda unità fondata in Cristo. Le divisioni non vanno sottovalutate né ricucite con consensi minimali umani. Il movimento ecumenico impresso dallo Spirito Santo nelle Chiese deve svelenire le divisioni nella preghiera e nella penitenza in modo che i contrasti diventino tensioni all unità. L unità da cercare è un percorso dalla molteplicità che divide alla multiformità che arricchisce. Non una uniformità ma una unità nella multiformità. CONCEZIONE CATTOLICA E CONCEZIONE PROTESTANTE DELL UNITA DELLA CHIESA (il segno del Papato nella proprietà dell unità) La difficoltà maggiore nel Cammino verso l unità è la diversa concezione fra Cattolici e Protestanti circa l unità della Chiesa. Per i Cattolici l unità implica l unità visibile perché la Chiesa è una realtà sia umana che divina. Se la dimensione divina della Chiesa è conoscibile solo nella fede, la sua dimensione umana (il suo essere strutturata come società) è conoscibile anche visibilmente e si manifesta nell unità della predicazione, dei sacramenti e della comunione con il successore di Pietro e con i vescovi in comunione con lui. L unità per i Cattolici ha anche una forma

concreta e questa sua concretezza corrisponde alla concretezza della storia della salvezza. Lutero non parlò di Chiesa invisibile, ma di Chiesa nascosta. A parlare di Chiesa invisibile è Zwingli e poi il neoprotestantesimo. Contro Questa posizione si schierano in campo protestante Barth e Bonhoeffer. Concretamente per i Protestanti oggi è sufficiente per essere nella comunione della Chiesa concordare sul Vangelo e sull amministrazione dei sacramenti secondo il Vangelo mentre per i Cattolici bisogna aggiungere la comunione dei vescovi tra loro e con il Papa. Per i Protestanti la questione dell unità è risolta nella domanda cosa sia l unità, per i Cattolici la domanda comporta anche la questione del dove sia storicamente identificabile l unità. Per i Protestanti la Chiesa è un entità liberamente fluttuante che diventa evento qui e là nella Parola e nel Sacramento e in Chiese locali; per i Cattolici l unità sovracomunitaria possiede anche un luogo identificabile nella storia. SUBSISTIT IN (una questione non solo di termini) Secondo il Concilio Vaticano II la Chiesa una e unica di Gesù Cristo subsistit in (sussiste nella) Chiesa cattolica, è reperibile in modo permanente e storico nella Chiesa Cattolica. L affermazione è nuova rispetto alla dottrina tradizionale che diceva che la Chiesa di Gesù Cristo est (è) la Chiesa Cattolica. La novità viene introdotta per permettere, senza perdere di vista la pretesa tradizionale, il riconoscimento di elementi di vera ecclesialità in Chiese diverse dalla Cattolica: per esempio la Parola di Dio, la vita della grazia, la carità In questi elementi si riconosce presente l azione dello Spirito Santo e la stessa Chiesa di Gesù Cristo. Perciò non si può dire che al di fuori della Chiesa cattolica non sia possibile la salvezza e bisogna dire che i Cristiani non cattolici partecipano sia pure in modo non perfetto alla Communio cattolica perché partecipano ad alcuni elementi ecclesiali appartenenti alla Chiesa Cattolica. Il Concilio Vaticano II sostiene così un concetto graduato di Chiesa secondo il quale le Chiese non cattoliche partecipano all unità e cattolicità della Chiesa in modo graduato.

La Chiesa Cattolica è convinta che in lei solo ci sia la pienezza dei mezzi salvifici. In lei solo esiste in modo definitivo e permanente la Chiesa di Gesù Cristo. E in essa è già data l unità essenziale per la Chiesa. Questa unità è però ferita dalle divisioni e queste divisioni vanno sanate dal dialogo ecumenico; che non è la via per il ritorno degli altri, ma la comune crescita nell unità cattolica. È invece inaccettabile pensare che il dialogo ecumenico sia la via per recuperare una unità perduta da tutti È inaccettabile pensare che la Chiesa sussista pienamente in varie Chiese È inaccettabile pensare che le Chiese siano delle particelle dell unica Chiesa di Gesù Cristo. L unità di Chiese in contraddizione fra loro sarebbe un insieme di contraddizioni. Le Chiese ortodosse e la Chiesa cattolica sono già un unica Chiesa anche se non in piena comunione ecclesiale, anche se alcune di loro pensano eretica la Chiesa cattolica. Alle Chiese protestanti manca la successione apostolica e quindi secondo la dichiarazione Dominus Iesus -- non sono Chiese proprio sensu, cioè nel senso inteso dalla Chiesa Cattolica; ma queste parole (rozze nella forma) non possono impedire alle Chiese di darsi quest appellativo. Per fortuna non mancano elementi convergenti e comuni di cui si sta sempre più prendendo coscienza nell unica cristianità. CHIESA CATTOLICA: SANTA Quello della santità è il più antico attributo della Chiesa: già ne parla Ignazio d Antiochia. LA SANTITA COME MYSTERIUM TREMENDUM DI DIO (cosa vuol dire santo) L attributo della santità però è anche il meno facile da riconoscere alla Chiesa: un po per gli scandali che lo offuscano, un po perché nel nostro mondo tutto è diventato profano; o forse si è persa la distinzione fra sacro e profano.

Santo nella Bibbia è ciò che è messo a parte, selezionato, puro, diverso. Dio è santo (qadhosh), totalmente altro, trascendente. L incontro con tale realtà è tremendum fino all ultimo libro della scrittura. Anche nella sua misericordia Dio non è bonario, ma sconvolgente. D altra parte nella sua misericordia il Dio della Bibbia si distingue dalle altre religioni perché fa partecipare l uomo alla propria santità. LA CHIESA COME POPOLO SANTO DI DIO (perché la Chiesa può e deve essere santa? perché vi abita Dio.) La Bibbia dice che Dio si è scelto un popolo santo. Con ciò intende che il popolo scelto ha l obbligo di essere diverso dagli altri e questa diversità consisterà nell adorare l unico Dio. Santo sarà anche tutto ciò che ha a che far con il culto dell unico Dio. La seconda tavola dei comandamenti relativa al prossimo mostra poi che la santità implica la giustizia. Tutto ciò mostra che la santità del popolo va compresa alla luce della relazione del Dio santo col popolo e del popolo con il Dio Santo. IL Nuovo Testamento proclamando che Gesù è il santo di Dio proclama santi coloro che sono in relazione con Gesù e concepisce i cristiani come i santi. Per un verso tutto ciò che l AT dice del popolo di Dio può essere trasposto alla Chiesa e i Cristiani devono ritenere che in loro abiti lo Spirito Santo, per un altro i Cristiani devono vivere in modo da offrire per mezzo di Cristo un sacrificio spirituale gradito a Dio. La santificazione è una questione concreta, come concreta e strutturata è la Chiesa ancorché provvisoria rispetto all escatologia. La santità della Chiesa proviene dalla presenza in mezzo ad essa di Dio: è la dottrina dell inabitazione dello Spirito Santo che non coincide con un immanente spirito comune della Chiesa, ma è lo spirito di Dio. Il mistero vero e proprio della Chiesa è costituito dalla partecipazione alla vita di Dio e dalla vitalità dello Spirito Santo in lei. Questa visione (mistica) è secondo Moeler l essenza del cattolicesimo. E dovrebbe essere fonte di un modo rispettoso di trattarsi tra Cristiani e di parlare della Chiesa. SANTITA STRUTTURALE

L opera salvifica di Gesù Cristo è definitiva e indistruttibile. La Chiesa è indefettibile in quanto Chiesa di Gesù Cristo. Se la Chiesa si limitasse a essere una struttura sarebbe una rovina, ma in essa vive, nello Spirito, Gesù Cristo e quindi gli atti fondamentali della Chiesa sono infallibili (anche se sono amministrati da ministri indegni). Questo non significa che la Chiesa dispone a suo piacimento dei mezzi di salvezza. Piuttosto è Dio a disporre della Chiesa. Infatti l autentico ministro dei Sacramenti è il Gesù Cristo glorificato nello Spirito Santo. Si parla perciò di una santità oggettiva o meglio (per evitare la sensazione di spersonalizzazione) strutturale della Chiesa. TUTTI SONO CHIAMATI ALLA SANTITA (chi concretamente nella Chiesa sia chiamato a essere santo) La santità data dallo Spirito è un dono e un compito. Il compito comporta l amare Dio e l amare il prossimo. A questa santità sono chiamati tutti e non, come si è troppo al ungo pensato, pochi. Il Concilio Vaticano II lo ha ricordato. La santificazione della vita non passa per il solo culto né è una questione di un momento. È faccenda di ogni momento e passa attraverso il culto reso a Dio con una vita che fa la sua volontà santificando così il nome di Dio ormai rivelato. Non si tratta di conquistare la santità a suon di opere ma di operare secondo lo Spirito santo ricevuto in dono. Nella Storia non sono mai mancate iniziative di ripresa e di rilancio che abbiano liberato la Chiesa dalla tentazione dell imborghesimento. Il Concilio Vaticano II ha messo in luce, oltre all importanza di essere santi, l importanza di esserlo nel mondo, sostenendo in questo particolarmente i laici, le persone sposate, che possono far fiorire la santità nel matrimonio, nella famiglia, nella professione, nell amicizia, nel volontariato. I Cristiani sono dunque chiamati a essere nel mondo senza rinnegare la propria diversità dal mondo. Benedetto XVI ha ribadito la chiamata dei sacerdoti secolari alla santità. PECCATO E PECCATORI NELLA CHIESA Parlando della santità della Chiesa non può non far problema la presenza in essa di peccati e peccatori. Già Gesù ne parla (zizzania nel grano, pesci buoni e pesci cattivi nella rete) e At confermano. Questo ha creato problema da subito: come può uno essere membro del corpo di Cristo se ricade pagano? Paolo conosce a proposito la

disciplina ecclesiastica, il bandire e il revocare il bando. Chi contrappone la misericordia di Dio alla sua santità non ricorda che la grazia non è a buon prezzo. Dire così non è rigorismo. Non si tratta di volere una Chiesa di puri. Da sempre la Chiesa conosce la possibilità di conversione e di penitenza, ma queste dimensioni non vanno dimenticate. Il peccatore in peccato grave che non dà retta all esortazione dello spirito a convertirsi, continua a far parte della Chiesa ma ne è un membro morto, una ferita, non le appartiene pienamente. E anche chi è nel peccato lieve la indebolisce. Il Battezzato in peccato grave perde la grazia battesimale anche se conserva il carattere sacramentale cioè rimane segnato dalla chiamata di Dio. CHIESA PECCATRICE? La Chiesa sposa di Cristo può assumere i tratti di un prostituta. Essa è un corpus permixtum. Non c è da fare trionfalismi. Essa non solo contiene peccatori ma può contenere strutture di peccato. Così si è espresso Giovanni Paolo II chiedendo perdono per alcuni peccati della Chiesa quali l isteria della persecuzione delle streghe. Queste esperienze hanno posto la domanda se non sia il caso di parlare di Chiesa peccatrice. I riformatori protestanti o hanno fatto applicando alla Chiesa la categoria simul iustus et peccator che Lutero applica al cristiano. Cattolicamente le due affermazioni non sono possibili. Per i protestanti parlare della Chiesa peccatrice è possibile perché pensano la Chiesa semplicemente come la somma dei cristiani che le appartengono. Per i Cattolici la Chiesa è di più: è il corpo di Cristo; la sua anima è lo Spirito Santo, di essa non fa parte solo la Chiesa terrena. Così pensata la Chiesa non può essere peccatrice perché i santi, lo Spirito, Gesù non possono peccare. La ecclesia congregans non può essere peccatrice, può esserlo la ecclesia congregata. Ambrogio dice che la Chiesa prende su di sé i peccati di molti come ha fatto Gesù. D altra parte questa è la sua vocazione: non può santificare il mondo senza esporsi alla tentazione e molti cedono. Paradossalmente la Chiesa è santa perché porta i peccati dei peccatori per guarirli. ECCLESIA SEMPER PURIFICANDA La Santa Chiesa può dirsi tale solo se percorre continuamente la strada del rinnovamento e della riforma. Nella storia della Chiesa non sono mai mancati

movimenti di rinnovamento. Non è un caso che ogni Celebrazione eucaristica cominci con una confessione dei peccati e un implorazione del perdono. Ma non bastano confessioni rituali, ci vogliono conversione, purificazione della coscienza, riconoscimento di errori storici. La stessa tradizione della fede è possibile solo grazie alla penitenza, alla santificazione personale, alla purificazione. La Chiesa va sempre rinnovata nello spirito della Scrittura e della tradizione. Né i mezzi né i motivi del rinnovamento devono essere profani, ma santi. Per questo e per sopportare le avversioni al rinnovamento spesso sono i santi che rinnovano la Chiesa cioè coloro che per primi rinnovano se stessi.