INDICE RASSEGNA STAMPA AMBIENTE Gazzettino 18/11/14 P. 6 A rischio 6.600 comuni, in Friuli il 92% 1 PROTEZIONE CIVILE Gazzettino 18/11/14 P. 6 L'Italia è fragile, sono 6.600 i comuni a rischio 2 Gazzettino 18/11/14 P. 6 Delrio: «Sì alla deroga del patto di stabilità nelle aree alluvionate» 3 Gazzettino Venezia 18/11/14 P. 22 Nuova sede per la protezione civile 5 Indice Rassegna Stampa Pagina I
ANALISI DI LEGAMBIENTE E PROTEZIONE CIVILE A rischio 6.600 comuni, in Friuli il 92% L'Italia si scopre 'fragile' quando viene colpita da eventi estremi, come le alluvioni di questi giorni. Ed il nervo del dissesto idrogeologico è quello più sensibile. E 'scopre' che oltre 6.600 comuni, pari all'82% del totale, sono in aree ad elevato rischio idrogeologico, pari al 10% della sua superficie: la popolazione 'potenzialmente esposta' è stimata in 5,8 milioni di persone. Questo quanto emerge da recenti analisi fatte da Legambiente e Protezione civile, che mettono in evidenza come in 10 anni in Italia sia raddoppiata l'area dei territori colpiti da alluvioni e frane, passando da una media di quattro regioni CERRO DILAVENO La frana che ha travolto una villetta presso Varese uccidendo una ragazza di 16 anni ed il nonno all'anno a otto regioni. Nella classifica delle regioni a maggior rischio idrogeologico prima è la Calabria con il 100% dei comuni esposti; al 100% ci sono anche la provincia di Trento, il Molise, la Basilicata, l'umbria, la Valle d'aosta. Poi Marche, Liguria al 99%; Lazio, Toscana al 98%; Abruzzo (96%), Emilia-Romagna (95%), Campania e Friuli Venezia Giulia al 92%, Piemonte (87%), Sardegna (81%), Puglia (78%), Sicilia (71%), Lombardia (60%), provincia di Bolzano (59%), Veneto (56%). Negli anni in Italia «sono aumentate in modo esponenziale le concentrazioni di piogge» brevi ed intense, le cosiddette "bombe d'acqua". E nelle aree a rischio spesso si trovano anche abitazioni (85%), industrie (56%), hotel e negozi (26%), scuole e ospedali (20%). Tra le cause che condizionano ed amplificano il rischio idrogeologico c'è l'azione dell'uomo (abbandono e degrado, cementificazione, consumo di suolo, abusivismo, disboscamento e incendi). Ma anche e soprattutto la mancanza di una seria manutenzione ordinaria e non ad una organica politica di prevenzione. In Europa, l'italia sembra essere il paese che si sgretola di più: delle 700 mila frane censite, 500 mila sono catalogate in Italia (dalle prime di cui si ha informazione, dall'epoca romana, via via a crescere fino alle attuali immagini satellitari di Google) facendo del nostro territorio «uno di quelli maggiormente esposti». Ogni anno infatti avvengono tra le 1000 e le 2000 frane, con il 10% di queste «pericolose» e che possono causare «vittime, feriti e danni a edifici e infrastrutture». È il quadro disegnato dal Ambiente Pagina 1
LEGAMBIENTE L'Italia e fragile, sono 6.600 i comuni a rischio L'itaila si scopre "fragile" quando viene colpita da eventi estremi, come le alluvioni di questi giorni. Ed li nervo dei dissesto idrogeologico é quello più sensibile. E "scopre" che oltre 6.600 comuni, pari all'82% dei totale, sono In aree ad elevato rischio idrogeologico, pari al 10% della sua superficie: la popolazione 'potenzialmente esposta' é stimata in 5,8 milioni di persone. Questo quanto emerge da recenti analisi fatte da Legambiente e Protezione civile, che mettono in evidenza come in 10 anni in Italia sia raddoppiata l'area dei territori colpiti da alluvioni e frane, passando da una media di quattro regioni all'anno a otto regioni. Nella classifica delle regioni a maggior rischio idrogeologico prima é la Calabria con il 100% dei comuni esposti; il Friuli Venezia Giulia ne ha il 92%, il Veneto il 56%. Protezione Civile Pagina 2
maltempo IL MINISTRO LUPI «Mai più condoni, la situazione è colpa di tutte le istituzioni» Deirio: «Sì alla deroga del patto di stabilita nelle aree alluvionate» Ilgavernogarantzsce: «Nessun problema per chi ha subito eventi catastrofici I sindaci non devono avere timore pergli investimenti sulla sicurezza» ROMA - Sì allo sforamento del patto di stabilità per consentire gli interventi urgenti di messa in sicurezza del territorio; la possibilità per i comuni di accedere a mutui a tasso zero per 3 miliardi; un piano nazionale con investimenti per 9 miliardi nei prossimi sette anni per fare «tutto il possibile in un territorio tanto fragile come il nostro»; lo stanziamento nella legge di stabilità delle risorse per alimentare il fondo emergenze. Il governo torna dalle zone alluvionate con un carico di promesse importanti sulle quali si gioca buona parte della propria credibilità. Perché a palazzo Chigi hanno ormai capito bene che il disastrato stato del territorio italiano è una «priorità assoluta», cui si deve mettere mano senza più ritardi, per evitare nuovi morti e per tentare di ridurre i rischi ai quali centinaia di migliaia di cittadini sono esposti ogni giorno. E sanno bene che, se non arrivano soldi e interventi promessi, le alluvioni che hanno colpito Liguria, Piemonte, Lombardia, finiranno per travolgere l'esecutivo stesso. A questo punto dunque poco importa se la colpa di quel che accade è attribuibile a vent'anni di «politiche del territorio da rottamare», o se va imputata ai condoni arrivati da Roma. Perché la verità è che la responsabilità è di tutti gli italiani: della politica nazionale, di quella locale e dei cittadini che hanno fatto scempio del territorio in egual misura, incuranti delle conseguenze. Il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi lo dice chiaramente, ribadendo il no ai condoni: «Se siamo nella situazione in cui siamo, forse è perché le responsabilità le abbiamo tutti: la classe politica, le istituzioni nazionali e locali». «Dobbiamo recuperare 30 anni di ritardo», ammette anche il sottosegretario Graziano Delrio dopo aver incontrato assieme al capo della Protezione Civile Franco Gabrielli i presidenti delle tre regioni più colpite. La situazione è in miglioramento dal Piemonte al Veneto, ma resta ancora l'emergenza. Dunque bisogna fare presto. «Il Patto di stabilità non sarà un problema per chi ha subito eventi catastrofici e alluvioni. I sindaci sappiano che non ci devono essere timori per gli investimenti per la sicurezza» spiega del Delrio assicurando che il governo inserirà nella legge di stabilità l'emendamento che consentirà di sforare il patto. Parole che i governatori accolgono con favore, attendendo però un segnale concreto. «I lavori partiranno subito, anche se i soldi arriveranno nel 2015: il passo avanti notevole è l'assunzione di responsabilità politica» sottolinea Claudio Burlando, che però chiede di affrontare subito il nodo dei risarcimenti. Un primo appuntamento per testare la risposta del governo è previsto già giovedì quando a palazzo Chigi si terrà l'incontro tra la struttura di missione contro il dissesto idrogeologico, le Regioni, i Comuni e le autorità di bacino per stilare il cronoprogramma dei lavori da realizzare per la messa in sicurezza delle aree metropolitane. Ma tutto questo non basta. Perché, ad esempio, il conto dei danni degli stati d'emergenza già definiti - una ventina sui 25 ancora aperti e relativi ad eventi del 2013 e di quest'anno - si aggira sui 3 miliardi. Ai quali va aggiunto oltre un miliardo di danni provocati dalle ultime alluvioni. Soldi che, allo stato, non ci sono e che il governo deve trovare se vuole risarcire famiglie e imprese. Protezione Civile Pagina 3
GENOVA Polizia e vigili dei fuoco nell'area dei torrente Cerusa, esondato Protezione Civile Pagina 4
Nuova sede p er la rotezione civile p Inaugurata nell ex ecocentro di Martellago la base operativa dei volontari MARTELLAGO - Nuova casa per gli «angeli del territorio». Inaugurata sabato la nuova base operativa della protezione civile, nell'ex ecocentro di via Roviego, presenti anche molte autorità. L'assessore regionale Stival ha rimarcato come i volontari (1 6mila in Veneto ) siano sempre più professionali. Parole che valgono bene per il gruppo di Martellago che, nato nel '98, come raccontato dal fondatore ex sindaco e ora consigliere delegato Giovanni Brunello, è cresciuto come volontari, circa 40 e tutti formati, competenze e strumentazione e ora ha una sede all'avanguardia, con centrale operativa di ultima generazione, sala riunioni, spogliatoi, bagni e magazzino per mezzi e attrezzatura. «Grazie ai nostri volontari che continuano a spendersi, mossi da un volontario servizio alla comunità, con professionalità, per la salvaguardia del territorio e per aiutare la gente nelle calamità» ha aggiunto il sindaco Barbiero, illustrando i lavori, costati al Comune 85mila euro. «La struttura vuol essere anche un punto di riferimento per i cittadini - ha chiuso il coordinatore del gruppo comunale, Cristiano Serena - È il risultato del lavoro di una squadra affiatata che dedica tempo, competenze e risorse alla comunità. Ringraziamo l'amministrazione che ha creduto nelle nostre capacità e reso possibile un sito ad hoc per l'attività di protezione civile». (N.Der) Protezione Civile Pagina 5