LA GESTIONE DEI RIFIUTI NUCLEARI IN PIEMONTE - QUESTIONI APERTE

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Audizione della Commissione Industria, Commercio, Turismo del Senato della Repubblica, sulla gestione e la messa in sicurezza dei rifiuti nucleari sul territorio nazionale Roma 3 ottobre 2018. LA GESTIONE DEI RIFIUTI NUCLEARI IN PIEMONTE - QUESTIONI APERTE

LA SITUAZIONE PIEMONTESE In Piemonte sono presenti : tutti gli impianti del ciclo del nucleare la centrale nucleare E.Fermi di Trino (VC), l'impianto di riprocessamento del combustibile Eurex ed il deposito di combustibile irraggiato Avogadro di Saluggia (VC), lo stabilimento per la produzione del combustibile nucleare Fabbricazioni Nucleari di Bosco Marengo (AL) -; circa l 80% dei rifiuti radioattivi nazionali (in termini di attività ) allo stato solido e liquido ed elementi di combustibile irraggiato; circa 230 m 3 di rifiuti liquidi radioattivi, stoccati nell impianto Eurex di Saluggia, di cui circa 113 ad alta attività, che rappresentano unanimemente la situazione più complessa e delicata da gestire dell intero programma nazionale di disattivazione.

Il QUADRO DI RIFERIMENTO Nel corso degli ultimi anni le Amministrazioni locali e centrali hanno profuso notevoli sforzi per incrementare il livello di sicurezza dei siti e giungere alla disattivazione degli impianti del ciclo del nucleare ancora presenti sul territorio piemontese. Con la legge regionale 5/2010 Norme sulla protezione dai rischi da esposizione a radiazioni ionizzanti, la Regione Piemonte ha, tra l altro: stabilito le modalità di esercizio delle competenze che le sono attribuite dalle normative nazionali; introdotto strumenti per assicurare un attività permanente di analisi, controllo e informazione: sugli esiti residuali del nucleare sul territorio; sui trasporti nucleari; sull impiego di sorgenti di radiazioni ionizzanti.

Il QUADRO DI RIFERIMENTO In particolare la legge regionale 5/2010 e le sue delibere attuative garantiscono che: le attività amministrative vengano svolte con la partecipazione qualificata degli enti e degli organi tecnici locali (tecnici regionali, Prefetture, Province, Comuni sede degli impianti e Comuni contermini, Ente di gestione dei Parchi, Arpa, Asl), a seconda della problematica trattata; la gestione di specifiche problematiche (es. la presenza di radionuclidi artificiali nella falda superficiale del comprensorio di Saluggia o la realizzazione dei progetti di compensazione e riequilibrio ambientale nei siti) venga supportata da un Tavolo tecnico nucleare ;

Il QUADRO DI RIFERIMENTO l informazione sui programmi e lo stato di avanzamento degli iter autorizzativi, delle attività di cantiere effettuate sui siti nucleari e dei trasporti, e i risultati delle attività di controllo e di monitoraggio radiologico ambientale venga diffusa attraverso le periodiche riunioni del Tavolo della trasparenza nucleare a cui partecipano gli esercenti e tutti gli enti e gli organi tecnici interessati, le associazioni di tutela ambientale e le associazioni di categoria. Sul sito istituzionale della Regione Piemonte vengono costantemente comunicate e illustrate le azioni condotte.

Il QUADRO DI RIFERIMENTO L Arpa Piemonte garantisce le attività di monitoraggio radiologico ambientale gestendo, oltre alla rete nazionale e regionale della radioattività ambientale e alla rete di allerta gamma, tre reti locali di monitoraggio dei siti nucleari Trino Saluggia e Bosco Marengo - con programmi di monitoraggio ordinari e straordinari e attività di controllo sugli impianti, in collaborazione con l Ispra (ora ISIN). Sul sito internet istituzionale dell Agenzia vengono costantemente pubblicate le relazioni e i risultati delle attività di monitoraggio radiologico ambientale e dei controlli.

Nel contesto di riferimento brevemente illustrato, che ha visto nel corso degli ultimi anni: un avanzamento degli iter autorizzativi; la realizzazione di un certo numero di azioni e infrastrutture temporanee sui siti, propedeutiche alla disattivazione; il quasi completamento della disattivazione della FN di Bosco Marengo; un conseguente incremento delle condizioni di sicurezza dei siti attualmente si registra un rallentamento delle attività.

Le operazioni di trasferimento del combustibile irraggiato italiano in Francia, al fine del loro ritrattamento, sono interrotte dal 2015, e, conseguentemente: nella piscina di stoccaggio del Deposito Avogadro di Saluggia (VC) continuano a rimanere 64 elementi di combustibile nucleare irraggiato; se non verranno ripresi i trasporti, sarà necessario ripensare alle modalità di stoccaggio del combustibile; non si potranno avviare le attività di disattivazione dell intero impianto Deposito Avogadro.

Dall ottobre 2017 il cantiere per la costruzione dell impianto Cemex per la cementazione dei rifiuti liquidi radioattivi stoccati nell Eurex di Saluggia è fermo a causa della rescissione del contratto per gravi inadempienze: i 230 m 3 di rifiuti liquidi radioattivi, di cui circa 113 ad alta attività, stoccati nell Eurex rappresentano unanimemente la situazione più complessa e delicata da gestire dell intero programma nazionale di disattivazione; a causa di tutte le attività necessarie, il completamento delle opere è slittato al 2023, a fronte della previsione di terminare la costruzione ed ottenere l autorizzazione all esercizio dell impianto nel corso del 2020; il ritardo sui tempi di realizzazione del Cemex comporta, anche in questo caso, una dilazione dei tempi di completa disattivazione dell intero impianto Eurex, che nel Piano Globale di disattivazione era prevista nel 2030.

Il ritardo della realizzazione del Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi riverbera sul processo di messa in sicurezza e disattivazione degli impianti e sulla gestione dei rifiuti radioattivi: convinzione, da parte delle popolazioni interessate dalla presenza dei siti nucleari, che le strutture temporanee di stoccaggio diventino definitive; crescente difficoltà, delle amministrazioni coinvolte, a sostenere la necessità di procedere comunque con le operazioni di disattivazione e di messa in sicurezza (in particolare la costruzione di depositi temporanei sui siti); passività ambientali causate della presenza degli impianti nucleari, compresi i depositi di stoccaggio dei rifiuti radioattivi di origine industriale e medicale, moltiplicate sul territorio nazionale invece che concentrate in un unico sito;.

necessità di risolvere il problema dell individuazione dei siti per lo stoccaggio dei materiali radioattivi attualmente custoditi in Francia e Inghilterra, che dovranno rientrare in Italia e non potranno trovare ricovero nel sito nazionale; difficoltà del Governo francese ad autorizzare il trasporto del combustibile irraggiato destinato al ritrattamento, in assenza di evidenti segnali da parte dell Italia di un avanzamento delle procedure per l individuazione del sito e la costruzione del Deposito e della conseguente possibilità da parte dell Italia di riprendere dalla Francia i rifiuti nucleari derivanti dal ritrattamento stesso. E evidente pertanto la necessità che quanto prima venga pubblicata la Carta Nazionale delle Aree potenzialmente idonee (CNAPI) e si riavvii il percorso finalizzato alla costruzione del Deposito Nazionale.

Sul fronte degli aspetti regolamentari e legislativi, si segnalano i notevoli ritardi dell approvazione: del decreto di recepimento della Direttiva 2013/59/Euratom che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall esposizione alle radiazioni ionizzanti, che lo Stato italiano avrebbe dovuto recepire entro il 6 febbraio 2018; del Programma nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi, che ha avuto il parere positivo della commissione VIA VAS ed attualmente è alla firma dei Ministri e che il Governo avrebbe dovuto trasmettere alla Commissione Europea il 23 agosto 2015.

Risorse economiche per le attività di monitoraggio radiologico ambientale e di controllo: per giungere alla condizione di brown field e di green field, i siti stanno diventando dei cantieri interessati da una molteplicità di attività; tali attività necessitano di essere costantemente seguite attraverso controlli interni, di competenza dell ISIN, e monitoraggi radiologici ambientali, a cura dell Arpa; l Arpa Piemonte a partire dal 2005, in virtù del protocollo operativo stipulato con l Ispra (ora ISIN), ha effettuato in più occasioni attività di controllo, senza riceverne compensi.

I controlli e monitoraggi, che si sono andati ad intensificare nel corso degli anni, rappresentano per questa Amministrazione e per l Arpa Piemonte un onere economico via via crescente, che non è mai stato riconosciuto dal Governo nonostante ripetuti solleciti e per il quale si resta tutt ora in attesa di un riscontro positivo.