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LA MODA MASCHILE ITALIANA NEL 2015-2016 Nota a cura di: Per: Sistema Moda Italia - Federazione Tessile e Moda Centro Studi Pitti Immagine Uomo 1. Il bilancio settoriale del 2015 La moda maschile italiana (aggregato che, si ricorda, comprende l abbigliamento in tessuto, la maglieria esterna, la camiceria, le cravatte e l abbigliamento in pelle) - come emerge dal bilancio settoriale riportato in Tabella 1 - archivia l anno 2015 assistendo ad una prosecuzione del trend positivo, anche se in decelerazione rispetto al risultato conseguito nel 2014. Il turnover settoriale, crescendo del +1,4, sale a 8,9 miliardi di euro circa. Le previsioni rilasciate in occasione della scorsa edizione di Pitti Uomo (Gennaio 2016) risultano lievemente disattese a seguito dell ennesima freddata che ha colpito i consumi interni. Infatti, mentre le dinamiche di export ed import confermano le stime, le vendite sul mercato nazionale nella seconda parte dell anno, nonostante la schiarita del bimestre settembre-ottobre, sono tornate riflessive e non hanno, quindi, compensato le gravose perdite dei primi sei mesi dell anno. Da un lato, pertanto, oltreconfine si registra un aumento del +2,3, mentre il sellout domestico permane in flessione, cedendo il -3,4 (similmente al 2014). Con riferimento ai singoli micro-comparti qui esaminati, chiudono il 2015 con un incremento sopra media sia la maglieria sia la camiceria maschile (superando entrambe il 3), mentre l abbigliamento mostra una crescita prossima all 1. Di contro, si rilevano flessioni del turnover complessivo sia per la cravatteria sia per la confezione in pelle, in arretramento anche oltreconfine a differenza degli altri comparti. La moda maschile italiana archivia il 2015 con una crescita pari al +1,4 per un totale di 8,9 miliardi I principali comparti di cui si compone la moda maschile registrano dinamiche di segno positivo Tabella 1 L industria della Moda Maschile italiana (2010-2015) (Milioni di Euro correnti) 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Fatturato 8 102 8 441 8 575 8 520 8 776 8 898 Var. 4,2 1,6-0,6 3,0 1,4 Valore della produzione 4 574 4 584 4 924 4 976 4 841 4 672 Var. 0,2 7,4 1,0-2,7-3,5 Esportazioni 4 392 4 870 5 053 5 268 5 534 5 661 Var. 10,9 3,8 4,3 5,1 2,3 Importazioni 3 579 3 889 3 526 3 372 3 719 4 009 Var. 8,6-9,3-4,4 10,3 7,8 Saldo commerciale 813 981 1 527 1 895 1 815 1 652 Consumi finali 9 404 9 007 8 494 7 701 7 427 7 177 Var. -4,2-5,7-9,3-3,6-3,4 Indicatori Strutturali () Esportazioni/Fatturato 54,2 57,7 58,9 61,8 63,1 63,6 Fonte: SMI su dati ISTAT, Sita Ricerca e Indagini Interne

Figura 1 La Moda Maschile italiana: struttura e andamento dei singoli comparti Fig. 1.1 - La composizione del fatturato (Quota sul totale, 2015) Fig. 1.2 - L andamento del fatturato (Var. 2015/14, valori correnti) 12,1 2,9 4,1 Moda Maschile Conf. in pelle 27,1 53,8 Camicie Maglieria esterna Vestiario esterno Maglieria esterna Camicie Vestiario esterno Conf. in pelle -10-5 0 5 Fonte: SMI su dati ISTAT, Sita Ricerca e Indagini interne Il valore della produzione (variabile questa che approssima il valore dell attività produttiva italiana al netto della commercializzazione dei prodotti importati), così come nel 2014, si mantiene in calo, nella misura del -3,5 (dato questo su cui gravano soprattutto gli arretramenti che hanno interessato maglieria e pelle). Come anticipato, l export mantiene il suo ruolo fondamentale a supporto della crescita della moda maschile italiana. Le esportazioni di settore, grazie ad una crescita del +2,3, oltrepassano ampiamente i 5,6 miliardi di euro; in tal modo, l incidenza dell export sul fatturato passa al 63,6, guadagnando 0,5 punti percentuali rispetto ai dodici mesi precedenti. Nonostante il rimbalzo del 2014, l import resta caratterizzato da una dinamica sostenuta pari al +7,8, per un ammontare totale di 4 miliardi circa. A fronte della suddetta dinamica che ha interessato gli scambi con l estero, la moda maschile italiana sperimenta nel 2015 un assottigliamento del saldo commerciale, che si porta a 1,652 miliardi di euro. Se si considera il mercato italiano, gli acquisti di moda maschile da parte delle famiglie residenti nel corso del 2015 perdono ancora terreno. Le rilevazioni effettuate da Sita Ricerca per conto di SMI indicano una diminuzione del sell-out per la moda maschile pari al -3,4 con riferimento all anno solare. La seconda parte dell anno è risultata meno negativa, tuttavia, nonostante il discreto bimestre settembre-ottobre, non si è verificato un pieno recupero. In particolare, sono rimasti in flessione i segmenti preponderanti, ovvero la confezione (54,7 del sell-out di moda maschile) e la maglieria (26,0 del mercato uomo), rispettivamente in calo del -4,4 e del -5,1 nei dodici mesi. Di contro, la camiceria evidenzia un inversione di tendenza, che porta a contabilizzare una crescita del sell-out pari al +1,2; le cravatte, tornate positive nel 2014, frenano al +0,3. Il valore della produzione resta in calo L export cresce del +2,3 su base annua, l import del +7,8 Il surplus commerciale passa a 1,6 miliardi circa Il mercato interno resta interessato dal trend negativo, con i consumi delle famiglie in calo del -3,4 nel corso dell anno solare 2015

Figura 2 La Moda Maschile: consumi e distribuzione sul mercato italiano* Fig. 2.1 - L andamento del sell-out: analisi per prodotto (2015) (Var. tendenziali dei consumi in valore) Fig. 2.2 - La struttura del sell-out: analisi per prodotto (2015) (Quota sui consumi complessivi in valore) Confezioni in pelle 16,4 1,7 1,2 54,7 Camiceria 26,0 Maglieria esterna Vestiario esterno Vestiario esterno Camiceria Maglieria esterna -6-4 -2 0 2 Confezioni in pelle Fig. 2.3 - L andamento del sell-out: analisi per canale (P/E 2015 e A/I 2015-16) (Var. tendenziali dei consumi in valore) Fig. 2.4 - La struttura distributiva: analisi per canale (P/E 2015 e A/I 2015-16) (Quota sui consumi complessivi in valore) Altri canali Sito Internet/On-line Shop 20,4 3,6 6,1 4,4 2,0 28,6 Outlet/Negozio Stokkista Ambulante GDO Catene Dettaglio Ind. -20-10 0 10 20 30 40 Dettaglio Ind. GDO Outlet/Negozio Stokkista Altri canali 34,8 Catene Ambulante Sito Internet/On-line Shop Fonte: SMI su dati Sita Ricerca (*) A differenza della Tabella 1, qui i dati si riferiscono ai soli acquisti delle famiglie italiane A livello di canale distributivo (disponibile per stagione e, pertanto, relativo al periodo compreso da marzo 2015 fino a febbraio 2016), le catene, sorpassato il dettaglio tradizionale nel 2014, sono salite a quota 34,8; tale canale, del resto, si muove in controtendenza e mette a segno nel periodo monitorato una crescita del +3,1. Sempre in area positiva, ma con uno share del 4,4, troviamo il canale digitale, cresciuto del +10,3. Di contro, con riferimento al dettaglio indipendente, si rileva una contrazione delle vendite intermediate pari al -11,5, dinamica che porta tale canale a un incidenza del 28,6 sul totale. L universo della GDO mostra una flessione del -2,5, mentre si riscontra un ritorno d interesse per l ambulante (+2,7). Nel 2015 crescono catene e vendite on-line, mentre il dettaglio indipendente perde ancora terreno

2. Le performance sui mercati esteri nel 2015 Secondo i dati di fonte ISTAT, nell anno 2015, la moda maschile ha assistito ad una prosecuzione del trend positivo sia sul fronte import sia sul fronte export. Come anticipato nel commento del bilancio settoriale (dal quale erano però esclusi i prodotti junior), l export ha dimezzato il ritmo di crescita rispetto al 2014 crescendo del +2,4, mentre l import, dopo l aumento double-digit del 2014, presenta una dinamica ancora vivace, pari al +7,9. A livello di segmenti di prodotto, si registrano andamenti dicotomici: sperimentano un incremento delle vendite estere confezione e maglieria, rispettivamente del +2,4 e del +5,0, così come la camiceria (+3,4). Di contro, si conferma cedente l export di cravatte (-3,8), mentre l abbigliamento in pelle arretra del -9,7, annullando il buon risultato del 2014. Con riferimento agli sbocchi commerciali, si sottolinea come sia le aree UE sia quelle extra-ue siano state favorevoli al comparto, pur crescendo rispettivamente del +3,9 e di un più modesto +0,8. Il mercato UE si conferma, pertanto, il maggior acquirente, con una quota del 52,6 sull export totale di settore. Nel 2015 l export è cresciuto del +2,4, contestualmente l import del+7,9 Performance positive si rilevano per l export di tutte le merceologie qui considerate, ad eccezione di cravatte e abbigliamento in pelle Le vendite intra-ue crescono del +3,9, quelle extra-ue non vanno oltre al +0,8 Tabella 2 La Moda Maschile italiana*: il commercio estero (gennaio-dicembre 2015) 1) Importazioni 2) Esportazioni Paesi di origine Mil. di Euro Var. Quota Paesi di destinazione Mil. di Euro Var. Quota TOTALE 4 773 7,9 100,0 di cui: Intra UE 28 1 695 5,7 35,5 Extra UE 28 3 078 9,2 64,5 I primi 15 fornitori Cina 1035 5,4 21,7 Bangladesh 600 21,8 12,6 Romania 363 4,8 7,6 Tunisia 315-1,2 6,6 Francia 272 11,6 5,7 Turchia 201-1,2 4,2 Germania 173 5,0 3,6 Belgio 160 10,4 3,3 Paesi Bassi 150-5,2 3,1 India 106 7,3 2,2 Spagna 106 18,6 2,2 Regno Unito 96 3,3 2,0 Vietnam 96 19,2 2,0 Albania 90 6,4 1,9 Bulgaria 85-4,9 1,8 TOTALE 6 019 2,4 100,0 di cui: Intra UE 28 3 164 3,9 52,6 Extra UE 28 2 855 0,8 47,4 I primi 15 clienti Stati Uniti 642 12,6 10,7 Francia 621-5,1 10,3 Svizzera** 563-5,8 9,4 Germania 553 4,8 9,2 Regno Unito 548 10,8 9,1 Spagna 365 10,7 6,1 Hong Kong 279 0,7 4,6 Paesi Bassi 258 2,8 4,3 Giappone 247 11,0 4,1 Cina 191 0,1 3,2 Russia 141-33,3 2,3 Austria 115 2,8 1,9 Corea del Sud 115 2,5 1,9 Belgio 113-3,6 1,9 Turchia 77 10,1 1,3 Fonte: SMI su dati ISTAT (*) A differenza dei dati riportati in Tabella 1, questo aggregato comprende i prodotti Junior (**) Da ritenersi in primis piattaforma logistico-commerciale

In primis va rilevato come gli Stati Uniti, grazie all ottima performance, nella misura del +12,6, superano la Francia per valore complessivo dell export, divenendo così il primo mercato di sbocco. Proprio la Francia, secondo cliente, flette del -5,1, mentre si muovono positivamente gli altri principali Paesi europei: la Germania assiste ad una variazione pari al +4,8, mentre Regno Unito e Spagna crescono entrambi quasi dell 11. Passando, invece, all analisi del Far East, nel 2015 si sono rivelati sottotono sia Hong sia la Cina: il primo non va oltre un +0,7, la seconda frena al +0,1. Di contro, il Giappone, tornato finalmente positivo, è stato interessato da un rimbalzo a doppia cifra, nella misura del +11. Gli USA, in crescita del +12,6, diventano il primo sbocco del menswear italiano Hong Kong e Cina sono risultati sottotono, mentre è tornato a crescere su ritmi sostenuti l export verso il Giappone Pur meno rilevante per la moda maschile rispetto a quella femminile, la Russia perde oltre il -30 (calo che segue, perlatro, il -16 circa accusato già nel 2014). Relativamente alle importazioni, nel 2015 la moda maschile assiste ad un generalizzato aumento. Più nello specifico l import di capi in tessuto cresce del +6,1, quello di maglieria del +10,2, similmente a quello di camiceria (+10,7). Le cravatte, dopo la variazione del +16,4 messa a segno nel corso del 2014, si stabilizzano (+0,1), mentre l import di abbigliamento in pelle cresce del +3,9. Con riferimento alle performance sul fronte dei mercati di approvvigionamento, la Cina si conferma in assoluto top supplier; cresciuta del +5,4, supera il tetto del miliardo di euro, assicurando il 21,7 della moda uomo importata in Italia. Il Bangladesh, secondo supplier, risulta in crescita del +21,8 e sale così ad uno share del 12,6 del totale importatodi settore. Mentre la Romania presenta una variazione positiva del +4,8, sia Tunisia sia Turchia calano del -1,2. Infine, si registrrano crescite superiori al 10 per l import proveniente da Francia, Belgio e Spagna. La Cina, cresciuta del +5,4, assicura il 21,7 della moda uomo d oltreconfine; il Bangladesh, secondo supplier, registra un +21,8 3. La moda maschile nel 2016: prime indicazioni Per la moda maschile italiana il 2016 si è aperto con un cambio di passo: sia l import sia l export mostrano, infatti, un decremento rispetto al gennaio-febbraio 2015, rispettivamente pari al -2,0 e al -1,1, secondo i dati ISTAT disponibili al momento di chiusura della presente Nota. Il 2016, secondo i dati ISTAT, si apre con un cambio di passo per il trade con l estero di menswear Nei primi due mesi dell anno, l aumento dell export risulta circoscritto al segmento della maglieria (+4,5); l abbigliamento cede il -1,5, la camiceria il -6,3, mentre la confezione in pelle oltre il -10. In termini di sbocchi geografici, si registra un andamento contrapposto con riferimento alle due macro-aree: le vendite nei mercati UE fanno registrare un aumento del +2,0, mentre quelle extra-ue calano del -4,7. Se si guarda ai principali mercati comunitari, crescono Germania (+4,2) e Spagna (+7,1), mentre flettono Francia (-1,4) e Regno Unito (-3,7).

Figura 3 La Moda Maschile italiana*: il commercio estero per prodotto (gennaio-febbraio 2016) 3.1) Importazioni 3.2) Esportazioni (Var. tendenziali) (Var. tendenziali) 15,0 15,0 10,0 10,0 5,0 5,0 0,0 0,0-5,0-5,0-10,0-10,0-15,0 Vestiario Maglieria Camiceria Esterno Abb. in pelle -15,0 Vestiario Maglieria Camiceria Esterno Abb. in pelle Fonte: SMI su dati ISTAT (*) A differenza dei dati riportati in Tabella 1, questo aggregato comprende i prodotti Junior In ambito extra-ue, calano gli USA (-6,9, a fronte di un aumento del +12 nel gennaio-febbraio 2015), la Svizzera (-6,6), nonché Hong Kong (-1,2); crescono, viceversa, le vendite dirette in Giappone (+4,5) e Cina (+12, negativa invece nel primo bimestre dello scorso anno). Indicazioni più confortanti si rilevano con riferimento all Indagine Campionaria condotta da SMI presso un panel di aziende operanti nella moda uomo. Sulla base delle elaborazioni effettuate sui dati di fonte aziendale, la raccolta ordini del primo trimestre 2016 risulta comunque positiva (+2,1 in media tra raccolta nazionale ed estera). Interrogato sull evoluzione della congiuntura, il 50 del campione confida in una stabilità delle condizioni di business, mentre il 30 prevede un miglioramento. Secondo l Indagine Campionaria SMI quasi il 50 degli operatori confida in una stabilità delle condizioni di mercato, il 30 in un miglioramento Al di là di queste prime indicazioni relative ai primi mesi del 2016, l appuntamento fieristico si rivelerà ancora una volta un termometro particolarmente significativo per capire le tendenze del mercato, consentendo agli operatori del settore di formare al meglio le proprie aspettative per i mesi a venire e indirizzare, di conseguenza, le proprie strategie aziendali. Firenze, 14 giugno 2016 ------------------------------------------------------------------------------------------------ Pubblicazione a cura di Tessile & Moda Service soc. Unipersonale La presente pubblicazione (in seguito Documento) è opera esclusiva ed originale di SMI - Sistema Moda Italia (Federazione tessile e moda, aderente a Confindustria) per conto di Tessile & Moda Service soc. Unipersonale. SMI - Sistema Moda Italia è impegnata in numerose attività aventi ad oggetto la tutela e la promozione degli interessi di categoria delle imprese tessilimoda. Il Documento è destinato ad essere distribuito via posta, elettronica o ordinaria, e non può essere ridistribuito, riprodotto, pubblicato o alterato in alcuna delle sue parti da soggetti non espressamente autorizzati. Tutti i diritti di autore sono riservati. Il Documento ha finalità puramente informative e non rappresenta né un offerta né una sollecitazione ad effettuare alcuna operazione. Le informazioni, le opinioni, le valutazioni e le previsioni contenute del Documento sono state ottenute o derivano da fonti che SMI - Sistema Moda Italia ritiene attendibili, ma che non costituiscono in alcun modo una forma di garanzia, sia implicita sia esplicita e di cui, pertanto, SMI - Sistema Moda Italia e Tessile & Moda Service soc. Unipersonale non si ritengono responsabili.