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CAMPISCUOLA ORGANIZZAZIONE www.campiscuolaorg.it Sicurezza in montagna PREVENZIONE Avventurarsi in una escursione in montagna, anche se per poche ore, significa entrare in contatto con la natura e quindi con tutto ciò che di imprevedibile è in essa; ecco dunque alcune essenziali regole da seguire per non sfidare troppo il rischio di qualche inconveniente. Scegliendo un percorso conosciuto è più semplice calcolarne i tempi di percorrenza, altrimenti è necessario affidarsi a una tavoletta cartografica. E importante valutare le proprie forze, le proprie capacità, dunque affrontare percorsi alla propria portata. Si ricordi sempre che un eccessiva velocità iniziale provoca immancabilmente un precoce affaticamento. Non sottovalutare i pericoli e i rischi connessi allo svolgimento di una gita in montagna: ambiente ostile, rapidi cambiamenti del tempo Non andare mai da soli, possibilmente farsi accompagnare da una Guida Alpina o da una organizzazione qualificata (C.A.I.). Informarsi adeguatamente (presso le Stazioni del C.N.S.A.S., gli uffici Guide, le Sezioni C.A.I. e i rifugi) su caratteristiche e difficoltà dell itinerario e studiarlo preventivamente sulle carte topografiche. Lasciare sempre detto dove si è diretti e quale itinerario si intende percorrere anche utilizzando in modo appropriato i libri dei Rifugi e dei Bivacchi. Informarsi preventivamente sulle condizioni meteorologiche; in particolare richiedere le previsioni meteorologiche locali perché le informazioni a carattere nazionale non sono sufficientemente particolareggiate. Nel predisporre itinerari escursionistici( e si badi bene che si intende anche brevi passeggiate) è bene attrezzarsi con un abbigliamento adeguato. Possedere sempre un attrezzatura per la sopravvivenza in caso di emergenza. Possedere una copertura assicurativa come per esempio quella garantita dal C.A.I. ABBIGLIAMENTO PER GITE O ESCURSIONI IN MONTAGNA Maglione pesante Giacca a vento Scarponcini da montagna o comunque calzature adeguate* K-way Cambio di biancheria nello zaino Torcia ad alimentazione elettrica Specchietto** Liquidi (sostanze integranti o anche semplice acqua) Kit di pronto soccorso*** Cellulare (o apparati radio: 27 Mhz, 29 Mhz, 43 Mhz, CB, WHF... con adeguati permessi) *Gli scarponi da montagna più adatti sono quelli che avvolgono la caviglia di modo che non si incorra in dispiacevoli slogature frequenti motivi di interventi del SUEM ( SOCCORSO IN MONTAGNA). Inoltre devono possedere una suola gommata che garantisca una buona tenuta dunque dotata di struttura a cararmato.

**Lo specchietto è utile in caso di SOS per facilitare l'avvistamento dall'elicottero che vi deve soccorrere. ***Il kit di pronto soccorso deve essere composto: Disinfettante Garze sterili Guanti in lattice sterili Pinzette Punti elastici scotch per medicazioni Stecche per possibili immobilizzazioni Fasce per fasciature Pomate contro le ustioni Pomate contro le punture di insetti o rettili Laccio emostatico Siringhe Antidolorifico Spray gelo ATTREZZATURA PER LA SOPRAVVIVENZA Non si può mai sapere cosa potrà succedere durante un escursione in montagna. Per l evenienza è meglio portarsi dietro del materiale che ci assicuri la sopravvivenza in caso di pernottamento all aperto, tenendo conto che in alta montagna (1300-2000 m) anche d estate si raggiungono temperature sotto lo zero. Torcia: per la segnalazione notturna della propria posizione Bussola: per poter dare la propria posizione ai soccorsi in chiamata o comunque per avere un punto di riferimento Cartina Topografica: una cartina topografica della zona, possibilmente in scala 1:25000, dove appaiono ben segnate le località anche più piccole e dove siano ben segnati gli avvallamenti ed ogni altra linea di dislivello Cellulare: in caso di smarrimento il solo fatto di avere il cellulare acceso, o comunque attivo, può permettere ai soccorsi di localizzarvi. In ogni caso invece se siete coscienti per chiamare aiuto digitando il 118 potrete assicurarvi il soccorso. Specchietto: per la segnalazione diurna in caso di bisogno per un soccorso aereo. IN CASO DI INCIDENTE IN MONTAGNA BISOGNA: MANTENERE la calma, non agire d impulso. VALUTARE la situazione generale cercando di individuare i pericoli presenti. ADOTTARE subito misure idonee per evitare e prevenire altri rischi SEGNALARE la necessità di soccorso con segnali luminosi o acustici per mezzo di grida o fischietto, ad intermittenza: 6 VOLTE AL MINUTO (UNA VOLTA OGNI DIECI SECONDI) pausa di un minuto quindi ripetere il segnale 6 VOLTE AL MINUTO (UNA VOLTA OGNI DIECI SECONDI) fino ad aver conferma di essere stati intercettati. LA RISPOSTA VA EFFETTUATA CON SEGNALI OTTICI ACUSTICI A GRUPPI DI TRE, CON INTERVALLI DI VENTI SECONDI; DOPO UN MINUTO DI PAUSA ALTRI TRE SEGNALI E COSì VIA. CON L UTILIZZO DEL CORPO INVECE: PER DIMOSTRARE DI AVER BISOGNO DI SOCCORSO: ENTRAMBE LE BRACCIA RIVOLTE VERSO L ALTO PER DIMOSTRARE DI NON AVER BISOGNO DI AIUTO: UN BRACCIO RIVOLTO VERSO L ALTO E L ALTRO RIVOLTO VERSO IL BASSO, PERò DISTACCATO DAL

CORPO. CHIAMARE al più presto il Soccorso Alpino tramite 118, oppure per chi avesse apparati radio con frequenza 43Mhz sintonizzandosi sul canale 13 COMPIERE, nei riguardi degli infortunati, solo le operazioni che si è certi di poter e saper fare. RIANIMARE se necessario e se si è capaci. SOLLEVARE il mento dell infortunato spingendo il capo all indietro POSIZIONE il corpo sul fianco se il ferito vomita. COPRIRE l infortunato. IMMOBILIZZARE le fratture e tamponare le emorragie. PARLARE all infortunato e tranquillizzarlo. COSA NON SI DEVE FARE: ALZARE il ferito e cercare di farlo rimanere in piedi. SOLLEVARE il capo. SPOSTARE il corpo in modo inadeguato. DARE da bere. TOGLIERE i vestiti. AFFATICARE l infortunato con domande inutili. DIMOSTRARSI preoccupati. S.O.S IN TUTTA LA REGIONE VENETO 118 COME SI EFFETTUA LA CHIAMATA: Dire sempre chi chiama (nome e cognome). Da dove chiama: precisare il luogo da dove viene effettuata la chiamata e il numero dell apparecchio. Se il luogo dell incidente è lontano dal posto telefonico, prima di allontanarsi, memorizzare o annotare i riferimenti visivi utili al ritrovamento. Spiegare sommariamente che cosa è accaduto e dove è accaduto. Riferire l ora in cui è avvenuto l incidente Precisare il numero degli infortunati e le loro condizioni. Precisare il numero degli eventuali dispersi e, possibilmente, indicare il colore del loro abbigliamento. Descrivere le condizioni meteorologiche del luogo ed in particolare se c è visibilità. Non allontanarsi dal posto di chiamata per rendere possibile un nuovo collegamento con i soccorritori. NUMERI TELEFONICI UTILI PREVISIONI DEL TEMPO E PERICOLO VALANGHE VENETO 1678/60345 60346 - SELF-FAX 0436/780008 Occhio alle zecche Le zecche sono, tra gli artropodi, vettori estremamente efficienti di un gran numero di agenti patogeni di natura virale, rickettsiale, batterica, protozoaria, nonché di neurotossine; queste ultime possono provocare paralisi flaccida acuta ad andamento ascendente, talvolta letale per animali di piccola taglia ed anche per l uomo. In Italia sono presenti zecche appartenenti sia alla famiglia delle Ixodidae (zecche dure) che a quella delle Argasidae (zecche molli). LE ZECCHE DURE: così definite per la presenza di un caratteristico scudo dorsale chitinoso,

comprendono, in Italia, 6 generi: Xodes, Boophilus, Hyalomna, Rhipicephaus, Dermacentor, Haemaphysalis. Le zecche molli, sprovviste di scudo dorsale, sono presenti con due generi: Argas ed Ornithodorus.L habitat preferito delle zecche è rappresentato da luoghi ricchi di vegetazione erbosa ed arbustiva con microclima preferibilmente fresco ed umido, anche se non è raro il loro riscontro in aree con clima decisamente caldo ed asciutto, e con vegetazione più rada. Alcune zecche dure, quali le Rhipicephalus, sono strettamente associate alla popolazione canina, mentre altre (Dermacentor, Haemaphysalis) sono parassiti abituali di animali d allevamento e da reddito (ovini, bovini, equini). LE ZECCHE MOLLE: parassitano abitualmente uccelli, selvatici e domestici, ed in particolare i piccioni, e possono infestare gli ambienti frequentati da questi (piccionaie, soffitte). A differenza delle zecche dure, quelle molli tendono ad attaccare gli ospiti nelle ore di oscurità. Le zecche presentano, generalmente, una bassa specificità di specie, per cui, in assenza dell ospite preferito, possono attaccarsi al primo ospite utile di passaggio; l uomo rappresenta solitamente un ospite occasionale. L infestazione di uccelli, migratori e non, nonché di numerosi animali selvatici, è alla base della diffusione delle zecche in aree sempre più estese. Le zecche necessitano di pasti di sangue per completare il loro sviluppo e ciclo riproduttivo, ma possono resistere per lunghi periodi di tempo al digiuno assoluto; la loro attività è massima, nei paesi a clima temperati nei periodi maggio ottobre. Il pasto di sangue, durante il quale la zecca rimane costantemente attaccata all ospite, si compie nell arco di ore per le zecche molli, di giorni o settimane per le dure.la zecca è un aracnide che si è prepotentemente diffuso negli ultimi anni in varie aree del territorio montano ed è particolarmente frequente nelle zone meno soggette ad azioni di sfruttamento del territorio da parte dell'uomo. In alcune zone descritte nella Guida alle Falesie di Longarone, in particolar modo a Podenzoi, il visitatore può incorrere nel morso della zecca. Questo parassita si incunea sotto la pelle dell'organismo ospite ed inizia a suggere piccolissime quantità di sangue. Alcune specie di zecche, quali l' Ixodes ricinus e l' Ixodes persulcatus, possono essere vettori del batterio Borrelia burgdorferi (morbo di Lyme) e del virus TBE (encefalite da morso di zecca). Il periodo in cui è maggiore la possibilità di subire l'aggressione del parassita va da aprile-maggio a settembre-ottobre. Ciclo biologico della zecca Il ciclo di sviluppo si completa in circa 2 anni: le zecche adulte depongono da 200 a 10000 uova in primavera che si schiudono dopo alcune settimane con comparsa delle larve, le quali stazioneranno sull'erba in attesa di trasferirsi su un ospite, generalmente un topo. Si nutrono del suo sangue e la primavera successiva si trasformano in ninfe, che restano attive tutta l'estate parassitando caprioli, cani, topi ed eventualmente l'uomo. In autunno si ha la metamorfosi da larva ad insetto adulto: in questo periodo le femmine vengono fecondate e sopravvivono fino alla primavera seguente, periodo in cui depongono le uova. Prevenzione Quale deterrente principale all'attacco del parassita vi è la copertura della superficie corporea con un'adeguato abbigliamento: non è adatto il tessuto di fili di lana che permette alle zecche di fissarsi stabilmente e di accedere alla superficie cutanea attraverso le maglie del tessuto. Sono reperibili nelle farmacie più fornite alcuni liquidi, creati appositamente quali barriera chimica per la

zecca, da cospargere sulla pelle prima dell'escursione: le istruzioni consigliano di ripetere l'operazione più volte nell'arco della giornata. E' sempre opportuno, dopo le escursioni in zone riconosciute infestate, lavare ed ispezionare con cura l'epidermide. In caso di morso La zecca deve essere rimossa entro un periodo di tempo che va dalle 24 alle 48 ore. L'operazione di rimozione non è complessa: evitare anzitutto di toccare la zecca con le mani; applicare localmente un pomata oleosa o irritante (alcool, etere, acetone...) che ne favorisce il distacco. Dopo aver atteso qualche minuto, la zecca va staccata operando vicino alla pelle con una pinzetta, facendo attenzione a non lacerare il parassita. Infine disinfettare la zona del morso. Dopo il distacco della zecca Nei 40 giorni successivi verificare se nella zona cutanea interessata dal morso si ha una manifestazione eritematosa. In caso di insorgenza di tale quadro clinico rivolgersi al proprio medico o al pronto soccorso. L azione patogena della zecca Le zecche possono superare senza difficoltà inverni anche molto rigidi e sono, in generale, molto longeve, potendo arrivare a completare il loro ciclo di sviluppo nell arco di molti anni. Le mutate condizioni ambientali, che hanno favorito il proliferare delle popolazioni di ospiti naturali, la longevità, la capacità riproduttiva (una femmina adulta depone fino a diverse migliaia di uova), la scarsità di nemici naturali e la resistenza ai pesticidi ed alle condizioni ambientali sfavorevoli spiegano la crescente diffusione delle zecche osservata da alcuni anni in molti paesi. La bassa specificità di specie e la capacità di trasmettere agenti patogeni (di interesse sia veterinario che umano) fin dagli stadi di larva e di ninfa, d altro canto, rende ragione della loro

estrema efficienza quali vettori di malattie infettive. La possibilità di trasmissione di agenti patogeni è generalmente direttamente proporzionale alla durata della permanenza della zecca infissa sull ospite. La maggior parte delle malattie trasmesse da zecche può essere diagnosticata esclusivamente sul piano clinico, essendo la diagnosi di laboratorio complicata, sovente, da fattori confondenti (reattività crociata con altri antigeni) e, comunque, raramente utile nelle fasi iniziali della malattia in cui, particolarmente nelle forme ad eziologia batterica, una pronta terapia antibiotica è risolutiva. D altro canto, è vero che il rischio di infezioni da zecche può essere superiore a quanto stimato in precedenza, è anche vero che, nella grande maggioranza dei casi, tali infezioni sono, dal putno di vista clinico, in apparenti e ad evoluzione benigna. La prevenzione, basata essenzialmente su misure di profilassi comportamentale ed ambientale, risulta determinante nel controllo delle patologie trasmesse da zecche. Le patologie infettive trasmesse da zecche, che presentano rilevanza epidemiologica nel nostro Paese, sono la febbre bottonosa del mediterraneo, la borreliosi di Lyme, la febbre ricorrente da zecche, la tularemia, la meningoencefalite da zecche. Al di là del riscontro di sieropositività nei confronti dei relativi agenti eziologici in percentuali modeste della popolazione, i dati epidemiologici nazionali non sembrano deporre per la presenza di forme cliniche di ehrlichiosi, che presenta invece caratteristiche di vera e propria malattia emergente negli Stati Uniti d America. BIOLOGIA DELLE ZECCHE Le zecche sono artropodi ectoparassiti ematofagi obbligati che appartengono alla classe degli aracnidi e all ordine degli acari (Balows et al). PHYLUM ARTHROPODA CLASSE ARACHNIDA ORDINE ACARI Comprende le classi : Insetti e Aracnidi Comprende gli ordini: Araneae e Acari (costituto da invertebrati con corpo segmentato, più paia di appendici articolate ed esoscheletro chitinoso rigido che viene sostituito durante le mute) (costituito da zecche, acari, ragni e scorpioni, che da adulti presentano il corpo costituito da una o due regioni, senza antenne, quattro paia di zampe e senza ali) Comprende famiglie di importanza medica: FAMIGLIA IXODIDAE (zecche dure) FAMIGLIA ARGASIDAE (zecche molli) FAMIGLIA SARCOPTIDAE (acaro della scabbia) FAMIGLIA DEMODECIDAE (acaro vermiforme)

FAMIGLIA TROMBICULIDAE (pulce penetrante) FAMIGLIA DERMANYSSIDAE (acaro di roditori e uccelli) FAMIGLIA PYROGLYPHIDAE (acaro della polvere) Grazie all elevato numero di specie e alle straordinarie capacità di adattamento, sia morfologiche che fisiologiche, gli acari hanno colonizzato praticamente tutti gli ambienti terrestri. Delle varie famiglie di zecche, che comprendono oltre 870 specie, due hanno importanza per l Italia, Argasidae e Ixodidae (Manilla 1998). Famiglia Argasidae o zecche molli in quanto prive di scudo chitinoso dorsale e con il rostro non visibile dorsalmente negli stadi ninfali e adulti; se ne contano circa 190 specie di cui 7 presenti in Italia. Le specie di argasidi più frequenti sono: Argas reflexus e Ornithodoros coniceps sono acari ectoparassiti temporanei dei colombi. Famiglia Ixodidae o zecche dure provviste di scudo chitinoso e di rostro sporgente e ben visibile dorsalmente; delle circa 680 specie conosciute 36 sono presenti in Italia. Nell Europa occidentale ed in Italia è maggiormente diffuso Ixodes ricinus, le cui nicchia ideale è costituita da siti ricchi di vegetazione erbosa e sottobosco, ombrosi e umidi e poste tra i 600 e i 1200 metri di altitudine. Ixodes persulcatus è presente in Russia e in tutto il territorio asiatico. Negli Stati Uniti prevalgono Ixodes dammini e Ixodes pacificus, rispettivamente distribuiti nel Nord Est e lungo la costa occidentale. Ixodes ovatus è presente in Giappone e Ixodes holicylus in Austria. Sono note altre specie in cui è stata dimostrata la presenza di Borrelia burgdorferi: Ixodes hexagonus (zecca del riccio) in Germania e Ixodes uriae (zecca degli uccelli marini) in Svezia. Nelle stagioni fredde le zecche vivono in una forma di letargo tenendosi protette dalle avversità climatiche sotto la vegetazione, sotto le pietre, nelle crepe e nelle fessure dei muri e delle strade. Esse si possono interrare fino ad una profondità di 10 cm. Nella stagione favorevole si muovono lungo i muri, i marciapiedi e le strade, nei cespugli, sui fili d erba, attratte dall anidride carbonica, dal calore corporeo e dalle vibrazioni provocate dal movimento degli ospiti. Nei paesi a clima temperato come il nostro l attività delle zecche è massima nei periodi maggio-ottobre.

Infatti con l inizio della bella stagione le zecche abbandonano lo stato di letargo per andare alla ricerca di un pasto di sangue. È sufficiente che l ospite sfiori la zecca che questa, grazie a delle speciali ventose, si porta sui peli, sulla cute o sugli abiti. L habitat preferito delle zecche è rappresentato da luoghi ricchi di vegetazione erbosa ed arbustiva con microclima preferibilmente fresco ed umido, anche se non è raro il loro riscontro in aree con clima decisamente caldo ed asciutto, e con vegetazione più rada. Le zecche presentano, generalmente, una bassa specificità di specie, per cui, in assenza dell ospite preferito, possono attaccarsi al primo ospite utile di passaggio; l uomo rappresenta solitamente un ospite occasionale. Le mutate condizioni ambientali, che hanno favorito il proliferare delle popolazioni di ospiti naturali, la longevità, la capacità riproduttiva, la scarsità di nemici naturali e la resistenza ai pesticidi ed alle condizioni ambientali sfavorevoli spiegano la crescente diffusione delle zecche osservata da alcuni anni in molti paesi. Si tenga presente che essere punti dalle zecche non vuol dire contrarre sempre una malattia. Le probabilità della trasmissione di agenti patogeni per mezzo della puntura di zecche dipendono strettamente dalla durata della permanenza di queste sull ospite e sono, in generale, basse se la zecca rimane attaccata per meno di 36-48 ore. PREVENZIONE E LOTTA ANTIPARASSITARIA Zone incolte, aree agricole: I proprietari di terreni prospicienti le strade pubbliche dovrebbero tenerle pulite dalle sterpaglie. Tutto ciò si rende necessario per creare alle zecche un habitat sfavorevole e allo stesso tempo per facilitare un eventuale disinfestazione. Centri Urbani: mantenere in ordine e pulite le aree pubbliche destinate ai giuochi dei bambini (parco giuochi, giardini ed aiuole). L habitat ideale per lo sviluppo dei parassiti nei centri abitati si crea nelle aree urbane degradate o fatte oggetto di discariche, che costituiscono un punto di attrazione degli animali randagi, con conseguente diffusione delle zecche. Aziende zootecniche: negli allevamenti zootecnici l area dove si trovano dei cani tenuti permanentemente alla catena. costituisce un vivaio di zecche nei vari stadi evolutivi (forme adulte, larve e uova). Questo deve essere il sito obbligato di un intervento di disinfestazione. Cani da caccia, da guardia, d'affezione: tutte le aree urbane destinate ai cani (giardini e canili) costituiscono un potenziale sito di moltiplicazione e diffusione delle zecche. Questi luoghi devono essere tenuti puliti e, periodicamente, disinfestati. Con l inizio della primavera è bene

applicare al cane il collare antizecche il quale, al contatto del caldo umido della regione del collo dell animale, libera una sostanza antiparassitaria. Disinfestazione cuccia, canile, ambienti frequentati da cani. Al rientro dalla passeggiata con il cane, oppure al rientro dall attività venatoria, è sempre prudente controllare se qualche zecca si è inserita sui peli o sulla cute del nostro amico fedele. Se l animale ha il pelo folto, basta massaggiare su tutto il corpo e, con la sensibilità dei polpastrelli, si può rilevare la presenza di una formazione solida che potrebbe essere il corpo di una zecca. Prevenzione e controllo randagismo: esistono delle leggi nazionali e regionali che prevedono la costruzione di canili ed il servizio di accalappiacani. Ciononostante la situazione del randagismo è affidata quasi completamente alle iniziative del volontariato, per cui l animale randagio costituisce ancora una mina vagante per varie malattie infettive, comprese quelle trasmesse tramite la puntura delle zecche. PERICOLOSITA DELLE ZECCHE Azione Traumatica: la zecca, per poter prelevare il sangue, deve infiggere la propria testa (rostro) nel sottocute dell ospite. Con la prima coppia di arti foggiata a forbice, il parassita incide la pelle senza provocare dolore nell animale perché nella saliva è presente una sostanza a forte azione anestetica. Il rostro viene fissato saldamente ai lembi della ferita, grazie ad una sostanza cementante, sempre presente nella saliva della zecca. Azione anemizzante (nell animale): una volta che si è ben ancorata nella cute dell ospite, il parassita inizia il pasto. Il prelievo di sangue viene facilitato da una sostanza ad azione emorragica secreta dall acaro con la saliva La zecca trattiene la parte corpuscolata del sangue e rigurgita la parte liquida quindi prelevando la parte secca del sangue, acquisisce una grande quantità di materiale ematico pari a 3 4 volte il proprio peso a digiuno. Nel caso in cui l animale ospite viene interessato da un certo numero di zecche, va pericolosamente incontro ad uno stato di anemia. Azione allergizzante: alcuni ospiti, compreso l uomo, possono reagire in forma esuberante di fronte al contatto con la saliva della zecca ed andare incontro ad uno stato allergico, con esito talvolta letale quando si perviene allo shock anafilattico.

Azione neurotossica: la zecca, sempre tramite la saliva, può inoculare delle sostanze lesive del sistema nervoso dell ospite, provocando così dei fatti di paresi e paralisi. L azione neurotossica è facilitata dal fatto che la zecca preferisce localizzarsi nei siti anatomici che, oltre a essere riccamente vascolarizzati, sono allo stesso tempo abbondantemente innervati per cui la lesione nervosa assume una rapida diffusione ascendente. Azione vettoriale di malattie: nel caso in cui l animale ospite sia un portatore di patologie, le zecche, con il prelievo di sangue, assumono gli agenti di tali malattie, i quali vengono inoculati ad un altro animale dalla stessa zecca, oppure, tramite l ovaio, passano alle nuove generazioni di zecche. Una delle più frequenti malattie che la zecca del cane trasmette all uomo è la Rickettsiosi, malattia che può portare a morte una persona se la terapia specifica non viene fatta, oppure, se viene praticata tardivamente.