DOCUMENTI DI ARCHEOLOGIA Collana diretta da Gian Pietro Brogiolo e Sauro Gelichi
DOCUMENTI DI ARCHEOLOGIA 15 ARCHEOLOGIA MEDIEVALE IN EMILIA OCCIDENTALE. RICERCHE E STUDI A cura di SAURO GELICHI PROVINCIA D I RE G G I O EM I L I A SOPRINTENDENZA PER I BENI ARCHEOLOGICI DELL EMILIA ROMAGNA ARCHEOSISTEMI S.C.R.L. REGGIO EMILIA Editrice S.A.P. Società Archeologica Padana s.r.l.
1998, Società Archeologica Padana s.r.l. Via R. Ardigò, 7-46100 Mantova Tel./Fax 0376-369611 In copertina: Ceramica ingobbiata e graffita (M. Librenti, M. Zanarini, p. 108, fig. 21-3)
I N D I C E Presentazione. Introduzione, di Sauro Gelichi. Regium Lepidi tra tardo-antico ed alto-medioevo, di Sauro Gelichi. Scavi nell area dell area dell Archivio di Stato di Reggio Emilia, di Ivan Chiesi. Stratificazione e centri storici: il caso di Modena, di Maurizio Cattani Nuovi dati sul Duomo di Modena: gli scavi di via Lanfranco, di Enrica Cerchi, Anna Losi, Mirka Sghedoni. Scavi e sondaggi archeologici nel castello delle Carpinete a Carpineti (RE), di Ivan Chiesi. Archeologia e storia di un Borgo Nuovo Bolognese: Castelfranco Emilia, di Mauro Librenti, Marinella Zanarini Lo scavo del castello di Montecchio Emilia, di Lorenza Bronzoni, Enzo Lippolis. La chiesa e il cimitero medievale di Castelnuovo di Sotto (RE), di Enrica Cerchi. Le necropoli di Castellarano (RE): nuovi dati per l archeologia longobarda in Emilia Romagna, di Sauro Gelichi. Reggio Emilia: lo scavo del convento di S.Prospero extra urbem, di Enzo Lippolis. Cinque boccali di maiolica arcaica da un pozzo in piazza Marconi a Brescello, di Ivan Chiesi. Pag. 7 9 11 17 35 51 65 79 115 133 145 161 181
7 Presentazione Introducendo questa raccolta di saggi di collaboratori e colleghi, nonchè propri, che sotto il titolo di Archeologia medievale in Emilia occidentale ci consegna un quadro aggiornato della ricerca postclassi - ca nelle province di Modena e Reggio, Sauro Gelichi rivendica, non senza una punta polemica, il ruolo dell archeologia medievale, tuttora egli sostiene in posizione di subalternità nel quadro istituzionale. In realtà egli stesso riconosce che quel seme gettato, col bando di concorso per archeologi medievisti, nel 79 dall allora giovane Ministero per i Beni Culturali e Ambientali ha dato i suoi frutti, che, nonostante molti tra i vincitori di quel concorso e tra questi lo stesso prof. Gelichi abbiano preferito l insegnamen - to universitario alla pratica nell Amministrazione dei Beni Culturali, l attenzione per l archeologia post - classica non ha conosciuto arresti o involuzioni nelle Soprintendenze: questo stesso volume ne è la prova. Era d altronde naturale che le Soprintendenze, coinvolte nei grandi interventi di trasformazione in atto del palinsesto urbano, prendessero precocemente coscienza dell inammissibilità di fratture nella ricerca e nella tutela dei complessi pluristratificati e adottassero di conseguenza criteri d intervento uni - tari. Discutibile potè sembrare che l inscindibilità di patrimonio emergente e sepolto, l irrinunciabilità della lettura integrata di complessi monumentali e stratigrafie non consigliassero a suo tempo la colloca - zione dell archeologo postclassico nell ambito delle Soprintendenze per i Beni Ambientali e Architettonici, che prevalesse la logica del metodo su quella del lavoro d équipe per ambiti cronologici. A tale incon - gruenza si è tentato sin qui di porre rimedio con una prassi di informazione reciproca tra Soprintendenze per i Beni Ambientali e Architettonici e per i Beni Archeologici, già prevista del resto dalla normativa vigente. Ma la riforma in corso dell organizzazione del Ministero intende individuare forme anche più strette e proficue di collaborazione. È d obbligo inoltre segnalare una nuova attenzione da parte del neo - nato Ministero per i Beni e le Attività Culturali, nelle operazioni di reclutamento del personale tecnicoscientifico, verso l assunzione di specialisti. Auspicabili restano anche per una più rapida pubblicazione di scavi e materiali accordi, del tipo di quelli già siglati dalla Soprintendenza di cui siamo responsabili, con Istituti universitari e di ricerca. Ma si avverte oggi soprattutto l urgenza di una ricomposizione tra discipline storiche e archeologia scientifica, di alleanze istituzionali tra queste e la materia urbanistica, la gestione del territorio, la politi - ca dell ambiente. In questa direzione ci stiamo già muovendo in Emilia-Romagna mediante accordi con Comuni e Istituti regionali. È insomma in un concorso di competenze che vanno individuate le nuove stra - tegie di tutela. Non mancano dal versante locale segnali positivi: tra questi anche la decisione della Pro - vincia di Reggio Emilia di farsi carico della pubblicazione di questo importante volume. MIRELLA MARINI CALVANI Soprintendente per i Beni Archeologici dell Emilia Romagna
8 ARCHEOLOGIA MEDIEVALE IN EMILIA OCCIDENTALE. RICERCHE E STUDI Presentazione Le motivazioni che, insieme alla cooperativa AR/S Archeosistemi di Reggio Emilia ci hanno indotto a partecipare alla realizzazione di quest opera sono diverse. Innanzi tutto riteniamo importante che un gruppo di archeologi non si limiti più solo ad operare con il proprio lavoro sul terreno, ma promuova conc - retamente iniziative culturali in collaborazione con enti locali o istituti pubblici. L archeologia medievale, uno dei più recenti settori d intervento dell archeologia, ha conseguito negli ultimi decenni importanti risultati. Abbiamo, perciò, inteso contribuire alla conoscenza di nuovi dati rel - ativi al medioevo anche nella Provincia di Reggio Emilia, emersi in scavi archeologici condotti negli anni fra il 1984 ed il 1997 e diretti dalla Soprintendenza Archeologica dell Emilia Romagna. Informare il pubblico attraverso un libro che contenesse alcuni saggi su questa recente esperienza è parso a noi ed alle figure istituzionali e professionali coinvolte negli interventi archeologici un atto dovu - to, per dimostrare come attraverso indagini archeologiche, quasi sempre temute soprattutto in ambito urbano, si possa giungere, con un coinvolgimento culturale più ampio, alla scrittura di nuove pagine di storia territoriale e cittadina. Nella sua complessità l opera, attraverso i dati di scavi archeologici apparentemente lontani fra loro, lascia trasparire una nuova dimensione del nostro territorio in epoca medioevale, per tanti aspetti inedi - ta e dinamica, di fronte alla quale svaniscono vecchi schemi e concezioni, nel contempo si offrono anche al lettore non specialista chiavi di lettura in senso storico che vanno al di là di ormai superate convinzioni di matrice locale. Affrontando temi che vanno dalla conformazione urbana di Reggio Emilia nella importante fase di passaggio fra il mondo antico ed il medioevo, alla edizione di scavi archeologici in zone urbane centrali come l Archivio di Stato e l area del Convento di S. Prospero, o all area provinciale come le necropoli di Castellarano e Castelnovo Sotto fino ai materiali di Brescello, si è costruito un percorso che spazia dall urbanistica, ai modelli di vita, alle usanze funebri, agli oggetti della cultura materiale in epoca medievale. Mi preme, sottolineare, in conclusione, che per la prima volta da quando Gaetano Chierici e Naborre Campanini scavarono all interno del Castello di Canossa vengono qui riportati due importanti resoconti di scavi archeologici eseguiti all interno di castelli matildici: quello di Carpineti e quello di Montecchio. Questi sono i primi interventi archeologici programmati in ambito matildico dalla fine del XIX secolo e costituiscono importanti risultati di carattere culturale per un territorio storicamente vitale in epoca canossana sul quale attualmente la Provincia e gli enti locali interessati stanno profondendo risorse e iniziative. Ogni operazione culturale che voglia acquisire l impronta dell originalità ed il sapore della novità deve in queste aree ripartire da qui, dall archeologia, dal medioevo e da Canossa. LUISA FERRARI Assessore alla Cultura Provincia di Reggio Emila