Il quadro normativo italiano per la Formazione Iniziale degli Insegnanti

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Transcript:

Il quadro normativo italiano per la Formazione Iniziale degli Insegnanti Maria Maddalena Carnasciali1, Nadia Parodi1 e Laura Capelli2 1 Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale - DCCI 2 Ufficio Scolastico Regionale della Liguria - USR

GLI ANNI SESSANTA Dicotomia fra i percorsi di formazione degli insegnanti di scuola materna e elementare a un lato e quelli di scuola secondaria all altro. Maestro: formazione presso l Istituto magistrale con incluse nel curriculum alcune materie di scienza dell educazione Professore: laurea universitaria, senza nessuna preparazione professionale, reclutato solo tramite prove di natura sostanzialmente disciplinare.

Nel 1963 la Commissione parlamentare di indagine sulla scuola sottolinea l esigenza di una formazione universitaria anche per il maestro La Legge 31 dicembre 1962, n. 1859 istituisce la scuola media statale come esempio concreto di riforma Il DPR del 31 maggio 1974, n. 417 richiede per tutti i livelli una formazione universitaria completa da conseguire presso le università o ad altri istituti di istruzione superiore Nel 1978 usciva un lavoro di Visalberghi in cui si individuava l impianto della formazione insegnanti che prevedeva un settore di contenuti, un settore psicologico, un settore sociologico e un settore metodologico-didattico.

Nonostante fosse ben nota l inadeguatezza dell impostazione che creava due figure incomplete, occorre attendere gli anni Novanta per vedere un cambiamento, frutto di accese discussioni che negli anni Ottanta sorgono tra alcuni docenti universitari. I più noti, seppure su fronti opposti (e ben difesi), sono due matematici, Giunio Luzzatto e Giorgio Israel, ma anche altri accademici, principalmente in ambito scientifico, mostrano un coinvolgimento nelle questioni didattiche e di formazione insegnanti. L ambito umanistico tendeva a privilegiare l aspetto disciplinare.

La situazione è complessa e si interseca con tensioni politiche ed economiche, per cui si crea un deciso scarto fra l elaborazione teorica e la realizzazione pratica che produce uno stallo. Si viene a formare, così, il maggiore ostacolo alla preparazione dei docenti: la discontinuità tra FORMAZIONE e RECLUTAMENTO

LEGGE 19 novembre 1990, n. 341 Riforma degli ordinamenti didattici universitari. (GU Serie Generale n.274 del 23-11-1990) Entrata in vigore della legge: 8/12/1990 Demanda l attivazione a decreti successivi. Finalmente, alla fine degli anni Novanta ebbero inizio Il corso di Laurea per maestri (1998-99) di quattro anni La Scuola di Specializzazione all Insegnamento Secondario, conosciuta da tutti come SSIS (1999-2000)

AFFINITA Entrambi davano molta importanza alle scienze dell educazione. Entrambi avrebbero dovuto avere valore ABILITANTE: questo fatto, unitamente all accesso a numero chiuso e programmato sulle esigenze di posti, cercava di collegare la FORMAZIONE al RECLUTAMENTO, ponendo un limite al precariato. Intenzione lodevole, che si è scontrata con la realtà. Inoltre, il DM del 1998 non ha dato valore abilitante alla laurea ed è stato necessario attendere 5 anni (legge n. 53 del 28 marzo 2003) per l attribuzione.

IL CURRICULUM BIENNALE DELLA SSIS Il curriculum prevedeva 4 aree: Area 1: Formazione per la funzione docente Area 2: Contenuti formativi degli indirizzi Area 3: Laboratorio con specifico riferimento ai contenuti formativi degli indirizzi Area 4: Tirocinio

I PROBLEMI DELLA SSIS Nel 1996 è Ministro BERLINGUER (per la prima volta ministri di area ex comunista fanno parte del Governo) Promotore della Dichiarazione congiunta della Sorbona (Parigi, 1998), che segnerà l inizio del Processo di Bologna (1999), ha una visione globale dei problemi dell istruzione che porta a un azione complessiva di ristrutturazione, a volte particolarmente difficile da gestire. Dopo l attuazione della SSIS, nata come corso biennale dopo la laurea (all epoca di durata quadriennale per la maggior parte dei corsi), la formazione iniziale degli insegnanti prevedeva una durata di sei anni, ma già dall anno successivo, la riforma universitaria porta a cinque gli anni di laurea (primo e secondo livello): questo comporta una durata di 7 anni di formazione, contro i quattro del periodo precedente. Si rimase a lungo nel dubbio se non fosse sufficiente la laurea di primo livello per accedere alla SSIS, ma alla fine fu richiesta la laurea di secondo livello.

LA FINE DELLA SSIS Assenza di un monitoraggio puntuale a livello nazionale ad opera di CRUI e CONCURED (sospeso dal Ministro Moratti nel 2001) Diffidenza da parte di Moratti e Gelmini che ha portato alla sospensione nel 2008 e alla sua successiva soppressione. Non rispetto della periodicità triennale dei concorsi a cattedra per l immissione in ruolo degli abilitati: di fatto, non c è stato nessun concorso durante l attività della SSIS. L esperienza si conclude bruscamente, senza una valida alternativa, pur avendo dimostrato di essere un significativo esperimento, dove temi come la valutazione delle competenze dell insegnante e la valutazione delle scuole e degli atenei hanno avuto la loro SSIS fucina.

Giunio Luzzatto nel volume Istruzione bene comune (a cura di V. Campione e F. Bassanini), Passigli ed., 2011

SSIS

Gruppo di lavoro per la formazione del personale docente -DM 30/07/2008

DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 14 febbraio 2016, n. 19 Regolamento recante disposizioni per la razionalizzazione ed accorpamento delle classi di concorso a cattedre e a posti di insegnamento, a norma dell'articolo 64, comma 4, lettera a), del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133. (16G00026) (GU n.43 del 22-2-2016 - Suppl. Ordinario n. 5) Vigente al: 23-2-2016 Sulla proposta del Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze; Emana il seguente regolamento Art. 1 Oggetto 1. Il presente regolamento, adottato ai sensi dell'articolo 64, comma 4, lettera a), del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, contiene disposizioni di revisione dell'attuale assetto ordinamentale delle classi di concorso per la scuola secondaria di primo e di secondo grado, attraverso la loro razionalizzazione e il loro accorpamento.

Art. 2Art. 2 Classi di concorso 1. La Tabella A, allegata al presente regolamento e del quale costituisce parte integrante, individua le classi di concorso per la scuola secondaria di primo e secondo grado, identificate attraverso uno specifico codice alfanumerico, nonche' gli insegnamenti ad esse relativi, i titoli necessari per l'accesso ai percorsi di abilitazione di cui ai decreti del Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca 30 gennaio 1998, 22 ottobre 2004, n. 270, e 9 febbraio 2005, n. 22, e le corrispondenze con le classi di concorso di cui alle Tabelle A e D, allegate al decreto del Ministro della pubblica istruzione 30 gennaio 1998. 2. La Tabella B, allegata al presente regolamento e del quale costituisce parte integrante, individua le classi di concorso a posti di insegnante tecnico-pratico per la scuola secondaria di primo e secondo grado, identificate attraverso uno specifico codice alfanumerico, nonche' gli insegnamenti ad esse relativi, i titoli necessari per l'accesso ai percorsi di abilitazione di cui al decreto del Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca 30 gennaio 1998 e ai decreti del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 87 e 88, e le corrispondenze con le classi di concorso di cui alla Tabella C allegata al decreto del Ministro della pubblica istruzione 30 gennaio 1998. 3. La Tabella A/1, allegata al presente regolamento e del quale fa parte integrante, individua la corrispondenza tra gli esami del vecchio ordinamento, indispensabili per l'accesso alle classi di concorso, ed altri esami di contenuto omogeneo.

Art. 3 3. I docenti titolari di una delle classi di concorso accorpate, di cui alla tabella A e alla tabella B, sono titolar della nuova classe di concorso risultante dall'accorpamento. 4. I docenti non di ruolo in possesso dell'abilitazione o idoneita' per l'accesso ad una delle classi di concorso accorpate, di cui alla Tabella A ed alla Tabella B, hanno titolo per l'accesso a tutti gli insegnamenti compresi nella nuova classe di concorso risultante dall'accorpamento, ai fini delle procedure concorsuali, nonche' di altre procedure di reclutamento previste dalla legislazione vigente Art. 4 Prove comuni alle diverse classi di concorso 1. Al fine di un complessivo snellimento delle procedure relative alle prove dei concorsi per titoli ed esami ed alle prove di accesso ai percorsi formativi di cui al decreto del Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca 10 settembre 2010, n. 249, possono essere previste prove comuni tra diverse classi di concorso.

Art. 5 Norme transitorie e finali 1. Coloro i quali, all'entrata in vigore del presente regolamento, sono iscritti a uno dei percorsi, che costituiscono titolo di accesso alle previgenti classi di concorso, come ridefinite nelle Tabelle A e B del presente regolamento, conseguito il titolo e gli eventuali titoli aggiuntivi richiesti, possono partecipare alle prove di accesso ai relativi percorsi di tirocinio formativo attivo di cui al decreto del Ministro dell'istruzione, dell'universita' e della ricerca 10 settembre 2010, n. 249. 2. Nella Provincia autonoma di Bolzano si applicano le disposizioni relative alle classi di concorso di cui al presente regolamento sino alla loro definizione, ai sensi dell'articolo 12, comma 13, del decreto del Presidente della Repubblica 10 febbraio 1983, n. 89. 3. Dall'entrata in vigore del presente regolamento e' abrogato il decreto del Ministro della pubblica istruzione 30 gennaio 1998. 4. Dall'attuazione del presente regolamento non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica

BACHECA IL BONUS PREMIALE AI DOCENTI GIOVEDÌ 12 MAGGIO 2016 EDSCUOLA IL BONUS PREMIALE AI DOCENTI E LA PROPOSTA DI CAPOVOLGIMENTO DI A. VALENTINO di Domenico Sarracino E apprezzabile l impegno dei tanti che, qui ed oggi, si sforzano di trovare rimedi a situazioni prodotte da raccapriccianti improvvisazioni e schematismi ideologici, ma ancor più resto convinto che bisogna battersi affinchè si apra quanto prima una nuova stagione nel modo di governare la scuola italiana, per liberarla e dinamizzarla. E non ci sono soluzioni miracolistiche né colpi di ngegno, ma c è bisogno di un lavoro duro e quotidiano, di buon governo, che leghi il contingente a visioni e prospettive di lunga durata che riguardano il tipo di futuro al quale vogliamo che siano preparate le nuove generazioni.

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