Lamprodila (Lamprodila) rutilans rutilans (Fabricius, 1777), una interessante acquisizione per la fauna della Basilicata

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Quaderno di Studi e Notizie di Storia Naturale della Romagna Quad. Studi Nat. Romagna, 46: 147-154 (dicembre 2017) ISSN 1123-6787 Francesco Izzillo Lamprodila (Lamprodila) rutilans rutilans (Fabricius, 1777), una interessante acquisizione per la fauna della Basilicata (Insecta: Coleoptera: Buprestidae) Riassunto Si segnala la presenza in Basilicata, in ambiente urbano, di Lamprodila rutilans rutilans (F.) specie in Italia poco diffusa e ancora meno rinvenuta; si riportano alcune osservazioni e considerazioni sulle esigenze ecologiche della specie. Abstract [Lamprodila (Lamprodila) rutilans rutilans (Fabricius, 1777), an interesting new acquisition to the fauna of Basilicata region. (Insecta: Coleoptera: Buprestidae)] Lamprodila rutilans rutilans (F.), so far known in Italy after scattered and mainly old findings, is here reported for the first time from Basilicata region, Southern Italy, where it was collected on lime trees (Tilia cordata) of an alley in urban habitat. Within the Italian range of the species, from the Apennines only three localities in Tuscany and Latium were previously known on ancient records. Remarks on ecological requirements of the species are also reported. Key words: Coleoptera, Buprestidae, new record, Lamprodila, Tilia, Viggiano, Basilicata. Introduzione Lamprodila rutilans è specie a geonemia Europea. Secondo Bílý (2002, sub Ovalisia) la distribuzione comprende i seguenti paesi: Albania, Algeria, Armenia, Austria, Azerbaijan, Bielorussia, Bosnia, Bulgaria, Croazia, Finlandia, Francia, Georgia, Germania, Grecia, Italia, Macedonia, Moldavia, Olanda, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Turchia, Ucraina, Ungheria. La distribuzione quindi si estende dalla Penisola Iberica fino al Caucaso ed al Caspio. Théry (1928: pag. 257 & 1942: pag. 54, sub Lampra) ritiene a vario titolo errata la citazione di Algeria. In Italia risultava segnalata di tutte le regioni dell arco alpino (Val d Aosta esclusa) 147

Fig. 1 - Lamprodila (Lamprodila) rutilans rutilans (Fabricius, 1777) - Italia, Basilicata, Viggiano (PZ), 910 m, 6.VI.2017, su Tilia cordata Mill., leg. F. Izzillo. (Foto Maurizio Gigli). Lamprodila (Lamprodila) rutilans rutilans (Fabricius, 1777) - Italy, Basilicata region, Viggiano (Potenza province), 910 m, 6.VI.2017, collected on Tilia cordata Mill., leg. F. Izzillo. (Photo courtesy by Maurizio Gigli). e sull Appennino in Toscana (Curletti, 2003, sub Poecilonota) e nel Lazio da Gobbi (1992, sub Lampra) su un antico reperto di Monte Cavo (1905) in collezione Luigioni. Hellrigl (1972, sub Lampra) attribuisce ad errori di determinazione le citazioni per la Sardegna di Porta (1929, sub Poecilonota) e Luigioni (1929, sub Pecilonota), a mio avviso a ragione essendo il genere Tilia assente in questa Regione (Pignatti, 1982). Va comunque evidenziato che le indicazioni sulla presenza di questa specie per alcune regioni sono molto antiche e andrebbero confermate con dati recenti sia perché potrebbero in passato essersi verificati errori di determinazione ma anche, e forse soprattutto, per il fatto che alcune stazioni di tiglio potrebbero nel frattempo essere scomparse per intervento antropico o altro. A tale proposito Pignatti (l.c.) indica nei suoli bruni, ricchi, ben umidificati, a base neutra o subacida, propri della zona prealpina e dell Appennino, i terreni ideali per lo sviluppo del tiglio 148

che era una delle essenze forestali più diffuse; questi ambienti sono stati oggi in gran parte trasformati in colture stabili il che spiega la progressiva rarefazione di questo albero e la sua attuale relativa rarità. Sulle quattro specie di Lamprodila s.str. presenti in Italia, come già evidenziato da Gobbi (1986, sub Lampra), ha regnato per molti anni una notevole confusione riguardo le loro piante ospiti, dovuta anche all esistenza di numerosi problemi sinonimici fra le varie specie; Hellrigl (l.c.) ha dato un significativo contributo chiarificatore. Pertanto, allo stato delle attuali conoscenze, con certezza, Lamprodila (L.) mirifica mirifica (Mulsant, 1855) e Lamprodila (L.) solieri (Laporte & Gory, 1837) attaccano il genere Ulmus, Lamprodila (L.) decipiens decipiens (Gebler, 1847) i generi Salix e Alnus (personalmente, però, l ho riscontrata esclusivamente su Salix anche in presenza di Alnus) e Lamprodila (L.) rutilans rutilans (Fabricius, 1777) il genere Tilia. Tutte le Lamprodila sono parassiti primari. Tranne L. solieri, in Italia molto rara e localizzatissima, sicuramente L. r. rutilans è la specie meno rinvenuta nel nostro paese. Non mi risultano infatti ritrovamenti recenti per questa specie; l ultima cattura a me nota, effettuata in Val di Susa (TO) dall amico Domenico Gianasso di Castelnuovo Don Bosco (AT), risale al 2000 (com. pers.). Abbreviazioni CIN Collezione Francesco Izzillo (Napoli) CLR Collezione Andrea Liberto (Roma) Materiale esaminato Italia, Basilicata, Viggiano (PZ), 910 m, su Tilia cordata Mull.: 1 resto (sesso indeterminato), estratto da corteccia spessa, 29.IV.2017, leg. F. Izzillo (CIN); 1, 6.VI.2017, leg F. Izzillo (CIN); 1, 8.VI.2017, leg F. Izzillo (CIN); 1, 9.VI.2017, leg F. Izzillo (CIN); 1, 20.VI.2017, leg A. Liberto (CLR). Discussione Alla fine del mese di aprile del 2017 in Basilicata, a Viggiano in provincia di Potenza, ho avuto modo di osservare, su alcuni esemplari adulti di Tilia cordata Mill. che alberavano le strade della cittadina, numerosi fori di uscita dalla corteccia dei tronchi (foto 2) che la mia esperienza mi diceva potessero appartenere unicamente alla Lamprodila r. rutilans (F.) (foto 1) specie che, in anni passati, avevo già incontrato ripetutamente in Grecia. All apparenza i fori risultavano risalire ad almeno due o tre anni prima e forse più. Non riuscendo a trovare tracce di sfarfallamenti più recenti ed essendo il periodo troppo precoce perché gli adulti potessero essere in attività, ho incominciato ad indagare la corteccia degli alberi 149

nei punti in cui, deperiente o morta, era possibile farlo senza arrecare danno alle piante. Questa ricerca mi consentiva di estrarre solo i resti parziali di un esemplare comprendenti la parte basale delle elitre e lo scutello ma comunque più che sufficienti a riconoscerli senza ombra di dubbio come appartenenti a L. rutilans confermandomi, se ce ne fosse stato bisogno, quanto ipotizzato. Molti alberi maturi risultavano essere stati attaccati in passato in varie zone della cittadina; quasi sempre piante con calli cicatriziali sul tronco, segni di una qualche sofferenza preesistente all attacco della Lamprodila. Le mie osservazioni corrispondono perfettamente a quanto descritto da Bílý (l.c.) che riporta anche come le larve di prima età di questa specie abbiano maggiore esigenza di umidità, per poter proseguire il loro ciclo, rispetto ai successivi stadi di sviluppo. Infatti, come avevo già osservato in Grecia l insetto, in molti casi, aveva attaccato la spessa corteccia degli alberi effettuando tutto il ciclo di sviluppo esclusivamente nello spessore della corteccia stessa. Con ogni evidenza, però, osservando l età dei fori di uscita, le corteccia non era più parassitata ormai da alcuni anni perché evidentemente, dopo aver subito gli attacchi per alcune stagioni, la stessa non risulta più idonea alla deposizione per le ragioni suddette. Lo sviluppo in Europa centrale richiede due anni; non escludo che nel sud d Italia l intero ciclo si possa svolgere in un solo anno, quantomeno nelle annate climaticamente più favorevoli. Singolare è il fatto che questa specie pare avere una predilezione particolare per le alberature stradali delle città, essendo stata più volte documentata in centro Europa la condizione riscontrata anche a Viggiano con attacchi spesso così massicci da portare a morte svariate piante di tiglio (Bílý, l.c.). Probabilmente gli agglomerati urbani più caldi e i viali alberati con la maggiore esposizione delle piante alla luce solare risultano più funzionali alla esigenze biologiche della specie rispetto agli ambienti silvicoli decisamente più freddi. Ritenendo particolarmente interessante, al fine di valutare la consistenza del popolamento, l osservazione degli adulti in attività, ho proseguito la mia indagine per circa quattro giorni nel giugno successivo concentrandomi nella ricerca degli adulti e dei relativi siti di deposizione, ovvero degli attacchi in atto. Malgrado l attento esame di svariate piante, non mi è stato possibile rilevare che un solo albero parassitato e la presenza di pochi individui in attività di deposizione. Il tiglio in esame stava subendo l attacco degli insetti su alcuni rami spessi (foto 3), alcuni dei quali erano già apparentemente morti e altri deperienti; su questi ultimi in particolare le femmine deponevano. Da notare che, anche in questo caso, la corteccia non veniva più attaccata da tempo sicuramente per le ragioni di cui sopra. Il popolamento è apparso alquanto esiguo avendo osservato, in quattro giornate, non più di una decina di esemplari in attività di deposizione. Certamente, come già ho avuto modo di osservare per specie congeneri, le popolazioni di L.rutilans sono soggette a fluttuazioni annuali ed è probabile che la mia osservazione abbia interessato una annata in cui il numero di individui non fosse particolarmente numeroso. La presenza dell adulto sul campo a Viggiano, come dimostra il reperto 150

di Andrea Liberto, si spinge quantomeno fino al 20 giugno ma sicuramente la sua fenologia va un po oltre tale data. Conclusioni A causa del tempo limitato a mia disposizione non mi è stato possibile accertare la eventuale presenza dell insetto al di fuori del biotopo indagato, in altri territori comunali e soprattutto sui tigli selvatici presenti in varie aree della Basilicata. Il tiglio (sia T. cordata Mill. che T. platyphyllos Scop.) è considerato indigeno in Basilicata ed è abbastanza diffuso sui rilievi della regione. Già Gavioli (1947) lo segnala per il Pollino alle falde della Serra di Crispo e nel territorio tra Madonna di Pollino e il torrente Frido; è inoltre segnalato per la Val d Agri, i Laghi di Monticchio, sul Monte Vulture, al Pantano di Pignola, a Muro Lucano, a Lagopesole e più in generale, lungo i fiumi Agri, Bradano, Cavone e Basento (Bellotti & Mininni, 2004). E anche documentata (Fascetti & Navazio, 2007) la presenza a Pescopagano (PZ) e Ripacandida (PZ) di due vecchi patriarchi (rispettivamente circa 400 e 170 anni) tutelati dalla attuale normativa. L ho, inoltre, personalmente osservato nel Parco Regionale della Foresta di Gallipoli Cognato e delle Piccole Dolomiti Lucane. Va ricordato che, grazie alle ricerche di Andrea Liberto, proprio in quest ultimo sito è stata accertata la presenza su tiglio di Exocentrus lusitanus (Linnaeus, 1767), parassita notoriamente legato a tale essenza (Biscaccianti, 2005). La scoperta di un parassita specifico del tiglio nella regione non ne dimostra necessariamente la coesistenza di altri ma ritengo comunque probabile la presenza di L. rutilans in Basilicata quale elemento indigeno della fauna lucana. Mi riprometto pertanto più ampie ricerche in futuro al fine di capire se la specie è diffusa in maniera più o meno ampia (come è ragionevole immaginare) o se, viceversa, è limitata al territorio comunale di Viggiano e quindi la sua presenza sia da imputarsi, plausibilmente, ad una importazione antropica sia pure antica. In definitiva un altra interessante e bellissima specie di Buprestidae va ad aggiungersi alla già numerosissima fauna della Basilicata, una regione ricca di habitat naturali tra i più diversi che sicuramente riserverà altre sorprese entomologiche. Ringraziamenti Ringrazio gli amici e colleghi che a vario titolo hanno contribuito all uscita della presente nota, Leonardo Forbicioni dell isola d Elba (LI) per la puntuale determinazione della pianta ospite, Maurizio Gigli di Roma per la foto dell esemplare di L. rutilans preparato e il compianto Giuseppe Cancelliere di Policoro (MT) per il contributo da lui avuto nella ricerca bibliografica sulla flora della Basilicata. Un ringraziamento particolare va ad Andrea Liberto di Roma per i preziosi consigli, nonché la revisione critica del manoscritto. 151

Fig. 2 - Lamprodila (Lamprodila) rutilans rutilans (Fabricius, 1777) - Italia, Basilicata, Viggiano (PZ), 910 m, 29.IV.2017 - fori di sfarfallamento della Lamprodila sul tronco di Tilia cordata Mill. (Foto Francesco Izzillo). Italy, Basilicata region, Viggiano (Potenza province), 910 m, 29.IV.2017: exit holes of L. rutilans rutilans adults on the thick bark of a thriving Tilia cordata Mill. trunk (Photo by Francesco Izzillo). 152

Fig. 3 - Lamprodila (Lamprodila) rutilans rutilans (Fabricius, 1777) - Italia, Basilicata, Viggiano (PZ), 910 m, 6.VI.2017 - grossi rami (diametro medio circa 15 cm) di Tilia cordata Mill. attualmente parassitati dalla Lamprodila. Le frecce indicano i punti in cui sono state osservate le deposizioni. (Foto Francesco Izzillo). Italy, Basilicata region, Viggiano (Potenza province), 910, 6.VI.2017: branches of a thriving Tilia cordata Mill. (average diameter 15 cm) where females of L. rutilans rutilans were observed to lay eggs (egg laying spots are indicated by pointers). (Photo by Francesco Izzillo). 153

Bibliografia Bellotti A. & Mininni D., 2004 - Alberi della Basilicata. Le principali specie sul territorio Lucano. Consiglio Regionale della Basilicata. Potenza: 133 pp. Bílý S., 2002 - Summary of bionomy of the Buprestid beetles of Central Europe (Coleptera: Buprestidae). Acta Entomologica Musei Nationalis Pragae, suppl. 10, 104 pp.,16 pls. Biscaccianti A.B., 2005 - Osservazioni su alcuni Longicorni della Fauna Italiana (Insecta, Coleptera: Cerambycidae). Aldrovandia, Museo Civico di Zoologia di Roma, 1: 71-80. Curletti G., Rastelli M., Rastelli S. & Tassi F., 2003 - Coleotteri Buprestidi d Italia. Piccole Faune. Museo Civico di Storia Naturale di Carmagnola (TO) e Progetto Biodiversità. Comitato Parchi - Centro Studi (Roma), CD-ROM. Fascetti S. & Navazio G., 2007 - Specie Protette, Vulnerabili e Rare della Flora Lucana. Regione Basilicata, Potenza: 193 pp. Gavioli O., 1947 - Scritti Botanici, vol.ii. Synopsis Florae Lucane. Nuovo Giornale Botanico Italiano (Nuova serie, vol. LIV, n 3-4, 1947). Società Botanica Italiana, Firenze: pag. 182. Gobbi G., 1986 - Le piante ospiti dei Buprestidi italiani. Primo quadro d insieme. (Coleptera, Buprestidae). Fragmenta Entomologica, Roma, 19 (1): 169-265. Gobbi G., 1993 - I Buprestidi del Lazio. Bollettino Associazione Romana di Entomologia, Roma, 47 (1992): 39-73. Hellrigl K. G., 1972 - Revision der westpaläarktischen Arten der Prachtkäfergattung Lampra Lac., (Col., Buprestidae). Annalen des Naturhistorischen Museums in Wien, 76: 649-708. Luigioni P., 1929 - I Coleotteri d Italia. Mem. Pont. Accad. Sc., Roma, XII: 1160 pp. Pignatti S., 1982 - Flora d Italia. Vol. II. Edagricole, Bologna: 732 pp. Porta A., 1929 - Fauna Coleopterorum Italica. Vol. III, Diversicornia - Tipografico Piacentino, Piacenza: 380-410. Stabilim. Théry A., 1928 - Etudes sur les Buprestides de l Afrique du Nord. Mem. Soc. Sc. Natural. Maroc, Rabat: 586 pp. Théry A., 1942 - Faune de France, Coleopteres Buprestides. Lib. Fac. Sc., Paris: 222 pp. Indirizzo dell autore: Francesco Izzillo via G. Leopardi, 192 - is. 29 I-80125 Napoli e-mail: franco.izzillo@gmail.com 154