Episodio di Serripola, San Severino, I.STORIA

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Transcript:

Episodio di Serripola, San Severino, 01.10.1943 Compilatore: Chiara Donati I.STORIA Località Comune Provincia Regione Frazione di Serripola San Severino Macerata Marche Data iniziale: 1 ottobre 1943 Data finale: Elenco delle vittime decedute: Totale U Bam bini (0 11) Ragaz zi (12 16) Adult i (17 Anzia ni (più s.i. D. Bambi ne (0 11) Ragazze (1216) Adult e (17 Anzian e (più S. i Ig n 1 1 1 Di cui Civili Partigiani Renitenti Disertori Carabinieri Militari Sbandati 1 Prigionieri di guerra Antifascisti Sacerdoti e religiosi Ebrei Legati a partigiani Indefinito Elenco delle vittime decedute Gazzarotti Umberto, n. 1924 a San Severino, qualifica di Partigiano comb. Caduto, btg. Mario. Altre note sulle vittime: Partigiani uccisi in combattimento contestualmente all episodio: Descrizione sintetica (max. 2000 battute) Il 1 ottobre 1943 si verificò il primo scontro a fuoco tra i partigiani di San Severino, organizzati intorno al comandante istriano Mario Depangher e i soldati germanici chiamati a sedare l attività ribelle nella zona. Avvenne in mattinata sui monti circostanti il santuario di S. Pacifico, tanto che passò alla memoria come la battaglia di San Pacifico. Nei giorni precedenti i partigiani, alla ricerca di armi e munizioni, avevano condotto un assalto al deposito del ponte di Sant Antonio prelevando una buona quantità di materiale, ma anche alla caserma di San Domenico a San Severino, dove venne raccolto il bottino più rilevante e fruttuoso. Tutto ciò fu anche possibile perché il comandante della stazione dei carabinieri, il maresciallo

Giordano Antonio, si era sempre dimostrato ben disposto nei confronti del movimento antifascista che si andava costituendo. I capi repubblichini della provincia, avvertiti da fascisti locali su quanto stava avvenendo, accompagnati dai tedeschi, piombarono a San Severino nella mattina del 1 ottobre mettendo a soqquadro la città. Cercavano i partigiani ma anche il maresciallo Giordano, che volevano punire per la presunta collaborazione e lo arrestarono nella caserma dove prestava servizio, ma grazie alla sua prontezza, riuscì a liberarsi dalle mani tedesche e con una fuga rocambolesca, si pose in salvo fuggendo attraverso i vicoli della città. In tale contesto, alcuni soldati tedeschi e un fascista che rastrellavano la zona, nel pomeriggio si imbatterono presso il passo delle Grotte di Sant Eustachio, nel giovane Umberto Gazzarotti che, andato a far legna insieme al padre e altri compaesani, stava tornando verso casa, nella frazione di Serripola. Le circostanze della morte del ragazzo vengono descritte con precisione nel rapporto stilato il giorno successivo dal maresciallo Carlo Murru, comandante della locale stazione dei carabinieri, trasmesso al giudice mandamentale di San Severino e al comando della Tenenza di Tolentino (Paciaroni 2014): secondo quanto accertato, Gazzerotti proveniva dalla montagna con sulle spalle una roncola e alla vista dei militari tedeschi che percorrevano la strada comunale verso Castel Raimondo, mentre gli altri boscaioli si fermarono, lui si diede alla fuga precipitosa verso la scarpata sottostante la strada, ipotizzando che i tedeschi lo stessero cercando in quanto militare sbandato dopo l 8 settembre 1943. Quel timore si dimostrò fatale, perché i militari vedendolo fuggire e pensando si trattasse di un partigiano, per giunta armato, gli assestarono alcune raffiche di mitraglia e fucile, continuando la loro marcia. Il giovane venne ferito alla guancia destra, sulla gamba e sulla testa. Venne trovato in una pozza di sangue, mentre dava ancora segni di vita. Fu trasferito immediatamente nell ospedale civile di San Severino, ma morì la sera stessa, probabilmente a causa di un emorragia interna. Il suo corpo fu tumulato nel cimitero rurale di Serripola dove tuttora si trova. Modalità dell episodio:: Uccisione a causa di raffiche di mitraglia e fucile Uccisione a colpi di arma da fuoco Violenze connesse all episodio: Durante le concitate vicende susseguitesi alla fuga del maresciallo Giordano, avvenne il furto e il saccheggio dell abitazione del dott. Osvaldo Pioli, veterinario comunale, che si era compromesso per aver aiutato i partigiani ad approvvigionarsi della armi della caserma del 50 fanteria; e il ferimento ad ambedue le gambe di Ettore Rucoli, di San Severino, di 44 anni. L uomo riportò l invalidità permanente per anchilosi delle articolazioni del ginocchio e del piede destro. Tipologia: Rastrellamento Esposizione di cadaveri Occultamento/distruzione cadaveri II. RESPONSABILI O PRESUNTI RESPONSABILI TEDESCHI Reparto (divisione, reggimento, battaglione, corpo di appartenenza, ecc.)

Ignoti militari tedeschi Nomi: ITALIANI Ruolo e reparto GNR di Macerata Nomi: Note sui presunti responsabili: Estremi e Note sui procedimenti: III. MEMORIA Monumenti/Cippi/Lapidi: Il suo nome è tra quelli del monumento ai Caduti di San Severino, in viale Mazzini, realizzato per commemorare il ventennale della resistenza nel Maceratese. Musei e/o luoghi della memoria: Onorificenze Commemorazioni Note sulla memoria IV. STRUMENTI Bibliografia:

Ai Caduti per la libertà, numero unico del Comitato di San Severino Marche per le Onoranze ai Gloriosi Caduti per la libertà 8 ottobre 1944, Tip. C. Bellabarba, San Severino Marche 1944. Ristampato anastaticamente nel 1984, in occasione del 40 anniversario della Liberazione di San Severino Marche. Amministrazione comunale, Anpi San Severino Marche (a cura di), Il maresciallo dei carabinieri Antonio Giordano e l inizio della Resistenza a San Severino, San Severino 1995. Anpi San Severino Marche, La Resistenza a San Severino. Testimonianze, stampa 1993. Comitato Cittadino Celebrazioni Ventennale della Resistenza (a cura di), La Resistenza in San Severino Marche (8 settembre 19431 luglio 1944), Bellabarba, San Severino Marche 1965. Luca Maria Cristini (a cura di), Mosè Di Segni medico partigiano. Memorie di un protagonista della Guerra di Liberazione (19431944), edizioni della Riserva naturale regionale del Monte San Vicino e del Monte Canfaito, San Severino 2011. Raoul Paciaroni, Una lunga scia di sangue. La guerra e le sue vittime nel Sanseverinate (19431944), Hexagon Group, San Severino Marche 2014. Gualberto Piangatelli, Tempi e vicende della Resistenza a San Severino Marche, ANPI, Macerata 1985, pp. 5758. Ricordata dall «A.N.P.I» la battaglia di San Pacifico, in «La Gazzetta di Macerata», n. 272, 4 ottobre 1989, p. 4. Bruno Taborro, Le operazioni del Battaglione Mario, in Livio Piccioni, Andrea Mulas (a cura di), Per la memoria della Resistenza nel Camerinese, Arte Lito, Camerino 2004, pp. 8288. Fonti archivistiche: ACS, Fondo Ricompart Ufficio per il servizio riconoscimento qualifiche e per le ricompense ai partigiani, Marche, schedario e pratica n. 168. Archivio parrocchiale di San Giuseppe, Registro dei morti (19421957), p. 19, n. 73. AS Camerino, Tribunale di Camerino, Fascicoli Penali anno 1943, b. 138 (ex 301), f. 87/43 G. I. ASC Sanseverino, Delibere del Podestà dal 1943 al 1944, del n. 269 del 7 dicembre 1943. Ivi, Conto Consuntivo Esercizio 1943, Art. 31, mandato di pagamento n. 764 (fattura di Silverio Sparvoli per il trasporto in ospedale del ferito). AISREC, fondo Anpi di San Severino, Carte varie su Resistenza e dopoguerra a San Severino 19441988, b. 1, f. 1. AISREC, fondo Anpi di San Severino, Documenti sulla Resistenza a San Severino 19431993, b. 1, f. 2. AISREC, fondo ANPI di Macerata, serie Comuni della Provincia, San Severino Marche 19321998, b. 4, f. 35. AIRSMLM, fondo Amato Tiraboschi, f. 1. Ufficio SC del Comune di Sanseverino, RAM anno 1943, parte II, serie B, atto n. 25; Ivi, Scheda individuale, mod. B, di Gazzerotti Umberto. Sitografia e multimedia: www.storiamarche900.it/main?p=storia_territorio_sanseverino Altro:

V. ANNOTAZIONI VI. CREDITS