ALBERONA Alberona(FG), 10 settembre PREMESSA

Documenti analoghi
Linee Guida per l organizzazione del Dipartimento di Prevenzione delle aziende Ulss del Veneto

Piani Nazionali e Regionali Prevenzione: un opportunità da non perdere.

SOCIETA ITALIANA DI IGIENE, MEDICINA PREVENTIVA E SANITA PUBBLICA RELAZIONE DI ATTIVITA ANNO 2016

2 Convention nazionale dei Direttori di Dipartimento di Prevenzione delle AA.SS.LL.

In d i c e. La tutela della salute nella legislazione internazionale, comunitaria e costituzionale

IL DIRIGENTE DEL SERVIZIO

RASSEGNA STAMPA. Riforma della sanità Lombarda, Signorelli (SItI): una grande opportunità per il rilancio della prevenzione.

Dipartimento di Prevenzione

Gruppo Assembleare Ricci Presidente Il Consigliere Sergio De Vincenzi. Al Ministro della Salute e pc

CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO

Le leggi di riordino del SSN: l aziendalizzazione

LINEE GUIDA PER L ORGANIZZAZIONE DEL DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE

PRINCIPALI MANSIONI RESPONSABILE AREA DIPARTIMENTALE DI MEDICINA VETERINARIA

I NUOVI LIVELLI ESSENZIALI DI ASSISTENZA. Giulia Cairella Area della Nutrizione SIAN ASL RMB

4) Quanti anni dura in carica il Collegio sindacale della ASL? A) Cinque B) Quattro C) Tre

Servizi Veterinari e Sanità Pubblica Veterinaria

Delibera della Giunta Regionale n. 97 del 28/02/2017

LINEE GUIDA PER L ORGANIZZAZIONE DEL DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE

Sesso maschile Data di nascita 10/12/1958 Nazionalità Italiana

CURRICULUM VITAE INFORMAZIONI PERSONALI. GRAZIANO MARIA Data di nascita 13/03/1959. Amministrazione ASL DI NAPOLI 4

TABELLA 3: ACCREDITAMENTO ISTITUZIONALE REGIONALE DEI CENTRI DIALISI PUBBLICI E PRIVATI IN ITALIA

47 CONGRESSO NAZIONALE SOCIETA ITALIANA DI IGIENE

Il Ministro della Salute

La ricerca nell Istituto Superiore di Sanità. Agostino Macrì Unione Nazionale Consumatori

Le politiche della Regione del Veneto in tema di promozione della salute negli ambienti di lavoro

DIPARTIMENTO DELLA QUALITA DIREZIONE GENERALE DELLE RISORSE UMANE E PROFESSIONI SANITARIE IL MINISTRO DELLA SALUTE

Piano Nazionale della Prevenzione e Dipartimenti di Prevenzione

VISTO il Regolamento (CE) n. VISTO il Reg. (CE) n. 882/2004 del VISTO il Reg. CE n. 852/2004 del Parlamento

IL RESPONSABILE DELL UNITA DI PROGETTO PER LA ERADICAZIONE DELLA PESTE SUINA AFRICANA

Il Sistema Sanitario Nazionale. N. Nante

CALENDA Enea Silvio DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE. Responsabile AREA ALIMENTI. Direttore Struttura Complessa:

DECRETI, DELIBERE E ORDINANZE MINISTERIALI

REGIONE LOMBARDIA. Disposizioni in materia di attivita' sanitarie e socio-sanitarie. Collegato.

Dipartimento di Sanità Pubblica: i dati di attività del 2016

Controllo delle malattie diffusive: attività dei Servizi Veterinari

D.ssa Lorella Cecconami Direttore Sanitario ATS della Montagna

SISTEMI SANITARI. Sistema Privatistico o Liberista Sistema Assicurativo Sistema Sanitario Nazionale

CURRICULUM VITAE INFORMAZIONI PERSONALI. Danese Marina Data di nascita 26/09/1955. dirigente medico 1 livello

INDICE PARTE I SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE

REGIONE PIEMONTE BU29 18/07/2013

IL RUOLO DEL DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE NEGLI EVENTI NBCR E NELLE PANDEMIE

LA GIUNTA DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA

Azienda USL di Rieti Corso di alta formazione

Il Sistema Sanitario Nazionale. N. Nante

DECRETO BALDUZZI NORME PER LA RAZIONALIZZAZIONE DELL'ATTIVITÀ ASSISTENZIALE E SANITARIA. Ottobre 2012

Organizzazione dei servizi sanitari. Dr. Silvio Tafuri

Assemblea del Dipartimento di Prevenzione Asl 3 Genovese

ATTO. REGIONE LIGURIA - Giunta Regionale Dipartimento Lavoro, Formazione e Servizi alla Persona Attivita' Formative - Ufficio LA GIUNTA REGIONALE

VDA Net Srl VDA Net Srl VDA Net Srl

SERVIZIO SANITARIO REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA ATS- AREA SOCIO SANITARIA LOCALE CAGLIARI

ASL DELLA PROVINCIA DI MONZA E BRIANZA

DISPENSA N novembre 2012

CURRICULUM VITAE della Dott.ssa Laura Liliana Moffa

l(lll~yz~/<c (4 G ;ìlj(~ -,,e (~ t,,/g~~2rmlr CONFERENZA PERMANENTE PER I RAPPORTI TRA LO STATO. LE REGIONI E LE PROVINCE AUTONOME D! TRENTO E BOLZANO

Le prospettive del Servizio Veterinario Pubblico nella Regione Emilia Romagna

POLITICHE SANITARIE e SISTEMA DELLE ASL / AZIENDE SANITARIE LOCALI

La programmazione regionale, l adeguamento della rete sanitaria e trasfusionale, la verifica delle realizzazioni nelle strutture pubbliche e private

Gazzetta Ufficiale N. 208 del 05 Settembre 2002

Regione Siciliana ASSESSORATO DELLA SALUTE

La programmazione regionale: la riforma del titolo V della Costituzione (2001)

Telefono(i) Cellulare Fax +39 (professionale)

I LEA: l evoluzione normativa

Modalità di distribuzione dei device per le persone con diabete mellito. Dott.ssa Angela Tozzi Montepulciano, 13 maggio 2018

Convegno Nazionale SIAN FOCUS SU INTERVENTI EFFICACI E SOSTENIBILI DI PREVENZIONE NUTRIZIONALE NELLA RETE DELLA COMUNITÀ

Province autonome di Trento e di Bolzano, recante ridefinizione implementazione e

Prof. Sergio Atzeri Coordinatore del Corso di Laurea

Bollettino Ufficiale. Serie Ordinaria n. 2 - Venerdì 11 gennaio 2013

BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE CALABRIA

DIPARTIMENTO PER LA SALUTE E IL WELFARE SERVIZIO SANITA VETERINARIA IGIENE E SICUREZZA DEGLI ALIMENTI

con l Università di cui all art. 2, comma 2 lett. b) del Decreto Legislativo 21/12/1999, n.517.

Legge 3 agosto 2001, n.317

EVOLUZIONE ORDINAMENTO SANITARIO ITALIANO

DETERMINAZIONE N. 7926/Det/261 DEL

Scenario Nazionale e Regionale sull Igiene degli Alimenti e Nutrizione. Emilia Guberti direttore SIAN ASL Bologna Giunta SItI Alimenti e Nutrizione

DELLA REGIONE SICILIANA

REGIONE del VENETO. Unità di Progetto Veterinaria

A TEMA: Legislazione 1 Quiz estratti dalla banca dati del sito e

Simboli delle strutture e relazioni

Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell Emilia Romagna. Carta dei Servizi

LA GIUNTA REGIONALE. la L. 4 maggio 1983, n. 184, concernenti Diritto del minore ad una famiglia ;

AZIENDA SANITARIA LOCALE (ASL)

Manuale della Qualità Introduzione e presentazione

Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

DECRETI ASSESSORIALI

IL COMITATO INTERMINISTERIALE PER LA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA

Delibera della Giunta Regionale n. 98 del 13/03/2015

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

CURRICULUM VITAE INFORMAZIONI PERSONALI. SORICE ANTONIO Data di nascita 10/02/1963 VETERINARIO DIRIGENTE STRUTTURA SEMPLICE

Prima Convention Nazionale dei DIRETTORI DEI DIPARTIMENTI DI PREVENZIONE DELLE AZIENDE SANITARIE Bologna, 5 aprile 2013

proposta di legge n. 149

LE STRUTTURE NEL CONTESTO AZIENDALE

Regione Lazio. Decreti del Commissario ad Acta. 16/08/ BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE LAZIO - N Supplemento n. 2 Pag.

COME CAMBIA LA SANITÀ IN LIGURIA?

DELIBERAZIONE DEL DIRETTORE GENERALE AUSL DELLA ROMAGNA

Transcript:

ALBERONA 2016. Relazione del dottor Vittorio Carreri, coordinatore onorario del Collegio degli Operatori di Prevenzione, di Sanità Pubblica e delle Direzioni Sanitarie della SItI al Festival della Dieta Mediterranea edizione 2016 sul tema: Dopo un quarto di secolo, i Dipartimenti di Prevenzione delle ASL hanno bisogno di ammodernamento e sviluppi assai rilevanti Alberona(FG), 10 settembre 2016. PREMESSA Nel predisporre questo intervento, sono andato a leggermi la legge della Regione Lombardia del 30 maggio 1985, n. 67 Norme per la gestione, la organizzazione ed il funzionamento dei Presidi Multizonali di Igiene e Prevenzione(PMIP) con la quale all art. 5 si istituirono i Dipartimenti di Prevenzione(DP) in ogni Ente Responsabile (USSL), nel quale aveva sede un PMIP, con il medesimo bacino di utenza, per lo più provinciale. In particolare il Dipartimento di Prevenzione assicura il coordinamento funzionale delle attività svolte dalle unità operative, dai servizi e dai presidi che operano nel campo della prevenzione. I 14 DP lombardi interessavano l intero territorio regionale di 23.000 chilometri quadrati, con 9 milioni di abitanti e un tessuto produttivo assai rilevante. TRENT ANNI DI ESPERIENZE REGIONALI La legge della Regione Lombardia di oltre 30 anni fa, stabiliva che i Dipartimenti di Prevenzione comprendevano i Servizi di Igiene Pubblica, Ambientale, Tutela della salute nei luoghi di lavoro e i Servizi veterinari delle USSL, il PMIP, le Unità Operative ospedaliere di medicina del lavoro e di Fisica sanitaria, nonché ogni altra Unità Operativa che concorra ad interventi di prevenzione primaria. Va ricordato inoltre che i PMIP in Lombardia erano articolati in Unità Operative con le seguenti specializzazioni: 1) Medico-micrografica e Tossicologica 2) Chimica 3) Sicurezza del Lavoro ed Impiantistica 4) Fisica e tutela dell ambiente.

FINALMENTE IL SSN SI DOTA DEI DP NEL 1992 Bisogna attendere ben sette anni dalla citata legge regionale, quando il Parlamento, anche dietro stimolo della SItI e di altre Società Scientifiche, approva il decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502: Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell articolo 1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421. Con l Art. 7 del decreto legislativo 502/92, oltre al riordino della rete dei Presidi Multizonali di Prevenzione su base dipartimentale, vengono riorganizzati razionalmente e unitariamente i servizi delle Unità Sanitarie Locali che svolgono le funzioni previste dagli articoli 16, 20, 21, 22 della legge 833/78, fatte salve le competenze attribuite dalla legge ad altre autorità, in un apposito dipartimento di prevenzione. Il DP si articola nei seguenti Servizi: 1) Prevenzione ambientale 2) Igiene degli alimenti 3) Prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro 4) Igiene e sanità pubblica 5) Veterinari, articolati distintamente nelle tre aree funzionali della sanità animale, dell igiene della produzione, trasformazione, commercializzazione, conservazione e trasporto degli alimenti di origine animale e loro derivati e dell igiene degli alimenti e delle produzioni zootecniche. UN'ALTRA LUNGA ATTESA (1992-1999) L azione propulsiva delle Regioni e il contributo tecnico e scientifico della SItI, ottennero dal Parlamento una nuova legge fondamentale per la prevenzione e la sanità pubblica. Si tratta del decreto legislativo 19 giugno 1999, n. 229 Norme per la razionalizzazione del Servizio sanitario nazionale, a norma dell art. 1 della legge 30 novembre 1998, n. 419. Con tale provvedimento si istituiscono i Livelli Essenziali di Assistenza(LEA). Si modifica e si integra inoltre l art. 7 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502. Infatti l art. 7 bis tratta dei Dipartimenti di Prevenzione. L art.7 ter definisce le funzioni dei DP, l art. 7 quater, precisa l organizzazione dei DP, l art. 7 quinques, stabilisce il coordinamento con le Agenzie regionali per l ambiente, l art. 7 sexies gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali e gli

uffici veterinari del Ministero della sanità, l art 7 septies le funzioni di profilassi internazionale, l art. 7 octies il coordinamento delle attività nei luoghi di lavoro. LE MODIFICHE COSTITUZIONALI ( 2001-2016?) Con la modifica del Titolo V, specie l articolo 117, sostituito con l articolo 3 della legge costituzionale n. 3 del 2001, le Regioni hanno assunto ulteriori rilevanti poteri specie in materia sanitaria che non tutte hanno esercitato in modo esemplare. La prevenzione che aveva avuto un rilancio con la istituzione delle Regioni a Statuto ordinario nel 1970 e con la riforma sanitaria del 1978, con il XXI secolo la situazione ha subito una graduale tendenza negativa dovuta a molteplici cause. Siamo ora di fronte a nuove modifiche costituzionali che tendono a centralizzazioni statali che non sempre si conciliano con il controllo democratico sui servizi e la partecipazione dei cittadini che sono i fondamenti di un efficace prevenzione negli ambienti di vita e di lavoro. PROSPETTIVE ASSAI DIFFICILI La prevenzione segna il passo da più di un decennio anche in relazione alla crisi economica. Si è incrinata soprattutto l unitarietà del sistema nazionale e regionale della prevenzione che aveva il proprio punto di forza negli oltre 150 Dipartimenti di Prevenzione delle ASL. Abbiamo assistito al loro sdoppiamento in alcune Regioni come se la prevenzione fosse un oligopolio dei soli medici e veterinari, prima l Emilia Romagna, poi la Lombardia nel 2015, hanno cambiato il nome dei Dipartimenti. Specie al Sud si è posta molta enfasi ai Servizi di epidemiologia spesso impegnati nel campo della profilassi vaccinale. Alcune Regioni hanno soppresso i SIAN. Sta prevalendo una linea esasperata di contrazione del numero delle ASL e conseguentemente dei Dipartimenti di Prevenzione per motivi prevalentemente di ordine economico. Cresce dunque la confusione e si indebolisce l attività di prevenzione e di sanità pubblica. CHE FARE?

Assistiamo alla contraddizione che tutti invocano più prevenzione, anche in occasione del terremoto del 24 agosto 2016, mentre diminuiscono i Dipartimenti di Prevenzione e si appalesano diminuzioni delle attività di prevenzione primaria, a partire dalle coperture vaccinali. Scarsi inoltre sono i programmi di prevenzione delle malattie di maggior rilevanza sociale come per esempio il contrasto delle patologie cardiovascolari e i tumori, nonostante le prescrizioni contenute nel Piano Nazionale Prevenzione (2014-2018). Le responsabilità dei Dipartimenti di prevenzione sono sempre più rilevanti e le risorse sempre più scarse. Abbiamo migliorato la nostra capacità di intervenire positivamente sul rapporto Salute e Alimentazione. Siamo invece in ritardo sull altra priorità inerente il rapporto Ambiente e Salute nonostante i buoni esempi di Taranto e della Campania per merito dei Servizi di prevenzione delle ASL più direttamente interessate e l ottima collaborazione degli Istituti di Igiene delle Università pugliesi e campane. MIGLIORARE LA FORMAZIONE E LA RICERCA SCIENTIFICA Bisogna potenziare e razionalizzare gli investimenti nella ricerca scientifica, specie di quella applicata agli obiettivi della programmazione sanitaria ed in particolare alle priorità indicate nel PNP e nei relativi Piani Regionali di Prevenzione, quinquennali. La formazione sia dei laureati che degli specialisti in igiene e medicina preventiva deve svolgersi sia nelle Università che soprattutto nelle strutture più qualificate dei Dipartimenti di Prevenzione, dei Distretti, degli Ospedali, degli Istituti socio assistenziali, nel territorio. I temi sempre di attualità delle urgenze e delle emergenze sanitarie anche ai fini della protezione civile debbono assumere maggiore rilevanza nei curricula formativi dei professionisti della salute. Lo stesso richiamo forte per una diffusione della Dieta Mediterranea a partire dalla Ristorazione collettiva. I segnali che provengono da Torino sono allarmanti: il panino preparato a casa si può portare a scuola?. Lo hanno deciso i giudici. STRATEGIE E RESPONSABILITA

I Dipartimenti di Prevenzione(DP) sono strutture strategiche e fondamentali del SSN per la difesa e la promozione della salute. Ad essi il PNP(2014-2018) ha assegnato un ruolo di governance, oltre alla erogazione di prestazioni, sia per le funzioni e le attività del SSN che per l intero assetto istituzionale in materia di prevenzione e di sanità pubblica. I nuovi LEA confermano e rafforzano i contenuti in materia di Prevenzione collettiva e sanità pubblica come diritto alla prevenzione delle persone da Trieste a Ragusa. L elenco delle funzioni di cui al primo LEA è molto impegnativo: 1) Sorveglianza, prevenzione e controllo delle malattie infettive e parassitarie, inclusi i programmi vaccinali. 2) Tutela della salute e della sicurezza negli ambienti aperti e confinati. 3) Sorveglianza, prevenzione e tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. 4) Sanità animale e igiene urbana veterinaria. 5) Sicurezza alimentare. Tutela della salute dei consumatori. 6) Sorveglianza e prevenzione delle malattie croniche, incluso la promozione di stili di vita sani e programmi organizzati di screening; sorveglianza e prevenzione nutrizionale. 7) Atti medico legali per finalità pubbliche. UN DIPARTIMENTO FORTE E COMPETENTE La programmazione sanitaria nazionale e regionale impongono dunque un Dipartimento di Prevenzione strutturale, unitario, con un unica denominazione, forte, autorevole, dotato di idoneo budget, con alcuni servizi obbligatori. In particolare: 1) Servizio Igiene e Sanità Pubblica. 2) Servizio per la Prevenzione e la Sicurezza nei Luoghi di Lavoro. 3) Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione. 4) Servizi Veterinari. Ogni Dipartimento di Prevenzione deve essere dotato di una UOC di Epidemiologia e di un moderno Laboratorio di Sanità Pubblica(LSP). L Italia ha bisogno di più prevenzione per tutelare e promuovere la salute pubblica e per concorrere allo sviluppo sociale ed economico. Anche il

recente sisma del 24 agosto 2016 ha dimostrato che risparmiare sulla prevenzione e sulla sicurezza non conviene affatto. BIBLIOGRAFIA 1 Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, Anno XI, 1 Supplemento ordinario al N. 43 Milano, Mercoledì, 28 ottobre 1981 Legge Regionale 26 ottobre 1981, n. 64 Norme per l esercizio delle funzioni in materia di Igiene e sanità pubblica, per la tutela della salute nei luoghi di lavoro, per l organizzazione ed il funzionamento dei servizi veterinari e dei presidi multizonali di igiene e prevenzione. 2 Consiglio Regionale della Lombardia. Leggi 1985 Dott. Giuffrè Editore, S.p.A., Milano 1986. L. R. 30 maggio 1985, n. 67 Norme per la gestione, organizzazione ed il funzionamento dei Presidi Multizonali di igiene e prevenzione (P. M. I. P.) ( B.U. 3 giugno 1985, n. 22, 4 suppl. ord.) 3 Regione Emilia-Romagna USL 22 S. Lazzaro di Savena Il Dipartimento di prevenzione Contributi del Seminario nazionale sul tema << Il Dipartimento di Prevenzione>> che si è svolto a Bologna il 23 e 25 marzo 1993. Volume pubblicato a cura dei << Servizi Sanitari di Prevenzione >> della Regione Emilia-Romagna Luglio 1993. 4 Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana. Supplemento Ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 29 del 5 febbraio 1993. Serie generale Roma Venerdì, 5 febbraio 1993 Pubblicazione del testo legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, recante : << Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell articolo 1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421 >>, corredato dalle relative note. 5 SItI nazionale: Documento preliminare sulla costituzione ed organizzazione dei Dipartimenti di Prevenzione. Approvato dalla Giunta Esecutiva della SItI (Roma, 23 aprile 1996). 6 Regione Lombardia Giunta Regionale Direzione Generale Sanità Servizio Prevenzione Sanitaria Programma Regionale di Sviluppo (DCR, 22 ottobre 1996, n. 397) L Igiene e la Prevenzione verso il 2000. Studio per un modello organizzativo e funzionale di Dipartimento di Prevenzione

dell Azienda Sanitaria Locale(primo documento di orientamento). Milano, 24 settembre 1997. 7 Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana Supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 165 del 16 luglio 1999. Serie generale. Roma, venerdì, 16 luglio 1999 Decreto Legislativo 19 giugno 1999, n. 229 Norme per la razionalizzazione del Servizio sanitario nazionale, a norma dell articolo 1 della legge 30 novembre 1998, n. 419. 8 Regione Lombardia La Giunta - Deliberazione N VII 4057. Seduta del 30 marzo 2001. Progetto di definizione operativa del sistema di accreditamento del Dipartimento di Prevenzione in Regione Lombardia. 9 Vittorio Carreri. Il Dipartimento di Prevenzione in Regione Lombardia Castelbrando(TV), 27 ottobre 2003. 10 Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva(SItI) Linee Guida sul Dipartimento di Prevenzione Roma, anno 2012. 11 Presidenza del Consiglio dei Ministri Conferenza Permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni, le Province Autonome di Trento e di Bolzano. Approvazione del Piano Nazionale della Prevenzione (2014-2018) Roma, 13 novembre 2014. 12 Emilia Guberti Alimentare la Salute Dedicato a chi ha fiducia nella prevenzione. Aracne(RM), 2016. 13 Collegio degli Operatori di Prevenzione, di Sanità Pubblica e delle Direzioni sanitarie della SItI. Mozione su Quale Dipartimento di Prevenzione?. Documento approvato a Roma, il 12 luglio 2016.