XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO. Sapienza 2, 12.17-20 Salmo 53 Giacomo 3, 16; 4,3. Daall Vaangeello sseeccondo Maarrcco 9,, 30--37



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Transcript:

1 Oleggio 24/9/2006 XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Sapienza 2, 12.17-20 Salmo 53 Giacomo 3, 16; 4,3 Dal Vangelo secondo Marco 9, 30-37 Riifflleessssiionii -- prreeghiieerraa La Chiesa, oggi, ci fa leggere una delle pagine più belle del Vangelo, dove Gesù ci invita ad essere primi. Voler essere il primo è un desiderio legittimo. Diceva santa Teresa di Lisieux che, quando il Signore ci mette nel cuore un desiderio, ci dà anche la possibilità di realizzarlo. Voler essere i primi nella Comunità è un desiderio legittimo, incentivato dal Signore. Vedremo quale è la strada, la possibilità, la via. Ci mettiamo alla Presenza del Signore, consegnando tutto il nostro peccato e accogliendo la sua Grazia. Daall Vaangeello sseeccondo Maarrcco 9,, 30--37 Gesù e i discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Istruiva infatti i suoi discepoli e diceva loro: Il Figlio dell uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà. Essi, però, non comprendevano queste parole e avevano timore di chiedergli spiegazioni. Giunsero a Cafarnao. E quando fu in casa, chiese loro: Di che cosa stavate discutendo lungo la via? Ed essi tacevano. Per la via infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. Allora, sedutosi, chiamò i Dodici e dice loro: Se uno vuol essere il primo, sia l ultimo di tutti e il servo di tutti. E, preso il ragazzino,lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro: Chi accoglie uno di questi ultimi nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato.

2 Omeelliiaa Ringraziamento. Lode! Lode! Lode! Amen! Alleluia! Gloria al Signore,che ci ha invitato anche oggi alla sua Eucaristia, al suo ringraziamento al Padre. Alleluia! Gloria al Signore! Comunità profetica. A volte, fra il serio e il faceto, dico che questa è una Comunità pilota, una Comunità profetica. Sembrano parole ad effetto, ma è così. Qualche giorno fa su un quotidiano nazionale, un articolo informava che a Roma è stato istituito un Call Center, un Telefono Preghiera, dove un gruppo di intercessione prega per le intenzioni di coloro che chiamano. In questa Comunità, già da dieci anni, si fa quello che è presentato, come novità. Sono dieci anni che in questa Comunità c è un Telefono Preghiera: chi ha bisogno può segnalare il suo caso, per essere consolato e perché si preghi per le sue necessità. Ringraziamo il Signore per tutte le volte che fa di questa Comunità, una Comunità profetica, cioè una Comunità, che anticipa i tempi. Ricordiamo, ad esempio, la Messa della Misericordia: quando l abbiamo denominata così, sembrava un iniziativa fuori posto. Ora la domenica In Albis si chiama Domenica della Misericordia. Tra i primi a celebrarla c è stata questa Comunità. Dico questo, come suggerisce Paolo, per rendere lode al Signore, che anticipa i tempi ovvero ci dona squarci sul futuro e ci fa percorrere strade di vita. Discernimento degli spiriti. Preghiera di domanda. Il Vangelo di oggi per me è uno degli insegnamenti più belli di Gesù: l insegnamento sul più grande. Gesù registra un ennesimo fallimento. I suoi discepoli sono muti. Non hanno capito niente del messaggio di Gesù. L episodio precedente a questo si riferisce all insuccesso degli apostoli, che vogliono liberare un ragazzo posseduto da uno spirito muto, ma non ci riescono. Gesù dice: Questa specie di demoni non si può scacciare in nessun modo, se non con la preghiera, la preghiera di domanda. Gesù ci fa capire che c è una diversa classifica di demoni: noi possiamo cacciarne alcuni con la nostra autorità, mentre, per altri, dobbiamo chiedere a Gesù con la preghiera di domanda. Il discernimento degli spiriti è importante: è un carisma. I discepoli non riescono a liberare il ragazzo dallo spirito muto, perché loro stessi sono muti, indemoniati.

3 Perché Gesù allontana i discepoli dalla folla? Gesù capisce che i discepoli non capiscono il suo insegnamento e li allontana dalla folla, per un nuovo corso di catechesi. Stanno attraversando la Galilea e Gesù non voleva che alcuno lo sapesse. La Galilea è un luogo di ribelli, dove aspettano il Messia, dove vogliono conquistare Gerusalemme e respingere i Romani con la forza. Gesù fa in modo che i discepoli non entrino in contatto con la gente, perché sono facilmente influenzabili e possono essere convinti da queste idee malsane, che non riflettono il Vangelo. Secondo annuncio della Passione. Mentre camminano, Gesù istruisce i discepoli e dà il secondo annuncio della Passione: Il Figlio dell uomo sta per essere consegnato nella mani degli uomini e lo uccideranno, ma una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà. Queste parole sono sentite, ma non ascoltate dai discepoli. Non comprendono quello che sta dicendo Gesù e hanno paura di chiedergli spiegazioni, perché, durante il primo annuncio della Passione, quando Gesù comunica che lo arresteranno e lo uccideranno, Pietro gli dice di non preoccuparsi, perché lo difenderanno. In quell occasione Gesù gli risponde: Torna dietro di me, satana, perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini. Per evitare che Gesù li rimproveri, i discepoli non chiedono niente e continuano a parlare dei fatti loro con discussioni, che ritengono più importanti di quello che dice Gesù. Che cosa succede nella casa di Pietro? Arrivano a Cafarnao nella casa di Pietro, trovata nel secolo scorso e formata da una sola stanza, nella quale, di notte, stendono tappeti, per dormire. L angolo cottura è all esterno. Nella stanza Gesù domanda: Di che cosa stavate discutendo lungo la via? Ed essi tacevano. Sono muti, come muto era lo spirito di quel ragazzo indemoniato. L evangelista, però, ci informa di che cosa parlano: Per la via infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. Devono andare a Gerusalemme e si dividono già il potere. Sedutosi, chiamò i Dodici. Se Gesù sta parlando con gli apostoli, perché li deve chiamare? Sono già lì davanti a lui. Chiamò ha un significato teologico. Gli apostoli sono con Gesù, stanno camminando con Gesù, stanno facendo la via con Gesù, ma sono molto lontani da Lui. Gesù ha bisogno di chiamarli di nuovo.

4 Seguire Gesù non è solo stare con Lui. Può capitare a tutti, all inizio, di essere entusiasti dell incontro con il Signore, poi, lungo la via ci annacquiamo e tutto diventa più dilazionato: diventiamo come gli apostoli, che stanno con Gesù, ma non seguono Gesù. Stanno con Lui fisicamente, ma non spiritualmente. Questo può succedere a tutti: andiamo a Messa, partecipiamo a qualche incontro, ma possiamo essere lontani da Gesù. Quando la nostra vita non rispecchia il messaggio del Vangelo, il messaggio di Gesù, Gesù diventa soltanto un nome, non più una Presenza, che cambia la nostra vita. Ecco la necessità di lasciarci richiamare, di incontrare Gesù oggi. L abbiamo incontrato venti, dieci anni fa, questa estate nella bellissima esperienza di Lozio, ma dobbiamo incontrarlo oggi. Abbiamo bisogno che Lui ci chiami. La Parola è per tutti e per tutti i tempi. Chiamò i Dodici e dice loro. Dice al presente, perché questa è una Parola universale per tutti i tempi. Gesù la dice 2.000 anni fa e la dice anche a noi oggi: Se uno vuol essere il primo, sia l ultimo di tutti e il servo di tutti. Primo e servo. Il primo è colui che è più vicino a Gesù, colui che ha una relazione intima con Lui. Se Gesù è una persona viva, risorta, attorno a Lui ci sono le persone che sono prime, essendo ultime e serve di tutti. Questi sono due fattori importanti. Il servizio si può svolgere in due modi: il servizio- duoleo, che è il servizio dello schiavo, fatto per forza, e il servizio- diakoneo, che è il servizio compiuto liberamente. Il servizio ci permette di essere più vicini a Gesù e ci permette di realizzare la nostra vita. Noi realizziamo la nostra vita, quando serviamo gli altri non soltanto nella comunità ecclesiale, ma nella famiglia, nella cerchia degli amici, nella comunità civile. Quando noi serviamo gli altri, tutti, non solo i nostri amici e le persone simpatiche, realizziamo noi stessi e siamo più vicini a Dio. La delusione. La tentazione più grande del servizio è la delusione. Tutti noi abbiamo visto nel corso degli anni come veniamo delusi dalle persone, dagli amici. Ci mettiamo al servizio, ma veniamo traditi, facciamo il bene e ci viene ricambiato con il male, prestiamo un servizio e viene interpretato male. Lavorare per gli altri, inevitabilmente, porta alla Croce, porta ad essere delusi dalle persone. La nostra vita si realizza nel nostro servizio agli altri, ma il diavolo farà di tutto per non farci servire, per farci fermare. Quando noi desistiamo, vince il diavolo

5 e noi siamo da buttare, perché la nostra vita si realizza, facendo il bene. Gesù passò facendo il bene e perché ha fatto il bene nella sua vita, la morte non ha potuto ghermirlo ed è risorto. Una vita è vita, quando la morte ci trova vivi e non defunti, perché la oltrepassiamo, mettendoci al servizio degli ultimi. Nel mezzo. Gesù prende il ragazzino non il bambino. In questa casa c è un uomo preso a servizio o forse uno schiavo, quindi l ultimo. Nella scala sociale questo ragazzino non conta niente, è l ultimo della graduatoria. Gesù lo prende, è vicino a lui; non c è bisogno di chiamarlo, come ha fatto con gli apostoli, e lo mette nel mezzo. Al centro c è Gesù Risorto: la mattina di Pasqua Gesù apparve in mezzo a loro In mezzo c è l uomo con la mano inaridita: Mettiti nel mezzo! In mezzo c è il ragazzino, colui che non conta niente. Gesù vivo e risorto si manifesta nell uomo malato e nel ragazzino, che non conta niente, perché è il servo, lo schiavo. L abbraccio. Gesù abbraccia il ragazzino. Al tempo di Gesù, l abbraccio era identificarsi con la persona: Io sono con te. Gesù, che è la persona più in vista nella casa, abbracciando il ragazzino, si mette al suo livello. L abbraccio ebraico ha proprio questo significato: Noi due siamo la stessa cosa, noi due siamo allo stesso livello. Gesù abbraccia il ragazzino e dice: Chi accoglie uno di questi ultimi nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato., cioè il Padre Eterno. Per tutti noi, che siamo assetati di Gesù, Gesù non è più da cercare, ma da accogliere. Se accogliamo gli ultimi, nel Nome di Gesù, noi accogliamo Gesù. L accoglienza degli ultimi è accoglienza del Padre. Il Vangelo è difficile: è più facile cambiarlo, annacquarlo. Se si vuole accogliere il Padre Eterno, Creatore del cielo e della terra, si devono accogliere gli ultimi. Se vogliamo essere i primi, i più vicini a Gesù, quel Gesù vivo e risorto, quel Gesù, che riempie di gioia la nostra vita, quel Gesù, che fa della nostra vita un Progetto straordinario, quel Gesù, che fa della nostra vita un ponte fra il cielo e la terra, quel Gesù, che fa della nostra vita una comunione fra le persone e i santi, tra i morti e i viventi, quel Gesù, che ci dà il suo spirito con il suo carisma, quel Gesù, che riempie il cuore di desideri Aspirate a carismi più grandi, per fare bella la Chiesa, per fare bella e felice la nostra vita, non è nell alto dei cieli o soltanto nel Tabernacolo, ma è qui in mezzo a noi, se accogliamo e serviamo.

6 Il regalo di Gesù. Ringraziamo il Signore per questa bella pagina, che, se messa in pratica, cambia la nostra vita. Il regalo, che Gesù ci dà, è quella pace, quella gioia profonda che nessuno al mondo ci può togliere. Lo ringraziamo, lo lodiamo, lo benediciamo ed insieme diciamo: Crreedo Riifflleessssiionii -- prreeghiieerraa Ti ringraziamo, Signore, ti lodiamo, ti benediciamo per il dono di questa Eucaristia. Ti ringraziamo, Signore, per il dono della tua Parola, che è luce nelle tenebre del mondo. Ti ringraziamo, Signore, per tutte le volte che ci metti a servizio sia nella comunità ecclesiale, sia nella comunità civile, familiare, lavorativa... Ogni volta che noi possiamo servirti nei fratelli più deboli, negli ultimi, nelle persone, che hanno bisogno, noi abbiamo l occasione di accogliere Te e anche il Padre. Signore, liberaci dagli inganni del maligno. Fai che non cadiamo nelle sue tentazioni, nelle sue trappole, perché ci vuole portare fuori, ci vuole portare a desistere dal nostro impegno, che vuole rendere questo mondo il tuo Paradiso, questa Chiesa la Sposa bella del suo Signore. Donaci, Signore, l intelligenza di scegliere il servizio, sempre e comunque, in ogni occasione, per poter crescere e diventare quelle persone, che Tu hai pensato il giorno della Creazione. P. Giuseppe Galliano m.s.c.