Bartolomea e il basilisco del Duomo C'era una volta, intorno al 1600, dentro le mura di Modena, una bambina di nome Bartolomea, a cui era morto il padre.
La bambina viveva con sua madre, Maria, in via De Balugoli, nella stalla di una famiglia molto ricca, presso questi signori lavorava appunto Maria, come donna di servizio. Un giorno la mamma chiamò la bambina e le chiese di andare alla pescheria a comprare del pesce per una cena importante che doveva preparare per il suo signore, ma, si raccomandò, Bartolomea non doveva assolutamente guardare verso il Duomo, perché a Modena si narrava che i mostri scolpiti sulle pareti della chiesa più importante della città potessero uscire dalla pietra ed essere molto pericolosi. Bartolomea si incamminò verso la pescheria, che era proprio di fianco al Duomo, ma quando passò vicino a quelle pietre scolpite, che raccontavano storie fantastiche, la bambina non riuscì a resistere alla tentazione di guardare verso quelle immagini
favolose, infatti si girò, ma non ebbe il tempo neppure di cominciare a fantasticare: non appena i suoi occhi si posarono sulla pietra Bartolomea sentì tremare il terreno sotto i piedi. Un mostro verde, per metà gallo e per metà serpente, uscì dalla pietra e con uno sguardo infuocato pietrificò la bambina. Molti uomini vennero fuori dalle botteghe che si trovavano lì intorno per vedere che cosa succedeva, ma quando capirono che si trattava del terribile Basilisco, il mostro che poteva pietrificare le persone con un solo sguardo, cominciarono a coprirsi gli occhi e scappare da tutte le parti, urlando. Molti si rifugiarono dentro al Duomo e cominciarono a pregare San Geminiano, che per i Modenesi aveva sempre fatto moltissimi miracoli, altri scapparono sulla Ghirlandina sperando di allontanarsi il più possibile dallo sguardo di fuoco del terribile Basilisco. Due signori che conoscevano molto bene la madre di Bartolomea, si impietosirono per la povera donna e pensarono che qualcuno dovesse pur trovare il coraggio di andare ad avvisarla, così, dopo essersi ben coperti gli occhi, corsero da lei per raccontarle il terribile avvenimento. Non appena ebbe saputo il fatto Maria di disperò e cominciò a piangere e a correre verso il Duomo, per vedere cosa era capitato alla sua bambina. Mentre la madre, così disperata, andava verso il duomo, il Basilisco, inseguito da alcuni coraggiosi che si erano armati di lunghe sciabole per sfidarlo, si era infilato dentro il pozzo degli asini che si trovava proprio all'entrata di piazza Grande, vicino alla croce di San Geminiano. Intanto Maria arrivò davanti a Bartolomea e quando vide che la figlia era diventata una statua cominciò a piangere accarezzando la sua bambina di pietra. Mentre Maria
piangeva un piccione tutto d oro si posò sulla sua spalla e le parlò in un orecchio. Il piccione disse che poteva aiutarla e spiegò alla madre di Bartolomea che doveva staccare una delle piume d oro delle sue ali e, se fosse riuscita a mostrare la piuma d oro al basilisco, senza guardarlo negli occhi, il mostro si sarebbe rimpicciolito e sarebbe tornato di pietra nella pietra. Per fare questo aveva però assolutamente bisogno di uno specchio. La madre inizialmente aveva molta paura, ma poiché voleva liberare la sua amata figlia, si fece coraggio. Andò di casa in casa cercando uno specchio, pregava le signore affinché le prestassero un piccolo specchio che per lei era tanto importante, ma nessuno aveva uno specchio per aiutare la povera Maria. La donna percorse via Trivelari ed arrivò fino alla Sinagoga, dove, si ricordava, aveva una volta visto uno specchio. Alla sinagoga incontrò un ebreo che pregava, questi le disse di andare alla cantina dell acquavite, lì doveva chiedere di Anna, questa Anna le avrebbe certamente dato uno specchio. Arrivata alla cantina dell acquavite Maria incontrò Anna che, come aveva detto l ebreo della sinagoga, aveva nella tasca del suo grembiule un piccolo specchietto. Maria con la piuma d oro in una mano e lo specchio nell altra, corse fino al pozzo degli asini, il basilisco era però uscito, inseguito dai coraggiosi modenesi, e si trovava ora dietro la piazza, tra la Ghirlandina e le saline. Maria si avvicinò, usando lo specchio per guardare, la piuma d oro brillava così tanto che attirò l attenzione del Basilisco. Il mostro si fermò e guardò la piuma. Proprio come aveva detto il piccione, questo animale terribile, un po gallo e un po serpente, cominciò a rimpicciolire, a
pietrificarsi, e ritornò verso il Duomo fino ad infilarsi nella pietra, da dove era venuto. Tutti i modenesi che assistevano alla scena cominciarono ad applaudire, a gridare, a far festa, Maria corse verso la pescheria. Il piccione aveva avuto ragione, la maledizione si era spezzata, Bartolomea era lì, in carne ed ossa, corse dalla mamma e la abbracciò.