Lettore: Laura F. Salmo 36. volontà. Oggi siamo in adorazione davanti a Gesù Eucaristia e vogliamo



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Transcript:

Festa del Sacerdozio A DO RA ZIO N E E UCARISTICA 52 ANNIVERSARIO DELL ORDINAZIONE SACERDOTALE DEL VESCOVO CLAUDIO GAT TI 22 marzo 2015

Lettore: Laura F. Oggi, in questa adorazione, vogliamo leggere e commentare il Salmo 36. Quante volte durante la S. Messa leggiamo con distrazione le parole del Salmo fra le due letture. Spesso non ci si sofferma neanche a commentarle, sembrano come le parole di una canto che unisce la prima e la seconda lettura. I Salmi sono invece un arricchimento della parola di Dio, se li leggessimo spesso ci insegnerebbero a pregare davanti al Signore, sono degli inni di lode che non siamo abituati a fare o a pronunciare, sono come dei fili di acciaio che ci rendono saldi e uniti a Dio. Il Vescovo ci ha insegnato a leggere il salmo senza le interruzioni del ritornello, come solitamente si fa nelle chiese, proprio per apprezzarne maggiormente la bellezza. Come ci suggerisce san Tommaso la preghiera deve essere sicura, retta, ordinata, devota e umile e tutte queste caratteristiche i salmi le rispettano. È questo il modo per rivolgerci a Dio anche se lo chiamiamo Dio amico, Dio fratello, Dio papà. I salmi sono stati ispirati dallo Spirito Santo, invochiamo anche noi l aiuto dello Spirito Santo in questa adorazione affinché, con l intercessione del Vescovo Claudio, le nostre preghiere vengano ascoltate dal Signore e si realizzi in questa comunità la sua volontà. Oggi siamo in adorazione davanti a Gesù Eucaristia e vogliamo prendere spunto da questo meraviglioso salmo per rivolgerci a Lui e lanciare il cuore e lo sguardo verso il Cielo con voce di gratitudine e di amore. Quando ho sentito questo salmo mi è sembrato quanto mai attuale e adatto alla situazione della comunità. Se chiuderemo gli occhi mentre ascolteremo i versetti ci sembrerà che sia proprio il Vescovo ad esortarci a seguire i suoi consigli.

Lettore: Giacomo Confida nel Signore e fa il bene: abiterai la terra e vi pascolerai con sicurezza. Cerca la gioia nel Signore: esaudirà i desideri del tuo cuore. Affida al Signore la tua via, confida in lui ed egli agirà: farà brillare come luce la tua giustizia, il tuo diritto come il mezzogiorno. Sta in silenzio davanti al Signore e spera in lui; non irritarti per chi ha successo, per l uomo che trama insidie. I primi tre versetti sintetizzano quanto il Vescovo ha detto ad ognuno di noi quando abbiamo iniziato ad abbracciare questo cammino spirituale. Le risposte alle nostre incertezze o dubbi. Parole dolci che asciugano lacrime, rassicurano timori, aiutano chi si vuole abbandonare a Dio e rinforzano chi vuole fare la volontà di Dio. Chissà come avrà fatto mons. Claudio a farle sue quando Dio lo ha ordinato vescovo o gli ha ordinato di celebrare la s. Messa in cappellina nonostante il divieto dell autorità ecclesiastica. Ubbidire a Dio non vuol dire essere sottomesso o essere schiavo, ma tutt altro: è una virtù importante, è una scelta di vita, si acquista dignità e libertà perché i suoi ordini e comandi sono fatti per amore, per il nostro bene e per la vita delle anime. Il versetto Affida al Signore la tua via fa tornare alla mente il concetto dell abbandono a Dio, che abbraccia e comprende l obbedienza, e che ha caratterizzato la vita spirituale di ognuno di noi, e soprattutto quella di Don Claudio e Marisa. Affidare la propria vita a Dio, abbandonandosi completamente a Lui, non è una cosa facile, perché si va a scontrare con le nostre certezze terrene, quelle che vediamo con gli occhi dell uomo, totalmente differenti da quelle del Cielo, che vanno viste con gli occhi di Dio.

Non dobbiamo pretendere di far fare a Dio quello che vogliamo, né di ascoltare solamente quello che ci aggrada e allontanare quello che non ci piace, come quando la Madonna ci faceva notare i comportamenti sbagliati nelle lettere di Dio. Dobbiamo lasciarci guidare ed egli Esaudirà i desideri del nostro cuore nel modo migliore e più bello. Come possiamo ascoltare e sentire la parola di Dio e capire qual è la nostra strada? Attraverso il silenzio interiore. E come si realizza? Nel settimo giorno della novena a San Giuseppe, intitolato Il Silenzio di San Giuseppe abbiamo potuto apprendere cosa significa il silenzio interiore : far tacere tutte le voci esterne ed ascoltare solamente quella di Dio. Dobbiamo quindi concentrarci solamente sui noi stessi, isolandoci dagli stimoli esterni, soprattutto quelli che, nella società di oggi, ci distolgono dalla retta via e stimolano e risvegliano in noi sensazioni e piaceri disordinati non belli alla luce di Dio. Solamente il silenzio interiore ci permette di avere un colloquio libero ed intimo con Dio che si trasforma in una disponibilità e generosità verso gli altri. Dobbiamo cercare di ritagliarci dei momenti da dedicare completamente a Dio, liberando la mente ed aprendo il cuore a lui. A livello comunitario abbiamo diverse occasioni per avvicinarci sempre di più a Dio: l adorazione del primo venerdì del mese o quella del martedì, le feste particolari della nostra comunità, la santa Messa quotidiana, sono occasioni d oro da sfruttare per colloquiare con Dio aprendo il nostro cuore e la nostra mente, mettendoci in una posizione di ascolto. È proprio in questi momenti che Dio ci illumina con la sua sapienza e ci guida sulla giusta via. Ritagliamoci i nostri spazi da dedicare a Dio e non lasciamoci trasportare dalla frenesia quotidiana. La Madonna tante volte ci ha detto di non limitarci solamente a pregare, ripetendo le giaculatorie quasi meccanicamente, ma di parlare con Lui, di confidarsi, di chiedere e di ascoltare, proprio come faceva il nostro amato Vescovo, quando, libero dai suoi impegni, si dilungava insieme a noi davanti a Gesù Eucaristia e confidava tutto ciò che sentiva.

Desisti dall ira e deponi lo sdegno, non irritarti: non ne verrebbe che male; perché i malvagi saranno eliminati, ma chi spera nel Signore avrà in eredità la terra. Ancora un poco e il malvagio scompare: cerchi il suo posto, ma lui non c è più. I poveri invece avranno in eredità la terra e godranno di una grande pace. Il malvagio trama contro il giusto, contro di lui digrigna i denti. Ma il Signore ride di lui, perché vede arrivare il suo giorno. I malvagi sfoderano la spada e tendono l arco per abbattere il povero e il misero, per uccidere chi cammina onestamente. Ma la loro spada penetrerà nel loro cuore e i loro archi saranno spezzati. È meglio il poco del giusto che la grande abbondanza dei malvagi; le braccia dei malvagi saranno spezzate, ma il Signore è il sostegno dei giusti Lettore: Fabio Nonostante sia stato scritto chissà quanto tempo fa, questo salmo ci sembra attuale e adatto alla storia della comunità. Chi è il malvagio? Il malvagio è colui che si oppone alla volontà di Dio, che contrasta i piani di Dio, che dà scandalo ai piccoli. Il malvagio non ama, non è disinteressato, non è né umile né semplice. Malvagi non si nasce, ma ci si diventa per scelta cosciente di allontanarsi da Dio, ma, come ci dice la preghiera appena letta, tutto ciò gli si ritorcerà contro. Forse non è una consolazione per chi è stato vittima del malvagio, ma il Signore viene in suo aiuto e sembra che lo consoli. È come una risposta che il Signore cerca di dare a chi gli è rimasto fedele, ma continua ad avere delle prove, lo invita a non fermarsi al fotogramma del momento, ma a fidarsi di lui nell attesa del poi.

È anche un ammonimento a non assumere certi comportamenti, a non cercare la vendetta, a non rispondere male per male. Niente può giustificare un azione cattiva. Il Vescovo ci ha sempre ricordato che Dio è misericordioso, ma è anche giusto, e nel momento in cui saremo davanti a Lui, dopo la morte, saremo giustamente giudicati secondo le nostre azioni. Noi sappiamo, per voce della Madre dell Eucaristia, quali siano i piani di Dio, ma gli uomini non ascoltano, fanno finta di non credere, hanno paura di essere solidali con Dio: è più facile smontare, umanamente parlando, un piano di Dio, piuttosto che combattere per sostenere la verità; è più facile stare dalla parte dei più numerosi, anche se in peccato, che combattere da soli per la verità. Ma il Vescovo era diverso, ha lottato fino alla morte per portare avanti la missione di Dio, ha preso per mano Marisella, ed insieme hanno percorso la via più stretta, quella più tortuosa, per poter godere, al momento opportuno, la gioia eterna. Egli si è appoggiato al nostro poco amore, dato a volte con il contagocce, ma era sicuro che dalla parte sua c erano le persone più importanti: Gesù e la Madre dell Eucaristia. Ricordiamoci del suo entusiasmo e cerchiamo di portarlo avanti anche noi con l aiuto di Gesù Eucaristia.

Il Signore conosce i giorni degli uomini integri: la loro eredità durerà per sempre. Non si vergogneranno nel tempo della sventura e nei giorni di carestia saranno saziati. I malvagi infatti periranno, i nemici del Signore svaniranno; come lo splendore dei prati, in fumo svaniranno. Il malvagio prende in prestito e non restituisce, ma il giusto ha compassione e dà in dono. Quelli che sono benedetti dal Signore avranno in eredità la terra, ma quelli che sono da lui maledetti saranno eliminati. Il Signore rende sicuri i passi dell uomo e si compiace della sua via. Se egli cade, non rimane a terra, perché il Signore sostiene la sua mano. Lettore: Chiara Questi sono versetti tutti pieni di speranza. Il Vescovo ha proclamato per l anno 2008 L anno della Speranza spiegandoci che la speranza è una virtù teologale importantissima e presente nelle persone in grazia. Speranza vuol dire certezza, sicurezza che Dio realizzerà i suoi piani anche se ogni circostanza è contro di noi. Noi dobbiamo sperare contro ogni speranza, come ci ricorda san Paolo nella lettera ai Romani (Rm 4, 18). Quante persone sono passate in questo luogo taumaturgico e, proprio perché prive di speranza, hanno lasciato questo cammino? Erano prive di speranza, o mancava in loro la grazia? Il Signore con queste parole ci conforta e ci sostiene con la sua mano anche se noi non vogliamo accorgercene. Prima o poi coloro che hanno scagliato frecce e colpi d arma da fuoco, come dice la preghiera della Chiesa, dovranno desistere e arrendersi ai disegni di Dio, perché la speranza non delude (Rm. 5,5).

Non stanchiamoci di pregare e di amare, e non preoccupiamoci di giudicare coloro che ci hanno fatto volutamente soffrire. A loro penserà Dio, misericordioso e giusto, come ci ha ripetutamente fatto capire in questi versetti. A noi infatti ricorda: Sta lontano dal male e fa il bene e avrai sempre una casa. Perché il Signore ama il diritto e non abbandona i suoi fedeli. Gli ingiusti saranno distrutti per sempre e la stirpe dei malvagi sarà eliminata. I giusti avranno in eredità la terra e vi abiteranno per sempre. Ora vi invitiamo a finire personalmente la lettura del salmo che non si esaurisce qui e meditarlo con le proprie esperienze e riflessioni che ognuno ha nel cuore. Benedizione con Gesù Eucaristia, l uscita di Gesù è accompagnata dal canto Christus Vincit

Magnificat Lettore: Augusta Lettera di Dio Roma, 9 marzo 2000 Madonna - Miei cari figli, grazie della vostra presenza. Oggi è la festa grande del vostro vescovo, ma soprattutto, come dice il vostro pastore, è la festa del sacerdozio; ogni sacerdote dovrebbe festeggiare la festa del sacerdozio. Gesù ha detto: Io sono in te, don Claudio, e tu sei in Me, lo stesso vale per tutti i sacerdoti che vivono in grazia. Dio quando mi consegna la lettera mi dice di aiutarvi, di insegnarvi ad amare, a perdonare, a vivere in grazia ogni giorno della vostra vita. Vedo, che state vivendo bene la grande prova di Dio e questo fa felice il cuore di mio figlio Gesù e il mio cuore. Quando vi ho detto: Festeggiate il sacerdote, fate una grande festa, intendevo soprattutto la festa spirituale: santa Messa, santa comunione, preghiera, sacrifici e fioretti. Domenica vi ho parlato del fioretto della sigaretta; è molto semplice fare questo fioretto per amore del sacerdozio, per far sì che le anime chiamate da Dio si convertano veramente. Dio continua a chiedere la conversione. Dio a volte ordina e a volte domanda. Ordina quando dice: Io voglio che tu sia vescovo. Io voglio che tu dica la santa Messa. Io voglio che tu celebri tutti i sacramenti e quando Dio dice Io voglio, un anima bella risponde: Sì, sì, mio Dio, io sono tutto tuo, totus tuus. Domanda quando chiede il consenso alle anime perché facciano qualcosa e dice: Siete liberi di accettare o rifiutare, solo in questo caso siete liberi come gli uccelli che volano nel cielo. Ripeto quando dice Io voglio dovete ubbidire; questa è la vera e grande obbedienza a Dio.

Tutti gli angeli e i santi del Paradiso festeggiano questo giorno, festa del sacerdozio, festa del vostro vescovo, insieme a tutti voi che lo amate, mio piccolo gregge. Dio continua a mandarmi in mezzo a voi. Siete pochi, ma siete semplici, umili, buoni e fate di tutto per amare Gesù Eucaristia. Ormai avete fatto il grande salto: amate Gesù Eucaristia con tutto il cuore e Dio vi ringrazia di questo ed è felice perché dimostrate di amarlo malgrado tutte le sofferenze e soprattutto malgrado la grande prova. Grazie, grazie di tutto cuore. Ora festeggiate il sacerdote partecipando con tutto l amore alla santa messa, fate la santa comunione in grazia e poi godete perché la situazione cambierà. In questo momento stanno tutti benedicendo te, mio caro vescovo, e tutti ti augurano un bene grande, profondo e una grande forza. Non abbatterti, perché il Paradiso è con te. Ci tengo a ripetere un insegnamento. Qualcuno ricorderà che quando Marisa mi ha chiesto se un apparizione era vera io la sgridai e le dissi: Chi sei tu per chiedermi questo? Tu vali solo quel quarto d ora dell apparizione. A nessun veggente parlo di un altro veggente. Chi parla male di un veggente, vuol dire che non mi ha mai visto o ha cessato di vedermi. Ricordate bene queste parole, sono molto importanti. Le radio cattoliche continuano a parlare di apparizioni anche se ora non fanno nomi. Nessun veggente può parlare male di un altro veggente. Quando un veggente parla male di un altro veggente non è un vero veggente. Quindi, quando sentite parlare male di un veggente, non ascoltate, anzi potete anche dire: Questo non viene da Dio, ma dal demonio.